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Sarola

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Italy provincial location map 2016
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Sarola è una frazione di 123 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. In epoca medievale il territorio di Sarola fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Sarola fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Soppressa nel 1804 fu unita ai comuni di Villa Guardia e Olivastri, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la ricostituita comunità di Sarola confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarola fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, eretta nel XVII secolo, conserva dipinti dell'epoca e altari lignei. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia, passa per la frazione di Sarola e termina a Olivastri.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Sarola (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.95415 ° E 7.99908 °
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Indirizzo


18027
Liguria, Italia
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Luoghi vicini

Olivastri (Chiusavecchia)
Olivastri (Chiusavecchia)

Olivastri è una frazione di 43 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. Si trova nella media valle Impero alla destra del torrente omonimo, circondato dagli uliveti. In epoca medievale il territorio di Olivastri fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Olivastri fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 ricevette, assieme al comune di Villa Guardia, la soppressa comunità di Sarola, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Olivastri confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Olivastri fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa parrocchiale della Presentazione di Maria, nella piazza principale del paese. Chiesetta di San Giuseppe, tra gli uliveti sopra il paese. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia passa per la frazione di Sarola e termina proprio a Olivastri. Prima del paese poi si distacca sulla destra della provinciale una strada comunale che conduce alla frazione lucinaschese di Borgoratto e che poi permette di arrivare al capoluogo comunale di Chiusavecchia in minor tempo. Alcune foto di Olivastri

