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Lemina

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Lemina a valle di talucco
Lemina a valle di talucco

Il Lemina [lè-mi-na] (Lëmna in piemontese) è un torrente tributario in destra idrografica del Chisola, nel quale si getta poco prima della confluenza di quest'ultimo nel Po. Nel suo tratto montano bagna l'omonima Val Lemina mentre in pianura corre fra i torrenti Chisone (a sud) e Chisola (a nord) e cambia il proprio nome prima in Ramata e poi in Oitana. Il perimetro del suo bacino è 97 km. Il Lemina nasce dalle pendici meridionali del Monte Fajè (1.382 m s.l.m.), nei pressi del Monte Freidour e al confine tra i comuni di Pinerolo e di San Pietro Val Lemina. Dirigendosi verso sud scava la stretta e boscosa Val Lemina e continua a segnare il confine tra i comuni di San Pietro e Pinerolo, al quale appartiene la frazione Talucco. In corrispondenza col capoluogo di San Pietro la valle si allarga mentre il torrente, sempre con andamento verso sud, passa tra Abbadia Alpina e il centro di Pinerolo. Raggiunta la pianura cambia bruscamente direzione e punta verso est, sfiorando a sud il centro di questa cittadina. Il suo corso prosegue nelle campagne di Buriasco, Cercenasco e Virle, paese dove prende il nome di Torrente Ramata e a valle del quale riceve da sinistra il contributo del Rio Ologna. Raggiunta la frazione Oitana (Castagnole Piemonte) il corso d'acqua cambia ancora nome e diventa il Torrente Oitana. Il suo corso poggia ora verso nord-est e passa nei pressi di Piobesi e Vinovo prima di gettarsi nel Chisola al confine di quest'ultimo comune con quello di La Loggia. La confluenza avviene a quota 225 m s.l.m.. Durante il suo lungo percorso nella pianura pinerolese e torinese il torrente interseca numerose rogge e canali irrigui che a seconda della stagione ne possono alterare sensibilmente la portata. Il Lemina rappresenta un'eccezione alla consuetudine per la quale gli affluenti sono generalmente più brevi del corso d'acqua principale nel quale sboccano. Alla confluenza con il Chisola la lunghezza del torrente (che in quel tratto si chiama Oitana) è infatti di 46,1 km, mentre il Chisola ha percorso "appena" 36,6 km. La portata media del Chisola alla confluenza risulta però molto maggiore, circa 6 m³/s contro i 3,2 dell'Oitana., San Pietro Val Lemina Pinerolo Buriasco Cercenasco Virle Piemonte Vigone Cercenasco Virle Piemonte Osasio Castagnole Piemonte Carignano Vinovo La Loggia Nel territorio comunale di Pinerolo il Lemina riceve in destra idrografica il contributo idrico del Canale di Abbadia. Si tratta di un canale artificiale che prende origine dal torrente Chisone in comune di Porte e che, dopo un percorso di 8,2 km, si getta nel Lemina. Alla confluenza la sua portata, per contratto, non deve essere inferiore agli 850 litri/secondo. Il canale fu costruito nel medioevo a servizio dell'Abbazia di Santa Maria del Verano. Lungo il canale sono tuttora presenti alcuni lavatoi pubblici e privati e varie prese idriche. In passato esso fu utilizzato, oltre che per l'irrigazione, anche per fornire la forza motrice a vari mulini ed opifici presenti in zona. Il canale è gestito dal Consorzio irriguo del canale di Abbadia. Carta a 1:50.000 N. 17: Torino-Pinerolo e Bassa Val di Susa, Istituto Geografico Centrale, Torino, via Prati 2 AA.VV., Progetto di integrazione al piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) - bacino del Torrente Lemina (PDF), Parma, Autorità di bacino del Fiume Po. URL consultato il 26 aprile 2010. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lemina

Estratto dall'articolo di Wikipedia Lemina (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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Latitudine Longitudine
N 44.962222 ° E 7.655278 °
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Indirizzo

Via Molino

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10048
Piemonte, Italia
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Lemina a valle di talucco
Lemina a valle di talucco
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Luoghi vicini

