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Stazione meteorologica di Moncalieri

MoncalieriPagine con mappeStazioni meteorologiche della città metropolitana di Torino
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La stazione meteorologica di Moncalieri è la stazione meteorologica di riferimento relativa alla località di Moncalieri, fondata da Padre Francesco Denza nel 1859. È controllata direttamente dalla Società Meteorologica Italiana, che qui fu fondata nel 1865 e che vi ha nuovamente sede dal 2015. La stazione meteo si trova nell'Italia nord-occidentale, in Piemonte, in provincia di Torino, nel comune di Moncalieri, a 276 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 45°00′N 7°40′E45°00′N, 7°40′E. La capannina da cui arrivano i dati di temperatura storici è rivolta verso nord. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +1,1 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +24,2 °C. Le precipitazioni medie annue si aggirano tra i 700 e i 750 mm, mediamente distribuite in 75 giorni, e presentano un minimo in inverno e massimi in primavera ed autunno. Moncalieri Provincia di Torino Clima italiano Stazione meteorologica Osservatorio meteorologico di Moncalieri, su nimbus.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione meteorologica di Moncalieri (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione meteorologica di Moncalieri

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Chisola
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La Chisola (Chisòla in piemontese) è un torrente del Piemonte, affluente alla sinistra orografica del fiume Po. Il suo corso si sviluppa interamente nel territorio della città metropolitana di Torino. Il perimetro del suo bacino è 96 km. Nasce dalla confluenza di due rami torrentizi, uno che origina dal Monte Freidour (1.445 m s.l.m.) e l'altro tra il Monte Brunello e i Tre Denti (1.343 m s.l.m.). Dopo avere bagnato la breve Val Chisola esce nella pianura Padana. Lungo il suo corso di circa 40 km riceve da destra i suoi tributari Noce e Rio Torto più altri torrenti vari fra i quali il Lemina, sfociando poi, nel territorio del comune di Moncalieri, nel Po, dopo che con le sue acque sono confluite quelle del canale derivatore dell'Azienda Elettrica Municipale di Torino (poi confluita in IREN). In destra idrografica: Torrente Noce; Rio Torto; Rio Essa, che raccoglie le acque della campagna tra None, Scalenghe e Castagnole Piemonte e dopo, aver attraversato il capoluogo di Piobesi, raggiunge il Chisola a quota 232 m; Torrente Lemina (o Oitana). In sinistra idrografica: Rio Tori: raccoglie le acque che scendono dal versante sud-ovest della Montagnazza e da altri rilievi in comune di Piossasco; segna quindi per un tratto il confine tra i territori di Piossasco e di Cumiana e confluisce nella Chisola a quota 276 nei pressi della Cascina Mangarda (sempre a Piossasco); Sangonetto di Piossasco: drena i versanti orientale e meridionale del Monte San Giorgio (837 m); con un ampio semicerchio aggira questo rilievo e, dopo avere attraversato il centro storico di Piossasco, puntando verso sud-ovest va a gettarsi nella Chisola a 268 metri di quota presso la cascina Barbossi. Nonostante la classificazione come torrente e la variabilità di portata nelle varie stagioni, non va mai in secca. Il 2 settembre 2002 il torrente, a seguito di temporali localizzati ma forti, straripò sommergendo parte del comune di None. Il 25 novembre 2016 lo straripamento della Chisola ha allagato sei borgate di Moncalieri: Tetti Piatti (la più colpita, con centinaia di sfollati), Barauda, Tagliaferro, Santa Maria, Borgo Mercato e Rossi. Cumiana Piossasco Volvera None Piobesi Torinese Vinovo La Loggia Moncalieri Il fiume dà il nome al Chisola, club calcistico di Vinovo e Piobesi Torinese. Istituto Geografico Centrale, Carta a 1:50.000 N. 17: Torino-Pinerolo e Bassa Val di Susa,Torino, via Prati 2 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chisola

