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La Loggia

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Villa Carpeneto, La Loggia panoramio
Villa Carpeneto, La Loggia panoramio

La Loggia (La Lògia in piemontese) è un comune italiano di 8 743 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte.

Estratto dall'articolo di Wikipedia La Loggia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.957744 ° E 7.667324 °
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Indirizzo

Pasticceria Ferrero (La bottega del goloso)

Via Bistolfi 12
10048
Piemonte, Italia
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Numero di telefono

call+390119628714

Villa Carpeneto, La Loggia panoramio
Villa Carpeneto, La Loggia panoramio
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Luoghi vicini

Lemina
Lemina

Il Lemina [lè-mi-na] (Lëmna in piemontese) è un torrente tributario in destra idrografica del Chisola, nel quale si getta poco prima della confluenza di quest'ultimo nel Po. Nel suo tratto montano bagna l'omonima Val Lemina mentre in pianura corre fra i torrenti Chisone (a sud) e Chisola (a nord) e cambia il proprio nome prima in Ramata e poi in Oitana. Il perimetro del suo bacino è 97 km. Il Lemina nasce dalle pendici meridionali del Monte Fajè (1.382 m s.l.m.), nei pressi del Monte Freidour e al confine tra i comuni di Pinerolo e di San Pietro Val Lemina. Dirigendosi verso sud scava la stretta e boscosa Val Lemina e continua a segnare il confine tra i comuni di San Pietro e Pinerolo, al quale appartiene la frazione Talucco. In corrispondenza col capoluogo di San Pietro la valle si allarga mentre il torrente, sempre con andamento verso sud, passa tra Abbadia Alpina e il centro di Pinerolo. Raggiunta la pianura cambia bruscamente direzione e punta verso est, sfiorando a sud il centro di questa cittadina. Il suo corso prosegue nelle campagne di Buriasco, Cercenasco e Virle, paese dove prende il nome di Torrente Ramata e a valle del quale riceve da sinistra il contributo del Rio Ologna. Raggiunta la frazione Oitana (Castagnole Piemonte) il corso d'acqua cambia ancora nome e diventa il Torrente Oitana. Il suo corso poggia ora verso nord-est e passa nei pressi di Piobesi e Vinovo prima di gettarsi nel Chisola al confine di quest'ultimo comune con quello di La Loggia. La confluenza avviene a quota 225 m s.l.m.. Durante il suo lungo percorso nella pianura pinerolese e torinese il torrente interseca numerose rogge e canali irrigui che a seconda della stagione ne possono alterare sensibilmente la portata. Il Lemina rappresenta un'eccezione alla consuetudine per la quale gli affluenti sono generalmente più brevi del corso d'acqua principale nel quale sboccano. Alla confluenza con il Chisola la lunghezza del torrente (che in quel tratto si chiama Oitana) è infatti di 46,1 km, mentre il Chisola ha percorso "appena" 36,6 km. La portata media del Chisola alla confluenza risulta però molto maggiore, circa 6 m³/s contro i 3,2 dell'Oitana., San Pietro Val Lemina Pinerolo Buriasco Cercenasco Virle Piemonte Vigone Cercenasco Virle Piemonte Osasio Castagnole Piemonte Carignano Vinovo La Loggia Nel territorio comunale di Pinerolo il Lemina riceve in destra idrografica il contributo idrico del Canale di Abbadia. Si tratta di un canale artificiale che prende origine dal torrente Chisone in comune di Porte e che, dopo un percorso di 8,2 km, si getta nel Lemina. Alla confluenza la sua portata, per contratto, non deve essere inferiore agli 850 litri/secondo. Il canale fu costruito nel medioevo a servizio dell'Abbazia di Santa Maria del Verano. Lungo il canale sono tuttora presenti alcuni lavatoi pubblici e privati e varie prese idriche. In passato esso fu utilizzato, oltre che per l'irrigazione, anche per fornire la forza motrice a vari mulini ed opifici presenti in zona. Il canale è gestito dal Consorzio irriguo del canale di Abbadia. Carta a 1:50.000 N. 17: Torino-Pinerolo e Bassa Val di Susa, Istituto Geografico Centrale, Torino, via Prati 2 AA.VV., Progetto di integrazione al piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) - bacino del Torrente Lemina (PDF), Parma, Autorità di bacino del Fiume Po. URL consultato il 26 aprile 2010. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lemina

