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Foro Buonaparte

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Milano Foro Buonaparte
Milano Foro Buonaparte

Foro Buonaparte è un anello stradale che si trova di fronte al Castello Sforzesco a Milano. Il progetto originario del Foro Buonaparte, redatto da Giovanni Antonio Antolini in epoca napoleonica, prevedeva la costruzione di una grande piazza circolare circondata da sontuosi edifici in stile neoclassico.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Foro Buonaparte (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Foro Buonaparte
Foro Buonaparte, Milano Municipio 1

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Foro Buonaparte
20121 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Museo d'arte e scienza

Il Museo d'Arte e Scienza di Milano, a due passi dal Castello Sforzesco, nasce nel 1990, per volontà del fisico tedesco Gottfried Matthaes. Ospita importanti collezioni d'Arte buddhista e africana ed una sezione didattica dedicata a Leonardo Da Vinci, ma il suo fiore all'occhiello è il percorso sul riconoscimento dell'autenticità nell'arte e nell'antiquariato. Ogni sala affronta un tema fondamentale: dalla pittura su tela e su legno alla ceramica da scavo, dai mobili d'antiquariato all'ambra e all'avorio, dagli argenti alle stampe e ai libri antichi, dagli arazzi ai tappeti, spiegando per ciascun argomento quali sono le caratteristiche che aiutano a riconoscere l'oggetto autentico da quello falso. Numerose sono inoltre le "test station", postazioni con microscopi, lenti d'ingrandimento, lampade speciali a disposizione per i visitatori per effettuare prove pratiche. La didattica del museo prevede inoltre un percorso speciale dedicato ai bambini. Altra particolarità del Museo d'Arte e Scienza è la presenza al suo interno di un laboratorio scientifico, visitabile su richiesta, dove vengono utilizzate le moderne strumentazioni che permettono di analizzare, studiare e datare la materia di cui sono fatti gli oggetti d'arte. La collezione d'arte buddhista si distingue per il numero e la qualità degli oggetti provenienti dalla Birmania e dalla Thailandia tanto da farla diventare la più importante raccolta italiana d'area indocinese. La collezione d'arte africana raccoglie invece oggetti soprattutto dalle regioni centro occidentali dell'area Sub-sahariana con oggetti di rara qualità provenienti dal Mali, dalla Costa d’Avorio e dalla Nigeria. A Leonardo Da Vinci sono invece dedicate due mostre didattiche: una al suo "Trattato della pittura", l'altra ai "vent'anni trascorsi a Milano". Il Museo è tradotto nelle principali lingue europee e dotato di testi in Braille. La sala conferenze "Sala degli Arazzi" ospita moltissimi eventi, presentazioni, conferenze ed eventi musicali. Le sale Leonardo al piano superiore ospitano mostre temporanee e corsi d'arte. Sebbene aperto nel 1990, le origini del museo sono molto più antiche: il suo fondatore, infatti, nacque a Dresda, in Germania, nel 1920 da una famiglia di antica tradizione artistica che nel 1906, grazie ai coniugi Matthaes – Kurau aprì a Dresda, allora centro dell'arte moderna europea, una scuola di pittura che successivamente fu trasferita a Berlino dove rimase attiva fino al 1936. La ricerca di nuove ispirazioni da parte degli artisti di quel periodo spiega la raccolta di alcune collezioni di cui si avvalse la scuola per uso didattico. Parte di tali collezioni sono ora esposte in questo museo, come quella di ceramica greco-romana, dichiarata dal Ministero dei Beni Culturali di eccezionale interesse storico-artistico. Gottfried Matthaes, oltre che acuto scienziato, fu un appassionato collezionista e non perse l'occasione, durante i suoi numerosi viaggi di lavoro, di raccogliere raffinati oggetti d'arte provenienti da molte parti del mondo. Nel 1990, cessata l'attività dedicata ai circuiti stampati, e mosso dal delicato tema dell'autenticità nell'arte, acquistò un'area di Palazzo Bonacossa, in piazza Castello a Milano, dove fondò il museo con il nome iniziale di "Musei Didattici per il riconoscimento del falso". Grazie alla sua formazione scientifica, nel 1992 brevetta un sistema innovativo per la datazione di oggetti in legno: la datazione con spettroscopia infrarossa. Nel 1993 il Museo prende il nome "Museo del Collezionista d'Arte" a sottolineare il suo esclusivo scopo di insegnare al collezionista di un oggetto d'arte a riconoscere un pezzo autentico da un oggetto falso attraverso basi oggettive e attraverso lo studio della materia. Nel 1996 il fondatore Gottfried Matthaes viene affiancato nella conduzione dal figlio Peter, dottore in chimica, che prende in mano la direzione del laboratorio scientifico. Poiché Gottfried Matthaes basa tutta la sua filosofia di vita sul connubio tra arte e scienza, il suo cammino evolutivo lo porta nel 2004 a trasformare il nome del Museo in "Museo d'Arte e Scienza". Nel 2010, in occasione dell'inaugurazione della mostra d'arte buddhista, avviene il primo restyling di alcune sale del museo che si conclude nel 2012. Sito ufficiale, su museoartescienza.com.

