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Bengasi (metropolitana di Torino)

Pagine con mappeStazioni della metropolitana di Torino
Piazza Bengasi ingresso Metropolitana
Piazza Bengasi ingresso Metropolitana

Bengasi è il capolinea della linea 1 della metropolitana di Torino, al confine amministrativo col comune di Moncalieri. Per scelta del gestore dell'infrastruttura, il nome della stazione viene pronunciato Bèngasi in luogo della corretta pronuncia piana Bengàsi, adeguandosi così alla pronuncia sdrucciola normalmente utilizzata in città per riferirsi all'omonima piazza da cui si accede alla stazione. Le mappe della stazione apposte all'interno da InfraTo, tuttavia, riportano l'accento grafico sulla a. L'attivazione della stazione, inizialmente prevista entro la fine del 2015, fu più volte rinviata sino al 17 aprile 2021 quando venne ufficializzata la data del 23 aprile 2021. Nonostante la fermata fosse stata inaugurata il 10 febbraio 2021 con i lavori ancora in corso, la stazione è stata infine aperta al pubblico il 23 aprile 2021. La stazione presenta i seguenti servizi: Biglietteria automatica Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Stazione video sorvegliata La stazione consente l'interscambio con le linee di autobus del trasporto pubblico torinese. Fermata bus GTT Metropolitana di Torino Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Bengasi (EN) Bengasi, su Structurae.

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Bengasi (metropolitana di Torino)
Via Nizza, Torino Circoscrizione 8

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10127 Torino, Circoscrizione 8
Piemonte, Italia
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Piazza Bengasi ingresso Metropolitana
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Luoghi vicini

Piazza Bengasi
Piazza Bengasi

Piazza Bengasi è una grande piazza della periferia meridionale di Torino. È situata nel quartiere Nizza Millefonti e segna il confine col Borgo San Pietro del Comune di Moncalieri. Prende il nome dalla città libica di Bengasi, in ricordo del passato coloniale italiano. È uno snodo molto trafficato, dove confluiscono le arterie di via Nizza da corso Vittorio Emanuele II, corso Piero Maroncelli che porta al parco delle Vallere e alla direttrice radiale di corso Unità d'Italia, corso Traiano che punta verso Fiat Mirafiori percorrendo il confine sud del quartiere Lingotto, via Onorato Vigliani che percorre il quartiere di Mirafiori Sud, via Sestriere di Moncalieri che dopo un paio di chilometri porta a Nichelino e corso Roma di Moncalieri, che porta al parco delle Vallere, sempre a Moncalieri. Nel 1911 nella piazza, estremo sud-est del sistema viario cittadino, nacquero due nuovi casotti che ospitavano alloggi e uffici delle guardie daziarie, in quanto la nuova Cinta daziaria di Torino passava proprio per la piazza, sulla via che porta a Moncalieri e Nichelino. Tra il 1929 e il 1931, a seguito dell'incremento della popolazione della zona, venne eretta la scuola elementare Re Umberto I (in onore del re Umberto I di Savoia), che fu inaugurata dal nipote Umberto II di Savoia. La scuola era all'epoca molto moderna, con sistema di riscaldamento centralizzato e servizi igienici rivestiti in ceramica; inizialmente contava diciotto aule, che però in brevissimo tempo furono portate a trentadue. A partire dal 1º gennaio 1973, le imposte daziarie furono abolite con l'istituzione dell'IVA e il casotto superstite, di proprietà comunale, perse la sua funzione e venne venduto. La piazza, attualmente in via di riorganizzazione a seguito dell'apertura del nuovo capolinea della metropolitana, vedrà accompagnare l'intervento infrastrutturale dalla risistemazione del mercato rionale, temporaneamente trasferito sulla sede centrale di via Onorato Vigliani, dalla creazione di un parcheggio d'interscambio. La fine dei lavori della metropolitana, prevista inizialmmente per il secondo semestre del 2019, é inizialmente slittata a fine anno 2020, slittando ulteriormente a febbraio 2021. Il 10 di questo stesso mese è avvenuta l'inaugurazione ufficiale da parte delle autorità e il prolungamento della metropolitana è stato aperto al pubblico il 23 aprile 2021. È inoltre allo studio l'ipotesi di dotare la piazza di una fermata del servizio ferroviario metropolitano di Torino. La pronuncia corretta è piazza "Bengàsi", con l'accento sulla "a", tuttavia i torinesi la pronunciano "Bèngasi", un uso talmente invalso da rendere in città l'esatta pronuncia pressoché assente.Curiosamente, un'altra piazza cittadina, sita all'estremo opposto di Torino, nel quartiere Regio Parco, ha subìto lo stesso destino: si tratta di piazza Sofia, la cui corretta pronuncia di piazza "Sòfia" è generalmente sostituita da quella di "Sofìa". Bengasi (metropolitana di Torino) Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Bengasi

