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Santuario della Madonna della Visitazione

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Il santuario della Madonna della Visitazione o della Madonna degli Angeli è un luogo di culto cattolico situato nella frazione di Gazzelli nel comune di Chiusanico, lungo la strada provinciale 29, in provincia di Imperia. La principale festività si celebra il 2 luglio nella ricorrenza religiosa della Visitazione della Beata Vergine Maria.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Santuario della Madonna della Visitazione (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Santuario della Madonna della Visitazione
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Sarola
Sarola

Sarola è una frazione di 123 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. In epoca medievale il territorio di Sarola fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Sarola fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Soppressa nel 1804 fu unita ai comuni di Villa Guardia e Olivastri, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la ricostituita comunità di Sarola confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarola fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, eretta nel XVII secolo, conserva dipinti dell'epoca e altari lignei. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia, passa per la frazione di Sarola e termina a Olivastri.

Olivastri (Chiusavecchia)
Olivastri (Chiusavecchia)

Olivastri è una frazione di 43 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. Si trova nella media valle Impero alla destra del torrente omonimo, circondato dagli uliveti. In epoca medievale il territorio di Olivastri fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Olivastri fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 ricevette, assieme al comune di Villa Guardia, la soppressa comunità di Sarola, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Olivastri confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Olivastri fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa parrocchiale della Presentazione di Maria, nella piazza principale del paese. Chiesetta di San Giuseppe, tra gli uliveti sopra il paese. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia passa per la frazione di Sarola e termina proprio a Olivastri. Prima del paese poi si distacca sulla destra della provinciale una strada comunale che conduce alla frazione lucinaschese di Borgoratto e che poi permette di arrivare al capoluogo comunale di Chiusavecchia in minor tempo. Alcune foto di Olivastri

