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Ospedale Evangelico Internazionale

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Ospedale Evangelico Internazionale Genova
Ospedale Evangelico Internazionale Genova

L'Ospedale Evangelico Internazionale di Genova, spesso abbreviato in OEI, e anche noto come Ospedale Evangelico, è un Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto. L'Ente è attivo in due zone dell’Area Metropolitana di Genova. La Sede storica dell’Ospedale è nel quartiere di Castelletto, e il Presidio ospedaliero si trova a Genova-Voltri.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ospedale Evangelico Internazionale (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Ospedale Evangelico Internazionale
Passo Barnabiti, Genova Castelletto

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N 44.414277 ° E 8.943005 °
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Passo Barnabiti

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16122 Genova, Castelletto
Liguria, Italia
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Ospedale Evangelico Internazionale Genova
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Luoghi vicini

Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni
Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni

La chiesa di San Bartolomeo degli Armeni è un edificio religioso del quartiere Castelletto di Genova in piazza San Bartolomeo degli Armeni. La chiesa fu fondata nel 1308 da alcuni monaci basiliani provenienti dalla Montagna Nera (Armenia meridionale), invasa dai Turchi. Dell'edificio originario, probabilmente a pianta centrale, è rimasta la parte absidale, con la cupola e la cappella sinistra della testata; quella di destra, dedicata a san Pantaleo, fu distrutta nel 1883, quando fu costruito un edificio di civile abitazione che chiude la chiesa da due lati (facciata e fianco destro) nascondendone le strutture esterne, delle quali emerge soltanto il campanile. Il tempio venne notevolmente trasformato nel 1595, quando fu allungato, aggiungendo all'abside un'ampia navata unica, che risulta molto più alta della costruzione primitiva; passato nel 1650 ai barnabiti, che la officiano tuttora, fu nuovamente ristrutturato nel 1775. La storia della chiesa è strettamente legata alle vicende della reliquia del "Santo Volto di Edessa" o Mandylion: un lino dipinto a tempera raffigurante il Cristo, che il doge di Genova Leonardo Montaldo ricevette dall'imperatore di Costantinopoli e donò ai monaci dl San Bartolomeo nel 1388. Inserito in una preziosa cornice in filigrana d'oro e d'argento - capolavoro dell'oreficeria bizantina - viene esposto durante la settimana successiva alla domenica di Pentecoste. Il lino è chiamato “santo mandillo” a Genova, ma la sua originalità è ancora fonte di discussione tra gli studiosi. Ricco il corredo decorativo, in gran parte legato alla sacra reliquia. Tra gli affreschi: Gesù consegna ad Anania le sue impronte, di Giovanni Battista Paggi (XVI secolo) sulla volta del vestibolo; Storie del Santo Sudario di Orazio De Ferrari, G.B. Paggi e Giulio Benso nella controfacciata e sulla parete laterale destra; notevolissimo, sulla volta, il Martirio di San Bartolomeo di Lazzaro Tavarone (1596). Tra i quadri spiccano un'Annunciazione di G.B. Paggi, il Miracolo del cieco di Gerico di Orazio De Ferrari e il ritratto del Beato Alessandro Sauli di Giacomo Boni (1745). Sull'altare maggiore, il trittico di Turino Vanni (1415) con Madonna e santi e Storie di san Bartolomeo nella predella; alle pareti del presbiterio, Resurrezione (1559) e Ascensione (1561), tavole di Luca Cambiaso, e Angeli di Domenico Piola. Da segnalare ancora due crocifissi, quello ligneo di Anton Maria Maragliano e il grande Crocifisso ligneo barocco dell'abside attribuito a Giovanni Battista Bissoni. Alla chiesa primitiva appartengono gli affreschi quattrocenteschi posti nel vestibolo della sagrestia, con Storie della Passione, Crocifissione, Evangelisti e Dottori della Chiesa. Nella chiesa inoltre è custodita la reliquia del piede di san Bartolomeo. Nadia Pazzini Paglieri, Rinangelo Paglieri, Chiese in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Genova Arcidiocesi di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Bartolomeo degli Armeni Approfondimenti sulla chiesa, su irolli.it.

