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Ca' Rainati

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Italy provincial location map 2016
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Ca' Rainati (Carinati in veneto) è una frazione di San Zenone degli Ezzelini in provincia di Treviso.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ca' Rainati (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Ca' Rainati
Via Don Carlo Bernardi, Fonte

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.75764 ° E 11.85113 °
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Indirizzo

Via Don Carlo Bernardi

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31020 Fonte
Veneto, Italia
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Italy provincial location map 2016
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Luoghi vicini

Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)
Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)

La chiesa di San Zenone è la parrocchiale di San Zenone degli Ezzelini, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Asolo. Già nel XVIII secolo si propose di costruire a San Zenone una nuova chiesa, ma questo progetto non trovò seguito sino al 1855, quando si iniziarono le pratiche necessarie. La prima pietra dell'erigendo luogo di culto venne posta il 2 febbraio 1860; i disegni furono redatti dall'ingegnere Francesco Pellizzari, dopo che quelli precedenti presentati da Andrea Favero erano stati respinti per la loro onerosità. La parrocchiale venne terminata nel 1870 e consacrata il 13 agosto dell'anno successivo. Nel 1970 si provvide a posare il nuovo pavimento e, quattro anni dopo, in ossequio alle disposizioni postconciliari, fu realizzato il nuovo altare rivolto verso l'assemblea; il tetto venne restaurato tra il 1981 e il 1982 e nel 2001 la facciata fu interessata da una ristrutturazione. La facciata della chiesa, rivolta a sudest, presenta centralmente il portale d'ingresso, protetto da un protiro sorretto da due colonne d'ordine corinzio, mentre più in alto un rosone si apre all'interno di un'ampia arcata a tutto sesto in rilievo; il prospetto è scandito da due grosse lesene sorreggenti il timpano, sormontato da tre statue; ai lati vi sono due piccole ali minori, leggermente arretrate. Ad alcuni metri dalla parrocchiale s'erge su un alto basamento a scarpa il campanile a pianta quadrata; la cella presenta su ogni lato una bifora ed è coronata da una merlatura. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali e le cui pareti sono scandite da paraste sorreggenti il cornicione sopra il quale si imposta la volta, abbellita da dipinti; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside semicircolare. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'altare maggiore, costruito nel 1912 dai fratelli Cavallin, e gli affreschi raffiguranti la Carcerazione del Beato Giordano Forzatè, l'Assunzione in cielo di Maria Vergine, la Gloria di San Zenone, gli Apostoli, il Giudizio universale e le Virtù teologali, dipinti tutti dal castellano Noè Bordignon alla fine del XIX secolo. Parrocchie della diocesi di Treviso Diocesi di Treviso Regione ecclesiastica Triveneto San Zenone degli Ezzelini Santuario della Madonna del Monte (San Zenone degli Ezzelini) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Zenone Chiesa di San Zenone, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Zenone Vescovo e Martire, su orarimesse.pmap.it. URL consultato il 5 luglio 2022.

