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Sesona

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Vergiate frazione Sesona chiesa di Sant'Eusebio
Vergiate frazione Sesona chiesa di Sant'Eusebio

Sesona è una frazione geografica del comune italiano di Vergiate posta oltre l'autostrada dei Laghi a sudovest del centro abitato, verso Golasecca. Costituì un comune autonomo fino al 1869.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Sesona (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Sesona
Boghead Avenue,

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Vergiate frazione Sesona chiesa di Sant'Eusebio
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Golasecca)
Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Golasecca)

La chiesa dei Santi Simone e Giuda è una chiesa sussidiaria di Golasecca, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano. La sua costruzione ebbe inizio nel XVII secolo, intorno al 1646, su iniziativa di Bernardino Visconti, un nobile della zona. Originariamente concepita come luogo di culto, la chiesa presto assunse un ruolo diverso quando fu convertita in un Lazzaretto, ovvero un ospedale per malati di peste. Questa trasformazione avvenne in risposta alle devastanti epidemie che colpirono l'Europa in quel periodo, compresa l'Italia settentrionale. Il Lazzaretto di Golasecca, grazie alla sua posizione isolata e alla sua struttura robusta, forniva un rifugio per i malati di peste e svolgeva un ruolo cruciale nell'assistenza durante tali crisi sanitarie. Questo periodo segnò un'importante fase nella storia della chiesa, poiché divenne un centro di cura e assistenza, oltre che di preghiera. Nel corso dei secoli successivi, la chiesa subì diverse trasformazioni e restauri per adattarsi alle esigenze della comunità locale e ai cambiamenti architettonici. Tuttavia, conservò la sua importanza come punto di riferimento nella vita della comunità di Golasecca. Oggi, la Chiesa dei Santi Simone e Giuda, conosciuta anche come Lazzaretto di Golasecca, rappresenta un importante monumento storico e culturale nella regione. Continua a essere un punto di interesse per i visitatori che desiderano conoscere la ricca storia e le tradizioni della zona. La facciata della chiesa è caratterizzata da elementi tipici dello stile tardo gotico, tra cui archi acuti, decorazioni scolpite e dettagli intricati. La facciata presenta un portale principale che funge da ingresso principale alla chiesa. Questo portale è decorato con sculture raffiguranti figure religiose o motivi ornamentali. Tipiche dello stile gotico, le finestre a bifora sono presenti sulla facciata della chiesa, contribuendo a dare un senso di verticalità ed eleganza all'edificio. La chiesa è stata costruita utilizzando materiali tradizionali dell'epoca, come pietra locale o mattoni, che conferiscono alla struttura un aspetto solido e duraturo. La facciata è arricchita da vari elementi decorativi, come ghiere intagliate, archi decorati, o sculture che raffigurano santi, angeli o altre figure religiose. Nel corso dei secoli, la facciata della chiesa ha subito diversi restauri e aggiunte per mantenere o migliorare la sua struttura e il suo aspetto estetico, riflettendo i gusti e le esigenze architettoniche dei rispettivi periodi. La chiesa presenta una navata centrale che si estende dalla porta d'ingresso fino all'altare maggiore. Questa parte dell'edificio è generalmente caratterizzata da volte a crociera o a botte, tipiche dell'architettura gotica. All'estremità della navata centrale si trova l'altare maggiore. Lungo le pareti della navata centrale sono presenti cappelle laterali, ognuna dedicata a un santo o a un evento religioso specifico. Queste cappelle contengono altari secondari, dipinti, statue o altre opere d'arte sacra. Le pareti e le volte della chiesa sono decorate con affreschi raffiguranti scene della Bibbia, santi o altri motivi religiosi. Questi dipinti sono datati a diverse epoche storiche, riflettendo i cambiamenti nel gusto artistico nel corso dei secoli. Nel corso del tempo, la chiesa ha subito restauri e interventi di conservazione per preservare le sue caratteristiche storiche e architettoniche, garantendo che continui a essere un luogo di culto e di interesse storico per la comunità locale e i visitatori. Golasecca Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa dei Santi Simone e Giuda Chiesa dei Santi Simone e Giuda, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di Santa Maria Assunta (Golasecca)
Chiesa di Santa Maria Assunta (Golasecca)

