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Casa Sirotti

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La casa Sirotti è un edificio storico presente a Cesena, annesso al Palazzo Sirotti Gaudenzi. Le origini dello stabile risalgono al periodo malatestiano (XV secolo). Secondo la tradizione, vi avrebbe dimorato san Carlo Borromeo, di cui, sino al XIX secolo, era visibile un ritratto affrescato nel vano dello scalone dell'edificio. Il Palazzo, caratterizzato da due sobrie facciate (sulla via Montalti e sulla via Pasolini) di epoca rinascimentali, conserva un'antica loggia presente nella corte interna. In particolare, quest'ultima è abbellita da pilastri e colonne alla sommità delle quali vi sono capitelli di epoca malatestiana.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Casa Sirotti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Casa Sirotti
Via Cesare Montalti, Unione dei comuni Valle del Savio

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Via Cesare Montalti 9
47521 Unione dei comuni Valle del Savio, Quartiere Centro Urbano
Emilia-Romagna, Italia
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Luoghi vicini

Biblioteca Malatestiana
Biblioteca Malatestiana

La Biblioteca Malatestiana di Cesena fu fondata a metà del XV secolo grazie agli sforzi congiunti del signore della città, Domenico Malatesta, e dei frati francescani del locale convento, che ospitarono nei propri edifici la raccolta di libri: questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Prima del suo genere, crebbe per fama e importanza nel corso dell'età moderna e raccolse diverse opere manoscritte, incatenate a una serie di plutei collocati nell'Aula del Nuti. Il suo patrimonio sopravvisse all'occupazione francese e alla trasformazione della biblioteca in caserma (1797-98) grazie agli sforzi della cittadinanza che riebbe in possesso il complesso conventuale qualche anno dopo: nel 1807 la Malatestiana fu ristabilita nel suo stato originale, da allora lasciato invariato. Infatti si sviluppò una biblioteca comunale (detta Malatestiana nuova) che, nel corso del XIX secolo, fu via via ampliata negli spazi e nella raccolta, diventando un'istituzione aperta a tutti. Sopravvissuta indenne alla seconda guerra mondiale e oggetto di restauri e valorizzazioni, nel 2005 l'UNESCO riconobbe la grande importanza culturale e storica della Malatestiana antica, inserendola nel Registro della Memoria del mondo. Tra vecchia e nuova biblioteca, la Malatestiana conserva quasi 380 000 volumi, comprese migliaia di opere manoscritte di grande valore, quotidiani, riviste, fotografie, lettere e articoli di numismatica.

Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Cesena)
Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Cesena)

La chiesa di Santa Maria del Suffragio è un edificio di culto cattolico situato in via Zefferino Re, nel centro storico di Cesena. La confraternita omonima venne fondata nel 1633 per suffragare le anime del Purgatorio, mentre la piccola chiesa venne edificata tra il 1685 e il 1689, su progetto dell'architetto cesenate Pier Mattia Angeloni. Agli originali tre altari furono apposti quadri di Giovan Battista Razzani. Nella seconda metà del Settecento, la facciata e l'interno della chiesa furono pesantemente ritoccati venendo ad assumere l'aspetto attuale. Sull'altare maggiore si trova la pregevole Natività della Vergine con San Manzio vescovo, che il molfettese di nascita e napoletano di formazione Corrado Giaquinto eseguì per questa chiesa nel 1752. L'esterno della chiesa oggi appare nudo e solo la porta è quella originaria del Seicento. Al contrario, l'interno è ricco e di gusto barocco: frutto per lo più della tarda decorazione (stucchi, cornici, cartigli, ghirlande, scheletri e allegorie) di Francesco Calligari. Nella controfacciata si trova un organo del 1761. Nella disposizione attuale, sulla destra c'è l'altare che era quello maggiore prima dei cambiamenti settecenteschi: vi è posto il dipinto con I santi Liborio, Giuseppe e Luigi Gonzaga (di Francesco Anderini, del 1751) con una statua della Madonna Addolorata; ai lati si trovano due statue del Calligari. La prestigiosa ancona marmorea che la racchiude fu realizzata nel 1753 dal marmista Giovanni Fabbri di Fossombrone su progetto dello stesso Giaquinto. Ai lati dell'altare si trovano statue della Carità e della Speranza del riminese Antonio Trentanove (1801), allievo di Antonio Canova. Sulla sinistra si trova l'altare con L'Immacolata, il Bambin Gesù benedicente, san Giuseppe sposo di Maria, san Francesco d'Assisi, san Marco Evangelista, sant'Antonio da Padova, san Nicola da Tolentino e le Anime purganti del Razzani, con ai lati altre due statue del Calligari. Prima delle razzie napoleoniche ospitava una Santa Margherita da Cortona del Guercino (1648), ora custodita nei Musei Vaticani. Denis Capellini, Guida di Cesena, città malatestiana, Cesena, Il ponte vecchio, 2001. ISBN 88-8312-175-9. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria del Suffragio

