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Moschea di Omar (Catania)

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Moschea di via Castromarino1
Moschea di via Castromarino1

La moschea di Omar è stata una moschea situata a Catania, costruita nel 1980 e chiusa nel 1990. A partire dagli anni '80 diversi edifici sono stati adibiti a moschea a Catania, la moschea di Omar è la prima aperta in Italia ( in epoca moderna) la Moschea della Misericordia aperta del 2012 è la più grande del Sud Italia (entrambe hanno le caratteristiche architettoniche proprie di una moschea). La moschea di Omar a Catania è la più antica moschea moderna in Italia. La moschea venne aperta nel dicembre 1980 in un quartiere popolare del centro di Catania, in via Castromarino, dall'avvocato Michele Papa su progetto di un architetto egiziano e finanziamento libico di Muʿammar Gheddafi. La moschea è dedicata al secondo califfo dell'Islam, ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb, ed è dotata di minareto e mezzaluna. Sulla parete esterna presenta la dicitura in latino Michele Papa aedificavit. La moschea di Omar è chiusa al culto dal 1990 e può essere visitata su appuntamento. Negli anni '90 e 2000 altre due centri di culto islamico sono stati aperti a Catania, in via Calì e in via Serravalle, pur senza avere le caratteristiche proprie di una moschea.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Moschea di Omar (Catania) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Moschea di Omar (Catania)
Via Castromarino, Catania Centro storico

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95124 Catania, Centro storico
Sicilia, Italia
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Moschea di via Castromarino1
Moschea di via Castromarino1
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Luoghi vicini

Chiesa di Sant'Euplio
Chiesa di Sant'Euplio

La Chiesa di Sant'Euplio era un luogo di culto di Catania nel quartiere "Porta di Aci", di fronte quello di "Sant'Euplio ad Martyres", distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Oggi rimangono in piedi il transetto e la parete di destra dell'unica navata del vecchio edificio, che si è ricostruito ed inaugurato verso il 1964 in un'altra zona della città, nel quartiere "Petriera". La chiesa, dedicata al compatrono della città, venne costruita nel 1548 sull'area occupata in precedenza da un tempio paleocristiano. Apparteneva alla Confraternita di Sant'Euplio, che nel 1598 la affidò ai Frati Cappuccini e costoro nel 1606 ai Frati Minori Francescani. Questa chiesa era segnalata nelle stampe cinquecentesche, originate dal rilievo della città "a volo d'uccello" dei cartografi Frans Hogenberg e Georg Braun e nell'opera dell'architetto Sebastiano Ittar se ne può vedere pure il rilievo planimetrico. L'edificio sacro appare in quest'ultimo lavoro con ingresso ad occidente, a navata unica e con un profondo presbiterio segnato da un arco trionfale. L'edificio di culto ebbe la fortuna di reggere al Terremoto del Val di Noto del 1693. Questo luogo sacro, invece, non resse quando l'8 luglio 1943 fu colpito in pieno da uno degli ordigni lanciati in quell'anno durante l'attacco aereo degli Alleati della Seconda guerra mondiale. Le uniche due pareti di questo ex luogo di culto rimaste intatte, quella settentrionale e quella occidentale, vennero risparmiate dalla ricostruzione post-bellica, mentre venne ripavimentato in cotto siciliano il suolo su cui si estendeva l'ex chiesa. Nel presbiterio del sito dell'ex edificio di culto sono stati appesi dodici calchi in rilievo con le immagini degli Apostoli, realizzati nel 1887, che originariamente erano destinate al Cimitero monumentale di Catania e che sono dal 1978 esposte definitivamente sulla parete occidentale dell'ex chiesa. Nel 1964 venne inaugurata la nuova chiesa a sud di piazza Maria Montessori, nel quartiere "Petriera", che si andava urbanizzando proprio in quegli anni: questo luogo di culto fu realizzato ex novo in questo sito su progetto dell'architetto Giacomo Leone. Sulla base della già citata planimetria dell'Ittar, degli esigui resti e sull'unica descrizione accurata antecedente al 1943 ad opera di Giuseppe Rasà Napoli, possiamo ipotizzare l'aspetto che dovette avere la chiesa prima della sua distruzione. L'altare maggiore doveva essere affrescato con immagini dei "santi Euplio e Antonio innanzi al trono di Maria con un coro di angioli, i quattro Evangelisti, l'Apoteosi di sant'Euplio, la predicazione dello stesso santo" ed era ornato da semi-colonne con capitelli di stile corinzio, ancora oggi visibili. La chiesa disponeva poi di due altari laterali che erano affrescati; quello di destra aveva una "predicazione di sant'Antonio Abate nel deserto" di Tullio Allegra, mentre quello di sinistra rappresentava un "santissimo Crocifisso senza simulacri ma con gli Angioli della passione" dello stesso Allegra. Il prospetto verso occidente era in pietra calcarea e sull'unica porta vi erano come decorazioni una mitra poggiata su un libro chiuso e un pastorale con un campanello legatovi, i quali costituiscono i simboli di sant'Antonio Abate, e un libro aperto il quale è invece il segno distintivo di sant'Euplio. All'ingresso, sul lato sinistro del pavimento, era una botola che conduceva ai locali sottostanti di epoca romana. La botola venne definitivamente tolta e venne realizzata la prosecuzione della scaletta in muratura che conduce ancora all'ambiente ipogeo ornato da pitture un tempo leggibili e da diverse nicchie laterali, caratterizzato da un altare costituito da un capitello di epoca romana, ipotizzato dalla tradizione quale il luogo della prigionia del santo, ipotizzato come sepolcro da diversi studiosi e certamente luogo di culto in età tardo-antica. Al locale si accede ancora in occasione dei riti religiosi per la data del martirio di sant'Euplio, il 12 agosto. Per tale data si effettua anche la messa celebrativa al santo nei resti della chiesa superiore. Giuseppe Rasà Napoli, Guida alle chiese di Catania, Catania, Tringali editore, 1984 (ristampa anastatica del 1900). Maria Teresa Di Blasi, Il Filo di Arianna - Chiesa di S. Euplio Monumento funerario romano (ipogeo), Catania, Maimone editore, 1997. URL consultato il 1º febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2013). Via Sant'Euplio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Euplio

