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AOU Città della Salute e della Scienza

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L'Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, conosciuta anche come Città della Salute e della Scienza, costituita nel 2012, riunisce quattro Regional Hospitals (Molinette, CTO, Ospedale infantile Regina Margherita e Ospedale Sant'Anna) , ed è il polo sanitario più grande d'Italia e d'Europa. Le strutture ospedaliere sono ubicate nella zona sud-est di Torino, situata attualmente nella Circoscrizione 8 (già nella 9 fino al 2016), precedentemente chiamata “zona Ospedali” (zòna Ospedaj), all'interno del quartiere Nizza Millefonti, ricca di presidi sanitari e di ospedali, tra i quali spicca quello delle Molinette (da cui prende nome anche l'omonima zona e stazione metropolitana Carducci-Molinette). In attuazione del Piano sociosanitario della Regione Piemonte, la Città della Salute e della Scienza è il polo sanitario più grande a livello nazionale ed europeo con circa 9.500 dipendenti. Istituita nel 2012 con la legge della Regione Piemonte del 19 giugno 2012, n. 45, è costituita dalla seguenti strutture sanitarie: Ospedale Molinette: il quarto ospedale d'Italia per dimensioni, il primo per indici di complessità dell'attività sanitaria. Ospedale San Lazzaro: dermatologico Ospedale San Giovanni Antica Sede Ospedale San Vito situato nella zona precollinare di Torino Ospedale infantile Regina Margherita Ospedale ostetrico ginecologico Sant'Anna Centro traumatologico ortopedico e di malattie sociali e del lavoro (CTO) Unità Spinale Unipolare (USU) Il Polo Molinette è inoltre sede della Scuola di Medicina dell'Università di Torino. Dal 2017 è stato approvato il progetto per la costruzione di un comprensorio denominato "Parco della Salute" di Torino, situato nell'Area ex-Avio, ai piedi del Grattacielo della Regione Piemonte, e che dovrebbe sostituire l'attuale circuito sanitario, con la relativa graduale dismissione di alcuni ospedali della zona. Il progetto è in corso di discussione e di autorizzazione ministeriale, e dovrebbe prevedere un polo universitario didattico, strutture sanitarie più moderne, giardini interni e residenze per gli operatori medici, un passante per la stazione ferroviaria di Torino Lingotto, una rotonda sotterranea. Carducci-Molinette Centro traumatologico ortopedico (Torino) Ospedale infantile Regina Margherita Ospedale Molinette Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Città della Salute e della Scienza Sito ufficiale, su cittadellasalute.to.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia AOU Città della Salute e della Scienza (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

AOU Città della Salute e della Scienza
Piazza Camillo Bozzolo, Torino Circoscrizione 8

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Luoghi vicini

Deposito locomotive di Torino Smistamento
Deposito locomotive di Torino Smistamento

Il deposito locomotive di Torino Smistamento è un'infrastruttura di ricovero, sosta, manutenzione e rifornimento di locomotive elettriche e Diesel delle Ferrovie dello Stato. Si trova in Via Chisola, a Torino, nei pressi della stazione Carducci-Molinette della metropolitanae del deposito GTT nizza Il deposito locomotive Smistamento ebbe origine poco tempo dopo la costituzione delle Ferrovie dello Stato sostituendo quello ormai insufficiente di Torino Porta Nuova e divenne completamente operativo nel 1911. Prese il nome dal fatto che venne utilizzata l'area periferica della città ove si trovava l'ampio piazzale merci. Fu costruita una rimessa circolare coperta a 51 stalli dotata di una piattaforma girevole. Per disporre di maggiore possibilità operativa venne presto ampliato con un'altra piattaforma girevole e una rimessa circolare da 20 posti per le locomotive a vapore del servizio merci. Per le operazioni di riparazione e manutenzione vennero costruiti anche due capannoni in prossimità dotati di ponte trasbordatore. A partire dal 1917 in conseguenza dell'elettrificazione in trifase la seconda piattaforma e la relativa rimessa circolare divennero adibite al ricovero delle locomotive trifase. Nel 1961, in seguito all'abolizione del sistema e alla trasformazione a corrente continua l'infrastruttura fu convertita al ricovero e alla riparazione delle locomotive a corrente continua. Negli anni trenta in seguito all'avvento delle automotrici Diesel e soprattutto con la consegna degli autotreni ATR 100 divenne necessaria la costruzione di un'infrastruttura dedicata; fu costruito un capannone a 3 binari della lunghezza sufficiente al ricovero di ciascun treno completo. Dopo la radiazione degli ATR 100 la struttura fu utilizzata per le riparazioni e la manutenzione dei mezzi di trazione Diesel. Dopo l'eliminazione della trazione a vapore le infrastrutture relative vennero adibite alle locomotive Diesel. In atto l'impianto è classificato tra le OMR cioè è un impianto che esegue "medie riparazioni", si occupa di manutenzioni dette di primo e di secondo livello, del rialzo della cassa, della sostituzione delle sale motrici ed altre eventuali operazioni necessarie. Trenitalia ha elaborato un progetto, legato a un investimento di oltre 150 milioni di euro, per rendere Torino Smistamento il polo della manutenzione dei treni di tutto il Nord-Ovest. Mario Borio, Angelo Nascimbene e Ivan Pavan (a cura di), Il Deposito Locomotive di Torino Smistamento - Cento anni, Bussoleno, libretto edito a cura del FerAlp Team, 2011. Trenitalia, Porte aperte a Torino Smistamento, cento anni 1911-2011, testi Mario Borio, immagini Angelo Nascimbene, progetto grafico Ivan Pavan. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Deposito locomotive di Torino Smistamento Deposito Locomotive di Torino Smistamento Archiviato il 12 gennaio 2016 in Internet Archive..