La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Golasecca, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano. La chiesa di Santa Maria Assunta venne creata per ospitare l'intera popolazione del paese e in meno di tre anni venne completata il 16 dicembre 1849. Per far costruire la nuova chiesa, la piazza dovette subire un mutamento facendo demolire il vecchio tempio per creare una scalinata per dare accesso al sagrato della chiesa. L'edificio è composto e addobbato da alcuni dipinti di Luigi Tagliaferri, altri quadri di autore caravaggesco e altri di proprietà della Pinacoteca di Brera. All'interno della chiesa ci sono opere dell'antica chiesa di San Michele. L'interno della chiesa si compone di una pianta a tre navate con campanile con copertura semisferica. Gli interni sono coperti da volte a crociera, ci sono affreschi con litanie mariane. La chiesa Santa Maria Assunta contiene alcune opera dell'antica chiesa medioevale di San Michele. La facciata della chiesa è molto imponente con un corpo centrale tinteggiato con colori caldi e scandito da lesene, che sostengono il timpano che poggia sul frontone con la scritta D.O.M. La parte centrale è composta da delle statue di bronzo e da un bassorilievo. Golasecca Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Assunta Chiesa di Santa Maria Assunta, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di San Michele (Golasecca)
Chiesa di San Michele (Golasecca)

La chiesa di San Michele è una delle poche strutture ancora esistenti di epoca medioevale a Golasecca. La sua storia risale al XI secolo, ed è considerata uno dei più antichi edifici religiosi della regione. La chiesa di San Michele presenta uno stile architettonico romanico/gotico, con elementi che testimoniano la sua antichità, come ad esempio i suoi muri in pietra, il portale d'ingresso e le decorazioni scolpite che riflettono l'arte e l'architettura dell'epoca. Nel corso dei secoli, la chiesa di San Michele ha subito diverse trasformazioni e restauri, ma ha mantenuto la sua importanza come centro di culto e come testimonianza del passato storico della zona. Durante il Medioevo, la chiesa potrebbe aver svolto un ruolo significativo nella vita religiosa e sociale della comunità locale, fungendo da punto di riferimento per le attività religiose, culturali e sociali. La facciata è dominata da un grande portale d'ingresso, sormontato da un architrave decorato e da un arco a tutto sesto. Questo portale è ornato con sculture e bassorilievi che rappresentano motivi religiosi e simbolici, come croci, animali mitologici e figure umane. Questi dettagli scolpiti aggiungono fascino e profondità alla facciata della chiesa, evidenziando l'abilità artigianale dei maestri scultori dell'epoca. Le pareti esterne della chiesa sono realizzate in pietra locale, conferendo all'edificio un aspetto solido e resistente. Lungo le pareti si possono notare anche piccole finestre romaniche, caratterizzate da archi a tutto sesto e protette da grate di ferro battuto. Queste finestre consentono l'ingresso della luce naturale all'interno della chiesa e aggiungono un tocco di grazia all'architettura complessiva. All'interno della chiesa, è possibile ammirare affreschi e dipinti murali che risalgono a diverse epoche storiche, alcuni dei quali sono stati restaurati per preservare la loro bellezza e importanza artistica. Questi dipinti rappresentano scene religiose, santi e simboli cristiani, offrendo ai visitatori un'opportunità unica per immergersi nella spiritualità e nella storia della chiesa e della comunità locale. L'arredamento interno è sobrio ed essenziale, con altari in pietra e legno scolpito, che aggiungono un tocco di semplice eleganza all'ambiente. Uno degli elementi più significativi all'interno della chiesa di San Michele è l'altare maggiore, dedicato al santo patrono della chiesa, San Michele Arcangelo. Questo altare era il fulcro delle celebrazioni liturgiche e delle preghiere dei fedeli, e spesso era decorato con fiori e candele durante le festività religiose. Golasecca Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombarda Chiesa medioevale

Castello Visconteo (Castelletto sopra Ticino)
Castello Visconteo (Castelletto sopra Ticino)

