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Oratorio di San Pietro Martire (Pontedassio)

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L'oratorio di San Pietro Martire è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Pontedassio, in piazza San Pietro, in provincia di Imperia. L'edificio è attiguo alla chiesa parrocchiale di Santa Margherita di Antiochia. L'attuale struttura architettonica dell'edificio religioso, pur esistente già dal 1585, si presenta nelle forme tardo barocche del Seicento. In facciata, sopra al portale, è collocato un affresco ritraente La Vergine e i santi Pietro martire e Francesco. All'interno è conservata la pala d'altare della Madonna col Bambino e i santi Pietro martire, Stefano e Antonio da Padova, opera del XVII secolo e attribuita al pittore genovese Gio Stefano Verdura; un dipinto di inizio Seicento raffigurante le Anime Purganti del triorese Bernardo Raibado; un crocifisso processionale del XVIII secolo in legno policromo. L'altare maggiore, in muratura e stucco, è attribuibile alla scuola scultorea dei Marvaldi. Pontedassio Diocesi di Albenga-Imperia Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Oratorio di San Pietro Martire (Pontedassio) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Oratorio di San Pietro Martire (Pontedassio)
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Oratorio di San Pietro Martire

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Liguria, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)
Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)

La chiesa di Santa Margherita di Antiochia è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Pontedassio, tra via Torino e via Felice Dani, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. La prima citazione dell'edificio religioso è risalente al 1199. L'attuale impianto strutturale a pianta basilicale e a tre navate è datata alla rivisitazione effettuata nel corso del XV secolo; un rimaneggiamento degli interni e degli arredi furono invece effettuati a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Fu l'arciprete Giovanni Battista de Thomatis, a partire dal 1870, ad affidare inizialmente all'ingegnere Gerolamo Audifredi un primario progetto di riedificazione dell'impianto, poi sostanzialmente modificato e rivisto dal geometra locale Giovanni Battista Gandolfo che portò a compimento la nuova chiesa. Il 6 ottobre 1880 fu solennemente consacrata dal vescovo di Albenga Filippo Allegro e riaperta al culto. Alla decorazione degli interni, richiamanti lo stile neo barocco, parteciparono diverse maestranze: i pittori Giovanni Borgna e Giuseppe Guglielmetti; il decoratore Francesco Audissimo; lo stuccatore Angelo Lamboglia. Se la struttura fu portata a compimento nella seconda metà dell'Ottocento, la facciata venne terminata a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento su disegno di Luigi Rossi con l'interessamento dei stuccatori Antonio e Giacomo Ventimiglia che ripresero per gli esterni lo stile baroccheggiante dell'interno. Sempre sulla facciata, presso il registro superiore del portico, è presente il mosaico raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia realizzata nel 1960 da Bepi Modolo della scuola del mosaico di Spilimbergo e, in una nicchia dello stesso portico, la statua in marmo della santa attribuita alla scuola scultorea genovese o del ponente ligure del Seicento. Le decorazioni della volta sono opera del piemontese Giuseppe Guglielmetti, realizzate tra il 1910 e il 1911, incentrate sulla vita e sulla gloria della santa di Antiochia. Nella zona a destra dell'edificio, dopo un'acquasantiera marmorea del XVII secolo, è collocata la tela Santa Margherita che schiaccia il drago, opera di un artista del ponente ligure e che fu donata dalla locale famiglia Agnesi alla parrocchiale; dello scultore genovese Paolo Olivari è il grande crocifisso processionale in legno del 1850 posizionato a fianco alla grotta della Madonna di Lourdes; nella cappella di San Francesco Saverio la pala d'altare ritraente la Morte di san Francesco Saverio, opera settecentesca e successivamente restaurata da Giovanni Borgna nel 1891; nella cappella del Sacro Cuore il dipinto della Crocifissione (1883) del pittore Leonardo Massabò e le statue del 1888 di Domenico Bagliani raffiguranti san Marco e san Giovanni Evangelista. Del pittore piemontese Borgna sono attribuiti gli affreschi: Gesù Bambino appare a santa Teresa d'Avila del 1893 (parete destra), il Sacro Cuore appare a santa Margherita Maria Alacoque (del 1879, parete sinistra), Gloria d'angeli (1898, pitture della volta), La Madonna del Carmine con il Bambino, l'angelo custode e i santi Filippo Neri, Rocco e Sebastiano (1892, cappella dell'angelo custode). Nella cappella delle anime purganti è collocata la pala d'altare raffigurante I santi Domenico e Stefano che intercedono presso la Vergine e il Bambino in favore delle Anime Purganti, opera settecentesca attribuita alla scuola d'arte dei Carrega. Sempre di Guglielmetti gli affreschi La scala di Giacobbe (1913), L'arcangelo Raffaele e Tobia (1913), L'Angelo custode guida il bambino in cielo, il Martirio dei santi Cosma e Damiano (1913), i Santi Cosma e Damiano guariscono un paralitico, la Gloria dei santi Cosma e Damiano, il Battesimo di Cristo. Risalente al 1503 è il trittico di Luca Baudo ritraente San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, ubicato sulla controfacciata ove è presente l'organo del 1937 costruito dalla ditta Inzoli di Crema. Pontedassio Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Margherita Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.

Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro
Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro

L'Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro è un'unione di comuni della Liguria, in provincia di Imperia, formata dai comuni di Aurigo, Borgomaro, Caravonica, Chiusavecchia, Lucinasco e Pontedassio. L'unione è nata con atto costitutivo del 27 febbraio 2015 firmato nel municipio di Pontedassio dai rappresentanti locali delle due valli imperiesi. L'ente locale ha sede a Pontedassio. Il primo presidente del Consiglio dell'Unione è Franco Ardissone. L'unione dei comuni comprende quella parte del territorio imperiese solcato dai torrenti Impero e Maro, a nord del capoluogo provinciale. Per statuto l'Unione si occupa di questi servizi: organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; catasto; la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale; la programmazione in materia di difesa del suolo; la promozione turistica; la programmazione, la predisposizione e l'attuazione di progetto per il territorio; organizzazione e gestione dei rifiuti e la riscossione dei relativi tributi; progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini; edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale e sicurezza sociale; tenuta dei registri di stato civile e di popolazione; servizi in materia statistica; la comunicazione e l'informatizzazione. Unione di comuni Provincia di Imperia

Pontedassio
Pontedassio

Pontedassio (Puntedasce in ligure) è un comune italiano di 2 343 abitanti della provincia di Imperia in Liguria. Il territorio di Pontedassio è parzialmente compreso lungo il versante sinistro del torrente Impero e, alla parte opposta, presso la stretta valle del torrente Agazza. Tra la vette del territorio pontedassino il monte Acquarone (735 m), il monte Grimaldi (674 m), il monte Abrighetti (596 m), il monte Pian Cavallè (578 m) e il monte Croce (538 m). In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, a Pontedassio e nei paesi circostanti, le temperature più basse si registrano nel mese di gennaio, con una media che si attesta a +6,5 °C, mentre quelle più alte vi sono nel mese di luglio, con una media di +22,8 °C. Per quanto concerne il nome esistono due versioni: quella tradizionale che fa riferimento al ponte di assi il quale, nel tempo, doveva collegare il centro di fondovalle con le frazioni e quella più recente secondo cui il nome deriverebbe dal possedimento di un centurione romano, Assio (Axius), e da lui la denominazione del paese. Il borgo di Pontedassio fu un antico possedimento del vescovo di Albenga, assieme al villaggio di Oneglia di cui seguì le sorti storiche del tempo. Nel 1298 divenne dominio della famiglia genovese Doria, entrando a far parte della castellania di Bestagno. Nel 1576 fu quindi ceduto alla Casa Savoia e al loro Ducato. Tale affiliazione allo Stato sabaudo (divenuto successivamente Regno di Sardegna) perdurò sino all'inizio dell'Ottocento quando, con gli eventi napoleonici, la costituita municipalità di Pontedassio confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità pontedassina confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1824 la famiglia Agnesi, che ha avuto i natali nel paese, rilevò un antico mulino dando il via all'attività dell'omonimo pastificio, con l'apertura di ben quattro centri di produzione all'interno di Pontedassio. Nel 1928 vengono aggregati al territorio pontedassino i soppressi comuni di Bestagno, Villa Guardia e Villa Viani. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia. Stemma Gonfalone Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 6 febbraio 1943; il gonfalone è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 16 marzo 1956. Chiesa parrocchiale di Santa Margherita di Antiochia nel capoluogo. Venne ricostruita su disegno di Giovanni Battista Gandolfo nel 1880, conservando nella base inferiore del campanile alcune tracce dell'edificio preesistente. All'interno è conservato un trittico del 1503 di Luca Baudo da Novara, che raffigura San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, mentre la maggior parte delle tele rimanenti sono di Giovanni Borgna. Sulla facciata esterna è inoltre presente un mosaico (il cui bozzetto originale appartiene alla famiglia Gonan) raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia. Fino a due secoli fa questa chiesa rappresentava il collegamento tra i due borghi storici di Pontedassio. Oratorio di San Pietro Martire nel capoluogo, del XVII secolo, attiguo alla parrocchiale di Santa Margherita. Chiesa di Santa Caterina nel capoluogo, nei pressi del locale cimitero. Soppressa dopo gli avvenimenti napoleonici di fine Settecento, e declassata a chiesa cimiteriale, è l'unica testimonianza del già presente complesso conventuale dei Domenicani (ai quali subentrarono gli Agostiniani dal 1595 al 1793) che venne demolito in tale periodo per far posto ai nuovi spazi cimiteriali. Oratorio campestre di Santa Lucia nel capoluogo, sopra la strada statale 28 del Colle di Nava, del XVI secolo e attigua ad una torre del XIII secolo. Chiesa parrocchiale di San Sebastiano nella frazione di Bestagno. La primitiva struttura, ubicata nel cuore del borgo frazionario, era risalente al XV secolo; nel 1743 si procedette ad una sua riedificazione nei canoni architettonici barocchi su progetto di Filippo Maria Marvaldi. Chiesa di San Michele Arcangelo nella frazione di Bestagno, nei pressi del locale cimitero, già chiesa matrice della media valle Impero. L'attuale impianto è risalente al Seicento, ma conserva ancora l'attiguo piccolo campanile a vela del 1272 e parte dell'abside medievale aperta con una monofora. Oratorio di Nostra Signora dell'Annunziata nella frazione di Bestagno. Cappella Natta nella frazione di Bestagno, chiesetta campestre edificata in puro stile bizantino. Chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, sita nella frazione di Villa Guardia. La struttura attuale è il frutto della rivisitazione architettonica che tra il 1590 e il 1606 trasformarono la chiesa dallo stile rinascimentale a quello barocco. Oratorio di San Carlo Borromeo, eretto nel XIX secolo nella frazione di Villa Guardia, posto di fronte alla parrocchiale della frazione. Attiguo all'oratorio vi è un campanile del Quattrocento, quest'ultimo appartenente ad una chiesa andata distrutta. Chiesa parrocchiale dell'Assunta, eretta nella frazione di Villa Viani nel XVII secolo. All'interno sono conservate statue lignee di Giovanni Battista Drago del XIX secolo e una statua in marmo dell'Assunzione della Vergine Maria di Francesco Garvo del Settecento circa. Oratorio di San Giuseppe, costruito nel Settecento nella frazione di Villa Viani. Progettato da Francesco Marvaldi, è arricchito da stucchi di Gio Andrea Casella del XVIII secolo. La casa della famiglia Agnesi, denominata anche come palazzo Agnesi, oggi sede del comune di Pontedassio. L'ex palazzo municipale, un imponente edificio porticato alla moda piemontese, che si affaccia sulla piazza Vittorio Emanuele II, al centro del paese. Castello di Bestagno. Risalente al periodo medievale, ubicato poco fuori dal centro abitato della frazione, fu alle dipendenze del Marchesato del Monferrato e del Ducato di Savoia. Nel 1430 rientrò tra i possedimenti del duca Amedeo VIII di Savoia che poi, intorno al 1435, lo restituì al marchese monferrino Gian Giacomo. Successivamente passò pure alle dipendenze dei Doria e fu un suo esponente, Domenico, ad avviare una pressoché riedificazione della postazione difensiva oramai vetusta e devastata dai conflitti tra le varie potenze della zona. Si presenta attualmente allo stato di rudere. Torre di Santa Lucia, posta lungo la strada che porta a Pontedassio, antica zona di osservazione utilizzata per avvistare le navi dei pirati saraceni che saccheggiavano le coste liguri. Venne fatta costruire intorno al XIII secolo dai vescovi d'Albenga, il cui dominio si estendeva su gran parte della valle del torrente Impero. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Pontedassio sono 257, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: A Pontedassio fu fondato nel 1958 da Vincenzo Agnesi - nella casa di famiglia - un primo spazio museale dedicato alla lavorazione della pasta e dove erano conservati antichi macchinari adibiti alla fabbricazione degli spaghetti e di altri tipi di pasta, appartenuti alla famiglia Agnesi dell'omonimo pastificio. Il materiale venne poi trasferito a Roma presso il museo nazionale delle paste alimentari. Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalle tre frazioni di Bestagno, Villa Guardia e Villa Viani e dalle borgate di Cà, Monti, Poggio di Villa Viani e Santa Lucia per un totale di 13,31 km². Confina a nord con i comuni di Lucinasco, Chiusavecchia e Chiusanico, a sud con Imperia, ad ovest con Vasia, e ad est con Diano Arentino. Il paese di Pontedassio si trova compreso tra la strada che attraversa l'intera valle Impero collegando Imperia a Pieve di Teco e il torrente Impero: in questo modo si sono venuti a formare due rioni: il Borganzo e quello delle Case Soprane. Gli agglomerati edilizi più antichi si trovano nel già citato rione Borganzo, più precisamente sulla via Giuseppe Garibaldi, che confluisce nel quartiere popolarmente chiamato col nome di Sciangài, dove le case conservano ancora oggi tracce di murature e portali risalenti al periodo fra il XII e il XIII secolo. Più recente sembra l'origine del rione delle Case Soprane, un nucleo rurale che si trova sul primo tratto della via che porta alla frazione Monti, e del Borghetto, che si viene a trovare lungo la riva destra dell'Impero, sotto al paese di Bestagno. Il territorio direttamente circostante al paese, inoltre, è stato fortemente modificato nel corso dei secoli dall'intervento dell'uomo, che ha cercato di utilizzare lo spazio nel miglior modo possibile: ancora oggi, infatti, i versanti delle colline intorno al paese presentano numerosissimi muri a secco, caselle e sentieri "a risoi" che s'inerpicano lungo le loro pendici. Il comune basa la sua principale risorsa economica sull'attività agricola, specie l'olivicoltura, grazie alla presenza di numerosi frantoi. Gli olivi coltivati sono della varietà taggiasca da cui si ricava olio extra vergine e olive in salamoia. Il territorio di Pontedassio è attraversato principalmente dalla strada statale 28 del Colle di Nava permettendogli il collegamento stradale con Imperia, a sud, e a nord con Chiusavecchia. Fino al 2002 la strada attraversava l'abitato, da quella data è stata spostata ad ovest del torrente Impero, con un tracciato principalmente in galleria. Altra arteria provinciale è la SP 82 per Diano Arentino. Pontedassio fa parte dell'Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro, di cui ospita la sede. Il paese ospita due squadre di pétanque, una maschile e una femminile, che giocano entrambe nelle rispettive sezioni del campionato italiano di Serie B di pétanque. Per quanto riguarda gli sport minori Pontedassio vanta fra i suoi residenti una campionessa del mondo di jujitsu, Alessandra Ravotto, anche membro della nazionale italiana giovanile di judo e una medagliata Olimpica di pallanuoto, Giulia Emmolo, che molto ha vinto nelle nazionali minori e tuttora è titolare nella nazionale maggiore. Liguria Provincia di Imperia Unione dei comuni della Valle Impero e della Valle del Maro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pontedassio Sito ufficiale, su comune.pontelandolfo.bn.it. Pontedàssio, su sapere.it, De Agostini.