Abbazia di Santa Maria di Carpice

L'abbazia di Santa Maria di Carpice è un edificio ex-monastico sito nel Comune di Moncalieri. L'attuale complesso risale al XVIII secolo, ma le origini risalgono all'anno 1000. Si compone di tre edifici, la chiesa di Santa Maria - San Lorenzo, che contiene i preziosi affreschi di Michele Antonio Milocco, la cosiddetta ex-canonica e un fabbricato anticamente destinato ad attività artigianali. La curtis Carpice è un insediamento molto antico, come testimoniano i resti romani, presenti nei pressi dell'attuale via Juglaris. Prima dell'anno Mille era una fiorente comunità agricola, dotata di due cappelle con annessi cimiteri. All'inizio dell'XI secolo, il vescovo di Torino Gezone trasferisce la curtis di Carpice tra i possedimenti del neonato monastero benedettino dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio di Torino, insieme a numerosi altri tenimenti nella Val Sangone e sul tracciato del fiume None (oggi Chisola). Fra il 1079 e il 1080 la contessa Adelaide di Savoia cede la proprietà di metà della curtis di Carpice al monastero dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio. Nel territorio di Carpice vengono costruite due nuove cappelle, quella di San Quirico (distrutta e di cui si sono perse le tracce) e quella costruita in onore della Santa Madre di Dio (di qui il nome di Santa Maria di Carpice, dato all'Abbazia e il termine Villa Mariana dato all'insediamento abitativo). I possedimenti dell'abbazia, uniti a quelli di altre realtà monastiche benedettine e della gente di Carpice erano molto ampi: si andava da Moncalieri a Vinovo - La Loggia fino a Candiolo e Stupinigi. Tra il XII e il XIII secolo l'abbazia di Carpice vive un periodo di profonda crisi disciplinare, che spinge il vescovo di Torino ad assoggettarla all'Abate di San Michele della Chiusa. Intanto, il rapporto con i diversi rami di Casa Savoia si infittisce e numerosi nobili figurano quali signori di Carpice. Il Duecento è un secolo importante per la storia di Carpice: da un lato, l'Abbazia esercita sul territorio i pieni poteri signorili, dall'altro i signori di Carpice e i monaci danno vita all'omonimo Comune signorile; nel 1228 questo Comune figura, insieme a quelli di Testona e Mairano, tra i fondatori della villanova di Moncalieri, a sud del fiume Po, a ridosso del ponte sul fiume e importante nodo viario dell'epoca. La popolazione di Carpice inizia un lento trasferimento verso il nuovo centro abitato - che verrà costituito in Comune nel 1230 - spinta dalle continue esondazioni del Chisola che minacciava case e terreni. Nella seconda metà del XIII secolo l'Abbazia sembra perdere terre e poteri signorili, vedendo la comparsa di numerosi soggetti che compaiono quali possessori nel territorio di Carpice. Vera ricchezza del territorio su cui gravitava l'Abbazia di Santa Maria di Carpice erano i mulini, di cui uno ancora visibile sulla odierna strada Carpice. Lo possiamo dedurre dalla quantità di liti incentrate sull'utilizzo e sulla proprietà di questi mulini, ma anche dalla capillarità dei rii e dei canali che costellano il territorio. I mulini presenti nel XV secolo erano sei, quasi interamente di proprietà abbaziale; soltanto nel 1502 il Comune di Moncalieri, a seguito di contenziosi e acquisizioni, riuscirà ad ottenere la proprietà di tutti i sei mulini. Le ruote molitorie di Carpice saranno in funzione fino al Novecento, dopo aver subito una ricostruzione e vari ammodernamenti nel corso dell'Ottocento. Nel XV secolo, l'ordine benedettino subisce profonde trasformazioni. Anche l'Abbazia di Carpice vive queste trasformazioni, tanto che il nuovo oratorio, costruito in quell'epoca sui resti dell'edificio precedente, riceve la titolatura a San Lorenzo martire, santo patrono del nuovo ordine dei Benedettini Riformati di San Lorenzo, che nella basilica romana di San Lorenzo in Lucina ha il suo centro. Carlo Francesco Boggio (1670? – 1735), abate del monastero vescovile benedettino di San Solutore, ricostruì completamente la chiesa nel 1732, la fece affrescare da Michele Antonio Milocco e la dedicò a Santa Maria e a San Lorenzo. A ridosso dell'altare policromo fu posta una pala raffigurante l’Assunzione di Maria attorniata da San Lorenzo, i Santi martiri Solutore, Avventore e Ottavio, San Francesco e San Carlo Borromeo. Quest'opera è andata dispersa. L'opera di maggior pregio contenuta nella chiesa di Santa Maria e San Lorenzo di Carpice è però il pregevole affresco che orna la cupola: dipinto da Michele Antonio Milocco, raffigura il trionfo di San Lorenzo. L'attenzione dell'osservatore viene catturata dal santo, vestito con i paramenti diaconali, che indica con le dita il cielo verso cui è interamente protratto. Attorno a lui, uno stuolo di angeli lo accompagnano e uno di essi indica un libro sul quale è indicato il nome dell'artista e l'anno di realizzazione, 1732. Durante i sopralluoghi propedeutici al restauro della cupola, è emerso uno stemma nobiliare, probabilmente legato a Carlo Francesco Boggio, sulla parete nord sopra la porta d'ingresso. Inoltre, in alcuni punti si è notato una tinta azzurra delle pareti segno della presenza di altre parti affrescate o comunque dipinte. Nel 1796 Napoleone Bonaparte confiscò ai monaci benedettini la Abbazia di Carpice; di qui il complesso cambiò diverse proprietà fino al 1985 quando Michele Canuto, ultimo proprietario, la cedette al Comune di Moncalieri quale scomputo di oneri di urbanizzazione. La chiesa di Santa Maria e San Lorenzo divenne una cappella privata ad uso pubblico, officiata presumibilmente fino al primo dopoguerra. Con lo spopolamento della campagna circostante, iniziò il declino del complesso ex monastico e gli edifici caddero nell'abbandono. La chiesa, pur senza essere mai sconsacrata, venne utilizzata come deposito di materiali e gli altri locali abitati da indigenti fino agli anni Novanta del secolo scorso. Nel 2010, su indirizzo dell'associazione culturale UNI.VOCA, il Commissario Prefettizio decise la realizzazione di una struttura in lamiera per proteggere la chiesa e gli affreschi in essa contenuta dalle intemperie. Nel 2014 venne costituita l'Associazione Polo Culturale Moncalierese, con lo scopo di avviarne il restauro conservativo e la fruibilità turistica. Nel logo dell'Associazione campeggia proprio il profilo della chiesa di Carpice. Nel 2015, la Giunta comunale di Moncalieri, guidata dal Sindaco Paolo Montagna, avviò i lavori di rifacimento del tetto della chiesa e la messa in sicurezza della struttura. I lavori terminarono nel mese di giugno 2016. Nel 2016, la Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici del Piemonte avviò i lavori di fissaggio e restauro degli affreschi di Michele Antonio Milocco che ornano la cupola della chiesa. L'Abbazia di Carpice si trova in strada Carpice, 10 nel territorio delle borgate S. Maria - reg. Carpice. Da Moncalieri si imbocca la strada Carignano fino a raggiungere, a destra, la via Regione Carpice. Dopo 200 metri la facciata della chiesa si intravede dietro il recinto di una ditta di autotrasporti. Sito ufficiale, su associazione-apcm.wix.com.