Moschea Mohammed VI

La moschea "Mohammed VI" di Torino si trova nel quartiere Nizza Millefonti del capoluogo piemontese, vicino Piazza Bengasi, al confine con il Comune di Moncalieri. È uno dei quindici luoghi di preghiera musulmani sparsi nella città di Torino, l'unico però a presentare tutte le caratteristiche necessarie, e quindi l'unico deputato a rappresentare una moschea ufficiale e riconosciuta. Dopo anni di discussione in cui sembrava che la moschea dovesse sorgere in via Urbino, la scelta è infine caduta su via Genova 268, nei locali di un ex cinema. La superficie interna è di 1100m², di cui 800m² dedicati alla sala di preghiera e 300m² alla balconata per le donne. Il progetto è stato affidato all'architetto Demetrio Foti. La costruzione della moschea, promossa dalle autorità islamiche di Torino (Abdelghani El Rhalmi e Mohamed El Yandouzi) è iniziata nel 2010 ed è terminata nel 2013. Il 6 luglio 2013 l'edificio è stato inaugurato alla presenza di varie autorità; alcuni esponenti della sezione piemontese della Lega Nord hanno contestato l'evento.. La Fondazione Al-Waqf della Confederazione Islamica Italiana ha contribuito successivamente in maniera determinante ad estinguere i debiti e a rendere il centro islamico di proprietà dei musulmani. Le decorazioni e buona parte degli arredi interni sono frutto di donazione da parte dei fedeli musulmani torinesi. Il luogo di preghiera all'interno ha un'ottima illuminazione naturale, mentre il ricircolo e la deumidificazione dell'aria sono favoriti dall'impianto di climatizzazione. Il centro culturale islamico aderisce alla Federazione Islamica del Piemonte e fa parte del Patto di condivisione con la comunità islamica di Torino. Nella moschea di Torino si professa l'Islam secondo il sunnismo. La moschea è frequentata da musulmani italiani e stranieri, che si radunano quotidianamente in preghiera e per la lettura del Corano. Il luogo di culto, seppur nato solo da qualche anno, risulta già essere ben strutturato nel dettaglio delle proprie attività. Inoltre, attraverso la programmazione del Centro culturale islamico d'Italia (CCII) nel suo distaccamento comunale di Torino, vengono organizzati incontri di interscambio culturale e corsi di lingua (italiana e araba) per uomini, donne e bambini.

Area ex-Avio

La cosiddetta area ex-Avio indica una superficie di 317.000 metri quadrati situata nella periferia sud-est della città di Torino, nella Circoscrizione 8, compresa tra via Nizza, via privata Farigliano/via Canelli, via Passo Buole, il passante ferroviario di Torino e il sottopassaggio stradale del Lingotto; al confine est con lo stesso quartiere Lingotto e a nord col polo multifunzionale del Lingotto, essendo a oriente della stessa linea ferroviaria, l'area è comunque sotto Nizza Millefonti. Questa area, in passato, fu occupata da uno stabilimento della Fiat Avio, oggi demolito. Su una parte della superficie fu costruito, in occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, a ridosso del polo multifunzionale del Lingotto, il padiglione dell'Oval Lingotto, all'epoca destinato alle gare olimpiche del pattinaggio di velocità e oggi prevalentemente utilizzato come padiglione fieristico. L'area è quasi interamente di proprietà della Regione Piemonte, che dimostrò la volontà di costruire in questo distretto la propria sede unica. La gara per la progettazione fu vinta dall'architetto Massimiliano Fuksas quando la costruzione era prevista nell'area della Spina 1, sempre nella città di Torino. A seguito della rilocalizzazione dell'edificio, l'architetto è stato incaricato di rielaborare il progetto iniziale, conformemente ai nuovi spazi disponibili. Il risultato fu presentato in Regione il 20 novembre 2007 con la previsione di: una nuova torre centrale, di 209 metri di altezza, destinata a riunificare le sedi sparse della Regione; due ulteriori torri da 80 metri di altezza; una quarta torre da 70 metri di altezza; una serie di insediamenti residenziali e di terziario a torre. Il sottopasso stradale del Lingotto, che passa attualmente sotto la linea ferroviaria di Torino sud, diventerà un crocevia, tramite una rotonda, di nuovi percorsi stradali sotterranei, al fine di sgravare la zona superficiale dalle auto e preservarla a parco pubblico. Anche i parcheggi saranno infatti realizzati nel sottosuolo. La torre centrale, in via di ultimazione nel 2019, è così diventata la più alta d'Italia, superando la torre Isozaki di Milano, alta 202 metri. Nel 2017, inoltre, è stato approvato il progetto per la costruzione del Parco della Salute di Torino, che dovrà sostituire l'attuale polo sanitario compreso nella Città della Salute, con la relativa graduale dismissione di alcuni ospedali della zona. Il progetto, in corso d'opera, prevede un polo universitario didattico, strutture sanitarie all'avanguardia, giardini interni e residenze per gli operatori medici, un passante aggiuntivo per la stazione ferroviaria di Torino Lingotto e una rotonda sotterranea (aperta al traffico il 18 settembre 2020).