Villa delle Peschiere
Villa delle Peschiere

La villa Pallavicino delle Peschiere è situata a Genova in via San Bartolomeo degli Armeni 5, nella zona di Manin, in un luogo che, nel momento in cui la villa fu edificata, si trovava all'esterno delle mura. Costruita intorno al 1560 per il patrizio genovese Tobia Pallavicino come villa suburbana, nel Seicento fu inclusa all'interno della cerchia delle Mura Nuove e, in seguito all'espansione ottocentesca, oggi si trova nel centro della città. La villa fu costruita intorno al 1560 dal ricco patrizio genovese Tobia Pallavicino, commerciante in allume, come soggiorno suburbano in posizione elevata sulla città, in una zona che - nel Cinquecento - si trovava all'esterno delle mura. Nello stesso periodo della costruzione della villa, Tobia Pallavicino commissionava anche il suo palazzo di città nella costruenda Strada Nuova, oggi via Garibaldi, meglio conosciuto come Palazzo Carrega Cataldi. I disegni della villa sono attribuiti a Galeazzo Alessi, a cominciare da Raffaele Soprani, sebbene già questi avesse manifestato alcuni dubbi sulla paternità progettuale, in particolare riguardo ad "alcune riforme e alcune aggiunte" di cui presume l'intervento di Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco, l'architetto del coevo palazzo di città. La villa subì qualche adattamento a carattere utilitario e un generale restauro prima del 1846. Il vasto parco fu tagliato dall'apertura di via Peschiera nella seconda metà dell'Ottocento. Tra gli ospiti di Villa delle Peschiere vi fu Charles Dickens, che lasciò testimonianza scritta del paesaggio di Genova e della spianata dell'Acquasola dal parco della villa. I Savoia nella Villa nascosero la Sacra Sindone quando i francesi avevano minacciato la conquista di Torino . Villa delle Peschiere segna una maturazione rispetto a villa Giustiniani Cambiaso (Albaro), la prima opera sicura dell'Alessi a Genova. Il progetto alessiano di Villa delle Peschiere risolve il rapporto con il giardino per mezzo di due ingressi di uguale importanza da entrambi il lati, realizzando un'organica continuità nello sviluppo dei vani centrali e nel rapporto con la scala. La facciata sud è più riccamente decorata, con una composizione geometrica e un sontuoso impianto decorativo a lesene ioniche e corinzie, con cornicione e balaustra. Gli ordini architettonici furono proiettati nel paesaggio del parco, con una serie di terrazzamenti scenografici e una serie di serliane che accompagna il visitatore in un crescendo trionfale, dal basso verso l'alto, dalla città alla villa. I motivi a stucco delle logge e il bagno esagonale, alquanto di moda nelle ville genovesi dell'epoca, furono realizzati da Marcello Sparzo, allievo del Castello. La ricca decorazione pittorica al piano nobile, quasi completamente conservata, è attribuita al Semino, con alcuni interventi di Luca Cambiaso, al quale si attribuisce il ciclo pittorico a tema mitologico di alcune sale laterali. Il giardino, di cui rimane memoria nei disegni di Martin-Pierre Gauthier, è oggi tagliato nella parte bassa da via Peschiera. Originariamente, il parco era ricco di apparati scenografici ed effetti prospettici, che modellavano l'immagine del giardino a terrazze digradanti, e di cui rimangono ancora il prospetto a serliana e la grotta artificiale, decorata con mosaici polimaterici e con cariatidi negli stipiti. Intorno alla villa, rimane ancora una zona pianeggante a giardino, che conserva in mezzo alla vasca una statua di Gian Giacomo Vansoldo. Catalogo delle Ville Genovesi, Italia Nostra, Genova 1967, p. 100-117. Federico Alizeri, Guida Artistica della Città di Genova, Genova 1846, p. 486. Raffaele Soprani, Le Vite de pittori scoltori et architetti genovesi, Genova, 1674 Riccardo Luccardini, La Circonvallazione a Monte. Genova. Storia dell'espansione urbana dell'Ottocento, Genova, SAGEP, 2012, p. 52. Martin-Pierre Gauthier, Les plus beaux edifices de la ville de Genes, Paris, 1832, II, tav. 1-6. Charles Dickens, Pictures from Italy, Paris 1846, p. 37. Guida d'Italia Liguria, Touring Club Italiano, 2009,p. 181. Ville di Genova Castelletto Spianata dell'Acquasola Galeazzo Alessi Wikiquote contiene citazioni di o su Villa delle Peschiere Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa delle Peschiere

