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Onè di Fonte

Frazioni di FontePagine con mappeSenza fonti - aprile 2022Senza fonti - centri abitati del Veneto
Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo (Onè, Fonte) 01
Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo (Onè, Fonte) 01

Onè di Fonte è una frazione del comune di Fonte, in provincia di Treviso e ne rappresenta la sede comunale.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Onè di Fonte (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Onè di Fonte
Piazza Onè, Fonte

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Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo (Onè, Fonte) 01
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Luoghi vicini

Fonte (Italia)
Fonte (Italia)

Fonte (Font in veneto) è un comune italiano di 5 985 abitanti della provincia di Treviso in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Onè di Fonte. Il toponimo, molto comune, è evidentemente legato alla presenza di una sorgente. Un'altra interpretazione è che il nome Fonte derivi dalla presenza di sorgenti d'acqua terapeutiche in tempi antichi. I numerosi reperti testimoniano che la presenza umana a Fonte risale perlomeno al Neolitico. Gli uomini di questo periodo avrebbero infatti trovato rifugio nelle grotte delle colline asolane, favoriti anche dalla fitta presenza di corsi d'acqua e di sorgenti. Alle civiltà preistoriche succedettero i Protoliguri e sembra che proprio a Fonte si trovasse una dei loro tanti insediamenti sparsi per il bacino del Mediterraneo. Sotto i Romani il territorio dell'attuale Fonte fu compresa nell'agro del municipium di Asolo, come conferma tuttora la disposizione regolare di alcune strade, ricordo dell'antica centuriazione. Numerosi anche i reperti archeologici dell'epoca, soprattutto monumenti funebri, come la Lapide di Velleio (oggi conservata al Museo Civico di Asolo), stele funeraria con le effigi del defunto e della moglie (quest'ultimo andato perduto). L'importanza della zona crebbe in seguito alla costruzione della via Aurelia, che collegava Asolo a Padova. Anche la zona di Fonte fu duramente colpita dalle invasioni barbariche a partire dal V secolo. Secondo la tradizione, nel 452 Attila, a capo degli Unni, distruggeva Asolo. Alle incursioni si aggiunsero anche eventi naturali, come terremoti ed epidemie. Fonte è una delle località coinvolte nelle vicende che, tra l'XI secolo e il XIII secolo, videro come protagonista la potente famiglia degli Ezzelini. Il centro è citato nel computo delle molte proprietà della casata, stilato dopo la sua sconfitta avvenuta nel 1260. Nel periodo in cui Asolo fu capoluogo di cantone nel Dipartimento del Bacchiglione, l'attuale comune di Fonte era compreso nel comune di Asolo. Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 25 aprile 1929. Il gonfalone, concesso con regio decreto del 19 ottobre 1933, è un drappo di azzurro. Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo a Onè Chiesa di San Pietro Apostolo a Fonte Alto Oratorio di Santa Margherita Villa Malombra Villa Muttoni Villa Pasini, un palazzo in stile veneziano del XVII secolo a tre piani Villa Salomon Pisani, del XVI secolo Villa La Staglierona, del XVI secolo Villa Persicini, del XIX secolo Villa Rinaldi, del XVIII secolo Abitanti censiti Al 31 dicembre 2022 gli stranieri residenti nel comune erano 928, ovvero il 15,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti: Come già accennato, il comune di Fonte è un comune italiano sparso formato dalle due borgate di Fonte Alto ed Onè di Fonte, quest'ultima sede comunale. La frazione si trova a 200 m s.l.m. al confine con i comuni di Pieve del Grappa e di Asolo (frazione di Pagnano) e con la frazione di Onè di Fonte (45°80'43" di latitudine N e 11°86'31" di longitudine E). La chiesa arcipretale di San Pietro Apostolo, raggiungibile con una scalinata di 102 gradini, conserva il soffitto della navata con dipinto di Giovan Battista Canal. Altri luoghi d'interesse sono i ruderi del castello di San Nicolò e villa Pasini. Il patrono del paese è san Pietro, la cui festa si tiene nel mese di giugno. Aree naturali - L'itinerario ciclo-pedonale "Sui Sentieri degli Ezzelini" è un percorso naturalistico che segue il corso del torrente Muson (Musonello) e del torrente Lastego. Inizia a Resana come continuazione dell'itinerario "Muson dei sassi" proveniente da Padova e prosegue verso Fonte e più a nord fino a Pieve del Grappa. Il nome deriva dal veneto ornèr "ontano" e testimonia la presenza di foreste. Vi si trovano la chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo, costruita modernamente in stile neogotico, la villa Badoer, attualmente sede delle suore di Maria Bambina, la villa Bacchis-Nervo, del XVII secolo, in stile veneziano e attualmente sede municipale, villa Malombra-Bellotto, villa Persicini (che ha ospitato il re d'Italia Vittorio Emanuele III). La patrona è la Madonna del Carmine, che si festeggia nel mese di luglio. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fonte Sito ufficiale, su comune.fonte.tv.it.

Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)
Chiesa di San Zenone (San Zenone degli Ezzelini)

La chiesa di San Zenone è la parrocchiale di San Zenone degli Ezzelini, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Asolo. Già nel XVIII secolo si propose di costruire a San Zenone una nuova chiesa, ma questo progetto non trovò seguito sino al 1855, quando si iniziarono le pratiche necessarie. La prima pietra dell'erigendo luogo di culto venne posta il 2 febbraio 1860; i disegni furono redatti dall'ingegnere Francesco Pellizzari, dopo che quelli precedenti presentati da Andrea Favero erano stati respinti per la loro onerosità. La parrocchiale venne terminata nel 1870 e consacrata il 13 agosto dell'anno successivo. Nel 1970 si provvide a posare il nuovo pavimento e, quattro anni dopo, in ossequio alle disposizioni postconciliari, fu realizzato il nuovo altare rivolto verso l'assemblea; il tetto venne restaurato tra il 1981 e il 1982 e nel 2001 la facciata fu interessata da una ristrutturazione. La facciata della chiesa, rivolta a sudest, presenta centralmente il portale d'ingresso, protetto da un protiro sorretto da due colonne d'ordine corinzio, mentre più in alto un rosone si apre all'interno di un'ampia arcata a tutto sesto in rilievo; il prospetto è scandito da due grosse lesene sorreggenti il timpano, sormontato da tre statue; ai lati vi sono due piccole ali minori, leggermente arretrate. Ad alcuni metri dalla parrocchiale s'erge su un alto basamento a scarpa il campanile a pianta quadrata; la cella presenta su ogni lato una bifora ed è coronata da una merlatura. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali e le cui pareti sono scandite da paraste sorreggenti il cornicione sopra il quale si imposta la volta, abbellita da dipinti; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dall'abside semicircolare. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali l'altare maggiore, costruito nel 1912 dai fratelli Cavallin, e gli affreschi raffiguranti la Carcerazione del Beato Giordano Forzatè, l'Assunzione in cielo di Maria Vergine, la Gloria di San Zenone, gli Apostoli, il Giudizio universale e le Virtù teologali, dipinti tutti dal castellano Noè Bordignon alla fine del XIX secolo. Parrocchie della diocesi di Treviso Diocesi di Treviso Regione ecclesiastica Triveneto San Zenone degli Ezzelini Santuario della Madonna del Monte (San Zenone degli Ezzelini) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Zenone Chiesa di San Zenone, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Zenone Vescovo e Martire, su orarimesse.pmap.it. URL consultato il 5 luglio 2022.

Casa Longobarda
Casa Longobarda

La cosiddetta Casa Longobarda è un palazzo di Asolo, situato alla fine della contrada di Santa Caterina. Il nome deriva dal fraintendimento dell'iscrizione in lingua latina che attesta la regione d'origine del suo costruttore, Francesco Graziolo, il quale la realizzò con l'aiuto del figlio Bartolomeo e vi risiedette per alcuni anni. Graziolo, scultore lombardo arrivato ad Asolo per lavorare alla corte di Caterina Cornaro, progettò tra l'altro il palazzo di Altivole, di cui oggi rimane solo una barchessa, meglio nota come Barco della Regina Cornaro, e realizzò il fonte battesimale, commissionato sempre dalla regina di Cipro, per il duomo asolano. Il palazzo, di piccole dimensioni, è ritenuto una delle prime testimonianze dell'ordine "rustico", ampiamente diffuso solo dopo il 1537 grazie alla pubblicazione del Trattato di architettura di Sebastiano Serlio. Oltre all'influenza del trattatista bolognese, gli studiosi accostano l'edificio anche a Palazzo Te progettato da Giulio Romano. La facciata è rivestita di pietra tufacea scolpita secondo il gusto manieristico con volti caricaturali, scene della Genesi, segni zodiacali e Virtù inseriti in una ricca intelaiatura architettonica. Il complesso programma iconografico, ricco di riferimenti alla cabala cristiana e platonica, è forse stato suggerito dall'erudito frate domenicano Francesco Zorzi, priore del convento di San Girolamo ad Asolo dal 1521. Tra il primo e il secondo piano corre un elegante fregio marcapiano decorato con triglifi e metope con rappresentazioni di patere, bucrani e teste di altri animali. Sia al piano terra che al primo piano gli architravi delle finestre di forma rettangolare sono sorretti da Cariatidi e colonne (di ordine dorico nel primo, di ordine ionico nel secondo). Mentre i bassorilievi di soggetto classico sono scolpiti con modi volutamente antichizzanti, quelli di soggetto cristiano hanno invece un gusto arcaico, con richiami a rilievi medievali padani.