Campo di aviazione di Casoni
Campo di aviazione di Casoni

Il campo di aviazione di Casoni fu uno dei primi aeroporti militari d'Italia, il primo aeroporto di Mussolente. Il campo di Casoni era stato ricavato in una zona agricola a sudest dell'abitato e tra la strada che porta a ca' Rainati (lato sud), l'attuale via Aeroporto - precedentemente chiamata «strada Nuova» (lato est) e Villa Bergamo, conosciuta nel periodo come Villa Barbieri. A Casoni alla fine di febbraio 1917 arriva la 22ª Squadriglia fino a metà maggio 1917 che torna alla fine della prima guerra mondiale restando fino al 6 febbraio 1919, il 7 giugno 1917 la 24ª Squadriglia fino al 21 luglio ed a marzo 1918 torna con una sezione fino al 12 luglio, nel giugno 1917 la 26ª Squadriglia che rimane fino al 20 ottobre, il 20 settembre 1917 la 62ª Squadriglia fino al 29 ottobre, il 30 ottobre 1917 la 132ª Squadriglia (il 5 gennaio 1918 il campo di Casoni viene bombardato da aerei che rompono 2 aerei, danneggiando altri 2 e rimane operativo un solo Pomilio PE) fino al 17 febbraio 1918, il 10 novembre 1917 la 114ª Squadriglia fino al 17 febbraio 1918, l'11 novembre 1917 la 113ª Squadriglia (il 5 gennaio un bombardamento su Casoni danneggia 7 SAML) fino al 28 febbraio 1918, il 20 novembre 1917 la 133ª Squadriglia fino al 17 febbraio 1918 ed alla fine di febbraio 1918 la 36ª Squadriglia. Il 17 febbraio 1918 arrivano anche la 76ª Squadriglia caccia e l'81ª Squadriglia aeroplani. Il 16 luglio 1918 arriva il XII Gruppo (poi 12º Gruppo caccia) fino a dicembre 1918 ed il 24 ottobre 1918 arrivano la 2ª e 3ª Sezione della 21ª Squadriglia fino all'8 novembre successivo. I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria)
Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Loria)

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Loria, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Castello di Godego. Da un documento del 972 s'apprende che l'imperatore Ottone I donò Loria al vescovo di Frisinga.Grazie a un altro documento, datato 1152, si conosce che la chiesa di Loria, compresa nella diocesi di Treviso, era cappella succursale della pieve di Bessica.Questa chiesetta, già intitolata alla Vergine Maria, il 24 agosto del 1260 venne ridedicata a san Bartolomeo Apostolo.Nel XVII secolo l'edificio fu rifatto per volontà del pievano Zuane Piloni; nel 1685 fu dotato d'un nuovo altare intitolato alla Madonna del Rosario.Il 1º giugno 1777 la consacrazione venne impartita dal vescovo di Treviso Paolo Francesco Giustinian.Nel 1815 la chiesa divenne parrocchiale, per la scissione dell'antichissima pieve di Bessica.Tra il 1886 e il 1903 la struttura fu ampliata mediante la realizzazione delle due navate laterali, volute dall'allora parroco don Giovanni Bonazza; vennero pure poste due statue sulla facciata, ma il vescovo Sebastiano Soldati le fece rimuovere perché le riteneva indecenti per un luogo sacro. Tra il 2007 e il 2008 fu restaurato l'organo del 1865 posto in controfacciata; nel 2010 compiendo alcuni lavori di ristrutturazione, furono scoperti i resti dell'antico campanile e venne alla luce un affresco di epoca cinque-seicentesca raffigurante la Madonna in trono con Bambino e con San Sebastiano e San Rocco. La facciata è in stile neoclassico; presenta quattro lesene con capitelli ionici sopra i quali vi è il timpano triangolare. Inoltre, è caratterizzata dalle statue dei santi Antonio da Padova, Domenico, Bartolomeo Apostolo, Caterina e Francesco. L'interno è a tre navate; opere di pregio qui conservate sono gli altari laterali della Madonna col Bambino e della Croce e gli affreschi raffiguranti la Glorificazione di San Bartolomeo Apostolo e San Biagio che prega per la guarigione e di un bambino muto. Loria Diocesi di Treviso Parrocchie della diocesi di Treviso Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Bartolomeo Apostolo Parrocchia di SAN BARTOLOMEO APOSTOLO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 25 aprile 2020. LORIA S. Bartolomeo Apostolo , su diocesitv.it. URL consultato il 25 aprile 2020.

