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Cattolica (Italia)

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Flag of Cattolica
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Cattolica (AFI: [kat'tɔlika]; Catòlga in romagnolo) è un comune italiano di 16 611 abitanti della provincia di Rimini, in Emilia-Romagna. Affacciata sul mare Adriatico, è una nota località turistica balneare della Riviera romagnola con un'antica tradizione marinaresca.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Cattolica (Italia) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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Chiesa di San Pio V (Cattolica)
Chiesa di San Pio V (Cattolica)

La chiesa di San Pio V è la parrocchiale di Cattolica, in provincia e diocesi di Rimini; fa parte del vicariato del Litorale Sud. L'edificio fu realizzato a seguito dello sviluppo della comunità residente nell'abitato di Cattolica e delle conseguenti opere di rinnovamento urbano che nella prima metà del XIX secolo avevano comportato la costruzione di un nuovo tratto stradale che aggirava la via Flaminia, l'unico asse stradale che attraversava il centro cittadino. La confluenza tra i due assi stradali aveva comportato la creazione di una nuova vasta piazza nel paese, alternativa a quella più angusta costituita dallo spazio fronteggiante l'unica chiesa cittadina, di origine medievale, dedicata a Sant'Apollinare. Fu pertanto decisa l'edificazione nella nuova piazza di una nuova chiesa, interamente finanziata da Papa Pio IX, colpito dalla religiosità dimostrata dagli abitanti. Il progetto fu eseguito dal riminese Filippo Morolli e dal verucchiese Antonio Tondini secondo gli stilemi del neoclassicismo. La costruzione iniziò nel 1858 e si protrasse fino al 1869, rallentata da problemi economici e dalla contemporaneo conflitto tra Savoia e Stato pontificio che portò Cattolica a far parte del Regno d'Italia nel 1861. La chiesa fu inaugurata nel 1870 e dedicata a San Pio V, che diverrà poi patrono del Comune di Cattolica, una volta ottenuta l'autonomia da San Giovanni in Marignano. Il campanile fu costruito quasi un secolo dopo, tra il 1950 ed il 1951, grazie alle offerte dei fedeli: alto 52 metri, fu progettato in stile romanico-padano dall'ingegnere Eligio degli Angeli, che si ispirò a quello dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì nel 1951 la Fonderia "Angelo Bianchi e figli" di Varesefornì un concerto di 4 campane in Mib3. Nel 1993 la fonderia "Paolo Capanni" di Castelnovo ne'Monti provvide alla rifusione della campana maggiore, a seguito di una crepa della precedente. La chiesa è stata oggetto di importanti restauri, sia esterni che interni, nel 2001: in particolare la facciata, che era stata rimodernata negli anni cinquanta con un rivestimento di piastrelle ceramiche trasformando le due lunette laterali della facciata in grandi vetrate circolari, è stata riportata alla originale configurazione ottocentesca. La chiesa è a tre navate, di impianto neoclassico, ed era in origine definita "disadorna e austera" in quanto priva di ogni opera pittorico. L'apparato decorativo ed iconografico interno, come lo si vede tutt'oggi, è frutto degli interventi eseguiti nel 1928 e di nuovo negli anni quaranta ad opera di Fortunato Teodorani. All'interno della chiesa vi è un grande quadro avente a soggetto il papa Pio V mentre addita sullo sfondo la battaglia di Lepanto, epocale vittoria navale cristiana sull'Impero ottomano, che ebbe luogo durante il suo pontificato: il quadro, all'atto della edificazione della chiesa, era posto sopra all'altare e solo in seguito è stato spostato su un muro perimetrale nella navata sinistra; anch'esso è stato oggetto di restauro nel 2001 assieme alle decorazioni interne. Pier Giorgio Pasini e Mario Zuffa, L'arte e il patrimonio artistico e archeologico, in Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni, Bruno Ghigi, 1978. Cattolica (Italia) Diocesi di Rimini Parrocchie della diocesi di Rimini Regione ecclesiastica Emilia-Romagna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Pio V

Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce
Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce

La stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce è uno scalo ferroviario viaggiatori e merci della linea ferroviaria Bologna-Ancona, ubicato sul territorio di Cattolica (RN). La stazione venne edificata nell'ambito dei lavori di costruzione dell'asse ferroviario Bologna-Ancona ed entrò in esercizio in concomitanza con l'apertura ufficiale della tratta di 93 km Rimini-Falconara Marittima-Ancona, avvenuta il 17 novembre 1861, inaugurata dieci giorni prima dal passaggio di Vittorio Emanuele II diretto con la sua corte sino al nodo terminale di Ancona. Con tale inaugurazione si attuava il definitivo collegamento ferroviario tra Bologna e le località della Riviera adriatica. L'intera struttura ferroviaria venne gestita inizialmente dalla concessionaria Società generale delle strade ferrate romane, ma dopo il riordino delle ferrovie previsto dalla legge del 14 maggio 1865, n. 2279 fu affidata dallo Stato alla Società per le strade ferrate romane, per passare dopo pochi anni, a seguito della crisi di quest'ultima, alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali che la mantenne fino alla statalizzazione delle ferrovie attuata del 1905. La stazione inizialmente era denominata "Cattolica-San Giovanni" (Cattolica rimase una frazione del comune di San Giovanni in Marignano fino al 1896); dal 1950 ha assunto la nuova denominazione di "Cattolica-San Giovanni-Gabicce" diventando scalo anche del comune marchigiano di Gabicce Mare. La stazione dispone di tre binari. L'impianto è servito solo da treni regionali nel periodo invernale mentre nel periodo estivo effettuano servizio di fermata nella stazione anche treni InterCity e Frecciarossa. Nella stagione estiva è anche fermata dei treni "Orobic Line". La stazione è priva di capostazione ed è gestita in telecomando dal Dirigente Centrale Operativo (DCO) di Bari Lamasinata. La stazione è servita da treni regionali svolti da Trenitalia Tper e Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la regione Emilia-Romagna e le Marche. A novembre 2019, la stazione risultava frequentata da un traffico giornaliero medio di circa 1 639 persone (822 saliti + 817 discesi). La stazione è classificata da RFI nella categoria silver. La stazione dispone di: Biglietteria automatica Bar Servizi igienici Sala di attesa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce Ancona, dall'arrivo del primo treno alla attuale stazione

Gabicce Mare
Gabicce Mare

Gabicce Mare (Al Gabez in romagnolo, El Gabéc' in dialetto gallo-piceno) è un comune italiano di 5 471 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. Gabicce Mare è il comune più a settentrione della regione Marche, al confine con l'Emilia-Romagna. Risulta anche il comune meno esteso della provincia di Pesaro e Urbino. Sorge su una piccola baia detta Baia degli Angeli, sull'ultima propaggine della costa romagnola, alle pendici settentrionali del Monte San Bartolo. Nel territorio comunale scorrono il torrente Tavollo e il suo affluente Taviolo, che si uniscono nei pressi del centro cittadino. Il clima è temperato-subcontinentale, simile a quello della Pianura Padana con influsso mitigante marino. In inverno la nevosità media è di 10 cm, con neve portata generalmente dal vento di ponente proveniente dalla pianura. In alcuni casi si sono avuti accumuli nevosi notevoli per una città costiera (ad es 15-17 dicembre 2010 con 45 cm, 31 gennaio 2010 con 30 cm, febbraio 2018 con 35 cm). A causa della brezza di mare in estate la temperatura massima nell'arco della giornata supera raramente i 33 °C, con umidità relativamente elevata, mentre la brezza di terra mantiene le minime notturne lievemente più alte dell'entroterra romagnolo. Nei giorni in cui spira il garbino (o libeccio, vento catabatico che scende dall'Appennino), le temperature possono raggiungere anche i 38-39 °C, con umidità relativa bassa. Fra gli ordinari temporali estivi se ne verificano occasionalmente alcuni molto intensi; in qualche caso con generazione di trombe marine (come il 23 novembre 2001). Il vento maggiormente degno di nota, è la bora (nel settembre 2004 ha toccato i 150 km/h) che, insieme allo scirocco, produce anche forti mareggiate. L'attuale toponimo deriva da quello alto-medievale Castellum Ligabitii ("castello di Ligabizio"), poi divenuto Le Gabicce. Il sito era già abitato in epoca Romana, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. Il primo aggregato urbano coincide con l'odierna Gabicce Monte, sul promontorio. L'abitato era dotato di una fortezza, menzionata dalle fonti per la prima volta nel 998 (Castellum Ligabitii). Nel Medioevo la storia di Gabicce seguì quella del Ducato di Urbino. Nel XVI secolo due abili vasai originari di Gabicce, Girolamo e Giacomo Lanfranco, idearono una particolare tecnica di lavorazione della ceramica con l'utilizzo di oro zecchino che li rese famosi in tutta Europa. Nel 1631, con la devoluzione del Ducato alla Santa Sede, Gabicce divenne un dominio diretto dello Stato della Chiesa. La città conobbe un vero sviluppo economico solo dopo la prima guerra mondiale, quando sulla foce del fiume Tavollo, in comune con l'adiacente Cattolica, venne costruito il porto. Fu così possibile incrementare l'attività di pesca e dare inizio alle attività turistiche. In pochi decenni la città bassa, chiamata Gabicce Mare, divenne la parte del paese più sviluppata demograficamente ed economicamente, tanto che nel 1942 vi fu trasferito il municipio e determinò la nuova denominazione del comune. Nei decenni del secondo dopoguerra Gabicce Mare ha conosciuto un notevole sviluppo turistico, legato a quello della Riviera romagnola, della quale segna, col promontorio di Gabicce Monte, l'estremità meridionale. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 23 ottobre 1997. Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT del 2016, la popolazione straniera era di 573 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: Romania: 132 Albania: 88 Ucraina: 88 Senegal 29 Russia 29 Macedonia del Nord 27 Bulgaria 23 L'economia si basa essenzialmente sulle attività turistiche. Il comune si fregia della Bandiera Blu, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee. La città è collegata alla rete autostradale tramite il casello Cattolica - San Giovanni - Gabicce Mare dell'A14 Adriatica, situato poco fuori dal confine comunale, nel comune di San Giovanni in Marignano. Il collegamento ferroviario (linea Bologna-Ancona) è dato dalla stazione di Cattolica-S.Giovanni-Gabicce, di poco esterna ai confini comunali, nel territorio di Cattolica. A giugno 2008 è stato inaugurato un ponte mobile pedonale-ciclabile che collega Gabicce Mare (PU) alla confinante Cattolica (Provincia di RN). Ötigheim, dal 1999 Bruxelles, dal 2003 Eguisheim, dal 2007 Guastalla, dal 2009 Nocera Umbra, dal 2011 La squadra principale è A.S.D. Gabicce Gradara Calcio che milita in Promozione ed è unita sportivamente al comune di Gradara, l'altra è invece il F.C.D. San Bartolo che disputa il campionato di Seconda Categoria dell'Emilia-Romagna. Per tre volte Gabicce è stata sede di arrivo e/o partenza di tappa del Giro d'Italia: 1976, 1977, 2013. 1976: arrivo 11ª tappa Terni-Gabicce, vinta da Antonio Menéndez; partenza 12ª tappa Gabicce-Porretta Terme, vinta da Sigfrido Fontanelli; 1977: arrivo 6ª-1ª tappa Spoleto-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; 6ª-2ª tappa Gabicce-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; partenza 7ª Gabicce-Forlì, vinta da Freddy Maertens; 2013: 8ª tappa Gabicce-Saltara (cronometro individuale), vinta da Alex Dowsett. Linea Ferroviaria Bologna-Ancona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gabicce Mare Sito ufficiale, su comune.gabicce-mare.pu.it.