Abbazia di Santa Maria di Carpice

L'abbazia di Santa Maria di Carpice è un edificio ex-monastico sito nel Comune di Moncalieri. L'attuale complesso risale al XVIII secolo, ma le origini risalgono all'anno 1000. Si compone di tre edifici, la chiesa di Santa Maria - San Lorenzo, che contiene i preziosi affreschi di Michele Antonio Milocco, la cosiddetta ex-canonica e un fabbricato anticamente destinato ad attività artigianali. La curtis Carpice è un insediamento molto antico, come testimoniano i resti romani, presenti nei pressi dell'attuale via Juglaris. Prima dell'anno Mille era una fiorente comunità agricola, dotata di due cappelle con annessi cimiteri. All'inizio dell'XI secolo, il vescovo di Torino Gezone trasferisce la curtis di Carpice tra i possedimenti del neonato monastero benedettino dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio di Torino, insieme a numerosi altri tenimenti nella Val Sangone e sul tracciato del fiume None (oggi Chisola). Fra il 1079 e il 1080 la contessa Adelaide di Savoia cede la proprietà di metà della curtis di Carpice al monastero dei Santi Solutore, Avventore e Ottavio. Nel territorio di Carpice vengono costruite due nuove cappelle, quella di San Quirico (distrutta e di cui si sono perse le tracce) e quella costruita in onore della Santa Madre di Dio (di qui il nome di Santa Maria di Carpice, dato all'Abbazia e il termine Villa Mariana dato all'insediamento abitativo). I possedimenti dell'abbazia, uniti a quelli di altre realtà monastiche benedettine e della gente di Carpice erano molto ampi: si andava da Moncalieri a Vinovo - La Loggia fino a Candiolo e Stupinigi. Tra il XII e il XIII secolo l'abbazia di Carpice vive un periodo di profonda crisi disciplinare, che spinge il vescovo di Torino ad assoggettarla all'Abate di San Michele della Chiusa. Intanto, il rapporto con i diversi rami di Casa Savoia si infittisce e numerosi nobili figurano quali signori di Carpice. Il Duecento è un secolo importante per la storia di Carpice: da un lato, l'Abbazia esercita sul territorio i pieni poteri signorili, dall'altro i signori di Carpice e i monaci danno vita all'omonimo Comune signorile; nel 1228 questo Comune figura, insieme a quelli di Testona e Mairano, tra i fondatori della villanova di Moncalieri, a sud del fiume Po, a ridosso del ponte sul fiume e importante nodo viario dell'epoca. La popolazione di Carpice inizia un lento trasferimento verso il nuovo centro abitato - che verrà costituito in Comune nel 1230 - spinta dalle continue esondazioni del Chisola che minacciava case e terreni. Nella seconda metà del XIII secolo l'Abbazia sembra perdere terre e poteri signorili, vedendo la comparsa di numerosi soggetti che compaiono quali possessori nel territorio di Carpice. Vera ricchezza del territorio su cui gravitava l'Abbazia di Santa Maria di Carpice erano i mulini, di cui uno ancora visibile sulla odierna strada Carpice. Lo possiamo dedurre dalla quantità di liti incentrate sull'utilizzo e sulla proprietà di questi mulini, ma anche dalla capillarità dei rii e dei canali che costellano il territorio. I mulini presenti nel XV secolo erano sei, quasi interamente di proprietà abbaziale; soltanto nel 1502 il Comune di Moncalieri, a seguito di contenziosi e acquisizioni, riuscirà ad ottenere la proprietà di tutti i sei mulini. Le ruote molitorie di Carpice saranno in funzione fino al Novecento, dopo aver subito una ricostruzione e vari ammodernamenti nel corso dell'Ottocento. Nel XV secolo, l'ordine benedettino subisce profonde trasformazioni. Anche