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Sant'Ambrogio (metropolitana di Milano)

Linea M2 (metropolitana di Milano)Pagine con mappeStazioni della metropolitana di MilanoStazioni ferroviarie attivate nel 1983
Milano metropolitana stazione Sant’Ambrogio banchine
Milano metropolitana stazione Sant’Ambrogio banchine

Sant'Ambrogio è una stazione della linea M2, e in futuro anche della M4, della metropolitana di Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Sant'Ambrogio (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Sant'Ambrogio (metropolitana di Milano)
Collegamento M2M4, Milano Municipio 1

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N 45.461667 ° E 9.173333 °
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Collegamento M2M4

Collegamento M2M4
20123 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Milano metropolitana stazione Sant’Ambrogio banchine
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Luoghi vicini

Colonna del Diavolo
Colonna del Diavolo

La colonna del Diavolo, o colonna imperiale, è una colonna di epoca romana posta in piazza Sant'Ambrogio a Milano nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio. Il suo nome è legato a una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio e il diavolo. La colonna, che è in marmo cipollino con capitello corinzio, originariamente apparteneva al palazzo imperiale romano di Milano, costruito dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo, nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) diventò capitale dell'Impero romano d'Occidente. La colonna è in marmo cipollino con capitello corinzio. Si trova in piazza Sant'Ambrogio a Milano nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio. Secondi gli studiosi, la colonna originariamente apparteneva al palazzo imperiale romano di Milano, costruito dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) diventò capitale dell'Impero romano d'Occidente, ruolo che ebbe dal 286 al 402. Secondo notizie riportate da Galvano Fiamma all'inizio del XIV secolo gli imperatori del Sacro Romano Impero, in occasione dell'incoronazione a re d'Italia, avrebbero dovuto abbracciare la colonna. Secondo quanto narra Galvano Fiamma essi giuravano sul messale, ricevevano la corona ferrea e poi abbracciavano questa colonna: In un documento del 1507 invece si indicava che erano i pretori a doversi recare presso la colonna in occasione della loro nomina. Nel 1883 venne eseguito uno scavo in corrispondenza della colonna e furono ritrovate sepolture di una dozzina di persone: Questa era infatti una zona in cui erano stati anche sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. Queste sepolture diedero origine a un cimitero ad martyres (non lontano sorgeva anche il mausoleo imperiale di San Vittore al Corpo, il cui nome richiama questo cimitero). Poco distante venne costruita la basilica di Sant'Ambrogio, che venne dedicata ai martiri, da cui il nome originario paleocristiano basilica martyrum. La basilica cambiò poi nome assumendo l'attuale tra il IX e il XI secolo. La colonna fu scoperta durante altri scavi archeologici effettuati nel XIX secolo (il palazzo imperiale romano di Milano, da cui proveniva originariamente, fu infatti gradualmente demolito e spogliato dai suoi arredi tra la fine del dominio longobardo e la prima metà del X secolo), e precedenti a quelli sopra menzionati, nell'area del citato cimitero ad martyres. La colonna era posizionata in corrispondenza di una tomba, reclinata verso ovest e per metà sepolta. Molto probabilmente faceva da segnacolo per la tomba in questione. Il nome di colonna del Diavolo è dovuto a due leggende legate alla presenza di due fori sulla colonna stessa. Secondo queste due leggende la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio e il diavolo, che causò i due fori. La prima leggenda narra di un incontro avvenuto una mattina nel cortile della basilica di Sant'Ambrogio tra il santo milanese e il diavolo. In questo incontro il diavolo tentò di convincere sant'Ambrogio di passare al maligno, ma senza successo. Il santo milanese, spazientito dalla continua insistenza del diavolo, gli diede un calcio per cacciarlo dalla basilica. Il maligno si sbilanciò e colpì la colonna con le corna, che si conficcarono producendo i due buchi. Il diavolo restò conficcato nella colonna per un giorno, poi sparì utilizzando i due buchi creando così un varco per l'inferno. Seconda l'altra leggenda, il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato a lungo di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. La tradizione popolare, come già accennato, vuole che i fori della colonna odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno, in particolare il gorgogliare dello Stige, uno dei cinque fiumi presenti dell'inferno secondo la mitologia greca e romana. Michele Petrantoni (a cura di), Memorie nel bronzo e nel marmo. Monumenti celebrativi e targhe nelle piazze e nelle vie di Milano, Milano, 1997, p. 215. Basilica di Sant'Ambrogio Palazzo imperiale romano di Milano Piazza Sant'Ambrogio Sant'Ambrogio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla colonna del Diavolo

Palazzo Gonzaga di Vescovado
Palazzo Gonzaga di Vescovado

Il palazzo Gonzaga di Vescovato, o palazzo Gonzaga, è un edificio storico di Milano, costruito in forme neoromaniche fra il 1897 e il 1901. Si trova sull'attuale via Carducci ai civici 28 e 30, denominata via San Gerolamo all'epoca della costruzione del palazzo. Il palazzo fu costruito a partire dal 1897 dall'architetto Cecilio Arpesani, allievo di Camillo Boito, su commissione del principe Emanuele Gonzaga (1858-1914) di Vescovato, a uso di propria dimora. Arpesani (1853-1924) fu architetto prolifico con una committenza principalmente costituita da ricche famiglie nobili e borghesi della città di Milano e dalla Chiesa: a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento progettò in città diversi edifici fra cui la palazzina Sessa, il palazzo dell'Istituto Marcelline Tommaseo, la Basilica di Sant'Agostino, la Chiesa di Santa Croce. L'area sulla quale fu eretto l'edificio era prima occupata da una modesta casa d'affitto e da costruzioni basse destinate a uso di magazzini serviti dal Naviglio per una superficie totale di 2 935 mq. Il Principe volle che la nuova costruzione contenesse ancora alcuni appartamenti d'affitto e che il palazzo fosse disegnato seguendo le tradizioni dell'architettura neoromanica lombarda avvicinandosi il più possibile alle forme della Basilica di Sant'Ambrogio, da lì non distante: proprio nel maggio 1897, infatti, si era celebrato il quindicesimo centenario del patrono di Milano, morto nell'anno 397 d.C.. Il palazzo si presenta come un corpo arretrato fiancheggiato da due ali che delimitano un cortile chiuso da una cancellata in ferro battuto, piuttosto rara a Milano. L'uso del mattone in cotto e dei balconi al contrario mostrano uno stile revival ispirato alla tradizione lombarda. L'ingresso con la portineria ricorda i sacelli tipici delle chiese romaniche. Attilia Lanza, Marilea Somarè, Milano e i suoi palazzi: porta Vercellina, Comasina e Nuova, Vimercate, Libreria Meravigli editrice, 1993, pg. 42. Palazzo Gonzaga in via S. Gerolamo - Milano, in L'Edilizia moderna, Anno X, fasc. X, Milano, 1901 Ottobre. Ville e palazzi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Gonzaga di Vescovado