Piazza Bengasi
Piazza Bengasi

Piazza Bengasi è una grande piazza della periferia meridionale di Torino. È situata nel quartiere Nizza Millefonti e segna il confine col Borgo San Pietro del Comune di Moncalieri. Prende il nome dalla città libica di Bengasi, in ricordo del passato coloniale italiano. È uno snodo molto trafficato, dove confluiscono le arterie di via Nizza da corso Vittorio Emanuele II, corso Piero Maroncelli che porta al parco delle Vallere e alla direttrice radiale di corso Unità d'Italia, corso Traiano che punta verso Fiat Mirafiori percorrendo il confine sud del quartiere Lingotto, via Onorato Vigliani che percorre il quartiere di Mirafiori Sud, via Sestriere di Moncalieri che dopo un paio di chilometri porta a Nichelino e corso Roma di Moncalieri, che porta al parco delle Vallere, sempre a Moncalieri. Nel 1911 nella piazza, estremo sud-est del sistema viario cittadino, nacquero due nuovi casotti che ospitavano alloggi e uffici delle guardie daziarie, in quanto la nuova Cinta daziaria di Torino passava proprio per la piazza, sulla via che porta a Moncalieri e Nichelino. Tra il 1929 e il 1931, a seguito dell'incremento della popolazione della zona, venne eretta la scuola elementare Re Umberto I (in onore del re Umberto I di Savoia), che fu inaugurata dal nipote Umberto II di Savoia. La scuola era all'epoca molto moderna, con sistema di riscaldamento centralizzato e servizi igienici rivestiti in ceramica; inizialmente contava diciotto aule, che però in brevissimo tempo furono portate a trentadue. A partire dal 1º gennaio 1973, le imposte daziarie furono abolite con l'istituzione dell'IVA e il casotto superstite, di proprietà comunale, perse la sua funzione e venne venduto. La piazza, attualmente in via di riorganizzazione a seguito dell'apertura del nuovo capolinea della metropolitana, vedrà accompagnare l'intervento infrastrutturale dalla risistemazione del mercato rionale, temporaneamente trasferito sulla sede centrale di via Onorato Vigliani, dalla creazione di un parcheggio d'interscambio. La fine dei lavori della metropolitana, prevista inizialmmente per il secondo semestre del 2019, é inizialmente slittata a fine anno 2020, slittando ulteriormente a febbraio 2021. Il 10 di questo stesso mese è avvenuta l'inaugurazione ufficiale da parte delle autorità e il prolungamento della metropolitana è stato aperto al pubblico il 23 aprile 2021. È inoltre allo studio l'ipotesi di dotare la piazza di una fermata del servizio ferroviario metropolitano di Torino. La pronuncia corretta è piazza "Bengàsi", con l'accento sulla "a", tuttavia i torinesi la pronunciano "Bèngasi", un uso talmente invalso da rendere in città l'esatta pronuncia pressoché assente.Curiosamente, un'altra piazza cittadina, sita all'estremo opposto di Torino, nel quartiere Regio Parco, ha subìto lo stesso destino: si tratta di piazza Sofia, la cui corretta pronuncia di piazza "Sòfia" è generalmente sostituita da quella di "Sofìa". Bengasi (metropolitana di Torino) Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Bengasi

