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Monumento a Giovanni Battista Piatti

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G B Piatti
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Il monumento a Giovanni Battista Piatti è una scultura in bronzo di Salvatore Pisani posta in Largo la Foppa a Milano. Fu inaugurata il 18 novembre 1894 in memoria dell'ingegner Piatti (1813-1867), inventore delle perforatrici poi utilizzate nello scavo del Traforo ferroviario del Frejus. Nel 1872 si costituì un comitato per l'erezione del monumento alla memoria dell'ingegnere, morto nel 1867. La sottoscrizione per il monumento fu iniziata da Antonio Stoppani nel 1876 e continuata, alla morte di Stoppani, da Luca Beltrami. La sera prima dell'inaugurazione Luca Beltrami tenne una conferenza nel ridotto del Teatro alla Scala per illustrare il contributo scientifico di Piatti per il traforo ferroviario del Frejus e il merito a lui sottratto da Sommeiller, Grandis e Grattoni. Giovanni Battista Piatti Luca Beltrami Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su statua a Giovanbattista Piatti

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monumento a Giovanni Battista Piatti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monumento a Giovanni Battista Piatti
Piazzetta Guido Vergani, Milano Brera

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Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Incoronata (Milano)
Chiesa di Santa Maria Incoronata (Milano)

La chiesa di Santa Maria Incoronata è un luogo di culto cattolico di Milano, situato all'incrocio fra corso Garibaldi e via Marsala. Questa chiesa è un caso particolare di "chiesa doppia", simile a quella di San Cristoforo al Naviglio, anch'essa a Milano, guardando dal sagrato, la chiesa di sinistra è la più antica, perché esisteva già in età comunale, era retta dai padri eremitani di San Marco ed era intitolata a Santa Maria di Garegnano.Accanto alla chiesa, agli inizi del Quattrocento, fu costruito un convento per i padri agostiniani, che restaurarono l'antica chiesa nello stile tardo gotico, tipico di quel secolo. Poiché i lavori Furono terminati in occasione dell'incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano (1451), la intitolarono a Santa Maria Incoronata, dedicandola al nuovo signore della città.Nel 1460 sua moglie Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, volle che, a lato della chiesa del consorte, ne fosse costruita una seconda, del tutto identica e collegata a essa in modo da formare un'unica nuova chiesa: con questa opera Bianca Maria desiderava suggellare pubblicamente la sua fedeltà al marito. Riuscì così a renderla una delle costruzioni più originali dell'epoca.Nei turbolenti secoli successivi, l'Incoronata divenne magazzino, poi lazzaretto, quindi caserma e anche carcere, scuola di agraria, tornando infine ad essere luogo di culto e chiesa parrocchiale. La chiesa fu costruita in stile gotico, ma il suo aspetto fu notevolmente modificato nel 1654 e nel 1827. Nel 1900, sotto la direzione di F. Pellegrini, furono compiuti i restauri che l'hanno riportata alle caratteristiche originarie. L'attuale edificio è frutto dell'unione di due chiese, delle quali quella di sinistra è la più antica. L'esterno è caratterizzato dalla particolare facciata doppia, con un prospetto a capanna per ciascuna delle due chiese; per ambedue esso presenta in basso un unico portale ogivale sormontato da una lunetta, decorata con un bassorilievo. Al di sopra del portale vi sono due monofore ogivali e, al centro, più in alto, un piccolo rosone circolare. Ognuna delle due facciate termina in alto con un profilo triangolare sormontato da una croce su un basamento marmoreo. Sul fianco destro della chiesa, si aprono varie cappelle laterali a pianta poligonale, illuminate da monofore. Fra le due absidi, si eleva la torre campanaria. Questa è pianta quadrata e la sua cella campanaria si apre sull'esterno con una monofora su ciascun lato. La copertura del campanile è costituita da un cono in laterizio, affiancato da quattro piccole guglie poste sugli angoli della struttura. All'interno, la chiesa presenta una particolare pianta a due navate, frutto dell'unione delle due chiese, divise da archi a sesto acuto poggianti su pilastri. Coperte con volta a crociera, ciascuna di esse termina con un'abside poligonale; nell'abside di sinistra, vi è un altare neoclassico in marmi policromi, sormontato da un ciborio circolare con cupoletta semisferica sorretta da colonne corinzie. L'altare dell'abside di destra, invece, è barocco ed è stato pesantemente modificato dopo il Concilio Vaticano II. Su ciascuna delle due navate si aprono tre cappelle laterali. Fra le opere custodite all'interno della chiesa, vi è la presenza di manufatti di grandi pittori. Nella prima cappella di sinistra, ad esempio, vi è un affresco attribuito al Bergognone, in parte perduto, raffigurante Cristo sotto il torchio, richiamo al vino trasformatosi in sangue di Cristo nell'Eucaristia. Nella cappella sul lato opposto, invece, si trova la Lastra tombale di Giovanni Bossi, attribuita ad Agostino Busti detto il Bambaia. Nella seconda cappella di sinistra vi sono degli affreschi, probabilmente opera di Ciro Ferri, con Scene della vita di San Nicola da Tolentino. Nell'ultima cappella di destra, si trova l'organo a canne della chiesa, costruito dalla ditta Pedrini di Cremona nel 2013. Lo strumento, a pavimento, è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea di fattura geometrica. La mostra è composta da 29 canne in stagno con bocche a mitria disposte ad ala in tre campi affiancati. La consolle è a finestra e dispone di un'unica tastiera di 56 note e di pedaliera concavo-parallela di 27 note. I registri, in totale 6 (5 al manuale e 1 al pedale) sono azionati da pomelli posti in unica fila orizzontale sopra il manuale. Sopra la pedaliera, si trova un pedaletto per l'unione tasto-pedale. Agostino Caravati, Per il restauro di S. Maria Incoronata, estratto da Il monitore tecnico, n° 1, Milano, Società editrice tecnico scientifica, 1915. Antonio Bollani, S. Maria Incoronata a Milano, Milano, 1952, BNI 1953 1565. Mario De Biasi, Chiese di Milano, Milano, Edizioni Celip, 1991, ISBN 88-87152-06-3. Maria Teresa Fiorio (a cura di), Le chiese di Milano, Milano, Electa, 2006, ISBN 88-370-3763-5. Arcidiocesi di Milano Chiese di Milano Gotico italiano Torchio mistico Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Incoronata a Milano Diocesi di Milano, S. Maria Incoronata, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 13 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2020). Milanodabere.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su milanodabere.it. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2013). Arte.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su arte.it. URL consultato il 14 giugno 2013.