l'Abbazia di Carpice vive queste trasformazioni, tanto che il nuovo oratorio, costruito in quell'epoca sui resti dell'edificio precedente, riceve la titolatura a San Lorenzo martire, santo patrono del nuovo ordine dei Benedettini Riformati di San Lorenzo, che nella basilica romana di San Lorenzo in Lucina ha il suo centro. Carlo Francesco Boggio (1670? – 1735), abate del monastero vescovile benedettino di San Solutore, ricostruì completamente la chiesa nel 1732, la fece affrescare da Michele Antonio Milocco e la dedicò a Santa Maria e a San Lorenzo. A ridosso dell'altare policromo fu posta una pala raffigurante l’Assunzione di Maria attorniata da San Lorenzo, i Santi martiri Solutore, Avventore e Ottavio, San Francesco e San Carlo Borromeo. Quest'opera è andata dispersa. L'opera di maggior pregio contenuta nella chiesa di Santa Maria e San Lorenzo di Carpice è però il pregevole affresco che orna la cupola: dipinto da Michele Antonio Milocco, raffigura il trionfo di San Lorenzo. L'attenzione dell'osservatore viene catturata dal santo, vestito con i paramenti diaconali, che indica con le dita il cielo verso cui è interamente protratto. Attorno a lui, uno stuolo di angeli lo accompagnano e uno di essi indica un libro sul quale è indicato il nome dell'artista e l'anno di realizzazione, 1732. Durante i sopralluoghi propedeutici al restauro della cupola, è emerso uno stemma nobiliare, probabilmente legato a Carlo Francesco Boggio, sulla parete nord sopra la porta d'ingresso. Inoltre, in alcuni punti si è notato una tinta azzurra delle pareti segno della presenza di altre parti affrescate o comunque dipinte. Nel 1796 Napoleone Bonaparte confiscò ai monaci benedettini la Abbazia di Carpice; di qui il complesso cambiò diverse proprietà fino al 1985 quando Michele Canuto, ultimo proprietario, la cedette al Comune di Moncalieri quale scomputo di oneri di urbanizzazione. La chiesa di Santa Maria e San Lorenzo divenne una cappella privata ad uso pubblico, officiata presumibilmente fino al primo dopoguerra. Con lo spopolamento della campagna circostante, iniziò il declino del complesso ex monastico e gli edifici caddero nell'abbandono. La chiesa, pur senza essere mai sconsacrata, venne utilizzata come deposito di materiali e gli altri locali abitati da indigenti fino agli anni Novanta del secolo scorso. Nel 2010, su indirizzo dell'associazione culturale UNI.VOCA, il Commissario Prefettizio decise la realizzazione di una struttura in lamiera per proteggere la chiesa e gli affreschi in essa contenuta dalle intemperie. Nel 2014 venne costituita l'Associazione Polo Culturale Moncalierese, con lo scopo di avviarne il restauro conservativo e la fruibilità turistica. Nel logo dell'Associazione campeggia proprio il profilo della chiesa di Carpice. Nel 2015, la Giunta comunale di Moncalieri, guidata dal Sindaco Paolo Montagna, avviò i lavori di rifacimento del tetto della chiesa e la messa in sicurezza della struttura. I lavori terminarono nel mese di giugno 2016. Nel 2016, la Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici del Piemonte avviò i lavori di fissaggio e restauro degli affreschi di Michele Antonio Milocco che ornano la cupola della chiesa. L'Abbazia di Carpice si trova in strada Carpice, 10 nel territorio delle borgate S. Maria - reg. Carpice. Da Moncalieri si imbocca la strada Carignano fino a raggiungere, a destra, la via Regione Carpice. Dopo 200 metri la facciata della chiesa si intravede dietro il recinto di una ditta di autotrasporti. Sito ufficiale, su associazione-apcm.wix.com.