Ospedale infantile Regina Margherita

L'ospedale infantile Regina Margherita (OIRM) di Torino, con l'ospedale ostetrico-ginecologico Sant'Anna, costituisce un presidio ospedaliero di rilievo nazionale ad alta specializzazione materno-infantile. Fa parte dell'AOU Città della Salute e della Scienza. L'ospedale Regina Margherita è specializzato nella prevenzione, diagnosi e cura delle varie malattie dell'età infantile ed insieme al Dipartimento di scienze pediatriche e dell'adolescenza, la scuola di specialità in neuropsisichiatria infantile, i corsi di laurea in infermieristica pediatrica e terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino, viene una qualificante attività assistenziale, di didattica e ricerca scientifica. L'ospedale, con la presenza di tutte le specialità mediche, chirurgiche e diagnostiche è centro di riferimento per neonati, bambini e adolescenti per le patologie più complesse, rare e croniche. Fornisce prestazioni di alta specializzazione pediatrica, in considerazione della presenza delle specialità quali l'onco-ematologia e il centro trapianti cellule staminali, la cardiologia interventistica e la cardiochirurgia, la neurochirurgia, il centro trapianti di rene e cuore, il centro grandi ustionati, la chirurgia neonatale. Sono in continuo sviluppo le attività di rete che vedono nell'OIRM il centro di riferimento: Rete Audiologica per gli impianti cocleari, rete di Telemedicina Pneumologica per l'assistenza all'insufficienza respiratoria cronica dei pazienti in età evolutiva. Inoltre è inserito nella rete Oncologica del Piemonte e Valle d'Aosta, rete Malattie Rare, rete Trapianto d'Organo Pediatrico, rete Allergologica. Con i suoi professionisti, l'ospedale infantile Regina Margherita da tempo si impegna perché i bambini e ragazzi riescano a trovare un ambiente che risponda il più possibile ai loro bisogni, abbiano vicino genitori e amici e possano incontrare persone in grado di aiutarli a conoscere, affrontare ed accettare la complessità che li circonda. Animatrici, insegnanti, volontari, clown sono dei preziosi alleati di medici e infermieri, e garantiscono l'attività ludica e scolastica, momenti di intrattenimento e la realizzazione di progetti di umanizzazione. Dipartimento funzionale DEA - emergenza e accettazione Pediatria d'urgenza Osservazione Breve Intensiva Anestesia e Rianimazione Anestesia e Rianimazione Cardio e Trapianti Abuso e Maltrattamento Minori (Bambi) Dipartimento funzionale oncologia Oncoematologia e Centro Trapianti Ematologia Radioterapia Dipartimento pediatria specialistica e neuropsichiatria Dipartimento chirurgia generale e specialistica pediatrica Dipartimento diagnostica e servizi L'ospedale Ostetrico Ginecologico S. Anna si trova in Corso Spezia 60 a Torino. Il presidio Sant'Anna è specializzato sui problemi legati alle fasi riproduttive della donna, alla gravidanza e al parto, e su quelli relativi alle patologie della sfera genitale femminile e della mammella. Le emergenze sanitarie in ostetricia e ginecologia sono effettuate dal Pronto Soccorso del S. Anna, ed è sede del trasporto neonatale avanzato di Torino. Annualmente circa 7500 donne partoriscono in questo ospedale. È sede del Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, del Dipartimento di Scienze Pediatriche e Adolescenza e del corso di Laurea in Ostetricia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino. L'Ospedale si trova in Piazza Polonia 94 ed è raggiungibile con i seguenti mezzi pubblici: Stazione Spezia M1 Linee 17, 17/, 34, 42, 45, 45/, 74 AOU Città della Salute e della Scienza Luoghi d'interesse a Torino

Condominio 25 verde
Condominio 25 verde