Conca (fiume)
Conca (fiume)

Il Conca è un fiume dell'Appennino riminese. È un corso d'acqua a carattere torrentizio, il principale esistente nella vallata ove anticamente scorreva il fiume Crustumium. Nasce a oltre 1300 metri di altitudine dal monte Carpegna. Dopo un corso di circa 47 km prevalentemente rettilinei sfocia nel mare Adriatico. Nel suo ultimo tratto fa da confine tra i comuni di Cattolica e di Misano Adriatico (ma la foce del fiume appartiene completamente al territorio di quest'ultimo comune). Riceve due affluenti nel comune di Misano Adriatico: la Fossa del molino ed il Ruscello. Il tratto iniziale scorre nel comune di Montecopiolo (RN). Attraversa le località di Monteboaggine, Monte Cerignone (qui entra nella provincia di Pesaro-Urbino), il territorio comunale di Monte Grimano Terme fino a raggiungere la piana di Mercatino Conca da dove il suo letto si allarga e il suo corso rallenta. Il fiume poi rientra in provincia di Rimini attraversando Fratte di Sassofeltrio e lambendo Santa Maria del Piano, Taverna, Morciano di Romagna, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Santa Monica di Misano Adriatico, per riversarsi, presso Portoverde, nel mare Adriatico. Nel 1978 è stata costruita lungo il suo corso, per volontà dei comuni circostanti, una diga artificiale che ha formato un lago artificiale, il bacino del Conca: l'opera, ubicata a tre chilometri dal mare, aveva lo scopo di rifornire e mantenere a livello le falde acquifere, dalle quali era poi prelevata l'acqua e convogliata nella rete degli acquedotti comunali, oltre ad impedire il fenomeno della subsidenza. Negli anni '90 il rifornimento idrico assicurato dall'Acquedotto della Romagna ha reso sostanzialmente inutile a tali fini l'utilizzo della diga, i cui impianti vengono ora attivati solo durante la stagione estiva. Attorno ad essa e lungo il tratto terminale del fiume, tra Cattolica e Morciano di Romagna, si stende il Parco fluviale del Conca. La sua creazione creò non pochi problemi di erosione all'arenile a causa dell'ubicazione a tre chilometri dalla foce dello stesso fiume. Le specie ittiche presenti nelle sue acque riguardano in maggior modo i ciprinidi: possiamo trovare la carpa, il cavedano, il barbo padano e la più comune alborella. Nella zona della foce sono presenti inoltre pesci acqua salmastra, prevalentemente anguilla e cefali. Lungo il fiume, probabilmente sulla foce, è documentata storicamente la presenza di un insediamento fortificato di matrice bizantina (Conke), oggi scomparso. Tutt'oggi sulla foce del Conca permane la presenza di un piccolo colle emergente sulla sommità del quale esistono i resti di una antica torre, che dà il nome alla località Torconca. Nei secoli passati le cartografie riportavano la presenza al largo della foce, a Cattolica, dei resti sommersi di un'antica città, facendo nascere la leggenda della "città profondata" denominata Conca o Valbruna. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Conca

