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Collegio San Carlo

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Collegio San Carlo
Collegio San Carlo

Il Collegio San Carlo è una scuola privata paritaria di Milano fondata nel 1869. La sede si trova in corso Magenta 71, di fronte alla basilica di Santa Maria delle Grazie e al Cenacolo Vinciano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Collegio San Carlo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Collegio San Carlo
Piazza Sant'Ambrogio, Milano Municipio 1

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Piazza Sant'Ambrogio 24
20123 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Collegio San Carlo
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Luoghi vicini

Colonna del Diavolo
Colonna del Diavolo

La colonna del Diavolo, o colonna imperiale, è una colonna di epoca romana posta in piazza Sant'Ambrogio a Milano nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio. Il suo nome è legato a una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio e il diavolo. La colonna, che è in marmo cipollino con capitello corinzio, originariamente apparteneva al palazzo imperiale romano di Milano, costruito dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo, nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) diventò capitale dell'Impero romano d'Occidente. La colonna è in marmo cipollino con capitello corinzio. Si trova in piazza Sant'Ambrogio a Milano nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio. Secondi gli studiosi, la colonna originariamente apparteneva al palazzo imperiale romano di Milano, costruito dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) diventò capitale dell'Impero romano d'Occidente, ruolo che ebbe dal 286 al 402. Secondo notizie riportate da Galvano Fiamma all'inizio del XIV secolo gli imperatori del Sacro Romano Impero, in occasione dell'incoronazione a re d'Italia, avrebbero dovuto abbracciare la colonna. Secondo quanto narra Galvano Fiamma essi giuravano sul messale, ricevevano la corona ferrea e poi abbracciavano questa colonna: In un documento del 1507 invece si indicava che erano i pretori a doversi recare presso la colonna in occasione della loro nomina. Nel 1883 venne eseguito uno scavo in corrispondenza della colonna e furono ritrovate sepolture di una dozzina di persone: Questa era infatti una zona in cui erano stati anche sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. Queste sepolture diedero origine a un cimitero ad martyres (non lontano sorgeva anche il mausoleo imperiale di San Vittore al Corpo, il cui nome richiama questo cimitero). Poco distante venne costruita la basilica di Sant'Ambrogio, che venne dedicata ai martiri, da cui il nome originario paleocristiano basilica martyrum. La basilica cambiò poi nome assumendo l'attuale tra il IX e il XI secolo. La colonna fu scoperta durante altri scavi archeologici effettuati nel XIX secolo (il palazzo imperiale romano di Milano, da cui proveniva originariamente, fu infatti gradualmente demolito e spogliato dai suoi arredi tra la fine del dominio longobardo e la prima metà del X secolo), e precedenti a quelli sopra menzionati, nell'area del citato cimitero ad martyres. La colonna era posizionata in corrispondenza di una tomba, reclinata verso ovest e per metà sepolta. Molto probabilmente faceva da segnacolo per la tomba in questione. Il nome di colonna del Diavolo è dovuto a due leggende legate alla presenza di due fori sulla colonna stessa. Secondo queste due leggende la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio e il diavolo, che causò i due fori. La prima leggenda narra di un incontro avvenuto una mattina nel cortile della basilica di Sant'Ambrogio tra il santo milanese e il diavolo. In questo incontro il diavolo tentò di convincere sant'Ambrogio di passare al maligno, ma senza successo. Il santo milanese, spazientito dalla continua insistenza del diavolo, gli diede un calcio per cacciarlo dalla basilica. Il maligno si sbilanciò e colpì la colonna con le corna, che si conficcarono producendo i due buchi. Il diavolo restò conficcato nella colonna per un giorno, poi sparì utilizzando i due buchi creando così un varco per l'inferno. Seconda l'altra leggenda, il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Dopo aver tentato a lungo di divincolarsi, il demonio riuscì a liberarsi e, spaventato, fuggì. La tradizione popolare, come già accennato, vuole che i fori della colonna odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno, in particolare il gorgogliare dello Stige, uno dei cinque fiumi presenti dell'inferno secondo la mitologia greca e romana. Michele Petrantoni (a cura di), Memorie nel bronzo e nel marmo. Monumenti celebrativi e targhe nelle piazze e nelle vie di Milano, Milano, 1997, p. 215. Basilica di Sant'Ambrogio Palazzo imperiale romano di Milano Piazza Sant'Ambrogio Sant'Ambrogio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla colonna del Diavolo

