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Villa Viani

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Italy provincial location map 2016
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Villa Viani è una frazione del comune di Pontedassio, in provincia di Imperia. Storicamente seguì le vicende dei vicini borghi di Pontedassio, Bestagno e Villa Guardia facendo parte, nel corso dei secoli, tra i domini del Marchesato del Monferrato, della Repubblica di Genova e del Ducato di Savoia. Con gli eventi napoleonici di fine Settecento la costituita municipalità di Villa Viani confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Villa Viani confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1928 il comune fu soppresso e aggregato a Pontedassio come frazione. Chiesa parrocchiale dell'Assunta, eretta nel XVII secolo. All'interno sono conservate alcune statue lignee di Giovanni Battista Drago del XIX secolo, una statua in marmo dell'Assunzione della Vergine Maria di Francesco Garvo del Settecento circa e un prezioso organo della bottega “Nicomede Agati” del 1878 (op. 571). Oratorio di San Giuseppe, costruito nel Settecento, progettato da Francesco Marvaldi, è arricchito da stucchi di Gio Andrea Casella del XVIII secolo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Viani (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Viani
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Luoghi vicini

Bestagno
Bestagno

Bestagno è una frazione di 190 abitanti del comune di Pontedassio, in provincia di Imperia. Si trova su un'altura della valle del torrente Impero ed è circondato da fasce terrazzate in cui viene praticata la coltivazione degli ulivi o, talvolta, la viticultura. In epoca medievale e rinascimentale Bestagno, grazie alla sua posizione isolata ed elevata, costituì una risorsa importante per il controllo del territorio circostante da parte dei signorotti di turno. I suoi territori, così come quelli di Oneglia e di altri comuni limitrofi, essendo situati all'estremo ovest della Liguria, furono spesso contesi dalle potenze circostanti: la Repubblica di Genova, il Marchesato del Monferrato, il Ducato di Savoia. La sua castellania fu, nel XIII secolo, alle dipendenze della famiglia Doria. Con gli eventi napoleonici di fine Settecento la costituita municipalità di Bestagno confluì tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio fu inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità bestagnina confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il comune fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1928 il comune fu soppresso e aggregato a Pontedassio come frazione. Chiesa parrocchiale di San Sebastiano. La primitiva struttura, ubicata nel cuore del borgo frazionario, era risalente al XV secolo; nel 1743 si procedette ad una sua riedificazione nei canoni architettonici barocchi su progetto di Filippo Maria Marvaldi. Chiesa di San Michele Arcangelo, nei pressi del locale cimitero, già chiesa matrice della media valle Impero. L'attuale impianto è risalente al Seicento, ma conserva ancora l'attiguo piccolo campanile a vela del 1272 e parte dell'abside medievale aperta con una monofora. Oratorio di Nostra Signora dell'Annunziata. Cappella Natta, chiesetta campestre edificata in puro stile bizantino. Castello di Bestagno. Risalente al periodo medievale, ubicato poco fuori dal centro abitato della frazione, fu alle dipendenze del Marchesato del Monferrato e del Ducato di Savoia. Nel 1430 rientrò tra i possedimenti del duca Amedeo VIII di Savoia che poi, intorno al 1435, lo restituì al marchese monferrino Gian Giacomo. Successivamente passò pure alle dipendenze dei Doria e fu un suo esponente, Domenico, ad avviare una pressoché riedificazione della postazione difensiva oramai vetusta e devastata dai conflitti tra le varie potenze della zona. Si presenta attualmente allo stato di rudere.

Sarola
Sarola

Sarola è una frazione di 123 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. In epoca medievale il territorio di Sarola fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Sarola fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Soppressa nel 1804 fu unita ai comuni di Villa Guardia e Olivastri, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la ricostituita comunità di Sarola confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarola fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, eretta nel XVII secolo, conserva dipinti dell'epoca e altari lignei. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia, passa per la frazione di Sarola e termina a Olivastri.

