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Conca (fiume)

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2007 05 11 Foce del fiume Conca (Portoverde Misano Adriatico)
2007 05 11 Foce del fiume Conca (Portoverde Misano Adriatico)

Il Conca è un fiume dell'Appennino riminese. È un corso d'acqua a carattere torrentizio, il principale esistente nella vallata ove anticamente scorreva il fiume Crustumium. Nasce a oltre 1300 metri di altitudine dal monte Carpegna. Dopo un corso di circa 47 km prevalentemente rettilinei sfocia nel mare Adriatico. Nel suo ultimo tratto fa da confine tra i comuni di Cattolica e di Misano Adriatico (ma la foce del fiume appartiene completamente al territorio di quest'ultimo comune). Riceve due affluenti nel comune di Misano Adriatico: la Fossa del molino ed il Ruscello. Il tratto iniziale scorre nel comune di Montecopiolo (RN). Attraversa le località di Monteboaggine, Monte Cerignone (qui entra nella provincia di Pesaro-Urbino), il territorio comunale di Monte Grimano Terme fino a raggiungere la piana di Mercatino Conca da dove il suo letto si allarga e il suo corso rallenta. Il fiume poi rientra in provincia di Rimini attraversando Fratte di Sassofeltrio e lambendo Santa Maria del Piano, Taverna, Morciano di Romagna, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Santa Monica di Misano Adriatico, per riversarsi, presso Portoverde, nel mare Adriatico. Nel 1978 è stata costruita lungo il suo corso, per volontà dei comuni circostanti, una diga artificiale che ha formato un lago artificiale, il bacino del Conca: l'opera, ubicata a tre chilometri dal mare, aveva lo scopo di rifornire e mantenere a livello le falde acquifere, dalle quali era poi prelevata l'acqua e convogliata nella rete degli acquedotti comunali, oltre ad impedire il fenomeno della subsidenza. Negli anni '90 il rifornimento idrico assicurato dall'Acquedotto della Romagna ha reso sostanzialmente inutile a tali fini l'utilizzo della diga, i cui impianti vengono ora attivati solo durante la stagione estiva. Attorno ad essa e lungo il tratto terminale del fiume, tra Cattolica e Morciano di Romagna, si stende il Parco fluviale del Conca. La sua creazione creò non pochi problemi di erosione all'arenile a causa dell'ubicazione a tre chilometri dalla foce dello stesso fiume. Le specie ittiche presenti nelle sue acque riguardano in maggior modo i ciprinidi: possiamo trovare la carpa, il cavedano, il barbo padano e la più comune alborella. Nella zona della foce sono presenti inoltre pesci acqua salmastra, prevalentemente anguilla e cefali. Lungo il fiume, probabilmente sulla foce, è documentata storicamente la presenza di un insediamento fortificato di matrice bizantina (Conke), oggi scomparso. Tutt'oggi sulla foce del Conca permane la presenza di un piccolo colle emergente sulla sommità del quale esistono i resti di una antica torre, che dà il nome alla località Torconca. Nei secoli passati le cartografie riportavano la presenza al largo della foce, a Cattolica, dei resti sommersi di un'antica città, facendo nascere la leggenda della "città profondata" denominata Conca o Valbruna. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Conca

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Conca (fiume)
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Emilia-Romagna, Italia
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2007 05 11 Foce del fiume Conca (Portoverde Misano Adriatico)
2007 05 11 Foce del fiume Conca (Portoverde Misano Adriatico)
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Misano Adriatico
Misano Adriatico

