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Ruffio

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Italy provincial location map 2016
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Ruffio è una frazione del comune italiano di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena. Ruffio è una frazione diffusa situata sulla sponda destra del torrente Pisciatello, a 5 km ad est di Cesena. Il 18 agosto 1944 la Brigata Nera cesenate fucilò sul ponte di Ruffio nove renitenti alla leva. Solamente uno dei condannati sopravvisse simulando di essere morto. Chiesa di Sant'Andrea

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ruffio (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Ruffio
Provinciale Sala, Unione dei comuni Valle del Savio

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Provinciale Sala 100
47521 Unione dei comuni Valle del Savio, Quartiere Al Mare
Emilia-Romagna, Italia
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Eccidio del ponte di Ruffio
Eccidio del ponte di Ruffio

L'eccidio del ponte di Ruffio fu una strage fascista compiuta il 18 agosto 1944 a Ruffio di Cesena, in provincia di Forlì, nel corso della quale furono uccisi otto uomini. Nel luglio 1944 un gruppo di uomini della Marina Nazionale Repubblicana di stanza al faro militare di Cesenatico decise di disertare a seguito dell'ordine, imposto dai tedeschi, di abbandonare la posizione a causa dell'avvicinarsi delle forze alleate. Il manipolo di ex-militari, guidati dal Maresciallo Giuseppe Poggiali, e composto da Gino Gusella, Rino Liverani, Angelo Prodi, Tullio Giorgetti, Guglielmo Zannuccoli e Sauro Casali, decise così di abbandonare Cesenatico per unirsi alle formazioni partigiane attive sull'Appennino cesenate. Dopo aver trascorso un mese di latitanza nei dintorni, il gruppo dei disertori, grazie all'aiuto fornito dal partigiano Dino Ricci di Cesenatico, poté ottenere il via libera per unirsi alla Resistenza locale. Dopo aver recuperato alcuni armamenti, il 18 agosto, gli ex marinai si recarono a Ruffio di Cesena per incontrare la staffetta che li avrebbe condotti tra le file della 8ª Brigata Garibaldi "Romagna". Nell'attesa dell'arrivo della guida il gruppo dei disertori aveva trovato riparo nella casa accanto al ponte sul Pisciatello. Nel pomeriggio al gruppo si unirono Ricci e altri due uomini, uno dei quali era Isacco Hakim, un ebreo bolognese che aveva trovato riparo in Romagna dopo l'8 settembre e si era unito alle formazioni partigiane locali. In serata la casa di latitanza venne circondata da una trentina di uomini della XXV Brigata Nera "Arturo Capanni" guidati dal locale Segretario Garaffoni e da alcuni militari tedeschi. I fascisti avevano potuto rintracciare il nascondiglio dei fuggiaschi grazie alle preziose informazioni fornite loro da un partigiano della zona che, a causa delle pesanti violenze e torture patite, aveva finito per crollare e rivelare tutto ai suoi aguzzini. Così, una volta immobilizzati e legati, i prigionieri vennero condotti sul vicino ponte e ivi sommariamente giustiziati. Alla morte scamparono solamente Casali, che al momento del blitz dei fascisti si trovava nei dintorni alla ricerca della staffetta, e Gusella che, seppur ferito ad un braccio, fingendosi morto riuscì ad ingannare i suoi aguzzini e a fuggire alla volta di Cesenatico. Arnaldo Gaza, classe 1925, di Cesenatico; Tullio Giorgetti, classe 1926, di Rimini; Isacco Hakim, classe 1917, di Bologna; Rino Liverani, classe 1925, di Imola; Giuseppe Poggiali, classe 1910, di Ravenna; Angelo Prodi, classe 1922, di Ravenna; Dino Ricci, classe 1924, di Cesenatico; Guglielmo Zannuccoli, classe 1926, di Cesenatico Aguzzoni Amedeo, nato a Cesena l’08/12/1905, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Battistini Augusto, nato a Cesena il 14/08/1900, fascista repubblicano. Arrestato dai carabinieri nel giugno 1945, detenuto a Forlì e imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. La Cassazione annullò la sentenza rinviando il procedimento alla Corte d’Assise di Perugia. Nuovamente condannato a pena detentiva, fu scarcerato nel 1952. Belli Agostino, nato a Cesena il 25/08/1903, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Casadei Egisto, nato a Cesena il 02/06/1907, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Matassoni Bruno, nato a Cesena il 20/04/1897, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Sandali Aderno, nato a Ferrara il 09/08/1912, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Valducci Colombo, nato a Cesena l’08/04/1903, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Valzania Attilio, nato a Cesena l’08/12/1918, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Nell'ottobre successivo, a fronte dell'avanzata alleata, i nazifascisti abbandonarono in tutta fretta Cesena ritirandosi verso nord. I vertici del fascismo locale e la Brigata Nera "Capanni" si trasferirono così a Thiene, in provincia di Vicenza, dove continuarono la loro opera di repressione anti-partigiana. Pochi giorni dopo la Liberazione giunse a Thiene un gruppo di partigiani romagnoli che, una volta trovati nelle carceri locali alcuni membri della Brigata Nera cesenate, tra cui il capitano Garaffoni, li prelevò e li uccise per vendetta nei boschi circostanti. Diversi furono i fascicoli processuali aperti presso la Corte d'Assise Straordinaria di Forlì nei confronti degli esecutori dell'eccidio. La maggior parte dei responsabili furono accusati di collaborazionismo. Tuttavia, se il giudizio in primo grado aveva portato ad una condanna a trent'anni di reclusione per gli imputati, la quale verrà poi annullata da parte della Cassazione a seguito di un ricorso. La Suprema Corte, rilevata la mancata motivazione della condanna, rinviò il caso, per un nuovo giudizio, alla Corte d'Assise Straordinaria di Perugia. Il secondo giudizio si svolse nel 1948 e vide alla sbarra diciannove fascisti: tra questi, oltre i responsabili dell'eccidio di Ruffio, si aggiunsero altri fascisti cesenati riconosciuti quali esecutori di diverse stragi sempre nella città di Cesena (tra cui il rastrellamento di Ronta e Martorano del 29 aprile 1944; le uccisioni di San Giorgio del 22 agosto 1944; la strage della Rocca di Cesena del 3 settembre 1944). La Corte perugina condannò Battistini a 24 anni di reclusione, mentre gli altri furono condonati (non si conosce nel dettaglio le decisioni della Corte relativamente agli altri imputati). Sul luogo della strage è stata eretta nel dopoguerra una stele di marmo a ricordo dei Martiri del ponte di Ruffio. A Cesenatico vi sono due viali intitolati ad Arnaldo Gaza e Dino Ricci, mentre ad Igea Marina una via è stata dedicata a Tullio Giorgetti. 8ª Brigata Garibaldi "Romagna" Cesena

