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Villa Imperiale (Genova)

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Genova Parco di Villa Imperiale
Genova Parco di Villa Imperiale

Villa Imperiale è una delle più antiche e prestigiose ville con parco genovesi rinascimentali. Situata nel quartiere di San Fruttuoso, nella parte a levante del centro storico, è di proprietà del Comune ed è adibita, assieme al parco circostante, a struttura pubblica e giardino.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Imperiale (Genova) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Imperiale (Genova)
Via San Fruttuoso, Genova San Fruttuoso

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.408033 ° E 8.961217 °
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Indirizzo

Via San Fruttuoso
16143 Genova, San Fruttuoso
Liguria, Italia
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Genova Parco di Villa Imperiale
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Luoghi vicini

Casa dello Studente (Genova)
Casa dello Studente (Genova)

La Casa dello Studente di Genova è una struttura edilizia che fa capo all'Università di Genova. L'edificio, di 5 piani, è situato in quello che inizialmente era corso Giulio Cesare e che, nel dopoguerra, è stato intitolato al partigiano Aldo Gastaldi, e si trova a breve distanza dallo scalo merci Terralba di Genova e dall'ospedale San Martino nel quartiere omonimo. La costruzione dell'edificio venne annunciata nella primavera del 1932. La costruzione dell'edificio iniziò il 24 maggio 1933 su progetto degli architetti Mario Angelini e Mario Braccialini per essere completata nell'anno seguente e divenire operativa nel 1935. Nel dicembre 1936 la gestione dell'edificio passò dall'Università di Genova al Partito Nazionale Fascista e nel 1941 il nome "Casa dello studente" divenne "Casa del fascista universitario" e la struttura venne gestita direttamente dal Gruppo Universitario Fascista genovese. Durante gli anni finali della seconda guerra mondiale divenne la sede della Gestapo. Oltre alla Casa dello Studente le SS potevano disporre anche della IV sezione del carcere di Marassi, nell'omonimo quartiere. L'edificio venne requisito in più riprese dai militari tedeschi tra la fine di settembre e la metà di ottobre 1943. Comandata da Friedrich Engel (divenuto noto come "il boia di Genova"), fu luogo di tortura di prigionieri politici, partigiani ed antifascisti in genere (o sospettati tali). Alla Casa dello Studente furono reclusi molti esponenti dell'antifascismo genovese tra cui Vannuccio Faralli (che sarebbe poi diventato il primo sindaco di Genova nel dopoguerra), Luciano Bolis, Aldo Zanotti, Raffaele Pieragostini, Rurik Spolidoro, e molti esponenti della Resistenza ligure, tra i quali Gustavo Capitò, Rina Chiarini, Arrigo Diodati, Attilio Firpo, Balilla Grillotti, Nicola Panevino, Renato Quartini e Remigio Vigliero. Nel 1944 la staffetta partigiana Stefanina Moro, dopo essere stata qui torturata, morì all'ospedale di Asti. Il 25 gennaio 1945 vi morì in seguito alle torture cui era stato sottoposto il dirigente comunista serravallese Roberto Berthoud. Testimonianze dei prigionieri sopravvissuti riportano il probabile uso delle caldaie dell'edificio come forno crematorio per smaltire i corpi di chi moriva durante le torture. Una lapide ricorda quei tragici fatti: Il 23 aprile 1945, con l'approssimarsi dell'insurrezione partigiana, i tedeschi si apprestarono a ritirarsi, lasciando la Casa dello Studente alla custodia della Guardia Nazionale Repubblicana, portando via i beni personali dei militari che vi avevano alloggiato e dando fuoco alla documentazione custodita. Questo tentativo di distruzione dei documenti provocò però un incendio, che si diffuse poi in ampie parti dell'edificio, e sono state anche riportate testimonianze di azioni di sciacallaggio da parte dei repubblichini. Nei primi mesi successivi alla guerra il comune di Genova, per volere del sindaco Vannuccio Faralli, requisì l'edificio per impiegarlo come rifugio di alcune tra le numerose famiglie di genovesi che avevano perso la casa a causa dei bombardamenti. La decisione creò attriti tra l'amministrazione comunale e l'amministrazione universitaria, che avrebbe invece voluto un immediato riutilizzo da parte degli studenti. Negli stessi mesi il Comitato di Liberazione Nazionale organizzò visite guidate per mostrare alla popolazione i luoghi dove avvenivano le torture ed erano detenuti i prigionieri. Nel settembre del 1946, anche per mettere fine alle proteste da parte dell'Ateneo, il sindaco comunicò che entro poco tempo sarebbe avvenuta la restituzione dell'edificio alla gestione dell'università, passaggio che effettivamente avvenne dopo poco. Nel dopoguerra l'edificio venne restaurato, le celle, le cantine dove avvenivano le torture e la galleria rifugio antiaereo vennero murate e la Casa dello Studente tornò alla sua funzione originaria. Durante le proteste del sessantotto e degli anni seguenti la casa venne occupata e sgomberata più volte, divenendo per breve tempo anche una delle sedi del gruppo extraparlamentare di Lotta Comunista. Nel 1972, durante una occupazione della Casa dello Studente da parte di studenti residenti ed esterni, un ex partigiano di nome Livio, che viveva alla casa ospite dei compagni di Lotta Comunista indicò uno degli ingressi alle celle della tortura, adiacente alle cucine, che era stato murato nel '46. Durante varie notti di lavoro i compagni di Lotta Comunista riuscirono a praticare un foro nel cemento militare durissimo e ad entrare nei locali, intatti dopo vari decenni. Dopo alcuni giorni si informarono le autorità della scoperta. Questi locali sono ora adibiti a Museo della Resistenza. L'edificio, restaurato internamente ed esternamente nei primi anni 2000, è adibito da alcuni decenni a residenza per gli studenti universitari fuori sede, aula studio e per il servizio mensa delle vicine facoltà di ingegneria e medicina. Nel locale della mensa, sito a livello stradale, sono visibili alcune delle celle in cui venivano tenuti prigionieri antifascisti. Esse sono visitabili, ed in particolare il Centro di documentazione "Logos" organizza visite guidate per le scolaresche in occasione della ricorrenza del 25 aprile. *Livio fu l'unico partigiano a indicare il punto preciso dell'ingresso murato e a partecipare ai lavori notturni. Aveva scontato 25 anni di prigione per aver ucciso l'assassino di suo padre proprio in quei locali, e non potendo usufruire dell'amnistia Togliatti per pochi giorni era stato condannato al carcere. La casa dello studente di Genova dal 1934 al 1974, opuscolo informativo realizzato a cura del Comitato direttivo della Casa dello Studente e stampato il 29 marzo 1978 a cura della redazione genovese di Lotta Comunista Luigi Barco e Piero Ferrazza: Una pagina della Resistenza - La Casa dello Studente di Genova, con CD-ROM, Edizioni Pantarei, Milano, 2012 Giorgio Chiavola, SS-IVª Sezione - Drammi nelle carceri naziste, Genova, Semaforo, 1945. Villa Triste Lotta Comunista Guardia Nazionale Repubblicana Università di Genova Gruppo Universitario Fascista Friedrich Engel Quella notte che arrivò la Wehrmacht, articolo de La Repubblica, del 10 novembre 2002 Rappresaglia di Cravasco su Ilsrc Liguria, su istitutoresistenza-ge.it. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2011). Casa dello Studente, performance per non dimenticare, su tv.repubblica.it. Restauro Casa dello Studente (PDF), su boero.it.

