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Chiesa di Santa Sabina (Genova)

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San Fruttuoso (Genova)
Genova Santa Sabina (S. Fruttuoso) 1
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La chiesa di Santa Sabina è luogo di culto cattolico situato nel quartiere di San Fruttuoso, in via Donghi, nel comune di Genova nella città metropolitana di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di San Fruttuoso dell'arcidiocesi di Genova.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Sabina (Genova) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Sabina (Genova)
Via Donghi, Genova San Fruttuoso

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Indirizzo

Chiesa di Santa Sabina

Via Donghi
16131 Genova, San Fruttuoso
Liguria, Italia
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Genova Santa Sabina (S. Fruttuoso) 1
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Luoghi vicini

Casa dello Studente (Genova)
Casa dello Studente (Genova)

La Casa dello Studente di Genova è una struttura edilizia che fa capo all'Università di Genova. L'edificio, di 5 piani, è situato in quello che inizialmente era corso Giulio Cesare e che, nel dopoguerra, è stato intitolato al partigiano Aldo Gastaldi, e si trova a breve distanza dallo scalo merci Terralba di Genova e dall'ospedale San Martino nel quartiere omonimo. La costruzione dell'edificio venne annunciata nella primavera del 1932. La costruzione dell'edificio iniziò il 24 maggio 1933 su progetto degli architetti Mario Angelini e Mario Braccialini per essere completata nell'anno seguente e divenire operativa nel 1935. Nel dicembre 1936 la gestione dell'edificio passò dall'Università di Genova al Partito Nazionale Fascista e nel 1941 il nome "Casa dello studente" divenne "Casa del fascista universitario" e la struttura venne gestita direttamente dal Gruppo Universitario Fascista genovese. Durante gli anni finali della seconda guerra mondiale divenne la sede della Gestapo. Oltre alla Casa dello Studente le SS potevano disporre anche della IV sezione del carcere di Marassi, nell'omonimo quartiere. L'edificio venne requisito in più riprese dai militari tedeschi tra la fine di settembre e la metà di ottobre 1943. Comandata da Friedrich Engel (divenuto noto come "il boia di Genova"), fu luogo di tortura di prigionieri politici, partigiani ed antifascisti in genere (o sospettati tali). Alla Casa dello Studente furono reclusi molti esponenti dell'antifascismo genovese tra cui Vannuccio Faralli (che sarebbe poi diventato il primo sindaco di Genova nel dopoguerra), Luciano Bolis, Aldo Zanotti, Raffaele Pieragostini, Rurik Spolidoro, e molti esponenti della Resistenza ligure, tra i quali Gustavo Capitò, Rina Chiarini, Arrigo Diodati, Attilio Firpo, Balilla Grillotti, Nicola Panevino, Renato Quartini e Remigio Vigliero. Nel 1944 la staffetta partigiana Stefanina Moro, dopo essere stata qui torturata, morì all'ospedale di Asti. Il 25 gennaio 1945 vi morì in seguito alle torture cui era stato sottoposto il dirigente comunista serravallese Roberto Berthoud. Testimonianze dei prigionieri sopravvissuti riportano il probabile uso delle caldaie dell'edificio come forno crematorio per smaltire i corpi di chi moriva durante le torture. Una lapide ricorda quei tragici fatti: Il 23 aprile 1945, con l'approssimarsi dell'insurrezione partigiana, i tedeschi si apprestarono a ritirarsi, lasciando la Casa dello Studente alla custodia della Guardia Nazionale Repubblicana, portando via i beni personali dei militari che vi avevano alloggiato e dando fuoco alla documentazione custodita. Questo tentativo di distruzione dei documenti provocò però un incendio, che si diffuse