Macerone
Macerone

Macerone (E' Masròn in romagnolo) è una frazione del comune di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena. Dista all'incirca 8 km dal centro cesenate e altrettanti dal vicino comune costiero di Cesenatico, con il quale la frazione confina. Sorge lungo la sponda sinistra del torrente Pisciatello, a 8 km a nord-est dal centro di Cesena. L'abitato, sviluppatosi principalmente lungo l'ex strada statale 304, è compreso tra il tracciato dell'A14 a ovest e il confine comunale con Cesenatico a est. Il nome deriva dalla parola "macero". Prima della bonificazione all'inizio del Novecento la zona in cui sorge il paese era paludosa e caratterizzata da numerosi maceri, grandi e profonde vasche scavate nel terreno, rivestite di mattoni e mantenute piene d'acqua, utilizzate per il processo di macerazione della canapa, principale risorsa della zona nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento. Durante il XX secolo quasi tutti i maceri sono stati smantellati e, attualmente, ne rimangono in zona solamente cinque, a testimonianza della vita contadina dei tempi passati. Fino all'Ottocento la zona in cui è attualmente sito il paese era prettamente paludosa e semidisabitata. Recava comunque l'impronta della storia: la zona confinante tra Macerone e Gattolino (zona di via Sant'Agà), infatti, rappresenta uno degli ultimi tasselli della centuriazione romana che ha caratterizzato le zone pianeggianti delle campagne romagnole. La borgata nasce nella seconda metà dell'Ottocento e si sviluppa progressivamente arricchendosi di edifici residenziali e servizi. Negli anni ottanta del Novecento è stato costruito il primo grande complesso residenziale (il Peep), mentre agli inizi degli anni novanta è stata inaugurata la locale zona artigianale. Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Bagnarola (Cesenatico)
Bagnarola (Cesenatico)