Palazzo Romagnoli
Palazzo Romagnoli

Il palazzo Romagnoli (ex palazzo Maraldi) è situato lungo l'antica contrada Uberti, a Cesena, a lungo proprietà della famiglia Romagnoli. Acquistato da Prospero Romagnoli che nel 1717 andò ad abitarvi, rimase sino alla estinzione della casata nel 1899 di proprietà dei marchesi Romagnoli. Il marchese Prospero Romagnoli acquistò un primordiale edificio dalla famiglia Maraldi nel 1711 ; venne poi ristrutturato dal figlio Michelangelo Romagnoli (1719-1780) fra il 1753 e il 1765 su un progetto da lui stesso elaborato. L'architetto Pietro Carlo Borboni curò la chiusura del cortile sul lato delle mura. L'ala sinistra venne eretta dal Melchiorre Romagnoli dopo il 1789. Successivamente il palazzo venne suddiviso fra diversi proprietari. Le volte del piano nobile e della galleria del secondo piano furono affrescate da Giuseppe Milani mentre le logge e gli angoli del salone vennero arredate con sculture di Francesco Callegari; le porte e le superfici lignee intagliate con stile rococò sono opera di Giovanni Urbini. La pianta dell'edificio è a "U" con corpo centrale a tre piani affiancato da due ali più basse. Attraverso un profondo androne si raggiungono le scale laterali simmetriche, conducenti ai piani superiori. L'esterno si caratterizza per il suo grande portale a tutto sesto, inquadrato da colonne in pietra d'Istria e, e sormontato da un balcone anch'esso di pietra d'Istria. All'interno, nel piano di riposo dello scalone di destra si trovano statue di Francesco Calligari, nel salone d'onore sono collocati i dipinti del Milani(tra cui la grande "Apoteosi di Giulio Cesare" dipinta dal 1755 al 1760) sempre di Giuseppe Milani, e della sua bottega sono le decorazioni pittoriche degli altri ambienti del palazzo; gli arredi lignei sono della bottega di Giovanni ed Antonio Urbini. Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9. Lelio Burgini, "I Marchesi Romagnoli" in Corriere Romagna, ed.Cesena, 21 marzo 1999 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Romagnoli

Palazzo Ghini
Palazzo Ghini

Il Palazzo Ghini si trova nel centro storico di Cesena in corso Sozzi, su un'area nella quale i ritrovamenti effettuati accertano la presenza di edifici romani del I secolo a.C. Fu per oltre un secolo la residenza dei marchesi Ghini. Esiste un secondo palazzo omonimo nella vicina via Chiaramonti. La famiglia Ghini nel 1654 acquistò dei terreni per trasferirsi in città. Il palazzo venne commissionato nel 1680 dai fratelli Giacomo Francesco e Alessandro Bruno Ghini all'architetto cesenate Pier Mattia Angeloni; venne costruito all'incrocio dell'antica strada Cervese e la contrada S. Zenone. Inizialmente il progetto prevedeva una pianta ad "U" ma poi furono realizzati solo i corpi di fabbrica su corso Sozzi e, parzialmente, su via Uberti; la facciata su corso Sozzi rimase incompiuta nelle finiture lapidee. All'interno, nel salone d’onore, vennero eseguite intorno al 1720 delle pitture con soggetti storico-mitologici tipiche del tardo barocco. In seguito ad una divisione tra eredi, Monsignor Ghino Ghini riuscì ad acquistare l'intera proprietà del palazzo dando poi al palazzo la connotazione di residenza ecclesiastica per poi donarlo all'Ordine dei Gesuiti cesenati, che, secondo la sua volontà, vi stabilì la propria sede dal 1942 al 1962 e vi aprì una scuola apostolica. Divenne poi proprietà della curia. Sugli spigoli in pietra d'Istria si trovano le insegne pontificie di Papa Pio VI. La facciata interna del cortile presenta uno degli squarci più suggestivi di tutta la Romagna: si tratta di uno splendido loggiato a tre ordini, con colonne in pietra bianca ai due inferiori, dal quale è possibile godere di una delle visioni frontali della Biblioteca Malatestiana. Dallo scalone si accede a una loggia ornata da quattro statue di Francesco Calligari (Minerva, Cerere, Gloria e Marte); da qui si accede al grande salone d'onore, caratterizzato dal ciclo pittorico di Giacomo Bolognini, realizzato tra il 1719 e il 1721. Sono presenti tuttora, dono ufficiale e personale dei Papi Pio VI e Pio VII parenti stretti della famiglia, i busti marmorei raffiguranti gli stessi Papi e per cui i due Sommi Pontefici avevano posato. Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9. Curzio Maria Ghini, I Ghini di Roccabernarda. Baldoni, Daniela (a cura di), Scavi archeologici a Cesena: storia di un quartiere urbano, Ravenna, Essegi, 1998, ISBN 978-88-7189-260-3. Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9. Curzio Maria Ghini, I dipinti di palazzo Ghini a Cesena, Forlì, 1977. Archeologia dell'Emilia-Romagna 1/2, 1997. Palazzi di Cesena Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Ghini