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Tricolore (metropolitana di Milano)

Errori del modulo citazione - citazioni con URL nudiLinea M4 (metropolitana di Milano)Pagine con collegamenti non funzionantiPagine con mappeStazioni della metropolitana di Milano
Tricolore M4
Tricolore M4

Tricolore è una stazione della linea M4 della metropolitana di Milano. Il 19 gennaio 2015 sono state consegnate le aree per un successivo inizio dei lavori al consorzio di imprese che deve realizzare l'opera. Il 5 agosto 2015 sono iniziati i lavori di costruzione veri e propri, con la modifica della viabilità di superficie: da Tricolore sono state calate le talpe che hanno scavato i tunnel di tipo periferico verso Linate e verso la direzione opposta quelle adatte all'attraversamento del sensibile centro storico fino a Bolivar. L'apertura, inizialmente prevista per la fine di giugno 2023, si è tenuta il 4 luglio dello stesso anno, in occasione del prolungamento della linea da Dateo a San Babila, la quale diventa capolinea provvisorio. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, tranviarie e automobilistiche, gestite da ATM. Fermata tram (Tricolore M4, linee 9 e 19) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Servizi igienici Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Tricolore (EN) Tricolore, su Structurae.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Tricolore (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Tricolore (metropolitana di Milano)
Taborstraße, Wien KG Leopoldstadt (Leopoldstadt)

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Taborstraße
1020 Wien, KG Leopoldstadt (Leopoldstadt)
Österreich
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Tricolore M4
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Luoghi vicini

Porta Monforte
Porta Monforte

Porta Monforte è stata una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il nuovo asse stradale costituito dagli attuali Corso Concordia e Corso Indipendenza. Posta a est della città, si costituiva di due caselli daziari (1889), demoliti nel 1919. Sorgeva al centro dell'attuale Piazza del Tricolore, allo sbocco di Corso Monforte. Sorta lungo lo stesso asse della Pusterla di Monforte medievale, fu l'ultima fra le porte di Milano ad essere realizzata, in ottemperanza al Piano Beruto del 1889, che prevedeva un nuovo asse radiale di sviluppo cittadino che prendesse sostanzialmente forma uscendo dal perimetro dei vecchi bastioni spagnoli, proseguendo lungo Corso Concordia e Corso Indipendenza. Fu completata il 24 ottobre 1888. La porta era in origine caratterizzata dalla presenza di due caselli daziari, posti nell'attuale Piazza del Tricolore, uniti da un'elegante cancellata in ferro, interrotta da quattro pilastri anch'essi in ferro, che terminavano con un lampione a gas. Se ne ordinò la demolizione nel 1919, in quanto ritenuti "di ingombro tecnico e prospettico, tanto più grave in quanto, con l'abolizione della cinta daziaria, costituivano né un monumento architettonico apprezzabile, né una memoria storica interessante". Porta Monforte, a cui non fanno capo direttrici extraurbane, è rimasta da sempre uno snodo di importanza decisamente minore. Il piazzale, ornato da giardini, porta oggi il nome di Piazza del Tricolore. Il nome della porta (ereditato dal corso che qui vi sbuca da Piazza San Babila, sarebbe da ricondursi a un fatto storico risalente all'XI secolo. Nel 1028 il vescovo di Milano Ariberto da Intimiano era impegnato nella visita della diocesi suffraganea di Torino: interrogando il capo di un gruppo religioso sospettato di eresia, venne a sapere che gli abitanti di Monforte d'Alba (oggi in Provincia di Cuneo) interpretavano in modo allegorico il dogma trinitario, negavano la necessità dei sacramenti e quindi del clero, molto probabilmente avendo abbracciato la dottrina dei catari. In quello stesso anno pertanto, forze militari alle dipendenze di Ariberto da Intimiano assediarono ed espugnarono il castello di Monforte: la sua popolazione venne deportata a Milano ed invitata ad abiurare la propria fede. Coloro che rifiutarono - la maggior parte - vennero arsi sul rogo. La zona di Milano in cui sarebbero stati imprigionati gli eretici prese dunque il nome dal loro paese di provenienza, dando il nome al futuro Corso Monforte, che a sua volta l'avrebbe passato alla relativa porta. Emidio De Albentiis, La breve vita della porta Monforte a Milano , in Arte Lombarda, n. 120, 1997, pp. 82-90. Giuseppe De Finetti, Milano. Costruzione di una città (a cura di Giovanni Cislaghi, Mara De Benedetti, Piergiorgio Marabelli), Hoepli, Milano 2002. ISBN 88-203-3092-X Bruno Pellegrino, Così era Milano Porta Vercellina Porta Ticinese Porta Romana Porta Orientale Porta Nuova Porta Comasina, "Edizioni Meneghine", 2011. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Monforte

