place

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria)

Chiese della diocesi di TrevisoChiese della provincia di TrevisoChiese neoclassiche del VenetoLoriaPagine con collegamenti non funzionanti
Pagine con mappe
Chiesa loria
Chiesa loria

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Loria, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Castello di Godego. Da un documento del 972 s'apprende che l'imperatore Ottone I donò Loria al vescovo di Frisinga.Grazie a un altro documento, datato 1152, si conosce che la chiesa di Loria, compresa nella diocesi di Treviso, era cappella succursale della pieve di Bessica.Questa chiesetta, già intitolata alla Vergine Maria, il 24 agosto del 1260 venne ridedicata a san Bartolomeo Apostolo.Nel XVII secolo l'edificio fu rifatto per volontà del pievano Zuane Piloni; nel 1685 fu dotato d'un nuovo altare intitolato alla Madonna del Rosario.Il 1º giugno 1777 la consacrazione venne impartita dal vescovo di Treviso Paolo Francesco Giustinian.Nel 1815 la chiesa divenne parrocchiale, per la scissione dell'antichissima pieve di Bessica.Tra il 1886 e il 1903 la struttura fu ampliata mediante la realizzazione delle due navate laterali, volute dall'allora parroco don Giovanni Bonazza; vennero pure poste due statue sulla facciata, ma il vescovo Sebastiano Soldati le fece rimuovere perché le riteneva indecenti per un luogo sacro. Tra il 2007 e il 2008 fu restaurato l'organo del 1865 posto in controfacciata; nel 2010 compiendo alcuni lavori di ristrutturazione, furono scoperti i resti dell'antico campanile e venne alla luce un affresco di epoca cinque-seicentesca raffigurante la Madonna in trono con Bambino e con San Sebastiano e San Rocco. La facciata è in stile neoclassico; presenta quattro lesene con capitelli ionici sopra i quali vi è il timpano triangolare. Inoltre, è caratterizzata dalle statue dei santi Antonio da Padova, Domenico, Bartolomeo Apostolo, Caterina e Francesco. L'interno è a tre navate; opere di pregio qui conservate sono gli altari laterali della Madonna col Bambino e della Croce e gli affreschi raffiguranti la Glorificazione di San Bartolomeo Apostolo e San Biagio che prega per la guarigione e di un bambino muto. Loria Diocesi di Treviso Parrocchie della diocesi di Treviso Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Bartolomeo Apostolo Parrocchia di SAN BARTOLOMEO APOSTOLO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 25 aprile 2020. LORIA S. Bartolomeo Apostolo , su diocesitv.it. URL consultato il 25 aprile 2020.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria)
Via Chiesa, Fonte

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.730291 ° E 11.86268 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesa di S. Bartolomeo

Via Chiesa
31037 Fonte
Veneto, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q91911601)
linkOpenStreetMap (147771253)

Chiesa loria
Chiesa loria
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Santuario della Beata Vergine delle Cendrole
Santuario della Beata Vergine delle Cendrole

Il santuario della Beata Vergine delle Cendrole è un luogo di culto cattolico situato alle Cendrole, località rurale a nordovest di Riese Pio X, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Castello di Godego. Si tratta della chiesa più antica della zona, precedente alla stessa parrocchiale di Riese. Qualcuno l'ha fatta risalire all'epoca paleocristiana, ritenendola addirittura derivata da un luogo di culto pagano dedicato a Diana o Giunone. Secondo la leggenda, invece, fu costruita dopo un evento miracoloso: una pastorella, ritrovatasi in un bosco in fiamme e circondata dai lupi, fu salvata dalla Vergine che espresse la volontà di realizzare un edificio sacro tracciandone la pianta sulle ceneri dell'incendio. Antica pieve con giurisdizione sulle cappelle circostanti, nel corso del medioevo l'abitato delle Cendrole e la sua chiesa persero d'importanza a favore di Riese. Nel 1280, il trasferimento del fonte battesimale nell'attuale parrocchiale di San Matteo fece definitivamente perdere al santuario il ruolo di chiesa matrice. L'attuale edificio è il risultato della riedificazione in stile neoclassico progettata dall'architetto Ottavio Scotti nel Settecento. Il santuario era uno dei luoghi abitualmente frequentati dal giovane Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X. In vista del centenario della morte del santo pontefice, la chiesa è stata radicalmente restaurata; i lavori sono stati ufficialmente conclusi con la messa celebrata dal vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin il 7 aprile 2013. Rimangono da finire gli interventi sul campanile che aveva mostrato gravi cedimenti strutturali con la caduta di alcuni pezzi di cornicione. Negli interni si trovano dipinti di varia datazione, dal XVI al XX secolo. Fra tutti, si ricorda una Sant'Eurosia di Noè Bordignon. Sempre all'interno è stato allestito un piccolo museo che espone numerosi oggetti devozionali. Fra la chiesa e il campanile sono stati collocati i resti, alquanto deteriorati, di un'epigrafe romana, murata nell'edificio precedente come materiale di recupero. La lapide riporta l'iscrizione L.VILONIU HH VIR PRAEF T. F. ed è traducibile come "Lucio Vilonio/quadrumviro prefetto/ordinò che fosse fatto per testamento"; si riferisce quindi a un'opera (impossibile determinare di che tipo) realizzata per volere di un governatore, forse, del municipium di Asolo. Organo posto in cantoria sopra l'ingresso principale, senza cassa, a trasmissione meccanica. Composto di un unico manuale di 56 tasti e pedale di 27, fu costruito da Domenico Malvestio nel 1910. Parte del materiale risale al precedente organo di Gaetano Callido del 1770. Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul santuario della Beata Vergine delle Cendrole Santuario della Beata Vergine delle Cendrole, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Campo di aviazione di Casoni
Campo di aviazione di Casoni