Moschea Mohammed VI

La moschea "Mohammed VI" di Torino si trova nel quartiere Nizza Millefonti del capoluogo piemontese, vicino Piazza Bengasi, al confine con il Comune di Moncalieri. È uno dei quindici luoghi di preghiera musulmani sparsi nella città di Torino, l'unico però a presentare tutte le caratteristiche necessarie, e quindi l'unico deputato a rappresentare una moschea ufficiale e riconosciuta. Dopo anni di discussione in cui sembrava che la moschea dovesse sorgere in via Urbino, la scelta è infine caduta su via Genova 268, nei locali di un ex cinema. La superficie interna è di 1100m², di cui 800m² dedicati alla sala di preghiera e 300m² alla balconata per le donne. Il progetto è stato affidato all'architetto Demetrio Foti. La costruzione della moschea, promossa dalle autorità islamiche di Torino (Abdelghani El Rhalmi e Mohamed El Yandouzi) è iniziata nel 2010 ed è terminata nel 2013. Il 6 luglio 2013 l'edificio è stato inaugurato alla presenza di varie autorità; alcuni esponenti della sezione piemontese della Lega Nord hanno contestato l'evento.. La Fondazione Al-Waqf della Confederazione Islamica Italiana ha contribuito successivamente in maniera determinante ad estinguere i debiti e a rendere il centro islamico di proprietà dei musulmani. Le decorazioni e buona parte degli arredi interni sono frutto di donazione da parte dei fedeli musulmani torinesi. Il luogo di preghiera all'interno ha un'ottima illuminazione naturale, mentre il ricircolo e la deumidificazione dell'aria sono favoriti dall'impianto di climatizzazione. Il centro culturale islamico aderisce alla Federazione Islamica del Piemonte e fa parte del Patto di condivisione con la comunità islamica di Torino. Nella moschea di Torino si professa l'Islam secondo il sunnismo. La moschea è frequentata da musulmani italiani e stranieri, che si radunano quotidianamente in preghiera e per la lettura del Corano. Il luogo di culto, seppur nato solo da qualche anno, risulta già essere ben strutturato nel dettaglio delle proprie attività. Inoltre, attraverso la programmazione del Centro culturale islamico d'Italia (CCII) nel suo distaccamento comunale di Torino, vengono organizzati incontri di interscambio culturale e corsi di lingua (italiana e araba) per uomini, donne e bambini.