El Paso Occupato
El Paso Occupato

El Paso Occupato (abbr. El Paso), già Scuola Materna "Di Robilant", è una casa occupata di ispirazione anarchica, situata a Torino. Nato nel 1987, è definito dai suoi occupanti "né centro, né sociale, né squat". Ospita e produce prevalentemente attività musicali e arti visive, ma anche editoriali. Sin dall'inizio ha avuto una grande importanza per lo sviluppo della scena hardcore punk a Torino, anche se negli anni ha perso la sua centralità. Sul palco di El Paso hanno suonato anche celebrità mondiali come i francesi Mano Negra e gli americani The Offspring e NOFX, oltre a numerosi gruppi storici della scena hardcore e post-punk internazionale, tra i quali Fugazi, Youth Of Today, MDC, No Means No, Ratos De Porao, SNFU e Jingo De Lunch. Il nome deriva dalla sua ubicazione, in via Passo Buole, nel quartiere del Lingotto. La storia di El Paso è direttamente correlabile con l'arrivo del movimento punk a Torino, tra la fine degli anni settanta e l'inizio anni ottanta. In quegli anni a Torino cominciarono a formarsi le prime band punk, tra cui 5° Braccio, Blue Vomit, Nerorgasmo, Kollettivo (da cui nacquero i CCC CNC NCN) e i D.D.T. Il loro primo vero punto di aggregazione e organizzazione di concerti, attivissimo anche con una sala prove, fu un centro d'incontro del Comune, in Lungo-Dora Pietro Colletta (zona Vanchiglietta). Nel 1986, dall'incontro del Collettivo Punx Anarchici con gli anarchici del Circolo “Eliseo Reclus” di via Ravenna 3 che si erano distaccati dalla F.A.I., nacque il Collettivo Avaria. Essi cercavano un posto da autogestire, stanchi di dover fare riferimento ai centri d'incontro delle Circoscrizioni. Dopo una serie di occupazioni di edifici pubblici abbandonati, tutte concluse con sgomberi nel giro di pochi giorni, prima tra tutte quella del cinema Diana (marzo 1984) che, aperto nel 1928 e chiuso dal 1975, crollerà poi solo cinque mesi più tardi, il 5 dicembre 1987 venne occupato El Paso. Dopo un primo sgombero (il 18 dicembre 1987) la struttura venne rioccupata, e fu stipulato un accordo temporaneo con il Comune che concesse lo stabile a titolo gratuito. La concessione non venne mai rinnovata, e tutt'oggi di fatto El Paso è in una situazione di illegalità; questo non ha mai costituito un problema per gli occupanti, che anzi rivendicano il rifiuto politico di stabilire canali di collaborazione con le istituzioni. Al suo interno, secondo le regole dell'autogestione, le decisioni vengono prese dall'assemblea e all'unanimità, e il suo funzionamento avviene grazie all'apporto spontaneo di ciascuno: non vi sono incarichi fissi o a rotazione prestabilita.. L'anno successivo il centro occupato ospitò il primo concerto italiano della band statunitense MDC, che tornò a suonare sullo stesso palco 30 anni dopo. Nel 1989 un gruppo di persone proveniente dalla struttura occupò illegalmente una palazzina di Via Rossini sempre di proprietà del Comune, inaugurando una lunga serie di occupazioni e sgomberi della stessa palazzina e di altre strutture abbandonate nella stessa città. Numerose risultano anche le azioni di vandalismo compiute dai residenti nell'ex asilo, soprattutto in occasione degli arresti di alcuni suoi componenti. Nel 1991 i francesi Mano Negra si rifiutarono di suonare allo stadio comunale di Torino e preferirono tenere un concerto al