Olivastri (Chiusavecchia)
Olivastri (Chiusavecchia)

Olivastri è una frazione di 43 abitanti del comune di Chiusavecchia in provincia di Imperia. Fino al 1923 fu comune autonomo. Si trova nella media valle Impero alla destra del torrente omonimo, circondato dagli uliveti. In epoca medievale il territorio di Olivastri fu compreso nei possedimenti della castellania di Bestagno, una delle due circoscrizioni amministrative della valle superiore di Oneglia. Fu possedimento del vescovo di Albenga fino al 1295 quando il feudo fu venduto a Nicolò e Federico Doria. La proprietà feudale passò ai vari discendenti della famiglia Doria fino al 1576 quando, con tutta la valle d'Oneglia, Gio. Gerolamo Doria vendette il territorio al duca Emanuele Filiberto I di Savoia. Venne quindi infeudato dai Savoia al conte Lazzaro Baratta nel 1588 e, successivamente, ai Negri di Sanfront (1644), agli Amoretti (1655) e ai Beccantini nel 1721. Compreso nel 1723 nella provincia di Oneglia sotto il Regno di Sardegna, la costituita municipalità di Olivastri fu ceduta nel 1801 alla Repubblica Ligure che la sottopose al II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Nel 1804 ricevette, assieme al comune di Villa Guardia, la soppressa comunità di Sarola, nel cantone di Oneglia della Giurisdizione degli Ulivi. Annessi al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 i territori furono inseriti nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio. Nuovamente inglobati nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, la comunità di Olivastri confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1923 il comune di Olivastri fu compreso nel IV mandamento di Oneglia del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia. Nel 1923 venne definitivamente soppresso e unito, come frazione, al comune di Chiusavecchia. Chiesa parrocchiale della Presentazione di Maria, nella piazza principale del paese. Chiesetta di San Giuseppe, tra gli uliveti sopra il paese. L'economia del paese è principalmente legata all'agricoltura, specie nella produzione dell'olio d'oliva. La strada provinciale 30, che si distacca dalla strada statale 28 del Colle di Nava tra Pontedassio e Chiusavecchia passa per la frazione di Sarola e termina proprio a Olivastri. Prima del paese poi si distacca sulla destra della provinciale una strada comunale che conduce alla frazione lucinaschese di Borgoratto e che poi permette di arrivare al capoluogo comunale di Chiusavecchia in minor tempo. Alcune foto di Olivastri

Chiesa di Santa Maria Maddalena (Lucinasco)
Chiesa di Santa Maria Maddalena (Lucinasco)

La chiesa di santa Maria Maddalena è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Lucinasco, in provincia di Imperia. La chiesa, ubicata in un contesto boschivo e solitario, è raffigurata nello stemma comunale di Lucinasco. L'edificio religioso fu edificato a partire dal 15 maggio 1463, così come riportato sulla prima pietra collocata durante l'edificazione della chiesa, e quindi portato a compimento nell'aprile del 1480. Di forme artistiche tardo medievali, la facciata della chiesa si presenta con un rosone sovrastante un portale ogivale e decorazioni ad archetti. L'interno della struttura si presenta a tre navate, divise da colonne e da ampi archi a sesto acuto e decorato con cicli di affreschi raffiguranti scene di vita di Gesù e santi che, stando ad alcuni studi, potrebbero essere stati realizzati nella metà del Cinquecento dal pittore Giovanni Cambiaso o comunque da maestranze vicine alla sua arte pittorica. Un intervento di adattamento con la sopraelevazione delle ali e la sostituzione della primaria orditura del tetto con volte a botte lunettate fu realizzato nel 1637; altri interventi furono realizzati nel 1730, con abbellimenti richiamanti lo stile artistico barocco, e ancora al principio dell'Ottocento. Quest'ultimi sono stati tuttavia eliminati in un successivo intervento di recupero dell'originaria struttura tardo medievale, ma rimangono comunque visibili tracce barocche nell'abside di forma quadrangolare e nelle due semicircolari absidi laterali. Lucinasco Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Maddalena Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesialbengaimperia.it. URL consultato il 29 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).

Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)
Chiesa di Santa Margherita (Pontedassio)

La chiesa di Santa Margherita di Antiochia è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Pontedassio, tra via Torino e via Felice Dani, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima della zona pastorale di Pontedassio della diocesi di Albenga-Imperia. La prima citazione dell'edificio religioso è risalente al 1199. L'attuale impianto strutturale a pianta basilicale e a tre navate è datata alla rivisitazione effettuata nel corso del XV secolo; un rimaneggiamento degli interni e degli arredi furono invece effettuati a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Fu l'arciprete Giovanni Battista de Thomatis, a partire dal 1870, ad affidare inizialmente all'ingegnere Gerolamo Audifredi un primario progetto di riedificazione dell'impianto, poi sostanzialmente modificato e rivisto dal geometra locale Giovanni Battista Gandolfo che portò a compimento la nuova chiesa. Il 6 ottobre 1880 fu solennemente consacrata dal vescovo di Albenga Filippo Allegro e riaperta al culto. Alla decorazione degli interni, richiamanti lo stile neo barocco, parteciparono diverse maestranze: i pittori Giovanni Borgna e Giuseppe Guglielmetti; il decoratore Francesco Audissimo; lo stuccatore Angelo Lamboglia. Se la struttura fu portata a compimento nella seconda metà dell'Ottocento, la facciata venne terminata a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento su disegno di Luigi Rossi con l'interessamento dei stuccatori Antonio e Giacomo Ventimiglia che ripresero per gli esterni lo stile baroccheggiante dell'interno. Sempre sulla facciata, presso il registro superiore del portico, è presente il mosaico raffigurante il Martirio di santa Margherita d'Antiochia realizzata nel 1960 da Bepi Modolo della scuola del mosaico di Spilimbergo e, in una nicchia dello stesso portico, la statua in marmo della santa attribuita alla scuola scultorea genovese o del ponente ligure del Seicento. Le decorazioni della volta sono opera del piemontese Giuseppe Guglielmetti, realizzate tra il 1910 e il 1911, incentrate sulla vita e sulla gloria della santa di Antiochia. Nella zona a destra dell'edificio, dopo un'acquasantiera marmorea del XVII secolo, è collocata la tela Santa Margherita che schiaccia il drago, opera di un artista del ponente ligure e che fu donata dalla locale famiglia Agnesi alla parrocchiale; dello scultore genovese Paolo Olivari è il grande crocifisso processionale in legno del 1850 posizionato a fianco alla grotta della Madonna di Lourdes; nella cappella di San Francesco Saverio la pala d'altare ritraente la Morte di san Francesco Saverio, opera settecentesca e successivamente restaurata da Giovanni Borgna nel 1891; nella cappella del Sacro Cuore il dipinto della Crocifissione (1883) del pittore Leonardo Massabò e le statue del 1888 di Domenico Bagliani raffiguranti san Marco e san Giovanni Evangelista. Del pittore piemontese Borgna sono attribuiti gli affreschi: Gesù Bambino appare a santa Teresa d'Avila del 1893 (parete destra), il Sacro Cuore appare a santa Margherita Maria Alacoque (del 1879, parete sinistra), Gloria d'angeli (1898, pitture della volta), La Madonna del Carmine con il Bambino, l'angelo custode e i santi Filippo Neri, Rocco e Sebastiano (1892, cappella dell'angelo custode). Nella cappella delle anime purganti è collocata la pala d'altare raffigurante I santi Domenico e Stefano che intercedono presso la Vergine e il Bambino in favore delle Anime Purganti, opera settecentesca attribuita alla scuola d'arte dei Carrega. Sempre di Guglielmetti gli affreschi La scala di Giacobbe (1913), L'arcangelo Raffaele e Tobia (1913), L'Angelo custode guida il bambino in cielo, il Martirio dei santi Cosma e Damiano (1913), i Santi Cosma e Damiano guariscono un paralitico, la Gloria dei santi Cosma e Damiano, il Battesimo di Cristo. Risalente al 1503 è il trittico di Luca Baudo ritraente San Bartolomeo in trono con i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria, ubicato sulla controfacciata ove è presente l'organo del 1937 costruito dalla ditta Inzoli di Crema. Pontedassio Diocesi di Albenga-Imperia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Margherita Sito della diocesi di Albenga-Imperia, su diocesidialbengaimperia.it.