Sferisterio di via Palermo

Lo sferisterio di via Palermo (dal 2011 La Pelota Jai alai) è un impianto sportivo situato a Milano in via Palermo nel quartiere di Brera, poco lontano dal parco Sempione. Costruito nel 1945, ha ospitato le partite di palla basca jai alai dal 1947 al 1997 e dopo una ristrutturazione protrattasi per anni, dal 2001 ospita eventi di vario genere. Il campo da gioco è grande 48,4×14,9 m con una superficie di 724 m², gli spettatori arrivavano a un massimo di 1.200. Lo sferisterio venne costruito nel 1945 e venne inaugurato nel 1947 al posto del vecchio Kursaal Diana utilizzato dal 1907, fortemente voluto dall'imprenditore milanese Del Pozzo. Entrato in crisi nel 1974, lo sferisterio venne acquistato nel 1976 dall'imprenditore napoletano Salvatore Laino che con l'aiuto del suo amico Sabino Elizburu portò a Milano grandi giocatori come Arrata Zubiza, Ara Echeva, Ugarte Odri, Luis Zarasola, Santiago Oleaga e Dano. Con l'arrivo di tutti questi grandi campioni a Milano lo sferisterio arrivava a 800 persone a sera e raggiungeva il massimo di 1.200 nel fine settimana. Dopo il 1990 tornò in crisi e venne definitivamente chiuso da Salvatore Laino il 31 maggio 1997 e i campioni rimasti a Milano aprirono un ristorante. Dal 1998 al 2001 venne restaurato dalla Gilmar Divisione Industria di San Giovanni in Marignano (RN) e il design interno è opera di Marina Nova (Studio Trabattoni). Riaperto nel 2001 è stato utilizzato per eventi di primaria importanza per la sua centralità e per la sua vicinanza al "triangolo della moda" milanese, infatti dal 2001 a oggi ha ospitato La settimana della moda milanese, la serata di premiazione del Gran Premio Marketing e innovazione, i festeggiamenti del centenario de La Gazzetta dello Sport, le tappe del Weekend della degustazione e la parte esterna del Salone del mobile. Frequentato dallo scrittore Luciano Bianciardi, lo sferisterio appare in una scena del film La vita agra (1964) con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli. Linee autobus ATM: 3, 4, 7, 12, 14, 43, 57 Metropolitana: fermata: Moscova Palla basca Kursaal Diana Storie di Pelota anni 80 su Infobetting Sito ufficiale, su lapelota.it.