poi in ampie parti dell'edificio, e sono state anche riportate testimonianze di azioni di sciacallaggio da parte dei repubblichini. Nei primi mesi successivi alla guerra il comune di Genova, per volere del sindaco Vannuccio Faralli, requisì l'edificio per impiegarlo come rifugio di alcune tra le numerose famiglie di genovesi che avevano perso la casa a causa dei bombardamenti. La decisione creò attriti tra l'amministrazione comunale e l'amministrazione universitaria, che avrebbe invece voluto un immediato riutilizzo da parte degli studenti. Negli stessi mesi il Comitato di Liberazione Nazionale organizzò visite guidate per mostrare alla popolazione i luoghi dove avvenivano le torture ed erano detenuti i prigionieri. Nel settembre del 1946, anche per mettere fine alle proteste da parte dell'Ateneo, il sindaco comunicò che entro poco tempo sarebbe avvenuta la restituzione dell'edificio alla gestione dell'università, passaggio che effettivamente avvenne dopo poco. Nel dopoguerra l'edificio venne restaurato, le celle, le cantine dove avvenivano le torture e la galleria rifugio antiaereo vennero murate e la Casa dello Studente tornò alla sua funzione originaria. Durante le proteste del sessantotto e degli anni seguenti la casa venne occupata e sgomberata più volte, divenendo per breve tempo anche una delle sedi del gruppo extraparlamentare di Lotta Comunista. Nel 1972, durante una occupazione della Casa dello Studente da parte di studenti residenti ed esterni, un ex partigiano di nome Livio, che viveva alla casa ospite dei compagni di Lotta Comunista indicò uno degli ingressi alle celle della tortura, adiacente alle cucine, che era stato murato nel '46. Durante varie notti di lavoro i compagni di Lotta Comunista riuscirono a praticare un foro nel cemento militare durissimo e ad entrare nei locali, intatti dopo vari decenni. Dopo alcuni giorni si informarono le autorità della scoperta. Questi locali sono ora adibiti a Museo della Resistenza. L'edificio, restaurato internamente ed esternamente nei primi anni 2000, è adibito da alcuni decenni a residenza per gli studenti universitari fuori sede, aula studio e per il servizio mensa delle vicine facoltà di ingegneria e medicina. Nel locale della mensa, sito a livello stradale, sono visibili alcune delle celle in cui venivano tenuti prigionieri antifascisti. Esse sono visitabili, ed in particolare il Centro di documentazione "Logos" organizza visite guidate per le scolaresche in occasione della ricorrenza del 25 aprile. *Livio fu l'unico partigiano a indicare il punto preciso dell'ingresso murato e a partecipare ai lavori notturni. Aveva scontato 25 anni di prigione per aver ucciso l'assassino di suo padre proprio in quei locali, e non potendo usufruire dell'amnistia Togliatti per pochi giorni era stato condannato al carcere. La casa dello studente di Genova dal 1934 al 1974, opuscolo informativo realizzato a cura del Comitato direttivo della Casa dello Studente e stampato il 29 marzo 1978 a cura della redazione genovese di Lotta Comunista Luigi Barco e Piero Ferrazza: Una pagina della Resistenza - La Casa dello Studente di Genova, con CD-ROM, Edizioni Pantarei, Milano, 2012 Giorgio Chiavola, SS-IVª Sezione - Drammi nelle carceri naziste, Genova, Semaforo, 1945. Villa Triste Lotta Comunista Guardia Nazionale Repubblicana Università di Genova Gruppo Universitario Fascista Friedrich Engel Quella notte che arrivò la Wehrmacht, articolo de La Repubblica, del 10 novembre 2002 Rappresaglia di Cravasco su Ilsrc Liguria, su istitutoresistenza-ge.it. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2011). Casa dello Studente, performance per non dimenticare, su tv.repubblica.it. Restauro Casa dello Studente (PDF), su boero.it.