Chiusanico
Chiusanico

Chiusànico (Ciusanego in ligure) è un comune italiano di 603 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio chiusanichese è situato lungo il versante sinistro della valle del torrente Impero. Tra le vette del territorio il monte Torre o Pizzo d'Evigno (989 m), il Pizzo Montin (952 m), il monte Caro (842 m) e il passo di San Giacomo (769 m). Il borgo capoluogo di Chiusanico è diviso nei tre nuclei storici di Castello (U Caštéllu), (la borgata più antica, che fu già sede della medievale Castellania di Montarosio), che si trova più a monte su un poggio, in posizione panoramica lungo il crinale del monte Scorticabecco (Muntìn) la parte centrale detta Villa (A Villa), a 387 m s.l.m.., dove si trovano la chiesa parrocchiale ed il palazzo comunale, e il nucleo di Gerini (I Geìn, o I Ge(r)ìn), nella zona più a valle del borgo: toponimo di borgata coincidente con un cognome del luogo, per cui l'omonimia lascia almeno supporre un legame in proposito. L'attestazione più antica del toponimo di Chiusanico risalirebbe al 1298 nella forma latina di Villa Plausaneghi che tramutò poi nelle successive forme di Plozanechi (1473) e Plausanici (1594). Sulle origini storiche del territorio chiusanichese, in mancanza di testimonianze certe e documentabili, sono state avanzate dagli storici diverse ipotesi. La prima farebbe riferimento alla fondazione del primo borgo di Plautianicum ad opera di una famiglia di origine romana, i Plautia, nei pressi dell'odierno nucleo attorno alla chiesa di San Lorenzo. In epoca medievale i territori di Chiusanico, Gazzelli e Torria rientrarono nella Marca Aleramica, successivamente nei possedimenti feudali dei marchesi di Clavesana e quindi tra le aree assoggettate alla diocesi di Albenga. Fu proprio durante la dominazione vescovile che i borghi di Chiusanico, Torria, Cesio, Chiusavecchia, Testico, località minori della val Merula e l'entroterra di Andora fecero parte della Castellania di Monte Arosio (successivamente Montarosio), avente la borgata chiusanichese di Castello quale sede principale. Con atto stipulato il 30 gennaio 1298, presso la chiesa di Santa Maria in Fontibus ad Albenga, il vescovo ingauno Nicolò Vaschino cedette i propri diritti feudali su Chiusanico e la valle di Oneglia ai fratelli Nicolò e Federico Doria per la somma di 10.000 lire genovesi. La proprietà dei tre feudi fu quindi assoggettata alla famiglia Doria per oltre due secoli, con l'eccezione della borgata di Torria che agli inizi del XVI secolo divenne proprietà dei conti Lascaris di Ventimiglia che inserirono questa parte del territorio chiusanichese nei possedimenti della valle del Maro. Nel corso del 1576 l'intera proprietà venne venduta al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che inserì questa parte del territorio (infeudato alla famiglia Gandolfi) nel Principato di Oneglia correlato al Ducato di Savoia. Tale affiliazione allo Stato sabaudo (ora Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, le costituite municipalità di Chiusanico, Gazzelli e Torria confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il VII cantone degli Ulivi nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 alla municipalità di Torria fu unita la soppressa municipalità di Cesio. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, e con Cesio nuovamente comune autonomo da Torria, confluirono nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 i tre comuni furono divisi in due diversi mandamenti: Torria nel I mandamento di Borgomaro; Chiusanico e Gazzelli nel IV mandamento di Oneglia, entrambi del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Gli ultimi aggiustamenti territoriali del comune di Chiusanico risalgono al 1928 quando gli furono annessi gli ex comuni di Gazzelli e Torria che diventarono frazioni comunali. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Dal 2014 al 2019 ha fatto parte dell'Unione dei comuni della Val Merula e di Montarosio. Stemma Gonfalone Bandiera Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 dicembre 1954. Chiesa parrocchiale di Santo Stefano nel capoluogo. L'attuale ricostruzione risale all'Ottocento; i lavori terminarono nel 1840, richiamanti lo stile tardo neoclassico su progetto di Gaetano Cantoni. All'interno sono conservati pregiati dipinti di origine spagnola, un trittico di Giulio De Rossi e marmi policromi del XVII e XVIII secolo. Chiesa di San Lorenzo, eretta come pievania in epoca altomedievale, era l'antica matrice dell'intero comprensorio e prepositura della diocesi di Albenga, quindi prima parrocchiale di Chiusanico. Posta negli uliveti vicino alla località di Castello primo borgo nel Medioevo e costruita ad unica navata. Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea nella frazione di Gazzelli. Conserva un dipinto raffigurante Sant'Elisabetta che visita la Vergine, quest'ultima inizialmente attribuita al pittore Federico Fiori il Barocci, poi agli artisti Domenico Piola o Pellegro Piola e, più recentemente, al maestro Bartolomeo Biscaino. Oratorio della Santa Croce o dei Disciplinanti, già sede dell'omonima confraternita, nella frazione di Gazzelli nelle adiacenze della parrocchiale. La struttura, completamente ristrutturata tra il 1640 e il 1641, è caratterizzata in facciata da un portale in ardesia e dal bassorilievo della Madonna della Pietà o dell'Addolorata. Oratorio della Madonna della Misericordia nella frazione di Gazzelli. Il portico fu costruito nel 1621 a spese del cittadino locale Pietro Agnese che ne ottenne il diritto di patronato per la sua famiglia. Al suo interno una statua databile al 1686 raffigurante la Madonna della Misericordia venerata nell'omonimo santuario di Savona. Oratorio di San Sebastiano nella frazione di Gazzelli, costruito nella seconda metà del XVI secolo. Cappella di San Bernardo nella frazione di Gazzelli, lungo la strada per il Pizzo d'Evigno. Cappella di San Nicolao nella frazione di Gazzelli, edificata nel XII secolo (tra i luoghi di culto più antichi della zona) e rivista nel Seicento. Santuario della Madonna della Visitazione o della Madonna degli Angeli, del XVII secolo, nella frazione di Gazzelli. Chiesa parrocchiale di San Martino nella frazione di Torria. Il portale dell'edificio è risalente al 1472 e di pregio il bassorilievo datato 10 marzo 1477. Santuario della Madonna della Neve nella frazione di Torria. Oratorio dei Disciplinanti della Santissima Annunziata nella frazione di Torria. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Chiusanico sono 69. Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle due frazioni di Gazzelli (Gažéi o Gažžélli), a 268 m. s.l.m., Torria (Tûria), a 437 m s.l.m., dalle due borgate di Zebbi (I Žébbi) e Garzi (I Gârsci), lungo la strada statale 28 del Colle di Nava, nonché dalle case lungo la strada provinciale 24, prima del ponte sul rio Trexenda di San Lazzaro Reale, e dalla località 5 F., (E Çinche Èffe), lungo la strada provinciale 95, che porta al Colle San Bartolomeo di Cesio, per un totale di 13,51 km². Confina a nord con il comune di Cesio, a sud con Pontedassio, ad ovest con Caravonica, Borgomaro, Lucinasco e Chiusavecchia, e ad est con Testico (SV), Stellanello (SV) e Diano Arentino. La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola, specie l'olivicoltura nelle colline circostanti il paese. Nel fondovalle, invece, si è sviluppato negli ultimi anni una notevole attività industriale e legata al commercio. Tra le realtà economiche l'azienda produttrice di caramelle e gomme da masticare Fassi che, fondata nel 1936 a Torino e trasferitasi nel 1943 a Vallecrosia, ha trovato sede nel nuovo stabilimento di Chiusanico dal 2011. Il territorio comunale di Chiusanico è attraversato dalla strada provinciale 29 che gli consente il collegamento stradale con Cesio a nord, innestandosi con la provinciale 95, e Chiusavecchia a sud immettendosi nella principale arteria della statale 28 del Colle di Nava. Chiusanico è gemellata con: Vilobí del Penedès, dal 2003 G. Casalis, Chiusanico, in ID., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. V, Torino 1839, pp. 41–42 A. Gandolfo, Chiusanico, in ID., La Provincia di Imperia. Storia. Arti. Tradizioni, Blu Edizioni, Stampatre, Torino, 2005, vol. 1, pp. 348–355 Liguria Provincia di Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiusanico

Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)
Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)

Il santuario della Madonna dell'Oliveto è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusavecchia, in via Santuario, in provincia di Imperia. Le principali festività si celebrano l'8 settembre nella ricorrenza religiosa della Natività di Maria, il 16 luglio per la festa di Nostra Signora del Carmine e il 19 marzo per la solennità di san Giuseppe. L'edificazione di una primitiva cappella votiva ebbe origine, secondo la tradizione e devozione popolare, da un'apparizione tra le fronde di un albero di ulivo della Vergine Maria ad alcuni contadini di Chiusavecchia che, nella mariana manifestazione, disse loro di erigere un edificio per il culto. Ne seguì la primaria costruzione della chiesa, intitolata a santa Maria dell'Oliveto, in un periodo databile tra il XIII e il XIV secolo. La chiesa venne citata in un atto testamentario del 1524 del locale Giovanni Gandolfo che destinò al santuario parte dei suoi beni. Grazie ad alcuni elementi della facciata, una pietra d'angolo, si è potuto apprendere che l'edificio subì a partire dal 1562 una parziale se non totale ricostruzione che fu ultimata intorno al 1619. Nella visita del vescovo di Albenga Vincenzo Landinelli, risalente a quel periodo, il prelato non annotò nessuna criticità. La struttura fu nuovamente modificata tra il 1830 e il 1860 con la divisione a tre navate, queste ultime sostenute da pilastri inglobanti le antiche colonne cinquecentesche; sopra al presbiterio venne edificata la cupola. Sull'altare maggiore è custodita l'immagine venerata della Madonna che fu incoronata nel 1846. Le decorazioni e gli affreschi del 1854 sono opera del pittore Riccardo Piccardi - detto il Veneziano - che dipinse gli interni con episodi di vita della Vergine e celebri apparizioni. La tradizione popolare attribuisce all'intercessione della Madonna dell'Olivo diversi avvenimenti e fatti che si verificarono nel paese di Chiusavecchia come la preservazione dal colera negli anni 1835, 1837 e 1854 o la liberazione dalle cavallette sul finire del XVII secolo. Giovanni Meriana, Guida ai Santuari in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005. Chiusavecchia Diocesi di Albenga-Imperia Santuario Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Madonna dell'Oliveto Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 21 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales
Chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales

La chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusavecchia, in via Vecchia Piemonte, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. Anticamente esisteva un edificio religioso nel borgo di Chiusavecchia, forse d'epoca medievale, di cui non ne rimangono tracce documentarie, ma strutturali nei locali della sacrestia e nella base dell'attiguo campanile. L'attuale parrocchiale è il frutto della nuova costruzione che avvenne sopra le fondamenta dell'impianto medievale nella seconda metà del XVII secolo; i lavori terminarono nel corso del 1683. L'interno della chiesa, in stile barocco, è costituito da una sola navata sovrastata da una volta a botte e da quattro cappelle ai lati (due per parte) intitolate a santa Lucia, alla Madonna del Suffragio, al Santo Rosario e alla Santissima Trinità. Tra le opere una pala d'altare ritraente la Madonna nella cappella del Santo Rosario e un crocifisso in legno databile tra il XV e il XVI secolo di ignoto scultore e ivi collocato sull'altare maggiore nel 1990 dopo un accurato restauro. Attiguo alla chiesa il campanile con cupola a cipolla e dinnanzi al luogo di culto il caratteristico sagrato acciottolato alla genovese. Chiusavecchia Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 10 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)
Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)

