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Feltrinelli Porta Volta

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Porta Volta Feltrinelli
Porta Volta Feltrinelli

Feltrinelli Porta Volta, noto anche con il nome di piramidi in vetro di Herzog, è un complesso di due edifici disegnati dagli architetti Herzog & de Meuron e costruiti nella zona di Porta Volta a Milano. La progettazione è iniziata nel 2008 e finita nel 2013. Strutturalmente si presentano come due edifici dalla forma piramidale che si sviluppano orizzontalmente uno contiguo l'altro, ospitando rispettivamente uno la sede della Fondazione Feltrinelli e l'altro gli uffici di Microsoft Italia. È il primo edificio ad essere disegnato dallo studio elvetico nella città di Milano. L'edificio sorge vicino alle mura spagnole del 1500, nella zona tra Viale Pasubio e Viale Crispi. La struttura è stata inaugurata il 13 dicembre 2016 e si estende su cinque piani occupando una superficie totale di 2 700 m²; dimensionalmente misura 188 metri di lunghezza e 32 di larghezza. Esteticamente si caratterizza per la forma piramidale e per le ampie superfici esterne vetrate con la presenza di 1224 finestre, caratterizzato da uno stile architettonico contemporaneo. Mipim Award 2018 nella categoria “Best Office & Business Development” Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Feltrinelli Porta Volta Sito ufficiale, su feltrinelliportavolta.it. Sito Fondazione Feltrinelli Feltrinelli Porta Volta - Herzog & de Meuron, su archdaily.com.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Feltrinelli Porta Volta (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Feltrinelli Porta Volta
Viale Pasubio, Milano Porta Tenaglia

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Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Viale Pasubio
20100 Milano, Porta Tenaglia
Lombardia, Italia
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Porta Volta Feltrinelli
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Viale Pasubio
Viale Pasubio

Viale Pasubio è una strada di Milano. Congiunge piazza XXV Aprile (e quindi Porta Garibaldi) con piazzale Baiamonti (e quindi Porta Volta). È una strada commerciale, lunga circa 350 metri, pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Viale Pasubio è parte della circonvallazione interna, un anello di strade costruito immediatamente all'esterno delle mura spagnole. Come tale, costituiva da sempre un importante asse viabilistico. All'estremo orientale di viale Pasubio si trova l'arco di Porta Garibaldi, all'estremo occidentale Porta Volta, aperta nel 1880 come accesso al nuovo cimitero e alla nuova strada Comasina (l'attuale via Carlo Farini). Nel 1878 il viale risultava già percorso dalla tranvia di circonvallazione ed era già attorniato da una fitta edificazione. Alla fine del XIX secolo, la strada portava il nome di Viale di Porta Garibaldi, successivamente mutato nell'attuale in ricordo del monte Pasubio, teatro di importanti vicende belliche durante la prima guerra mondiale.Durante la seconda guerra mondiale la strada venne pesantemente danneggiata dai bombardamenti del 24 ottobre 1942 e delle notti dell'8 e 13 agosto 1943. Gli edifici posti sul lato sud non vennero mai ricostruiti e restarono per decenni allo stato di rovina. In questa zona si era insediato un grande vivaio e una serie di accampamenti abusivi, i più centrali di Milano, sgomberati il 15 marzo 2012. Il progetto del centro direzionale, inserito nel PRG del 1953, prevedeva la demolizione dei vecchi edifici sul lato nord, e la loro sostituzione con moderni edifici a destinazione residenziale e terziaria; l'area di piazzale Baiamonti sarebbe stata occupata da uno svincolo simil-autostradale. Tali opere però non vennero mai realizzate. Negli ultimi anni, la pedonalizzazione di piazza XXV Aprile ha privato il viale della sua funzione viabilistica, se non come accesso all'area e al parcheggio sotterraneo. Nel viale Pasubio si trova l'Antica Trattoria della Pesa, uno dei ristoranti storici di Milano, che fa parte dei Locali storici d'Italia. È così chiamata perché si colloca esattamente dove, nel XIX secolo, le merci che giungevano da fuori città, venivano pesate per il dazio che andava pagato nei vicini caselli di Porta Volta. Il ristorante è stato fondato nel 1880 e mantiene la stessa insegna e la stessa posizione di allora. Negli anni trenta vi lavorò, come cameriere, il futuro presidente del Vietnam del Nord, Ho Chi Minh. Una targa di marmo sull'edificio ricorda quel lontano evento.Nelle immediate vicinanze (in via privata Nino Bonnet, 10) sorge il cosiddetto "Grattacielo di Viale Pasubio", o "Torre Unilever", costruito negli anni settanta, un tempo affittato dalla multinazionale Unilever. Il grattacielo è rimasto abbandonato per alcuni anni, ma è attualmente interessato da lavori di recupero quasi ultimati. Il Viale Pasubio appare in due sequenze del film Happy Family (Gabriele Salvatores, 2010): in una scena si vede l'Antica Trattoria della Pesa, mentre nell'altra si vede il celebre graffito di Bros sulle rovine dei bombardamenti.Un'inquadratura del film Lui è peggio di me (Enrico Oldoini, 1984) riprende l'estremo est del viale, con piazzale Baiamonti sullo sfondo. Il 17 dicembre 2010 la Giunta comunale ha approvato un progetto di riqualificazione dell'area: la superficie interessata è di oltre 17 000 m² e comprende viale Pasubio e l'area con viale Crispi, Porta Volta, viale Montello. Il progetto, finanziato dalla società "Finaval", è dello studio Herzog & de Meuron e "SD Partners" e risale al 2008. Il terreno è da sempre proprietà della famiglia Feltrinelli, ancora nell'Ottocento vi si collocava la falegnameria di famiglia. Il progetto prevede anche un ampio parco lineare sviluppato parallelamente all'edificio, sul lato di viale Francesco Crispi. L'intervento prevede inoltre la ristrutturazione dei marciapiedi e la realizzazione di nuovi corsi pedonali e ciclabili fino a piazza Lega Lombarda e piazzale Biancamano. Nel 2010 è stato realizzato un campione dell'edificio. L'avvio del lavoro di bonifica, previsto per il 15 marzo 2012, ha avuto avvio effettivo il 9 maggio 2012 ad opera di Manfreda Scavi Snc. Nell'autunno 2012 si è proceduto con le operazioni preliminari: otto mesi di attività preparatorie, quindi due anni di costruzione. Nel dicembre 2016 è stato inaugurato il complesso della Fondazione Feltrinelli, noto come Piramidi in vetro di Herzog, due edifici identici di forma piramidale con ampie vetrate; nel primo ha trovato posto una libreria, una sala lettura, il grande archivio della Fondazione ed alcune sale congressi; la sede della Fondazione, in totale, si sviluppa su 5 piani, per un totale di circa 2.700 metri quadrati. Nel 2017, nell'edificio gemello, ha aperto una nuova sede di Microsoft. Si attende ora la realizzazione di un'area verde pubblica, con grandi viali, un parco giochi, percorsi pedonali e piste ciclabili. Garibaldi FS Stazione di Milano Porta Garibaldi Stazione di Milano Porta Garibaldi sotterranea Maria Antonietta Crippa, Daniela Mericio, Ferdinando Zanzottera, Milano 1943-1955: bombardata e ricostruita, Milano, Istituto [Ortopedico] Gaetano Pini, 2001. Piazza XXV Aprile Circonvallazioni di Milano Mura di Milano Corso Como Porta Volta Porta Garibaldi (Milano) Via Paolo Sarpi Ho Chi Minh Pasubio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su viale Pasubio Il Progetto di Caputo Partnership , su caputopartnership.it. P.I.I. viali Pasubio, Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, su comune.milano.it. Progetto Feltrinelli per Porta Volta , su fondazionefeltrinelli.it. Riqualificazione Porta Volta, su partecipami.it. Scheda su UrbanFile, su urbanfile.it (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2011). Scheda su ArchiLovers, su archilovers.com. URL consultato il 23 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2012). Foto di Viale Pasubio , su milanofoto.it. L'archistar Herzog firma la nuova Feltrinelli a Porta Volta, la Repubblica, su milano.repubblica.it. Nuova sede della Feltrinelli, Herzog firma per Porta Volta, IlGiorno, su ilgiorno.it.

