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Chiesa di Santa Maria di Montesanto

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Napoli Chiesa di santa Maria di Montesanto
Napoli Chiesa di santa Maria di Montesanto

La chiesa di Santa Maria di Montesanto e l'annesso monastero vennero costruiti a Napoli da una comunità di Carmelitani siciliani originari di Montesanto. La costruzione venne affidata all'architetto Pietro de Marino, ma i lavori vennero completati successivamente da Dionisio Lazzari, a cui si deve la cupola (1680). Gli stucchi della facciata, ricreati nel XIX secolo, sono di Angelo Viva e raffigurano la Madonna del Carmelo. L'interno ha una pianta a croce latina, a navata unica con quattro cappelle per lato. Sugli altari delle prime cappelle a sinistra e a destra sono collocate due tele di Paolo De Matteis, datate 1693, con L' Angelo Custode e Il Miracolo di Sant'Antonio. Nella seconda cappella a sinistra è conservato un simulacro ligneo di San Ciro e il Ritratto funebre di Carlo Franchi, avvocato del foro napoletano durante il XVIII secolo. Nella terza a cappella destra vi sono due tele ottocentesche di ignota mano. Nel braccio sinistro del transetto è collocato in una grande nicchia il Crocifisso tra la Madonna e San Giovanni, gruppo ligneo seicentesco di notevole qualità, tradizionalmente attribuito a Nicola Fumo, ma più probabilmente opera di Aniello Perrone, mentre in quello destro è posta una grande tela di Giovanni della Torre, seguace del Beinaschi, raffigurante La Sacra Famiglia davanti all'Eterno. Un cenno a parte merita la terza cappella a sinistra, dedicata a Santa Cecilia, la quale è rappresentata nel dipinto centrale di Giuseppe Simonelli (ritoccato - secondo il De Dominici - da Luca Giordano) e nei due laterali di Giuseppe Castellano. A lungo fu affidata alle cure dei Maestri di Musica della Real Cappella Palatina ed è nota perché in essa sono sepolti Alessandro Scarlatti († 1725), Leonardo Leo († 1744), Pasquale Cafaro († 1787) ed altri musicisti della Real Cappella, come si legge dalla lapide marmorea sulla destra appostavi dal Cafaro nel 1777 .

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Chiesa di Santa Maria di Montesanto
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Luoghi vicini

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Il Palazzo Cercepiccola è un edificio di valore storico e architettonico di Napoli, situato in via Ventaglieri. Questo palazzo come tutta l'edilizia visibile su via Ventaglieri risale al XVII secolo. Lo studioso Italo Ferraro riporta una fonte: quella di Giuseppe Fiengo che cita una serie di costruzioni in restauro nel biennio 1734-1735 in seguito al terremoto del 1732 nel suo Organizzazione e produzione edilizia a Napoli all'avvento di Carlo di Borbone. Tra i tanti edifici citati, Ferraro ritiene che questo sia il palazzo di Pompeo Almirante (?-1742), duca di Cerza Piccola. Venne eretto su un lotto stretto e lungo, con il prospetto laterale che va a occupare gran parte del lato destro del primo tratto della Salita Sant'Antonio a Tarsia. Esternamente il palazzo offre allo sguardo una facciata di quattro piani e un portale in piperno a bugne piatte dall'arco a tutto sesto che si raccorda con il balcone centrale del piano nobile grazie a due mensole in piperno a forma di voluta. Sul prospetto laterale vi è un piccolo portale, sempre in piperno, occluso in epoca imprecisata. All'interno si ha una struttura a "croce" con una sequenza allineata e perfettamente simmetrica fatta dall'androne, dal cortile, ai cui lati vi sono due piccoli portici dall'unica arcata, e dalla scala aperta dall'unica arcata ribassata per livello. In anni recenti i proprietari hanno provveduto a restaurare la facciata su via Ventaglieri e l'interno (cioè l'androne, il cortile e la scala aperta, davanti alla quale è stato posizionato un ascensore); mentre resta gravemente degradato il prospetto laterale sulla Salita Sant'Antonio a Tarsia.

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Palazzo Spinelli di Tarsia
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