La chiesa di Santa Margherita di Antiochia è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Pontedassio, tra via Torino e via Felice Dani, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. La prima citazione dell'edificio religioso è risalente al 1199. L'attuale impianto strutturale a pianta basilicale e a tre navate è datata alla rivisitazione effettuata nel corso del XV secolo; un rimaneggiamento degli interni e degli arredi furono invece effettuati a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Fu l'arciprete Giovanni Battista de Thomatis, a partire dal 1870, ad affidare inizialmente all'ingegnere Gerolamo Audifredi un primario progetto di riedificazione dell'impianto, poi sostanzialmente modificato e rivisto dal geometra locale Giovanni Battista Gandolfo che portò a compimento la nuova chiesa. Il 6 ottobre 1880 fu solennemente consacrata dal vescovo di Albenga Filippo Allegro e riaperta al culto. Alla decorazione degli interni, richiamanti lo stile neo barocco, parteciparono diverse maestranze: i pittori Giovanni Borgna e Giuseppe Guglielmetti; il decoratore Francesco Audissimo; lo stuccatore Angelo Lamboglia. Se la struttura fu portata a compimento nella seconda metà dell'Ottocento, la facciata venne terminata a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento su disegno di Luigi Rossi con l'interessamento dei stuccatori Antonio e Giacomo Ventimiglia che ripresero per gli esterni lo stile baroccheggiante dell'interno. Sempre sulla facciata, presso il registro superiore del portico, è presente il mosaico raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia realizzata nel 1960 da Bepi Modolo della scuola del mosaico di Spilimbergo e, in una nicchia dello stesso portico, la statua in marmo della santa attribuita alla scuola scultorea genovese o del ponente ligure del Seicento. Le decorazioni della volta sono opera del piemontese Giuseppe Guglielmetti, realizzate tra il 1910 e il 1911, incentrate sulla vita e sulla gloria della santa di Antiochia. Nella zona a destra dell'edificio, dopo un'acquasantiera marmorea del XVII secolo, è collocata la tela Santa Margherita che schiaccia il drago, opera di un artista del ponente ligure e che fu donata dalla locale famiglia Agnesi alla parrocchiale; dello scultore genovese Paolo Olivari è il grande crocifisso processionale in legno del 1850 posizionato a fianco alla grotta della Madonna di Lourdes; nella cappella di San Francesco Saverio la pala d'altare ritraente la Morte di san Francesco Saverio, opera settecentesca e successivamente restaurata da Giovanni Borgna nel 1891; nella cappella del Sacro Cuore il dipinto della Crocifissione (1883) del pittore Leonardo Massabò e le statue del 1888 di Domenico Bagliani raffiguranti san Marco e san Giovanni Evangelista. Del pittore piemontese Borgna sono attribuiti gli affreschi: Gesù Bambino appare a santa Teresa d'Avila del 1893 (parete destra), il Sacro Cuore appare a santa Margherita Maria Alacoque (del 1879, parete sinistra), Gloria d'angeli (1898, pitture della volta), La Madonna del Carmine con il Bambino, l'angelo custode e i santi Filippo Neri, Rocco e Sebastiano (1892, cappella dell'angelo custode). Nella cappella delle anime purganti è collocata la pala d'altare raffigurante I santi Domenico e Stefano che intercedono presso la Vergine e il Bambino in favore delle Anime Purganti, opera settecentesca attribuita alla scuola d'arte dei Carrega. Sempre di Guglielmetti gli affreschi La scala di Giacobbe (1913), L'arcangelo Raffaele e Tobia (1913), L'Angelo custode guida il bambino in cielo, il Martirio dei santi Cosma e Damiano (1913), i Santi Cosma e Damiano guariscono un paralitico, la Gloria dei santi Cosma e Damiano, il Battesimo di Cristo. Risalente al 1503 è il trittico di Luca Baudo ritraente San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, ubicato sulla controfacciata ove è presente l'organo del 1937 costruito dalla ditta Inzoli di Crema. Pontedassio Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Margherita Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.