Piazza XXV Aprile
Piazza XXV Aprile

Piazza XXV Aprile è una piazza di Milano, pedonale e pavimentata, fornita di parcheggio sotterraneo multilivello, che congiunge corso Como con corso Garibaldi, viale Pasubio con viale Monte Grappa, al termine ovest dei Bastioni di Porta Nuova. Al centro della piazza si trova l'arco di Porta Garibaldi, eretto nel 1826 da Giacomo Moraglia ma solo successivamente (1860) dedicato a Giuseppe Garibaldi, così come il vicino corso Garibaldi. Porta Garibaldi, denominata Porta Comasina fino al 1860, era posta lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. La piazza è direttamente congiunta al tratto pedonale di corso Como, uno dei centri della vita notturna milanese. Nelle immediate vicinanze si trova l'Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico ed il cinema Anteo. Dal 2012 il Fuorisalone si tiene anche in piazza XXV Aprile. Nella piazza si trova anche l'edificio in cui originariamente era ospitato il teatro Smeraldo, attualmente sede di Eataly Smeraldo. La piazza dispone di un parcheggio di 668 posti: 346 pubblici e 322 per i residenti. Si struttura su sei piani, e al primo piano interrato contiene una sala conferenza da 80 posti. La piazza è stata oggetto di riqualificazione concernente la pavimentazione, con la riapertura ufficiale della piazza che è stata il 10 luglio 2012. Garibaldi FS Moscova Stazione di Milano Porta Garibaldi Corso Como Porta Garibaldi (Milano) Corso Giuseppe Garibaldi (Milano) Viale Pasubio Via Melchiorre Gioia Teatro Smeraldo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza XXV Aprile Scheda su UrbanFile, su urbanfile.it (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2011).

Porta Garibaldi (Milano)
Porta Garibaldi (Milano)