Fonte (Italia)
Fonte (Italia)

Fonte (Font in veneto) è un comune italiano di 5 985 abitanti della provincia di Treviso in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Onè di Fonte. Il toponimo, molto comune, è evidentemente legato alla presenza di una sorgente. Un'altra interpretazione è che il nome Fonte derivi dalla presenza di sorgenti d'acqua terapeutiche in tempi antichi. I numerosi reperti testimoniano che la presenza umana a Fonte risale perlomeno al Neolitico. Gli uomini di questo periodo avrebbero infatti trovato rifugio nelle grotte delle colline asolane, favoriti anche dalla fitta presenza di corsi d'acqua e di sorgenti. Alle civiltà preistoriche succedettero i Protoliguri e sembra che proprio a Fonte si trovasse una dei loro tanti insediamenti sparsi per il bacino del Mediterraneo. Sotto i Romani il territorio dell'attuale Fonte fu compresa nell'agro del municipium di Asolo, come conferma tuttora la disposizione regolare di alcune strade, ricordo dell'antica centuriazione. Numerosi anche i reperti archeologici dell'epoca, soprattutto monumenti funebri, come la Lapide di Velleio (oggi conservata al Museo Civico di Asolo), stele funeraria con le effigi del defunto e della moglie (quest'ultimo andato perduto). L'importanza della zona crebbe in seguito alla costruzione della via Aurelia, che collegava Asolo a Padova. Anche la zona di Fonte fu duramente colpita dalle invasioni barbariche a partire dal V secolo. Secondo la tradizione, nel 452 Attila, a capo degli Unni, distruggeva Asolo. Alle incursioni si aggiunsero anche eventi naturali, come terremoti ed epidemie. Fonte è una delle località coinvolte nelle vicende che, tra l'XI secolo e il XIII secolo, videro come protagonista la potente famiglia degli Ezzelini. Il centro è citato nel computo delle molte proprietà della casata, stilato dopo la sua sconfitta avvenuta nel 1260. Nel periodo in cui Asolo fu capoluogo di cantone nel Dipartimento del Bacchiglione, l'attuale comune di Fonte era compreso nel comune di Asolo. Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 25 aprile 1929. Il gonfalone, concesso con regio decreto del 19 ottobre 1933, è un drappo di azzurro. Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo a Onè Chiesa di San Pietro Apostolo a Fonte Alto Oratorio di Santa Margherita Villa Malombra Villa Muttoni Villa Pasini, un palazzo in stile veneziano del XVII secolo a tre piani Villa Salomon Pisani, del XVI secolo Villa La Staglierona, del XVI secolo Villa Persicini, del XIX secolo Villa Rinaldi, del XVIII secolo Abitanti censiti Al 31 dicembre 2022 gli stranieri residenti nel comune erano 928, ovvero il 15,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti: Come già accennato, il comune di Fonte è un comune italiano sparso formato dalle due borgate di Fonte Alto ed Onè di Fonte, quest'ultima sede comunale. La frazione si trova a 200 m s.l.m. al confine con i comuni di Pieve del Grappa e di Asolo (frazione di Pagnano) e con la frazione di Onè di Fonte (45°80'43" di latitudine N e 11°86'31" di longitudine E). La chiesa arcipretale di San Pietro Apostolo, raggiungibile con una scalinata di 102 gradini, conserva il soffitto della navata con dipinto di Giovan Battista Canal. Altri luoghi d'interesse sono i ruderi del castello di San Nicolò e villa Pasini. Il patrono del paese è san Pietro, la cui festa si tiene nel mese di giugno. Aree naturali - L'itinerario ciclo-pedonale "Sui Sentieri degli Ezzelini" è un percorso naturalistico che segue il corso del torrente Muson (Musonello) e del torrente Lastego. Inizia a Resana come continuazione dell'itinerario "Muson dei sassi" proveniente da Padova e prosegue verso Fonte e più a nord fino a Pieve del Grappa. Il nome deriva dal veneto ornèr "ontano" e testimonia la presenza di foreste. Vi si trovano la chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo, costruita modernamente in stile neogotico, la villa Badoer, attualmente sede delle suore di Maria Bambina, la villa Bacchis-Nervo, del XVII secolo, in stile veneziano e attualmente sede municipale, villa Malombra-Bellotto, villa Persicini (che ha ospitato il re d'Italia Vittorio Emanuele III). La patrona è la Madonna del Carmine, che si festeggia nel mese di luglio. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fonte Sito ufficiale, su comune.fonte.tv.it.