Porta Volta
Porta Volta

Porta Volta è una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il Cimitero monumentale, oltre che con la nuova strada per Como (l'attuale via Carlo Farini). Posta a nord della città, conserva i caselli daziari (1880), sorgendo al centro di piazzale Baiamonti, allo sbocco dei Bastioni di Porta Volta. La porta venne aperta nel 1880 lungo il tracciato delle mura spagnole di Milano, erette nel 1555 per ordine di Ferrante Gonzaga. Scopo della nuova porta era il collegamento della città con il nuovo cimitero, edificato nel 1866, e con la nuova strada Comasina (attuale via Carlo Farini) realizzata negli stessi anni in sostituzione della vecchia (attuale Corso Como), troncata dagli impianti ferroviari connessi all'allora stazione centrale. La porta, composta di due caselli daziari inquadranti una cancellata, fu progettata da Cesare Beruto secondo una funzione unicamente daziaria, e quindi come porta "aperta", per pressione esercitata da due proprietari terrieri, Molteni e Feltrinelli, che vedevano in questo nuovo accesso una possibilità di valorizzare i propri terreni limitrofi. Con l'espansione della città, il piazzale di Porta Volta, noto oggi come piazzale Baiamonti, è divenuto un importante snodo di traffico lungo la circonvallazione interna. Mentre le cancellate sono state rimosse all'inizio del XX secolo, i caselli daziari sono rimasti in funzione fino ad oggi, pur cambiando utilizzo nel corso degli anni. Fino al 1957 la porta è stata attraversata dalle tranvie interurbane per Limbiate e per Carate e Giussano; i binari attraversanti la porta sono ancora presenti, seppur troncati dal resto della rete. Dal 2020 il casello destro, adiacente a Viale Pasubio, ospita la Camera del Non Lavoro. "Milano e le sue vie: studi storici", a cura di Felice Venosta (edito da Giocondo Messagi, 1867) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Volta

Porta Garibaldi (Milano)
Porta Garibaldi (Milano)