San Giovanni in Marignano
San Giovanni in Marignano

San Giovanni in Marignano è un comune italiano di 9 376 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna. È situato nella parte sud-orientale della provincia di Rimini, all'estremo lembo meridionale dell'Emilia-Romagna e al confine con la regione Marche. Il capoluogo è attraversato dal torrente Ventena mentre il territorio comunale è compreso tra il fiume Conca ed il torrente Tavollo. Si colloca nella fascia pedecollinare a ridosso delle ultime propaggini dell'Appennino. Confina a nord con Cattolica, a nord-ovest con Misano Adriatico, ad ovest con San Clemente, a sud-ovest con Morciano di Romagna, a sud con Saludecio e ad est con le Marche (Tavullia e Gradara). Il toponimo è l'unione di due nomi: San Giovanni, riferito alla chiesa di San Giovanni Battista in Castelvecchio (il primo nucleo abitativo del paese) e Marignano, poiché il borgo era vicino al fundus rusticus Mariniani, un fondo agricolo di epoca tardo-romana il cui proprietario si chiamava, presumibilmente, Marinus. San Giovanni in Marignano è la porta d'ingresso della Valconca. La valle del Conca era abitata fin dal Paleolitico. I Romani fondarono un insediamento che, con ogni probabilità, era caratterizzato da una villa dedita alla produzione agricola e al commercio con il Mediterraneo, sita nella zona di Madonna del Monte, in territorio collinare. Nella seconda metà del XIII secolo l'abitato fu trasferito in pianura, in prossimità del torrente Ventena, grazie all'opera di bonifica e di dissodamento attuata dai Benedettini Cassinesi di Ravenna. I monaci impiantarono coltivazioni di grano, uva ed ulivo. Nel Quattrocento il territorio riminese, e quindi anche San Giovanni in Marignano, era dominato dalla Signoria dei Malatesta, sotto il controllo nominale dello Stato della Chiesa. Palazzo Corbucci era la residenza estiva di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. I Corbucci erano la famiglia più nobile e antica del paese. Tra il 1438 e il 1442 Sigismondo Pandolfo dotò San Giovanni in Marignano di una nuova cinta muraria, con sei torrioni e due torri a difesa, rispettivamente di Porta Pesaro e di Porta Rimini, ciascuna dotata di ponte levatoio. Le mura del borgo fortificato, tuttora largamente visibili seppure inglobate in proprietà private, hanno oggi punti significativi di delimitazione nella torre campanaria, nel teatro Massari, nel ponte sul Ventena (nella parte a nord-est della città) e in alcuni bastioni superstiti. Questo impianto, realizzato in pianura, difendeva i depositi di grano conservati nel sottosuolo del borgo. Ogni proprietario terriero aveva la sua fossa. Nel XV secolo infatti sono attestate oltre 200 fosse da grano e ancora nell'Ottocento, nella strada principale, Corso XX Settembre, sono presenti e censiti nell'Archivio storico comunale, 128 contenitori ipogei, in parte tuttora visibili. San Giovanni in Marignano fu stretto d'assedio senza successo dal Piccinino (1443). Passò a Venezia nel 1504 e, infeudato ai duchi di Urbino nel 1508, passò alla Santa Sede restandovi fino al 1859, salvo la breve parentesi napoleonica dal 1797 al 1814. Nel 1897 si ha la scissione dell'appodiato di Cattolica, che diventa comune autonomo, sancendo così la separazione tra due ben distinte economie: quella marinara (poi anche turistica) di Cattolica e quella agricola (poi anche industriale) di San Giovanni. Cospicua è la partecipazione dei contadini ai moti agrari del 1913. La seconda guerra mondiale coinvolge direttamente il paese, situato lungo la Linea Gotica. Il secondo dopoguerra è inizialmente difficile, manca il lavoro e riprende l'emigrazione, soprattutto verso Svizzera e Germania. La ripresa prende avvio dagli anni cinquanta quando si espande il turismo balneare nella vicina Cattolica; ciò stimola le attività artigianali e l'emigrazione cessa. Viene realizzata, dalla fine degli anni sessanta, l'area artigianale a monte del nuovo casello autostradale, aiutata da agevolazioni riservate alle aree depresse. Con la crescente produzione artigianale e industriale, soprattutto nei settori della moda e della cantieristica navale, il paese, già zona di emigrazione, diventa luogo di immigrazione. Lo stemma e il gonfalone del comune di San Giovanni in Marignano sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 febbraio 2003. Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro. Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, popolarmente chiamata Chiesa di Santa Lucia. Fu edificata alla fine del XIX secolo su una chiesa preesistente del Cinquecento. All'interno è custodito l'affresco di una Madonna in trono con Bambino che è stato sempre venerato come miracoloso, grazie alla compresenza dei Santi Rocco e Sebastiano, invocati soprattutto durante le pestilenze. La Torre civica o Torre dell'Orologio: è oggi l’ingresso al centro storico vero e proprio ed uno dei monumenti più antichi, infatti il suo arco risale al XIII secolo. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 663 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Albania 174 1,91% Romania 96 1,06% Antica Fiera di Santa Lucia Fiera che rievoca le tradizioni legate al solstizio invernale, alla celebrazione della Santa patrona della vista e alla vocazione contadina del borgo, da sempre caratterizzato per la produzione di grano, olio e uva. Si svolge nella settimana intorno al 13 dicembre. Per una secolare e radicata tradizione, a S. G. in Marignano le Feste natalizie cominciano con Santa Lucia. Notte delle Streghe Manifestazione che rievoca le tradizioni popolari, i riti della notte di San Giovanni e le celebrazioni legate al solstizio d'estate. Si svolge tra le vie del centro storico dal solstizio d'estate alla festa patronale (21/06 - 24/06). L'attività turistica è in fase di crescita, ed è favorita soprattutto dalla vicinanza alle località della Riviera romagnola e dall'appartenenza, assieme ad altri 4 comuni riminesi, del circuito dei "Borghi più belli d'Italia". Il comune è collegato all'Autostrada A14 (Italia) tramite il casello Cattolica-S.Giovanni-Gabicce, situato all'interno del territorio comunale. Lo scalo ferroviario più vicino, situato nel confinante comune di Cattolica, è la Stazione di Cattolica-San Giovanni-Gabicce. A San Giovanni in Marignano ha sede la società pallavolistica OMAG San Giovanni in Marignano, che milita in Serie A2 del campionato di pallavolo femminile. Nel locale Stadio Comunale, normalmente utilizzato dalla Marignanese per il calcio (al 2020 senza mai partecipare a campionati professionistici), è stato disputato nel 2008 l'Italian Superbowl, finale del campionato nazionale di football americano. Valconca Ventena Gilmar (azienda) Provincia di Rimini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giovanni in Marignano Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Giovanni in Marignano Sito ufficiale, su comune.san-giovanni-in-marignano.rn.it. San Giovanni in Marignano su The campanile Project, su thecampanileproject.org. URL consultato il 22 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2013).