Stazione di Moncalieri
Stazione di Moncalieri

La stazione di Moncalieri è una stazione ferroviaria per passeggeri posta lungo le ferrovie Torino-Savona/Genova, al servizio degli abitanti di Revigliasco e Moncalieri. La stazione entrò in servizio il 24 settembre 1848, all'attivazione del tratto Lingotto-Trofarello della linea per Genova. La stazione fu colpita da due bombardamenti degli Alleati che avevano come obiettivo l'adiacente ponte ferroviario sul Po: il primo, del 27 luglio 1944, danneggiò due fasci di binari e lievemente anche l'edificio della stazione; il secondo, del 2 agosto 1944, colpì in pieno la stazione e portò danni ingentissimi ai fasci dei binari e la completa distruzione del fabbricato passeggeri. La stazione fu dunque interamente ricostruita nel secondo dopoguerra. La stazione è servita dalle linee della rete urbana di pullman, in particolare le linee 39, 45, 45/ e 67 ed il capolinea della linea 43; inoltre nella vicina piazza Caduti per la Libertà, ci sono i capolinea delle linee 80, 82 e 83. La stazione dispone di 7 binari, ma al momento solo 4 sono utilizzati per il servizio passeggeri. I binari 6 e 7 attualmente non sono alimentati, mentre il 3 è in disuso. L'impianto presenta un fascio binari per i treni merci ma non è attualmente usato. I binari 1 e 2 sono quelli di corsa della Torino-Genova, mentre i binari 4 e 5 sono quelli di corsa della Torino-Savona e sono anche usati dai convogli dell'SFM. La stazione è servita dalle linee 1, 4, 6, 7 (per Chieri, Alba, Asti e Fossano) del Servizio ferroviario metropolitano di Torino e nelle fasce orarie di tarda serata e prima mattina è servita da alcuni regionali Torino-Alessandria e Torino-Cuneo per sopperire alla mancanza delle linee SFM. Dispone di: Biglietteria automatica Sala di attesa (al momento chiusa) Sottopassaggio Fermata bus (piazza Caduti per la Libertà) Bar (chiuso il lunedì) Annuncio sonoro arrivo e partenza treni ferrovia Trofarello-Chieri stazione di Moncalieri Sangone stazione di Chieri Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Moncalieri

Ponte dei Cavalieri
Ponte dei Cavalieri

Il ponte dei Cavalieri si trova nei pressi del quartiere di Borgo Navile di Moncalieri ed è uno dei simboli della città. Serve a collegare i due lati della cittadina separata dal Po ed è stato costruito intorno al XIII secolo. Nei secoli successivi ha ricevuto diverse modifiche e la struttura odierna è quindi molto diversa da quella originale Le prime fonti che attestano l'esistenza di un ponte sul Po a Moncalieri risalgono al 1196, infatti documenti di quell'anno fanno riferimento alla donazione dei territori circostanti ai ponti da parte del vescovo di Torino, Arduino di Valperga, ai Cavalieri Templari. I Cavalieri Templari era un ordine monastico cavalleresco molto importante all’epoca perché aveva preso parte numerose volte nelle crociate contro i mussulmani in Terrasanta. Proprio grazie ai cavalieri Templari iniziò a sorgere un primo nucleo di abitazioni presso il corso del Po e sempre a loro è attribuita la costruzione del primo ponte. Molto probabilmente lo scopo principale della costruzione del ponte era quello di superare facilmente il corso d’acqua del Po, in modo da riuscire a raggiungere i loro possedimenti di Stupinigi con più facilità, senza dover passare tutte le volte per la città di Torino. Si crede che il ponte inizialmente fosse stato costruito con la pietra e fosse costituito da sei arcate e sette piloni. I Templari lo custodirono fino al 1312, anno in cui il loro ordine fu sciolto, da allora un affidato ai Cavalieri Gerosolimitani, che lo ricostruirono nel 1425 e nel 1454, in seguito a due piene del Po. Nel 1700 il comune provvide a far costruire delle sponde per impedire la caduta dei viandanti nel fiume. Il ponte, nel corso del tempo, fu soggetto a frequenti alluvioni e piene del Po, infatti si calcola che fu ricostruito almeno dieci volte. Nel 1700 il comune provvide a far costruire delle sponde per impedire la caduta dei viandanti nel fiume. Esso fu ancora molte volte distrutto dalle piene del Po e nel 1880, fu ricostruito in muratura, accanto al ponte della ferrovia, costruito nel 1853. Questo ponte crollò il 31 maggio 1939 e molte persone ne rimasero vittime. Durante la guerra del '40-'45, fu costruito più a valle, il ponte attuale, con quattro ampie arcate e cinque piloni. In origine il ponte era costituito da sei arcate e sette piloni fatti in pietra. Invece al giorno d'oggi il ponte è formato da cinque ampie arcate a tutto sesto e quattro imponenti piloni. Il ponte è stato edificato in muratura. Il fatto di essere costituito da tante arcate rende il ponte molto più vulnerabile alle piene del Po. Il ponte è oggi soprannominato il "Ponte dei Cavalieri” proprio perché la sua costruzione è forse opera dei Cavalieri Templari. Cavalieri Templari Moncalieri Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ponte dei Cavalieri ponti di Moncalieri, su atlas.landscapefor.eu. I ponti sul Po, su arpnet.it. Lavori sul ponte, su lastampa.it. Interventi ai piloni, su torinoggi.it. Nuovi lavori, su torinosud.it. Chiusura per sicurezza, su torinosud.it. Viabilità ponti, su torinotoday.it. Ponte dei Cavalieri Templari, su wikimapia.org.