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Chiesa di San Martino Vescovo (Vergiate)

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Vergiate parrocchiale
Vergiate parrocchiale

La chiesa di San Martino Vescovo è la parrocchiale di Vergiate, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Somma Lombardo. La prima citazione di una chiesa a Vergiate risale al XIII secolo. Da un documento del 1398 si apprende che questa chiesa era compresa nel vicariato foraneo di Somma. Nel XVII secolo l'edificio venne ampliato ed abbellito. Tra il 1689 e il 1691 fu realizzato l'altare maggiore dallo scultore Bernardino Castelli e, nel 1777, il coro della chiesa venne ingrandito. La nuova parrocchiale fu costruita su progetto di Enrico Locatelli nel 1888 e consacrata nell'ottobre di quello stesso anno. Nel 1898 venne collocato l'organo, opera della ditta Bernasconi di Varese e, nel 1907, fu sopraelevato il campanile. Nel 1936 venne costruita la facciata e, nel 2004, rifatto il pavimento. Vergiate Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Arcidiocesi di Milano Pieve di Somma Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Martino Parrocchia di S. MARTINO V., su parrocchiemap.it.

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Chiesa di San Martino Vescovo (Vergiate)
Via Don Enrico Locatelli,

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Chiesa di San Martino Vescovo

Via Don Enrico Locatelli
21029
Lombardia, Italia
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Vergiate parrocchiale
Vergiate parrocchiale
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Luoghi vicini

Cimbro (Vergiate)
Cimbro (Vergiate)

Cimbro (Cimber in dialetto varesotto) è una frazione del comune italiano di Vergiate posta a nordest del centro abitato. Costituì un comune autonomo fino al 1869, quando venne aggregata al comune di Mornago. Due anni dopo la frazione fu staccata dal comune di Mornago ed aggregata a Vergiate. Fu un antico comune del Milanese. Registrato agli atti del 1751 come un borgo di circa 155 abitanti, nel 1786 Cimbro entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 192 abitanti. Nel 1809 fu soppresso con regio decreto di Napoleone ed annesso a Cuvirone, a sua volta aggregato a Vergiate nel 1811. Il Comune di Cimbro fu quindi ripristinato con il ritorno degli austriaci, e l'abitato risultò essere popolato da 298 anime nel 1853, salite a 359 nel 1861. La soppressione dell'autonomia comunale giunse infine nel 1869 su decreto di Vittorio Emanuele II, che decise stavolta l'unione con Mornago, ma dopo soli due anni si risolse di riproporre l'antico modello napoleonico, riportando la località sotto Vergiate. Ogni anno, a metà settembre, si svolge il Palio Cimbrese che vede i quattro rioni del paese cimentarsi in sfide sportive e giochi di vario genere. Cimbro è situato vicino al torrente Strona (affluente del Ticino), ancora oggi infatti sono presenti alcuni mulini. Cimbro è situato a nord est del Comune di Vergiate, in una zona collinosa ricca di prati e boschi. Stazione di Mornago-Cimbro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cimbro Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it.

Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Golasecca)
Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Golasecca)

La chiesa dei Santi Simone e Giuda è una chiesa sussidiaria di Golasecca, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano. La sua costruzione ebbe inizio nel XVII secolo, intorno al 1646, su iniziativa di Bernardino Visconti, un nobile della zona. Originariamente concepita come luogo di culto, la chiesa presto assunse un ruolo diverso quando fu convertita in un Lazzaretto, ovvero un ospedale per malati di peste. Questa trasformazione avvenne in risposta alle devastanti epidemie che colpirono l'Europa in quel periodo, compresa l'Italia settentrionale. Il Lazzaretto di Golasecca, grazie alla sua posizione isolata e alla sua struttura robusta, forniva un rifugio per i malati di peste e svolgeva un ruolo cruciale nell'assistenza durante tali crisi sanitarie. Questo periodo segnò un'importante fase nella storia della chiesa, poiché divenne un centro di cura e assistenza, oltre che di preghiera. Nel corso dei secoli successivi, la chiesa subì diverse trasformazioni e restauri per adattarsi alle esigenze della comunità locale e ai cambiamenti architettonici. Tuttavia, conservò la sua importanza come punto di riferimento nella vita della comunità di Golasecca. Oggi, la Chiesa dei Santi Simone e Giuda, conosciuta anche come Lazzaretto di Golasecca, rappresenta un importante monumento storico e culturale nella regione. Continua a essere un punto di interesse per i visitatori che desiderano conoscere la ricca storia e le tradizioni della zona. La facciata della chiesa è caratterizzata da elementi tipici dello stile tardo gotico, tra cui archi acuti, decorazioni scolpite e dettagli intricati. La facciata presenta un portale principale che funge da ingresso principale alla chiesa. Questo portale è decorato con sculture raffiguranti figure religiose o motivi ornamentali. Tipiche dello stile gotico, le finestre a bifora sono presenti sulla facciata della chiesa, contribuendo a dare un senso di verticalità ed eleganza all'edificio. La chiesa è stata costruita utilizzando materiali tradizionali dell'epoca, come pietra locale o mattoni, che conferiscono alla struttura un aspetto solido e duraturo. La facciata è arricchita da vari elementi decorativi, come ghiere intagliate, archi decorati, o sculture che raffigurano santi, angeli o altre figure religiose. Nel corso dei secoli, la facciata della chiesa ha subito diversi restauri e aggiunte per mantenere o migliorare la sua struttura e il suo aspetto estetico, riflettendo i gusti e le esigenze architettoniche dei rispettivi periodi. La chiesa presenta una navata centrale che si estende dalla porta d'ingresso fino all'altare maggiore. Questa parte dell'edificio è generalmente caratterizzata da volte a crociera o a botte, tipiche dell'architettura gotica. All'estremità della navata centrale si trova l'altare maggiore. Lungo le pareti della navata centrale sono presenti cappelle laterali, ognuna dedicata a un santo o a un evento religioso specifico. Queste cappelle contengono altari secondari, dipinti, statue o altre opere d'arte sacra. Le pareti e le volte della chiesa sono decorate con affreschi raffiguranti scene della Bibbia, santi o altri motivi religiosi. Questi dipinti sono datati a diverse epoche storiche, riflettendo i cambiamenti nel gusto artistico nel corso dei secoli. Nel corso del tempo, la chiesa ha subito restauri e interventi di conservazione per preservare le sue caratteristiche storiche e architettoniche, garantendo che continui a essere un luogo di culto e di interesse storico per la comunità locale e i visitatori. Golasecca Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa dei Santi Simone e Giuda Chiesa dei Santi Simone e Giuda, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Lago di Comabbio
Lago di Comabbio