Palazzo Gonzaga di Vescovado
Palazzo Gonzaga di Vescovado

Il palazzo Gonzaga di Vescovato, o palazzo Gonzaga, è un edificio storico di Milano, costruito in forme neoromaniche fra il 1897 e il 1901. Si trova sull'attuale via Carducci ai civici 28 e 30, denominata via San Gerolamo all'epoca della costruzione del palazzo. Il palazzo fu costruito a partire dal 1897 dall'architetto Cecilio Arpesani, allievo di Camillo Boito, su commissione del principe Emanuele Gonzaga (1858-1914) di Vescovato, a uso di propria dimora. Arpesani (1853-1924) fu architetto prolifico con una committenza principalmente costituita da ricche famiglie nobili e borghesi della città di Milano e dalla Chiesa: a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento progettò in città diversi edifici fra cui la palazzina Sessa, il palazzo dell'Istituto Marcelline Tommaseo, la Basilica di Sant'Agostino, la Chiesa di Santa Croce. L'area sulla quale fu eretto l'edificio era prima occupata da una modesta casa d'affitto e da costruzioni basse destinate a uso di magazzini serviti dal Naviglio per una superficie totale di 2 935 mq. Il Principe volle che la nuova costruzione contenesse ancora alcuni appartamenti d'affitto e che il palazzo fosse disegnato seguendo le tradizioni dell'architettura neoromanica lombarda avvicinandosi il più possibile alle forme della Basilica di Sant'Ambrogio, da lì non distante: proprio nel maggio 1897, infatti, si era celebrato il quindicesimo centenario del patrono di Milano, morto nell'anno 397 d.C.. Il palazzo si presenta come un corpo arretrato fiancheggiato da due ali che delimitano un cortile chiuso da una cancellata in ferro battuto, piuttosto rara a Milano. L'uso del mattone in cotto e dei balconi al contrario mostrano uno stile revival ispirato alla tradizione lombarda. L'ingresso con la portineria ricorda i sacelli tipici delle chiese romaniche. Attilia Lanza, Marilea Somarè, Milano e i suoi palazzi: porta Vercellina, Comasina e Nuova, Vimercate, Libreria Meravigli editrice, 1993, pg. 42. Palazzo Gonzaga in via S. Gerolamo - Milano, in L'Edilizia moderna, Anno X, fasc. X, Milano, 1901 Ottobre. Ville e palazzi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Gonzaga di Vescovado

Basilica di Sant'Ambrogio
Basilica di Sant'Ambrogio

La basilica di Sant'Ambrogio (basilega de Sant Ambroeus in dialetto milanese), il cui nome completo è basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant'Ambrogio (nome originario paleocristiano basilica martyrum), è una delle più antiche chiese di Milano. Si trova in piazza Sant'Ambrogio e rappresenta non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e romanica, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. È tradizionalmente considerata la seconda chiesa per importanza della città dopo il Duomo di Milano. Insieme alla basilica prophetarum, alla basilica apostolorum ed alla basilica virginum, la basilica martyrum è annoverata tra le quattro basiliche ambrosiane, ovvero quelle fatte costruire da sant'Ambrogio. Edificata tra il 379 e il 386 in epoca romana tardoimperiale per volere del vescovo di Milano Ambrogio, nell'epoca in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) fu capitale dell'Impero romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402), venne quasi totalmente ricostruita assumendo l'aspetto definitivo tra il 1088 e inizio XII secolo. Della chiesa originale paleocristiana del IV secolo la nuova basilica dell'XI secolo ereditò scrupolosamente la pianta: tre navate absidate senza transetto con quadriportico antistante. Il suo complesso architettonico è composto dal monastero di Sant'Ambrogio, dalla canonica di Sant'Ambrogio, dalla chiesa di San Sigismondo e dalla basilica. È una delle basiliche paleocristiane di Milano. Notevoli, da un punto di vista artistico, sono il portale dell'ingresso principale della basilica, che è caratterizzato da una minuziosa decorazione a rilievo, l'altare di Sant'Ambrogio, realizzato tra l'824 e l'859 da Vuolvino su commissione dell'arcivescovo di Milano Angilberto II e avente un prezioso paliotto aureo in rilievo con pietre incastonate su tutti e quattro i lati, il ciborio di epoca ottoniana, che si poggia su quattro colonne in porfido rosso e che presenta, sulle quattro facce, altorilievi in stucco, nonché il catino absidale, che è decorato da un mosaico che risale all'XI secolo, e il sacello paleocristiano di San Vittore in ciel d'oro, che risale al V secolo e che ha una volta completamente decorata da foglia d'oro. Il sacello di San Vittore in ciel d'oro ha le pareti laterali ricoperte da un mosaico dove sono raffigurati sei santi, tra cui sant'Ambrogio; quest'ultima è la più antica raffigurazione conosciuta del santo milanese.