Gradara
Gradara

Gradara (Gradèra in dialetto gallo-piceno) è un comune italiano di 4 866 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. L'antico abitato è cinto da una doppia linea di mura medievali e dominato dalla Rocca di Gradara, ai primi posti tra i musei più visitati in Italia e, tra quelli marchigiani, al primo posto. È situato nell'entroterra della costa adriatica marchigiano-romagnola, poco distante dal mare, in area collinare, estrema propaggine dell'Appennino. È conosciuto soprattutto per la sua storica Rocca malatestiana, che assieme al suo borgo fortificato e alla sua cinta muraria costituisce un caratteristico esempio di architettura medievale. Secondo alcuni autori romagnoli, apparterrebbe alla regione della Romagna storica . La storia antica di Gradara è strettamente legata alle vicissitudini del suo castello, soggetto nei secoli al dominio delle famiglie Malatesta, Sforza, Della Rovere e dei Mosca. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con l'apposito Decreto del Presidente della Repubblica il 19 giugno 1998. Rocca demaniale Gradara War Cemetery Torre dell'orologio Camminamenti di ronda Teatro dell'Aria Museo storico e Grotte medievali Casa del mercante Palazzo Rubini Vesin Teatro comunale Casa del gufo Chiesa SS.Sacramento Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista La Rocchetta Il giardino degli ulivi Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2021 la popolazione straniera residente era di 318 persone e rappresentava il 6,5% del totale. Le comunità straniere più numerose (con percentuale sul totale della popolazione straniera) erano: Romania, 89 (27,99%) Ucraina, 31 (9,75%) Polonia, 30 (9,43%) Moldavia, 21 (6,60%) Albania, 21 (6,60%) Senegal, 15 (4,72%) Marocco, 15 (4,72%) Bulgaria, 14 (4,40%) Cuba, 12 (3,77%) Tra le attività economiche tradizionali, le più diffuse e importanti sono quelle artigianali, come la lavorazione ordinaria e artistica della ceramica e della maiolica. Il comune, a vocazione turistica, fa parte dell'associazione i borghi più belli d'Italia e nel 2004 è stato insignito della Bandiera arancione del Touring Club Italiano. Il Gradara Calcio si è fuso nel 2010 con il vicino club di Gabicce Mare per formare il Gabicce Gradara che milita nel campionato di Promozione. La squadra gioca le sue gare interne a Gabicce Mare. Nel 2016 il nome del Gradara è tornato in auge grazie al cambio di denominazione del Fanano, seconda società cittadina. Per il 2022-23 il club milita in Terza Categoria. Provincia di Pesaro e Urbino Marche Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gradara Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Gradara Portale Istituzionale Comune di Gradara Sito ufficiale, su gradara.org. Gradara, su sapere.it, De Agostini. Sito ufficiale della Rocca Demaniale di Gradara, www.roccadigradara.org