Il Condominio 25 Verde è un edificio residenziale di Torino. Rappresenta il primo esperimento di bioarchitettura ecosostenibile in città su progetto di Luciano Pia. L’edificio è situato a pochi passi dal Parco del Valentino e dal Centro Storico Fiat. Il progetto, la cui ideazione iniziò nel 2007, nasce dall'esigenza di realizzare un nuovo edificio residenziale a completamento di un isolato urbano caratterizzato da una particolare varietà edilizia. L’intervento è concentrato all'interno del perimetro dell'isolato stesso con la necessità di realizzare dei prospetti su fronte via, ma nello stesso tempo di creare uno spazio sinuoso e fluido tra lo spazio esterno e lo spazio interno dell'edificio. Esso potrà cambiare parte del proprio aspetto grazie all'utilizzo della vegetazione impiegata, creando contemporaneamente un blocco ben definito e compatto ma tuttavia mutevole nel tempo. Questo progetto, assieme al Bosco verticale di Milano, è considerato uno dei più importanti esempi di integrazione del verde con l'architettura. L’edificio occupa un’area di 7.500 m² e ospita complessivamente 63 unità abitative tutte diverse tra loro e tutte dotate di 2 terrazzi ciascuna; la loro metratura varia come la loro altezza, compresa tra i 2,5 e gli 8 metri a seconda dei piani. La presenza di 150 alberi ad alto fusto costituisce un microclima che conferisce un apporto di ossigeno quantificabile in 150 litri all'ora, assorbendo contemporaneamente l’anidride carbonica e contribuendo a filtrare le polveri sottili. La struttura portante lascia a vista alcune travi in acciaio grezzo fitomorfe a tutt'altezza, con estese ramificazioni che si intrecciano con la vegetazione stessa, mentre il rivestimento esterno è realizzato prevalentemente in scandole di larice e segue le forme sinuose dei prospetti dell'edificio. Le solette dei terrazzi, di varia ampiezza, sono realizzati in listelli distanziati di legno massello in modo tale da consentire alla luce di filtrare all'interno il più possibile. L'efficienza energetica per un impatto ecosostenibile è raggiunta grazie a numerose soluzioni come l’isolamento «a cappotto», le pareti ventilate, la protezione dall'irraggiamento solare diretto, impianti di riscaldamento e raffrescamento che utilizzano l’acqua di falda con il sistema a pompa di calore, il recupero delle acque piovane reflue con stoccaggio e riutilizzo per l’irrigazione del verde condominiale. La distribuzione della vegetazione è differenziata: fioriere sulle terrazze private con spazi anche per piccoli alberi e arbusti, per il cortile invece è previsto un comprensivo di cinquanta alberi ad alto fusto, mentre per tutto il resto dell'edificio è previsto del verde verticale in facciata, verde pensile nella zona soppalcata dove si affacciano i loft e verde pensile a copertura dei tetti. La scelta delle specie vegetali è stata fatta per assicurare una varietà di portamento, fogliame, fioritura e colore durante tutto l'arco dell’anno. Oscar Eugenio Bellini, Laura Daglio, Il verde tecnologico nell'housing sociale, FrancoAngeli, 2015. Kirsten Dirksten, Forest condominium is ecosystem of 150 trees, 60+ apartments, 16.01.2022. Video, in inglese, disponibile sul canale YouTube di Kirsten Dirksten. Ville e palazzi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Condominio 25 Verde Una casa-bosco nel cuore di Torino, Corriere della sera

Centro Storico Fiat
Centro Storico Fiat

Il Centro Storico Fiat è un museo e archivio aziendale con sede a Torino. Espone automobili, aeroplani, treni, trattori, camion, biciclette, lavatrici, frigoriferi con marchio Fiat. Modellini in scala, ricostruzioni di parti del processo produttivo, manifesti e bozzetti pubblicitari completano la collezione. La parte archivistica conserva più di 5.000 metri lineari di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse i fondi dei progettisti Dante Giacosa e Giuseppe Gabrielli. Il Centro Storico Fiat ha sede nel primo ampliamento delle officine di corso Dante Alighieri a Torino dove nacque l'azienda. Opera di Alfredo Premoli, apprezzato esponente del liberty torinese, fu progettato e realizzato fra il 1904 e il 1906 e inaugurato nel 1907. Fu officina di produzione e finitura, rimessa, magazzino, sede di rappresentanza della casa automobilistica torinese. L'idea di un museo e centro di documentazione nacque nel 1961, sull'onda dell'entusiasmo per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia. Operativo dal 1963, le sue sale ospitarono eventi importanti per la storia dell'azienda, primo fra tutti la firma, il 4 maggio 1966, dell'accordo che portò alla costruzione di uno stabilimento nella città russa di Togliatti per produrre la Zhiguli, una versione