San Domenico (metropolitana di Catania)
San Domenico (metropolitana di Catania)

San Domenico è una fermata sotterranea della tratta in costruzione Stesicoro-Palestro della Metropolitana di Catania, tra le stazioni Stesicoro e Vittorio Emanuele. Nei piani della Ferrovia Circumetnea il completamento delle sole opere civili era previsto per il 2023. La stazione sarà ubicata sotto l'incrocio tra via Reclusorio Del Lume e via Orto San Clemente, ad ovest della via Etnea in una posizione strategica del centro storico. Sarà accessibile tramite varie rampe di scale da dove sarà possibile raggiungere in poche centinaia di metri numerosi luoghi d'interesse: dall'uscita di via Santa Maddalena saranno raggiungibili l'ingresso sud del giardino "Bellini", Facoltà di Giurisprudenza di villa Cerami, Largo Paisiello, sede ASP3, Palazzo della Borsa, via Crociferi, Poste centrali, via Sant'Euplio; dall'uscita via Ughetti saranno raggiungibili via Androne, piazza Santa Maria di Gesù, facoltà di biologia, ospedale Garibaldi centro, ITIS Archimede, p.zza Roma, Istituto Superiore De Felice, sede INGV; dall'uscita posta in via Lago di Nicito sono raggiungibili via Plebiscito, v.le Mario Rapisardi, Istituto Salesiano, Polo didattico dell'Università di via Roccaromana, Genio Civile, p.zza Montessori, IACP, Istituto "Turrisi Colonna", Facoltà di Scienze della Formazione, ospedale "Ferrarotto"; dall'uscita di via Orto San Clemente angolo via Plebicisto saranno raggiungibili il Liceo Statale "N. Spedalieri", Piazza Dante Alighieri, Monastero dei Benedettini, Liceo Statale “E. Boggio Lera”, Teatro Romano e Odeon. Aeroporto di Catania-Fontanarossa Metropolitana di Catania Sito FCE, su circumetnea.it.

Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico G. Rodolico - San Marco

L'Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico G. Rodolico - San Marco" è un'azienda sanitaria pubblica con sede a Catania che raggruppa i presidi ospedalieri "San Marco” e "Gaspare Rodolico”. L'Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico « Gaspare Rodolico - San Marco » di Catania viene istituita nel 2009, risultato dell'accorpamento di cinque Enti nati nel corso di otto secoli di attività. Le origini del nosocomio coincidono con quelle dell'Ospedale San Marco, istituito nel XIV secolo per decisione del Senato catanese. Verso la fine del XIX secolo, l'Ospedale San Marco venne trasferito in un nuovo complesso edilizio realizzato in stile architettonico eclettico-liberty, costruito su un ampio terreno appartenuto ai monaci benedettini, situato proprio nei pressi del Monastero di San Nicolò l'Arena. L'Ospedale civico Vittorio Emanuele - così intitolato a nome di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia - fu inaugurato nel 1881, e dotato di molti reparti, di istituti chimici, di padiglioni di isolamento, di attrezzature idonee ad una grande e moderna struttura. Nel 1956 fu inaugurato un nuovo padiglione che ospitava il reparto di maternità. Dopo l'istituzione del Servizio sanitario nazionale attraverso la legge 23 dicembre 1978, n. 833, con cui i servizi sanitari divenivano totalmente a carico statale, e la creazione delle unità sanitarie locali (USL), l'OVE venne inserito nella USL n. 35 Catania assieme ai presidi ospedalieri Ferrarotto Alessi, Santa Marta e Santo Bambino. Nel 1995 i quattro presidi ospedalieri facente parte dell'USL n. 35 Catania, vennero accorpati in un'unica entità amministrativa denominata Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele-Ferrarotto-Santo Bambino, come stabilito dalla legge regionale n. 34 dell'11 aprile 1995. Nel 2009 un protocollo d'intesa stipulato tra la Regione Sicilia e l'Università degli Studi di Catania, e la successiva approvazione del decreto assessoriale n. 1759 del 31 agosto 2009, portarono alla costituzione dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria "Policlinico - Vittorio Emanuele'', che oltre ai presidi ospedalieri dell'Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele-Ferrarotto-Santo Bambino, comprende anche il policlinico universitario Azienda Ospedaliero-Universitaria "Policlinico G. Rodolico". Istituito come sanatorio per l'assistenza dei malati poveri di tubercolosi polmonare nel 1905 per iniziativa del comm. Antonino Ferrarotto Alessi, presidente dell'Ospedale Vittorio Emanuele, che donò 80.000 lire per la sua realizzazione. Entrato in funzione nel 1911, primo direttore fu il professor Maurizio Ascoli, dimessosi nel 1913. Nel 1974 venne realizzato un nuovo padiglione che ospitò un reparto specializzato per le grandi ustioni, il primo in tutta l'Italia meridionale. Successivamente, il presidio venne potenziato con l'inaugurazione delle unità operative di anestesiologia e di cardiochirurgia, e dell'Istituto di Chirurgia Cardiaca dell'Università di Catania. Nel 2013 all'Ospedale Ferrarotto è stata effettuata un'operazione chirurgica di impianto di valvola cardiaca transcatetere, la prima in assoluto in un ospedale italiano. L'Ospedale dei Santi Marta, Maddalena e Lazzaro fu fondato nel 1755 per opera dei sacerdoti don Pietro Finocchiaro e don Domenico Rosso dei baroni di San Giorgio, e sorse nell'abitazione del primo come lazzaretto per la cura dei malati incurabili. L'istituzione si reggeva inizialmente con mezzi privati e dai proventi della questua. Nel 1759 su commissione del Rosso, fu fatta costruire a sue spese la nuova sede su progetto dell'architetto Antonio Battaglia, accanto alla Chiesa di Santa Marta, situata al Monte Vergine. Nel 1825 la reggenza dell'ospedale fu affidata a frà Cesare Borgia (1776-1837), commendatore dell'Ordine del Santo Sepolcro, fuggito da Malta a seguito dell'occupazione napoleonica dell'isola. Il Borgia fece ricostruire l'edificio dell'ospedale danneggiato dal terremoto del 1818, e vi costruì inoltre una sala anatomica per l'insegnamento libero di Euplio Reina. Essendo questi direttore dell'Accademia Gioenia, da allora iniziarono le collaborazioni con quest'ultimo ente, e dal 1840 all'interno dell'ospedale si svolgevano lezioni di clinica chirurgica dell'Università di Catania. Con Regio Decreto n. 1705 emanato il 30 novembre 1931, viene stabilita la fusione tra l'Ospedale di Santa Marta e l'Ospedale Villermosa, dando così origine ad un unico ente ospedaliero denominato Ospedali riuniti di Santa Marta e Villermosa. L'Ospedale Villermosa, fu fondato nel 1858, per volontà testamentaria rilasciata da Emilio Tedeschi, barone di Villermosa, a cui destinava una rendita annua di onze 600 elevabili a 800. Nel dopoguerra, il nosocomio subì degli interventi edilizi che ne modificarono la facciata principale, e fu gradualmente trasformato in clinica per la cura di malattie oftalmiche. Fu istituito come opera pia nel 1776, per opera del religioso Francesco Giuffrida Nicotra, canonico