Porta Garibaldi (già Porta Comasina fino al 1860) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. Posta a nord della città, si apre lungo l'antica strada per Como. Caratterizzata dalla presenza dell'arco neoclassico del Moraglia (1826-1827) e degli annessi caselli daziari (1834-1836), sorge al centro di piazza XXV Aprile, allo sbocco di corso Garibaldi. In passato Porta Comasina identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Comasina. La Porta Garibaldi attuale, che si apre nei Bastioni di Milano, sorse sullo stesso asse viario (oggi corso Garibaldi) su cui erano sorte in precedenza le porte di epoca romana (sul tracciato delle Mura romane) e di epoca medievale (sul tracciato delle mura medievali di Milano). In epoca napoleonica, il governo di Francesco Melzi d'Eril pianificò un generale rifacimento delle porte di ingresso a Milano, previa alberazione dei bastioni e demolizione delle porte spagnole, la cui funzione militare era ormai superata. Il progetto intendeva convertirle in caselli daziari, ma di foggia adeguata al prestigio della capitale del Regno d'Italia. La cinta daziaria di Milano avrebbe corrisposto dunque con il tracciato spagnolo. Inizialmente affidato a Luigi Cagnola, il progetto fu sospeso dal nuovo governo austriaco a causa della spesa eccessiva e della compromissione di Cagnola con il periodo napoleonico. Il Cagnola era infatti stato l'architetto dell'Arco della Pace e l'arco di Porta Ticinese, eretti durante il periodo francese. La scelta del governo austriaco fu di affidare un nuovo incarico al giovane architetto Giacomo Moraglia, obbligando i negozianti milanesi a finanziare la costruzione della porta. L'architetto riprese la tipologia cagnoliana dell'arco trionfale fiancheggiato dai due caselli, affacciato verso l'asse stradale di penetrazione principale in Milano. Egli disegnò un arco trionfale, a un fornice con due passaggi pedonali aperti ai fianchi, fiancheggiato da due caselli daziari, porticati ed affacciati sull'asse stradale. L'arco è di ordine dorico e si erge spra una zoccolatura in granito bianco. Ai fianchi dell'arco si aprono due passaggi. La muratura è ingentilita da festoni riportanti le insegne del commercio incassati nel rivestimento in bugnato. Sull'attico dell'arco vennero collocati quattro statue colossali, opera del milanese Giovanni Battista Perabò (scultore della Fabbrica del Duomo), a simboleggiare i principali fiumi della Lombardia: Po, Adda, Ticino e Olona: i fregi sono dello scultore Giovanni Battista Buzzi, di Viggiù. Le colonne, le statue rappresentant i quattro fiumi, le modanature e gli ornati sono in pietra grigia di Viggiù; il bugnato di rivestimento è in ceppo proveniente da Trezzo sull'Adda. La spesa per l'erezione dell'arco fu poco superiore alle 70 000 lire austriache. L'arco venne completato tra il 1826 e il 1827 e per un brevissimo periodo coesistette con la precedente porta del XVI secolo, un modesto edificio facilmente confondibile con una qualsiasi abitazione della zona. La vecchia porta venne in seguito demolita, liberando lo spazio antistante la nuova costruzione, a cui verranno poi affiancati i caselli daziari eretti fra il dicembre 1834 e l'agosto 1836. La primaria funzione viabilistica della porta fu interrotta dopo qualche decennio dalla ricostruzione monumentale del 1826-27. A distanza di circa 300 metri dall’uscita dalla porta, in direzione Como, la antica via Comasina venne sbarrata perpendicolarmente dalla costruzione della vecchia Stazione Centrale di Porta Nuova (1865) e dei relativi fasci di binari. A nord della ferrovia la strada ebbe la nuova denominazione di via Borsieri e più a nord di via Thaon de Revel. Per molti decenni le parti a sud delle costruzioni ferroviarie e quella nord persero il collegamento stradale, sostituito solo da una scomoda passerella che, passando sopra i binari della ferrovia, permetteva il solo traffico pedonale da corso Como alla (ridenominata) via Borsieri e viceversa. Anche oggi la stazione ferroviaria Porta Garibaldi, (attivata nel 1961), così denominata in ricordo di quella stradale posta più a sud, separa la porta monumentale dalla parte Nord della città. Analogo sbarramento ha avuto la vicina Porta Nuova, sempre a causa della costruzione delle ferrovie, iniziata nel 1840. L'arco, non ancora completato, venne inizialmente dedicato all'imperatore Francesco I d'Austria, sovrano del Lombardo-Veneto, a ricordo della sua seconda visita in città nel 1825, proveniente da Como, dove era giunto attraverso la nuova strada dello Stelvio. La dedica sul lato verso la città recitava: a francesco i / pio massimo augusto / i negozianti di milano / eressero / l'anno mdcccxxvi Pare che l'epigrafe venisse commentata aggiungendo un ultimo verso: “sebbene poca volontà ne avessero”, che venne attribuito ad Alessandro Manzoni, forse perché sembrava ben riuscita. Il 22 marzo 1848, durante le Cinque giornate di Milano, Porta Comasina fu la seconda porta ad essere espugnata dagli insorti dopo Porta Tosa. Nel 1859 vi fece il suo ingresso Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como dove aveva conseguito le brillanti vittorie di Varese e di San Fermo. Nel 1860 la porta gli venne intitolata in commemorazione dell'evento. Venne rimossa l'iscrizione dedicata a Francesco I d'Austria e sostituita da un'altra epigrafe, ancora esistente: su qveste porte / fatte insigni dai nomi delle vittorie / onde i giovani accorsi volontarii a combattere / dvce garibaldi / inavgvrarono nel mdccclix la seconda riscossa / il popolo milanese / risalvtava dopo xxi anni / l'eroe incanvtito non domo / ahi qvel salvto fv l'vltimo / ma lo eterna nei cvori piv che nel bronzo / la riconoscenza della patria Sulla faccia opposta, verso la periferia, fu aggiunta la seguente iscrizione: qvi sull orme del nome nemico / il ferro della italica gioventv / incise le vittorie comensi / mdccclix Ai lati dell'attico, sui piedestalli delle due statue colossali, le iscrizioni varese e s. fermo, in riferimento alle battaglie di Varese e San Fermo, combattute da Giuseppe Garibaldi prima di entrare in città nel 1859. Ferdinando Cassina (a cura di), Porta Comasina, in Le fabbriche più cospicue di Milano, Milano, Fernando Cassina e Domenica Pedrinelli, 1840, pp. non segnalate. Stazione di Milano Porta Garibaldi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Garibaldi

Piazza XXV Aprile
Piazza XXV Aprile

Piazza XXV Aprile è una piazza di Milano, pedonale e pavimentata, fornita di parcheggio sotterraneo multilivello, che congiunge corso Como con corso Garibaldi, viale Pasubio con viale Monte Grappa, al termine ovest dei Bastioni di Porta Nuova. Al centro della piazza si trova l'arco di Porta Garibaldi, eretto nel 1826 da Giacomo Moraglia ma solo successivamente (1860) dedicato a Giuseppe Garibaldi, così come il vicino corso Garibaldi. Porta Garibaldi, denominata Porta Comasina fino al 1860, era posta lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. La piazza è direttamente congiunta al tratto pedonale di corso Como, uno dei centri della vita notturna milanese. Nelle immediate vicinanze si trova l'Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico ed il cinema Anteo. Dal 2012 il Fuorisalone si tiene anche in piazza XXV Aprile. Nella piazza si trova anche l'edificio in cui originariamente era ospitato il teatro Smeraldo, attualmente sede di Eataly Smeraldo. La piazza dispone di un parcheggio di 668 posti: 346 pubblici e 322 per i residenti. Si struttura su sei piani, e al primo piano interrato contiene una sala conferenza da 80 posti. La piazza è stata oggetto di riqualificazione concernente la pavimentazione, con la riapertura ufficiale della piazza che è stata il 10 luglio 2012. Garibaldi FS Moscova Stazione di Milano Porta Garibaldi Corso Como Porta Garibaldi (Milano) Corso Giuseppe Garibaldi (Milano) Viale Pasubio Via Melchiorre Gioia Teatro Smeraldo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza XXV Aprile Scheda su UrbanFile, su urbanfile.it (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2011).