Chisola
Chisola

La Chisola (Chisòla in piemontese) è un torrente del Piemonte, affluente alla sinistra orografica del fiume Po. Il suo corso si sviluppa interamente nel territorio della città metropolitana di Torino. Il perimetro del suo bacino è 96 km. Nasce dalla confluenza di due rami torrentizi, uno che origina dal Monte Freidour (1.445 m s.l.m.) e l'altro tra il Monte Brunello e i Tre Denti (1.343 m s.l.m.). Dopo avere bagnato la breve Val Chisola esce nella pianura Padana. Lungo il suo corso di circa 40 km riceve da destra i suoi tributari Noce e Rio Torto più altri torrenti vari fra i quali il Lemina, sfociando poi, nel territorio del comune di Moncalieri, nel Po, dopo che con le sue acque sono confluite quelle del canale derivatore dell'Azienda Elettrica Municipale di Torino (poi confluita in IREN). In destra idrografica: Torrente Noce; Rio Torto; Rio Essa, che raccoglie le acque della campagna tra None, Scalenghe e Castagnole Piemonte e dopo, aver attraversato il capoluogo di Piobesi, raggiunge il Chisola a quota 232 m; Torrente Lemina (o Oitana). In sinistra idrografica: Rio Tori: raccoglie le acque che scendono dal versante sud-ovest della Montagnazza e da altri rilievi in comune di Piossasco; segna quindi per un tratto il confine tra i territori di Piossasco e di Cumiana e confluisce nella Chisola a quota 276 nei pressi della Cascina Mangarda (sempre a Piossasco); Sangonetto di Piossasco: drena i versanti orientale e meridionale del Monte San Giorgio (837 m); con un ampio semicerchio aggira questo rilievo e, dopo avere attraversato il centro storico di Piossasco, puntando verso sud-ovest va a gettarsi nella Chisola a 268 metri di quota presso la cascina Barbossi. Nonostante la classificazione come torrente e la variabilità di portata nelle varie stagioni, non va mai in secca. Il 2 settembre 2002 il torrente, a seguito di temporali localizzati ma forti, straripò sommergendo parte del comune di None. Il 25 novembre 2016 lo straripamento della Chisola ha allagato sei borgate di Moncalieri: Tetti Piatti (la più colpita, con centinaia di sfollati), Barauda, Tagliaferro, Santa Maria, Borgo Mercato e Rossi. Cumiana Piossasco Volvera None Piobesi Torinese Vinovo La Loggia Moncalieri Il fiume dà il nome al Chisola, club calcistico di Vinovo e Piobesi Torinese. Istituto Geografico Centrale, Carta a 1:50.000 N. 17: Torino-Pinerolo e Bassa Val di Susa,Torino, via Prati 2 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chisola