leggermente modificata della Fiat 124. Nel 1999, in occasione del centenario Fiat, è stato ristrutturato e riallestito ad opera degli architetti Gabetti ed Isola. Nel 2011 sono stati quadruplicati gli spazi destinati agli archivi, realizzata una nuova sala consultazione, aperta stabilmente al pubblico, esclusivamente la domenica, la parte museale. Dal 2023 il Centro Storico Fiat risulta chiuso al pubblico, la parte relativa agli archivi resta consultabile previa richiesta di appuntamento. L'area espositiva, sotto tutela di FCA Heritage (il dipartimento costituito da FCA Italy per la divulgazione, la promozione del patrimonio storico, automobilistico e archivistico dei marchi italiani, di proprietà del gruppo Stellantis), si sviluppa su due piani per un totale di circa 3000 metri quadri suddivisi per aree tematiche. Dal 1899 - anno della fondazione - al grande balzo produttivo della prima guerra mondiale. Da segnalare: la 3 ½ Hp, prima vettura Fiat; il 18BL, autocarro che motorizzò l'esercito italiano, e la trattrice Fiat 702, che del 18BL condivideva il motore; i cicli Fiat, in versione turismo e militare. Campo di sperimentazione per soluzioni tecnologiche d'avanguardia e mezzo pubblicitario, le competizioni mantennero un ruolo importante anche dopo che, nel 1927, la Fiat cessa di avere una squadra corse ufficiale. Sono presenti due pezzi unici: la Mefistofele, autovettura realizzata installando un motore aeronautico Fiat A.12 sul telaio di una Fiat SB4; la Fiat 8V con carrozzeria in vetroresina, dallo spessore 3 millimetri e peso di soli 48 chilogrammi. Vetture di alta gamma prodotte nello stabilimento del Lingotto come la 525SS. Presente la Fiat 700 prototipo, col basamento del motore in alluminio. Presentata a Mussolini nel 1939, avrebbe dovuto essere il primo modello del neonato stabilimento di Mirafiori. Lo scoppio della seconda guerra mondiale ne bloccò la produzione. Area dedicata non ai prodotti, ma ai processi produttivi. Presente un segmento di linea di montaggio (proveniente da Mirafiori) con ganci Webb. Vetture progettate per il lavoro, presente la Fiat 509, il cui lancio avvenne, nel 1925, proprio all'interno dei locali dell'attuale Centro Storico Fiat. Fu la prima Fiat venduta a credito ed ebbe notevole diffusione anche come taxi e veicolo commerciale. Presenti le Tipo Zero, la 600, la Topolino amaranto che appartenne a Dante Giacosa oltre a numerosi altri modelli. Area dedicata allo stabilimento di Togliatti e alla Lada Zhiguli. Gli anni della dolce vita rappresentati dalla 1100TV (Turismo Veloce). La Fiat fu attiva nel settore ferroviario dal 1917 al 2000. Presente il carrello della Littorina. Lavatrici e frigoriferi prodotti su licenza Westinghouse. La Fiat fu attiva nel campo dell'aviazione dal 1908 al 2003. Da segnalare: i motori dei record, dallo SPA Faccioli allo SPA 6A, il Fiat A.14, l'A.22T, AS.3, A.22R, A.30RA, A.50, AS.6, A.80; il G.91, cacciabombardiere ricognitore capace di operare da piste di fortuna, vincitore di un concorso NATO nel 1953. La Fiat è attiva nel campo dei motori marini e per la produzione di energia dal 1903. Presente il modello in scala 1/10 del motore Fiat 9012 S, potenza di 25.200 Cv (32.500 nelle prove al banco), 12 cilindri con alesaggio 900mm e corsa 1600mm. Il motore Fiat 9012 S era lungo 24 metri, alto 10, largo 6,5. Peso complessivo superiore alle 1000 tonnellate. Venne utilizzato sulla motocisterna “Carlo Cameli”, al tempo del varo (1964) la più grande nave mercantile mai costruita in Italia e la maggiore petroliera d'Europa.. Collezione di manifesti pubblicitari dal 1899 agli anni Ottanta del novecento. Tra le firme: Marcello Dudovich, Plinio Codognato, Giuseppe Riccobaldi, Giorgio Forattini. Ricostruzione, con mobili originali, dell'ufficio di Dante Giacosa. In esposizione anche disegni e modellini di alcune delle vetture che il progettista e designer contribuì a creare: 1100, 500C, 500, 850, 124, 128, Dino, 127. Di fronte all'ufficio, master in legno della 500, pezzo unico che venne utilizzato per realizzare gli stampi della carrozzeria. Il centro di documentazione istituito nel 1963 raccoglieva principalmente materiale già nato con finalità di