Misano Adriatico (Misên in romagnolo) è un comune italiano di 14 133 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna. Il comune si sviluppa su una superficie di 22,4 km² tra la linea di costa Adriatica a nord-est, il corso del fiume Conca a sud-est che lo separa da Cattolica e San Giovanni in Marignano, il territorio di San Clemente e Coriano a sud-ovest ed il territorio di Riccione a nord-ovest. Da quest'ultimo comune è separato da corsi d'acqua quali il fosso Raibano, la Fossa ed il rio Alberello (i cui affluenti sono il rio Gorguccia ed il rio del Fossetto) che nasce nella frazione di Scacciano. Il territorio comprende nell'entroterra un'oasi naturalistica sul fiume Conca. Le altitudini sul livello del mare variano da un minimo di 1 m ad un massimo di 167 m nei pressi di monte Annibolina per un'altitudine media di 49 m. Il centro abitato antico, Misano Monte, a 97 m, comprende la chiesa dedicata al patrono San Biagio; si colloca su una collina intagliata a nord dal rio Pancione ed a sud dal rio del Pozzetto, che confluiscono sulla sinistra nel rio dell'Agina. Classificazione climatica: zona E, 2137 GR/G La presenza umana nel territorio di Misano risale al Neolitico. Appartengono a quest'epoca i manufatti ritrovati nel sottosuolo durante gli scavi per la costruzione dell'Autodromo di Santa Monica. I reperti sono conservati nel Museo della Città di Riccione. Quando i romani occuparono la zona, collegarono con una strada la città di Rimini con i territori già conquistati . Vi sono tracce di insediamenti nelle zone dell'Agina, Santa Monica e Belvedere. La prima notizia scritta su un insediamento medievale nel territorio riguarda la costruzione nel 997 della Pieve di San Biagio o Sant'Erasmo, una delle più antiche della zona e tuttora esistente. La giurisdizione della pieve confinava con quelle di San Giorgio in Conca, Saludecio, San Savino, San Lorenzo in Strada e si estendeva soprattutto sulla zona compresa fra le ultime colline alla sinistra del Conca e la foce del fiume. Attorno alla pieve nacque il nucleo abitativo che divenne Misano Monte. Dal 1295 e 1528 il borgo fu sotto il dominio dei Malatesta che vi edificarono un castello di cui restano oggi solo l'arco d'accesso e parte della torre (che venne poi riprodotta nello stemma). Successivamente, a seguito della decadenza della dinastia Malatestiana, entrò a far parte dello Stato Pontificio fino all'unità d'Italia. Nel 1511 viene riconosciuto come Comune autonomo; il territorio fu ricavato dal comune di San Clemente. Nel 2011 si sono celebrati i 500 anni dalla fondazione. Dopo il 1511 il Comune di Misano perdette più volte l'autonomia amministrativa per motivi finanziari. In quelle circostanze Misano venne annessa a uno dei comuni limitrofi, fino a quando non riconquistò l'autonomia nel 1827 distaccandosi da San Giovanni in Marignano. Rischiò di perderla nuovamente nel 1935 a vantaggio di Cattolica, che richiedeva l'annessione del territorio misanese (soprattutto dell'arenile) per il proprio sviluppo turistico. La richiesta fu respinta anche per intervento di Benito Mussolini, e fu emanato nel 1938 un provvedimento col quale venne modificato il nome da Misano in Villa Vittoria (la cui origine risaliva al 1862) per assumere, poi, l'attuale di Misano Adriatico. Dopo il secondo conflitto mondiale venne avviata la ricostruzione, con lo sviluppo turistico che portò nel 1949 al trasferimento della sede comunale da Misano Monte all'odierna zona rivierasca. Nella toponomastica una particolarità è la denominazione di diversi sobborghi con nomi di stati latinoamericani. Questo ha fatto seguito al ritorno in patria di cittadini misanesi che erano emigrati in cerca di fortuna nell'Ottocento. Essi costituirono piccole comunità sul territorio, caratterizzando quartieri che oggi sono centri residenziali importanti come Misano Brasile (lungo la costa al confine con Riccione), Villaggio Argentina (nell'entroterra al confine con Riccione). Altri due piccoli centri sono il Canadà (lungo il Fiume Conca, tra le frazioni di Le Casacce e Belvedere), l'Uruguay ed il Paraguay (nelle vicinanze della frazione di Portoverde). Da allora Misano vide una notevole crescita di popolazione. Oggi è annoverata fra le località balneari di rilievo della riviera romagnola. Le più importanti strutture, costruite nel dopoguerra, sono: il porto turistico di Portoverde (1963), il circuito motociclistico Misano World Circuit (ex-Circuito Internazionale Santamonica, costruito nel 1972), lo stadio comunale Santamonica (1993) e i rinnovati arredi urbani della centrale via Repubblica (2000) e del lungomare (2004) realizzati con la consulenza dell'architetto Paolo Portoghesi. L'elemento dominante di questo arredo urbano è il mare, ripreso in varie figurazioni anche con mosaici e fontane. Nel 2011 sono stati inaugurati un nuovo tratto dell'arredo urbano del lungomare nella zona nord fino al confine con il comune di Riccione e il Parco del Sole nella frazione di Misano Brasile. La torre e la stretta di mano simboleggiano la concordia scesa tra le varie frazioni che hanno deciso di unirsi sotto un'unica torre, appunto quella del comune. Chiesa dei Santi Biagio ed Erasmo: è la chiesa parrocchiale di Misano Monte, dedicata al patrono San Biagio; Chiesolina dell'Agina. Oratorio agostiniano situato sul poggio dell'omonimo rio. Edificato presumibilmente su una costruzione romana, ha subito molte modificazioni nel tempo. Dopo il terremoto del 1786, venne ricostruita grazie ai Cavalieri di Malta. Di mattoni a vista, la facciata è impreziosita da un elegante e semplice campanile a vela. Per secoli ha ospitato il Crocifisso dell’Agina, opera d'arte della scuola riminese della prima metà del Trecento che ora si può ammirare sull'altare maggiore della chiesa di Misano Adriatico. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.165 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Albania 463 3,81% Romania 149 1,23% La Biblioteca Comunale svolge un particolare ruolo nella promozione della cultura. Da diversi anni organizza regolarmente cicli di conferenze filosofiche ospitando grandi figure della cultura italiana. Ogni incontro vede la presenza di un pubblico di centinaia di persone, provenienti da tutta la Romagna e dalle Marche. Voci nell'arena, spettacoli teatrali, la prima settimana di luglio Festival internazionale di interpretazione pianistica, la prima settimana di agosto. Sul lungomare, oltre ai tratti esistenti, si stanno realizzando ulteriori tratti di pista ciclabile per dare continuità al progetto della Ciclovia Adriatica (il ramo n. 6 della rete nazionale BicItalia), che una volta completata metterà in collegamento tutte le località della costa adriatica italiana, per una lunghezza superiore ai 1000 km, favorendo la mobilità sostenibile locale e il cicloturismo durante tutte le stagioni dell'anno. Lista dei sindaci dal Dopoguerra: Misano Adriatico è Bandiera blu FEE per le spiagge dal 1987. Dal 2000 è anche Bandiera Blu per gli approdi turistici di Portoverde. Nella frazione di Santa Monica si trova l'autodromo Misano World Circuit Marco Simoncelli (fino al 2006 denominato Circuito Internazionale Santamonica). Dopo la scomparsa del pilota corianese Marco Simoncelli, avvenuta il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio motociclistico della Malesia, tifosi ed appassionati hanno portato avanti l'idea di intitolare il circuito di Misano alla memoria del pilota. Il 2 novembre 2011 l'amministrazione del Misano World Circuit ha accolto la proposta. I maggiori eventi che si disputano su questo circuito sono il Gran Premio motociclistico di San Marino e della Riviera di Rimini del Motomondiale ed il Gran premio di San Marino del Campionato Mondiale di Superbike. Sul territorio comunale si svolge la seconda semitappa (una cronosquadre) della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali. Nel 2005 e 2006 si è corso anche il Gran Premio Città di Misano-Silver Cross e le due edizioni sono state rispettivamente vinte da Guilermo Rubén Bongiorno e Daniele Bennati. Il 19 maggio 2011 c'è stato il passaggio della dodicesima tappa Giro d'Italia con l'attraversamento del comune da parte della carovana rosa dalla Strada statale 16 Adriatica alla litoranea. Dal 2022 il Misano World Circuit Marco Simoncelli ospita il Gran Premio Misano 100, gara riservata ai corridori Elite e Under 23. Ha sede nel comune la società di calcio S.S. Misano fondata nel 2021, nata dalla fusione tra le associazioni sportive F.C.D. Misano e A.S.D. Vis Argentina. Tutte le squadre hanno disputato campionati dilettantistici regionali. Le partite interne vengono disputate allo Stadio Comunale Santamonica, che ha una capacità di circa 8000 posti. A Misano si celebra il Festival della Pallamano, dove squadre italiane giocano oltre che nel campetto normale anche a beach handball e street handball. Storia di Misano Adriatico dal 1500 ai giorni nostri, Autori vari, Rimini, Bruno Ghigi editore, 1989 Racconti e testimonianze del Novecento vissuto da noi, ovvero Misano com'era una volta, Michela Taddei Saltini, Rimini, Raffaelli editore, 2004 Misano Adriatico 1900/1970 - Per non dimenticare com'eravamo, Flavio Marchetti e Claudio Baschetti, Silver Books edizioni, 2008 Portoverde 50: 1963-2013, Giancarlo Mantellato, Litografia LA.SER, Coriano, 2013 Fiume Conca Riviera romagnola Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Misano Adriatico Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Misano Adriatico Sito ufficiale, su comune.misano-adriatico.rn.it.