centro sociale occupato con altre band locali. Coinvolti nella manifestazione indetta nel corso del G8 a Genova nel 2001, organizzarono in seguito un'asta provocatoria del materiale scampato alla devastazione delle forze di polizia nella scuola Diaz. Nel 2006 la fotografa Monica Carocci proiettò sulla facciata della casetta di via Rossini all'angolo con corso San Maurizio (più volte occupata e sgomberata dal 1989) il murale, rappresentante un sottomarino incursore, che prese forma durante la performance di un collettivo proveniente dal centro sociale venti anni prima, e che era stato cancellato qualche settimana prima dal sindaco Sergio Chiamparino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, facendolo rivivere in questo modo per qualche ora. All'interno del centro sociale si svolgono anche attività cinematografiche, teatrali, una editoriale e di etichetta discografica. La El Paso autoproduzioni ha pubblicato gruppi come Deity Guns, Plastination, Officine Schwartz, DsorDNE, Church Of Violence, Nerorgasmo, Belli Cosi, Tasaday, I Fichissimi, Brain Discipline, Molto Rumore Per Nulla, Broken Art, Youngang, Rotten Brain e molti altri. Alla fine del 2003 i dischi autoprodotti erano 34 e i concerti ospitati più di duemila. Nell'edificio hanno soggiornato diversi artisti di area alternativa e sono state pubblicate per alcuni anni Tutto Squat, una rivista di area anarchica che imitava nei titoli e nella grafica il quotidiano Tuttosport, e la rivista di fumetti InterZona. Il simbolo di El Paso Occupato è la figura di teschio (che mostra la lingua) e tibie su campo nero. L'edificio, su due piani fuori terra, ospitava originariamente la scuola materna di Robilant, fatta costruire nel 1883 dalle famiglie più ricche di Torino per i figli dei contadini, e data in gestione alle suore salesiane di Maria Mazzarello. Ampliato e restaurato nel 1953 (mantenendo nella decorazione esterna lo stile della vecchia costruzione), funzionò fino al 1982. Dopo la chiusura rimase abbandonato per intoppi burocratici. Dopo l'occupazione sono state ricavate al suo interno una sala per concerti e proiezioni, cucina, centro di documentazione, bar. Berzano L., Gallini R., Genova C. Liberi tutti. Centri sociali e case occupate a Torino. Ananke ed., Torino 2002 Paolo Ferrari. 10 anni corsari. «la Stampa», 28 novembre 1997, 43 Jacopo Iacoboni, Francesca Paci. Notti in bianco / 3. «la Stampa», 6 febbraio 1999, 34 Paolo Ferrari. Dal cinema alla realtà: El Paso, qui batte il cuore del punk. «la Stampa», 15 febbraio 2002, 45 Paolo Ferrari. Com'erano punk quegli anni. «la Stampa», 21 febbraio 2004, 45 Leonardo Gambino, Il Lingotto una volta: voci e immagini di Torino nei primi decenni del Novecento, Città di Torino, Circoscrizione 9 Nizza-Lingotto, 1987. Centro sociale autogestito Invasione di terreni o edifici Hardcore punk Anarchia Nautilus autoproduzioni Nerorgasmo Woptime Radio 2000 Blackout CCC CNC NCN Centro Sociale Askatasuna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su El Paso Occupato Sito ufficiale, su ecn.org. Centro sociale El Paso, già Scuola materna di Robilant, su museotorino.it. Reuse - Casi di riuso a Torino, su urban-reuse.eu. Ricordo della scuola materna Robilant, su memoro.org. Intervista di Giorgio Sala a Mario Spesso, ex occupante di El Paso, su punkadeka.it. URL consultato il 29 ottobre 2015.