Chiusanico
Chiusanico

Chiusànico (Ciusanego in ligure) è un comune italiano di 603 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio chiusanichese è situato lungo il versante sinistro della valle del torrente Impero. Tra le vette del territorio il monte Torre o Pizzo d'Evigno (989 m), il Pizzo Montin (952 m), il monte Caro (842 m) e il passo di San Giacomo (769 m). Il borgo capoluogo di Chiusanico è diviso nei tre nuclei storici di Castello (U Caštéllu), (la borgata più antica, che fu già sede della medievale Castellania di Montarosio), che si trova più a monte su un poggio, in posizione panoramica lungo il crinale del monte Scorticabecco (Muntìn) la parte centrale detta Villa (A Villa), a 387 m s.l.m.., dove si trovano la chiesa parrocchiale ed il palazzo comunale, e il nucleo di Gerini (I Geìn, o I Ge(r)ìn), nella zona più a valle del borgo: toponimo di borgata coincidente con un cognome del luogo, per cui l'omonimia lascia almeno supporre un legame in proposito. L'attestazione più antica del toponimo di Chiusanico risalirebbe al 1298 nella forma latina di Villa Plausaneghi che tramutò poi nelle successive forme di Plozanechi (1473) e Plausanici (1594). Sulle origini storiche del territorio chiusanichese, in mancanza di testimonianze certe e documentabili, sono state avanzate dagli storici diverse ipotesi. La prima farebbe riferimento alla fondazione del primo borgo di Plautianicum ad opera di una famiglia di origine romana, i Plautia, nei pressi dell'odierno nucleo attorno alla chiesa di San Lorenzo. In epoca medievale i territori di Chiusanico, Gazzelli e Torria rientrarono nella Marca Aleramica, successivamente nei possedimenti feudali dei marchesi di Clavesana e quindi tra le aree assoggettate alla diocesi di Albenga. Fu proprio durante la dominazione vescovile che i borghi di Chiusanico, Torria, Cesio, Chiusavecchia, Testico, località minori della val Merula e l'entroterra di Andora fecero parte della Castellania di Monte Arosio (successivamente Montarosio), avente la borgata chiusanichese di Castello quale sede principale. Con atto stipulato il 30 gennaio 1298, presso la chiesa di Santa Maria in Fontibus ad Albenga, il vescovo ingauno Nicolò Vaschino cedette i propri diritti feudali su Chiusanico e la valle di Oneglia ai fratelli Nicolò e Federico Doria per la somma di 10.000 lire genovesi. La proprietà dei tre feudi fu quindi assoggettata alla famiglia Doria per oltre due secoli, con l'eccezione della borgata di Torria che agli inizi del XVI secolo divenne proprietà dei conti Lascaris di Ventimiglia che inserirono questa parte del territorio chiusanichese nei possedimenti della valle del Maro. Nel corso del 1576 l'intera proprietà venne venduta al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che inserì questa parte del territorio (infeudato alla famiglia Gandolfi) nel Principato di Oneglia correlato al Ducato di Savoia. Tale affiliazione allo Stato sabaudo (ora Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, le costituite municipalità di Chiusanico, Gazzelli e Torria confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il VII cantone degli Ulivi nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 alla municipalità di Torria fu unita la soppressa municipalità di Cesio. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, e con Cesio nuovamente comune autonomo da Torria, confluirono nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 i tre comuni furono divisi in due diversi mandamenti: Torria nel I mandamento di Borgomaro; Chiusanico e Gazzelli nel IV mandamento di Oneglia, entrambi del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Gli ultimi aggiustamenti territoriali del comune di Chiusanico risalgono al 1928 quando gli furono annessi gli ex comuni di Gazzelli e Torria che diventarono frazioni comunali. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Dal 2014 al 2019 ha fatto parte dell'Unione dei comuni della Val Merula e di Montarosio. Stemma Gonfalone Bandiera Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 dicembre 1954. Chiesa parrocchiale di Santo Stefano nel capoluogo. L'attuale ricostruzione risale all'Ottocento; i lavori terminarono nel 1840, richiamanti lo stile tardo neoclassico su progetto di Gaetano Cantoni. All'interno sono conservati pregiati dipinti di origine spagnola, un trittico di Giulio De Rossi e marmi policromi del XVII e XVIII secolo. Chiesa di San Lorenzo, eretta come pievania in epoca altomedievale, era l'antica matrice dell'intero comprensorio e prepositura della diocesi di Albenga, quindi prima parrocchiale di Chiusanico. Posta negli uliveti vicino alla località di Castello primo borgo nel Medioevo e costruita ad unica navata. Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea nella frazione di Gazzelli. Conserva un dipinto raffigurante Sant'Elisabetta che visita la Vergine, quest'ultima inizialmente attribuita al pittore Federico Fiori il Barocci, poi agli artisti Domenico Piola o Pellegro Piola e, più recentemente, al maestro Bartolomeo Biscaino. Oratorio della Santa Croce o dei Disciplinanti, già sede dell'omonima confraternita, nella frazione di Gazzelli nelle adiacenze della parrocchiale. La struttura, completamente ristrutturata tra il 1640 e il 1641, è caratterizzata in facciata da un portale in ardesia e dal bassorilievo della Madonna della Pietà o dell'Addolorata. Oratorio della Madonna della Misericordia nella frazione di Gazzelli. Il portico fu costruito nel 1621 a spese del cittadino locale Pietro Agnese che ne ottenne il diritto di patronato per la sua famiglia. Al suo interno una statua databile al 1686 raffigurante la Madonna della Misericordia venerata nell'omonimo santuario di Savona. Oratorio di San Sebastiano nella frazione di Gazzelli, costruito nella seconda metà del XVI secolo. Cappella di San Bernardo nella frazione di Gazzelli, lungo la strada per il Pizzo d'Evigno. Cappella di San Nicolao nella frazione di Gazzelli, edificata nel XII secolo (tra i luoghi di culto più antichi della zona) e rivista nel Seicento. Santuario della Madonna della Visitazione o della Madonna degli Angeli, del XVII secolo, nella frazione di Gazzelli. Chiesa parrocchiale di San Martino nella frazione di Torria. Il portale dell'edificio è risalente al 1472 e di pregio il bassorilievo datato 10 marzo 1477. Santuario della Madonna della Neve nella frazione di Torria. Oratorio dei Disciplinanti della Santissima Annunziata nella frazione di Torria. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Chiusanico sono 69. Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle due frazioni di Gazzelli (Gažéi o Gažžélli), a 268 m. s.l.m., Torria (Tûria), a 437 m s.l.m., dalle due borgate di Zebbi (I Žébbi) e Garzi (I Gârsci), lungo la strada statale 28 del Colle di Nava, nonché dalle case lungo la strada provinciale 24, prima del ponte sul rio Trexenda di San Lazzaro Reale, e dalla località 5 F., (E Çinche Èffe), lungo la strada provinciale 95, che porta al Colle San Bartolomeo di Cesio, per un totale di 13,51 km². Confina a nord con il comune di Cesio, a sud con Pontedassio, ad ovest con Caravonica, Borgomaro, Lucinasco e Chiusavecchia, e ad est con Testico (SV), Stellanello (SV) e Diano Arentino. La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola, specie l'olivicoltura nelle colline circostanti il paese. Nel fondovalle, invece, si è sviluppato negli ultimi anni una notevole attività industriale e legata al commercio. Tra le realtà economiche l'azienda produttrice di caramelle e gomme da masticare Fassi che, fondata nel 1936 a Torino e trasferitasi nel 1943 a Vallecrosia, ha trovato sede nel nuovo stabilimento di Chiusanico dal 2011. Il territorio comunale di Chiusanico è attraversato dalla strada provinciale 29 che gli consente il collegamento stradale con Cesio a nord, innestandosi con la provinciale 95, e Chiusavecchia a sud immettendosi nella principale arteria della statale 28 del Colle di Nava. Chiusanico è gemellata con: Vilobí del Penedès, dal 2003 G. Casalis, Chiusanico, in ID., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. V, Torino 1839, pp. 41–42 A. Gandolfo, Chiusanico, in ID., La Provincia di Imperia. Storia. Arti. Tradizioni, Blu Edizioni, Stampatre, Torino, 2005, vol. 1, pp. 348–355 Liguria Provincia di Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiusanico

Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)
Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)

La chiesa di Santa Margherita di Antiochia è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Pontedassio, tra via Torino e via Felice Dani, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. La prima citazione dell'edificio religioso è risalente al 1199. L'attuale impianto strutturale a pianta basilicale e a tre navate è datata alla rivisitazione effettuata nel corso del XV secolo; un rimaneggiamento degli interni e degli arredi furono invece effettuati a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Fu l'arciprete Giovanni Battista de Thomatis, a partire dal 1870, ad affidare inizialmente all'ingegnere Gerolamo Audifredi un primario progetto di riedificazione dell'impianto, poi sostanzialmente modificato e rivisto dal geometra locale Giovanni Battista Gandolfo che portò a compimento la nuova chiesa. Il 6 ottobre 1880 fu solennemente consacrata dal vescovo di Albenga Filippo Allegro e riaperta al culto. Alla decorazione degli interni, richiamanti lo stile neo barocco, parteciparono diverse maestranze: i pittori Giovanni Borgna e Giuseppe Guglielmetti; il decoratore Francesco Audissimo; lo stuccatore Angelo Lamboglia. Se la struttura fu portata a compimento nella seconda metà dell'Ottocento, la facciata venne terminata a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento su disegno di Luigi Rossi con l'interessamento dei stuccatori Antonio e Giacomo Ventimiglia che ripresero per gli esterni lo stile baroccheggiante dell'interno. Sempre sulla facciata, presso il registro superiore del portico, è presente il mosaico raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia realizzata nel 1960 da Bepi Modolo della scuola del mosaico di Spilimbergo e, in una nicchia dello stesso portico, la statua in marmo della santa attribuita alla scuola scultorea genovese o del ponente ligure del Seicento. Le decorazioni della volta sono opera del piemontese Giuseppe Guglielmetti, realizzate tra il 1910 e il 1911, incentrate sulla vita e sulla gloria della santa di Antiochia. Nella zona a destra dell'edificio, dopo un'acquasantiera marmorea del XVII secolo, è collocata la tela Santa Margherita che schiaccia il drago, opera di un artista del ponente ligure e che fu donata dalla locale famiglia Agnesi alla parrocchiale; dello scultore genovese Paolo Olivari è il grande crocifisso processionale in legno del 1850 posizionato a fianco alla grotta della Madonna di Lourdes; nella cappella di San Francesco Saverio la pala d'altare ritraente la Morte di san Francesco Saverio, opera settecentesca e successivamente restaurata da Giovanni Borgna nel 1891; nella cappella del Sacro Cuore il dipinto della Crocifissione (1883) del pittore Leonardo Massabò e le statue del 1888 di Domenico Bagliani raffiguranti san Marco e san Giovanni Evangelista. Del pittore piemontese Borgna sono attribuiti gli affreschi: Gesù Bambino appare a santa Teresa d'Avila del 1893 (parete destra), il Sacro Cuore appare a santa Margherita Maria Alacoque (del 1879, parete sinistra), Gloria d'angeli (1898, pitture della volta), La Madonna del Carmine con il Bambino, l'angelo custode e i santi Filippo Neri, Rocco e Sebastiano (1892, cappella dell'angelo custode). Nella cappella delle anime purganti è collocata la pala d'altare raffigurante I santi Domenico e Stefano che intercedono presso la Vergine e il Bambino in favore delle Anime Purganti, opera settecentesca attribuita alla scuola d'arte dei Carrega. Sempre di Guglielmetti gli affreschi La scala di Giacobbe (1913), L'arcangelo Raffaele e Tobia (1913), L'Angelo custode guida il bambino in cielo, il Martirio dei santi Cosma e Damiano (1913), i Santi Cosma e Damiano guariscono un paralitico, la Gloria dei santi Cosma e Damiano, il Battesimo di Cristo. Risalente al 1503 è il trittico di Luca Baudo ritraente San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, ubicato sulla controfacciata ove è presente l'organo del 1937 costruito dalla ditta Inzoli di Crema. Pontedassio Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Margherita Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.

Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)
Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)

Il santuario della Madonna dell'Oliveto è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusavecchia, in via Santuario, in provincia di Imperia. Le principali festività si celebrano l'8 settembre nella ricorrenza religiosa della Natività di Maria, il 16 luglio per la festa di Nostra Signora del Carmine e il 19 marzo per la solennità di san Giuseppe. L'edificazione di una primitiva cappella votiva ebbe origine, secondo la tradizione e devozione popolare, da un'apparizione tra le fronde di un albero di ulivo della Vergine Maria ad alcuni contadini di Chiusavecchia che, nella mariana manifestazione, disse loro di erigere un edificio per il culto. Ne seguì la primaria costruzione della chiesa, intitolata a santa Maria dell'Oliveto, in un periodo databile tra il XIII e il XIV secolo. La chiesa venne citata in un atto testamentario del 1524 del locale Giovanni Gandolfo che destinò al santuario parte dei suoi beni. Grazie ad alcuni elementi della facciata, una pietra d'angolo, si è potuto apprendere che l'edificio subì a partire dal 1562 una parziale se non totale ricostruzione che fu ultimata intorno al 1619. Nella visita del vescovo di Albenga Vincenzo Landinelli, risalente a quel periodo, il prelato non annotò nessuna criticità. La struttura fu nuovamente modificata tra il 1830 e il 1860 con la divisione a tre navate, queste ultime sostenute da pilastri inglobanti le antiche colonne cinquecentesche; sopra al presbiterio venne edificata la cupola. Sull'altare maggiore è custodita l'immagine venerata della Madonna che fu incoronata nel 1846. Le decorazioni e gli affreschi del 1854 sono opera del pittore Riccardo Piccardi - detto il Veneziano - che dipinse gli interni con episodi di vita della Vergine e celebri apparizioni. La tradizione popolare attribuisce all'intercessione della Madonna dell'Olivo diversi avvenimenti e fatti che si verificarono nel paese di Chiusavecchia come la preservazione dal colera negli anni 1835, 1837 e 1854 o la liberazione dalle cavallette sul finire del XVII secolo. Giovanni Meriana, Guida ai Santuari in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005. Chiusavecchia Diocesi di Albenga-Imperia Santuario Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Madonna dell'Oliveto Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 21 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro
Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro

L'Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro è un'unione di comuni della Liguria, in provincia di Imperia, formata dai comuni di Aurigo, Borgomaro, Caravonica, Chiusavecchia, Lucinasco e Pontedassio. L'unione è nata con atto costitutivo del 27 febbraio 2015 firmato nel municipio di Pontedassio dai rappresentanti locali delle due valli imperiesi. L'ente locale ha sede a Pontedassio. Il primo presidente del Consiglio dell'Unione è Franco Ardissone. L'unione dei comuni comprende quella parte del territorio imperiese solcato dai torrenti Impero e Maro, a nord del capoluogo provinciale. Per statuto l'Unione si occupa di questi servizi: organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; catasto; la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale; la programmazione in materia di difesa del suolo; la promozione turistica; la programmazione, la predisposizione e l'attuazione di progetto per il territorio; organizzazione e gestione dei rifiuti e la riscossione dei relativi tributi; progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini; edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale e sicurezza sociale; tenuta dei registri di stato civile e di popolazione; servizi in materia statistica; la comunicazione e l'informatizzazione. Unione di comuni Provincia di Imperia

Pontedassio
Pontedassio

Pontedassio (Puntedasce in ligure) è un comune italiano di 2 343 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio di Pontedassio è parzialmente compreso lungo il versante sinistro del torrente Impero e, alla parte opposta, presso la stretta valle del torrente Agazza. Tra la vette del territorio pontedassino il monte Acquarone (735 m), il monte Grimaldi (674 m), il monte Abrighetti (596 m), il monte Pian Cavallè (578 m) e il monte Croce (538 m). In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, a Pontedassio e nei paesi circostanti, le temperature più basse si registrano nel mese di gennaio, con una media che si attesta a +6,5 °C, mentre quelle più alte vi sono nel mese di luglio, con una media di +22,8 °C. Per quanto concerne il nome esistono due versioni: quella tradizionale che fa riferimento al ponte di assi il quale, nel tempo, doveva collegare il centro di fondovalle con le frazioni e quella più recente secondo cui il nome deriverebbe dal possedimento di un centurione romano, Assio (Axius), e da lui la denominazione del paese. Il borgo di Pontedassio fu un antico possedimento del vescovo di Albenga, assieme al villaggio di Oneglia di cui seguì le sorti storiche del tempo. Nel 1298 divenne dominio della famiglia genovese Doria, entrando a far parte della castellania di Bestagno. Nel 1576 fu quindi ceduto alla Casa Savoia e al loro Ducato. Tale affiliazione allo Stato sabaudo (divenuto successivamente Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, la costituita municipalità di Pontedassio confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità pontedassina confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1824 la famiglia Agnesi, che ha avuto i natali nel paese, rilevò un antico mulino dando il via all'attività dell'omonimo pastificio, con l'apertura di ben quattro centri di produzione all'interno di Pontedassio. Nel 1928 vengono aggregati al territorio pontedassino i soppressi comuni di Bestagno, Villa Guardia e Villa Viani. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Stemma Gonfalone Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 6 febbraio 1943; il gonfalone è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 16 marzo 1956. Chiesa parrocchiale di Santa Margherita di Antiochia nel capoluogo. Venne ricostruita su disegno di Giovanni Battista Gandolfo nel 1880, conservando nella base inferiore del campanile alcune tracce dell'edificio preesistente. All'interno è conservato un trittico del 1503 di Luca Baudo da Novara, che raffigura San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, mentre la maggior parte delle tele rimanenti sono di Giovanni Borgna. Sulla facciata esterna è inoltre presente un mosaico (il cui bozzetto originale appartiene alla famiglia Gonan) raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia. Fino a due secoli fa questa chiesa rappresentava il collegamento tra i due borghi storici di Pontedassio. Oratorio di San Pietro Martire nel capoluogo, del XVII secolo, attiguo alla parrocchiale di Santa Margherita. Chiesa di Santa Caterina nel capoluogo, nei pressi del locale cimitero. Soppressa dopo gli avvenimenti napoleonici di fine Settecento, e declassata a chiesa cimiteriale, è l'unica testimonianza del già presente complesso conventuale dei Domenicani (ai quali subentrarono gli Agostiniani dal 1595 al 1793) che venne demolito in tale periodo per far posto ai nuovi spazi cimiteriali. Oratorio campestre di Santa Lucia nel capoluogo, sopra la strada statale 28 del Colle di Nava, del XVI secolo e attigua ad una torre del XIII secolo. Chiesa parrocchiale di San Sebastiano nella frazione di Bestagno. La primitiva struttura, ubicata nel cuore del borgo frazionario, era risalente al XV secolo; nel 1743 si procedette ad una sua riedificazione nei canoni architettonici barocchi su progetto di Filippo Maria Marvaldi. Chiesa di San Michele Arcangelo nella frazione di Bestagno, nei pressi del locale cimitero, già chiesa matrice della media valle Impero. L'attuale impianto è risalente al Seicento, ma conserva ancora l'attiguo piccolo campanile a vela del 1272 e parte dell'abside medievale aperta con una monofora. Oratorio di Nostra Signora dell'Annunziata nella frazione di Bestagno. Cappella Natta nella frazione di Bestagno, chiesetta campestre edificata in puro stile bizantino. Chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, sita nella frazione di Villa Guardia. La struttura attuale è il frutto della rivisitazione architettonica che tra il 1590 e il 1606 trasformarono la chiesa dallo stile rinascimentale a quello barocco. Oratorio di San Carlo Borromeo, eretto nel XIX secolo nella frazione di Villa Guardia, posto di fronte alla parrocchiale della frazione. Attiguo all'oratorio vi è un campanile del Quattrocento, quest'ultimo appartenente ad una chiesa andata distrutta. Chiesa parrocchiale dell'Assunta, eretta nella frazione di Villa Viani nel XVII secolo. All'interno sono conservate statue lignee di Giovanni Battista Drago del XIX secolo e una statua in marmo dell'Assunzione della Vergine Maria di Francesco Garvo del Settecento circa. Oratorio di San Giuseppe, costruito nel Settecento nella frazione di Villa Viani. Progettato da Francesco Marvaldi, è arricchito da stucchi di Gio Andrea Casella del XVIII secolo. La casa della famiglia Agnesi, denominata anche come palazzo Agnesi, oggi sede del comune di Pontedassio. L'ex palazzo municipale, un imponente edificio porticato alla moda piemontese, che si affaccia sulla piazza Vittorio Emanuele II, al centro del paese. Castello di Bestagno. Risalente al periodo medievale, ubicato poco fuori dal centro abitato della frazione, fu alle dipendenze del Marchesato del Monferrato e del Ducato di Savoia. Nel 1430 rientrò tra i possedimenti del duca Amedeo VIII di Savoia che poi, intorno al 1435, lo restituì al marchese monferrino Gian Giacomo. Successivamente passò pure alle dipendenze dei Doria e fu un suo esponente, Domenico, ad avviare una pressoché riedificazione della postazione difensiva oramai vetusta e devastata dai conflitti tra le varie potenze della zona. Si presenta attualmente allo stato di rudere. Torre di Santa Lucia, posta lungo la strada che porta a Pontedassio, antica zona di osservazione utilizzata per avvistare le navi dei pirati saraceni che saccheggiavano le coste liguri. Venne fatta costruire intorno al XIII secolo dai vescovi d'Albenga, il cui dominio si estendeva su gran parte della valle del torrente Impero. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Pontedassio sono 257, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: A Pontedassio fu fondato nel 1958 da Vincenzo Agnesi - nella casa di famiglia - un primo spazio museale dedicato alla lavorazione della pasta e dove erano conservati antichi macchinari adibiti alla fabbricazione degli spaghetti e di altri tipi di pasta, appartenuti alla famiglia Agnesi dell'omonimo pastificio. Il materiale venne poi trasferito a Roma presso il museo nazionale delle paste alimentari. Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle tre frazioni di Bestagno, Villa Guardia e Villa Viani e dalle borgate di Cà, Monti, Poggio di Villa Viani e Santa Lucia per un totale di 13,31 km². Confina a nord con i comuni di Lucinasco, Chiusavecchia e Chiusanico, a sud con Imperia, ad ovest con Vasia, e ad est con Diano Arentino. Il paese di Pontedassio si trova compreso tra la strada che attraversa l'intera valle Impero collegando Imperia a Pieve di Teco e il torrente Impero: in questo modo si sono venuti a formare due rioni: il Borganzo e quello delle Case Soprane. Gli agglomerati edilizi più antichi si trovano nel già citato rione Borganzo, più precisamente sulla via Giuseppe Garibaldi, che confluisce nel quartiere popolarmente chiamato col nome di Sciangài, dove le case conservano ancora oggi tracce di murature e portali risalenti al periodo fra il XII e il XIII secolo. Più recente sembra l'origine del rione delle Case Soprane, un nucleo rurale che si trova sul primo tratto della via che porta alla frazione Monti, e del Borghetto, che si viene a trovare lungo la riva destra dell'Impero, sotto al paese di Bestagno. Il territorio direttamente circostante al paese, inoltre, è stato fortemente modificato nel corso dei secoli dall'intervento dell'uomo, che ha cercato di utilizzare lo spazio nel miglior modo possibile: ancora oggi, infatti, i versanti delle colline intorno al paese presentano numerosissimi muri a secco, caselle e sentieri "a risoi" che s'inerpicano lungo le loro pendici. Il comune basa la sua principale risorsa economica sull'attività agricola, specie l'olivicoltura, grazie alla presenza di numerosi frantoi. Gli olivi coltivati sono della varietà taggiasca da cui si ricava olio extra vergine e olive in salamoia. Il territorio di Pontedassio è attraversato principalmente dalla strada statale 28 del Colle di Nava permettendogli il collegamento stradale con Imperia, a sud, e a nord con Chiusavecchia. Fino al 2002 la strada attraversava l'abitato, da quella data è stata spostata ad ovest del torrente Impero, con un tracciato principalmente in galleria. Altra arteria provinciale è la SP 82 per Diano Arentino. Pontedassio fa parte dell'Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro, di cui ospita la sede. Il paese ospita due squadre di pétanque, una maschile e una femminile, che giocano entrambe nelle rispettive sezioni del campionato italiano di Serie B di pétanque. Per quanto riguarda gli sport minori Pontedassio vanta fra i suoi residenti una campionessa del mondo di jujitsu, Alessandra Ravotto, anche membro della nazionale italiana giovanile di judo e una medagliata Olimpica di pallanuoto, Giulia Emmolo, che molto ha vinto nelle nazionali minori e tuttora è titolare nella nazionale maggiore. Liguria Provincia di Imperia Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pontedassio Sito ufficiale, su comune.pontelandolfo.bn.it. Pontedàssio, su sapere.it, De Agostini.