Chiesa di Santa Maria Incoronata (Milano)
Chiesa di Santa Maria Incoronata (Milano)

La chiesa di Santa Maria Incoronata è un luogo di culto cattolico di Milano, situato all'incrocio fra corso Garibaldi e via Marsala. Questa chiesa è un caso particolare di "chiesa doppia", simile a quella di San Cristoforo al Naviglio, anch'essa a Milano, guardando dal sagrato, la chiesa di sinistra è la più antica, perché esisteva già in età comunale, era retta dai padri eremitani di San Marco ed era intitolata a Santa Maria di Garegnano.Accanto alla chiesa, agli inizi del Quattrocento, fu costruito un convento per i padri agostiniani, che restaurarono l'antica chiesa nello stile tardo gotico, tipico di quel secolo. Poiché i lavori Furono terminati in occasione dell'incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano (1451), la intitolarono a Santa Maria Incoronata, dedicandola al nuovo signore della città.Nel 1460 sua moglie Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, volle che, a lato della chiesa del consorte, ne fosse costruita una seconda, del tutto identica e collegata a essa in modo da formare un'unica nuova chiesa: con questa opera Bianca Maria desiderava suggellare pubblicamente la sua fedeltà al marito. Riuscì così a renderla una delle costruzioni più originali dell'epoca.Nei turbolenti secoli successivi, l'Incoronata divenne magazzino, poi lazzaretto, quindi caserma e anche carcere, scuola di agraria, tornando infine ad essere luogo di culto e chiesa parrocchiale. La chiesa fu costruita in stile gotico, ma il suo aspetto fu notevolmente modificato nel 1654 e nel 1827. Nel 1900, sotto la direzione di F. Pellegrini, furono compiuti i restauri che l'hanno riportata alle caratteristiche originarie. L'attuale edificio è frutto dell'unione di due chiese, delle quali quella di sinistra è la più antica. L'esterno è caratterizzato dalla particolare facciata doppia, con un prospetto a capanna per ciascuna delle due chiese; per ambedue esso presenta in basso un unico portale ogivale sormontato da una lunetta, decorata con un bassorilievo. Al di sopra del portale vi sono due monofore ogivali e, al centro, più in alto, un piccolo rosone circolare. Ognuna delle due facciate termina in alto con un profilo triangolare sormontato da una croce su un basamento marmoreo. Sul fianco destro della chiesa, si aprono varie cappelle laterali a pianta poligonale, illuminate da monofore. Fra le due absidi, si eleva la torre campanaria. Questa è pianta quadrata e la sua cella campanaria si apre sull'esterno con una monofora su ciascun lato. La copertura del campanile è costituita da un cono in laterizio, affiancato da quattro piccole guglie poste sugli angoli della struttura. All'interno, la chiesa presenta una particolare pianta a due navate, frutto dell'unione delle due chiese, divise da archi a sesto acuto poggianti su pilastri. Coperte con volta a crociera, ciascuna di esse termina con un'abside poligonale; nell'abside di sinistra, vi è un altare neoclassico in marmi policromi, sormontato da un ciborio circolare con cupoletta semisferica sorretta da colonne corinzie. L'altare dell'abside di destra, invece, è barocco ed è stato pesantemente modificato dopo il Concilio Vaticano II. Su ciascuna delle due navate si aprono tre cappelle laterali. Fra le opere custodite all'interno della chiesa, vi è la presenza di manufatti di grandi pittori. Nella prima cappella di sinistra, ad esempio, vi è un affresco attribuito al Bergognone, in parte perduto, raffigurante Cristo sotto il torchio, richiamo al vino trasformatosi in sangue di Cristo nell'Eucaristia. Nella cappella sul lato opposto, invece, si trova la Lastra tombale di Giovanni Bossi, attribuita ad Agostino Busti detto il Bambaia. Nella seconda cappella di sinistra vi sono degli affreschi, probabilmente opera di Ciro Ferri, con Scene della vita di San Nicola da Tolentino. Nell'ultima cappella di destra, si trova l'organo a canne della chiesa, costruito dalla ditta Pedrini di Cremona nel 2013. Lo strumento, a pavimento, è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea di fattura geometrica. La mostra è composta da 29 canne in stagno con bocche a mitria disposte ad ala in tre campi affiancati. La consolle è a finestra e dispone di un'unica tastiera di 56 note e di pedaliera concavo-parallela di 27 note. I registri, in totale 6 (5 al manuale e 1 al pedale) sono azionati da pomelli posti in unica fila orizzontale sopra il manuale. Sopra la pedaliera, si trova un pedaletto per l'unione tasto-pedale. Agostino Caravati, Per il restauro di S. Maria Incoronata, estratto da Il monitore tecnico, n° 1, Milano, Società editrice tecnico scientifica, 1915. Antonio Bollani, S. Maria Incoronata a Milano, Milano, 1952, BNI 1953 1565. Mario De Biasi, Chiese di Milano, Milano, Edizioni Celip, 1991, ISBN 88-87152-06-3. Maria Teresa Fiorio (a cura di), Le chiese di Milano, Milano, Electa, 2006, ISBN 88-370-3763-5. Arcidiocesi di Milano Chiese di Milano Gotico italiano Torchio mistico Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Incoronata a Milano Diocesi di Milano, S. Maria Incoronata, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 13 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2020). Milanodabere.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su milanodabere.it. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2013). Arte.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su arte.it. URL consultato il 14 giugno 2013.