Oval Lingotto
Oval Lingotto

L'Oval Lingotto, conosciuto anche come Oval Olympic Arena o - semplicemente - come Oval, è un palazzetto sportivo costruito per ospitare le gare di pattinaggio di velocità dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Capace di contenere 8 500 spettatori, ospita una pista di 400 metri di lunghezza per 12,6 di larghezza. Costruito tra l'area del Lingotto e l'area ex-Avio, collegato durante il periodo olimpico con la stazione di Torino Lingotto, dopo i Giochi olimpici diventò un'area espositiva e fieristica integrata nella struttura del Lingotto Fiere. La progettazione fu realizzata dall'azienda inglese HOK SVE Ltd e dallo Studio Zoppini di Milano. Il completamento dell'impianto subì ritardi a causa del ritrovamento di amianto nell'area su cui sorge (che era di proprietà delle ferrovie). Era stata prevista l'inaugurazione a fine 2004 con delle gare di Coppa del Mondo di pattinaggio di velocità, che però furono spostate a Salt Lake City. La prima competizione (gare di Coppa del Mondo) si svolse a dicembre 2005. Tra maggio e giugno 2006 ospitò le Olimpiadi degli scacchi, mentre nel successivo mese di ottobre fu sede dei Campionati del Mondo di Scherma. Nel mese di marzo 2008 ospitò i XI Campionati Europei e del Mediterraneo di tiro con l'arco. Il 31 dicembre 2008 fu sede del Torino FuturFestival 2009, il capodanno musicale torinese: durante il veglione l'impianto vide alternarsi rispettivamente sul palco i concerti dei Subsonica e dei Motel Connection e, alla consolle, i DJ set di Boosta, di Mauro Picotto e del newyorkese Josh Wink. Dal 6 all'8 marzo 2009 ospitò i Campionati europei di atletica leggera indoor 2009. Nel 2011 ospitò (insieme al Lingotto Fiere) una parte del Salone internazionale del libro di Torino. Al suo interno fu allestita la mostra, promossa dal Salone, dal titolo 1861 - 2011. L'Italia dei libri sui 150 anni dell'unità d'Italia dal punto di vista della letteratura. Negli anni più recenti, il palazzetto fu utilizzato per ospitare manifestazioni, tra cui Automation & Testing, Artissima, Expocasa, Terra Madre. Alessandro Zoppini, L'oval Lingotto - Tendenze nella progettazione degli impianti sportivi per grandi eventi, Torino, Forum Internazionale "Gli impianti sportivi", 20-22 ottobre 2005 Lingotto (comprensorio) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oval Lingotto Fotografie dell'impianto e delle gare, su fotogian.com. URL consultato il 1º febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2007). Gli impianti olimpici di Torino2006, su digilander.libero.it. Il sito dei Campionati Europei e del Mediterraneo di Tiro con l'arco, su torino2008.eu. URL consultato il 13 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2008).