Porta Garibaldi (già Porta Comasina fino al 1860) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. Posta a nord della città, si apre lungo l'antica strada per Como. Caratterizzata dalla presenza dell'arco neoclassico del Moraglia (1826-1827) e degli annessi caselli daziari (1834-1836), sorge al centro di piazza XXV Aprile, allo sbocco di corso Garibaldi. In passato Porta Comasina identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Comasina. La Porta Garibaldi attuale, che si apre nei Bastioni di Milano, sorse sullo stesso asse viario (oggi corso Garibaldi) su cui erano sorte in precedenza le porte di epoca romana (sul tracciato delle Mura romane) e di epoca medievale (sul tracciato delle mura medievali di Milano). In epoca napoleonica, il governo di Francesco Melzi d'Eril pianificò un generale rifacimento delle porte di ingresso a Milano, previa alberazione dei bastioni e demolizione delle porte spagnole, la cui funzione militare era ormai superata. Il progetto intendeva convertirle in caselli daziari, ma di foggia adeguata al prestigio della capitale del Regno d'Italia. La cinta daziaria di Milano avrebbe corrisposto dunque con il tracciato spagnolo. Inizialmente affidato a Luigi Cagnola, il progetto fu sospeso dal nuovo governo austriaco a causa della spesa eccessiva e della compromissione di Cagnola con il periodo napoleonico. Il Cagnola era infatti stato l'architetto dell'Arco della Pace e l'arco di Porta Ticinese, eretti durante il periodo francese. La scelta del governo austriaco fu di affidare un nuovo incarico al giovane architetto Giacomo Moraglia, obbligando i negozianti milanesi a finanziare la costruzione della porta. L'architetto riprese la tipologia cagnoliana dell'arco trionfale fiancheggiato dai due caselli, affacciato verso l'asse stradale di penetrazione principale in Milano. Egli disegnò un arco trionfale, a un fornice con due passaggi pedonali aperti ai fianchi, fiancheggiato da due caselli daziari, porticati ed affacciati sull'asse stradale. L'arco è di ordine dorico e si erge spra una zoccolatura in granito bianco. Ai fianchi dell'arco si aprono due passaggi. La muratura è ingentilita da festoni riportanti le insegne del commercio incassati nel rivestimento in bugnato. Sull'attico dell'arco vennero collocati quattro statue colossali, opera del milanese Giovanni Battista Perabò (scultore della Fabbrica del Duomo), a simboleggiare i principali fiumi della Lombardia: Po, Adda, Ticino e Olona: i fregi sono dello scultore Giovanni Battista Buzzi, di Viggiù. Le colonne, le statue rappresentant i quattro fiumi, le modanature e gli ornati sono in pietra grigia di Viggiù; il bugnato di rivestimento è in ceppo proveniente da Trezzo sull'Adda. La spesa per l'erezione dell'arco fu poco superiore alle 70 000 lire austriache. L'arco venne completato tra il 1826 e il 1827 e per un brevissimo periodo coesistette con la precedente porta del XVI secolo, un modesto edificio facilmente confondibile con una qualsiasi abitazione della zona. La vecchia porta venne in seguito demolita, liberando lo spazio antistante la nuova costruzione, a cui verranno poi affiancati i caselli daziari eretti fra il dicembre 1834 