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Memoriale della Shoah

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Memoriale della Shoah di Milano
Memoriale della Shoah di Milano

Il memoriale della Shoah è un'area museale di Milano dedicata al ricordo delle vittime dell'olocausto in Italia. È ubicata sotto la stazione centrale, a piano strada, di fronte al palazzo delle ex regie poste, ed è stata ideata con lo scopo di « [...] realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse...» che si estende su una superficie di 7.060 m², per la maggior parte al piano terreno.Dal cosiddetto "binario 21", al quale in precedenza erano caricati e scaricati solo i treni postali, centinaia di ebrei, partigiani e deportati politici venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenbürg, Fossoli e Bolzano. Si conosce il numero dei convogli RSHA partiti dal binario 21, che furono 20 (12 di soli ebrei, 5 di politici e 3 di misti); si hanno invece solo dati frammentati circa i deportati, ad esempio è certo che in un convoglio partito nel gennaio 1944 si trovavano 605 passeggeri, dei quali si conosce anche la sorte. Il memoriale, promosso dalla Fondazione Memoriale della Shoah, presieduta da Ferruccio de Bortoli, è stato inaugurato il 27 gennaio 2013. la carica di presidente è poi passata nel marzo 2018 ad uno dei principali promotori dell'istituzione del memoriale, di cui era vicepresidente fin dalla fondazione, Roberto Jarach, figlio di Guido Jarach e nipote di Federico Jarach, note figure della imprenditoria industriale italiana e della comunità ebraica milanese, tra i fondatori di Assolombarda e della Federazione delle industrie metallurgiche (l’attuale Federmeccanica). A causa delle leggi razziali la famiglia fu costretta a cedere la sua azienda, le Rubinetterie Riunite, all’Edison, di cui non rientrò più in possesso neanche alla fine della guerra. La famiglia, scampata all'eccidio nazista di Meina si rifugiò in Svizzera dove, nel 1944, nacque Roberto.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Memoriale della Shoah (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Memoriale della Shoah
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Memoriale della Shoah di Milano
Memoriale della Shoah di Milano
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Luoghi vicini

Cascina Pozzobonelli
Cascina Pozzobonelli

La Cascina Pozzobenelli era una cascina di Milano risalente al XV secolo. Dell'originario complesso sorto in aperta campagna rimangono oggi pochi resti inclusi nel tessuto urbano nei pressi della Stazione Centrale. La cascina fu costruita come residenza di campagna da Gian Giacomo Pozzobonelli in epoca sforzesca. I terreni furono acquistati negli anni sessanta del Quattrocento e su di essi venne dato inizio alla costruzione della villa che nacque forse sul luogo di un preesistente convento. Nella stessa epoca la potente famiglia dei Pozzobonelli, feudatari di Arluno, faceva edificare, sempre in forme rinascimentali di stampo bramantesco, il Palazzo Pozzobonelli-Isimbardi in Via dei Piatti (attuale civico 4) e il Palazzo Pozzobonelli nel comune di Vermezzo. La cascina era costituita da un fabbricato a pianta rettangolare con due ampi cortili e vasti saloni; al di sotto si trovavano due ampie cripte semi interrate di otto volte ciascuna sostenute da colonne con capitelli rozzi e difformi. L'ampiezza delle cripte e dei saloni al piano terreno suggeriscono che la costruzione del fabbricato fosse iniziata con una certa larghezza di mezzi ma che poi non sia stata portata a termine. Dal lato nord, attraverso una porta incorniciata di terracotta con semplice decorazioni, si dipartiva un portichetto a dieci arcate, terminante con una cappella ottagonale, unica parte dell'edificio giunta fino a noi insieme a un breve tratto del portichetto. Il declino della proprietà cominciò con la morte del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano, avvenuta nel 1783. la gran parte del complesso fu demolita in più riprese fra il 1898, con l'apertura del viale Andrea Doria, ed il 1907, anno di inizio della costruzione dell'attuale Stazione Centrale. Attualmente è visibile, dal lato sud di Piazza Luigi di Savoia, l'originaria cappella della villa, con parte del portico che la collegava al palazzo. Il portico presenta colonne in pietra con capitelli a motivi vegetali, che sorreggono quattro delle dieci originarie arcate a tutto sesto in cotto. La cappella presenta tre absidi semicilindriche, sormontate da un tamburo ottagonale aperto da oculi e concluso dalla lanterna. L'architettura dell'edificio rimanda ai modi di Donato Bramante, ed in particolare al tiburio di Santa Maria delle Grazie. All'interno dell'oratorio e sulle mura del portico sono presenti graffiti a monocromo, molto deperiti. Carlo Fumagalli, Diego Sant'Ambrogio, Luca Beltrami, La cascina Pozzobonelli nei Corpi Santi di Porta Orientale, in Reminiscenze di storia ed arte nel suburbio e nella città di Milano, Milano, Tipografia Pagnoni, 1891. Sylvia Ponticelli Righini, Nuove indagini sulla cascina Pozzobonelli a Milano, in Arte Lombarda, n. 86/87, 1988, pp. 114-126 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014). Guida d'Italia, Milano, Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2005. M.C. Passoni, J. Stoppa, Il tardogotico e il rinascimento, in "Itinerari di Milano e provincia", Provincia di Milano, MIlano, 2000 scheda architettonica del SIRBeC - Sistema Informativo dei Beni Culturali della Regione Lombardia, Milano, 2011. Ville e palazzi di Milano Rinascimento lombardo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cascina Pozzobonelli