Il lago di Comabbio (in lombardo lagh de Cumabi) è un lago di origine glaciale in Provincia di Varese. Si trova tra il lago Maggiore e il lago di Varese. Cinque sono i comuni che si affacciano sulle rive del lago: Ternate, Varano Borghi, Vergiate, Mercallo e Comabbio. Il lago ha una superficie di circa 3,4 chilometri quadrati ed una profondità massima di 7,7 metri. È lungo 3,6 chilometri e largo 1,4 chilometri, ha uno sviluppo costiero di 9 chilometri. Il lago di Comabbio si trova in una conca naturale delimitata a Ovest dal massiccio del Monte Pelada e Monte Calvo, a est dal Monte San Giacomo e a nord-est da un leggero falsopiano, intervallato da piccole e basse colline, che collega la sponda ternatese alla sponda biandronnese che si affaccia sul Lago di Varese. Dal punto di vista floristico è un'oasi naturalistica ricca di piante rare, soprattutto galleggianti. È alimentato da alcune sorgenti e da piccoli torrenti, quindi non risultano immissari ed emissari di particolar rilievo. Un tempo, il lago era collegato al lago di Varese con il quale formava un unico grande bacino; ora i due laghi sono collegati mediante un canale artificiale : il canal Brabbia che attraversa l'omonima palude. Attualmente il lago è considerato, soprattutto per motivi naturali e a causa della sua bassa profondità, eutrofico. Rappresenta, infatti, in modo evidente, quel processo evolutivo irreversibile che porterà i laghi prealpini ad un grado di trofia e di interramento sempre maggiori. Dal punto di vista naturalistico offre una ricca varietà di specie faunistiche e floreali, grazie anche al divieto di utilizzare barche a motore. Una caratteristica di questo lago è sempre stata la sua pescosità (luccio, lucioperca, persico sole, scardola, carpa, tinca e anguilla) mentre la sponda meridionale, meglio nota come baia di Corgeno, è anche zona di rifugio e nidificazione di molte specie di uccelli acquatici e di anatre. A causa delle sue ridotte dimensioni, d'inverno ghiaccia molto facilmente trasformandosi in una grande pista di pattinaggio. Si dice che molto tempo fa, circa nel 2000 a.C., il lago di Comabbio e il Lago di Monate fossero uniti. Ciò potrebbe essere la risposta alle numerose falde acquifere sotterranee che si trovano tutt'oggi ad alimentare principalmente il Lago di Monate. Sulla sponda orientale in località Corgeno, nell'area naturale del Parco del Ticino, si trova buona parte di quell'area del lago che viene chiamata la palude di Mercallo; si tratta di una zona in cui è documentata la presenza di antiche popolazioni chiamate Corogennates, vocabolo di derivazione celtica. Nello spazio d'acqua molto paludoso di fronte a Corgeno furono rinvenuti gli unici insediamenti palafitticoli di tutto il lago risalenti all'età del bronzo. Il Lago di Comabbio, come gli altri laghi varesini, venne acquistato dal vescovo Biglia nel 1652, venduto poi nel 1779 ai Litta Visconti di Arese e infine ai Borghi, industriali tessili varesini che nel 1819 impiantarono una grande tessitura a Varano. Da diversi anni è vietata la navigazione a motore sul lago, il quale nel 2022 ha ospitato la 70ª edizione dei Campionati Italiani di canottaggio a sedile fisso organizzati dalla Canottieri Corgeno. Il lago è circondato da una pista ciclopedonale di circa 12 km di lunghezza, nel tratto di Corgeno è possibile visionare sculture en plein air e installazioni architettoniche dell'artista locale Mario da Corgeno. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su lago di Comabbio