Forte San Martino
Forte San Martino

Il forte San Martino sorge a Genova, nell'omonimo quartiere. Situato sulla collina di Papigliano è oggi completamente circondato dal tessuto urbano. Diverse proposte per la realizzazione di una fortificazione in questa posizione a difesa di Albaro e San Martino furono presentate fin dal 1771 ai responsabili delle fortificazioni della Repubblica di Genova. Nel 1807, durante la dominazione napoleonica, il governo francese, sollecitato dal Genio militare, stanziò 180.000 franchi per la costruzione del forte, ma i lavori non furono mai iniziati. Il progetto fu poi ripreso nel 1820 dal governo sabaudo, che diede inizio alla costruzione, terminata nel 1832. Persa la sua funzione strategica primaria alla fine dell'Ottocento quando, a causa dell'espansione urbanistica della città verso levante, il piccolo rilievo su cui sorge finì per essere circondato dal tessuto urbano, nel 1889 sul piazzale antistante la caserma fu realizzata la Batteria San Martino, a protezione dell'imboccatura del porto e dello specchio d'acqua antistante. Le postazioni di artiglieria furono smantellate negli anni trenta per far posto ad una batteria contraerea, composta da quattro cannoni da 76/45. Durante la seconda guerra mondiale, il 14 gennaio 1944, nel fossato sottostante il ponte levatoio furono fucilati dalle milizie fasciste e dalle S.S. otto partigiani come rappresaglia per l'uccisione di un ufficiale delle S.S. avvenuta il giorno prima. Nel dopoguerra il forte fu abitato da famiglie di sfollati e infine completamente abbandonato nel 1952. Oggi è di proprietà demaniale e l'accesso è chiuso da un cancello. La struttura è in pessime condizioni e ha perso anche il ponte levatoio che permetteva l'accesso al forte, eliminato per impedire l'ingresso di estranei all'interno dei locali. A differenza di altre strutture militari genovesi, il forte San Martino, il più moderno tra quelli costruiti nei primi decenni dell'Ottocento, non è in posizione dominante sulla collina, ma infossato nella stessa e completamente circondato da un fossato, oggi nascosto dalla vegetazione. Si presenta come un grande terrapieno rettangolare, con una caserma su tre piani sul lato di ponente, con l'ingresso principale, accessibile attraverso il ponte levatoio, situato all'ultimo piano. Presso il bastione meridionale si trovava una polveriera, circondata da spesse mura. La dotazione di artiglieria collocata nel terrapieno comprendeva quattro cannoni da 16 GR e quattro da 9 BR Ret, sei obici da 21 GRC Ret e due mortai da 9 Ret. Il forte poteva ospitare 300 soldati, ai quali se ne potevano aggiungere altri 400 in caso di necessità. La batteria fine ottocentesca, le quali strutture sono oggi inglobate all'interno di attività commerciali, era armata con quattro obici da 24 GRC Ret. Stefano Finauri, Forti di Genova: storia, tecnica e architettura dei fortini difensivi, Genova, Edizioni Servizi Editoriali, 2007, ISBN 978-88-89384-27-5. Forti di Genova Fortificazioni Regno di Sardegna (1720-1861) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forte San Martino

Chiesa di San Francesco all'Ospedale San Martino
Chiesa di San Francesco all'Ospedale San Martino

La chiesa di San Francesco all'Ospedale San Martino, nota anche come chiesa dei Padri Cappuccini, è un luogo di culto cattolico sito all'interno dell'Ospedale San Martino a Genova. La chiesa è affidata all'Ordine dei frati minori cappuccini. Fu costruita quale chiesa dell'ospedale tra il 1928 e il 1931, dedicata a san Francesco d'Assisi in quanto affidata ai Cappuccini che vi prestavano assistenza spirituale provenienti dall'antico ospedale di Pammatone. Fu il cappellano ospedaliero e storico della Provincia cappuccina, padre Francesco Saverio Molfino, che riuscì a raccogliere con una pubblica sottoscrizione 16 milioni di lire, con cui fu costruita la chiesa e furono ampliati i padiglioni ospedalieri. Venne progettata dall'ingegner Ettore Musso in stile neoromanico. La prima pietra fu posta il primo marzo del 1928 e la chiesa di San Francesco fu benedetta l'11 luglio del 1931 dal cardinale Carlo Dalmazio Minoretti. La facciata a salienti è coronata da un motivo ad archetti ciechi e una cornice a dentelli, munita di protiro voltato a botte e di una trifora di grandi dimensioni che occupano il corpo principale. L'interno è a tre navate voltate a botte, di cui la centrale culminante in un'abside. Le vetrate sono istoriate. L'interno ospita importanti opere pittoriche e scultoree: "Maria protettrice di Genova" di Valerio Castello; "Transito di san Giuseppe" di Stefano Magnasco; Crocifisso ligneo settecentesco della scuola del Maragliano; Ultima Cena, grande tela di Bernardo Castello firmata e datata 1598; Madonna delle Grazie, statua di Domenico Parodi. Guida d’Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Francesco all'Ospedale San Martino