Sondrio (metropolitana di Milano)
Sondrio (metropolitana di Milano)

Sondrio è una stazione della linea M3 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata il 12 maggio 1991, come capolinea del prolungamento proveniente da Centrale FS. Rimase capolinea fino al 16 dicembre 1995, quando venne attivato il prolungamento fino alla stazione di Zara La fermata rimase chiusa al pubblico tra il 19 e il 27 settembre 2010 a causa di una esondazione del fiume Seveso, che allagò la tratta Maciachini-Repubblica. Sempre a causa dell'esondazione del Seveso, la stazione è stata chiusa dal 15 al 16 novembre 2014. Sondrio, come tutte le altre stazioni della linea M3, è accessibile ai disabili. Rientra inoltre dall'area urbana della metropolitana milanese. Sorge sotto viale Sondrio, da cui prende il nome. È presente un'uscita all'interno di un palazzo, mentre le altre si trovano tutte in via Melchiorre Gioia. La stazione di Sondrio dista 694 metri da Centrale FS. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, filoviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata filobus (Sondrio M3, linee 90, 91 e 92) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata La stazione appare in una scena del film Anni 90 (1992). Pietro Ferrari, Milano ha la linea 3, in "I Treni Oggi", anno XI, n. 106 (luglio-agosto 1990), pp. 16–22. ISSN 0392-4602 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sondrio

Santuario di San Camillo de Lellis (Milano)
Santuario di San Camillo de Lellis (Milano)