della Collegiata, sotto il nome di Reclusorio del Santo Bambino, che sorgeva in via dello Stazzone, per ospitare donne nubili in stato di gravidanza, catanesi e forestiere, permettendo loro di partorire segretamente, e per assistere e nutrire gli esposti. L'opera era finalizzata soprattutto alla prevenzione dell'aborto e dell'infanticidio. Fu uno dei primi ospedali per bambini illegittimi sorti in Europa, ed eretto in ente morale il 3 agosto 1782, venne trasferito in uno stabilimento fatto edificare dal sacerdote Vincenzo Scammacca Paternò Castello dei baroni della Bruca, attiguo ad una chiesa, nel quartiere catanese dell'Antico Corso, nell'odierna via Plebiscito, e grazie anche all'apporto dei canonici Giuseppe Florio e Pietro Paolo Mazza. Il reclusorio subì un ulteriore ingrandimento nel XIX secolo grazie alle successive donazioni fatte dalla nobildonna Eleonora Statella, ma soprattutto da Giovanni Paternò Castello Asmundo, barone di Bicocca, che con testamento fatto il 12 giugno 1835, lasciò l'intera eredità all'istituto. Con l'eredità del Barone di Bicocca, al Santo Bambino venne incorporato la Pia Opera delle Ree pentire, un'istituzione assistenziale per quelle donne che, dopo il parto, intendevano rimanervi a servizio. Il Reclusorio venne aggregato all’Ospedale Vittorio Emanuele II nel 1890, conservando un'amministrazione separata. Divenuto Ospedale di Maternità Santo Bambino, nel 1957, a seguito di lavori di ampliamento e di costruzione di nuovi padiglioni, fu inaugurata la nuova clinica ostetrica, e con essa un centro per la lotta contro la sterilità, e da allora fu ente ospedaliero autonomo. Nel 1970, la struttura viene ulteriormente ampliata con l'inaugurazione di un nuovo padiglione (destinato alle madri nubili e vedove bisognose), e successivamente dichiarato ente ospedaliero provinciale specializzato di ostetricia e ginecologia con decreto della Regione Sicilia nel 1971. Policlinico universitario, è sorto a seguito del progetto della Città Universitaria di Catania, la cui ubicazione sulla collina di Santa Sofia venne scelta da Luigi Piccinato, consulente del Comune di Catania e collaboratore dell'Università degli Studi di Catania, i lavori per la sua edificazione ebbero avvio nel 1961, e il complesso in cui ha sede prese forma negli anni Settanta. Nato con il nome Centro Universitario Santa Sofia, e successivamente Azienda Policlinico dell'Università di Catania, dal 1978 ha fatto parte dell'USL n. 34 Catania. Dal 2006 venne ridenominata Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico « Gaspare Rodolico », poiché intitolata al professore Gaspare Rodolico, rettore dell'ateneo catanese dal 1974 al 1994. Nel 2009 è stato aggregato all'Ospedale Vittorio Emanuele, costituendo un'unica azienda ospedaliera. L'AOU Policlinico - Vittorio Emanuele è una struttura sanitaria pubblica integrata con l'Università degli Studi di Catania per la presenza di numerosi insegnamenti e cliniche universitarie, di scuole di specializzazione per medici e di corsi di laurea delle professioni sanitarie della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo catanese. Serve un importante bacino d'utenza che comprende la popolazione delle cinque province della Sicilia orientale; maggiore ospedale dell'area per dimensioni, al 2017 era dotato di 820 posti letto, di cui 701 per la degenza ordinaria, 119 per le attività di day hospital e 10 per l'attività di riabilitazione. Al 2012 il numero complessivo di dipendenti in servizio era pari a 2.872 unità. Gran parte delle attività dell'AOU Policlinico - Vittorio Emanuele vengono svolte nei presidi ospedalieri "Vittorio Emanuele" e "Gaspare Rodolico". Il primo, ubicato in pieno centro storico in via Plebiscito 628, è dotato di un pronto soccorso generale e pediatrico, ed è sede dell'attività di emergenza-urgenza dell'azienda infatti in essa insistono i reparti di ortopedia, l'UTIC, la chirurgia toracica e diversi reparti di chirurgia generale. Il secondo, ubicato in via Santa Sofia 78 - sede amministrativa dell'AOU - è deputato alla formazione degli studenti e degli specializzandi, e in esso insistono numerose cliniche universitarie e vi convivono specialità di base con alte specialità quali la neurochirurgia e la chirurgia vascolare e dei trapianti. Gli altri tre presidi sono invece di specializzazione: il '"Ferrarotto Alessi" è sede di numerosi reparti di alta specializzazione, quali la cardiochirurgia, la cardiologia interventistica, l'ematologia con trapianto di midollo osseo e l'odontoiatria speciale per pazienti disabili; il "Santo Bambino" è sede del reparto di ostetricia e ginecologia dell'AOU, con attività di ricovero ordinari e in day hospital, e dotato di un pronto soccorso ginecologico; il "Santa Marta" è sede di ambulatori di clinica oculistica. A. Toscano Deodati, L'ospedale di Maternità e la chiesa del S. Bambino in Catania, Catania, Tipografia La Celere, 1950. M. Alberghina, Ospedalità antica in Sicilia. Un millennio di medicina e assistenza sanitaria, Acireale, Bonanno, 2014, ISBN 889695083X. Sito ufficiale, su policlinicovittorioemanuele.it.