Stazione di Torino Lingotto
Stazione di Torino Lingotto

La stazione di Torino Lingotto è la terza stazione ferroviaria torinese per afflusso. È situata nella parte sud, lungo la linea ferroviaria comune alle tratte Torino-Savona, Torino-Torre Pellice, Torino-Genova e si trova nel quartiere Lingotto, nei pressi dello storico stabilimento FIAT del Lingotto; dispone di un ampio piazzale per deposito e varie operazioni. Il primo scalo ferroviario della zona Lingotto fu un piccolo edificio, posto più a sud rispetto all'attuale stazione, eretto lungo l'appena costruita linea Torino-Genova, all'inizio del XX secolo. Si trattava di un modesto fabbricato viaggiatori, in uno stile che ricorda quello delle stazioni alpine, in funzione di fermata ferroviaria per gli operai della nascente industria del Lingotto. Il fabbricato iniziale fu edificato nel 1910, fungeva anche da scalo merci e deposito per la successiva ex-dogana e mercati generali di via Giordano Bruno. Durante la seconda guerra mondiale l'edificio fu bombardato il 4 giugno 1944 e successivamente parzialmente ricostruito. Verso la fine degli anni cinquanta per la piccola stazione ferroviaria vi fu un primo ampliamento, mentre negli anni settanta un secondo ampliamento fu deciso in funzione dell'aumento del numero dei treni che vi transitavano quotidianamente (da 240 a 270 nel giro di pochi anni), quando fu anche quadruplicato il binario della linea fino alle stazioni di Moncalieri e Trofarello, sempre sulla direttrice Torino-Genova. Il vecchio edificio fu demolito nel 1980 e l'impianto fu ricostruito e ampliato e la nuova struttura fu inaugurata il 20 febbraio 1984. Per la realizzazione fu scelta l'architettura razionalista, quindi fu dipinto di colore ocra. A partire dalle Olimpiadi invernali di Torino, la stazione è stata inserita in un più vasto contesto di nuove opere della città non distanti da essa, come la passerella pedonale dell'Arco olimpico di Torino, l'Oval Lingotto, il grattacielo della Regione Piemonte e il centro commerciale Lingotto. La stazione dispone di 13 binari, dei quali 9 passanti e 4 tronchi. Inoltre, a fianco, possiede una quantità di binari ed ingloba il Deposito locomotive di Torino Smistamento, è usata come deposito di locomotive speciali, per assemblaggio convogli e per manutenzioni delle carrozze. La stazione è servita dai treni del Servizio ferroviario metropolitano di Torino, linee SFM 1, 2, 4, 6, 7 e dai treni regionali, regionali veloci ed InterCity per Genova, Savona, Milano, Ventimiglia e Cuneo. Inoltre è prevista la fermata di una coppia di Frecciabianca Torino-Roma, via Genova-Pisa-Civitavecchia. La stazione dispone di: Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Sala d'attesa Servizi igienici Caffetteria La stazione è servita dalle linee di bus 14, 18, 41, 63, 63/, 74 ed è collegata alla linea 1 della metropolitana torinese tramite un passaggio ciclopedonale; è inoltre capolinea di diverse linee speciali per gli stabilimenti Fiat Mirafiori e di linee extraurbane per la città metropolitana. Fermata bus GTT Stazione taxi Stazione metropolitana (Italia 61) Stefano Garzaro, Completato il quadruplicamento fra Torino e Trofarello, in I treni oggi, 5 (1984), n. 39, maggio 1984, pp. 27-30. Luigi Ballatore, Fausto Masi, Torino Porta Nuova. Storia delle ferrovie piemontesi, Roma, Edizioni Abete, 1988, p. 188, ISBN non esistente. Passante ferroviario di Torino Stazione di Torino Porta Milano Stazione di Torino Porta Susa (1856) Stazioni ferroviarie di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino Lingotto

