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Chiesa di Santo Stefano (Chiusanico)

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Chiusanico chiesa santo stefano1
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La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusanico, in via IV Novembre, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia.

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Chiesa di Santo Stefano (Chiusanico)
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Chiesa parrocchiale di Santo Stefano

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18027
Liguria, Italia
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Chiusanico chiesa santo stefano1
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Chiusanico
Chiusanico

Chiusànico (Ciusanego in ligure) è un comune italiano di 603 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio chiusanichese è situato lungo il versante sinistro della valle del torrente Impero. Tra le vette del territorio il monte Torre o Pizzo d'Evigno (989 m), il Pizzo Montin (952 m), il monte Caro (842 m) e il passo di San Giacomo (769 m). Il borgo capoluogo di Chiusanico è diviso nei tre nuclei storici di Castello (U Caštéllu), (la borgata più antica, che fu già sede della medievale Castellania di Montarosio), che si trova più a monte su un poggio, in posizione panoramica lungo il crinale del monte Scorticabecco (Muntìn) la parte centrale detta Villa (A Villa), a 387 m s.l.m.., dove si trovano la chiesa parrocchiale ed il palazzo comunale, e il nucleo di Gerini (I Geìn, o I Ge(r)ìn), nella zona più a valle del borgo: toponimo di borgata coincidente con un cognome del luogo, per cui l'omonimia lascia almeno supporre un legame in proposito. L'attestazione più antica del toponimo di Chiusanico risalirebbe al 1298 nella forma latina di Villa Plausaneghi che tramutò poi nelle successive forme di Plozanechi (1473) e Plausanici (1594). Sulle origini storiche del territorio chiusanichese, in mancanza di testimonianze certe e documentabili, sono state avanzate dagli storici diverse ipotesi. La prima farebbe riferimento alla fondazione del primo borgo di Plautianicum ad opera di una famiglia di origine romana, i Plautia, nei pressi dell'odierno nucleo attorno alla chiesa di San Lorenzo. In epoca medievale i territori di Chiusanico, Gazzelli e Torria rientrarono nella Marca Aleramica, successivamente nei possedimenti feudali dei marchesi di Clavesana e quindi tra le aree assoggettate alla diocesi di Albenga. Fu proprio durante la dominazione vescovile che i borghi di Chiusanico, Torria, Cesio, Chiusavecchia, Testico, località minori della val Merula e l'entroterra di Andora fecero parte della Castellania di Monte Arosio (successivamente Montarosio), avente la borgata chiusanichese di Castello quale sede principale. Con atto stipulato il 30 gennaio 1298, presso la chiesa di Santa Maria in Fontibus ad Albenga, il vescovo ingauno Nicolò Vaschino cedette i propri diritti feudali su Chiusanico e la valle di Oneglia ai fratelli Nicolò e Federico Doria per la somma di 10.000 lire genovesi. La proprietà dei tre feudi fu quindi assoggettata alla famiglia Doria per oltre due secoli, con l'eccezione della borgata di Torria che agli inizi del XVI secolo divenne proprietà dei conti Lascaris di Ventimiglia che inserirono questa parte del territorio chiusanichese nei possedimenti della valle del Maro. Nel corso del 1576 l'intera proprietà venne venduta al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che inserì questa parte del territorio (infeudato alla famiglia Gandolfi) nel Principato di Oneglia correlato al Ducato di Savoia. Tale affiliazione allo Stato sabaudo (ora Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, le costituite municipalità di Chiusanico, Gazzelli e Torria confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il VII cantone degli Ulivi nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 alla municipalità di Torria fu unita la soppressa municipalità di Cesio. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, e con Cesio nuovamente comune autonomo da Torria, confluirono nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 i tre comuni furono divisi in due diversi mandamenti: Torria nel I mandamento di Borgomaro; Chiusanico e Gazzelli nel IV mandamento di Oneglia, entrambi del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Gli ultimi aggiustamenti territoriali del comune di Chiusanico risalgono al 1928 quando gli furono annessi gli ex comuni di Gazzelli e Torria che diventarono frazioni comunali. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale nº 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Dal 2014 al 2019 ha fatto parte dell'Unione dei comuni della Val Merula e di Montarosio. Stemma Gonfalone Bandiera Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 dicembre 1954. Chiesa parrocchiale di Santo Stefano nel capoluogo. L'attuale ricostruzione risale all'Ottocento; i lavori terminarono nel 1840, richiamanti lo stile tardo neoclassico su progetto di Gaetano Cantoni. All'interno sono conservati pregiati dipinti di origine spagnola, un trittico di Giulio De Rossi e marmi policromi del XVII e XVIII secolo. Chiesa di San Lorenzo, eretta come pievania in epoca altomedievale, era l'antica matrice dell'intero comprensorio e prepositura della diocesi di Albenga, quindi prima parrocchiale di Chiusanico. Posta negli uliveti vicino alla località di Castello primo borgo nel Medioevo e costruita ad unica navata. Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea nella frazione di Gazzelli. Conserva un dipinto raffigurante Sant'Elisabetta che visita la Vergine, quest'ultima inizialmente attribuita al pittore Federico Fiori il Barocci, poi agli artisti Domenico Piola o Pellegro Piola e, più recentemente, al maestro Bartolomeo Biscaino. Oratorio della Santa Croce o dei Disciplinanti, già sede dell'omonima confraternita, nella frazione di Gazzelli nelle adiacenze della parrocchiale. La struttura, completamente ristrutturata tra il 1640 e il 1641, è caratterizzata in facciata da un portale in ardesia e dal bassorilievo della Madonna della Pietà o dell'Addolorata. Oratorio della Madonna della Misericordia nella frazione di Gazzelli. Il portico fu costruito nel 1621 a spese del cittadino locale Pietro Agnese che ne ottenne il diritto di patronato per la sua famiglia. Al suo interno una statua databile al 1686 raffigurante la Madonna della Misericordia venerata nell'omonimo santuario di Savona. Oratorio di San Sebastiano nella frazione di Gazzelli, costruito nella seconda metà del XVI secolo. Cappella di San Bernardo nella frazione di Gazzelli, lungo la strada per il Pizzo d'Evigno. Cappella di San Nicolao nella frazione di Gazzelli, edificata nel XII secolo (tra i luoghi di culto più antichi della zona) e rivista nel Seicento. Santuario della Madonna della Visitazione o della Madonna degli Angeli, del XVII secolo, nella frazione di Gazzelli. Chiesa parrocchiale di San Martino nella frazione di Torria. Il portale dell'edificio è risalente al 1472 e di pregio il bassorilievo datato 10 marzo 1477. Santuario della Madonna della Neve nella frazione di Torria. Oratorio dei Disciplinanti della Santissima Annunziata nella frazione di Torria. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Chiusanico sono 69. Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle due frazioni di Gazzelli (Gažéi o Gažžélli), a 268 m. s.l.m., Torria (Tûria), a 437 m s.l.m., dalle due borgate di Zebbi (I Žébbi) e Garzi (I Gârsci), lungo la strada statale 28 del Colle di Nava, nonché dalle case lungo la strada provinciale 24, prima del ponte sul rio Trexenda di San Lazzaro Reale, e dalla località 5 F., (E Çinche Èffe), lungo la strada provinciale 95, che porta al Colle San Bartolomeo di Cesio, per un totale di 13,51 km². Confina a nord con il comune di Cesio, a sud con Pontedassio, ad ovest con Caravonica, Borgomaro, Lucinasco e Chiusavecchia, e ad est con Testico (SV), Stellanello (SV) e Diano Arentino. La principale risorsa economica del comune è l'attività agricola, specie l'olivicoltura nelle colline circostanti il paese. Nel fondovalle, invece, si è sviluppato negli ultimi anni una notevole attività industriale e legata al commercio. Tra le realtà economiche l'azienda produttrice di caramelle e gomme da masticare Fassi che, fondata nel 1936 a Torino e trasferitasi nel 1943 a Vallecrosia, ha trovato sede nel nuovo stabilimento di Chiusanico dal 2011. Il territorio comunale di Chiusanico è attraversato dalla strada provinciale 29 che gli consente il collegamento stradale con Cesio a nord, innestandosi con la provinciale 95, e Chiusavecchia a sud immettendosi nella principale arteria della statale 28 del Colle di Nava. Chiusanico è gemellata con: Vilobí del Penedès, dal 2003 G. Casalis, Chiusanico, in ID., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. V, Torino 1839, pp. 41–42 A. Gandolfo, Chiusanico, in ID., La Provincia di Imperia. Storia. Arti. Tradizioni, Blu Edizioni, Stampatre, Torino, 2005, vol. 1, pp. 348–355 Liguria Provincia di Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiusanico

Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)
Santuario della Madonna dell'Oliveto (Chiusavecchia)

Il santuario della Madonna dell'Oliveto è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusavecchia, in via Santuario, in provincia di Imperia. Le principali festività si celebrano l'8 settembre nella ricorrenza religiosa della Natività di Maria, il 16 luglio per la festa di Nostra Signora del Carmine e il 19 marzo per la solennità di san Giuseppe. L'edificazione di una primitiva cappella votiva ebbe origine, secondo la tradizione e devozione popolare, da un'apparizione tra le fronde di un albero di ulivo della Vergine Maria ad alcuni contadini di Chiusavecchia che, nella mariana manifestazione, disse loro di erigere un edificio per il culto. Ne seguì la primaria costruzione della chiesa, intitolata a santa Maria dell'Oliveto, in un periodo databile tra il XIII e il XIV secolo. La chiesa venne citata in un atto testamentario del 1524 del locale Giovanni Gandolfo che destinò al santuario parte dei suoi beni. Grazie ad alcuni elementi della facciata, una pietra d'angolo, si è potuto apprendere che l'edificio subì a partire dal 1562 una parziale se non totale ricostruzione che fu ultimata intorno al 1619. Nella visita del vescovo di Albenga Vincenzo Landinelli, risalente a quel periodo, il prelato non annotò nessuna criticità. La struttura fu nuovamente modificata tra il 1830 e il 1860 con la divisione a tre navate, queste ultime sostenute da pilastri inglobanti le antiche colonne cinquecentesche; sopra al presbiterio venne edificata la cupola. Sull'altare maggiore è custodita l'immagine venerata della Madonna che fu incoronata nel 1846. Le decorazioni e gli affreschi del 1854 sono opera del pittore Riccardo Piccardi - detto il Veneziano - che dipinse gli interni con episodi di vita della Vergine e celebri apparizioni. La tradizione popolare attribuisce all'intercessione della Madonna dell'Olivo diversi avvenimenti e fatti che si verificarono nel paese di Chiusavecchia come la preservazione dal colera negli anni 1835, 1837 e 1854 o la liberazione dalle cavallette sul finire del XVII secolo. Giovanni Meriana, Guida ai Santuari in Liguria, Genova, Sagep Editrice, 1990, ISBN 88-7058-361-9. Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005. Chiusavecchia Diocesi di Albenga-Imperia Santuario Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Madonna dell'Oliveto Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 21 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Chiusavecchia
Chiusavecchia