e l'agosto 1836. La primaria funzione viabilistica della porta fu interrotta dopo qualche decennio dalla ricostruzione monumentale del 1826-27. A distanza di circa 300 metri dall’uscita dalla porta, in direzione Como, la antica via Comasina venne sbarrata perpendicolarmente dalla costruzione della vecchia Stazione Centrale di Porta Nuova (1865) e dei relativi fasci di binari. A nord della ferrovia la strada ebbe la nuova denominazione di via Borsieri e più a nord di via Thaon de Revel. Per molti decenni le parti a sud delle costruzioni ferroviarie e quella nord persero il collegamento stradale, sostituito solo da una scomoda passerella che, passando sopra i binari della ferrovia, permetteva il solo traffico pedonale da corso Como alla (ridenominata) via Borsieri e viceversa. Anche oggi la stazione ferroviaria Porta Garibaldi, (attivata nel 1961), così denominata in ricordo di quella stradale posta più a sud, separa la porta monumentale dalla parte Nord della città. Analogo sbarramento ha avuto la vicina Porta Nuova, sempre a causa della costruzione delle ferrovie, iniziata nel 1840. L'arco, non ancora completato, venne inizialmente dedicato all'imperatore Francesco I d'Austria, sovrano del Lombardo-Veneto, a ricordo della sua seconda visita in città nel 1825, proveniente da Como, dove era giunto attraverso la nuova strada dello Stelvio. La dedica sul lato verso la città recitava: a francesco i / pio massimo augusto / i negozianti di milano / eressero / l'anno mdcccxxvi Pare che l'epigrafe venisse commentata aggiungendo un ultimo verso: “sebbene poca volontà ne avessero”, che venne attribuito ad Alessandro Manzoni, forse perché sembrava ben riuscita. Il 22 marzo 1848, durante le Cinque giornate di Milano, Porta Comasina fu la seconda porta ad essere espugnata dagli insorti dopo Porta Tosa. Nel 1859 vi fece il suo ingresso Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como dove aveva conseguito le brillanti vittorie di Varese e di San Fermo. Nel 1860 la porta gli venne intitolata in commemorazione dell'evento. Venne rimossa l'iscrizione dedicata a Francesco I d'Austria e sostituita da un'altra epigrafe, ancora esistente: su qveste porte / fatte insigni dai nomi delle vittorie / onde i giovani accorsi volontarii a combattere / dvce garibaldi / inavgvrarono nel mdccclix la seconda riscossa / il popolo milanese / risalvtava dopo xxi anni / l'eroe incanvtito non domo / ahi qvel salvto fv l'vltimo / ma lo eterna nei cvori piv che nel bronzo / la riconoscenza della patria Sulla faccia opposta, verso la periferia, fu aggiunta la seguente iscrizione: qvi sull orme del nome nemico / il ferro della italica gioventv / incise le vittorie comensi / mdccclix Ai lati dell'attico, sui piedestalli delle due statue colossali, le iscrizioni varese e s. fermo, in riferimento alle battaglie di Varese e San Fermo, combattute da Giuseppe Garibaldi prima di entrare in città nel 1859. Ferdinando Cassina (a cura di), Porta Comasina, in Le fabbriche più cospicue di Milano, Milano, Fernando Cassina e Domenica Pedrinelli, 1840, pp. non segnalate. Stazione di Milano Porta Garibaldi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Garibaldi