Tepice
Tepice

Il Tepice (Teppes in piemontese) è un torrente tributario in destra idrografica del Po, nel quale si getta appena a valle della confluenza in quest'ultimo del Banna. Nonostante i due torrenti abbiano bacini idrograficamente indipendenti per la loro vicinanza e per le caratteristiche geografiche simili essi vengono analizzati insieme nei documenti di pianificazione idrica ufficiali. Il Tepice nasce dalla confluenza di alcuni rami sorgentizi che scendono verso sud-est dalle colline comprese tra Pino Torinese e Baldissero e che si riuniscono formando la Valle Ceppi, una valletta collinare che termina sulla pianura in comune di Chieri. Qui il Tepice, dopo essere stato scavalcato dalla ex SS 10 Padana Inferiore, entra nella cittadina dove viene canalizzato e dove a tratti il suo alveo scorre nel sottosuolo. A fianco di via Fasano le sue sponde sono state sistemate a parco pubblico ma più a valle, all'altezza di via Cesare Battisti, il torrente sparisce nuovamente nel sottosuolo. Uscito definitivamente allo scoperto a sud del centro urbano il Tepice percorre la pianura passando tra Cambiano e Santena, dove segna il confine tra i rispettivi territori comunali. Dirigendosi verso ovest viene superato dall'autostrada A21 Torino-Piacenza; il suo corso risulta spesso pesantemente alterato sia topograficamente che idrologicamente da arginature e dalla confluenza con vari canali artificiali. Appena a sud della borgata Bauducchi (Moncalieri) riceve in destra idrografica il contributo del Rio di Valle Sauglio e viene quindi attraversato in meno di 200 metri prima dall'ex SS 393 di Villastellone e poi dalla A6 Torino-Savona. Si getta infine nel Po a quota 221 poche decine di metri a valle della confluenza nello stesso del Banna. Il perimetro del bacino idrografico del torrente è 39 km. I principali affluenti del Tepice sono: in destra idrografica: Rio Vaiors - nasce dalle colline tra Pino Torinese e Pecetto e confluisce dopo circa 6 km nel Tepice a quota 250 dopo aver ricevuto l'apporto del Rio Castelvecchio; Rio di Valle Sauglio - raccoglie le acque dell'area collinare a sud del Colle della Maddalena e, dopo essere passato tra Revigliasco e Pecetto, lambisce a est il centro comunale di Trofarello e si getta nel Tepice a quota 225, poco prima che questo a sua volta confluisca nel Po. In sinistra idrografica: Rio Gionchetto - nasce tra le colline di Baldissero Torinese e dirigendosi verso sud attraversa, in parte con alveo coperto, la città di Chieri; si getta nel Tepice a sud-ovest della stessa a quota 248 m, dopo un percorso di circa 10 km. Il Tepice attraversa un territorio fortemente antropizzato fin dall'antichità e quindi le notizie relative alle sue sporadiche esondazioni risalgono molto indietro nel tempo. Nel 1517 per esempio il torrente allagò il territorio di Chieri, evento a seguito del quale furono create difese spondali nel tentativo di prevenire ulteriori danni alla cittadina. L'area potenzialmente di maggior criticità è però quella appena a monte della confluenza nel Po, dove le acque di piena possono unirsi a quelle del Banna e dove eventuali esondazioni mettono a rischio il funzionamento di infrastrutture viarie di grande importanza come autostrade e ferrovie. In questa zona il Tepice esondò nell'aprile del 2009, provocando danni tra Santena e Trofarello. Lo stato ambientale del Tepice, almeno nella sua porzione di pianura, è considerato "pessimo", sia per l'inquinamento dovuto ai numerosi scarichi di origine industriale e civile sia per la presenza di metalli pesanti. L'area delle sorgenti del Tepice è invece un ambiente di pregio, caratterizzato da buone qualità naturalistiche. A partire dal 1996 alcune associazioni del Chierese hanno messo in atto varie azioni di pressione per richiamare l'attenzione sul degrado del bacino del Tepice. Il loro operato ha portato ad un monitoraggio più puntuale della qualità delle acque e ad alcune proposte di tutela dell'area sorgentizia. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tepice

Banna (torrente)
Banna (torrente)