Abbazia di Santa Maria di Carpice

L'abbazia di Santa Maria di Carpice è un edificio ex-monastico sito nel Comune di Moncalieri. L'attuale complesso risale al XVIII secolo, ma le origini risalgono all'anno 1000. Si compone di tre edifici, la chiesa di Santa Maria - San Lorenzo, che contiene i preziosi affreschi di Michele Antonio Milocco, la cosiddetta ex-canonica e un fabbricato anticamente destinato ad attività artigianali. La curtis Carpice è un insediamento molto antico, come testimoniano i resti romani, presenti nei pressi dell'attuale via Juglaris. Prima dell'anno Mille era una fiorente comunità agricola, dotata di due cappelle con annessi cimiteri. All'inizio dell'XI secolo, il vescovo di Torino Gezone trasferisce la curtis di Carpice tra i possedimenti del neonato monastero benedettino dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio di Torino, insieme a numerosi altri tenimenti nella Val Sangone e sul tracciato del fiume None (oggi Chisola). Fra il 1079 e il 1080 la contessa Adelaide di Savoia cede la proprietà di metà della curtis di Carpice al monastero dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio. Nel territorio di Carpice vengono costruite due nuove cappelle, quella di San Quirico (distrutta e di cui si sono perse le tracce) e quella costruita in onore della Santa Madre di Dio (di qui il nome di Santa Maria di Carpice, dato all'Abbazia e il termine Villa Mariana dato all'insediamento abitativo). I possedimenti dell'abbazia, uniti a quelli di altre realtà monastiche benedettine e della gente di Carpice erano molto ampi: si andava da Moncalieri a Vinovo - La Loggia fino a Candiolo e Stupinigi. Tra il XII e il XIII secolo l'abbazia di Carpice vive un periodo di profonda crisi disciplinare, che spinge il vescovo di Torino ad assoggettarla all'Abate di San Michele della Chiusa. Intanto, il rapporto con i diversi rami di Casa Savoia si infittisce e numerosi nobili figurano quali signori di Carpice. Il Duecento è un secolo importante per la storia di Carpice: da un lato, l'Abbazia esercita sul territorio i pieni poteri signorili, dall'altro i signori di Carpice e i monaci danno vita all'omonimo Comune signorile; nel 1228 questo Comune figura, insieme a quelli di Testona e Mairano, tra i fondatori della villanova di Moncalieri, a sud del fiume Po, a ridosso del ponte sul fiume e importante nodo viario dell'epoca. La popolazione di Carpice inizia un lento trasferimento verso il nuovo centro abitato - che verrà costituito in Comune nel 1230 - spinta dalle continue esondazioni del Chisola che minacciava case e terreni. Nella seconda metà del XIII secolo l'Abbazia sembra perdere terre e poteri signorili, vedendo la comparsa di numerosi soggetti che compaiono quali possessori nel territorio di Carpice. Vera ricchezza del territorio su cui gravitava l'Abbazia di Santa Maria di Carpice erano i mulini, di cui uno ancora visibile sulla odierna strada Carpice. Lo possiamo dedurre dalla quantità di liti incentrate sull'utilizzo e sulla proprietà di questi mulini, ma anche dalla capillarità dei rii e dei canali che costellano il territorio. I mulini presenti nel XV secolo erano sei, quasi interamente di proprietà abbaziale; soltanto nel 1502 il Comune di Moncalieri, a seguito di contenziosi e acquisizioni, riuscirà ad ottenere la proprietà di tutti i sei mulini. Le ruote molitorie di Carpice saranno in funzione fino al Novecento, dopo aver subito una ricostruzione e vari ammodernamenti nel corso dell'Ottocento. Nel XV secolo, l'ordine benedettino subisce profonde trasformazioni. Anche