Corso Como
Corso Como

Corso Como è una strada pedonale e commerciale facente parte del Municipio 9 di Milano; oggi appartiene al (quartiere) N.I.L. n. 9, detto ufficialmente "Porta Garibaldi Porta Nuova", come recentemente definito dal Comune di Milano e costituisce il prolungamento verso nord di corso Garibaldi, uno degli assi principali del (quartiere) N.I.L. n. 2, "Brera" situato immediatamente più a sud. Lunga circa 280 metri, congiunge piazza XXV Aprile con la stazione di Porta Garibaldi. Mediante la piazza è collegata, a sud, con corso Garibaldi, con cui forma una lunga passeggiata pedonale. L'attuale corso Como (delibera comunale del 1878) costituiva l’inizio dell'antica strada Comasina che si irradiava fuori dalle mura, uscendo dall'attuale Porta Garibaldi (fino al 1860 chiamata Porta Comasina) , in direzione della città di Como. Chi usciva da porta Comasina lasciava il principale comune di Milano per entrare nel secondo comune urbano, detto Comune dei Corpi Santi di Milano. Le mura spagnole per secoli hanno segnato i confini del comune di Milano. e ne costituivano anche la cinta daziaria. Tutte le merci che entravano in Milano pagavano il dazio nei caselli che facevano parte delle porte cittadine, salvo quelle che già lo avessero pagato in precedenti stazioni di pagamento, dove erano state munite degli appositi contrassegni, detti "bolli". Come risulta da una mappa del 1720 del Catasto Teresiano, di cui qui viene riprodotto un particolare, dall'inizio della strada Comasina in uscita dalla porta, sul lato sinistro, si estendeva verso nord un recinto rettangolare, circondato da robuste mura, lungo circa 70 metri e largo 10-15, indicato come Insola de Porta Comasina. Molto probabilmente si trattava di un magazzino, almeno in parte coperto e comprendente gli alloggi dei sorveglianti, destinato alle preziose merci ivi depositate, in attesa di essere introdotte in Milano, di cui molte soggette al pagamento del dazio. Analogo ai magazzini doganali tuttora esistenti a Milano, ad esempio nella vicina zona Farini. All’angolo della Comasina, dove oggi c’è il numero civico 1, faceva parte dell'Insola anche un “Bollino della Città”, cioè un deposito di vino/osteria dove si pagava (l’odiatissimo) dazio sul vino. Le botti e gli altri contenitori di vino potevano entrare in città solo se muniti del "bollo" (Nel 1720 a Milano, nel solo quadrante nord-ovest della città c’erano almeno altre due osterie/stazioni daziarie simili, a Porta Tenaglia e alla cascina Portello, situata nel luogo dell'attuale piazzale Türr). In seguito, nell’Ottocento questo ""Bollino" prese il nome di “Osteria della mezza lingua” (cioè “del balbuziente”, dal soprannome/cognome di un titolare); poi divenne albergo, durato fino agli inizi del Novecento. L'Isola fu il primo nucleo dell’omonimo borgo lineare che da metà Ottocento si sviluppò lungo la strada Comasina, in direzione nord. Prima, intorno al magazzino, solo prati ed ortaglie; la zona non era ancora stata costruita. Di qui, verosimilmente, il nome di “Isola”, termine tradizionale che risale addirittura ai Romani (insulae) per indicare edifici isolati, in città e anche in campagana. In seguito, la strada Comasina venne interrotta, dopo circa trecento metri dall’uscita dalla Porta omonima, dalla costruzione della prima stazione Centrale di Milano (1864) e dagli impianti ferroviari collegati. In parallelo, in direzione di Como venne allora costruita più a ovest la “nuova strada Comasina”, (l’attuale via Carlo Farini), che esce da Porta Volta, aperta nelle mura spagnole nel 1880. Da allora la ferrovia divise corso Como dal quartiere che nella seconda metà dell’Ottocento venne edificato a nord degli impianti ferroviari. Il quartiere intorno all'antica strada Comasina fu urbanizzato fra il 1860 e il 1880, con l'apertura di nuove vie e la costruzione di case operaie miste ad attività industriali e artigianali, di carattere molto modesto, a causa della difficile viabilità della zona per l'ingombrante presenza degli impianti ferroviari. Per collegare la parte sud del quartiere (Corso Como) con quella a nord (via Pietro Borsieri, come fu chiamata dal 1878 la parte della vecchia Comasina situata a nord della ferrovia), gli abitanti ebbero a disposizione solo una scomoda passerella pedonale sopraelevata, accessibile da ripide scale ad entrambe le estremità. Il borgo lineare sviluppatosi ai lati dell'antica strada Comasina, sia a sud che a nord degli impianti ferroviari, da sempre era informalmente conosciuto dai milanesi come Isola. Ma questo nome è stato recentemente rinnovato e ufficializzato attribuendolo alla stazione della MM 5 aperta nel 2014 all’angolo tra via Volturno e via Sebenico, che è situata a circa 750 metri a nord dall’ Isola" del 1720. Inoltre, a causa della recente decisione del Comune di Milano di introdurre i NIL, la parte sud della tradizionale "Isola", quella posta a sud della stazione ferroviaria, secondo il Comune, non ha più diritto a tale nome, perché compresa nel nuovo (quartiere) NIL detto "Porta Garibaldi Porta Nuova". Anche i toponimi, col tempo, si spostano. Nel secondo dopoguerra l'area fu interessata dall'ambizioso progetto del Centro direzionale, che prevedeva la totale demolizione dei vecchi edifici fatiscenti, da sostituirsi con moderni palazzi per uffici e residenze di qualità. Tuttavia il progetto fu realizzato solo in parte, con la costruzione della nuova stazione Garibaldi, in servizio dal 1961, (che sostituì la vecchia Stazione di Milano Porta Nuova (1931), (conosciuta anche come: Stazione delle Varesine), a sua volta residuo della prima Stazione Centrale del 1864) e di alcuni edifici lungo via Melchiorre Gioia, fra cui il grattacielo del Comune, del 1966. A causa della parziale realizzazione del progetto, Corso Como rimase in stato di degrado, particolarmente nell'estremità nord, sventrata e mai ricostruita, ed adibita per molti anni a parcheggio. Ma a partire dagli anni novanta, Corso Como ha subito importanti trasformazioni, con la ristrutturazione di molti edifici e l'apertura di numerosi locali che vanno a comporre parte della cosiddetta Milano da bere. Negli anni duemila l'area è stata pedonalizzata. La strada è stata coinvolta nelle edificazioni del Progetto Porta Nuova, con il complesso residenziale Munoz&Albin e la Corte Verde di Corso Como. La qualità della zona è migliorata anche a seguito della ristrutturazione del Palazzo Alleanza Toro all'imboccatura nord e della nuova pavimentazione di piazza XXV Aprile all'imboccatura sud. Da corso Como è ormai possibile accedere al nuovo complesso di Porta Nuova mediante una strada (via Vincenzo Capelli) che lo collega al podio, piazza Gae Aulenti, circolare e rialzata di 6 metri rispetto al livello della strada, circondata dalle torri Pelli; poi da qui alla parte nord del quartiere Isola ed attraverso un ponte pedonale sovrastante via Melchiorre Gioia, al nuovo quartiere sorto sull'area delle ex Varesine. Attualmente, corso Como è un'isola pedonale e costituisce una delle aree principali della vita notturna milanese. Al numero civico 10 si colloca la famosa Galleria Carla Sozzani, mentre all'estremità sud, in piazza XXV Aprile, si trovava il Teatro Smeraldo, storico e importante teatro milanese ormai chiuso: in questo edificio ha trovato posto nel 2014 una nuova sede di Eataly. Sempre in zona, su viale Pasubio e a poche decine di metri dall'inizio del Corso si trova la nuova sede della Fondazione Feltrinelli progettata dallo studio Herzog. Dal 2012 anche Corso Como ospita il Fuori Salone: tra le diverse iniziative, l'installazione Plus e la mostra iEye. Corso Como è molto vicino al complesso ospedaliero Fatebenefratelli, in corso di Porta Nuova, di fronte a piazzale Principessa Clotilde. Garibaldi FS Stazione di Milano Porta Garibaldi Stazione di Milano Porta Garibaldi sotterranea Tram urbani (linee 10 e 33) Isola Progetto Porta Nuova Piazza XXV Aprile Porta Garibaldi (Milano) Corso Garibaldi (Milano) Stazione di Milano Porta Garibaldi Via Paolo Sarpi Via Melchiorre Gioia Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico Geoportale Comune Milano https://geoportale.comune.milano.it/portal/apps/webappviewer/index.html?id=e52d990fec5f4fe38b2a4f7d2385962a Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Como