Bagnarola (La Bagnarôla in romagnolo) è una frazione del comune di Cesenatico, in provincia di Forlì-Cesena. È situata 6 km a sud-ovest dal centro di Cesenatico, a breve distanza dal confine con il territorio comunale cesenate e la frazione di Macerone. A sud dell'abitato scorre il torrente Pisciatello. La frazione, a sua volta suddivisa nelle località di Bagnarola di Sopra e Bagnarola di Sotto, si sviluppa prevalentemente lungo l'ex SS 304. La suddivisione trae origine dalla morfologia del territorio, un tempo tagliato dal fiume Pisciatello che "anticamente si perdeva in una palude" e che quindi lasciava appunto parte della località "al di sopra" del fiume, ovvero a monte di questo, e altra parte "al di sotto" del fiume, ovvero a valle di questo (Fonte: Annali dei lavori pubblici, 1939, ed.Eredi di A. De Gaetani) La frazione è indicativamente delimitata a ovest da via Capannaguzzo, a nord dallo scolo Mesola, a est da via Carlona e da via Sbarra e a sud dal torrente Pisciatello. Confina ad ovest con Macerone di Cesena e Capannaguzzo di Cesena, a nord con Capannaguzzo di Cesena, a est con Villalta di Cesenatico e a sud con Sala di Cesenatico. Il nome Bagnarola viene erroneamente associato alle paludi pre-bonifiche di epoca rinascimentale ma deriva probabilmente da "Balneum Aurelianum" ossia Bagno (termale) dell'Imperatore Marco Aurelio come da indicazione ritrovata su un'epigrafe dai frati benedettini nel 1505 durante le bonifiche per la realizzazione del mulino (Fonte: Bruno Ballerin, Bagni pubblici romani a "Villa Bagnarola" di Cesenatico, p. 5 in Romagna arte e storia,n. 90, a. XXX, 2010). È la zona del comune di Cesenatico di insediamento più antico, come dimostrano ritrovamenti risalenti all'età del ferro (700-500 a.C.) documentati nel libro dell'Antiquarium di Cesenatico. Nel 2000-2002, durante i lavori per una nuova lottizzazione in via Balitrona, si sono individuate una serie di buche, alcuni pozzi e presumibilmente alcuni fondi di capanne, indicativi di un'area abitativa. Tali capanne, senz'altro costruite in legno, frasche o altro materiale deperibile, avevano pavimenti in terra battuta, un piccolo focolare e pozzetti per la conservazione delle derrate alimentari. All'interno di una delle buche di scarico è stato trovato anche lo scheletro di un piccolo bovino. Una sentenza del 29 Agosto 1205 sui contrasti per la definizione dei possedimenti riminesi e cesenati cita tra gli altri luoghi l'"uadu bagnarole", ossia il guado di Bagnarola. Il tratto di Pisciatello, definito "Rubicoe", che allora deviava poi a nord dell'attuale Cesenatico, era quindi ai tempi linea di confine, ponendo Bagnarola sul versante Cesenate. Alla fine del 1371 l'insediamento registrava già 21 focolari (80-100 abitanti). All'inizio del 1500 i monaci pensarono di erigere un mulino alla Bagnarola. Rivolsero una petizione al governatore di Cesena che gli fece presente un vasto territorio attraverso la strada che conduce al porto, già boschivo ed incolto, da parecchi anni era stato ridotto a coltura e i vari coloni si vedevano costretti a portare in territorio Riminese, i prodotti. Ottenendo il permesso dal governatore i monaci costruirono una chiusa sul Pisciatello e un canale di derivazione per portare l'acqua alla volta della fattoria, e a ridosso di questa eressero un mulino ad acqua. Durante i lavori di scavo, i monaci ebbero la fortuna di trovare un vaso pieno di monete romane. Nel 1584 con l'erezione della parrocchia di Sala approvata dal vescovo Edoardo Gualialdi, Bagnarola entrò a farne parte. Nel 1585 le famiglie erano 101 (690 persone). Nel Settecento accanto al mulino, si sviluppò una fattoria dove i benedettini facevano affluire i prodotti dei loro poderi. A partire dal 1905, abbiamo notizia dell'esistenza di un circolo repubblicano (A Fratti), che riuniva aderenti delle località di Macerone, Bagnarola e Sala. A cavallo tra il 1912 ed il 1913, grazie al contributo del Marchese Lodovico Almerici, venne ampliato l'oratorio e la canonica. La celletta posta all'angolo tra via Cesenatico e via Carlona è stata installata nel 1954, anno mariano. La chiesa parrocchiale è intitolata ai Santi Filippo e Giacomo ed è altresì intitolata alla Madonna del Buon Consiglio, progettata dall'architetto Ilario Fioravanti. Aziende storiche non più attive: Fornace Sacchetti. Edificata all'inizio del secolo scorso su impulso di Don Ercole Fiori, che voleva dare un'alternativa di lavoro a gente del posto disoccupata, e grazie alla disponibilità e all'impegno di alcuni componenti della famiglia Sacchetti ritornati a Bagnarola dopo aver fatto fortuna in sudamerica. L'edificio è ancora oggi visibile con un'architettura caratteristica riedificata solo nel dopoguerra a causa dei danni da bombardamenti. Nell'area della fornace sono ancora presenti due laghetti artificiali; tale zona è chiamata in gergo locale "la fonda"; Falegnameria dei bottai Briganti. Nata alla fine del 1800 per iniziativa di Gino Briganti, era inizialmente una falegnameria generica. Negli anni '60 si specializza nella produzione di botti per aceto, principalmente destinate a Modena e Reggio Emilia, e in minor misura di botti di legno per arredamento. L'edificio è oggi in disuso e rimane solo una piccola esposizione di botti di legno che rimandano alla nuova sede dei bottai a Macerone di Cesena. [1] Dati del Comune di Cesenatico Davide Gnola, Storia di Cesenatico, Ed.Il Ponte Nuovo Claudio Riva, "Da Sant'Agata a Macerone", Ed.BCC di Macerone Gianni Briganti, "Leonardo da Vinci, il mulino di Bagnarola e la collocazione temporale dei fogli del Codice L Archiviato il 9 luglio 2015 in Internet Archive. ", Dispensa online Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bagnarola