Il Castello Visconteo è un castello situato nel comune di Castelletto sopra Ticino. La storia di questo monumento è ricostruibile solo in parte, grazie a documenti sparsi; un primo documento risale al 1145 in cui i Da Castello vengono citati come proprietari di una residenza fortificata. In altri documenti risalenti al Due e Trecento parlano delle famiglie Torriani e Visconti; il 6 agosto 1329 viene pubblicato un diploma di Ludovico il Bavaro a Pavia il quale afferma il possesso delle terre ad Ottorino Visconti, ma quando vi fu la stesura degli Statuti della Comunità di Castelletto nel 1340 trascritti da Simone Gafforio non vennero riconosciuti i diritti di territorio ai Visconti perché vennero riconosciuti solo all'imperatore, essi sono conservati presso l'archivio Molli della Fondazione Marazza di Borgomanero. Viene dichiarato da un cronista milanese Galvaro Fiamma nel quattordicesimo secolo come baluardo di difesa del territorio milanese. Dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402 e dopo essere divenuto duca Filippo Maria, il castello fu consegnato a Ermes e Lancellotto Visconti, i quali erano i proprietari di Pombia e Varallo Pombia dal 1413; essi si dovettero tirare a sorte le parti della fortezza che gli spettavano, il tutto con l'aiuto di un notaio. Due dei più importanti proprietari del castello furono Alberto e Giovanni Maria Visconti. Il secondo era il conte di Sesto Calende e figlio di Lancellotto, lui ereditò una parte del terreno del padre e volse la sua lealtà a Ludovico il Moro. Suo fratello Alberto ebbe una lunga discendenza e nel 1471 associò al proprio cognome Visconti il predicato D'aragona, il quale li fu concesso dal re Ferdinando di Sicilia; successivamente nel 1495 Giovanni Maria Visconti equipaggiò una flotta di barche da spedire sul Ticino per evitare l'invasione del Milanese da parte dei Francesi, ma nel 1500 il Moro fu catturato e così Giovanni si rifugiò in Austria. Nel diciassettesimo secolo il castello diventò una residenza e in alcune relazioni di quel periodo si dichiara che non vi è mai stato un castello, ma in realtà era scomparso dalla memoria di tutti; Vagliano nella sua opera "Le rive del Verbano" del 1710 cita il castello come fortezza, poi viene presentato anche da padre Arista in un'opera stampata nel 1716 come residenza dei Torriani, fu fonte di ispirazione per il romanzo storico "Marco Visconti" di Tommaso Grossi. Nel 1748 il territorio passa in mano ai Savoia, poi ai francesi e infine di nuovo ai Savoia; anche Giuseppe Garibaldi nel 1859 usufruì delle barche di Castelletto per raggiungere la Lombardia. Oggi il castello di Castelletto sopra Ticino rappresenta solo un'antica e influente residenza di campagna. Il castello fu ristrutturato in diversi modi architettonici nel corso dei secoli; le testimonianze più antiche risalgono all'epoca viscontea, quando la fortezza era nel suo periodo di splendore. Aveva una pianta quadrilatera e possedeva quattro torri agli angoli, due erano posizionate sul versante nord occidentale della struttura e le altre due posizionate sul lato verso il fiume. Con uno studio approfondito si è potuto scoprire che la muratura era anticamente composta da uno strato di ciottoli che in seguito fu rinforzata da pietre quadrate e poi vi furono altri interventi di adattamento, la funzione difensiva originaria è ancora rilevabile nonostante tutte le modifiche fatte nel tempo e adesso le due torri del castello che si affacciano sul fiume sono molto danneggiate e frantumate; nella facciata principale si può vedere lo stemma dei Visconti D'Aragona, nel castello troviamo anche una sala degli stemmi, la quale è decorata con i simboli araldici del biscione visconteo e dell'aquila imperiale; ci sono anche degli stemmi delle donne appartenuti alle famiglie Perrone di San Martino e Visconti Ornavasso. Dalla parrocchia è possibile accedere alla sala principale dell'edificio dove si può vedere lo stemma dei visconti come decorazione sul pavimento, il quale è fatto a seminato alla veneziana e si vede anche il soffitto appena ristrutturato. Castelletto sopra Ticino, collana Percorsi storia documenti artistici del novarese, Provincia di Novara, 1998. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castello Visconteo