comunicazione. È solo a partire dal 1984, con il progetto Archivio storico, che si inizia a concentrare, inventariare e rendere fruibile un vero archivio aziendale, che attualmente raccoglie più di 5.000 metri lineari di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 18.000 manifesti, 1.300 bozzetti, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 200 ore di filmati storici. L'archivio documenta l'attività Fiat nel corso del Novecento, nei diversi settori e funzioni aziendali. Da segnalare i fondi relativi ad alcuni marchi o aziende confluiti e/o fuoriusciti dal perimetro Fiat: Abarth (estremi cronologici: 1930 - 1970), Autobianchi (estremi cronologici: 1955 - 1975), Fiat-Allis (estremi cronologici: 1951 - 1978), Fiat Avio (estremi cronologici: 1908 - 1985), Grandi Motori (estremi cronologici: 1900 - 1986), OM (estremi cronologici: 1849 - 1983), Lancia (estremi cronologici: 1906 - 1990), Nebiolo (estremi cronologici: 1880 - 1970), Materfer (estremi cronologici: 1881 - 1974), Teksid (estremi cronologici: 1970 - 1980), Seat (estremi cronologici: 1950 - 1980), SPA (estremi cronologici: 1906 - 1979). Da segnalare altresì i fondi dei progettisti Dante Giacosa (estremi cronologici: 1903 - 1996) e Giuseppe Gabrielli (estremi cronologici: 1908 - 1984). Musei di Torino Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Centro Storico Fiat Sito ufficiale, su fcagroup.com. Sito ufficiale, su centrostoricofiat.com.

Museo dell'automobile di Torino
Museo dell'automobile di Torino

Il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino (acronimo: MAUTO), attualmente intitolato a Gianni Agnelli (in precedenza al fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia), ha sede a Torino ed è considerato tra i più importanti e antichi musei dell'automobile del mondo. Il museo dell'auto è visibile anche su internet tramite un tour virtuale sul sito Google Maps con la funzione Street View. Nato come Museo Nazionale dell'Automobile, prende origine da una proposta avanzata durante il congresso indetto dall'Automobile Club di Torino nel 1932, per celebrare i "Veterani dell'Automobile", ovvero coloro che avevano conseguito la patente di guida da almeno 25 anni. Latori della proposta furono due pionieri del motorismo italiano, Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia, entrambi cofondatori dell'Automobile Club e della FIAT. Nel 1933 Giuseppe Acutis, presidente dell'Associazione dei Costruttori di Autoveicoli, invitò Carlo Biscaretti di Ruffia e Giuseppe di Miceli, allora direttore dell'Automobile Club di Torino, ad organizzare una Mostra retrospettiva nell'ambito del Salone di Milano, per sondare l'interesse degli appassionati in vista di eventuali sviluppi. Carlo Biscaretti era stato fin da giovanissimo a fianco del padre Roberto, dedicando alla passione per i motori tutta la sua attività di artista, tecnico e giornalista. Riuscì così ad ottenere in prestito una trentina di vetture che furono presentate al Salone, sollevando grande interesse nel pubblico. Il 19 luglio 1933 la Città di Torino deliberò di fondare il museo, nominando un apposito comitato promotore ed ottenendo l'approvazione del Capo del Governo, Benito Mussolini, che personalmente impose la denominazione "Museo Nazionale dell'Automobile". Pochi giorni dopo, il podestà di Torino, Paolo Thaon di Revel, affidò a Carlo Biscaretti l'incarico di "ordinatore provvisorio", che sarebbe durato vent'anni. Il problema principale era trovare una sede adatta. Le acquisizioni vennero concentrate inizialmente in un magazzino di via Andorno, nella ex Fabbrica Aquila Italiana (la collezione avrebbe poi cambiato indirizzo altre quattro volte prima di approdare a quello definitivo di corso Unità d'Italia) finché nel 1938 si giunse al trasferimento del materiale esistente, costituito ormai da un centinaio di vetture e telai, una biblioteca e un archivio, nei locali ricavati sotto le gradinate dello stadio comunale, aperti ufficialmente al pubblico nel maggio 1939. La sistemazione non era però molto funzionale. Gli ambienti erano inadatti, con sbalzi di temperatura che scoraggiavano l'affluenza dei visitatori e danneggiavano i materiali. Durante