Bulgarnò
Bulgarnò

Bulgarnò è una frazione del comune di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena. È situata 7 km ad est di Cesena e 2 km a nord da Gambettola. Il borgo è di origini bizantine e secondo la tradizione prende nome da soldati bulgari giunti ai tempi dei longobardi. Nello stesso comune di Cesena vi è un'altra frazione chiamata Bulgaria. Fu feudo della famiglia cesenate dei Roverella sin dal XV secolo. Il paese come appare attualmente si è sviluppato a partire dalla prima metà del XX secolo nel territorio della storica tenuta. La parrocchia appartiene alla diocesi di Cesena-Sarsina. Chiesa di Santa Maria Assunta, moderna chiesa parrocchiale situata nella piazza del paese. Villa-castello di Bulgarnò, imponente edificio a pianta quadrangolare costruito attorno al 1450 dalla famiglia Roverella di Cesena. È nominato per la prima volta in un documento del 1662, dove è citato come un palazzo poderale che pare aver già in parte perso le caratteristiche di fortificazione, ma che ancora non possiede quelle di villa rinascimentale. In epoca successiva è stato privato della merlatura e nel 1942 sono stati dimezzati i due torrioni. Attualmente è adibito ad abitazione privata. Monumento ai caduti di Bulgarnò, cippo posto nella piazza principale, vi sono incisi i nomi di tutti gli abitanti del paese che sono deceduti nelle due guerre mondiali. La principale attività economica è sempre stata l'agricoltura, incentrata soprattutto sulla produzione di fragole e pesche. Negli ultimi tempi, sia per l'abbandono delle campagne da parte dei giovani che per i prezzi sempre più bassi della frutta, c'è stato un ritorno alla produzione di grano, pianta che richiede meno manodopera e quindi meno costi, rispetto alle tradizionali pesche e fragole.