Chiusavecchia (Ciusavegia in ligure) è un comune italiano di 517 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio di Chiusavecchia è situato nel fondovalle del torrente Impero, alla confluenza del rio Maddalena alle pendici del monte Acquarone (650 m s.l.m.) Come testimonia il suo toponimo Chiusa, inerente alla posizione strategica e di chiusura del borgo nella valle circostante, divenne presto a far parte dei possedimenti terrieri dei vescovi di Albenga. Inserito nella castellania del Monte Arosio in epoca medievale, alla fine del XIII secolo fu infeudato alla famiglia Doria che, a parte una breve dedizione verso il Ducato di Milano tra il 1493 e il 1498, amministrò direttamente il feudo di Chiusavecchia fino al 1576. A partire da quella data il territorio chiusavecchiese — e della valle di Oneglia — fu acquistato dal duca Emanuele Filiberto I di Savoia e questa zona del ponente ligure rimase sotto la casa sabauda fino al 1607 quando, assieme alla comunità di Gazzelli, oggi frazione di Chiusanico, fu smembrato dalla giurisdizione di Oneglia e infeudato a Odino Maria Sandri. Quest'ultimo, nel corso del 1609, vendette il territorio di Chiusavecchia-Gazzelli al mastro uditore della Camera dei Conti ducale Cesare Cernusco (nativo del borgo chiusavecchiese) che, successivamente, passò a Gregorio Giovannini-Brucco (segretario del duca Carlo Emanuele II) e ancora alla famiglia Tomatis dal 1675. Tale affiliazione allo stato sabaudo (divenuto successivamente Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, le costituite municipalità di Chiusavecchia, Olivastri e Sarola confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 la municipalità di Chiusavecchia fu soppressa e unita alla municipalità di Chiusanico. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Chiusavecchia acquistò una nuova autonomia amministrativa che confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 i tre principali comuni (Chiusavecchia, Olivastri e Sarola) furono compresi nel IV mandamento di Oneglia, entrambi del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 il territorio chiusavecchiese raggiunse la sua massima espansione territoriale con l'aggregazione dei soppressi comuni di Arzeno d'Oneglia (ricostituito nel 1925, ma successivamente unito a Cesio), Cesio (ricostituito nel 1925), Lucinasco, Torria (nuovamente indipendente nel 1925, soppresso poco dopo e unito come frazione di Chiusanico), Olivastri e Sarola. Gli ultimi aggiustamenti territoriali dell'ente comunale di Chiusavecchia risalgono al 1958 quando si scorporò il neo costituito comune di Lucinasco. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Stemma Gonfalone Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 1955. Chiesa parrocchiale di San Biagio e San Francesco di Sales. L'edificio attuale deriva da un complesso preesistente e l'opera di ristrutturazione venne terminata alla fine del XVII secolo. All'interno è conservato un crocifisso ligneo databile tra il XV e il XVI secolo. Oratorio della Santa Croce nel capoluogo, lungo la statale 28 del Colle di Nava. La costruzione del luogo religioso fu voluta dalla locale confraternita dei Disciplinanti tra il Quattrocento e il Cinquecento. Santuario della Madonna dell'Oliveto. Posto al di sopra dell'abitato, fu eretto nel corso del XVI secolo, ma rimaneggiato più volte nel tempo. Oltre alla notevole presenza di quadri vi è un organo del 1861, costruito dalla ditta Agati e recentemente restaurato con il contribuito finanziario degli abitanti stessi. Oratorio di San Sebastiano ai confini amministrativi con la borgata di Garsi a Chiusanico. Chiesa parrocchiale della Presentazione della Beata Vergine Maria nella frazione di Olivastri, nella piazza principale del paese. Costruita nel XVIII secolo nella località omonima ospita un dipinto del Settecento. Chiesetta di San Giuseppe nella frazione di Olivastri, tra gli uliveti sopra il paese. Chiesa parrocchiale dei Santi Vincenzo e Anastasio nella frazione di Sarola. Eretta nel XVII secolo conserva dipinti dell'epoca e altari lignei. Ponte sul torrente Impero nel capoluogo. L'origine dell'antico attraversamento risalirebbe al periodo medievale anche se il ponte, collegante il borgo di Chiusavecchia alla frazione Borgoratto di Lucinasco, lungo la storica Via del sale, fu in parte ricostruito nel corso dell'Ottocento. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Chiusavecchia sono 102, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Albania, 52 Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle due frazioni di Olivastri e Sarola e dalle località di Gombi di Ricci e Gombi della Luna per un totale di 4,09 km2. Confina a nord con il comune di Chiusanico, a sud con Pontedassio, ad ovest con Lucinasco, e ad est con Chiusanico e Pontedassio. La principale risorsa economica del paese è legata all'attività agricola, specie nelle coltivazioni diffuse dell'olivo, degli ortaggi e della frutta. Lo sfruttamento dei vigneti forniscono una discreta produzione di vini locali. Nel resto del territorio comunale sono attive inoltre alcune grandi aziende industriali, particolarmente legate all'attività di trasformazione o di lavorazione degli alimenti e industria metalmeccanica specializzata nella costruzione di ventilatori per l'industria e l'agricoltura. Il territorio di Chiusavecchia è attraversato principalmente dalla strada statale 28 del Colle di Nava che permette il collegamento stradale con Chiusanico. Altra arteria del territorio comunale è la provinciale 30 per le due frazioni di Olivastri e Sarola. Chiusavecchia fa parte dell'Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro. Liguria Provincia di Imperia Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chiusavecchia Sito ufficiale, su comune.chiusavecchia.im.it. Chiusavècchia, su sapere.it, De Agostini.

Chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales
Chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales

La chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Chiusavecchia, in via Vecchia Piemonte, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. Anticamente esisteva un edificio religioso nel borgo di Chiusavecchia, forse d'epoca medievale, di cui non ne rimangono tracce documentarie, ma strutturali nei locali della sacrestia e nella base dell'attiguo campanile. L'attuale parrocchiale è il frutto della nuova costruzione che avvenne sopra le fondamenta dell'impianto medievale nella seconda metà del XVII secolo; i lavori terminarono nel corso del 1683. L'interno della chiesa, in stile barocco, è costituito da una sola navata sovrastata da una volta a botte e da quattro cappelle ai lati (due per parte) intitolate a santa Lucia, alla Madonna del Suffragio, al Santo Rosario e alla Santissima Trinità. Tra le opere una pala d'altare ritraente la Madonna nella cappella del Santo Rosario e un crocifisso in legno databile tra il XV e il XVI secolo di ignoto scultore e ivi collocato sull'altare maggiore nel 1990 dopo un accurato restauro. Attiguo alla chiesa il campanile con cupola a cipolla e dinnanzi al luogo di culto il caratteristico sagrato acciottolato alla genovese. Chiusavecchia Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Biagio e San Francesco di Sales Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 10 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Torria
Torria

Torria (Tûria, in ligure) è una frazione di 100 abitanti del comune di Chiusanico, in provincia di Imperia. Distante 16 km. da Imperia, è posta su un colle, in posizione ultra panoramica a 360°, a 437 m s.l.m. In epoca medievale il territorio di Torria rientrò nella Marca Aleramica, successivamente nei possedimenti feudali dei marchesi di Clavesana e quindi tra le aree assoggettate alla diocesi di Albenga. Fu proprio durante la dominazione vescovile che il borgo di Torria fece parte della Castellanìa di Mont'Arosio avente la borgata chiusanichese di Castello quale sede principale. Agli inizi del XVI secolo la proprietà della borgata passò ai conti Lascaris di Ventimiglia che inserirono questa parte del territorio chiusanichese nei possedimenti della valle del Maro. Nel corso del 1576 l'intera proprietà venne venduta al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che inserì questa parte del territorio (infeudato alla famiglia Gandolfi) nel Principato di Oneglia correlato al Ducato di Savoia. Tale affiliazione allo stato sabaudo (ora Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, la costituita municipalità di Torria confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il VII cantone degli Ulivi nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 alla municipalità di Torria fu unita la soppressa municipalità di Cesio. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814/'15, e con Cesio nuovamente comune autonomo da Torria, confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Fu in quel perìodo che Torria raggiunse la sua massima estensione demografica, con oltre 620 residenti ed arrivando 700 persone, contando chi vi abitava o lavorava e dormiva stabilmente, presso le famiglie più abbienti, o perché vi occupava la casa di famiglia, pur risiedendo ufficialmente altrove. Oltre a questi, va considerato che a quei tempi, come ovunque nell'entroterra, le famiglie possedevano, chi più chi meno, bestiame (buoi/ mucche/ muli/e, asini/e, pecore, capre, pollame, conigli) che alloggiavano nelle stalle, con relativi fienili sotto, a lato, o vicino alle abitazioni. Dal 1859 al 1927 il comune di Torria rientrò nel I mandamento di Borgomaro del circondario di Porto Maurizio, facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1928 il comune fu soppresso e aggregato a Chiusanico come frazione. Chiesa parrocchiale di San Martino. Il portale dell'edificio è risalente al 1472 e di pregio il bassorilievo datato 10 marzo 1477. Santuario della Madonna della Neve. Oratorio dei Disciplinanti della Santissima Annunziata. Festa patronale di San Martino, Vescovo di Tours, l'11 novembre. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torria