Contrada del Campo
Contrada del Campo

La Contrada del Campo è stata una contrada di Milano appartenente al sestiere di Porta Comasina. Il confine della contrada andava dall'angolo tra le vie Camperio e Cavenaghi a via Ponte Vetero, piazza del Carmine, via del Mercato fino alla Cerchia dei Navigli, e poi fino al moderno quartiere del Portello, dove confinava con il sestiere di Porta Vercellina: da cui il confine tornava all'angolo tra le vie Camperio e Cavenaghi. Tra le moderne vie Giuseppe Sacchi (all'epoca via del Foro, che richiama, nei suoi pressi, la presenza del Forum Romanum, ovvero del foro romano di Milano) e via Landolfo (all'epoca via del Castello, per la vicinanza del Castello Sforzesco) si trovava la chiesa di San Protaso al Castello. Per "campo", nel nome della contrada, si intendeva "Campo Marzio", ovvero l'area consacrata a Marte, dio della guerra, che era utilizzata per le esercitazioni militari. Qui sorgeva la Castra Praetoria, conosciuta anche con il nome di Castrum Portae Iovis, ovvero la caserma dei pretoriani, reparto militare che svolgeva compiti di guardia del corpo dell'imperatore e che sorgeva vicino a Porta Giovia romana, da cui il nome, nei pressi del moderno Castello Sforzesco. La zona più densamente popolata della contrada era quella nord-orientale, ovvero l'area compresa tra il torrente Nirone (che entrava in città dalla pusterla delle Azze), la strada per Como e la Cerchia dei Navigli: tutta questa zona era situata esternamente alle mura romane di Milano. I nomi delle vie del Mercato e delle Erbe, tuttora utilizzati a mai cambiati, testimoniano invece la presenza, in questa zona, in epoca romana, del Foro Holitorium, ovvero del mercato degli erbaggi dell'antica Mediolanum. Di questa contrada faceva parte il quartiere del Baggio (da non confondere con l'omonimo e moderno quartiere milanese, un tempo comune autonomo), di origini romane, che si sviluppava dal Rovello al Ponte Vetero e che derivava il suo nome dal latino volgare badaclum (e non, come si potrebbe credere, dall'omonima famiglia nobiliare di cui fece parte, tra gli altri, papa Alessandro II), che a sua volta aveva origine dal latino bada, vigiliae o excubie, ovvero "posto di guardia", a testimoniare la presenza, in epoca romana, di una postazione situata a difesa delle mura cittadine nei pressi di Porta Comasina romana, che sorgeva poco lontano. L'antico quartiere del Baggio è oggi attraversato da via Cusani, fino al 1865 limitata tra Foro Buonaparte e via Rovello e quindi non passante nel rione citato. Alessandro Colombo, I trentasei stendardi di Milano comunale (PDF), Milano, Famiglia Meneghina, 1935, ISBN non esistente. Milano Sestiere di Porta Comasina Contrade di Milano Nobile Contrada del Cordusio Contrada del Rovello Contrada dell'Orso (Milano) Contrada dei Fiori I sestieri e le contrade di Milano - Con le mappe delle antiche suddivisioni di Milano, su filcasaimmobili.it. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).

Chiesa di San Protaso al Castello

La chiesa di San Protaso al Castello, anche chiamata San Protaso in Campo intus, era una chiesa di Milano. Situata all'incirca sull'attuale incrocio tra via Landolfo e via Giuseppe Sacchi, è stata demolita nel 1786. Una prima chiesa con questo nome esisteva dal XII secolo sull'area attuale del Castello Sforzesco, demolita da Galeazzo II Visconti per far costruire il Castello di Porta Giovia: il suo nome "in Campo intus" derivava dal fatto che l'edificio si trovava dentro alle mura dell'epoca, per distinguerla dalla vicina Chiesa di San Protaso alle Tenaglie detta al contrario "in Campo foris" in quanto fuori dalle mura. La chiesa fu dunque ricostruita nel 1388 in una nuova posizione dove rimase fino al XVIII secolo: la chiesa si trovava all'epoca all'incrocio tra la contrada di San Protaso al Foro e il vicolo di San Protaso al Foro. Della nuova chiesa si hanno testimonianza da documenti relativi agli anni 1402, oltre che nelle visite del cardinale Federico Borromeo del 1610. La chiesa fu a capo all'omonima parrocchia fino alla soppressione di quest'ultima, avvenuta nell'anno della demolizione dell'edificio. L'aspetto delle chiesa del XIV secolo può venire parzialmente dedotto dai documenti delle visite pastorali del 1610: la chiesa si presentava di forma rettangolare "con qualche cappella laterale". Serviliano Latuada, Descrizione di Milano, vol. 5, Milano, 1738. Lorenzo Sonzogno, Vicende di Milano rammentate dai nomi delle sue contrade, Milano, 1835. Paolo Rotta, Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente, Milano, 1891. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano Chiesa di San Protaso alle Tenaglie