Orogel Stadium-Dino Manuzzi
Orogel Stadium-Dino Manuzzi

L'Orogel Stadium-Dino Manuzzi, già Stadio Dino Manuzzi, già Stadio La Fiorita (o della Fiorita), è un impianto sportivo di Cesena. Situato nella zona orientale della città, nell'area del quartiere Fiorenzuola cosiddetta "La Fiorita", è il più importante e capiente impianto sportivo della Romagna. La struttura ospita le gare casalinghe del Cesena Football Club. Il 10 settembre 2011 è stato il primo impianto in Italia ad aver ospitato una partita di Serie A su un terreno in erba sintetica. Nella stessa occasione è divenuto il primo stadio in Europa ad ospitare due Real Box (attualmente rimossi), strutture in plexiglas interamente chiuse posizionate appena fuori dal campo, in corrispondenza delle bandierine del calcio d'angolo, in grado di ospitare 8 spettatori ciascuna, i quali assistevano quindi alla partita da bordo campo. Occorre ricordare, inoltre, che il Dino Manuzzi è stato il primo stadio italiano interamente coperto. L'odierno Orogel Stadium, infine, appare come un tipico impianto all'inglese, privo di barriere tra il campo e gli spalti, eccezion fatta per la curva destinata alla tifoseria ospite, ove esse permangono a tutt'oggi. Lo spettatore, pertanto, assiste alla gara a pochi metri di distanza dal rettangolo di gioco, godendo di un'ottima visuale da ogni settore. Lo stadio fu costruito nel 1957 per ospitare le gare del Cesena. Era originariamente costituito da una tribuna coperta, cui nel tempo, si aggiunsero una gradinata (situata sul lato opposto) e due curve: una sul lato Sud (in cui si situano i sostenitori della squadra locale, chiamata anche "Curva Mare"); l'altra sul lato Nord (riservata ai tifosi della squadra ospite, chiamata anche "Curva Ferrovia"). Il terreno di gioco misurava 105 x 68 metri ed è stato uno tra i più apprezzati in Italia fino al 13 agosto 2011, giorno in cui è stato definitivamente smantellato per far posto ad un nuovo manto artificiale, ampiamente criticato. La gradinata e le curve furono poi notevolmente ampliate nel 1973, allorché il Cesena guadagnò la sua prima promozione in serie A, per mezzo di ponteggi e tubi Innocenti, tanto che lo stadio arrivò ad avere una capienza superiore ai 30.000 posti. È in questa versione che lo stadio di Cesena ha fatto segnare il record di presenze di 35.991 spettatori e fu registrato il 10 febbraio 1974 in occasione della partita Cesena-Milan (terminata col risultato di 1-0 in favore dei padroni di casa). Nonostante all'epoca lo stadio di Cesena fosse omologato per 28.000 spettatori ufficiali, i controlli e le norme di sicurezza non erano così restrittive come oggi. Fu possibile dunque introdurre tanti spettatori allo stadio perché su ogni gradone i tifosi arrivarono a disporsi in tripla fila e fu riempito anche tutto il parterre a ridosso della recinzione, tribuna compresa. Lo stadio, di proprietà dell'amministrazione comunale, prese originariamente il nome dalla zona in cui era collocato, La Fiorita. Fu intitolato a Dino Manuzzi (presidente del club cesenate dal 1964 al 1980) dopo la sua morte, avvenuta il 29 maggio 1982. Nel 1988 lo stadio è stato rinnovato radicalmente: del vecchio impianto è rimasta intatta solo la tribuna, anche se, nel progetto originario, anch'essa avrebbe dovuto essere demolita e poi ricostruita. Esso, oltre alla tribuna (comunque rinnovata) che può ospitare 1.844 spettatori, è costituito dalla gradinata est, dotata di 9.592 posti a sedere, e due curve, capaci di contenere 6.212 spettatori ciascuna. Questi ultimi tre settori sono progettati a doppio anello e sono tra loro contigui. Con il nuovo assetto lo stadio può ospitare 23.860 spettatori. Nel 1999 ha ospitato anche gli incontri di Intertoto della Juventus, la quale ha disputato nell'impianto anche numerosi incontri amichevoli. Il 28 ottobre 2009 uno dei vicepresidenti del Cesena Calcio, Luca Mancini, durante una trasmissione televisiva locale, affermò di stare organizzando una cordata di capitali privati per realizzare l'ultimazione dello stadio Manuzzi con la costruzione della tribuna mancante rispetto al progetto originale del riammodernamento attraverso un'operazione di project financing, con l'obiettivo di potere proporre la candidatura dello stadio cesenate come uno degli impianti che avrebbero potuto ospitare il Campionato europeo di calcio 2016, qualora fossero stati affidati all'Italia. Dopo i controlli e le selezioni effettuate dalla FIGC nel mese di dicembre 2009, lo stadio e la città di Cesena furono ufficialmente inserite nel lotto delle città italiane candidate ad ospitare gli Europei di calcio del 2016, manifestazione che però non venne affidata all'Italia dall'UEFA. Nel dossier consegnato alla federazione, era stato ufficialmente presentato il progetto di riammordernamento dell'impianto romagnolo: la capienza sarebbe passata da 23.929 a 31.597 posti, comprendendo spazi per autorità, stampa, vip e sky box. L'importo complessivo dell'intervento era stimato in 27,5 milioni di euro. Nell'estate 2010 lo stadio è stato sottoposto ad alcuni lavori di adeguamento per il campionato di Serie A che hanno riguardato l'ampliamento