la seconda guerra mondiale la collezione rimase pressoché intatta sia durante i bombardamenti sia durante la successiva presenza delle truppe alleate, ma la biblioteca e l'archivio andarono in parte distrutti o dispersi. Dopo il conflitto, si ritornò a parlare di una nuova sistemazione e di una strutturazione definitiva dell'ente. L'Associazione dei Costruttori cominciò ad interessarsi del museo e nel luglio 1955 decise di promuovere la costruzione una nuova sede. Il terreno fu trovato in corso Unità d'Italia, di proprietà del Comune di Torino; i finanziamenti furono assicurati dalle fabbriche di automobili e dalla famiglia Agnelli, alle quali si aggiunsero presto le case di pneumatici, le compagnie petrolifere, le banche cittadine ed altri enti. Mentre cominciavano i lavori per la costruzione, l'Ente venne rifondato e rinominato "Museo dell'Automobile", con rogito notarile del 22 febbraio 1957, poi riconosciuto con decreto del presidente della Repubblica l'8 ottobre dello stesso anno. Carlo Biscaretti di Ruffia fu nominato presidente del consiglio di amministrazione. Alla sua morte, avvenuta nel settembre 1959, il consiglio deliberò all'unanimità che l'istituzione portasse il suo nome, a ricordo del suo impegno per la costruzione del museo. Il museo fu solennemente aperto al pubblico il 3 novembre 1960 poco prima di Expo 1961. Nel corso della sua storia, il museo si è arricchito di nuove sezioni: il centro di documentazione e la biblioteca. Nel 1975 la biblioteca ed il centro si sono notevolmente arricchiti di libri, documenti originali e fotografie, grazie al lascito Canestrini. Negli ultimi anni sono diventati sempre più evidenti i limiti dell'edificio, soprattutto per la mancanza di spazi espositivi, ormai saturi. Nel 2003 viene approvata la ristrutturazione del museo da parte della Città di Torino e il 10 aprile 2007 il museo viene chiuso al pubblico per avviare un grande processo di ristrutturazione che lo riguarderà per 3 anni fino al 19 marzo 2011. Oltre che ad una ristrutturazione dell'edificio e dei suoi spazi interni, sia espositivi che di servizio, in accordo con la Città di Torino viene sensibilmente rivista anche l'organizzazione dell'ente, che viene rifondato. La nuova struttura si presenta quindi completamente rivista sia nella sua organizzazione amministrativa sia negli spazi interni ed esterni; l'area che circonda l'edificio viene rivalutata e all'edificio stesso viene aggiunto un nuovo corpo dal volume superiore a quello preesistente. Gli spazi interni hanno ricevuto un completo rivolgimento dell'allestimento e del percorso espositivo. La collezione viene integrata da ambientazioni e installazioni interattive e viene divisa in tre parti distinte, una per ogni piano. Il quartiere inoltre viene rivalorizzato dal museo stesso con una serie di attività complementari che fanno vivere il Museo dell'Automobile a tutte le ore del giorno e della sera; diventando un elemento trainante del rinnovo urbano del quadrante sud della città. Il 19 marzo 2011, durante le celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia in corso in città, alla presenza del presidente Giorgio Napolitano che dopo aver visitato il museo ha dichiarato: "Arte e industria sono la nostra forza", il museo ha riaperto i battenti al pubblico, presentando il nuovo allestimento. Al momento dell'inaugurazione, oltre al presidente Giuseppe Alberto Zunino la nuova gestione era composta anche dal direttore Rodolfo Gaffino Rossi, e dal Consiglio di Amministrazione composto da un rappresentante di Regione Piemonte, Comune di Torino, Provincia di Torino, Automobile Club d'Italia e da Fiat, il progetto di ristrutturazione architettonico è stato finanziato dal Comune di Torino, mentre quello museografico è stato finanziato da Regione Piemonte, Provincia di Torino, Automobile Club d'Italia, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Il nuovo presidente è l'architetto Benedetto Camerana, mentre il direttore è sempre Rodolfo Gaffino Rossi. Il museo dopo i primi 30 giorni dalla sua riapertura ha ricevuto 40.000 visitatori, 9.200 solo nel primo fine settimana. La sede che sorge sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto, dal 