Chiesa di San Pio V (Cattolica)
Chiesa di San Pio V (Cattolica)

La chiesa di San Pio V è la parrocchiale di Cattolica, in provincia e diocesi di Rimini; fa parte del vicariato del Litorale Sud. L'edificio fu realizzato a seguito dello sviluppo della comunità residente nell'abitato di Cattolica e delle conseguenti opere di rinnovamento urbano che nella prima metà del XIX secolo avevano comportato la costruzione di un nuovo tratto stradale che aggirava la via Flaminia, l'unico asse stradale che attraversava il centro cittadino. La confluenza tra i due assi stradali aveva comportato la creazione di una nuova vasta piazza nel paese, alternativa a quella più angusta costituita dallo spazio fronteggiante l'unica chiesa cittadina, di origine medievale, dedicata a Sant'Apollinare. Fu pertanto decisa l'edificazione nella nuova piazza di una nuova chiesa, interamente finanziata da Papa Pio IX, colpito dalla religiosità dimostrata dagli abitanti. Il progetto fu eseguito dal riminese Filippo Morolli e dal verucchiese Antonio Tondini secondo gli stilemi del neoclassicismo. La costruzione iniziò nel 1858 e si protrasse fino al 1869, rallentata da problemi economici e dalla contemporaneo conflitto tra Savoia e Stato pontificio che portò Cattolica a far parte del Regno d'Italia nel 1861. La chiesa fu inaugurata nel 1870 e dedicata a San Pio V, che diverrà poi patrono del Comune di Cattolica, una volta ottenuta l'autonomia da San Giovanni in Marignano. Il campanile fu costruito quasi un secolo dopo, tra il 1950 ed il 1951, grazie alle offerte dei fedeli: alto 52 metri, fu progettato in stile romanico-padano dall'ingegnere Eligio degli Angeli, che si ispirò a quello dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì nel 1951 la Fonderia "Angelo Bianchi e figli" di Varesefornì un concerto di 4 campane in Mib3. Nel 1993 la fonderia "Paolo Capanni" di Castelnovo ne'Monti provvide alla rifusione della campana maggiore, a seguito di una crepa della precedente. La chiesa è stata oggetto di importanti restauri, sia esterni che interni, nel 2001: in particolare la facciata, che era stata rimodernata negli anni cinquanta con un rivestimento di piastrelle ceramiche trasformando le due lunette laterali della facciata in grandi vetrate circolari, è stata riportata alla originale configurazione ottocentesca. La chiesa è a tre navate, di impianto neoclassico, ed era in origine definita "disadorna e austera" in quanto priva di ogni opera pittorico. L'apparato decorativo ed iconografico interno, come lo si vede tutt'oggi, è frutto degli interventi eseguiti nel 1928 e di nuovo negli anni quaranta ad opera di Fortunato Teodorani. All'interno della chiesa vi è un grande quadro avente a soggetto il papa Pio V mentre addita sullo sfondo la battaglia di Lepanto, epocale vittoria navale cristiana sull'Impero ottomano, che ebbe luogo durante il suo pontificato: il quadro, all'atto della edificazione della chiesa, era posto sopra all'altare e solo in seguito è stato spostato su un muro perimetrale nella navata sinistra; anch'esso è stato oggetto di restauro nel 2001 assieme alle decorazioni interne. Pier Giorgio Pasini e Mario Zuffa, L'arte e il patrimonio artistico e archeologico, in Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni, Bruno Ghigi, 1978. Cattolica (Italia) Diocesi di Rimini Parrocchie della diocesi di Rimini Regione ecclesiastica Emilia-Romagna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Pio V

Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce
Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce

La stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce è uno scalo ferroviario viaggiatori e merci della linea ferroviaria Bologna-Ancona, ubicato sul territorio di Cattolica (RN). La stazione venne edificata nell'ambito dei lavori di costruzione dell'asse ferroviario Bologna-Ancona ed entrò in esercizio in concomitanza con l'apertura ufficiale della tratta di 93 km Rimini-Falconara Marittima-Ancona, avvenuta il 17 novembre 1861, inaugurata dieci giorni prima dal passaggio di Vittorio Emanuele II diretto con la sua corte sino al nodo terminale di Ancona. Con tale inaugurazione si attuava il definitivo collegamento ferroviario tra Bologna e le località della Riviera adriatica. L'intera struttura ferroviaria venne gestita inizialmente dalla concessionaria Società generale delle strade ferrate romane, ma dopo il riordino delle ferrovie previsto dalla legge del 14 maggio 1865, n. 2279 fu affidata dallo Stato alla Società per le strade ferrate romane, per passare dopo pochi anni, a seguito della crisi di quest'ultima, alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali che la mantenne fino alla statalizzazione delle ferrovie attuata del 1905. La stazione inizialmente era denominata "Cattolica-San Giovanni" (Cattolica rimase una frazione del comune di San Giovanni in Marignano fino al 1896); dal 1950 ha assunto la nuova denominazione di "Cattolica-San Giovanni-Gabicce" diventando scalo anche del comune marchigiano di Gabicce Mare. La stazione dispone di tre binari. L'impianto è servito solo da treni regionali nel periodo invernale mentre nel periodo estivo effettuano servizio di fermata nella stazione anche treni InterCity e Frecciarossa. Nella stagione estiva è anche fermata dei treni "Orobic Line". La stazione è priva di capostazione ed è gestita in telecomando dal Dirigente Centrale Operativo (DCO) di Bari Lamasinata. La stazione è servita da treni regionali svolti da Trenitalia Tper e Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la regione Emilia-Romagna e le Marche. A novembre 2019, la stazione risultava frequentata da un traffico giornaliero medio di circa 1 639 persone (822 saliti + 817 discesi). La stazione è classificata da RFI nella categoria silver. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Bar Servizi igienici Sala di attesa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce Ancona, dall'arrivo del primo treno alla attuale stazione

San Giovanni in Marignano
San Giovanni in Marignano

San Giovanni in Marignano è un comune italiano di 9 376 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna. È situato nella parte sud-orientale della provincia di Rimini, all'estremo lembo meridionale dell'Emilia-Romagna e al confine con la regione Marche. Il capoluogo è attraversato dal torrente Ventena mentre il territorio comunale è compreso tra il fiume Conca ed il torrente Tavollo. Si colloca nella fascia pedecollinare a ridosso delle ultime propaggini dell'Appennino. Confina a nord con Cattolica, a nord-ovest con Misano Adriatico, ad ovest con San Clemente, a sud-ovest con Morciano di Romagna, a sud con Saludecio e ad est con le Marche (Tavullia e Gradara). Il toponimo è l'unione di due nomi: San Giovanni, riferito alla chiesa di San Giovanni Battista in Castelvecchio (il primo nucleo abitativo del paese) e Marignano, poiché il borgo era vicino al fundus rusticus Mariniani, un fondo agricolo di epoca tardo-romana il cui proprietario si chiamava, presumibilmente, Marinus. San Giovanni in Marignano è la porta d'ingresso della Valconca. La valle del Conca era abitata fin dal Paleolitico. I Romani fondarono un insediamento che, con ogni probabilità, era caratterizzato da una villa dedita alla produzione agricola e al commercio con il Mediterraneo, sita nella zona di Madonna del Monte, in territorio collinare. Nella seconda metà del XIII secolo l'abitato fu trasferito in pianura, in prossimità del torrente Ventena, grazie all'opera di bonifica e di dissodamento attuata dai Benedettini Cassinesi di Ravenna. I monaci impiantarono coltivazioni di grano, uva ed ulivo. Nel Quattrocento il territorio riminese, e quindi anche San Giovanni in Marignano, era dominato dalla Signoria dei Malatesta, sotto il controllo nominale dello Stato della Chiesa. Palazzo Corbucci era la residenza estiva di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. I Corbucci erano la famiglia più nobile e antica del paese. Tra il 1438 e il 1442 Sigismondo Pandolfo dotò San Giovanni in Marignano di una nuova cinta muraria, con sei torrioni e due torri a difesa, rispettivamente di Porta Pesaro e di Porta Rimini, ciascuna dotata di ponte levatoio. Le mura del borgo fortificato, tuttora largamente visibili seppure inglobate in proprietà private, hanno oggi punti significativi di delimitazione nella torre campanaria, nel teatro Massari, nel ponte sul Ventena (nella parte a nord-est della città) e in alcuni bastioni superstiti. Questo impianto, realizzato in pianura, difendeva i depositi di grano conservati nel sottosuolo del borgo. Ogni proprietario terriero aveva la sua fossa. Nel XV secolo infatti sono attestate oltre 200 fosse da grano e ancora nell'Ottocento, nella strada principale, Corso XX Settembre, sono presenti e censiti nell'Archivio storico comunale, 128 contenitori ipogei, in parte tuttora visibili. San Giovanni in Marignano fu stretto d'assedio senza successo dal Piccinino (1443). Passò a Venezia nel 1504 e, infeudato ai duchi di Urbino nel 1508, passò alla Santa Sede restandovi fino al 1859, salvo la breve parentesi napoleonica dal 1797 al 1814. Nel 1897 si ha la scissione dell'appodiato di Cattolica, che diventa comune autonomo, sancendo così la separazione tra due ben distinte economie: quella marinara (poi anche turistica) di Cattolica e quella agricola (poi anche industriale) di San Giovanni. Cospicua è la partecipazione dei contadini ai moti agrari del 1913. La seconda guerra mondiale coinvolge direttamente il paese, situato lungo la Linea Gotica. Il secondo dopoguerra è inizialmente difficile, manca il lavoro e riprende l'emigrazione, soprattutto verso Svizzera e Germania. La ripresa prende avvio dagli anni cinquanta quando si espande il turismo balneare nella vicina Cattolica; ciò stimola le attività artigianali e l'emigrazione cessa. Viene realizzata, dalla fine degli anni sessanta, l'area artigianale a monte del nuovo casello autostradale, aiutata da agevolazioni riservate alle aree depresse. Con la crescente produzione artigianale e industriale, soprattutto nei settori della moda e della cantieristica navale, il paese, già zona di emigrazione, diventa luogo di immigrazione. Lo stemma e il gonfalone del comune di San Giovanni in Marignano sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 febbraio 2003. Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro. Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, popolarmente chiamata Chiesa di Santa Lucia. Fu edificata alla fine del XIX secolo su una chiesa preesistente del Cinquecento. All'interno è custodito l'affresco di una Madonna in trono con Bambino che è stato sempre venerato come miracoloso, grazie alla compresenza dei Santi Rocco e Sebastiano, invocati soprattutto durante le pestilenze. La Torre civica o Torre dell'Orologio: è oggi l’ingresso al centro storico vero e proprio ed uno dei monumenti più antichi, infatti il suo arco risale al XIII secolo. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 663 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Albania 174 1,91% Romania 96 1,06% Antica Fiera di Santa Lucia Fiera che rievoca le tradizioni legate al solstizio invernale, alla celebrazione della Santa patrona della vista e alla vocazione contadina del borgo, da sempre caratterizzato per la produzione di grano, olio e uva. Si svolge nella settimana intorno al 13 dicembre. Per una secolare e radicata tradizione, a S. G. in Marignano le Feste natalizie cominciano con Santa Lucia. Notte delle Streghe Manifestazione che rievoca le tradizioni popolari, i riti della notte di San Giovanni e le celebrazioni legate al solstizio d'estate. Si svolge tra le vie del centro storico dal solstizio d'estate alla festa patronale (21/06 - 24/06). L'attività turistica è in fase di crescita, ed è favorita soprattutto dalla vicinanza alle località della Riviera romagnola e dall'appartenenza, assieme ad altri 4 comuni riminesi, del circuito dei "Borghi più belli d'Italia". Il comune è collegato all'Autostrada A14 (Italia) tramite il casello Cattolica-S.Giovanni-Gabicce, situato all'interno del territorio comunale. Lo scalo ferroviario più vicino, situato nel confinante comune di Cattolica, è la Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce. A San Giovanni in Marignano ha sede la società pallavolistica OMAG San Giovanni in Marignano, che milita in Serie A2 del campionato di pallavolo femminile. Nel locale Stadio Comunale, normalmente utilizzato dalla Marignanese per il calcio (al 2020 senza mai partecipare a campionati professionistici), è stato disputato nel 2008 l'Italian Superbowl, finale del campionato nazionale di football americano. Valconca Ventena Gilmar (azienda) Provincia di Rimini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giovanni in Marignano Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Giovanni in Marignano Sito ufficiale, su comune.san-giovanni-in-marignano.rn.it. San Giovanni in Marignano su The campanile Project, su thecampanileproject.org. URL consultato il 22 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2013).