Bestagno
Bestagno

Bestagno è una frazione di 190 abitanti del comune di Pontedassio, in provincia di Imperia. Si trova su un'altura della valle del torrente Impero ed è circondato da fasce terrazzate in cui viene praticata la coltivazione degli ulivi o, talvolta, la viticultura. In epoca medievale e rinascimentale Bestagno, grazie alla sua posizione isolata ed elevata, costituì una risorsa importante per il controllo del territorio circostante da parte dei signorotti di turno. I suoi territori, così come quelli di Oneglia e di altri comuni limitrofi, essendo situati all'estremo ovest della Liguria, furono spesso contesi dalle potenze circostanti: la Repubblica di Genova, il Marchesato del Monferrato, il Ducato di Savoia. La sua castellania fu, nel XIII secolo, alle dipendenze della famiglia Doria. Con gli eventi napoleonici di fine Settecento la costituita municipalità di Bestagno confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità bestagnina confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1928 il comune fu soppresso e aggregato a Pontedassio come frazione. Chiesa parrocchiale di San Sebastiano. La primitiva struttura, ubicata nel cuore del borgo frazionario, era risalente al XV secolo; nel 1743 si procedette ad una sua riedificazione nei canoni architettonici barocchi su progetto di Filippo Maria Marvaldi. Chiesa di San Michele Arcangelo, nei pressi del locale cimitero, già chiesa matrice della media valle Impero. L'attuale impianto è risalente al Seicento, ma conserva ancora l'attiguo piccolo campanile a vela del 1272 e parte dell'abside medievale aperta con una monofora. Oratorio di Nostra Signora dell'Annunziata. Cappella Natta, chiesetta campestre edificata in puro stile bizantino. Castello di Bestagno. Risalente al periodo medievale, ubicato poco fuori dal centro abitato della frazione, fu alle dipendenze del Marchesato del Monferrato e del Ducato di Savoia. Nel 1430 rientrò tra i possedimenti del duca Amedeo VIII di Savoia che poi, intorno al 1435, lo restituì al marchese monferrino Gian Giacomo. Successivamente passò pure alle dipendenze dei Doria e fu un suo esponente, Domenico, ad avviare una pressoché riedificazione della postazione difensiva oramai vetusta e devastata dai conflitti tra le varie potenze della zona. Si presenta attualmente allo stato di rudere.

Sarola
Sarola

Sarola è una frazione di 123 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. In epoca medievale il territorio di Sarola fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Sarola fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Soppressa nel 1804 fu unita ai comuni di Villa Guardia e Olivastri, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la ricostituita comunità di Sarola confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarola fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, eretta nel XVII secolo, conserva dipinti dell'epoca e altari lignei. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia, passa per la frazione di Sarola e termina a Olivastri.

Villa Viani
Villa Viani

Villa Viani è una frazione del comune di Pontedassio, in provincia di Imperia. Storicamente seguì le vicende dei vicini borghi di Pontedassio, Bestagno e Villa Guardia facendo parte, nel corso dei secoli, tra i domini del Marchesato del Monferrato, della Repubblica di Genova e del Ducato di Savoia. Con gli eventi napoleonici di fine Settecento la costituita municipalità di Villa Viani confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Villa Viani confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1928 il comune fu soppresso e aggregato a Pontedassio come frazione. Chiesa parrocchiale dell'Assunta, eretta nel XVII secolo. All'interno sono conservate alcune statue lignee di Giovanni Battista Drago del XIX secolo, una statua in marmo dell'Assunzione della Vergine Maria di Francesco Garvo del Settecento circa e un prezioso organo della bottega “Nicomede Agati” del 1878 (op. 571). Oratorio di San Giuseppe, costruito nel Settecento, progettato da Francesco Marvaldi, è arricchito da stucchi di Gio Andrea Casella del XVIII secolo.