del terreno di gioco (passato da 66 a 68 metri di larghezza), l'aumento della superficie degli spogliatoi, della sala stampa e della tribuna stampa (passata da 60 a oltre 100 posti). Il 18 luglio 2011 il presidente del Cesena, Igor Campedelli, e Paolo Limonta, patron del Gruppo Limonta, azienda specializzata in terreni sintetici, hanno firmato l'accordo che ha portato il Manuzzi a vestire un campo sintetico. Il 13 agosto seguente, al termine della partita Italia - Giappone di rugby, i tifosi sono potuti entrare in campo e portare via tutte le zolle di erba che hanno voluto. Il giorno successivo è cominciata la stesura del nuovo manto sintetico realizzato da Limonta Sport. Il campo esistente è stato sostituito dal manto in erba artificiale di tipo 'Soccer Pro Max S', in combinazione con un intaso al 100% naturale (Infill Pro Geo Plus). Il 10 settembre 2011 il Manuzzi è stato il primo stadio in Italia ad ospitare una partita di Serie A su campo artificiale, Cesena-Napoli (1-3). Avrebbe dovuto essere preceduto da quello di Novara il 28 agosto 2011, ma la prima giornata del campionato di Serie A 2011-2012 è stata posticipata per via dello "sciopero" dei calciatori. Sempre il 14 agosto 2011 sono cominciati altri nuovi lavori di riammodernamento dello stadio: nella tribuna inferiore dei distinti sono state tolte le panche ed è stata posata una struttura in legno lamellare, ricoperta da una guaina, che ha innalzato la tribuna di circa 50 centimetri e l'ha allungata verso il campo di due file. Su questa struttura sono stati impiantanti nuovi seggiolini che hanno ampliato la capienza dello stadio di circa 1000 posti. Le nuove sedute, di colore bianco e nero, sono state disposte per formare la scritta A.C. Cesena e uno scudetto bianconero. Un'altra importante novità è rappresentata dall'eliminazione delle vetrate, sempre nei distinti inferiori, con l'istituzione di un nuovo sistema di mini-barriere alte 110 centimetri, ulteriormente innalzabili a 220 cm in caso di necessità. In questo modo non ci sono più ostacoli per la visuale tra gli spettatori dei distinti inferiori e il campo. Nessun altro stadio in Italia (neppure il nuovo Juventus Stadium) ha una vicinanza tale (solo 5 metri) tra la prima fila del settore distinti e il campo da gioco. Inoltre, sono stati realizzati, in prossimità delle bandierine per il calcio d'angolo sotto la tribuna, due "Real Box", strutture in plexiglas interamente coperte e chiuse, che possono ospitare ciascuna 8 persone in grado di seguire la gara praticamente da bordo campo. Sarà il primo stadio in Europa ad essere autorizzato per questo tipo di struttura. Infine sono state eliminate le reti parapallone in corrispondenza della Curva Mare, ed è stato realizzato un nuovo tabellone elettronico al centro della Curva Ferrovia. Infine, all'esterno dello stadio, nel piazzale antistante i distinti, è stata realizzata una struttura di Business Hospitality per gli sponsor, che ospita un ristorante e sale di accoglienza. Tutti questi lavori sono stati voluti ed eseguiti dalla Gsport, rappresentata a Cesena in quegli anni da Saverio Provenzano. Il 27 settembre 2014 il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi ha stipulato un contratto di sponsorizzazione con la Orogel, mutando il nome dell'impianto sportivo in Orogel Stadium - Dino Manuzzi, inoltre, lo stesso giorno ha scoperto una scultura collocata nella Rotonda Edmeo Lugaresi col posizionamento della foto dello storico presidente del Cesena nella sala stampa. Il battesimo della nuova denominazione è avvenuto il 28 settembre 2014, in occasione della partita casalinga contro il Milan. Il 26 agosto del 2015 viene inaugurata la pagina ufficiale dello stadio. Il 18 maggio 2018, al termine del campionato cadetto, all'Orogel Stadium-Dino Manuzzi iniziano i lavori di riqualificazione dell'impianto in vista del campionato europeo Under-21 del 2019. Gli interventi consistono nella posa di circa 16 700 seggiolini nelle due curve e nel settore "Distinti superiori", nello spostamento delle panchine interrate e nell'allargamento del campo da 67 a 68 metri. Oltre a ciò, vengono posizionate delle zolle di erba naturale sopra al vecchio manto sintetico. Nella stagione 2020-2021 lo stadio ha ospitato le prime cinque gare casalinghe di campionato dello Spezia, neopromosso in Serie A e impossibilitato a disputare le prime partite in casa per lavori di adeguamento allo stadio Alberto Picco. La formazione ligure tornerà a disputare le proprie gare casalinghe in Romagna nei primi quattro incontri del campionato di Serie B 2023-24. Fra le due parentesi spezzine, il maggiore impianto sportivo romagnolo ha ospitato anche illustri amichevoli estive. Il 30 luglio 2022 è stato luogo dell’incontro Inter-Lione, terminato col punteggio di 2-2. L’anno seguente, il 12 agosto 2023, ha calcato il campo cesenate la Juventus, in un match contro l’Atalanta. Il Dino Manuzzi ha ospitato quattro incontri della nazionale maggiore italiana di calcio, di cui tre amichevoli e una partita valevole per la UEFA Nations League 2022-2023. 