Stazione di Milano Porta Garibaldi (passante)
Stazione di Milano Porta Garibaldi (passante)

La stazione di Milano Porta Garibaldi è una fermata sotterranea del passante ferroviario di Milano. Il primo cantiere venne aperto nel 1984, e la stazione venne attivata il 21 dicembre 1997 come parte della prima tratta del passante ferroviario di Milano (Bovisa-Porta Venezia). Trattasi di una fermata sotterranea con 2 binari paralleli aventi una banchina a isola. Sul binario 1 transitano i treni in direzione sud (Lodi, S1; Milano Rogoredo, S2; Treviglio, S5; Pioltello-Limito/Treviglio, S6; Melegnano, S12; Pavia, S13). Sul binario 2, invece, transitano i treni in direzione nord (Milano Bovisa/Saronno, S1; Seveso/Meda, S2; Gallarate/Varese, S5; Novara, S6; Milano Bovisa, S12 ed S13). La stazione sorge sotto piazza Sigmund Freud, nel centro di Milano, nell'immediata prossimità della stazione di Milano Porta Garibaldi di superficie. La fermata è servita dalle linee S1, S2, S5, S6, S12 ed S13 del servizio ferroviario suburbano di Milano. Le stazioni di Porta Garibaldi, sia quella di superficie che quella sotterranea, costituiscono un importante punto di interscambio con le linee M2 ed M5 della metropolitana. Nelle vicinanze effettuano fermata 2 linee urbane della rete tranviaria di Milano, gestite da ATM S.p.A. Fermata metropolitana (Garibaldi FS, linee M2 ed M5) Stazione di Milano Porta Garibaldi (linee suburbane S7, S8, S11 e Malpensa Express; linee regionali) Fermata tram (Garibaldi M2 M5, linee 10 e 33) Stazione taxi Garibaldi FS (metropolitana di Milano) Porta Garibaldi (Milano) Servizio ferroviario suburbano di Milano Trenord Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano Porta Garibaldi Passante (EN) Stazione di Milano Porta Garibaldi, su Structurae.

Teatro Smeraldo
Teatro Smeraldo

Il Teatro Ventaglio Smeraldo (o semplicemente Teatro Smeraldo) è stato uno storico teatro di Milano, aperto nel 1942 e chiuso il 1º luglio 2012. Il teatro fu progettato tra il 1939 e il 1940 da Alessandro Rimini che, essendo di origini ebraiche, non poté firmare il progetto a causa delle leggi razziali fasciste all'epoca vigenti. Il teatro aprì nel 1942 e, fino alla chiusura, venne gestito dalla famiglia Longoni, tramandato di generazione in generazione. Inizialmente concepito come sala cinematografica, tale rimase fino agli anni ottanta, quando fu deciso (sotto la direzione artistica di Gianmario Longoni, che ne è stato l'ultimo proprietario) di usarlo esclusivamente per rappresentazioni teatrali, soprattutto musical e recital di singoli artisti. Dopo innumerevoli voci di chiusura, paventate da Gianmario Longoni fin dal 2009, lo Smeraldo ha terminato ufficialmente la sua ultima stagione di attività in data 11 giugno 2012 con uno spettacolo dei Fichi d'India. L'ultima serata, commemorativa, è stata il 30 giugno 2012, con un Dj set di Alex Cicognini, dj resident dello storico locale Shocking Club di proprietà dello stesso Gianmario Longoni. Dal 1º luglio 2012 l'edificio è passato ufficialmente alla catena Eataly di Oscar Farinetti che lo ha trasformato in un negozio Eataly e che è stato inaugurato il 18 marzo 2014. Secondo lo stesso Longoni, la causa della chiusura sarebbe in parte motivata dagli interminabili lavori di piazza XXV Aprile, proprio di fronte all'ingresso del teatro, e in parte dalla «concorrenza sleale degli Arcimboldi», il quale riceve due milioni e mezzo di euro l'anno e «può permettersi di affittare a prezzi più bassi». Il 4 ottobre 2009 al Teatro Smeraldo Beppe Grillo fondò il Movimento 5 Stelle. Piazza XXV Aprile Porta Garibaldi (Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Teatro Ventaglio Smeraldo Teatro Ventaglio Smeraldo di Milano, su teatri.agendaonline.it. URL consultato il 13 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2009). Teatro Smeraldo, su giusepperausa.it.

