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Palazzo Cusini

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Milano palazzo Cusini facciata
Milano palazzo Cusini facciata

Il palazzo Cusini è un palazzo storico di Milano, sito in via Durini al civico 9.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Cusini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Cusini
Via Durini, Milano Municipio 1

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.464423 ° E 9.197816 °
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Indirizzo

Via Durini 9
20122 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Milano palazzo Cusini facciata
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Luoghi vicini

Colonna del Verziere
Colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (indicata anche come croce di San Martiniano) è un monumento manieristico-barocco di Milano, situato in Largo Augusto, costituito da un'elaborata colonna in granito di Baveno sovrastata da una statua di Cristo. Prende il nome dal Verziere (o Verzée), l'antico mercato ortofrutticolo che aveva sede attorno al luogo in cui sorge. La confraternita della Croce di Porta Tosa, dedicata a san Martiniano, esistente già nel 1579 nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo, stabilì di realizzare nello spiazzo prima del ponte di Porta Tosa una colonna votiva secondo i voleri dell'arcivescovo Carlo Borromeo. Nel 1580 si iniziò la raccolta di offerte per la realizzazione e si richiese un preventivo per la colonna. Vennero intanto poste le fondamenta del monumento, inserendo una tavoletta in marmo con la data 1581. A causa di disaccordi con i fornitori della colonna (forse dovuti a un guasto ellittico presente nel fusto, tuttora presente) ci fu un primo ritardo; alla ripresa dei lavori, forse per una controversia con l'autorità civile, ci fu la distruzione di parte delle opere realizzate per volere di Danese Figliodoni († 1591), senatore e all'epoca Grancancelliere di Milano. La confraternita seppellì le parti superstiti in attesa di potere procedere con i lavori. A seguito di una richiesta della confraternita il Senato di Milano concesse di poter completare la colonna; di fronte a nuove opposizioni, si ottenne un privilegio reale del 22 novembre 1607, osteggiato però dal governatore Pedro Enríquez de Acevedo. Nel marzo 1611 il nuovo governatore Juan Fernández de Velasco concesse subito quanto richiesto e la confraternita si attivò per far completare il monumento, incaricando l'ingegnere Aurelio Trezzi. Venne completata la base e si passò all'innalzamento della colonna il 9 luglio 1611. A ottobre dello stesso anno fu aggiunto sulla sommità anche il capitello. La statua del Redentore con croce, opera di Giovanni Battista Vismara, fu collocata solo nel 1673, sotto la direzione dell'architetto Giovanni Domenico Richini. Nel 1727 ci fu un restauro del basamento e nello stesso periodo furono tolti i cancelli in ferro che circondavano la colonna. Nel 1784 vennero soppresse le diverse confraternite, comprese le compagnie della Santa Croce a Milano. Nel 1786 la maggior parte delle colonne votive, considerate di intralcio alla circolazione, fu eliminata; nella relazione redatta dall'architetto Leopoldo Pollack era indicato il mantenimento della colonna del Verziere, con alcune modifiche alla base. Il 6 aprile 1848, dopo le Cinque giornate si fece voto di erigere un monumento a Porta Tosa, luogo dove era stata maggiore la lotta contro gli austriaci. Le vicende belliche resero però impossibile la realizzazione. Tra agosto e settembre 1858 la colonna del Verziere si inclinò sensibilmente, forse in seguito a problemi al piedistallo in conseguenza di un incidente nell'innalzamento della colonna nel 1611. Dopo alcuni studi, il monumento venne smontato, rinvenendo la tavoletta del 1581. Il Consiglio comunale il 14 ottobre 1859 decise il suo restauro che venne completato nel marzo 1860. Il 18 dello stesso mese, anniversario delle Cinque giornate, la colonna fu solonnemente consacrata come Colonna della Vittoria. In occasione dell'anniversario successivo, 18 marzo 1861, vennero inaugurate le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Una lapide in bronzo ricorda inoltre la dedicazione del 1860. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso la colonna fino al 1894. Il 18 marzo 1895 fu inaugurato il monumento alle Cinque Giornate. Nel 1927 la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell'originale. Nel 2017 la colonna è stata temporaneamente smantellata e rimossa per permettere la costruzione del Manufatto Augusto, importante cantiere per la costruzione della nuova Linea M4 della Metropolitana di Milano. Durante i lavori di smantellamento, è stato scoperto che il basamento nascondeva all'interno una colonna più antica di quella visibile. Un'ipotesi è che si tratta della "Ruvida Colonna" ricordata dallo storico Serviliano Latuada. P. Ghinzoni, La colonna di Porta Vittoria a Milano, Milano, 1887. S. Latuada, Descrizione di Milano, II, Milano, 1737, pp. 23-25. C. Romussi, La Colonna di Porta Vittoria, in Le Cinque Giornate. 1848, Milano, 1894, pp. 223-226. Colonne votive di Milano Monumento alle Cinque Giornate Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su colonna del Verziere