Il Banna è un torrente che scorre nelle provincie di Asti e di Torino. Affluente di destra del fiume Po, si getta in esso appena a monte della confluenza in quest'ultimo del Tepice.Nonostante i due torrenti abbiano bacini idrograficamente indipendenti, per la loro vicinanza e per le caratteristiche geografiche simili essi vengono analizzati insieme nei documenti ufficiali di pianificazione idrica. Questo corso d'acqua dà il proprio nome alla magnifica tenuta dei marchesi Spinola sita al confine tra Poirino e Villanova d'Asti. Nasce a circa 300 m s.l.m. da un ramo sorgentizio chiamato Rio Bannetto che nasce tra le colline di Buttigliera d'Asti. Puntando verso sud raggiunge Villanova d'Asti dove transita nei pressi dell'omonima uscita dell'autostrada Torino-Piacenza e devia il proprio corso verso ovest. Arriva quindi in provincia di Torino e riceve da destra le acque del Rio Borgallo. Passato appena a nord di Poirino, dove interseca l'ex SS 29 del Colle di Cadibona, riceve da sinistra l'apporto del Rioverde. Dopo aver attraversato l'abitato di Santena, scorre tra i comuni di Cambiano, Moncalieri e Villastellone: qui riceve l'importante apporto idrico dal Rio Stellone.Confluisce infine nel Po poco a sud di Bauducchi (Moncalieri). Rio Borgallo (destra); Rio Robeirano (sinistra); Rio Valgorrera (sinistra); Rio Riassolo (destra); Rio Santena (destra); Rioverde (sinistra); Rio Stellone (sinistra); Nonostante il bacino idrografico ridotto, il Banna può vantare di una portata media di 5,7 m³/s, un valore piuttosto elevato considerando il tipo del torrente ed il regime idrologico stesso. Il corso del torrente è particolarmente inquinato. L'indice di Stato Ambientale del Corso d'Acqua (SACA) nel 2002 è stato rilevato come "scadente" nelle stazioni di rilevamento di Poirino e di Moncalieri, e l'ittiofauna risulta quasi assente in gran parte del suo corso. Il Banna ha anche causato vari eventi alluvionali. L'ultimo in ordine di tempo si è verificato nel 1994 quando il torrente ha invaso varie zone di Poirino e Santena, provocando anche un decesso. Anselmo Tropeano, Eventi alluvionali nel Torrente Banna, Torino, SPE, 1974. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Banna

Stazione di Moncalieri
Stazione di Moncalieri

La stazione di Moncalieri è una stazione ferroviaria per passeggeri posta lungo le ferrovie Torino-Savona/Genova, al servizio degli abitanti di Revigliasco e Moncalieri. La stazione entrò in servizio il 24 settembre 1848, all'attivazione del tratto Lingotto-Trofarello della linea per Genova. La stazione fu colpita da due bombardamenti degli Alleati che avevano come obiettivo l'adiacente ponte ferroviario sul Po: il primo, del 27 luglio 1944, danneggiò due fasci di binari e lievemente anche l'edificio della stazione; il secondo, del 2 agosto 1944, colpì in pieno la stazione e portò danni ingentissimi ai fasci dei binari e la completa distruzione del fabbricato passeggeri. La stazione fu dunque interamente ricostruita nel secondo dopoguerra. La stazione è servita dalle linee della rete urbana di pullman, in particolare le linee 39, 45, 45/ e 67 ed il capolinea della linea 43; inoltre nella vicina piazza Caduti per la Libertà, ci sono i capolinea delle linee 80, 82 e 83. La stazione dispone di 7 binari, ma al momento solo 4 sono utilizzati per il servizio passeggeri. I binari 6 e 7 attualmente non sono alimentati, mentre il 3 è in disuso. L'impianto presenta un fascio binari per i treni merci ma non è attualmente usato. I binari 1 e 2 sono quelli di corsa della Torino-Genova, mentre i binari 4 e 5 sono quelli di corsa della Torino-Savona e sono anche usati dai convogli dell'SFM. La stazione è servita dalle linee 1, 4, 6, 7 (per Chieri, Alba, Asti e Fossano) del Servizio ferroviario metropolitano di Torino e nelle fasce orarie di tarda serata e prima mattina è servita da alcuni regionali Torino-Alessandria e Torino-Cuneo per sopperire alla mancanza delle linee SFM. Dispone di: Biglietteria automatica Sala di attesa (al momento chiusa) Sottopassaggio Fermata bus (piazza Caduti per la Libertà) Bar (chiuso il lunedì) Annuncio sonoro arrivo e partenza treni ferrovia Trofarello-Chieri stazione di Moncalieri Sangone stazione di Chieri Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Moncalieri