Garibaldi FS (metropolitana di Milano)
Garibaldi FS (metropolitana di Milano)

Garibaldi FS è una stazione delle linee M2 ed M5 della metropolitana di Milano. La stazione della linea M2 fu inaugurata il 12 luglio 1971 come capolinea della tratta proveniente da Centrale FS; ciò rese la stazione di Porta Garibaldi la quarta stazione ferroviaria milanese collegata con la metropolitana, dopo Cadorna, Lambrate e Centrale. Funse da capolinea ovest fino al 3 marzo 1978, quando i primi treni poterono percorrere la nuova tratta fino a Cadorna FN. Il 16 luglio 2007, dopo l'approvazione nel 2006 del progetto per la realizzazione della linea M5, iniziarono i lavori per la realizzazione della prima tratta che comprendeva anche la stazione Garibaldi FS. Nel 2008 la stazione della linea M2 fu interessata da un'operazione di rinnovo che ha portato ad un restyling completo degli ambienti. Questo rinnovo rientrava in un progetto più ampio di ATM per il rinnovo di alcune stazioni della metropolitana, poi abbandonato con l'esclusione della stazione di Loreto, in cui sono stati completati i lavori seppur con più ritardo. La stazione della linea M5 doveva essere originariamente inaugurata a dicembre 2013, ma l'apertura è dapprima slittata a gennaio 2014 ed infine al 1º marzo dello stesso anno, quando sostituì Zara come capolinea meridionale della lilla. Rimase capolinea fino al 2015, quando la linea venne prolungata definitivamente fino a San Siro Stadio. Con l'apertura della stazione della M5, Porta Garibaldi diventò, dopo Cadorna e Centrale, la terza stazione ferroviaria milanese servita da due linee di metropolitana. La stazione M2 è situata in viale Don Luigi Sturzo, presso piazza Sigmund Freud. È una stazione sotterranea, passante, con quattro binari in tre gallerie e due banchine. La stazione della linea M5 sorge anch'essa in viale Luigi Sturzo ed è una stazione sotterranea, passante, con due binari e una banchina mediana e, come tutte le altre stazioni della linea M5, è accessibile ai disabili. La stazione è direttamente collegata con l'omonima stazione e con quella passante. Possiede anche uscite in viale Don Luigi Sturzo e piazza Sigmund Freud. La stazione di Garibaldi FS della linea verde è stata una delle tre stazioni della metropolitana milanese (le altre sono Cascina Gobba e Gorgonzola della M2) a possedere quattro binari, attualmente ridotti a tre: i due centrali sono utilizzati per la normale fermata dei treni, mentre per quanto riguarda gli altri due, posizionati all'esterno della banchina d'attesa, uno è stato rimosso e l'altro viene a volte utilizzato per il parcheggio di vario materiale rotabile ATM (mentre a Gorgonzola i due binari laterali sono stati entrambi rimossi ed a Cascina Gobba i quattro binari sono tutti in uso per il servizio passeggeri). Questa particolarità è dovuta al fatto che la stazione era interessata dal progetto, mai realizzato, delle linee celeri della Brianza, un gruppo di linee metrotranviarie che avrebbero dovuto sostituire le tranvie interurbane della Brianza, attestandosi su due dei quattro binari della stazione di Garibaldi FS, consentendo un interscambio diretto con la metropolitana. La fermata costituisce un importante interscambio con le due stazioni ferroviarie (quella in superficie e quella sotterranea posta sul passante ferroviario) di Milano Porta Garibaldi. Nelle vicinanze della stazione inoltre effettuano fermata alcune linee urbane tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Stazione ferroviaria (Milano Porta Garibaldi, linee suburbane e regionali) Stazione ferroviaria (Milano Porta Garibaldi passante, linee suburbane) Fermata tram (Garibaldi M2 M5, linee 10 e 33) Stazione taxi La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Garibaldi FS (EN) Garibaldi FS / Garibaldi FS (altra versione), su Structurae.

Santuario di Sant'Antonio di Padova (Milano)
Santuario di Sant'Antonio di Padova (Milano)

