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Osservatorio Astrofisico di Torino

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Pino torinese osservatorio edificio storico
Pino torinese osservatorio edificio storico

L'Osservatorio astrofisico di Torino, riportato anche come Osservatorio astronomico di Torino, è un osservatorio astronomico sito a Pino Torinese, nella città metropolitana di Torino. È attualmente gestito dall'Istituto nazionale di astrofisica (INAF). L'asteroide 2694 Pino Torinese trae la denominazione dalla località in cui ha sede l'osservatorio. La storia dell'Osservatorio astronomico di Torino risale storicamente al 1759, quando il re Carlo Emanuele III diede all'astronomo Giovanni Battista Beccaria l'incarico di misurare l'arco di meridiano che passa da Torino. A questo scopo il re fece riadattare a sue spese una torretta posta su una casa all'imbocco della centrale Via Po, dove Beccaria sistemò i suoi strumenti. Il primo osservatorio fu costruito 30 anni dopo sui tetti del palazzo dell'Accademia delle scienze di Torino ad opera dell'architetto Francesco Ferroggio e venne inaugurato ufficialmente il 30 novembre 1790. Nel 1822 l'astronomo Giovanni Plana, dal Palazzo dell'Accademia delle scienze di Torino trasferì i pochi strumenti a sua disposizione a Palazzo Madama, aggiungendone altri più evoluti e dando inizio a un'attività osservativa sistematica. Cinquant'anni dopo il direttore Alessandro Dorna fece notare che era giunto ormai il momento di trasferire l'attività al fine di migliorare la ricerca. Infatti la sempre più illuminata e rumorosa Piazza Castello non era più il luogo adatto per l'osservazione degli astri. Per opera di Giovanni Boccardi tra il 1907 ed il 1912, l'osservatorio venne trasferito da Torino a Pino Torinese sulla collina Bric Torre Rotonda a 620 metri sul livello del mare. Terminata la costruzione nel 1912, il complesso era venuto a costare 230.000 lire (circa 785.000 € attuali); vennero costruite due palazzine: una per la biblioteca e per l'alloggio del direttore, e l'altra per il deposito degli strumenti e per l'officina, oltre a sei padiglioni in un materiale chiamato papier-maché utile per evitare surriscaldamenti. L'osservatorio, oltre agli strumenti trasferiti da Palazzo Madama, venne dotato di un cerchio meridiano di Bamberg strumento utilizzato per seguire il movimento degli astri, e nel 1921, grazie ad una sottoscrizione pubblica, venne acquistato anche un astrografo, grossa fotocamera per fotografare gli astri. Con gli anni trenta i diversi direttori che si succedettero alla guida dell'osservatorio si trovarono ad affrontare numerosi problemi: inadeguatezza degli strumenti, personale poco qualificato, disinteresse delle istituzioni. Il piano di rilancio dell'osservatorio partì solo nel 1966, con la direzione di Mario Girolamo Fracastoro, che portò ad un forte impegno nel settore dell'astrometria (con partecipazione alla proposta della missione spaziale Hipparcos). Vennero installati nuovi cannocchiali, mentre la cupola fu sopraelevata di cinque metri. Inoltre venne edificata una nuova struttura in cemento armato foderato di vetri che ospita lo strumento più prezioso dell'osservatorio: il telescopio Reosc con uno specchio di 105 cm di apertura, chiamato astrometrico e inaugurato nel 1974. Presso l'Osservatorio di Torino è inoltre utilizzabile il telescopio rifrattore Morais che, con i suoi 42 cm di diametro, è il più grande strumento a lente presente sul territorio italiano. Luisa Schiavone, Storia dell'Osservatorio astronomico di Torino attraverso le fonti bibliografiche ed archivistiche, Torino: Università degli Studi. Facoltà di Lettere e Filosofia, A.A.1990-1991 Tesi di laurea in Biblioteconomia e bibliografia Giovanni De Sanctis Mario A. Ferrero Walter Ferreri Mario Di Martino Massimo Villata Museo dell'astronomia e Planetario di Torino Luigi Volta Whole Earth Blazar Telescope Satellite Gaia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Osservatorio astrofisico di Torino Sito ufficiale, su oato.inaf.it. Sito ufficiale, su beniculturali.inaf.it.