Chiesa di Sant'Agata (Genova)
Chiesa di Sant'Agata (Genova)

Il complesso e chiesa di Sant'Agata è luogo di culto cattolico situato nel quartiere di San Fruttuoso, in via Giuseppe De Paoli, nel comune di Genova nella città metropolitana di Genova. Il complesso conventuale di Sant'Agata con annesso ospitale di via, situato presso l'originaria imboccatura di levante del ponte omonimo, è citato per la prima volta in documenti del 1191 come S. Agata de capite pontis Bisannis. Il monastero ospitò inizialmente le Monache Cistercensi. Il 30 settembre 1452 fu gravemente danneggiato da una eccezionale piena del Bisagno; le cistercensi vi rimasero fino al 1514, quando vi si insediarono le Canonichesse Lateranensi e dal 1531 i frati agostiniani. Chiuso nel 1797 in seguito alle leggi di soppressione degli ordini religiosi, il convento fu venduto a privati; nel 1825 il complesso fu acquistato dal sacerdote don Angelo Cervetto che lo mise a disposizione di suor Vittoria Giorni, fondatrice dell'Istituto delle Maestre Pie di Sant'Agata che vi si trasferì con le consorelle nel 1827 dopo i necessari lavori di ristrutturazione; ancora oggi le Maestre Pie operano nel complesso, dove tengono una scuola materna ed elementare. Si accede al complesso per uno stretto archivolto, sormontato da un dipinto murale raffigurante Sant'Agata e due santi, identificati come san Fruttuoso di Tarragona e sant'Antonio; appena fuori dall'ingresso del convento una breve rampa dissestata è quanto rimane dell'antico accesso al ponte di Sant'Agata, del quale si possono ancora vedere due arcate, parzialmente interrate, incluse in un cortile privato. La chiesa attuale, integrata nel complesso conventuale, ha tre navate. La navata centrale ha quattro campate, di cui tre coperte da volte a crociera sostenute da massicci pilastri. Le navate laterali, di altezza inferiore, hanno ciascuna tre campate, anch'esse con volte a crociera. La chiesa ospita al suo interno la statua di Sant'Agata, opera di Filippo Parodi, eseguita fra il 1680 ed il 1690. Guida d'Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Corinna Praga, Genova fuori le mura, Genova, Fratelli Frilli Editori, 2006, ISBN 88-7563-197-2. Arcidiocesi di Genova Maestre pie di Sant'Agata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Agata