Il santuario di Sant'Antonio di Padova è una chiesa di Milano, affidata all'Ordine dei Frati Minori. È situato in via Carlo Farini, non lontano dal Cimitero Monumentale e dalla Stazione di Milano Porta Garibaldi. Nel 1872 venne costruito poco fuori Porta Tenaglia l'Ospizio di Terra Santa retto dai Frati Minori, con annessi convento e cappella dedicata all'Immacolata Concezione, costruita tra il 1875 e il 1876. Nel 1898, il convento, nel frattempo era stato ampliato ed era diventato sede della curia della neonata provincia dei Frati Minori (ruolo che mantenne fino al 1954), si decise di costruire una nuova e più grande chiesa. Il progetto dell'edificio sacro, che sarebbe stato dedicato a Sant'Antonio di Padova, fu affidato all'architetto milanese Paolo Cesa Bianchi, e la sua costruzione si protrasse per quattro anni, fino al 1902. Il 12 giugno 1902, vigilia della festa di Sant'Antonio di Padova, il cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, ne compiva la solenne consacrazione . Tra il 1932 e il 1927 la chiesa venne ampliata con la costruzione delle navate e delle cappelle laterali e del campanile su progetto di Ugo Zanchetta. Il santuario fu elevato alla dignità di basilica minore il 18 luglio 1937 da papa Pio XI e divenne sede parrocchiale il 5 febbraio 1957 per volere dell'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini. Nel 1971 l'area presbiterale è stata pesantemente modificata con l'installazione dei nuovi altare maggiore e ambone su progetto di Giovanni Muzio. Lo stesso architetto, nel 1965, aveva progettato il nuovo oratorio, annesso al convento. La chiesa è stata interessata da una serie di restauri conservativi sia all'interno che all'esterno tra il 1995 e il 2001. La chiesa di Sant'Antonio di Padova sorge alla confluenza di Via Pietro Maroncelli in Via Carlo Farini. Essa è preceduta da un piccolo slargo triangolare con un'aiuola alberata al centro della quale si trova una fontana decorata da una statua in bronzo raffigurante Sant'Antonio di Padova che predica ai pesci, opera dello scultore Giuseppe Maretto. La statua fu collocata nel 1932 in occasione del VII centenario antoniano su iniziativa del Circolo di coltura francescana e reca sul piedistallo la firma dello scultore: "Giuseppe Maretto 1932 X" La facciata della chiesa è in stile neobarocco, ispirata a quelle sette-ottocentesche milanesi. Il prospetto è diviso in due fasce sovrapposte da un alto cornicione decorato con metope e triglifi. Nell'ordine inferiore si aprono i tre portali, chiusi da battenti lignei; mentre i due laterali sono sormontati da un timpano semicircolare, quello centrale, invece, è sovrastato da una lunetta con una decorazione a bassorilievo raffigurante Tiara e chiavi e recante la dicitura Basilica Minore Romana. Il portale è preceduto da un protiro poco sporgente, sostenuto da due colonne tuscaniche in marmo rosso e coronato da una balaustra. L'ordine superiore presenta tre monofore con arco a tutto sesto, con quella centrale inserita all'interno di una serliana ionica. La facciata termina con un frontone scolpito a bassorilievo raffigurante, al centro, Sant'Antonio di Padova col Bambino. Lungo il fianco sinistro della chiesa si eleva la torre campanaria, alta 55 metri e sormontata da una statua di Sant'Antonio con in braccio Gesù Bambino, alta 5 m. Essa è in stile liberty, con paramento murario in mattoncini rossi alternati ad intonaco chiaro ed è decorato con lo stemma dell'ordine dei Frati Minori. La cella campanaria è a pianta circolare, a differenza della base della torre che invece è a pianta quadrata, ed ospita cinque campane in Do3 maggiore calante. Sulla sommità si trova una statua in ghisa raffigurante Sant'Antonio di Padova col Bambino. L'interno della chiesa è in un particolare stile eclettico, ispirata al neoclassico con elementi neorinascimentali e neobarocchi. La struttura è a tre navate con un'unica profonda abside semicircolare e senza transetto. La navata centrale è coperta con soffitto piano dipinto con Scene della vita di Sant'Antonio di Attilio Andreoli, è divisa in otto campate da travi sorrette da semicolonne, ed è separata dalle navate laterali tramite archi a tutto sesto poggianti su pilastri. Al di sopra delle navatelle, si trova un matroneo che dà sulla navata mediana con delle bifore con colonne composite. Tra la quinta e la sesta campata della navata centrale, sulla sinistra, si trova il pulpito ligneo scolpito. Lungo ciascuna delle due navate laterali, si aprono tre cappelle in corrispondenza delle campate quinta, sesta e settima. Le cappelle di destra, dall'ingresso, sono dedicate a San Giuseppe, a San Francesco d'Assisi e al Sacro Cuore di Gesù; quelle di sinistra, invece, a Gesù Crocifisso, a Santa Chiara d'Assisi e alla Madonna. Ai piedi dell'altare della cappella dedicata a Sant'Antonio giacciono i resti venerati dei vescovi di Mogadiscio Bernardino Bigi, Fulgenzio Lazzati e Salvatore Colombo, martire della carità ucciso in Somalia il 9 luglio 1989. La navata centrale termina con l'abside, preceduta da un sottarco con volta sostenuta da due loggette con archi a tutto sesto decorate con statue di otto santi francescani e sostenute da colonne tuscaniche. Al di sotto di esso si trova il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, con al centro, alle spalle del moderno altare maggiore (realizzato nel 1971 su disegno di Giovanni Muzio), entro un'edicola marmorea neoclassica, una statua policroma raffigurante Sant'Antonio di Padova con Gesù Bambino. L'abside semicircolare ospita gli stalli lignei del coro dei frati al di sopra del quale si trova l'organo a canne; il catino è affrescato con la Gloria di Sant'Antonio. Alle spalle dell'altare maggiore, entro una nicchia all'interno della parete fondale dell'abside, si trova l'organo a canne Mascioni opus 718, costruito nel 1955. Lo strumento è a trasmissione elettrica e conta un totale di 36 registri. L'ambiente all'interno del quale è alloggiato il materiale fonico dà sull'abside con quattro nicchie quadrangolari: le tre di sinistra hanno mostra composta da canne di principale disposte a cuspide unica con ali laterali; quella di destra è priva di mostra ed è chiusa da una vetrata policroma. La consolle, indipendente, è collocata anch'essa nell'abside, al centro del coro dei frati. Essa è priva di decorazioni e dispone di tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. Anacleto Mosconi e Gabriele della Patrona, Santuario di S. Antonio di Padova: Milano, Milano, Edizioni del Santuario parrocchia S. Antonio di Padova, [dopo il 1967]. Gianni Mezzanotte, Giovanni Muzio. Architetture francescane, Milano, ERIS, 1974, BNI 753312. Filiberto Sabbadin OFM, Il Santuario di S. Antonio di Padova - Milano, Porta Volta - nel centenario della fondazione 1902-2002, Milano, Edizioni del Santuario parrocchia S. Antonio di Padova, maggio 2002. Chiese di Milano Antonio di Padova Ordine dei Frati Minori Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul santuario di Sant'Antonio di Padova Sito ufficiale, su santuariosantantoniomilano.blogspot.com. Diocesi di Milano, S. Antonio di Padova, su to.chiesadimilano.it (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2013). Frati Minori di Lombardia, Convento di S. Antonio di Padova - Milano, su fratiminori.it (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2013).