Castello di Gradara
Castello di Gradara

Il castello di Gradara è il complesso che sorge sulla sommità di una collina nel comune di Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, costituito da un castello-fortezza medievale (la rocca) e dall'adiacente borgo storico, protetto da una cinta muraria esterna che si estende per quasi 800 metri, rendendo l'intera struttura imponente. Gradara è stata, per posizione geografica, un crocevia di traffici e genti; nel periodo medioevale la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente signorie marchigiane e romagnole. Nel tempo il castello è progressivamente diventato uno dei monumenti più visitati della regione ed è teatro di eventi museali, musicali ed artistici. Nel 2015 sono stati registrati 205 536 visitatori. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale delle Marche, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest. Fu costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Grifo: successivamente caduta in disgrazia presso il papato, venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie e affidata al condottiero dei guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi signori di Rimini, Cesena e Pesaro. Furono i Malatesta a decidere l'edificazione delle due cinte di mura, erette tra il XIII e il XIV secolo. Nel 1445 Galeazzo Malatesta decise di vendere Gradara a Francesco Sforza per 20.000 fiorini d'oro; quando però Francesco arrivò a Gradara per entrarne in possesso, Sigismondo Pandolfo Malatesta, uomo d'arme e mecenate, si rifiutò di consegnargliela e anche di restituire il denaro. A seguito di ciò nel 1446 Francesco Sforza, alleato del Conte Federico da Montefeltro, mosse verso Gradara per prendersela con le armi: il suo esercito, ben fornito di cannoni, bombarde e schioppi, cinse d'assedio ed attaccò duramente per 40 giorni la fortezza, la quale sembrava destinata a cadere. Grazie alle intemperie e all'imminente arrivo dei rinforzi del Malatesta, Francesco Sforza fu tuttavia costretto a ritirarsi, lasciando Gradara nelle mani di Sigismondo. Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, scomunicato da papa Pio II, si scontrò direttamente con Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi, per poi essere consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa. Durante la signoria di Giovanni Sforza il castello fu oggetto di importanti trasformazioni atte a renderlo un protetto e sicuro luogo di soggiorno e rappresentanza. Nel corso degli secoli Gradara passerà di mano diverse volte e alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: oltre ai Malatesta ed agli Sforza, essa diverrà dominio dei Borgia e dei Della Rovere, seguendo le sorti di queste famiglie nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna. Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia. Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria erano ridotti allo stato di rudere. Umberto Zanvettori finanziò il restauro del castello e della cinta muraria del borgo e, pur intervenendo con un restauro più interpretativo che filologico, riportò il borgo fortificato all'originario splendore. Nel 1928 la rocca fu venduta allo Stato italiano, con diritto di usufrutto da parte della vedova di Zanvettori, Alberta Porta Natale, fino al 1983. Secondo la leggenda, la rocca ha fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo e Francesca, cantato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Intorno al 1275 Guido da Polenta, signore di Ravenna, diede in sposa la figlia Francesca al suo fedele alleato Giovanni Malatesta, signore di Rimini, chiamato Gianciotto perché "ciotto", sciancato, valoroso uomo d'arme ma brutto nella persona. Al momento di presentarsi a Francesca, inviò al suo posto il suo fratello Paolo, cavaliere nobile, bello e cortese, già sposato con Beatrice Orabile di Ghiaggiuolo, con la quale aveva due figli. I due s'innamorarono ma Gianciotto, messo in allarme da un servitore, li colse in flagrante tradimento e li uccise. Nel 1937 il castello fu location per le riprese del film Condottieri di Luis Trenker, ispirato alla figura del soldato di ventura Giovanni dalle Bande Nere. Nel 1949 vengono girate alcune scene del film vincitore di due Premi Oscar ll principe delle volpi (Prince of Foxes) diretto da Henry King, con Tyrone Power nei panni di Andrea Orsini, Orson Welles di Cesare Borgia e Marina Berti di Angela Borgia. Nel 1950 vi fu ambientato Paolo e Francesca di Raffaello Matarazzo. Nel 1961 il borgo e gli interni della rocca fecero da sfondo alla storia d'amore tra il rivoluzionario Pietro Missirilli e la protagonista del film Vanina Vanini, di Roberto Rossellini. Negli anni ottanta vi furono ambientati due film del filone vacanziero: Stesso mare stessa spiaggia (1983) di Angelo Pannacciò e Yesterday - Vacanze al mare (1985) di Claudio Risi. Paolo Dal Poggetto e Maria Rosa Valazzi, La Rocca di Gradara, Scala, Firenze, 1988 Fabio Fraternali, Paolo e Francesca, ed. Ciabochi, Fabriano, 2018 Francesca da Polenta Paolo Malatesta Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Gradara Sito ufficiale, su roccadigradara.org. La Rocca nel sito della Pro Loco di Gradara, su gradara.org. URL consultato il 3 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2008). Approfondimento storico, su comune.gradara.pu.it. URL consultato il 20 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2010). La rievocazione storica Assedio al Castello, su assedioalcastello.it.