20 settembre 1989 Italia-Bulgaria (4-0); Reti: 18' rig. e 34' R. Baggio, 46' Carnevale, 53' aut. Iliev 12 febbraio 1992 San Marino-Italia (0-4); Reti: 36' R. Baggio, 42' Donadoni, 47' Casiraghi, 84' R. Baggio. 18 novembre 2009 Italia-Svezia (1-0); Reti: 29' Chiellini Nel luglio 2017 l'impianto romagnolo è stato indicato quale sede destinate ad ospitare alcune partite valide per la fase finale del Campionato europeo di calcio Under-21 2019, la cui organizzazione è stata affidata congiuntamente all'Italia e a San Marino. Il Dino Manuzzi ha anche ospitato un incontro della nazionale maggiore di rugby, valido come test match, il 13 agosto 2011, padroni di casa vincenti per 31-24 (primo tempo: 14-17 per il Giappone). MARCATORI: p.t. 3' m. Pratichetti tr. Bocchino, 12' m. Gori tr. Bocchino, 23' m. Usuzuki tr. Arlidge, 29' m. Taira tr. Arlidge, c.p. Arlidge; s.t. 6' m. Ghiraldini tr. Bocchino, 19' m. Lo Cicero tr. Orquera, 23' m.t. Giappone tr. Arlidge, 34' c.p. Orquera Italia: McLean; Toniolatti, Sgarbi (17' s.t. Canale), Pratichetti M., Benvenuti T.; Bocchino (13' s.t. Orquera), Gori (13 s.t. Canavosio); Parisse S. (cap), Bergamasco Ma., Zanni (14' s.t. Derbyshire); Bortolami, Geldenhuys (33' p.t. Van Zyl); Cittadini (14' s.t. Castrogiovanni), Ghiraldini (37' s.t. D'Apice), Lo Cicero. All.: Mallett Giappone: Webb; Endo, Taira (13' s.t. Tupuailai), Nicholas, Usuzuki; Arlidge, Tanaka (31' s.t. Hiwasa); Holani (36' s.t. Hatakeyama), Leitch (37' s.t. Nishihara), Kikutani (cap); Kitagawa, Ives (15' p.t. Thompson); Hatakeyama (15' s.t. Fujita), Horie, Hirashima. A disposizione: Yuhara, Williams. All.: Kirwan Giudici di gara: Poite (arbitro, Francia), Garces (g. di linea, Francia), Gauzere (g. di linea, Francia); Redmond (TMO, Inghilterra) Note: Spettatori 12.000. Gialli. 23' s.t. Lo Cicero, 32' s.t. Hirashima. Calci: Bocchino 3/4, Orquera 2/2, Arlidge 4/4. Man of the match Mauro Bergamasco. L'Orogel Stadium è stato selezionato per ospitare le finali dei campionati italiani di football americano 2016. Domenica 7 agosto 1977: concerto di Adriano Celentano, tutto esaurito. Da questo concerto è stato tratto l'album dal vivo "Me, live!" Mercoledì 18 luglio 1979: concerto di Lucio Dalla e Francesco De Gregori nell'ambito della tournée "Banana Repubblic". Il 24 luglio 2016 si è esibita all'Orogel Stadio Dino Manuzzi, davanti a circa 13.000 spettatori, la superband dei "Rockin'1000", quella che è attualmente considerata la più grande rock band del mondo. Si tratta di un Supergruppo musicale formato da circa 1000 (cifra e componenti in realtà sempre variabili) musicisti volontari professionisti e non professionisti, di tutto il mondo. Nato a Cesena nel 2014 da un'iniziativa di Fabio Zaffagnini, che intendeva realizzare un tributo alla band americana dei Foo Fighters, il supergruppo è salito alle cronache internazionali nel 2015 con l'esecuzione di massa del brano Learn to Fly, per la realizzazione di un videoclip da pubblicare su YouTube, per convincere i Foo Fighters a eseguire un concerto nella città di Cesena (concerto che si è poi effettivamente tenuto il 3 Novembre 2015 presso il "Carisport" di Cesena). Successivamente dopo una raccolta fondi di oltre €100.000 e la partecipazione di numerosi sponsor, è stato organizzato il primo concerto rivolto ad un pubblico pagante. I "Mille", dopo tre giorni di prove collettive, si sono esibiti il 24 luglio 2016 all'Orogel Stadium-Dino Manuzzi eseguendo 17 brani rock di artisti come Nirvana, Blur, David Bowie, Jimi Hendrix ed altri ancora. È presente anche Learn to Fly. Per l'occasione tra i mille musicisti si sono annoverati anche diversi nomi noti come Cesareo di Elio e Le Storie Tese, Federico Poggipollini, Nevruz, Saturnino, Sergio Carnevale e Livio Magnini (batterista e chitarrista dei Bluvertigo); Cesare “Mac” Petricich (chitarrista dei Negrita), Raoul Casadei e il figlio Mirko e Nikki (che suona la chitarra e presenta l'evento). La performance è stata registrata e, grazie a un accordo distributivo con Sony Music, pubblicata su cd, mp3 e in doppio vinile colorato sotto il titolo That's Live - The Biggest Rock Band on Earth. Sabato 29 luglio 2023 alle ore 21 allo stadio Manuzzi/Orogel di Cesena, di fronte ad oltre 14000 spettatori "La più grande rock band del mondo", i Rockin'1000, si sono esibiti nuovamente a Cesena dopo 7 anni, con la volontà di riportare questa terra, dopo la disastrosa alluvione, di nuovo verso il sole sulle ali del rock. Fabio Zaffagnini (1976) da Fusignano, trapiantato a Cesena dopo aver girato mezzo mondo da geologo ricercatore, rimane il faro motore, il facilitatore capace di allargare, collegare, fare interagire una comunità di persone di cinque continenti per avvicinare ogni singolo al proprio sole, e creare il sole di tutti. Vecchie foto dello stadio nei primi anni duemila. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stadio Dino Manuzzi Sito ufficiale, su orogelstadium.it. (EN) Orogel Stadium-Dino Manuzzi, su Structurae. Stadio "Dino Manuzzi" su Cesenacalcio.it, su cesenacalcio.it. URL consultato il 2 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011). [1] La Gazzetta dello Sport: Rugby - Italia tra luci e ombre Giappone battuto 31-24

