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Gropada

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Gropada
Gropada

Gropada (Gropàda in dialetto triestino, Gropada in sloveno) è un quartiere del comune di Trieste e uno dei borghi più antichi del Carso triestino. Situato circa 6 km a est della città, si trova a 397–406 m s.l.m. e conta circa 300 abitanti. Il piccolo abitato rurale è raggruppato intorno alla chiesetta di San Rocco, costruita forse nel Seicento, di certo anteriore al 1780, data di un suo restauro. I dintorni sono noti agli appassionati di speleologia per le varie grotte ("abissi") riconducibili non solo alla natura "carsica" del terreno ma probabilmente anche al corso sotterraneo del Timavo. A nord del paese si segnala pure la presenza di uno dei pochi stagni carsici sopravvissuti e anticamente usati per l'approvvigionamento idrico e come abbeveratoio del bestiame, oggi restaurato e di nuovo pieno di fauna. Ogni anno, a partire dal 2008, a Gropada si svolge la gara promozionale di orienteering "Senza confine" nei boschi fra Italia e Slovenia che, oltre al significato sportivo, ha anche un alto valore simbolico nel superare la memoria di dolore e sangue che ha contrassegnato quella frontiera. Grazie al crescente numero e qualità dei partecipanti alle varie edizioni della gara, in pochi anni Gropada è diventato un centro particolarmente conosciuto per l'orienteering e il 23 giugno 2011 vi è stato inaugurato un percorso fisso per la pratica e l'avvicinamento a questo sport.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Gropada (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.665278 ° E 13.848889 °
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Indirizzo

27
34149 Trieste
Friuli-Venezia Giulia, Italia
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Gropada
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Luoghi vicini

Padriciano

Padriciano (Padrich in italiano originale, prima dell'italianizzazione, Padriciàn in dialetto triestino, Padriče in sloveno) è un quartiere del comune di Trieste, posto a 359 m s.l.m. nell'Altopiano Carsico. Fino al XVII secolo il territorio ove sorge il borgo era di proprietà delle monache benedettine di Trieste. Il nome deriva forse da Tomaso Padrichiar che acquistò la proprietà nel 1619; proprietà chiamata fino a quel momento Bovolenta. È tuttavia possibile anche un'altra etimologia: il nome Padriče deriverebbe dallo sloveno "podgrič", lett. "sottomonte"; Padričar sarebbe quindi da ritenersi un nome di persona derivante dal luogo di residenza, al pari di Furlan, Romano, Napolitano. È invece documentata la presenza di una famiglia Grgič (cognome tuttora presente in paese) sin dal 1584, anno che si ritiene fondativo per il paese. La chiesa di Padriciano è stata costruita nel 1898 dagli stessi abitanti del luogo, riuniti in un consorzio (l'attuale Consorzio boschivo - Gozdna zadruga). La chiesetta è consacrata ai SS. Cirillo e Metodio. Sulla facciata principale si erge un monumento che ricorda le vittime della seconda guerra mondiale. Durante in ventennio fascista e la successiva occupazione nazista sono state infatti molte le famiglie colpite da repressioni, deportazioni ed esecuzioni; per questo l'adesione alla lotta di liberazione, ed in particolare al movimento partigiano, è stata praticamente unanime. Prima dell'annessione all'Italia nel 1918/1920, Padriciano era abitato in stragrande maggioranza da sloveni; secondo l'ultimo censimento austriaco del 1911, il 97,3% della popolazione era di madrelingua slovena, in quello del 1900 la popolazione residente risultava di 254 unità . Padriciano è conosciuto per la presenza nel suo territorio di un ex campo profughi, attivo per un lungo periodo dopo l'esodo dall'Istria e dal 2004 sede del Museo di Carattere Nazionale C.R.P. (Centro Raccolta Profughi). Un altro campo, poco distante dal paese, è stato allestito successivamente per accogliere persone che fuggivano da Paesi comunisti dell'Europa orientale. La località oggi è nota in tutta Europa per la presenza, dal 1981, dell'AREA Science Park, il principale campus scientifico di Trieste e il più grande parco scientifico e tecnologico d'Italia; sono attive nel paese un'associazione culturale (Slovan) e due associazioni sportive, ASD Gaja e Tennis Club Triestino. Nelle immediate vicinanze di quest'ultima si trova un complesso di campi da golf.

Rozzol Melara
Rozzol Melara

Rozzol Melara è un quartiere di Trieste, delimitato a nord dal boschetto de "Il Cacciatore", a sud da via Cumano e piazzale "Alcide De Gasperi", a ovest da via delle Settefontane, via Vergerio, tratto di via Revoltella fino alla intersezione con via Domenico Rossetti, via Domenico Rossetti intersezione via Mameli, via dell'Eremo e infine via San Pasquale; a est con la rotonda stradale tra Via Marchesetti e via Forlanini. Inoltre è conosciuto per ospitare Largo Vincenzo Barsigliano ed il complesso residenziale popolare ATER comunemente chiamato anche come "Il quadrilatero" di Melara. Il quadrilatero di Melara è stato progettato da un nutrito gruppo di professionisti triestini (in numero di 29) selezionato dall'Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, coordinati da Carlo Celli dello studio Celli di Trieste e costruito tra il 1969 e il 1982 sotto le teorie socio-architettoniche di Le Corbusier. Il complesso, in stile brutalista, è formato da due corpi di fabbrica a L, dai sette ai quindici piani, del volume di 267.000 metri cubi che si estende su una superficie di 89.000 metri quadri e conta 648 appartamenti, da 45 a 100 mq., e circa 2.500 residenti. I due edifici a L sono posti in comunicazione attraverso percorsi coperti che formano al centro una grande crociera, luogo di incontro. Nell'intento progettuale l'idea era quella di creare una sorta di "villaggio indipendente" fornito di tutti i bisogni primari (negozi, scuole, ecc.). Le chiavi dei primi appartamenti furono consegnate tra il 1979 e il 1981 soprattutto a coppie giovani. Il quadrilatero dista quattro chilometri dal centro di Trieste.