Misano Adriatico
Misano Adriatico

Misano Adriatico (Misên in romagnolo) è un comune italiano di 14 133 abitanti della provincia di Rimini in Emilia-Romagna. Il comune si sviluppa su una superficie di 22,4 km² tra la linea di costa Adriatica a nord-est, il corso del fiume Conca a sud-est che lo separa da Cattolica e San Giovanni in Marignano, il territorio di San Clemente e Coriano a sud-ovest ed il territorio di Riccione a nord-ovest. Da quest'ultimo comune è separato da corsi d'acqua quali il fosso Raibano, la Fossa ed il rio Alberello (i cui affluenti sono il rio Gorguccia ed il rio del Fossetto) che nasce nella frazione di Scacciano. Il territorio comprende nell'entroterra un'oasi naturalistica sul fiume Conca. Le altitudini sul livello del mare variano da un minimo di 1 m ad un massimo di 167 m nei pressi di monte Annibolina per un'altitudine media di 49 m. Il centro abitato antico, Misano Monte, a 97 m, comprende la chiesa dedicata al patrono San Biagio; si colloca su una collina intagliata a nord dal rio Pancione ed a sud dal rio del Pozzetto, che confluiscono sulla sinistra nel rio dell'Agina. Classificazione climatica: zona E, 2137 GR/G La presenza umana nel territorio di Misano risale al Neolitico. Appartengono a quest'epoca i manufatti ritrovati nel sottosuolo durante gli scavi per la costruzione dell'Autodromo di Santa Monica. I reperti sono conservati nel Museo della Città di Riccione. Quando i romani occuparono la zona, collegarono con una strada la città di Rimini con i territori già conquistati . Vi sono tracce di insediamenti nelle zone dell'Agina, Santa Monica e Belvedere. La prima notizia scritta su un insediamento medievale nel territorio riguarda la costruzione nel 997 della Pieve di San Biagio o Sant'Erasmo, una delle più antiche della zona e tuttora esistente. La giurisdizione della pieve confinava con quelle di San Giorgio in Conca, Saludecio, San Savino, San Lorenzo in Strada e si estendeva soprattutto sulla zona compresa fra le ultime colline alla sinistra del Conca e la foce del fiume. Attorno alla pieve nacque il nucleo abitativo che divenne Misano Monte. Dal 1295 e 1528 il borgo fu sotto il dominio dei Malatesta che vi edificarono un castello di cui restano oggi solo l'arco d'accesso e parte della torre (che venne poi riprodotta nello stemma). Successivamente, a seguito della decadenza della dinastia Malatestiana, entrò a far parte dello Stato Pontificio fino all'unità d'Italia. Nel 1511 viene riconosciuto come Comune autonomo; il territorio fu ricavato dal comune di San Clemente. Nel 2011 si sono celebrati i 500 anni dalla fondazione. Dopo il 1511 il Comune di Misano perdette più volte l'autonomia amministrativa per motivi finanziari. In quelle circostanze Misano venne annessa a uno dei comuni limitrofi, fino a quando non riconquistò l'autonomia nel 1827 distaccandosi da San Giovanni in Marignano. Rischiò di perderla nuovamente nel 1935 a vantaggio di Cattolica, che richiedeva l'annessione del territorio misanese (soprattutto dell'arenile) per il proprio sviluppo turistico. La richiesta fu respinta anche per intervento di Benito Mussolini, e fu emanato nel 1938 un provvedimento col quale venne modificato il nome da Misano in Villa Vittoria (la cui origine risaliva al 1862) per assumere, poi, l'attuale di Misano Adriatico. Dopo il secondo conflitto mondiale venne avviata la ricostruzione, con lo sviluppo turistico che portò nel 1949 al trasferimento della sede comunale da Misano Monte all'odierna zona rivierasca. Nella toponomastica una particolarità è la denominazione di diversi sobborghi con nomi di stati latinoamericani. Questo ha fatto seguito al ritorno in patria di cittadini misanesi che erano emigrati in cerca di fortuna nell'Ottocento. Essi costituirono piccole comunità sul territorio, caratterizzando quartieri che oggi sono centri residenziali importanti come Misano Brasile (lungo la costa al confine con Riccione), Villaggio Argentina (nell'entroterra al confine con Riccione). Altri due piccoli centri sono il Canadà (lungo il Fiume Conca, tra le frazioni di Le Casacce e Belvedere), l'Uruguay ed il Paraguay (nelle vicinanze della frazione di Portoverde). Da allora Misano vide una notevole crescita di popolazione. Oggi è annoverata fra le località balneari di rilievo della riviera romagnola. Le più importanti strutture, costruite nel dopoguerra, sono: il porto turistico di Portoverde (1963), il circuito motociclistico Misano World Circuit (ex-Circuito Internazionale Santamonica, costruito nel 1972), lo stadio comunale Santamonica (1993) e i rinnovati arredi urbani della centrale via Repubblica (2000) e del lungomare (2004) realizzati con la consulenza dell'architetto Paolo Portoghesi. L'elemento dominante di questo arredo urbano è il mare, ripreso in varie