place

Chiesa della Congregazione della Trinità dei Pellegrini

Chiese dedicate alla TrinitàChiese di Napoli
Chiesa viaGianni
Chiesa viaGianni

La chiesa della Trinità dei Pellegrini (costruita nel XVIII secolo dove sorgeva l'antico Oratorio dei Confratelli) è una delle strutture storico-religiose di Napoli; è sita nel centro storico della città, nella famosa e popolare Pignasecca, nel quartiere Montecalvario adiacente ai Quartieri Spagnoli.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa della Congregazione della Trinità dei Pellegrini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa della Congregazione della Trinità dei Pellegrini
Via Michele Sciuti, Napoli Municipalità 2

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa della Congregazione della Trinità dei PellegriniContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.847344 ° E 14.247188 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini

Via Michele Sciuti
80135 Napoli, Municipalità 2
Campania, Italia
mapAprire su Google Maps

Chiesa viaGianni
Chiesa viaGianni
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Palazzo Spinelli di Tarsia
Palazzo Spinelli di Tarsia

Il Palazzo Spinelli di Tarsia è uno dei palazzi monumentali di Napoli, ubicato in piazzetta Tarsia. Il palazzo fu eretto, anche se solo parzialmente, su commissione di Ferdinando Vincenzo Spinelli, principe di Tarsia: la costruzione prevedeva il rifacimento di un precedente fabbricato, documentato da Carlo Celano, e il progetto fu affidato a uno dei più noti architetti napoletani del Settecento, Domenico Antonio Vaccaro. Le decorazioni ad affresco negli appartamenti furono eseguite, oltre che dallo stesso Vaccaro, da pittori come Nicola Maria Rossi, Nicola Cacciapuoti e Giovanni De Simone. L'edificio, in origine, occupava una vasta zona alle spalle della chiesa di San Domenico Soriano. Nella struttura, secondo un disegno assonometrico redatto dallo stesso Vaccaro, si nota un fastoso ingresso che dà accesso a due scenografiche rampe a tenaglia per le carrozze con al centro una scalinata, dopo le quali ci si trovava davanti al primo corpo di fabbrica, che racchiude tre archi a sesto ribassato in legno intarsiato. Da questo si passa all'ampio cortile rettangolare, dove prospetta il maestoso palazzo elevato, a due piani con pianterreno. La grande area verde del palazzo intendeva rifarsi ai giardini pensili di Babilonia, ma essa è oggi quasi del tutto scomparsa. L'intera struttura, dall'Unità d'Italia a oggi, non è mai stata al centro di un accurato piano di restauro e di salvaguardia, teso alla sua rivalorizzazione. A eccezione della facciata l'intero comprensorio è in profondo degrado, con un parcheggio auto abusivo.

Chiesa di Santa Maria di Montesanto
Chiesa di Santa Maria di Montesanto

La chiesa di Santa Maria di Montesanto e l'annesso monastero vennero costruiti a Napoli da una comunità di Carmelitani siciliani originari di Montesanto. La costruzione venne affidata all'architetto Pietro de Marino, ma i lavori vennero completati successivamente da Dionisio Lazzari, a cui si deve la cupola (1680). Gli stucchi della facciata, ricreati nel XIX secolo, sono di Angelo Viva e raffigurano la Madonna del Carmelo. L'interno ha una pianta a croce latina, a navata unica con quattro cappelle per lato. Sugli altari delle prime cappelle a sinistra e a destra sono collocate due tele di Paolo De Matteis, datate 1693, con L' Angelo Custode e Il Miracolo di Sant'Antonio. Nella seconda cappella a sinistra è conservato un simulacro ligneo di San Ciro e il Ritratto funebre di Carlo Franchi, avvocato del foro napoletano durante il XVIII secolo. Nella terza a cappella destra vi sono due tele ottocentesche di ignota mano. Nel braccio sinistro del transetto è collocato in una grande nicchia il Crocifisso tra la Madonna e San Giovanni, gruppo ligneo seicentesco di notevole qualità, tradizionalmente attribuito a Nicola Fumo, ma più probabilmente opera di Aniello Perrone, mentre in quello destro è posta una grande tela di Giovanni della Torre, seguace del Beinaschi, raffigurante La Sacra Famiglia davanti all'Eterno. Un cenno a parte merita la terza cappella a sinistra, dedicata a Santa Cecilia, la quale è rappresentata nel dipinto centrale di Giuseppe Simonelli (ritoccato - secondo il De Dominici - da Luca Giordano) e nei due laterali di Giuseppe Castellano. A lungo fu affidata alle cure dei Maestri di Musica della Real Cappella Palatina ed è nota perché in essa sono sepolti Alessandro Scarlatti († 1725), Leonardo Leo († 1744), Pasquale Cafaro († 1787) ed altri musicisti della Real Cappella, come si legge dalla lapide marmorea sulla destra appostavi dal Cafaro nel 1777 .

Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina
Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina

La chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina (nota come chiesa di Santa Giovanna d'Arco o anche Rosariello a Portamedina) è una caratteristica chiesa di Napoli; si erge nel centro storico della città con precisione in via Rosario a Portamedina nei Quartieri Spagnoli. La fondazione dell'edificio sacro risale al 1568 ad opera della Congrega dello Spirito Santo e nel XVII secolo la chiesa venne completata con il chiostro. Tra il 1724 e il 1742 il complesso fu soggetto a due importanti rinnovi: l'aspetto attuale risale proprio al restauro del 1742, quando furono ridecorati a stucco gli interni e gli esterni in stile tardo-barocco con probabili interventi di Domenico Antonio Vaccaro e della sua scuola. Nel 1929 il conservatorio dei domenicani passò alle suore della Compagnia di Maria e nel 1937 venne riconosciuto legalmente come scuola; dalla metà del XX secolo la struttura è stata ampliata e profondamente alterata. La caratteristica facciata, che si insinua tra gli stretti vicoli del quartiere, presenta un portico ornato a stucco a pianta semiesagonale, sorretto da arcate a tutto sesto, sul quale poggia il coro. L'interno è a pianta centrale, con due cappelle per lato e presbiterio absidato rettangolare; la navata e le cappelle sono coperte da volte e non è presente una cupola. Tra le opere pittoriche conservate si annovera il "Sant'Antonio che adora il Bambino sulle braccia di San Giuseppe attorniato dai Santi Gennaro e Michele", tela firmata da Antonio Sarnelli. A pochi metri di distanza, nei pressi della chiesa, si trova il convento adibito a funzioni scolastiche private e quindi non visitabile. Il chiostro, fondato nel XVI secolo e ampliato in quello successivo, è formato da uno spazio centrale quadrato delimitato tre arcate per ogni lato; venne alterato nella sua forma nel Novecento per un rinnovamento generale degli ambienti.