Tempio della Vittoria (Milano)
Tempio della Vittoria (Milano)

Il Tempio della Vittoria, o anche Sacrario dei Caduti Milanesi o Monumento ai caduti, è un complesso monumentale situato in largo Agostino Gemelli fra la zona absidale della basilica di Sant'Ambrogio e la sede dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, nel centro di Milano. Viene gestito dall'Unità Cimiteri 3, l'ente municipale che gestisce il Cimitero Monumentale. Il monumento, dedicato dalle Associazioni Combattentistiche alla memoria dei milanesi caduti durante la Grande Guerra, fu costruito su progetto dell'architetto Giovanni Muzio con la collaborazione di Alberto Alpago Novello, Tomaso Buzzi, Ottavio Cabiati e Gio Ponti fra il 1927 e il 1930 e venne inaugurato il 4 novembre 1928 con una grande cerimonia in cui il Duca d'Aosta, comandante della 3ª Armata del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, lesse alla enorme folla presente, composta soprattutto da reduci, il testo del Bollettino della Vittoria del 1918. Sul sagrato del Tempio era collocato il gruppo scultoreo in gesso di Libero Andreotti dal titolo Ritorno dopo la vittoria, poi non fuso in bronzo. Gravemente danneggiato durante i pesanti bombardamenti su Milano del 1943, fu ricostruito, e nel 1973 venne ampliato con il grande Sacrario che si sviluppa su tre piani sotterranei su progetto di Mario Baccini e che contiene diecimila nomi di caduti scolpiti in bronzo e dove, in un ossario, sono tumulati i resti dei caduti milanesi della grande guerra, tra i quali Franco Scarioni ed Edoardo Colombo, ma anche personaggi come Vincenzo Basilisco, vice brigadiere della R.S.I. ucciso dai G.A.P., ed Enrico Torchio, partigiano che faceva spionaggio per gli inglesi, ucciso la mattina della Liberazione. Il tempio fu inaugurato il 4 novembre 1928 in occasione del primo decennale della fine della Prima guerra mondiale e della Vittoria contro gli Austriaci -evento da cui deriva il nome del monumento- ottenuta il 4 novembre 1918. Il complesso sorge su impianto ottagonale delimitato da un recinto di pietra nera che ripropone le medesime misure e il medesimo orientamento dell'atrio della Basilica di Sant'Ambrogio ed è concepito in un percorso simbolico e allegorico preciso e onnipresente. È edificato in marmo bianco di Musso, continuazione di una tradizione espressa nelle colonne di San Lorenzo e del Duomo; anche nella scelta del luogo ove il tempio sorge si riconosce la simbologia che accompagna tutta la struttura: il luogo è infatti quello dove anticamente, nei pressi della basilica di Sant'Ambrogio, si trovava il cœmeterium ad martyres - il cimitero dei martiri - dell'epoca paleocristiana a cui si ricollegano idealmente i soldati martiri della Grande Guerra. Una grande statua in bronzo e dorature alta quattro metri e mezzo in cui viene raffiguratoSant'Ambrogio che calpesta i sette vizi capitali, opera bronzea del 1928 di Adolfo Wildt, è posta all'ingresso del mausoleo. Gli otto lati della costruzione sono orientati in direzione delle otto porte di Milano a ricordare le vie attraverso le quali i soldati lasciarono la città per unirsi alle truppe italiane; i quattro lati principali, occupati da quattro grandi archi a tutto sesto, recano simboli in forma di rilievo e di gruppi scultorei dedicati a ciascuno dei quattro anni di durata della guerra, con i nomi delle grandi battaglie sostenute dalle Forze Armate e la cui terra dei campi di battaglia è conservata in urne di pietra nera poste fra una nicchie e l'altra; i quattro lati secondari, invece, simboleggiano i quattro elementi naturali - terra, acqua, fuoco, aria - e sono occupati da nicchie ad arco più piccole sormontate da timpani triangolari di impostazione classica. Per una bibliografia completa sul monumento si veda: Giovanni Muzio, Monumento ai Caduti, su Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano, http://www.ordinearchitetti.mi.it/. URL consultato il 12 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2014). Prima guerra mondiale Monumenti di Milano Cimitero di guerra Novecento (movimento artistico) Faro della Vittoria (Torino) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su tempio della Vittoria