l'Abbazia di Carpice vive queste trasformazioni, tanto che il nuovo oratorio, costruito in quell'epoca sui resti dell'edificio precedente, riceve la titolatura a San Lorenzo martire, santo patrono del nuovo ordine dei Benedettini Riformati di San Lorenzo, che nella basilica romana di San Lorenzo in Lucina ha il suo centro. Carlo Francesco Boggio (1670? – 1735), abate del monastero vescovile benedettino di San Solutore, ricostruì completamente la chiesa nel 1732, la fece affrescare da Michele Antonio Milocco e la dedicò a Santa Maria e a San Lorenzo. A ridosso dell'altare policromo fu posta una pala raffigurante l’Assunzione di Maria attorniata da San Lorenzo, i Santi martiri Solutore, Avventore e Ottavio, San Francesco e San Carlo Borromeo. Quest'opera è andata dispersa. L'opera di maggior pregio contenuta nella chiesa di Santa Maria e San Lorenzo di Carpice è però il pregevole affresco che orna la cupola: dipinto da Michele Antonio Milocco, raffigura il trionfo di San Lorenzo. L'attenzione dell'osservatore viene catturata dal santo, vestito con i paramenti diaconali, che indica con le dita il cielo verso cui è interamente protratto. Attorno a lui, uno stuolo di angeli lo accompagnano e uno di essi indica un libro sul quale è indicato il nome dell'artista e l'anno di realizzazione, 1732. Durante i sopralluoghi propedeutici al restauro della cupola, è emerso uno stemma nobiliare, probabilmente legato a Carlo Francesco Boggio, sulla parete nord sopra la porta d'ingresso. Inoltre, in alcuni punti si è notato una tinta azzurra delle pareti segno della presenza di altre parti affrescate o comunque dipinte. Nel 1796 Napoleone Bonaparte confiscò ai monaci benedettini la Abbazia di Carpice; di qui il complesso cambiò diverse proprietà fino al 1985 quando Michele Canuto, ultimo proprietario, la cedette al Comune di Moncalieri quale scomputo di oneri di urbanizzazione. La chiesa di Santa Maria e San Lorenzo divenne una cappella privata ad uso pubblico, officiata presumibilmente fino al primo dopoguerra. Con lo spopolamento della campagna circostante, iniziò il declino del complesso ex monastico e gli edifici caddero nell'abbandono. La chiesa, pur senza essere mai sconsacrata, venne utilizzata come deposito di materiali e gli altri locali abitati da indigenti fino agli anni Novanta del secolo scorso. Nel 2010, su indirizzo dell'associazione culturale UNI.VOCA, il Commissario Prefettizio decise la realizzazione di una struttura in lamiera per proteggere la chiesa e gli affreschi in essa contenuta dalle intemperie. Nel 2014 venne costituita l'Associazione Polo Culturale Moncalierese, con lo scopo di avviarne il restauro conservativo e la fruibilità turistica. Nel logo dell'Associazione campeggia proprio il profilo della chiesa di Carpice. Nel 2015, la Giunta comunale di Moncalieri, guidata dal Sindaco Paolo Montagna, avviò i lavori di rifacimento del tetto della chiesa e la messa in sicurezza della struttura. I lavori terminarono nel mese di giugno 2016. Nel 2016, la Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici del Piemonte avviò i lavori di fissaggio e restauro degli affreschi di Michele Antonio Milocco che ornano la cupola della chiesa. L'Abbazia di Carpice si trova in strada Carpice, 10 nel territorio delle borgate S. Maria - reg. Carpice. Da Moncalieri si imbocca la strada Carignano fino a raggiungere, a destra, la via Regione Carpice. Dopo 200 metri la facciata della chiesa si intravede dietro il recinto di una ditta di autotrasporti. Sito ufficiale, su associazione-apcm.wix.com.