Il campo di aviazione di Casoni fu uno dei primi aeroporti militari d'Italia, il primo aeroporto di Mussolente. Il campo di Casoni era stato ricavato in una zona agricola a sudest dell'abitato e tra la strada che porta a ca' Rainati (lato sud), l'attuale via Aeroporto - precedentemente chiamata «strada Nuova» (lato est) e Villa Bergamo, conosciuta nel periodo come Villa Barbieri. A Casoni alla fine di febbraio 1917 arriva la 22ª Squadriglia fino a metà maggio 1917 che torna alla fine della prima guerra mondiale restando fino al 6 febbraio 1919, il 7 giugno 1917 la 24ª Squadriglia fino al 21 luglio ed a marzo 1918 torna con una sezione fino al 12 luglio, nel giugno 1917 la 26ª Squadriglia che rimane fino al 20 ottobre, il 20 settembre 1917 la 62ª Squadriglia fino al 29 ottobre, il 30 ottobre 1917 la 132ª Squadriglia (il 5 gennaio 1918 il campo di Casoni viene bombardato da aerei che rompono 2 aerei, danneggiando altri 2 e rimane operativo un solo Pomilio PE) fino al 17 febbraio 1918, il 10 novembre 1917 la 114ª Squadriglia fino al 17 febbraio 1918, l'11 novembre 1917 la 113ª Squadriglia (il 5 gennaio un bombardamento su Casoni danneggia 7 SAML) fino al 28 febbraio 1918, il 20 novembre 1917 la 133ª Squadriglia fino al 17 febbraio 1918 ed alla fine di febbraio 1918 la 36ª Squadriglia. Il 17 febbraio 1918 arrivano anche la 76ª Squadriglia caccia e l'81ª Squadriglia aeroplani. Il 16 luglio 1918 arriva il XII Gruppo (poi 12º Gruppo caccia) fino a dicembre 1918 ed il 24 ottobre 1918 arrivano la 2ª e 3ª Sezione della 21ª Squadriglia fino all'8 novembre successivo. I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)
Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)

La chiesa di San Zenone è la parrocchiale di San Zenone degli Ezzelini, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Asolo. Già nel XVIII secolo si propose di costruire a San Zenone una nuova chiesa, ma questo progetto non trovò seguito sino al 1855, quando si iniziarono le pratiche necessarie. La prima pietra dell'erigendo luogo di culto venne posta il 2 febbraio 1860; i disegni furono redatti dall'ingegnere Francesco Pellizzari, dopo che quelli precedenti presentati da Andrea Favero erano stati respinti per la loro onerosità. La parrocchiale venne terminata nel 1870 e consacrata il 13 agosto dell'anno successivo. Nel 1970 si provvide a posare il nuovo pavimento e, quattro anni dopo, in ossequio alle disposizioni postconciliari, fu realizzato il nuovo altare rivolto verso l'assemblea; il tetto venne restaurato tra il 1981 e il 1982 e nel 2001 la facciata fu interessata da una ristrutturazione. La facciata della chiesa, rivolta a sudest, presenta centralmente il portale d'ingresso, protetto da un protiro sorretto da due colonne d'ordine corinzio, mentre più in alto un rosone si apre all'interno di un'ampia arcata a tutto sesto in rilievo; il prospetto è scandito da due grosse lesene sorreggenti il timpano, sormontato da tre statue; ai lati vi sono due piccole ali minori, leggermente arretrate. Ad alcuni metri dalla parrocchiale s'erge su un alto basamento a scarpa il campanile a pianta quadrata; la cella presenta su ogni lato una bifora ed è coronata da una merlatura. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali e le cui pareti sono scandite da paraste sorreggenti il cornicione sopra il quale si imposta la volta, abbellita da dipinti; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside semicircolare. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'altare maggiore, costruito nel 1912 dai fratelli Cavallin, e gli affreschi raffiguranti la Carcerazione del Beato Giordano Forzatè, l'Assunzione in cielo di Maria Vergine, la Gloria di San Zenone, gli Apostoli, il Giudizio universale e le Virtù teologali, dipinti tutti dal castellano Noè Bordignon alla fine del XIX secolo. Parrocchie della diocesi di Treviso Diocesi di Treviso Regione ecclesiastica Triveneto San Zenone degli Ezzelini Santuario della Madonna del Monte (San Zenone degli Ezzelini) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Zenone Chiesa di San Zenone, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Zenone Vescovo e Martire, su orarimesse.pmap.it. URL consultato il 5 luglio 2022.