Museo dei Cappuccini (Milano)
Museo dei Cappuccini (Milano)

Il Museo dei Beni Culturali Cappuccini, denominato pure Museo dei Cappuccini di Milano, raccoglie la documentazione della storia dei Frati Minori Cappuccini in Lombardia, presenti in loco dal 1535. Il Museo dei Cappuccini di Milano è stato fondato nel 2001 e ha sede nel Palazzo Kramer, confinante al convento del Sacro Cuore di Gesù di viale Piave.. Il primo nucleo di opere era già pervenuto all’Archivio Provinciale dei frati minori Cappuccini di Lombardia per diverse ragioni quali la necessità di una conservazione più adeguata, la sicurezza e la chiusura di conventi. Oltre al compito della corretta conservazione il Museo ha offerto l’occasione di presentare al pubblico la realtà dell’Ordine religioso presente in Lombardia dal 1535. Ora, attraverso l’arte, i frati Cappuccini che lungo la storia hanno saputo farsi apprezzare dalla popolazione per il loro quotidiano servizio tra la gente, continuano a farsi vicini e offrendo a tutti la possibilità di uno sguardo sulla Bellezza. La tradizionale collezione di arte sacra del Museo (XV-XIX secolo) è stata arricchita nel 2019 dalla Collezione Rusconi, una raccolta di opere d’arte moderna del primo Novecento italiano. In questa collezione figurano opere di Umberto Boccioni, Mario Sironi, Filippo De Pisis e i Chiaristi lombardi. Il Museo dei Cappuccini di Milano è nato per la necessità di conservare, tutelare e valorizzare il vasto patrimonio di beni culturali dell’Ordine dei frati minori Cappuccini della Provincia lombarda. Il Museo presenta il pensiero e l'attività dei Cappuccini, l’ambito culturale e religioso nel quale hanno operato, inserito in ampi percorsi della tradizione e della storia di Milano. L'offerta della collezione permanente, infatti, affiancata da esposizioni temporanee, persegue lo scopo di conservare, studiare e diffondere storia, arte e cultura, con lo spirito che da sempre pervade l’attività dei frati minori Cappuccini di Lombardia. È in questa linea che, nel tempo, importanti lasciti e donazioni hanno arricchito il patrimonio museale ed è proprio per questo che le opere d'arte del patrimonio dell’Ordine dei frati minori Cappuccini, vengono "restituite", attraverso il Museo affinché tutti ne possano godere. Per questa ragione l'ingresso è, e sempre sarà, gratuito, rimettendosi ancora una volta alla generosità di ciascuno per il sostegno dell'attività del Museo. Una sezione evidenzia i rapporti dei cappuccini con Alessandro Manzoni e i Promessi Sposi, e porta come testimonianza l'assistenza al Lazzaretto. Vi si trova la Madonna col Bambino detta del Lazzaretto, opera di Antonio Rossellino che proviene dal Lazzaretto di Porta Orientale, ora Porta Venezia, un quadro di Pasquale Canna proveniente dalla Chiesa dell'Immacolata e un ritratto fotografico dello stesso Manzoni. Questa sezione mostra la vita dei frati cappuccini e anche di altri membri della famiglia francescana nei conventi, fondata sulla preghiera, in autonomia e in comunità, e sul tempo libero passato a chiedere l'elemosina e ad aiutare poveri e infermi. Qui si trova un quadro di un frate cappuccino con una scatola del tabacco in mano, olio su tela degli anni '70 del 1800 di Teofilo Patini, e una cesta per la questua, intrecciata dalle suore cappuccine nel diciannovesimo secolo. Questa sezione è incentrata sulla figura di Francesco d'Assisi che, come fondatore e guida dei francescani, è rappresentato in numerose opere di loro proprietà Si trova una Natività di Vincenzo Civerchio, un'Immacolata Concezione con Francesco di Camillo Procaccini e varie altre opere a lui dedicate, spesso anonime o con attribuzione non chiara- In questa sezione si trova oggetti adoperati comunemente dai frati per la loro vita conventuale: si trova un quadro di Crispino da Viterbo del diciannovesimo secolo e un autoritratto di Camillo Kaiser nel suo studio. Questa sezione mostra la fede cristiana vista dalle tecniche artistiche francescane. Si trova un'adorazione dei Magi del Civerchio, una croce proveniente dallo studio di Carlo Borromeo, oltre alla sua maschera funeraria, un quadro di Santa Chiara che ha una visione di Francesco, una Via Crucis illustrata e una Madonna col Bambino. Nella sezione delle donazioni, denominata "l'arte di donare l'arte", sono in mostra le opere donate ai conventi cappuccini della Lombardia in cinquecento anni, in principio per ragione devozionale ma, col passare del tempo, anche a fini di custodia. Si trovano quadri di Ugo Gheduzzi, Umberto Boccioni, Pio Sanquirico, Filippo Palizzi, Paolo De Majo e Leonardo Bazzaro e, in una stanzetta autonoma, un Ecce Homo moderno di Jacques-Alain Lachant. I tesori della pinacoteca, dell'archivio, della biblioteca e della vasta collezione di reperti provenienti da vari conventi qui esposti sono accessibili al pubblico per la prima volta in assoluto. La collezione comprende anche quadri antichi (XVI-XVII secolo), codici, manoscritti e altri oggetti di valore. Alcune delle imperdibili opere della collezione che danno rilievo al museo sono: Ortensio Crespi, San Francesco d’Assisi in estasi, inizio secolo XVII. Bottega di Antonio Rossellino, Madonna delle candelabre (o Madonna del lazzaretto), ultimo quarto secolo XV - primo quarto secolo XVI. Ritratto fotografico con ciocca di capelli e autografo di Alessandro Manzoni, secolo XIX. Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Il Velo della Veronica, metà secolo XVII. Jacopo Negretti detto Palma il Giovane, Angelo Annunciante e Madonna Annunciata, sec. XVI-XVII. Camillo Procaccini, Immacolata Concezione con san Francesco (Lilium inter spinas), ante 1599. Giuseppe Nuvolone, Santa Chiara d’Assisi con ostensorio e apparizione di Francesco d’Assisi, secolo XVII-XVIII. Ugo Gheduzzi, L'aratura, 1920 ca. Angelo Morbelli, Giardino alla Colma, 1911. Umberto Boccioni, Donna in poltrona, 1909 (Collezione Rusconi). Mario Sironi, Periferia, 1921-1923 (Collezione Rusconi). Filippo De Pisis, Palazzo Ducale, 1947 (Collezione Rusconi). Direttore: Rosa Giorgi Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Touring, Milano, 2005, p. 139, ISBN 9788836536535. Touring Club Italiano (a cura di), Milano, collana "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 590, ISBN 9770390107016. beni culturali - Museo dei Cappuccini Musei on line milanoguida themaprogetto Instagram @museodeicappuccinimilano Sito ufficiale, su museodeicappuccini.it. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo dei Cappuccini