Sangone
Sangone

Il Sangone (Sangon in piemontese) è un torrente del Piemonte lungo circa 47 km, affluente di sinistra del Po. Il perimetro del suo bacino è di 108 km. Bagna la Val Sangone, che si trova tra la Val di Susa (a nord, dove scorre la Dora Riparia) e la Val Chisone (a sud, dove scorre il torrente Chisone). Il Sangone aveva in passato un corso piuttosto diverso da quello attuale. Dalle ricerche effettuate a partire dalla fine dell'Ottocento risulta infatti che il torrente, durante l'era glaciale, percorresse la conca attualmente occupata dei laghi di Avigliana e andasse poi a confluire nella Dora Riparia. In seguito deviò verso sud passando per Trana e Grugliasco. L'attuale collocazione della confluenza nel Po ha potuto essere raggiunta dal Sangone solo a seguito dell'incisione dei depositi sedimentari collegati all'anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. Nasce nella zona più esterna delle Alpi Cozie: la sorgente è la Fontana Mura, nei pressi del colle Roussa a quasi 2.000 m. d'altitudine; dopo aver segnato il confine tra i comuni di Coazze e di Giaveno, passa nei pressi di Trana ed esce poi nella piana torinese. Il suo percorso è per circa 21 km in territorio montuoso e per la parte restante in pianura. Dopo aver lambito i centri di Rivalta di Torino, Orbassano, Beinasco e Nichelino (nel cui territorio, altezza Parco Miraflores, alla fine dell'Ottocento il corso del torrente fu modificato, anche a seguito di interventi artificiali) confluisce nel Po in prossimità del confine tra Torino e Moncalieri attorno a quota 220 m s.l.m. Il tratto tra Giaveno e Trana è ricco di specie ittiche rare come il temolo e di crostacei come il gambero di fiume. Da Sangano in poi, a causa dei frequenti prelievi idrici di prese irrigue, il corso del torrente si riduce a un greto quasi asciutto per gran parte dell'anno. Il Sangone attraversa i territori dei comuni di: Coazze Giaveno Trana Sangano Bruino Rivalta Orbassano Beinasco Torino Nichelino Moncalieri I principali affluenti del Sangone sono: in sinistra idrografica Rio Ricciavrè: raccoglie le acque dell'omonimo vallone, che culmina con i 2.619 m della Monte Pian Real, e raggiunge il Sangone nei pressi di Forno di Coazze attorno ai 950 metri di quota; Torrente Sangonetto: nasce dalla confluenza di alcuni rami sorgentizi nella parte montana del comune di Coazze e confluisce nel Sangone a quota 699 presso la borgata Sangonetto; Rio Ollasio: raccoglie le acque dell'area di basse montagne a nord di Coazze; attraversa quindi il centro storico di Giaveno, dove riceve da sinistra le acque del Rio Tortorello, e va poi a confluire nel Sangone in comune di Trana attorno ai 400 m di quota e poco ad ovest della frazione Biellese. in destra idrografica Rio Tronera: nasce sulle pendici orientali della Punta dell'Aquila e dirigendosi verso nord-est raccoglie in destra idrografica le acque dell'area di bassa montagna tra le frazioni Ughettera e Fusero. Si getta infine nel Sangone a Pontepietra (580 m); Rio Romarolo: dalla sorgente nei pressi del Monte Cristetto (1.611 m) scende in direzione nord-est bagnano un lungo vallone e confluendo nel Sangone nei pressi di Mollar dei Franchi (Giaveno) a quota 490 circa. Oltre a questi affluenti il Sangone riceve nel proprio tratto montano il contributo di numerosi corsi d'acqua minori tra i quali si possono ricordare i rii Costabruna, Arpone, Casasse, Tovalera, Malesella e Balma. In tempi più recenti, il torrente è tuttavia afflitto da frequenti periodi di secca estivi, intervallati da esondazioni in altri mesi dell'anno. All'inizio del Novecento sorsero modesti stabilimenti balneari nella zona di Mirafiori: ancora nel secondo dopoguerra e fino agli anni sessanta, prima della più intensa urbanizzazione, le spiagge del Sangone a Mirafiori erano meta di gite fuori porta dei torinesi più poveri, che non potevano permettersi le vacanze al mare: questa abitudine è raccontata dal cantautore Gipo Farassino nella canzone Sangon Blues. Anche Cesare Pavese parlò del Sangone (Tradimento, 1931). Successivamente gli scarichi civili industriali ne hanno fortemente inquinato le acque, tanto che sono state vietate prima la balneazione e successivamente, nel 1996, anche la pesca in tutto il tratto di pianura. A partire dalla fine degli anni novanta gli enti locali, in collaborazione con l'ARPA Piemonte, hanno avviato una serie di progetti di valutazione delle condizioni ambientali e di risanamento. La posizione di tutte le fonti di inquinamento (scarichi, derivazioni) è stata definita con l'uso di sistemi di rilevazione satellitare. È stato costituito il parco fluviale del Sangone (comprendente i comuni di Bruino, Orbassano, Rivalta, Beinasco, Nichelino e Torino), mentre sono previsti l'accorpamento dei due parchi confinanti Colonnetti (comune di Torino) e Piemonte (comune di Nichelino) e la realizzazione di ulteriori interventi di bonifica. Sulle rive del Sangone sorge il mausoleo della Bela Rosin, fatto costruire nel 1888 come tomba di Rosa Vercellana, moglie morganatica del re d'Italia Vittorio Emanuele II, e finito di restaurare nel 2005. Non lontano, a 2 km ovest verso Beinasco, sorge il medievale castello del Drosso, con loggiato che dà sulla vallata del fiume, e parco cintato, affiancato da due cascine in corso di ristrutturazione. Nella zona della confluenza nel Po è stata istituita l'area attrezzata delle Vallere, a sua volta inclusa nel parco del Po Torinese. Molto più a monte, in frazione Forno di Coazze, è ubicato il santuario grotta della Madonna di Lourdes caratterizzato dalla ricostruzione stilizzata della grotta della località francese, del villaggio di Nazareth, da "Vie Crucis" e sentieri sacri lungo entrambe le sponde del Sangonetto, collegate tra loro da un ponte carrabile in metallo e assi di legno. L'insieme è suggestivo e da detto ponte si possono osservare i massi, cascatelle e pozze di acqua limpida di questo ramo del Sangone. Al Sangone è dedicato un brano in piemontese del cantautore torinese Gipo Farassino, Sangon Blues, incluso nell'album Mè cit Turin.. (1963). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sangone