1960 ospita il Museo dell'Automobile di Torino ed è tra i pochi edifici costruiti appositamente per ospitarvi la collezione di un museo e rappresenta anche un esempio particolare di architettura moderna. Il progetto è opera dell'architetto Amedeo Albertini, autore, a Torino, anche del palazzo SAI, dello stabilimento Lavazza, e degli uffici RIV; le strutture in cemento armato furono calcolate dall'ingegnere Ivailo Ludogoroff. Furono due i fattori presi in considerazione per l'avvio del progetto: la posizione panoramica verso il fiume Po e la collina, ed il particolare carattere del materiale da esporre che non si adattava ad un ambiente raccolto e delimitato ma che evocava già di per sé il concetto di grandi spazi. L'edificio, nel suo progetto originale del 1960 è caratterizzato quindi da un'imponente facciata rivestita in pietra, di forma convessa sviluppata in lunghezza, che dà l'illusione di essere sospesa su una vetratura sottostante; in verità la facciata è retta da una grossa trave in ferro dal peso di 60 tonnellate e appoggia su quattro grossi pilastri in acciaio inossidabile e calcestruzzo. Tutto l'edificio era stato edificato sopra una collina artificiale ed era costituito da un volume principale largo quanto la facciata ma che tendeva a ridursi mentre si inoltrava verso l'interno della collina. Da questo edificio due moduli laterali sospesi andavano a collegarsi ad un secondo edificio che aveva circa la stessa volumetria del primo e creavano quindi un giardino d'inverno nel cortile interno del museo. Al secondo blocco quindi si staccava (posteriormente spostato di lato) un terzo volume, dalle caratteristiche molto industriali, lucernari sul tetto e mattone a vista, che slanciava la pianta dell'edificio creando una piccola "coda". Una delle caratteristiche più originali è la soluzione di sostentamento delle maniche di collegamento, tra i fabbricati principali e quelli trasversali, che si presentano con un'originale geometria a "V". L'edificio del museo fotografato da Paolo Monti nel 1961 Nel 2011 la sede del museo viene riaperta dopo una corposa ristrutturazione che ha riguardato quasi tutte le parti dell'edificio originale, mantenendole intatte ma pesantemente rivisitate al loro interno. All'edificio originale viene aggiunto un nuovo edificio, il livello della collina viene abbassato e viene quindi modificata la modalità di accesso all'edificio per chi viene dalla strada. Viene aggiunto dello spazio interrato adibito ad ospitare le vetture della collezione non esposte nel museo vero e proprio e la scuola di restauro. Il cortile interno viene trasformato in una grande sala chiusa da una copertura volta a massimizzare l'illuminazione da parte del sole. Lo stile dell'intervento è riconducibile all'architettura high-tech, sia negli esterni, sia negli interni. Tutti i corpi del nuovo edificio vengono rivestiti, solo da un lato, da un nastro laterale staccato dai corpi stessi. La facciata, sebbene abbia ricevuto degli ammodernamenti, è rimasta invariata, così come la "coda" posteriore. In verità gli edifici preesistenti non hanno subito modifiche architettoniche, anche la caratteristica scala principale interna è rimasta inalterata, anche se nel nuovo progetto l'accettazione si trova al ridosso del grande atrio interno dalla quale partono le scale mobili facendo sì che il percorso della mostra inizi dal secondo piano. L'operazione di ristrutturazione è costata 33 milioni di euro (23 dei quali finanziati dalla Città di Torino che nel novembre 2011 entra tra i soci), 2/3 dei quali sono stati spesi per la ristrutturazione dell'edificio e 1/3 per gli allestimenti interni. La riqualificazione del museo ha portato a quasi il doppio gli spazi utili per le esposizioni: dagli 11.000 metri quadri della struttura precedente agli oltre 19.000 m² di quella attuale. Il bando per la ristrutturazione dell'edificio è stato vinto dall'architetto Cino Zucchi di Milano, la Recchi Engineering di Torino e la Proger di Roma, su un totale di 38 candidati. Il progetto di allestimento museale è stato ideato dallo scenografo franco-svizzero François Confino con la collaborazione dello Studio LL.TT