Gabicce Mare
Gabicce Mare

Gabicce Mare (Al Gabez in romagnolo, El Gabéc' in dialetto gallo-piceno) è un comune italiano di 5 471 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. Gabicce Mare è il comune più a settentrione della regione Marche, al confine con l'Emilia-Romagna. Risulta anche il comune meno esteso della provincia di Pesaro e Urbino. Sorge su una piccola baia detta Baia degli Angeli, sull'ultima propaggine della costa romagnola, alle pendici settentrionali del Monte San Bartolo. Nel territorio comunale scorrono il torrente Tavollo e il suo affluente Taviolo, che si uniscono nei pressi del centro cittadino. Il clima è temperato-subcontinentale, simile a quello della Pianura Padana con influsso mitigante marino. In inverno la nevosità media è di 10 cm, con neve portata generalmente dal vento di ponente proveniente dalla pianura. In alcuni casi si sono avuti accumuli nevosi notevoli per una città costiera (ad es 15-17 dicembre 2010 con 45 cm, 31 gennaio 2010 con 30 cm, febbraio 2018 con 35 cm). A causa della brezza di mare in estate la temperatura massima nell'arco della giornata supera raramente i 33 °C, con umidità relativamente elevata, mentre la brezza di terra mantiene le minime notturne lievemente più alte dell'entroterra romagnolo. Nei giorni in cui spira il garbino (o libeccio, vento catabatico che scende dall'Appennino), le temperature possono raggiungere anche i 38-39 °C, con umidità relativa bassa. Fra gli ordinari temporali estivi se ne verificano occasionalmente alcuni molto intensi; in qualche caso con generazione di trombe marine (come il 23 novembre 2001). Il vento maggiormente degno di nota, è la bora (nel settembre 2004 ha toccato i 150 km/h) che, insieme allo scirocco, produce anche forti mareggiate. L'attuale toponimo deriva da quello alto-medievale Castellum Ligabitii ("castello di Ligabizio"), poi divenuto Le Gabicce. Il sito era già abitato in epoca Romana, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. Il primo aggregato urbano coincide con l'odierna Gabicce Monte, sul promontorio. L'abitato era dotato di una fortezza, menzionata dalle fonti per la prima volta nel 998 (Castellum Ligabitii). Nel Medioevo la storia di Gabicce seguì quella del Ducato di Urbino. Nel XVI secolo due abili vasai originari di Gabicce, Girolamo e Giacomo Lanfranco, idearono una particolare tecnica di lavorazione della ceramica con l'utilizzo di oro zecchino che li rese famosi in tutta Europa. Nel 1631, con la devoluzione del Ducato alla Santa Sede, Gabicce divenne un dominio diretto dello Stato della Chiesa. La città conobbe un vero sviluppo economico solo dopo la prima guerra mondiale, quando sulla foce del fiume Tavollo, in comune con l'adiacente Cattolica, venne costruito il porto. Fu così possibile incrementare l'attività di pesca e dare inizio alle attività turistiche. In pochi decenni la città bassa, chiamata Gabicce Mare, divenne la parte del paese più sviluppata demograficamente ed economicamente, tanto che nel 1942 vi fu trasferito il municipio e determinò la nuova denominazione del comune. Nei decenni del secondo dopoguerra Gabicce Mare ha conosciuto un notevole sviluppo turistico, legato a quello della Riviera romagnola, della quale segna, col promontorio di Gabicce Monte, l'estremità meridionale. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 23 ottobre 1997. Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT del 2016, la popolazione straniera era di 573 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: Romania: 132 Albania: 88 Ucraina: 88 Senegal 29 Russia 29 Macedonia del Nord 27 Bulgaria 23 L'economia si basa essenzialmente sulle attività turistiche. Il comune si fregia della Bandiera Blu, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee. La città è collegata alla rete autostradale tramite il casello Cattolica - San Giovanni - Gabicce Mare dell'A14 Adriatica, situato poco fuori dal confine comunale, nel comune di San Giovanni in Marignano. Il collegamento ferroviario (linea Bologna-Ancona) è dato dalla stazione di Cattolica-S.Giovanni-Gabicce, di poco esterna ai confini comunali, nel territorio di Cattolica. A giugno 2008 è stato inaugurato un ponte mobile pedonale-ciclabile che collega Gabicce Mare (PU) alla confinante Cattolica (Provincia di RN). Ötigheim, dal 1999 Bruxelles, dal 2003 Eguisheim, dal 2007 Guastalla, dal 2009 Nocera Umbra, dal 2011 La squadra principale è A.S.D. Gabicce Gradara Calcio che milita in Promozione ed è unita sportivamente al comune di Gradara, l'altra è invece il F.C.D. San Bartolo che disputa il campionato di Seconda Categoria dell'Emilia-Romagna. Per tre volte Gabicce è stata sede di arrivo e/o partenza di tappa del Giro d'Italia: 1976, 1977, 2013. 1976: arrivo 11ª tappa Terni-Gabicce, vinta da Antonio Menéndez; partenza 12ª tappa Gabicce-Porretta Terme, vinta da Sigfrido Fontanelli; 1977: arrivo 6ª-1ª tappa Spoleto-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; 6ª-2ª tappa Gabicce-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; partenza 7ª Gabicce-Forlì, vinta da Freddy Maertens; 2013: 8ª tappa Gabicce-Saltara (cronometro individuale), vinta da Alex Dowsett. Linea Ferroviaria Bologna-Ancona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gabicce Mare Sito ufficiale, su comune.gabicce-mare.pu.it.