figurazioni anche con mosaici e fontane. Nel 2011 sono stati inaugurati un nuovo tratto dell'arredo urbano del lungomare nella zona nord fino al confine con il comune di Riccione e il Parco del Sole nella frazione di Misano Brasile. La torre e la stretta di mano simboleggiano la concordia scesa tra le varie frazioni che hanno deciso di unirsi sotto un'unica torre, appunto quella del comune. Chiesa dei Santi Biagio ed Erasmo: è la chiesa parrocchiale di Misano Monte, dedicata al patrono San Biagio; Chiesolina dell'Agina. Oratorio agostiniano situato sul poggio dell'omonimo rio. Edificato presumibilmente su una costruzione romana, ha subito molte modificazioni nel tempo. Dopo il terremoto del 1786, venne ricostruita grazie ai Cavalieri di Malta. Di mattoni a vista, la facciata è impreziosita da un elegante e semplice campanile a vela. Per secoli ha ospitato il Crocifisso dell’Agina, opera d'arte della scuola riminese della prima metà del Trecento che ora si può ammirare sull'altare maggiore della chiesa di Misano Adriatico. Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.165 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Albania 463 3,81% Romania 149 1,23% La Biblioteca Comunale svolge un particolare ruolo nella promozione della cultura. Da diversi anni organizza regolarmente cicli di conferenze filosofiche ospitando grandi figure della cultura italiana. Ogni incontro vede la presenza di un pubblico di centinaia di persone, provenienti da tutta la Romagna e dalle Marche. Voci nell'arena, spettacoli teatrali, la prima settimana di luglio Festival internazionale di interpretazione pianistica, la prima settimana di agosto. Sul lungomare, oltre ai tratti esistenti, si stanno realizzando ulteriori tratti di pista ciclabile per dare continuità al progetto della Ciclovia Adriatica (il ramo n. 6 della rete nazionale BicItalia), che una volta completata metterà in collegamento tutte le località della costa adriatica italiana, per una lunghezza superiore ai 1000 km, favorendo la mobilità sostenibile locale e il cicloturismo durante tutte le stagioni dell'anno. Lista dei sindaci dal Dopoguerra: Misano Adriatico è Bandiera blu FEE per le spiagge dal 1987. Dal 2000 è anche Bandiera Blu per gli approdi turistici di Portoverde. Nella frazione di Santa Monica si trova l'autodromo Misano World Circuit Marco Simoncelli (fino al 2006 denominato Circuito Internazionale Santamonica). Dopo la scomparsa del pilota corianese Marco Simoncelli, avvenuta il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio motociclistico della Malesia, tifosi ed appassionati hanno portato avanti l'idea di intitolare il circuito di Misano alla memoria del pilota. Il 2 novembre 2011 l'amministrazione del Misano World Circuit ha accolto la proposta. I maggiori eventi che si disputano su questo circuito sono il Gran Premio motociclistico di San Marino e della Riviera di Rimini del Motomondiale ed il Gran premio di San Marino del Campionato Mondiale di Superbike. Sul territorio comunale si svolge la seconda semitappa (una cronosquadre) della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali. Nel 2005 e 2006 si è corso anche il Gran Premio Città di Misano-Silver Cross e le due edizioni sono state rispettivamente vinte da Guilermo Rubén Bongiorno e Daniele Bennati. Il 19 maggio 2011 c'è stato il passaggio della dodicesima tappa Giro d'Italia con l'attraversamento del comune da parte della carovana rosa dalla Strada statale 16 Adriatica alla litoranea. Dal 2022 il Misano World Circuit Marco Simoncelli ospita il Gran Premio Misano 100, gara riservata ai corridori Elite e Under 23. Ha sede nel comune la società di calcio S.S. Misano fondata nel 2021, nata dalla fusione tra le associazioni sportive F.C.D. Misano e A.S.D. Vis Argentina. Tutte le squadre hanno disputato campionati dilettantistici regionali. Le partite interne vengono disputate allo Stadio Comunale Santamonica, che ha una capacità di circa 8000 posti. A Misano si celebra il Festival della Pallamano, dove squadre italiane giocano oltre che nel campetto normale anche a beach handball e street handball. Storia di Misano Adriatico dal 1500 ai giorni nostri, Autori vari, Rimini, Bruno Ghigi editore, 1989 Racconti e testimonianze del Novecento vissuto da noi, ovvero Misano com'era una volta, Michela Taddei Saltini, Rimini, Raffaelli editore, 2004 Misano Adriatico 1900/1970 - Per non dimenticare com'eravamo, Flavio Marchetti e Claudio Baschetti, Silver Books edizioni, 2008 Portoverde 50: 1963-2013, Giancarlo Mantellato, Litografia LA.SER, Coriano, 2013 Fiume Conca Riviera romagnola Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Misano Adriatico Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Misano Adriatico Sito ufficiale, su comune.misano-adriatico.rn.it.