Villa Gropallo dello Zerbino
Villa Gropallo dello Zerbino

Villa Balbi Durazzo Gropallo "Dello Zerbino" è una storica dimora cinquecentesca italiana, situata nel quartiere di Castelletto, in un'area che, quando la villa fu costruita, si trovava al di fuori delle mura cittadine ed era incolta (in Lingua ligure zerbo, da cui deriva il toponimo "Zerbino"). Costruita fra il 1599 e il 1603 come residenza estiva dei nobili genovesi Stefano e Giovanni Battista Balbi, nel Settecento passò a Marcello III Durazzo, quindi alla famiglia Gropallo. È di proprietà della famiglia Castelbarco Albani, utilizzata come sede di riunioni ed eventi. La villa fu costruita fra il 1599 e il 1603 come residenza estiva dei nobili genovesi Stefano Balbi, ambasciatore a Milano, e Giovanni Battista Balbi. Passata nel Settecento a Marcello III Durazzo, all'inizio dell'Ottocento fu rinnovata dall'architetto genovese Emanuele Andrea Tagliafichi, che si dedicò in particolare alla risistemazione del parco. Durante l'espansione urbana ottocentesca, la villa e il suo parco non furono toccate e la città circonda oggi la villa senza comprometterne l'unità monumentale. Alla fine dell'Ottocento, la villa passò alla famiglia Gropallo fino al 1995, quando l'ultima discendente, la marchesa Laura Gropallo della Sforzesca, la lasciò ai figli Cesare e Marcello Castelbarco Albani. La villa oggi viene affittata come sede di riunioni ed eventi. L'architettura della villa segue la tradizionale tripartizione alessiana della facciata. Anche l'impostazione interna è tradizionale, con ambienti centrati attorno alle stanze principali. La decorazione interna, ancora ben preservata, include gli affreschi secenteschi al piano nobile di Domenico Piola e Gregorio De Ferrari, quest'ultimo l'autore dell'affresco del salone centrale, rappresentante Il Tempo e le Stagioni. Il piano terra, rinnovato in stile neoclassico dal Tagliafichi nel Settecento, ha una grande sala aperta al giardino, decorata da Giovanni Barabino e Michele Canzio. Il parco fu rimodellato all'inizio dell'Ottocento dal Tagliafichi, con terrazzamenti, scaloni, un ninfeo e una grotto romantica. Il nobile Ippolito Durazzo, ritiratosi a vita privata dopo la caduta della Repubblica di Genova nel 1815, si dedicò alla ricerca botanica e contribuì ad abbellire il giardino con molte specie pregiate. Il giardino e la villa nelle foto di Paolo Monti, 1964 Catalogo delle Ville Genovesi, Genova, Italia Nostra, 1969, pp. 118-131. Riccardo Luccardini, La Circonvallazione a Monte. Genova. Storia dell'espansione urbana dell'Ottocento, Genova, SAGEP, 2012, p. 52, ISBN 9788863731965. Martin-Pierre Gauthier, Les plus beaux edifices de la ville de Genes, Paris, 1832, II, tav. 1-6. Guida d'Italia Liguria, Touring Club Italiano, 2009, p. 182. Ville di Genova Genova Villa delle Peschiere Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Gropallo dello Zerbino Villa Gropallo dello Zerbino, su fosca.unige.it. URL consultato il 25 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2018). Villa Gropallo dello Zerbino, su arte.it.

Chiesa di San Paolo (Genova)
Chiesa di San Paolo (Genova)

La chiesa di San Paolo è un edificio religioso di Genova, nel quartiere di Castelletto in via Acquarone, e la sua comunità parrocchiale fa parte del vicariato di Castelletto dell'arcidiocesi di Genova. La proposta di costruire a Genova una chiesa dedicata a San Paolo di Tarso fu presentata da mons. Enrico Lagomarsino al cardinale Carlo Dalmazio Minoretti nel 1936, in seguito al discorso tenuto da papa Pio XI in occasione del diciannovesimo centenario della conversione di San Paolo. Il progetto della chiesa fu elaborato nel 1937 dall'architetto Pietro Fineschi e completato dal figlio Alfonso Fineschi. Il terreno fu donato dai conti Bruzzo, mentre l'apertura della piazza e i collegamenti viari furono realizzati con apposite raccolte di fondi. A causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, l'edificazione dell'attuale chiesa poté iniziare soltanto il 7 ottobre 1956. La chiesa fu aperta al culto il 31 ottobre 1959 e consacrata il 28 giugno 1960. La parrocchia fu eretta con decreto arcivescovile il 12 agosto 1939 e fu inizialmente basata in una piccola cappella inaugurata dal cardinale Pietro Boetto. La chiesa è ad un'unica navata a croce latina. All'interno sono conservati un crocifisso in bronzo nel presbiterio e una statua bronzea raffigurante San Paolo dello scultore Giovanni Battista Airaldi, e un dipinto del Sacro Cuore di Gesù, opera del pittore Mattia Traverso Tomaso Pastorino, Storia delle strade di Genova, vol. 1, Genova, Edizioni Tolozzi, 1973, p. 9. Storia della Parrocchia di San Paolo, su Parrocchia di San Paolo Genova. Culto e arte, su Parrocchia di San Paolo Genova. Arcidiocesi di Genova Castelletto (Genova) Via Acquarone (Genova) Villa Madre Cabrini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Paolo Sito ufficiale, su sanpaologenova.it. Chiesa di San Paolo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Approfondimenti sul sito dell'Arcidiocesi di Genova, su diocesi.genova.it (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).