Fiorenzuola (Cesena)
Fiorenzuola (Cesena)

Fiorenzuola è un quartiere urbano di Cesena, situato nel settore centro-orientale della città. La superficie del quartiere è di 5,27 km², e vi abitano 10 671 abitanti, con una densità quindi di 2 024,86 abitanti per km². È composto dalle zone urbane Porta Santi, Fiorita, Stadio, Case Frini, Case Finali, San Pietro, Santo Stefano e dalla zona rurale Rio Marano. La zona di Porta Santi, che prende il nome dalla porta muraria, risalente al XIV secolo e trasformata in monumento nel 1819 dall'architetto Curzio Brunelli, è situata a ridosso del quartiere Centro Urbano. L'area Case Finali deve il nome al fatto che Gaspare Finali, eminente uomo politico cesenate, nella seconda metà dell'Ottocento, aveva diverse proprietà immobiliari sul suo territorio. Tale zona cittadina, che si estende dalle pendici del Colle Spaziano alla S.S. 9 Via Emilia, è caratterizzata da un uso del suolo prevalentemente residenziale; si è popolata in particolare a partire dagli anni cinquanta e sessanta, con abitazioni a uno o due piani, e poi negli anni ottanta, quando una vasta area è stata oggetto di un insediamento P.E.E.P. (Piani di Edilizia Economico Popolare), comunemente conosciuto "Chernobyl" per l'insolito aspetto architettonico. A Case Finali trovano collocazione l'Ospedale Civile della Città di Cesena, dedicato a Maurizio Bufalini e dal 1962 il Seminario della Diocesi di Cesena-Sarsina, intitolato a San Giovanni XXIII papa. L'area La Fiorita si estende in pendenza a ovest dello Stadio Dino Manuzzi, denominato in passato proprio con lo stesso nome. È stato costruito in questa zona negli anni 1990 il primo grande centro commerciale di Cesena, Le Terrazze. Case Frini è la zona urbana di più recente edificazione, posta al di là della ferrovia e composta da alcune centinaia di abitazioni sorte negli anni 1990-2000. L'area di Rio Marano, nome di un piccolo corso che l'attraversa, è la più periferica, composta in parte da un'area artigianale e una parte da una zona rurale; vi si trova in quest'area un parco giochi pubblico.

Ospedale Maurizio Bufalini

L'ospedale Maurizio Bufalini è l'ospedale pubblico della città di Cesena, struttura sanitaria afferente all'Azienda USL della Romagna. È sede di DEA (Dipartimento Emergenza Urgenza e Accettazione) di secondo livello nonché una struttura avanzata con alcune eccellenze che gli conferiscono rilievo a livello regionale e nazionale. La prima testimonianza di una struttura ospedaliera a Cesena risale al 1297. A dare avvio a una fervida attività ospedaliera furono i religiosi e le confraternite laicali. Alla fine del XIV secolo sono in funzione gli ospedali San Bartolomeo, Sant'Antonio, San Tobia e il lazzaretto del Santissimo Crocifisso. Quest'ultimo, nel XVI secolo, viene riconvertito in una vera e propria struttura sanitaria. Nel 1797 viene trasferito nell'ex convento di San Rocco e successivamente nel 1811 nell'ex convento di San Domenico. Il 24 aprile del 1907 la Congregazione di carità, in accordo con la giunta comunale, delibera la costruzione di un nuovo ospedale nei pressi della ferrovia. Il 31 luglio del 1911 la struttura venne inaugurata e intitolata al medico e senatore cesenate Maurizio Bufalini. Al termine della seconda guerra mondiale prendono via i lavori ai piedi del Colle Spaziano, il 22 febbraio del 1962 la struttura entra in servizio, mentre l'inaugurazione ufficiale avvenne il 14 luglio dello stesso anno alla presenza dell'allora presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Nel settembre 2009 l'ospedale è entrato nella cronaca nazionale quando vi è morta una paziente di 57 anni affetta da influenza A H1N1. Nel 2011 l'ospedale è stato scelto per l'assistenza ai cittadini italiani o stranieri che, provenienti dal Giappone, volessero sottoporsi a controlli a seguito dell'incidente di Fukushima Daiichi. Pierluigi Moressa, Guida storico-artistica di Cesena e del suo comprensorio. Il monte, il ponte, il fonte, Forlì, Foschi, 2008, ISBN 978-88-89325-43-8. Sito ufficiale, su auslromagna.it.