Olivastri (Chiusavecchia)
Olivastri (Chiusavecchia)

Olivastri è una frazione di 43 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. Si trova nella media valle Impero alla destra del torrente omonimo, circondato dagli uliveti. In epoca medievale il territorio di Olivastri fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Olivastri fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 ricevette, assieme al comune di Villa Guardia, la soppressa comunità di Sarola, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Olivastri confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Olivastri fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa parrocchiale della Presentazione di Maria, nella piazza principale del paese. Chiesetta di San Giuseppe, tra gli uliveti sopra il paese. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia passa per la frazione di Sarola e termina proprio a Olivastri. Prima del paese poi si distacca sulla destra della provinciale una strada comunale che conduce alla frazione lucinaschese di Borgoratto e che poi permette di arrivare al capoluogo comunale di Chiusavecchia in minor tempo. Alcune foto di Olivastri

Chiesa di San Martino (Chiusanico)
Chiesa di San Martino (Chiusanico)

La chiesa di San Martino è un luogo di culto cattolico situato nella frazione di Torria nel comune di Chiusanico, in piazza della Chiesa, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. Un primo edificio di culto nel borgo di Torria potrebbe risalire all'anno 1000, una tradizione del XVII secolo menzionerebbe una chiesa intitolata in quel periodo a san Maurizio, anche se la prima citazione della parrocchiale è datata in un documento del 9 marzo 1281. Il primo edificio doveva essere ad aula unica e in stile protoromanico, struttura che nel corso del XVI secolo subì ingrandimenti, modifiche e rifacimenti secondo i canoni architettonici del tempo. Nel 1585 si segnalano, oltre al maggiore, quattro altari laterali: dell'Assunta, di san Mauro, di san Sebastiano e di san Maurizio; dello stesso periodo il fonte battesimale recante la data 1584. Nel Seicento fu consolidata la parte sinistra dell'edificio e il completo rifacimento della copertura; tra il 1697 e il 1702 venne ristrutturata l'intera aula che vide l'aggiunta di nuovi quattro altari ai lati intitolati al Santissimo Rosario, a Nostra Signora del Carmine, a Nostra Signora del Suffragio e a san Mauro (poi sostituito nel XIX secolo con il nuovo altare dell'angelo custode). L'altare maggiore fu consacrato nel 1783 dal vescovo di Albenga Stefano Giustiniani. La nuova facciata della parrocchiale, in sostituzione della precedente settecentesca, venne realizzata nel corso del 1804 su progetto dei maestri varesotti Domenico e Paolo Sertorio e stuccata nel 1837 da Andrea Adami. Alcuni danni correlati al terremoto di Diano Marina del 1887 resero necessari interventi di ristrutturazione tra il 1888 e il 1889 sotto la direzione dell'impresario Nicola Fassone su progetto dell'ingegner Domenico Trincheri. Del pittore piemontese Giovanni Borgna gli affreschi realizzati tra il 1889 e il 1891 nella volta del presbiterio (La gloria di Maria Vergine Assunta in cielo), nel catino absidale (Adorazione del Santissimo Sacramento), nella volta centrale e negli angoli (La gloria di san Martino e i Quattro Evangelisti). Sopra l'altare maggiore il crocifisso in legno del XVIII secolo (di ignoto scultore), mentre è attribuita allo mano dell'altoatesino Ferdinando Stuflesser la grande statua di San Martino a cavallo del 1926. Tra gli altri dipinti conservati nella parrocchiale di Torria un San Martino vescovo affiancato da due angeli (del Seicento o inizio Settecento, pittore sconosciuto); i Santi medici Cosma e Damiano e i Santi martiri Faustino e Giovita nella sacrestia; la pala della Madonna del Carmine e un'altra pala d'altare della Madonna con Bambino incoronata da due angeli. Tra le statue le raffigurazioni delle virtù teologali, forse opera dello scultore Gio Andrea Casella nel XVIII secolo. Chiusanico Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Martino Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 9 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).