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Parco Colonnetti

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Torino Parco Colonnetti001
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Il Parco Colonnetti è un parco della città di Torino di 385.800 m², situato presso il quartiere Mirafiori Sud, nell'estrema periferia sud cittadina. Assieme agli adiacenti Parco Sangone e Parco Piemonte, più il Parco Miraflores (Boschetto) di Nichelino, formano un'area verde periferica pressoché contigua di oltre 600.000 metri quadrati. Il parco fu intitolato all'ingegnere e matematico torinese Gustavo Colonnetti.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco Colonnetti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco Colonnetti
Newland Street, Sydney Bondi Junction

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Luoghi vicini

Stadio comunale Paschetto
Stadio comunale Paschetto

Lo Stadio comunale Gianfranco Paschetto è lo stadio di baseball della città di Torino, nel quartiere Lingotto. Situato nel Parco del Lingotto e gestito dal Centro sportivo "Il Paschetto", è composto principalmente da un campo principale dotato di illuminazione e tribuna da 1.000 posti, da un campo da softball dotato di illuminazione e tribuna da 99 posti, da un campo per la categoria Under-12 e da una tensostruttura riscaldata. La costruzione dell'impianto avvenne durante gli anni '70. Nel 1983 lo stadio fu una delle sedi che ospitarono alcune partite degli Europei 1983, disputatisi in Italia. Nel giugno 1996, la Juventus '48 Torino vinse qui in casa la Coppa CEB di quell'anno, trofeo disputato tra club non qualificati per la Coppa dei Campioni. Nella notte del 20 marzo 2003, parte della copertura dello stadio subì un cedimento strutturale. A seguito di ciò, un anno dopo venne rimossa la copertura in cemento armato, mentre due anni dopo venne ultimata una nuova copertura in legno. Lo stadio tornò ad ospitare un evento maggiore di rilevanza internazionale nel settembre del 2009, quando vennero disputate tre partite dei Mondiali 2009, tra cui la sfida tra Italia e Stati Uniti terminata 3-12 in favore dei nordamericani. In occasione della competizione, l'impianto fu rinnovato con una serie di interventi. In occasione degli Europei 2021, organizzati in Piemonte nelle sedi di Torino, Avigliana e Settimo, lo stadio torinese ha ospitato tredici incontri, tra cui la finalissima e la finale per il terzo posto. Lingotto (quartiere) Parco Di Vittorio Luoghi d'interesse a Torino Stadio del baseball, su museotorino.it. A.S.D Grizzlies Torino 48 Baseball Club, su grizzliestorino.it.

