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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano)

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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano, Trieste)
Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano, Trieste)

La chiesa di Sant'Andrea Apostolo (in sloveno Sv. Andrej Apostol) è la parrocchiale di Trebiciano (Trebče), frazione di Trieste, in provincia e diocesi di Trieste; fa parte del decanato di Opicina.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano)
Trieste

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.672167 ° E 13.825472 °
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Indirizzo

32
34149 Trieste
Friuli-Venezia Giulia, Italia
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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Trebiciano, Trieste)
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Luoghi vicini

Padriciano

Padriciano (Padrich in italiano originale, prima dell'italianizzazione, Padriciàn in dialetto triestino, Padriče in sloveno) è un quartiere del comune di Trieste, posto a 359 m s.l.m. nell'Altopiano Carsico. Fino al XVII secolo il territorio ove sorge il borgo era di proprietà delle monache benedettine di Trieste. Il nome deriva forse da Tomaso Padrichiar che acquistò la proprietà nel 1619; proprietà chiamata fino a quel momento Bovolenta. È tuttavia possibile anche un'altra etimologia: il nome Padriče deriverebbe dallo sloveno "podgrič", lett. "sottomonte"; Padričar sarebbe quindi da ritenersi un nome di persona derivante dal luogo di residenza, al pari di Furlan, Romano, Napolitano. È invece documentata la presenza di una famiglia Grgič (cognome tuttora presente in paese) sin dal 1584, anno che si ritiene fondativo per il paese. La chiesa di Padriciano è stata costruita nel 1898 dagli stessi abitanti del luogo, riuniti in un consorzio (l'attuale Consorzio boschivo - Gozdna zadruga). La chiesetta è consacrata ai SS. Cirillo e Metodio. Sulla facciata principale si erge un monumento che ricorda le vittime della seconda guerra mondiale. Durante in ventennio fascista e la successiva occupazione nazista sono state infatti molte le famiglie colpite da repressioni, deportazioni ed esecuzioni; per questo l'adesione alla lotta di liberazione, ed in particolare al movimento partigiano, è stata praticamente unanime. Prima dell'annessione all'Italia nel 1918/1920, Padriciano era abitato in stragrande maggioranza da sloveni; secondo l'ultimo censimento austriaco del 1911, il 97,3% della popolazione era di madrelingua slovena, in quello del 1900 la popolazione residente risultava di 254 unità . Padriciano è conosciuto per la presenza nel suo territorio di un ex campo profughi, attivo per un lungo periodo dopo l'esodo dall'Istria e dal 2004 sede del Museo di Carattere Nazionale C.R.P. (Centro Raccolta Profughi). Un altro campo, poco distante dal paese, è stato allestito successivamente per accogliere persone che fuggivano da Paesi comunisti dell'Europa orientale. La località oggi è nota in tutta Europa per la presenza, dal 1981, dell'AREA Science Park, il principale campus scientifico di Trieste e il più grande parco scientifico e tecnologico d'Italia; sono attive nel paese un'associazione culturale (Slovan) e due associazioni sportive, ASD Gaja e Tennis Club Triestino. Nelle immediate vicinanze di quest'ultima si trova un complesso di campi da golf.

Chiadino
Chiadino

Chiadino (Kadinj in sloveno) è un borgo o rione suburbano di Trieste, situato nella parte est della città e che comprende le località di Chiadino, Chiadino in Monte facente capo alla parrocchia di Santa Caterina da Siena, San Luigi facente capo alla parrocchia di San Luigi Gonzaga, e del Boschetto che va da San Luigi a Longera.Corrisponde al colle di Chiadino delimitato ad ovest dal centro della città, a nord-est dalla zona di San Giovanni (Guardiella) e a sud sud-est dalla zona di Rozzol. Sulla sommità del colle si trovano: in località Cacciatore, l'edificio del Ferdinandeo, eretto nel 1858 in onore dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo, ed ora sede del MIB School of Management. Villa Revoltella, costruita nel 1853 per il barone Pasquale Revoltella, ed ora parco cittadino, con la villa, il parco, la gloriette, la serra e la chiesetta dedicata a San Pasquale Baylon. Il versante nord-est del colle è occupato invece dal bosco del Farneto (dal nome della farnia, un tipo di quercia), comunemente chiamato Boschetto, un ampio polmone verde per la città. Nei primi anni dell’Ottocento fu deciso di tracciare un sentiero che dalle falde del Boschetto portasse agilmente alla vetta del colle Cacciatore, così chiamato per il guardaboschi che lì risiedeva. Nella primavera del 1817 venne finalmente aperta alla cittadinanza la strada a serpentina che conduceva in cima alla collina dove, oltre alle passeggiate tra i boschi i cittadini potevano usufruire di una trattoria con i tavolini all'aperto, di un campetto per il gioco dei birilli e di uno spazio per il tiro a segno. Quando nel 1844 l'area boschiva fu donata alla città per l'utilizzo pubblico dall'imperatore Ferdinando I, si pensò di valorizzare tutta la zona con la costruzione di un elegante albergo per i soggiorni dell’élite cittadina, il progetto fu commissionato all'architetto berlinese Friedrich Hitzig. Nel 1858 fu così inaugurato l’edificio in stile tardo rinascimentale chiamato Ferdinandeo in onore dell’imperatore d’Austria che ne elargì i fondi. L'albergo Ferdinandeo venne frequentato da una raffinata clientela che con la bella stagione amava passeggiare tra i boschi e di sera ballare nel salone. La zona intorno, rimasta del tutto incolta, e che ora costituisce il parco di Villa Revoltella, fu acquistata dal ricchissimo barone Pasquale Revoltella che vi edificò un rustico chalet per trascorrervi brevi vacanze tra una battuta di caccia e l’altra. Fu allestito anche uno splendido giardino dotato di vialetti, curatissime aiuole e una grande serra per la coltivazione di piante rare e frutti esotici. Il parco di Villa Revoltella è esteso su un’area di 50000 m² ed è stato in seguito dotato, nella sua parte bassa, di un lungo colonnato con panchine di sosta, campi giochi e di basket, una pista di pattinaggio e una fontana di Nino Spagnoli raffigurante Pinocchio. La bianca chiesetta di San Pasquale Bylon con l'antistante giardino e il laghetto è ancora oggi scelta dai concittadini per romantiche cerimonie di matrimonio. Al limite ovest del bosco del Farneto, verso la zona di San Luigi, si trova il civico Orto Botanico.