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Porta Tosa (medievale)

Pagine con mappePorte di Milano
Milano, Castello sforzesco Donna impudica sec. XII da Porta Tosa Foto Giovanni Dall'Orto 6 gen 2007 01
Milano, Castello sforzesco Donna impudica sec. XII da Porta Tosa Foto Giovanni Dall'Orto 6 gen 2007 01

Porta Tosa era una delle porte minori (chiamate anche "pusterle") poste sul tracciato medievale delle mura di Milano.. Demolita nel XVIII secolo, non deve essere confusa con l'omonima porta delle mura spagnole di Milano, che ha cambiato nome nel 1861 in Porta Vittoria. Nel Museo d'arte antica del Castello sforzesco è conservato un bassorilievo medioevale del XII secolo che fino al 1848 si trovava sopra l'arcata della distrutta Porta Tosa medievale raffigurante una donna che si "tosa" il pelo del pube. La leggenda vuole che rappresenti con scherno la moglie dell'imperatore Federico Barbarossa (che aveva raso al suolo Milano) da cui, per tradizione popolare, il nome della porta; un'altra leggenda racconta che una delegazione milanese si recò a Costantinopoli chiedendo aiuto per la ricostruzione della città distrutta dal Barbarossa, ma l'imperatrice Leobissa negò gli aiuti e i milanesi la raffigurarono come una prostituta nell'atto di radersi e la posero sulla porta più orientale. Una diversa interpretazione che spiega l'origine del nome di Porta Tosa è collegata alla presunta presenza nei suoi pressi di sculture apotropaiche dell'area celtica che mostrano donne che esibiscono la vulva. L'ipotesi sostenuta dagli storici vuole che Porta Tosa medievale prenda il nome da Porta Tosa romana (lat. Porta Tonsa): quest'ultima era situata lungo le mura romane di Milano nella moderna via Rastrelli, poco prima del suo incrocio con via Larga, nei pressi quindi del porto fluviale romano di Milano, da cui il nome della porta (tonsa in latino significa "remo"). . Porta Tosa medievale fu demolita intorno all'anno 1790. Anasyrma Porta Vittoria (Milano)

Estratto dall'articolo di Wikipedia Porta Tosa (medievale) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Porta Tosa (medievale)
Via Francesco Sforza, Milano Municipio 1

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Milano, Castello sforzesco Donna impudica sec. XII da Porta Tosa Foto Giovanni Dall'Orto 6 gen 2007 01
Milano, Castello sforzesco Donna impudica sec. XII da Porta Tosa Foto Giovanni Dall'Orto 6 gen 2007 01
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Biblioteca comunale centrale di Milano
Biblioteca comunale centrale di Milano

La Biblioteca Comunale Centrale di Milano (conosciuta come Biblioteca Sormani) è la principale sede del sistema bibliotecario comunale del capoluogo meneghino, situata in corso Porta Vittoria 6. La biblioteca è ospitata all'interno di Palazzo Sormani, da cui uno dei nomi con cui è conosciuta la biblioteca. La Biblioteca Comunale Centrale di Milano fu fondata alla fine del XIX secolo all'interno di Palazzo Marino, dove rimase fino al 1909, quando venne trasferita nel Palazzo dei Giureconsulti. Dopo essere stata ospitata per un breve periodo all'interno del Museo civico di storia naturale di Milano, nel 1914 fu trasferita nel Castello Sforzesco. Rimase all'interno del Castello Sforzesco fino al 10 marzo 1956, quando venne inaugurata l'attuale sede di Palazzo Sormani. La biblioteca ha una vasta collezione di volumi, il catalogo ne conta più di 650.000; si occupa di tutti i campi del sapere ed è quindi una biblioteca di carattere generale, anche se mantiene una gran quantità di testi nell'ambito delle scienze umanistiche, giuridiche e artistiche. I giornali rilegati catalogati con segnatura Q PER e i periodici in cartaceo sono conservati presso il deposito staccato di via Quaranta 43, deposito ora accessibile solo su prenotazione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biblioteca centrale comunale di Milano Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Sito ufficiale, su milano.biblioteche.it. Biblioteca comunale centrale di Milano, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico. Biblioteca comunale centrale di Milano, su Sistema archivistico nazionale, Istituto centrale per gli archivi.

Sede direzionale AEM
Sede direzionale AEM

La sede direzionale AEM è un edificio storico di Milano che ospita gli uffici dell'ex Azienda Elettrica Municipale (AEM, ora A2A), sito nel centro della città in corso di Porta Vittoria al civico 4. L'edificio venne progettato nell'immediato dopoguerra dall'architetto Antonio Cassi Ramelli, come sede dell'Azienda Elettrica Municipale (AEM). Il nuovo edificio inglobò alcune parti dell'antico Luogo Pio Trivulzio, semidistrutto dai bombardamenti del 1943, che già dal 1910 ospitava gli uffici dell'AEM. La costruzione iniziò nel 1947 e si concluse l'anno successivo. Il complesso occupa un intero isolato, delimitato da corso di Porta Vittoria e dalle vie Francesco Sforza, San Giovanni in Conca e della Signora. L'ingresso principale prospetta sul corso di Porta Vittoria, sull'ala dell'edificio costruita ex novo; le parti restanti, al contrario, inglobano alcuni frammenti della costruzione preesistente, sopravvissuti agli eventi bellici. L'ala di nuova costruzione ha pianta in forma di “L”, che delimita un piccolo spazio verde, struttura portante in calcestruzzo armato, e conta cinque piani fuori terra. Le facciate sono bipartite fra un basamento rivestito in marmo e il volume superiore, in intonaco tinteggiato in colore giallo-ocra, analogamente all'adiacente palazzo Sormani. Le finestre dei piani superiori sono inquadrate in una griglia rivestita in pietra, secondo un disegno che denuncia influenze perretiane. I corpi laterali presentano facciate di disegno più semplice, per la necessità di integrare i frammenti sopravvissuti della costruzione preesistente, ma anche perché la sezione ristretta delle strade su cui prospettano obbliga ad una visione di scorcio. Gli interni vennero progettati con spazi ampi, suddivisibili a piacere mediante pareti mobili; sul tetto fu prevista una terrazza panoramica con vista sulle guglie del Duomo, che tuttavia venne chiusa al pubblico dopo pochi anni. Elisabetta Susani (a cura di), Cassi Ramelli. L’eclettismo della ragione, Milano, Jaca Book, 2005, ISBN 88-16-60339-9. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla sede direzionale AEM Palazzo direzionale sede dell’AEM, su lombardiabeniculturali.it.