Misano World Circuit Marco Simoncelli
Misano World Circuit Marco Simoncelli

Il Misano World Circuit Marco Simoncelli (già Circuito Internazionale Santamonica fino al 2006 e solamente Misano World Circuit dal 2006 al 2012) è un circuito motociclistico situato nel comune italiano di Misano Adriatico, in provincia di Rimini, precisamente nella frazione di Santa Monica e vicino al bacino del Conca. È intitolato alla memoria di Marco Simoncelli, pilota motociclistico italiano deceduto nel 2011. A partire dalla stagione motoristica 1991 Misano ospita su questo tracciato la tradizionale gara del campionato mondiale Superbike, dal 2007 il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini del motomondiale e dal 2024 ospita l'E-Prix di Misano della Formula E; nel 2020 e nel 2021 ha eccezionalmente ospitato anche il Gran Premio motociclistico dell'Emilia Romagna e della Riviera di Rimini, valevole anch'esso per il motomondiale. L'idea di costruire un circuito in questo lembo di pianura romagnola così legata al mutor, prende il via nei primi anni sessanta. Disegnato e realizzato sotto l'egida di Enzo Ferrari da un tecnico quale l'ingegner Cavazzuti, i lavori iniziarono nel 1970; il 4 agosto 1972 venne collaudato, per aprirsi ufficialmente alle gare due giorni dopo: i giornali dell'epoca diedero un ottimo giudizio su quest'impianto. I nomi assegnati alle curve: bruta pela in dialetto, la curva del Tramonto, della Quercia, del Carro, entrarono con familiarità nei discorsi degli appassionati. A partire dal 1980 e fino al 1993 ha ospitato alcuni Gran Premi motociclistici validi dapprima come Gran Premio motociclistico delle Nazioni, dal 1985 al 1987 come Gran Premio motociclistico di San Marino ed infine come Gran Premio motociclistico d'Italia, alternandosi nel primo e terzo caso con i circuiti di Monza, Imola e del Mugello. L'ultima edizione nel 1993 culminò con il terribile incidente accaduto al pilota statunitense Wayne Rainey all'uscita dal curvone Misano, che pose fine alla carriera agonistica del 3 volte campione del mondo della classe 500. Il circuito ospitò anche la prima e la quinta puntata dell'edizione 1988 di Giochi senza frontiere. Dopo l'improvvisa e tragica scomparsa di Marco Simoncelli, rimasto vittima di un incidente mortale il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio motociclistico della Malesia, tifosi ed appassionati hanno portato avanti l'idea di intitolare la pista di Misano alla memoria del pilota italiano (il quale era nativo di Cattolica e viveva a Coriano, località a pochi chilometri di distanza dalla pista). Il 2 novembre 2011 il consiglio di amministrazione di Santamonica S.p.A., proprietaria del tracciato, ha deciso di accogliere la richiesta e di associare il nome del circuito romagnolo a quello di Simoncelli. Il cambio di denominazione è stato ufficializzato il 9 giugno 2012, in occasione del Gran Premio di Superbike di San Marino. Dall'anno della sua inaugurazione fino ai nostri giorni il circuito subì numerosi interventi. Inizialmente il circuito aveva una lunghezza di 3.488 m e dotato di piccoli box all'aperto. Il primo grande stralcio di lavori di modifica vi fu nel 1993 quando si diede avvio all'allungamento del tracciato portandolo da 3.488 m a 4.060 m: il circuito diventa così utilizzabile in due versioni corta e lunga. Nello stesso anno si diede anche avvio alla costruzione della nuova palazzina box dotata di più moderne tecnologie e comfort adeguati ai tempi. Tra il 1996 ed il 1997 viene completato il secondo stralcio di realizzazione dei nuovi box, ampliata per circa il doppio rispetto a quella del 1993. Nel 1998 ci fu l'estensione a circa 40.000 m2 della zona paddock. Nel 2001 sono state realizzate delle nuove tribune all'altezza della curva del carro per un totale di 5.000 persone (in occasione del Gran Premio del 2007 sono state ribattezzata tribuna A e B). Nel 2005 si sono conclusi i lavori di realizzazione di un nuovo accesso al circuito, che cambia denominazione da Via del Carro, 33 a Via Daijirō Katō, 10 in memoria del giovane pilota giapponese scomparso tragicamente durante una gara del motomondiale, e che amava soggiornare nella frazione turistica di Portoverde dello stesso comune di Misano Adriatico. In occasione del ritorno del mondiale di motociclismo nel circuito Santamonica sono state effettuate importanti e radicali modifiche. Prima su tutte l'inversione del senso di marcia che è passato da antiorario ad orario con 8 curve a destra e 5 a sinistra, l'allungamento del circuito a 4.180 m (nella zona dove era già stato precedentemente allungato nel 1993), l'allargamento della pista a 14 metri, l'eliminazione della variante nella zona in prossimità della curva del circuito corto bruta pela, la costruzione di due nuovi lotti di tribune (denominate tribune C e D) che hanno portato la capacità del circuito a circa 52.000 persone, oltre ad altre numerose modifiche in fatto di sicurezza, nonché l'intera copertura wireless su tutto il circuito avvenuta nel 2007. I più famosi piloti della zona – quali i