Cravetto-Pagella Architetti Associati, l'architetto Carlo Fucini e il Light designer canadese François Roupinian. L'esposizione del museo è stata rivista in occasione della ristrutturazione e, in veste completamente rinnovata, riapre al pubblico nel 2011. Le automobili sono disposte in più di 30 sale allestite con scenografie e installazioni dove le vetture vengono contestualizzate. Sebbene la collezione permanente del museo comprenda più di 200 vetture, di queste ne vengono esposte circa 160; le altre vengono conservate nel cosiddetto Garage ricavato nel piano interrato del nuovo edificio (insieme alla Scuola di restauro) e visitabile su esplicita richiesta. Oltre alle vetture della collezione permanente il museo ha pure un'esposizione temporanea, dove espone concept car, modellini o concept sulla mobilità. L'esposizione espone automobili prodotte tra il 1769 e il 1996 (esclusi i concept e le vetture in esposizione temporanea). I modelli esposti sono originali e appartenenti a 80 case automobilistiche. Le vetture esposte quindi vengono distribuite sui tre piani dell'edificio partendo dal secondo piano; per ogni piano la mostra è caratterizzata da una tematica: L'automobile e il Novecento: Questa sezione della mostra parla della storia dell'automobile. L'uomo e l'automobile: Al primo piano della struttura viene trattato il rapporto fra uomo e l'automobile. L'automobile e il design: Nell'ultima sezione del percorso espositivo viene trattato il rapporto che c'è fra l'automobile e il disegno industriale. Il centro di documentazione (al quale è dedicata un'area di 800 m² progettata dallo Studio LL.TT) raccoglie al suo interno documenti relativi all'auto. Anche il centro è diviso in sezioni, che riflettono la suddivisione tematica della biblioteca: storia delle fabbriche, biografie, storia delle corse, storia della tecnica, veicoli industriali, carrozzieri italiani e stranieri, saloni dell'automobile, musei dell'automobile. La biblioteca raccoglie circa 7000 testi. È divisa in sette sezioni (storia della locomozione, storia delle marche, delle corse, della tecnica, biografie, circolazione e traffico, economia e varie). All'interno del centro di documentazione è presente anche un'emeroteca. Nel piano interrato, creato insieme al nuovo edificio grazie al restauro del 2011, è presente, in un'area di circa 2000 m², il cosiddetto Garage dove vengono conservate il patrimonio del museo non esposto. Queste auto non fanno parte della collezione permanente del museo per motivi logistici. Le auto di questa sezione vengono inserite a rotazione negli anni. Insieme a questa sala il piano interrato ospita anche la Scuola di restauro dove vengono restaurate le vetture per poi essere esposte. La collezione permanente del museo conta circa 200 vetture, più alcuni telai e circa una ventina di motori. Le vetture sono di circa 80 marche diverse (molte di queste scomparse) in rappresentanza di dieci paesi (Italia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Francia, Polonia, Spagna, Russia e Stati Uniti d'America). Tra le varie auto sono presenti anche vetture da competizione e monoposto di formula uno come la Ferrari F310 di Michael Schumacher del 1996, la monoposto Alfa Romeo 179B o la 155 V6 TI famosa per aver dominato nel DTM sin dal suo primo anno di partecipazione. Alcune delle auto presenti nella collezione del Museo. L'edificio contiene stanze e servizi prettamente legati al museo e per intrattenere attività complementari. Sono infatti presenti servizi correlati come una libreria, un bar e una sala congressi da 150 posti. MAUTO è il logo del nuovo Museo dell'AUtomobile di TOrino: è stato realizzato dallo studio In Testa, una società che fa capo al gruppo societario fondato da Armando Testa. Il museo riceve il premio IN/ARCH-ANCE 2011 come miglior edificio di nuova costruzione. Inoltre, nel 2013, il quotidiano britannico The Times inserisce il MAUTO nella classifica dei 50 migliori musei del mondo. Automobile Automobilismo Storia dell'automobile Musei di Torino (e luoghi d'interesse a Torino in generale) Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo dell'automobile di Torino Sito ufficiale, su museoauto.it.