Chisola
Chisola

La Chisola (Chisòla in piemontese) è un torrente del Piemonte, affluente alla sinistra orografica del fiume Po. Il suo corso si sviluppa interamente nel territorio della città metropolitana di Torino. Il perimetro del suo bacino è 96 km. Nasce dalla confluenza di due rami torrentizi, uno che origina dal Monte Freidour (1.445 m s.l.m.) e l'altro tra il Monte Brunello e i Tre Denti (1.343 m s.l.m.). Dopo avere bagnato la breve Val Chisola esce nella pianura Padana. Lungo il suo corso di circa 40 km riceve da destra i suoi tributari Noce e Rio Torto più altri torrenti vari fra i quali il Lemina, sfociando poi, nel territorio del comune di Moncalieri, nel Po, dopo che con le sue acque sono confluite quelle del canale derivatore dell'Azienda Elettrica Municipale di Torino (poi confluita in IREN). In destra idrografica: Torrente Noce; Rio Torto; Rio Essa, che raccoglie le acque della campagna tra None, Scalenghe e Castagnole Piemonte e dopo, aver attraversato il capoluogo di Piobesi, raggiunge il Chisola a quota 232 m; Torrente Lemina (o Oitana). In sinistra idrografica: Rio Tori: raccoglie le acque che scendono dal versante sud-ovest della Montagnazza e da altri rilievi in comune di Piossasco; segna quindi per un tratto il confine tra i territori di Piossasco e di Cumiana e confluisce nella Chisola a quota 276 nei pressi della Cascina Mangarda (sempre a Piossasco); Sangonetto di Piossasco: drena i versanti orientale e meridionale del Monte San Giorgio (837 m); con un ampio semicerchio aggira questo rilievo e, dopo avere attraversato il centro storico di Piossasco, puntando verso sud-ovest va a gettarsi nella Chisola a 268 metri di quota presso la cascina Barbossi. Nonostante la classificazione come torrente e la variabilità di portata nelle varie stagioni, non va mai in secca. Il 2 settembre 2002 il torrente, a seguito di temporali localizzati ma forti, straripò sommergendo parte del comune di None. Il 25 novembre 2016 lo straripamento della Chisola ha allagato sei borgate di Moncalieri: Tetti Piatti (la più colpita, con centinaia di sfollati), Barauda, Tagliaferro, Santa Maria, Borgo Mercato e Rossi. Cumiana Piossasco Volvera None Piobesi Torinese Vinovo La Loggia Moncalieri Il fiume dà il nome al Chisola, club calcistico di Vinovo e Piobesi Torinese. Istituto Geografico Centrale, Carta a 1:50.000 N. 17: Torino-Pinerolo e Bassa Val di Susa,Torino, via Prati 2 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chisola

Garino (frazione)
Garino (frazione)

Garino è una frazione italiana di circa 3 600 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte, appartenente al comune di Vinovo. Garino confina a nord con il comune di Nichelino, ad ovest con la frazione Stupinigi, a sud con il comune di Candiolo, ad est con la frazione Tetti Borno e con il comune di Vinovo. Il 1º maggio del 1961 il territorio, ai tempi a tutti gli effetti comune di Vinovo, data la sua ampiezza di superficie notevole e data la sua distanza non indifferente dal centro storico del paese, venne istituito come frazione di Vinovo. Il nome di quest'ultima venne attribuito in seguito ad un referendum aperto a tutti gli abitanti del luogo che avevano tre opzioni: la prima era quella di chiamarla San Domenico Savio dal nome dell'omonima chiesa del territorio, la seconda era quella di chiamarla Sotti dal nome della cascina più importante della zona circostante mentre la terza, quella vincente, era di attribuirle il cognome della famiglia che aveva contribuito alla lottizzazione del territorio, ovvero i Garino. Da lì in poi Garino crebbe demograficamente ed urbanisticamente e nel 1973 vennero iniziati i lavori per la costruzione di due villaggi residenziali che divennero punto di riferimento per Garino: I villaggi Dega Nord e Sud. La squadra di calcio della frazione è la Polisportiva Garino, società fondata nel 1983 da un sodalizio garinese, rifondata numerose volte (l'ultima nel 2015). Il Garino milita attualmente nel campionato di Prima Categoria del Piemonte. Negli ultimi due anni ha ottenuto due promozioni consecutive partendo dalla Terza Categoria. Il 22 aprile 2018, dopo un esaltante campionato, ha raggiunto la matematica promozione nella categoria successiva, la Promozione, battendo il Nichelino Hesperia per 3 reti a 1. Lo stesso anno si è resa protagonista anche in Coppa Piemonte di Prima Categoria giungendo fino in semifinale dove viene sconfitta dal Pianezza.