Chiesa di Santa Margherita (Diano Arentino)
Chiesa di Santa Margherita (Diano Arentino)

La chiesa di Santa Margherita vergine e martire è un luogo di culto cattolico situato nella borgata di Villa Chiesa nel comune di Diano Arentino, tra via Belvedere e via papa Giovanni XXIII, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia di Santa Margherita e di San Bernardo (che comprende anche la comunità di San Bernardo in Evigno) del vicariato di Diano Marina della diocesi di Albenga-Imperia. L'edificio è menzionato per la prima volta in un documento del XV secolo, quasi certamente dopo i lavori di ampliamento - o di una vera e propria riedificazione della stessa - sulle fondamenta di un preesistente luogo di culto, orientato in senso opposto dell'attuale. La chiesa quattrocentesca era divisa in tre navate e consta da colonne in pietra nera; l'atto di consacrazione della parrocchiale è risalente al 23 aprile 1469. Verso la fine del XVI secolo la chiesa subì nuovi interventi alla struttura con l'attuale orientamento e rifacimento del coro, la costruzione della cupola nella zona del presbiterio e di altre due piccole cupole sul transetto in capo alle navate laterali. Tali modifiche probabilmente seguirono l'adeguamento del luogo di culto che dal 17 maggio 1586, su iniziativa del visitatore apostolico e vescovo della diocesi corsa di Mariana e Accia Nicolò Mascardi, fu separato dalla cura parrocchiale della chiesa di San Michele Arcangelo di Diano Borello e reso autonomo. L'attuale facciata, in stile neoclassico, è stata realizzata nella metà del XIX secolo con la presenza di un porticato dove, sopra la porta principale, è stata posizionata una statua ritraente Santa Margherita con il drago. Il sagrato è stato completato nel 1876. L'interno della struttura presenta una decorazione in stucco e tra i pennacchi di raccordo tra il presbiterio e l'ottagonale cupola maggiore sono raffigurati, sempre con la tecnica a stucco, i Quattro evangelisti. Nelle cappelle della navata sinistra sono collocate la statua di Sant'Antonio da Padova con il Bambino Gesù, nella prima; il dipinto della Madonna del Santissimo Rosario con il Bambino Gesù e i santi Domenico, Pietro e Caterina da Siena, datato al 1602, nella seconda cappella; in quella successiva è esposta la tela ritraente la Madonna col Bambino tra i santi Luigi Gonzaga e Bernardo abate - di un ignoto pittore del XVIII secolo - e due statue della Madonna Immacolata e della Madonna di Laghet con il Bambino; sull'altare della medesima navata il quadro della Madonna che sorregge Gesù deposto dalla croce tra san Mauro, san Vincenzo Ferreri, santa Caterina da Genova, l'arcangelo Gabriele, Tobiolo e Anime purganti. L'altare maggiore marmoreo è risalente alla prima metà del XVIII secolo e opera del maestro marmoraro locale Carlo Stefano Aschero; sormontato da un grande crocifisso, ha la particolarità di avere due tabernacoli come previsto nel modello giansenistico. Nella parete dell'abside è collocato il dipinto Santa Margherita che tiene in mano la Croce con ai piedi il drago e i santi Antonino e Nicola. Presso l'altare della navata destra è collocata la statua della Madonna del Rosario e il Bambino Gesù; nella terza cappella il dipinto della Madonna della Misericordia tra i santi Isidoro e Domenico; nella successiva la tela, del 1647, della Santissima Trinità con Gesù crocifisso, il Padre Eterno, la colomba dello Spirito Santo e i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista; l'ultima cappella custodisce la statua di Sant'Agnese e l'ovale su tela San Giuseppe con il Bambino Gesù del XIX secolo. Diano Arentino Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Margherita Sito della Diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.