El Paso Occupato
El Paso Occupato

El Paso Occupato (abbr. El Paso), già Scuola Materna "Di Robilant", è una casa occupata di ispirazione anarchica, situata a Torino. Nato nel 1987, è definito dai suoi occupanti "né centro, né sociale, né squat". Ospita e produce prevalentemente attività musicali e arti visive, ma anche editoriali. Sin dall'inizio ha avuto una grande importanza per lo sviluppo della scena hardcore punk a Torino, anche se negli anni ha perso la sua centralità. Sul palco di El Paso hanno suonato anche celebrità mondiali come i francesi Mano Negra e gli americani The Offspring e NOFX, oltre a numerosi gruppi storici della scena hardcore e post-punk internazionale, tra i quali Fugazi, Youth Of Today, MDC, No Means No, Ratos De Porao, SNFU e Jingo De Lunch. Il nome deriva dalla sua ubicazione, in via Passo Buole, nel quartiere del Lingotto. La storia di El Paso è direttamente correlabile con l'arrivo del movimento punk a Torino, tra la fine degli anni settanta e l'inizio anni ottanta. In quegli anni a Torino cominciarono a formarsi le prime band punk, tra cui 5° Braccio, Blue Vomit, Nerorgasmo, Kollettivo (da cui nacquero i CCC CNC NCN) e i D.D.T. Il loro primo vero punto di aggregazione e organizzazione di concerti, attivissimo anche con una sala prove, fu un centro d'incontro del Comune, in Lungo-Dora Pietro Colletta (zona Vanchiglietta). Nel 1986, dall'incontro del Collettivo Punx Anarchici con gli anarchici del Circolo “Eliseo Reclus” di via Ravenna 3 che si erano distaccati dalla F.A.I., nacque il Collettivo Avaria. Essi cercavano un posto da autogestire, stanchi di dover fare riferimento ai centri d'incontro delle Circoscrizioni. Dopo una serie di occupazioni di edifici pubblici abbandonati, tutte concluse con sgomberi nel giro di pochi giorni, prima tra tutte quella del cinema Diana (marzo 1984) che, aperto nel 1928 e chiuso dal 1975, crollerà poi solo cinque mesi più tardi, il 5 dicembre 1987 venne occupato El Paso. Dopo un primo sgombero (il 18 dicembre 1987) la struttura venne rioccupata, e fu stipulato un accordo temporaneo con il Comune che concesse lo stabile a titolo gratuito. La concessione non venne mai rinnovata, e tutt'oggi di fatto El Paso è in una situazione di illegalità; questo non ha mai costituito un problema per gli occupanti, che anzi rivendicano il rifiuto politico di stabilire canali di collaborazione con le istituzioni. Al suo interno, secondo le regole dell'autogestione, le decisioni vengono prese dall'assemblea e all'unanimità, e il suo funzionamento avviene grazie all'apporto spontaneo di ciascuno: non vi sono incarichi fissi o a rotazione prestabilita.. L'anno successivo il centro occupato ospitò il primo concerto italiano della band statunitense MDC, che tornò a suonare sullo stesso palco 30 anni dopo. Nel 1989 un gruppo di persone proveniente dalla struttura occupò illegalmente una palazzina di Via Rossini sempre di proprietà del Comune, inaugurando una lunga serie di occupazioni e sgomberi della stessa palazzina e di altre strutture abbandonate nella stessa città. Numerose risultano anche le azioni di vandalismo compiute dai residenti nell'ex asilo, soprattutto in occasione degli arresti di alcuni suoi componenti. Nel 1991 i francesi Mano Negra si rifiutarono di suonare allo stadio comunale di Torino e preferirono tenere un concerto al centro sociale occupato con altre band locali. Coinvolti nella manifestazione indetta nel corso del G8 a Genova nel 2001, organizzarono in seguito un'asta provocatoria del materiale scampato alla devastazione delle forze di polizia nella scuola Diaz. Nel 2006 la fotografa Monica Carocci proiettò sulla facciata della casetta di via Rossini all'angolo con corso San Maurizio (più volte occupata e sgomberata dal 1989) il murale, rappresentante un sottomarino incursore, che prese forma durante la performance di un collettivo proveniente dal centro sociale venti anni prima, e che era stato cancellato qualche settimana prima dal sindaco Sergio Chiamparino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, facendolo rivivere in questo modo per qualche ora. All'interno del centro sociale si svolgono anche attività cinematografiche, teatrali, una editoriale e di etichetta discografica. La El Paso autoproduzioni ha pubblicato gruppi come Deity Guns, Plastination, Officine Schwartz, DsorDNE, Church Of Violence, Nerorgasmo, Belli Cosi, Tasaday, I Fichissimi, Brain Discipline, Molto Rumore Per Nulla, Broken Art, Youngang, Rotten Brain e molti altri. Alla fine del 2003 i dischi autoprodotti erano 34 e i concerti ospitati più di duemila. Nell'edificio hanno soggiornato diversi artisti di area alternativa e sono state pubblicate per alcuni anni Tutto Squat, una rivista di area anarchica che imitava nei titoli e nella grafica il quotidiano Tuttosport, e la rivista di fumetti InterZona. Il simbolo di El Paso Occupato è la figura di teschio (che mostra la lingua) e tibie su campo nero. L'edificio, su due piani fuori terra, ospitava originariamente la scuola materna di Robilant, fatta costruire nel 1883 dalle famiglie più ricche di Torino per i figli dei contadini, e data in gestione alle suore salesiane di Maria Mazzarello. Ampliato e restaurato nel 1953 (mantenendo nella decorazione esterna lo stile della vecchia costruzione), funzionò fino al 1982. Dopo la chiusura rimase abbandonato per intoppi burocratici. Dopo l'occupazione sono state ricavate al suo interno una sala per concerti e proiezioni, cucina, centro di documentazione, bar. Berzano L., Gallini R., Genova C. Liberi tutti. Centri sociali e case occupate a Torino. Ananke ed., Torino 2002 Paolo Ferrari. 10 anni corsari. «la Stampa», 28 novembre 1997, 43 Jacopo Iacoboni, Francesca Paci. Notti in bianco / 3. «la Stampa», 6 febbraio 1999, 34 Paolo Ferrari. Dal cinema alla realtà: El Paso, qui batte il cuore del punk. «la Stampa», 15 febbraio 2002, 45 Paolo Ferrari. Com'erano punk quegli anni. «la Stampa», 21 febbraio 2004, 45 Leonardo Gambino, Il Lingotto una volta: voci e immagini di Torino nei primi decenni del Novecento, Città di Torino, Circoscrizione 9 Nizza-Lingotto, 1987. Centro sociale autogestito Invasione di terreni o edifici Hardcore punk Anarchia Nautilus autoproduzioni Nerorgasmo Woptime Radio 2000 Blackout CCC CNC NCN Centro Sociale Askatasuna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su El Paso Occupato Sito ufficiale, su ecn.org. Centro sociale El Paso, già Scuola materna di Robilant, su museotorino.it. Reuse - Casi di riuso a Torino, su urban-reuse.eu. Ricordo della scuola materna Robilant, su memoro.org. Intervista di Giorgio Sala a Mario Spesso, ex occupante di El Paso, su punkadeka.it. URL consultato il 29 ottobre 2015.