Colonna del Verziere
Colonna del Verziere

La Colonna del Verziere (indicata anche come croce di San Martiniano) è un monumento manieristico-barocco di Milano, situato in Largo Augusto, costituito da un'elaborata colonna in granito di Baveno sovrastata da una statua di Cristo. Prende il nome dal Verziere (o Verzée), l'antico mercato ortofrutticolo che aveva sede attorno al luogo in cui sorge. La confraternita della Croce di Porta Tosa, dedicata a san Martiniano, esistente già nel 1579 nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo, stabilì di realizzare nello spiazzo prima del ponte di Porta Tosa una colonna votiva secondo i voleri dell'arcivescovo Carlo Borromeo. Nel 1580 si iniziò la raccolta di offerte per la realizzazione e si richiese un preventivo per la colonna. Vennero intanto poste le fondamenta del monumento, inserendo una tavoletta in marmo con la data 1581. A causa di disaccordi con i fornitori della colonna (forse dovuti a un guasto ellittico presente nel fusto, tuttora presente) ci fu un primo ritardo; alla ripresa dei lavori, forse per una controversia con l'autorità civile, ci fu la distruzione di parte delle opere realizzate per volere di Danese Figliodoni († 1591), senatore e all'epoca Grancancelliere di Milano. La confraternita seppellì le parti superstiti in attesa di potere procedere con i lavori. A seguito di una richiesta della confraternita il Senato di Milano concesse di poter completare la colonna; di fronte a nuove opposizioni, si ottenne un privilegio reale del 22 novembre 1607, osteggiato però dal governatore Pedro Enríquez de Acevedo. Nel marzo 1611 il nuovo governatore Juan Fernández de Velasco concesse subito quanto richiesto e la confraternita si attivò per far completare il monumento, incaricando l'ingegnere Aurelio Trezzi. Venne completata la base e si passò all'innalzamento della colonna il 9 luglio 1611. A ottobre dello stesso anno fu aggiunto sulla sommità anche il capitello. La statua del Redentore con croce, opera di Giovanni Battista Vismara, fu collocata solo nel 1673, sotto la direzione dell'architetto Giovanni Domenico Richini. Nel 1727 ci fu un restauro del basamento e nello stesso periodo furono tolti i cancelli in ferro che circondavano la colonna. Nel 1784 vennero soppresse le diverse confraternite, comprese le compagnie della Santa Croce a Milano. Nel 1786 la maggior parte delle colonne votive, considerate di intralcio alla circolazione, fu eliminata; nella relazione redatta dall'architetto Leopoldo Pollack era indicato il mantenimento della colonna del Verziere, con alcune modifiche alla base. Il 6 aprile 1848, dopo le Cinque giornate si fece voto di erigere un monumento a Porta Tosa, luogo dove era stata maggiore la lotta contro gli austriaci. Le vicende belliche resero però impossibile la realizzazione. Tra agosto e settembre 1858 la colonna del Verziere si inclinò sensibilmente, forse in seguito a problemi al piedistallo in conseguenza di un incidente nell'innalzamento della colonna nel 1611. Dopo alcuni studi, il monumento venne smontato, rinvenendo la tavoletta del 1581. Il Consiglio comunale il 14 ottobre 1859 decise il suo restauro che venne completato nel marzo 1860. Il 18 dello stesso mese, anniversario delle Cinque giornate, la colonna fu solonnemente consacrata come Colonna della Vittoria. In occasione dell'anniversario successivo, 18 marzo 1861, vennero inaugurate le targhe in bronzo con i nomi di 352 caduti del 1848. Una lapide in bronzo ricorda inoltre la dedicazione del 1860. Le celebrazioni in ricordo del 18 marzo 1848 si tennero presso la colonna fino al 1894. Il 18 marzo 1895 fu inaugurato il monumento alle Cinque Giornate. Nel 1927 la statua del Redentore in ceppo fu sostituita da una copia in bronzo ottenuta da un calco dell'originale. Nel 2017 la colonna è stata temporaneamente smantellata e rimossa per permettere la costruzione del Manufatto Augusto, importante cantiere per la costruzione della nuova Linea M4 della Metropolitana di Milano. Durante i lavori di smantellamento, è stato scoperto che il basamento nascondeva all'interno una colonna più antica di quella visibile. Un'ipotesi è che si tratta della "Ruvida Colonna" ricordata dallo storico Serviliano Latuada. P. Ghinzoni, La colonna di Porta Vittoria a Milano, Milano, 1887. S. Latuada, Descrizione di Milano, II, Milano, 1737, pp. 23-25. C. Romussi, La Colonna di Porta Vittoria, in Le Cinque Giornate. 1848, Milano, 1894, pp. 223-226. Colonne votive di Milano Monumento alle Cinque Giornate Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su colonna del Verziere