romagnoli Loris Capirossi, Marco Melandri, Marco Simoncelli e Mattia Pasini, il marchigiano Valentino Rossi e il sammarinese Alex De Angelis – si sono ritrovati il 4 dicembre 2006 per un sopralluogo sui lavori al circuito ed hanno espresso tutti entusiasmo nel nuovo tracciato, ma soprattutto dal fatto di avere una gara casalinga molto sentita. Il 18 gennaio 2008 alla Fiera di Padova, nel corso del 14° Bike Expo, il Misano World Circuit ha presentato il bilancio dell'attività svolta nel 2007, che si è chiuso con oltre 600.000 presenze. Nell'ambito del piano di riqualificazione del circuito, è stata prevista la realizzazione di una nuova corsia di uscita dai box, delle modifiche all'altezza della curva variante del parco, ovvero: l'allungamento di 46 metri della curva stessa, la sostituzione di 3 nuove tribune alle precedenti 4 piccole tribune e di un nuovo centro di terapia fisica per motociclisti. Il 31 gennaio 2008 il Misano World Circuit ha ricevuto a Barcellona il Premio Internazionale Cisco Networkers Innovation Award 2008 come miglior mobilità e progetto wireless. Il 28 marzo 2008 il sette volte campione di Formula 1 Michael Schumacher ha girato in sella ad una KTM Super Duke nell'ambito di test validi per il Trofeo KTM valevole per la prima prova della Moto Temporada Romagnola 2008 del 30 aprile 2008. Nella nuova versione, il 5 settembre 2010 un gravissimo incidente è costato la vita al pilota giapponese della Moto2 Shōya Tomizawa. Nel 2015, il tracciato romagnolo riceve un nuovo asfalto attraverso la direzione dell'italiana Dromo. I lavori però non si fermano all'asfalto, ma vengono ottimizzate tutte le pendenze e, per la prima volta nel Motomondiale, la FIM accetta di ottimizzare le vie di fuga, riducendo e riprofilando le parti asfaltate ritenute non necessarie. Il progetto viene realizzato in soli 14 giorni. Nel 2020 è stato nuovamente asfaltato apportando modifiche ai cordoli di curva 6 e curva 16, passando da cordoli doppi a cordoli singoli omologati per le competizioni mondiali. Nel circuito sono ambientate l'ultima parte del film Da zero a dieci di Luciano Ligabue e un episodio della serie televisiva I Cesaroni. Nel 1974 l'impresario David Zard aveva predisposto l'organizzazione di un festival rock che si sarebbe dovuto tenere all'autodromo, e che era generalmente considerato la risposta italiana a Woodstock. Il festival venne ampiamente pubblicizzato sui media, ma venne annullato all'ultimo momento per motivi di ordine publico, causando scontri e incidenti e, di riflesso, l'aumento di popolarità del festival Umbria Jazz. Gran Premio motociclistico di San Marino e della Riviera di Rimini Misano Adriatico Santa Monica (Misano Adriatico) Marco Simoncelli Wikiquote contiene citazioni sul Misano World Circuit Marco Simoncelli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Misano World Circuit Marco Simoncelli Sito ufficiale, su misanocircuit.com. Scheda del circuito, su oldsbk.perugiatiming.com, Perugia Timing (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2015).

Santa Monica (Misano Adriatico)
Santa Monica (Misano Adriatico)

Santa Monica è una frazione del comune di Misano Adriatico (RN). Prevalentemente si tratta di una zona residenziale costruita a ville di medie e grandi dimensioni ed è famosa principalmente per il circuito Misano World Circuit Marco Simoncelli. Nell'uso comune viene spesso scritto nella forma "Santamonica" come in alcune cartellonistiche stradali nonché nella denominazione dello stadio comunale ed in quella precedente del circuito. Il nome risale alla seconda guerra mondiale, quando l'esercito americano creò in questa zona una base militare aerea per i rifornimenti e la ribattezzarono in questo modo. Si snoda lungo la principale via che lo attraversa, via del Carro. Lungo la stessa via si trovano ubicati anche l'autodromo internazionale Misano World Circuit Marco Simoncelli che dal 2007 è tornato ad ospitare prove del campionato del mondo di motociclismo con il Gran Premio motociclistico di San Marino e della Riviera di Rimini. Sempre lungo via del Carro a pochi metri dal circuito, si trova lo Stadio Comunale Santamonica (ultimato nel 1994) che ospita le gare casalinghe del Vis Misano ed è facilmente riconoscibile per la sua accattivante e futuristica copertura: una tensostruttura che ricorda la forma di un drago e che è visibile dal rettilineo di partenza del vicino circuito, ma anche da zone del circondario più lontane. A fianco del centro abitato, si trova anche il bacino del Conca, un lago artificiale costruito nel 1978 lungo il fiume Conca e che creò successivamente non pochi problemi di erosione all'arenile a causa della sua locazione a meno di km 1 dalla foce dello stesso fiume. La diga che, prima della costruzione di quella di Ridracoli serviva per l'approvvigionamento idrico, ora viene utilizzata prevalentemente per usi agricoli. Oggi attorno ad essa ed anche lungo tutto il corso del fiume Conca si trova il Parco fluviale del Conca. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Santa Monica