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Osservatorio Astrofisico di Torino
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Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astrofisico di Torino

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Pino torinese osservatorio edificio storico
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Luoghi vicini

Museo dell'astronomia e Planetario di Torino
Museo dell'astronomia e Planetario di Torino

Il Planetario di Torino, Museo dell'Astronomia e dello Spazio (Infini.to) ha sede a Pino Torinese, sulla collina di Torino. Sorge accanto all'Osservatorio astronomico, antica istituzione scientifica torinese. Le sue strutture comprendono un museo interattivo dell'astronomia e un planetario da 98 posti di tipo digitale. Aperto al pubblico dal 28 settembre 2007, presso Infini.to si realizzano attività divulgative, educative e formative rivolte al pubblico generico e alle scuole. È strutturato su 4 piani, di cui 3 interrati; il planetario è accessibile dal piano -2 e la sua struttura esterna (una sfera rappresentante una stella supergigante rossa) è chiaramente visibile da ogni parte del museo. La biglietteria è posta più a valle rispetto al museo e per raggiungerla in origine era stato posto un ascensore inclinato, ma una frana lo ha reso inagibile ed è quindi sostituito da un servizio di navetta gratuito. Al piano 0 sono presenti alcune riproduzioni di satelliti (tra gli altri, il Tethered ed il LAGEOS 2). Al piano -1 ci sono diversi allestimenti sulla visione che abbiamo dell'universo, dello spettro elettromagnetico, la velocità della luce. Al piano -2 è presente l'accesso alla cupola del planetario. Gli allestimenti riguardano le forze della natura, con un piano inclinato su cui saltare con una gravità simulata come quella lunare, dei padiglioni che simulano vortici e potenziali gravitazionali, una giostra che spiega gli effetti pratici del momento angolare ("Il segreto delle pattinatrici"), una cyclette con video che fa pedalare il visitatore sulle lunghissime distanze del sistema solare (ma alla velocità della luce e più). Al piano -3 l'esposizione mira alla struttura a grande scala dell'Universo, alla sua storia ed al futuro, con esposizioni sulla legge di Hubble, la curvatura dello spaziotempo, la radiazione cosmica di fondo. Anche qui troviamo una cyclette che "viaggia" nello spazio. Ci sono poi delle postazioni con pc e due postazioni (la Mediateca) per vedere brevi filmati sull'universo e la sua esplorazione. Il planetario è interno al museo, ha 98 posti ed utilizza per la proiezione il sistema digitale d'avanguardia DIGISTAR 5. Le proiezioni possono essere registrate (dai primi spettacoli ne viene usata una con voce narrante di Margherita Hack) oppure essere presentate dal vivo da un operatore dello staff museale. Il biglietto per il planetario è separato da quello del museo. Il Planetario di Torino lavora in rete, per le attività di divulgazione e per lo scambio di immagini, con altre due istituzioni piemontesi nel campo dell'astronomia, l'Osservatorio Astronomico di Luserna San Giovanni e quello di Alpette. Osservatorio Astrofisico di Torino Sito ufficiale, su to.astro.it. Sito ufficiale, su planetarioditorino.it.

Basilica di Superga
Basilica di Superga

La basilica di Superga, nota anche come Real basilica di Superga, sorge sull'omonimo colle, a 672 metri sul livello del mare, a nord-est di Torino. Fu fatta costruire dal re Vittorio Amedeo II come ringraziamento alla Vergine Maria, dopo aver sconfitto i francesi. Per questo motivo è considerato un "monumento celebrativo". Il progetto è dell'architetto messinese, abate Filippo Juvarra, e risale al 1715. Alla cappella, posta alla sommità dell'omonima collina, si può giungere attraverso strada o servendosi della tranvia Sassi-Superga. La storia della basilica risale al 2 settembre 1706, quando il duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, e il principe di Carignano, Eugenio di Savoia, salirono sul colle per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli. Vittorio Amedeo, inginocchiatosi dinanzi ad un vecchio pilone, giurò che, in caso di vittoria, avrebbe edificato un monumento alla Madonna. E così avvenne: dall'alba fino alle prime ore del pomeriggio del 7 settembre si scontrarono nei campi presso Lucento e Madonna di Campagna le armate francesi e piemontesi e la vittoria arrise ai piemontesi. Grazie alla vittoria nella battaglia, ancora prima della fine della guerra in corso contro Luigi XIV (Guerra di Successione Spagnola), Vittorio Amedeo fu incoronato re di Sicilia e sciolse il voto affidando la progettazione dell'edificio al siciliano Filippo Juvarra (1711). L'edificazione della futura basilica iniziò il 20 luglio 1717 e si protrasse per quattordici anni. Il ruolo di impresario fu affidato allo stuccatore Pietro Filippo Somazzi, che, oltre che di una parte delle decorazioni in stucco, si occupò anche di alcune opere in muratura. Per tutto il periodo della costruzione, si arrivava alla sommità della collina (672 metri, la seconda più alta di Torino) mediante un pessimo sentiero sassoso e tutti i materiali edili venivano trasportati a dorso d'asino. Il 1º novembre 1731, alla presenza del re Carlo Emanuele III di Savoia, il tempio veniva inaugurato con una solenne cerimonia.