Piazza Bengasi
Piazza Bengasi

Piazza Bengasi è una grande piazza della periferia meridionale di Torino. È situata nel quartiere Nizza Millefonti e segna il confine col Borgo San Pietro del Comune di Moncalieri. Prende il nome dalla città libica di Bengasi, in ricordo del passato coloniale italiano. È uno snodo molto trafficato, dove confluiscono le arterie di via Nizza da corso Vittorio Emanuele II, corso Piero Maroncelli che porta al parco delle Vallere e alla direttrice radiale di corso Unità d'Italia, corso Traiano che punta verso Fiat Mirafiori percorrendo il confine sud del quartiere Lingotto, via Onorato Vigliani che percorre il quartiere di Mirafiori Sud, via Sestriere di Moncalieri che dopo un paio di chilometri porta a Nichelino e corso Roma di Moncalieri, che porta al parco delle Vallere, sempre a Moncalieri. Nel 1911 nella piazza, estremo sud-est del sistema viario cittadino, nacquero due nuovi casotti che ospitavano alloggi e uffici delle guardie daziarie, in quanto la nuova Cinta daziaria di Torino passava proprio per la piazza, sulla via che porta a Moncalieri e Nichelino. Tra il 1929 e il 1931, a seguito dell'incremento della popolazione della zona, venne eretta la scuola elementare Re Umberto I (in onore del re Umberto I di Savoia), che fu inaugurata dal nipote Umberto II di Savoia. La scuola era all'epoca molto moderna, con sistema di riscaldamento centralizzato e servizi igienici rivestiti in ceramica; inizialmente contava diciotto aule, che però in brevissimo tempo furono portate a trentadue. A partire dal 1º gennaio 1973, le imposte daziarie furono abolite con l'istituzione dell'IVA e il casotto superstite, di proprietà comunale, perse la sua funzione e venne venduto. La piazza, attualmente in via di riorganizzazione a seguito dell'apertura del nuovo capolinea della metropolitana, vedrà accompagnare l'intervento infrastrutturale dalla risistemazione del mercato rionale, temporaneamente trasferito sulla sede centrale di via Onorato Vigliani, dalla creazione di un parcheggio d'interscambio. La fine dei lavori della metropolitana, prevista inizialmmente per il secondo semestre del 2019, é inizialmente slittata a fine anno 2020, slittando ulteriormente a febbraio 2021. Il 10 di questo stesso mese è avvenuta l'inaugurazione ufficiale da parte delle autorità e il prolungamento della metropolitana è stato aperto al pubblico il 23 aprile 2021. È inoltre allo studio l'ipotesi di dotare la piazza di una fermata del servizio ferroviario metropolitano di Torino. La pronuncia corretta è piazza "Bengàsi", con l'accento sulla "a", tuttavia i torinesi la pronunciano "Bèngasi", un uso talmente invalso da rendere in città l'esatta pronuncia pressoché assente.Curiosamente, un'altra piazza cittadina, sita all'estremo opposto di Torino, nel quartiere Regio Parco, ha subìto lo stesso destino: si tratta di piazza Sofia, la cui corretta pronuncia di piazza "Sòfia" è generalmente sostituita da quella di "Sofìa". Bengasi (metropolitana di Torino) Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Bengasi