Villa Giustiniani-Cambiaso
Villa Giustiniani-Cambiaso

La villa Giustiniani-Cambiaso o semplicemente villa Cambiaso è una storica dimora nobiliare del comune di Genova. Con accesso da via Montallegro, nel quartiere residenziale di Albaro, l'edificio è corredato da un parco pubblico, una porzione ben più ridotta del vasto parco che anticamente circondava la villa quasi fino a raggiungere il mare, fortemente ridimensionato dall'espansione urbanistica del quartiere di Albaro negli anni trenta del Novecento. L'antica dimora nel 1921 passò al Comune di Genova; oggi di proprietà della Fondazione Carige, è sede della Scuola Politecnica dell'Università degli Studi di Genova. Edificata in posizione dominante sulla collina di Albaro, circondata da un ampio parco, fu voluta dal nobile patrizio Luca Giustiniani che, nell'estate del 1548, affidò il progetto della villa a Galeazzo Alessi. Prima opera genovese dell'architetto perugino, la struttura cubica tripartita da lui elaborata per questa dimora nobiliare divenne modello e fonte di ispirazione per la costruzione di diverse altre ville nel territorio genovese e venne adottato anche dagli architetti genovesi per i palazzi cittadini di Strada Nuova." La proprietà della villa rimase alla famiglia Giustiniani fino al 1787 quando passò alla famiglia Cambiaso. Patrimonio del comune genovese a partire dal 1921, lo stesso anno l'ente scelse la storica dimora come sede della Regia Scuola di Ingegneria Navale e quindi della Facoltà d'Ingegneria dell'ateneo genovese. Lo stile e l'architettura della villa cinquecentesca rimasero inalterati per quasi quattro secoli, fino al 19 maggio del 1944 quando il pesante bombardamento aereo su Genova danneggiò anche la villa con la distruzione di una parte della copertura, della volta del salone centrale, la loggia superiore e il cornicione. Al termine del conflitto furono la stessa università genovese e la Soprintendenza ad effettuare i lavori di restauro e ripristino. Nel 2004, in contemporanea dell'evento Genova capitale europea della cultura, sono stati intrapresi lavori di rifacimento delle facciate a cura dell'amministrazione genovese, dell'università e della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici. La villa ha pianta quadrata e una struttura compatta priva di cortili interni. Il prospetto principale si affaccia a sud su un ampio prato, in una posizione tale da consentire la vista del mare. È divisa in due da un vistoso marcapiano che separa il primo piano e le sue colonne tuscaniche dalla parte superiore decorata con lesene scanalate ispirate al modello corinzio. Al piano terra un breve scalone conduce ad una loggia aperta che permette l'accesso all'interno, mentre sopra di esso vi sono le grandi finestre del piano nobile e il piano ammezzato, coronato da un ampio cornicione decorato. Gli altri tre lati dell'edificio presentano una decorazione più semplice ed essenziale. A nord una loggia aperta al primo piano permetteva una vista sulle colline circostanti, mentre una terza loggia chiusa a metà dello scalone che conduce al secondo piano si affaccia verso ponente sul parco della villa. Secondo le fonti storiche fu lo stesso Alessi a scegliere pittori e scultori per le decorazioni e gli affreschi degli interni; venne affidata Taddeo Orsolino la costruzione delle logge e degli stucchi, mentre per le cornici e i medaglioni furono scelti Giovanni Lurago e il cremasco Bernardino Solari. I due affreschi delle lunette della loggia al primo piano, ritraenti Il Giorno - Apollo, a sinistra, e La Notte - Diana a destra, sono opere rispettivamente dei pittori Giovan Battista Castello e Luca Cambiaso. Antonio Quinzio è invece l'artefice dell'affresco novecentesco del Trionfo navale nella volta del salone centrale. Altri affreschi sono opera di Andrea Semino. Altri dipinti, presenti nella villa fino all'acquisizione da parte del comune e all'apertura della Regia Scuola di Ingegneria Navale sono oggi conservati presso le gallerie di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso di Genova. AA.VV., Galeazzo Alessi e l'Architettura del Cinquecento, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Genova, 16-20 aprile 1974, Sagep Editrice, Genova, 1975. G. Algeri, Villa Cambiaso, Sagep Editrice, Genova, 1977. Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, Milano, 2009 Ville di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Giustiniani-Cambiaso Approfondimenti sul sito della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria, su sbapge.liguria.beniculturali.it. Vincolo architettonico con allegata planimetria e relazione storico-artistica, su liguriavincoli.it. Villa Giustiniani-Cambiaso su www.giustiniani.info, su giustiniani.info. Approfondimento su www.academia.edu, su academia.edu. Sito della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Genova, su ingegneria.unige.it.