Il santuario di San Camillo De Lellis o della Madonna della Salute è un luogo di culto cattolico di Milano che si trova nell'omonima piazza all'angolo fra via Boscovich e via Lepetit, nel Municipio 3; la chiesa, affidata ai chierici regolari ministri degli infermi, rientra all'interno del territorio della parrocchia di San Gregorio Magno, appartenente al decanato Venezia, nella zona pastorale I dell'arcidiocesi di Milano. Nel 1594 Padre Camillo de Lellis e alcuni suoi religiosi giunsero a Milano su chiamata dell'arcivescovo Gaspare Visconti per servire i malati dell'Ospedale Ca' Granda. I Crociferi, come venivano allora chiamati (oggi detti popolarmente camilliani), dopo oltre duecento anni di presenza nella città, dedicata prevalentemente all'assistenza nelle case dei malati agonizzanti, con le soppressioni napoleoniche furono costretti a lasciare Milano nel 1800. Vi ritornarono però nel 1896 su chiamata del beato cardinale Andrea Carlo Ferrari. Poiché non fu possibile rientrare in possesso della propria chiesa, da essi costruita nel XVIII secolo in via Durini (Santa Maria della Sanità) e nel frattempo affidata al clero secolare, decisero di costruire in via Boscovich una chiesa dedicata nuovamente alla Madonna della Salute, su progetto dell'architetto mons. Spirito Maria Chiappetta. Il 1º gennaio 1900 lo stesso cardinal Ferrari benedisse la prima pietra. L'inaugurazione avvenne il 15 luglio 1912 e la consacrazione solenne il 30 ottobre 1937 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster. Edificato in stile neogotico, il santuario si presenta intonacato nella parte superiore e a mattoni a vista nella parte inferiore. Al centro della facciata si trova una guglia–campanile in mattoni, con contrafforti e nicchie in marmo bianco. In mattoni anche il portale, il pronao, le grandi finestre a trifora con colonnine e i rosoni in marmo botticino. La costruzione centrale con le quattro guglie, gli specchi ad archetti ricorrenti in cemento bianco, presenta un'elegante armonia. Sulle mensole esterne si trovano sei statue in marmo di Carrara, opere dell'artigiano Mario Pelletti. L'interno a tre navate è illuminato da un gioco cromatico con figure di Santi, simboli e decorazioni delle centoventitré vetrate del pittore Eugenio Cisterna. Nell'ampia vetrata delle tribune e nell'apoteosi del suo altare vi è rappresentato San Camillo. La navata centrale si presenta ampia e slanciata verso l'alto mentre quelle laterali sono più strette, sopra le quali vi sono eleganti tribune con parapetti a traforo, sovrastati da trifore con ricami a ventaglio. Le dodici colonne in marmo rosa del Garda, che vanno concentrandosi simmetricamente nel tiburio che incornicia la vetrata policroma della Madonna della Salute, poggiano su basamenti ottagonali che terminano con capitelli differenti in gesso, da cui partono nervature sottili e slanciate che si intrecciano nella volta moltiplicandosi e diramandosi. Sui muri perimetrali vi è la Via Crucis lignea, con più di 500 figure scolpite da fratel Annibale Pagnoni degli Artigianelli di Monza. A destra si trova l'altare della Madonna del Carmelo e, di fronte, quello di San Giuda Taddeo. Più al centro, a destra, è presente l'altare di San Camillo e, a sinistra, quello del Sacro Cuore. Il moderno altare maggiore si trova in un'ampia abside, dove si trova in alto la Cappella della Madonna della Salute con un gotico altare in legno dorato. Sulle due tribune ai lati dell'abside trova luogo l'organo a canne Tamburini opus 312, costruito nel 1952. Lo strumento è a trasmissione elettropneumatica ed il suo materiale fonico è racchiuso all'interno di due casse espressive indipendenti; la sua consolle è mobile indipendente ed è situata a pavimento nella navata; essa dispone di due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. Di seguito la disposizione fonica: Ferruccio Valente, I Padri Camilliani a Milano: note storiche, Verona, Tipografia Camilliana, 1912, ISBN non esistente (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2014). Mario Vanti, I Camilliani, il Manzoni e la peste del 1630, Milano, L'apostolato camilliano, 1930, ISBN non esistente. Catalogo degli organi costruiti dalla Pontificia fabbrica d'organi Comm. Giovanni Tamburini, dal 1893 al 1973, Castelnuovo d'Asti, ISBS, 1977, ISBN non esistente. Gianfranco Radice, I Cardinali Ferrari e Schuster e altri Grandi nella cronaca domestica dei Crociferi o Camilliani edificatori in Milano di Santa Maria della Sanità (PDF), Milano, Centro Stampa Cami, 1990, ISBN non esistente. URL consultato il 20 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2013). Maurizio de Filippis, Elisabetta Zanarotti Tiranini, San Camillo de Lellis e l'Ordine dei Ministri degli Infermi nella storia della Chiesa di Milano, Milano, Ares, 2009 (stampa 2010), ISBN 978-88-8155-486-7. Chiara Giacobelli, 1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita, Milano, Newton Compton Editori, 2013, ISBN 88-541-4141-0. Olivari Stefano & Giulia Brasca, Milano 360°, Locarno, OlliService Multimedia, 2015, ISBN 88-940430-8-8. Wikibooks contiene testi o manuali su santuario di San Camillo de Lellis Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario di San Camillo de Lellis Pagina ufficiale Santuario San Camillo De Lellis Parrocchia S. Camillo De Lellis, su to.chiesadimilano.it. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2014). Santuario della Madonna della Salute, su agendamilano.com. URL consultato l'11 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2013). Santuario di San Camillo de Lellis, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.