Istituto dei Ciechi di Milano
Istituto dei Ciechi di Milano

L'Istituto dei Ciechi di Milano è un edificio storico di Milano situato in via Vivaio al civico 7. L'edificio fu costruito a partire dal 1892 su un terreno occupato perlopiù da giardini per fornire lo spazio necessario all'Istituto dei ciechi di Milano, fondato da Michele Barozzi. Il complesso, realizzato da Giuseppe Pirovano, ricorda per stile le ville suburbane neoclassiche del milanese, con un avancorpo scandito da tre ordini di lesene nella disposizione classica: dorico, ionico e corinzio, con il piano terreno decorato a bugnato liscio e il piano nobile con finestre a serliana. La facciata è sormontata da un grande timpano a fondo liscio. Notevoli sono l'atrio arricchito con busti e ritratti dei benefattori dell'ente e il salone dei concerti (Sala Barozzi) decorato da affreschi di elementi floreali e medaglioni con ritratti di famosi musicisti, nonché dotato di uno splendido organo Vegezzi-Bossi. Attilia Lanza, Marilea Somarè, Milano e i suoi palazzi - Porta Orientale, Romana e Ticinese, Milano, Libreria Meravigli editrice, 1992. Livia Negri, I palazzi di Milano: dall'edilizia rinascimentale fino alle creazioni dell'architetura del Novecento, arte, storia, aneddoti e curiosità dei grandi edifici della metropoli lombarda, Newton & Compton, 1998, ISBN 978-88-8289-013-1. Rossana Apicella, Milano com'è: la cultura nelle sue strutture dal 1945 a oggi : inchiesta, Feltrinelli, 1962. URL consultato il 20 febbraio 2023. Ville e palazzi di Milano Wikibooks contiene testi o manuali sulle disposizioni foniche degli organi a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto dei Ciechi di Milano