Viale Pasubio
Viale Pasubio

Viale Pasubio è una strada di Milano. Congiunge piazza XXV Aprile (e quindi Porta Garibaldi) con piazzale Baiamonti (e quindi Porta Volta). È una strada commerciale, lunga circa 350 metri, pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Viale Pasubio è parte della circonvallazione interna, un anello di strade costruito immediatamente all'esterno delle mura spagnole. Come tale, costituiva da sempre un importante asse viabilistico. All'estremo orientale di viale Pasubio si trova l'arco di Porta Garibaldi, all'estremo occidentale Porta Volta, aperta nel 1880 come accesso al nuovo cimitero e alla nuova strada Comasina (l'attuale via Carlo Farini). Nel 1878 il viale risultava già percorso dalla tranvia di circonvallazione ed era già attorniato da una fitta edificazione. Alla fine del XIX secolo, la strada portava il nome di Viale di Porta Garibaldi, successivamente mutato nell'attuale in ricordo del monte Pasubio, teatro di importanti vicende belliche durante la prima guerra mondiale.Durante la seconda guerra mondiale la strada venne pesantemente danneggiata dai bombardamenti del 24 ottobre 1942 e delle notti dell'8 e 13 agosto 1943. Gli edifici posti sul lato sud non vennero mai ricostruiti e restarono per decenni allo stato di rovina. In questa zona si era insediato un grande vivaio e una serie di accampamenti abusivi, i più centrali di Milano, sgomberati il 15 marzo 2012. Il progetto del centro direzionale, inserito nel PRG del 1953, prevedeva la demolizione dei vecchi edifici sul lato nord, e la loro sostituzione con moderni edifici a destinazione residenziale e terziaria; l'area di piazzale Baiamonti sarebbe stata occupata da uno svincolo simil-autostradale. Tali opere però non vennero mai realizzate. Negli ultimi anni, la pedonalizzazione di piazza XXV Aprile ha privato il viale della sua funzione viabilistica, se non come accesso all'area e al parcheggio sotterraneo. Nel viale Pasubio si trova l'Antica Trattoria della Pesa, uno dei ristoranti storici di Milano, che fa parte dei Locali storici d'Italia. È così chiamata perché si colloca esattamente dove, nel XIX secolo, le merci che giungevano da fuori città, venivano pesate per il dazio che andava pagato nei vicini caselli di Porta Volta. Il ristorante è stato fondato nel 1880 e mantiene la stessa insegna e la stessa posizione di allora. Negli anni trenta vi lavorò, come cameriere, il futuro presidente del Vietnam del Nord, Ho Chi Minh. Una targa di marmo sull'edificio ricorda quel lontano evento.Nelle immediate vicinanze (in via privata Nino Bonnet, 10) sorge il cosiddetto "Grattacielo di Viale Pasubio", o "Torre Unilever", costruito negli anni settanta, un tempo affittato dalla multinazionale Unilever. Il grattacielo è rimasto abbandonato per alcuni anni, ma è attualmente interessato da lavori di recupero quasi ultimati. Il Viale Pasubio appare in due sequenze del film Happy Family (Gabriele Salvatores, 2010): in una scena si vede l'Antica Trattoria della Pesa, mentre nell'altra si vede il celebre graffito di Bros sulle rovine dei bombardamenti.Un'inquadratura del film Lui è peggio di me (Enrico Oldoini, 1984) riprende l'estremo est del viale, con piazzale Baiamonti sullo sfondo. Il 17 dicembre 2010 la Giunta comunale ha approvato un progetto di riqualificazione dell'area: la superficie interessata è di oltre 17 000 m² e comprende viale Pasubio e l'area con viale Crispi, Porta Volta, viale Montello. Il progetto, finanziato dalla società "Finaval", è dello studio Herzog & de Meuron e "SD Partners" e risale al 2008. Il terreno è da sempre proprietà della famiglia Feltrinelli, ancora nell'Ottocento vi si collocava la falegnameria di famiglia. Il progetto prevede anche un ampio parco lineare sviluppato parallelamente all'edificio, sul lato di viale Francesco Crispi. L'intervento prevede inoltre la ristrutturazione dei marciapiedi e la realizzazione di nuovi corsi pedonali e ciclabili fino a piazza Lega Lombarda e piazzale Biancamano. Nel 2010 è stato realizzato un campione dell'edificio. L'avvio del lavoro di bonifica, previsto per il 15 marzo 2012, ha avuto avvio effettivo il 9 maggio 2012 ad opera di Manfreda Scavi Snc. Nell'autunno 2012 si è proceduto con le operazioni preliminari: otto mesi di attività preparatorie, quindi due anni di costruzione. Nel dicembre 2016 è stato inaugurato il complesso della Fondazione Feltrinelli, noto come Piramidi in vetro di Herzog, due edifici identici di forma piramidale con ampie vetrate; nel primo ha trovato posto una libreria, una sala lettura, il grande archivio della Fondazione ed alcune sale congressi; la sede della Fondazione, in totale, si sviluppa su 5 piani, per un totale di circa 2.700 metri quadrati. Nel 2017, nell'edificio gemello, ha aperto una nuova sede di Microsoft. Si attende ora la realizzazione di un'area verde pubblica, con grandi viali, un parco giochi, percorsi pedonali e piste ciclabili. Garibaldi FS Stazione di Milano Porta Garibaldi Stazione di Milano Porta Garibaldi sotterranea Maria Antonietta Crippa, Daniela Mericio, Ferdinando Zanzottera, Milano 1943-1955: bombardata e ricostruita, Milano, Istituto [Ortopedico] Gaetano Pini, 2001. Piazza XXV Aprile Circonvallazioni di Milano Mura di Milano Corso Como Porta Volta Porta Garibaldi (Milano) Via Paolo Sarpi Ho Chi Minh Pasubio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su viale Pasubio Il Progetto di Caputo Partnership , su caputopartnership.it. P.I.I. viali Pasubio, Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, su comune.milano.it. Progetto Feltrinelli per Porta Volta , su fondazionefeltrinelli.it. Riqualificazione Porta Volta, su partecipami.it. Scheda su UrbanFile, su urbanfile.it (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2011). Scheda su ArchiLovers, su archilovers.com. URL consultato il 23 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2012). Foto di Viale Pasubio , su milanofoto.it. L'archistar Herzog firma la nuova Feltrinelli a Porta Volta, la Repubblica, su milano.repubblica.it. Nuova sede della Feltrinelli, Herzog firma per Porta Volta, IlGiorno, su ilgiorno.it.