Casa della Cultura (associazione)

La Casa della Cultura è un'associazione culturale con sede in Milano, via Borgogna n.3. Fondata nel 1946 da Antonio Banfi e da un gruppo di intellettuali di estrazione antifascista (Elio Vittorini, Alberto Mondadori, Giulio Einaudi, Ernesto Nathan Rogers, Mario Borsa, Raffaele Mattioli e altri) venne inaugurata il 16 marzo 1946 da Ferruccio Parri. Primo presidente fu Cesare Musatti. Rossana Rossanda, che la diresse per oltre dieci anni, vi diede negli anni cinquanta uno straordinario impulso. La Casa della Cultura si affermò nell'immediato dopoguerra come il punto di riferimento della Milano colta e progressista: Elio Vittorini, che aveva fondato la rivista Il Politecnico era solito dire: "La Casa della Cultura è Il Politecnico parlato, Il Politecnico è la Casa della Cultura scritta". Il centro culturale di via Borgogna si avvaleva della collaborazione di Enzo Paci, Giulio Preti, Remo Cantoni, Dino Formaggio, Luciano Anceschi, tutti allievi di Banfi, e di altri prestigiosi studiosi come Ludovico Geymonat e Cesare Musatti, il padre della psicoanalisi italiana. Nella sala di via Borgogna, affettuosamente definita “il più famoso scantinato di Milano”, a due passi dal Duomo e dalla Scala, si discute di attualità politica e sociale, si ascoltano i protagonisti della vita culturale milanese, italiana e internazionale. Agli incontri in Casa della Cultura hanno partecipato i più famosi studiosi, scrittori e giornalisti italiani ed europei, da Norberto Bobbio a Massimo Cacciari, da Ugo Stille a Giorgio Bocca e Enzo Biagi, da Alberto Moravia a Sibilla Aleramo e Dacia Maraini, da Jean-Paul Sartre, a György Lukács, da Henri Lefebvre a Bertolt Brecht, Christopher Hill, Jürgen Habermas, Jacques Le Goff, Hans Küng, Zygmunt Bauman, Cvetan Todorov, Alain Touraine, Amira Hass, Serge Latouche, Yves Mény, Richard Sennet, Agnes Heller, e tanti altri. Negli ultimi quindici anni, con la direzione di Ferruccio Capelli, la Casa della Cultura si è mossa nell'obiettivo di stimolare e indirizzare le energie degli intellettuali milanesi verso il dialogo interculturale e di sollecitare la ricostruzione del pensiero critico e della cultura politica delle forze laiche e progressiste. Nel 2010 è stata fondata la Scuola di Cultura politica. Nel 2012 è stata fondata la casa editrice Edizioni Casa della Cultura. Nel 2015 è stato fondato il bimestrale viaBorgogna3 il magazine della casa della Cultura condiretto da Annamaria Abbate e Ferruccio Capelli.

Porta Tosa (medievale)
Porta Tosa (medievale)

Porta Tosa era una delle porte minori (chiamate anche "pusterle") poste sul tracciato medievale delle mura di Milano.. Demolita nel XVIII secolo, non deve essere confusa con l'omonima porta delle mura spagnole di Milano, che ha cambiato nome nel 1861 in Porta Vittoria. Nel Museo d'arte antica del Castello sforzesco è conservato un bassorilievo medioevale del XII secolo che fino al 1848 si trovava sopra l'arcata della distrutta Porta Tosa medievale raffigurante una donna che si "tosa" il pelo del pube. La leggenda vuole che rappresenti con scherno la moglie dell'imperatore Federico Barbarossa (che aveva raso al suolo Milano) da cui, per tradizione popolare, il nome della porta; un'altra leggenda racconta che una delegazione milanese si recò a Costantinopoli chiedendo aiuto per la ricostruzione della città distrutta dal Barbarossa, ma l'imperatrice Leobissa negò gli aiuti e i milanesi la raffigurarono come una prostituta nell'atto di radersi e la posero sulla porta più orientale. Una diversa interpretazione che spiega l'origine del nome di Porta Tosa è collegata alla presunta presenza nei suoi pressi di sculture apotropaiche dell'area celtica che mostrano donne che esibiscono la vulva. L'ipotesi sostenuta dagli storici vuole che Porta Tosa medievale prenda il nome da Porta Tosa romana (lat. Porta Tonsa): quest'ultima era situata lungo le mura romane di Milano nella moderna via Rastrelli, poco prima del suo incrocio con via Larga, nei pressi quindi del porto fluviale romano di Milano, da cui il nome della porta (tonsa in latino significa "remo"). . Porta Tosa medievale fu demolita intorno all'anno 1790. Anasyrma Porta Vittoria (Milano)