Colonia marina SIP ENEL

La Colonia marina SIP ENEL di Riccione, meglio conosciuta come Colonia ENEL di Riccione e spesso confusa con la Colonia ENEL di Rimini al confine tra Marebello e Rivazzurra è stata progettata dall'architetto Giancarlo De Carlo ed inaugurata nel 1963. Era un'opera architettonica innovativa e "a misura di bambino", ben diversa dalle colonie "di controllo" del periodo fascista. L'edificio si sviluppa su tre livelli, con ampie terrazze e logge che si affacciano sul mare, creando un ambiente luminoso e arioso. La struttura è modulare e flessibile, adattandosi alle diverse esigenze dei bambini. Spazi comuni come la mensa, la biblioteca e il teatro favoriscono la socializzazione e la partecipazione attiva dei bambini. La colonia era immersa in un parco verde con giochi e spazi per attività all'aperto. Inizialmente la colonia era stata voluta dalla società SIP acronimo di Società Idroelettrica Piemonte acquisita poi dalla ENEL che nel 1960 voleva costruire una colonia marina per i figlie dei suoi dipendenti, non potendo più usare la capienza della Colonia SADE di Rivazzurra. Il progetto fu dato all'architetto Giancarlo De Carlo che assiene al suo assistente Armando Barp, inzio il progetto. Nel 1961 alla presentazione del quattro progetto al Comune, iniziarono i lavori di costruzione. La Colonia ENEL è stata abbandonata negli anni novanta del Novecento e versa oggi in stato di degrado. Nonostante il suo valore architettonico e storico, l'edificio non è stato ancora sottoposto a un adeguato restauro. Diverse iniziative, come il censimento del FAI e concorsi di progettazione, hanno acceso i riflettori sulla colonia, auspicandone un futuro recupero. Sono state avanzate diverse proposte per il riutilizzo della Colonia ENEL, tra cui: trasformazione in ostello della gioventù, reazione di un centro di ricerca sull'architettura del Novecento e realizzazione di spazi per attività culturali e sociali. Nel 2021 fu venduta all'asta ad una società privata per farne una struttura ricettiva. L'architettura della colonia è caratterizzata da diversi aspetti innovativi e funzionali. L'edificio è composto da moduli prefabbricati in cemento armato, disposti su tre livelli e collegati da passerelle e scale. Questa struttura modulare permette una grande flessibilità degli spazi, adattandosi alle diverse esigenze dei bambini. Le linee curve e sinuose dell'edificio contrastano con la rigidità geometrica degli edifici circostanti. La fluidità delle forme crea un ambiente dinamico e accogliente, a misura di bambino. Le ampie terrazze e logge, disposte su tutti i lati dell'edificio, garantiscono un'illuminazione naturale e una ventilazione costante degli ambienti.La colonia si inserisce armoniosamente nel contesto naturalistico della pineta di Riccione. L'utilizzo di materiali come il legno e il cemento armato a vista crea un legame con l'ambiente circostante. La colonia era dotata di tutti i servizi necessari per il benessere dei bambini, tra cui: cucina e mensa, dormitori, sale per attività ludiche e ricreative, biblioteca, teatro, infermeria, piscina. L'architettura della Colonia ENEL era concepita per il benessere e la crescita dei bambini. L'edificio era infatti progettato per: favorire la socializzazione e la partecipazione attiva dei bambini, promuovere l'autonomia e la responsabilità, garantire la sicurezza e il comfort. La Colonia ENEL è un esempio di architettura brutalista, caratterizzata dall'uso del cemento armato a vista e da forme semplici e geometriche. Questo stile architettonico, nato negli anni '50, era espressione di una nuova era di progresso e di fiducia nella tecnologia. La Colonia ENEL di Riccione è un'opera di grande valore storico e architettonico. La sua originalità e il suo stato di abbandono la rendono un luogo suggestivo e affascinante, che merita di essere recuperato e valorizzato. Giancarlo De Carlo in una intervista parlando della costruzione della Colonia SIP ENEL di Riccione la definì: Fabio Mangone e Gemma Belli, Giancarlo De Carlo nel centenario, LetteraVentidue Edizioni, 22 dicembre 2021, ISBN 9-788-86242666-4. Claudio Menichelli, Edoardo Currà, Laura Severi, Marina Docci e Martina Russo (a cura di), Stati Generali del Patrimonio Industriale. 2022, 1ª ed., 2022, ISBN 978-88-297-1666-1. Ilenia Maria Romano, Pressione turistica sul Centro Storico di Firenze - sito UNESCO, Firenze, Firenze University Press, 2018, p. 58, ISBN 9788864537849, SBN IT\ICCU\SBT\0016159]. Antonello Alici, Italia Nostra 440/2008 - Come salvare il Centro Italia, n. 440/2008, 2008, p. 31, ISBN 9-788-84926609-2. Giancarlo De Carlo e Franco Bunčuga, Conversazioni con Giancarlo De Carlo, Elèuthera, 2000, ISBN 8-885-06046-3. Colonia marina SIP ENEL, su PatER - Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna. Colonia ENEL, su I luoghi del cuore, FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano. URL consultato il 15 aprile 2024. Colonia ENEL (Riccione), su Catalogo generale dei Beni Culturali, Ministero della Cultura. URL consultato il 15 aprile 2024. Colonia Marina Enel, su domusweb.it.