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Ospedale infantile Regina Margherita

Ospedali di TorinoPagine con mappe

L'ospedale infantile Regina Margherita (OIRM) di Torino, con l'ospedale ostetrico-ginecologico Sant'Anna, costituisce un presidio ospedaliero di rilievo nazionale ad alta specializzazione materno-infantile. Fa parte dell'AOU Città della Salute e della Scienza. L'ospedale Regina Margherita è specializzato nella prevenzione, diagnosi e cura delle varie malattie dell'età infantile ed insieme al Dipartimento di scienze pediatriche e dell'adolescenza, la scuola di specialità in neuropsisichiatria infantile, i corsi di laurea in infermieristica pediatrica e terapista della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino, viene una qualificante attività assistenziale, di didattica e ricerca scientifica. L'ospedale, con la presenza di tutte le specialità mediche, chirurgiche e diagnostiche è centro di riferimento per neonati, bambini e adolescenti per le patologie più complesse, rare e croniche. Fornisce prestazioni di alta specializzazione pediatrica, in considerazione della presenza delle specialità quali l'onco-ematologia e il centro trapianti cellule staminali, la cardiologia interventistica e la cardiochirurgia, la neurochirurgia, il centro trapianti di rene e cuore, il centro grandi ustionati, la chirurgia neonatale. Sono in continuo sviluppo le attività di rete che vedono nell'OIRM il centro di riferimento: Rete Audiologica per gli impianti cocleari, rete di Telemedicina Pneumologica per l'assistenza all'insufficienza respiratoria cronica dei pazienti in età evolutiva. Inoltre è inserito nella rete Oncologica del Piemonte e Valle d'Aosta, rete Malattie Rare, rete Trapianto d'Organo Pediatrico, rete Allergologica. Con i suoi professionisti, l'ospedale infantile Regina Margherita da tempo si impegna perché i bambini e ragazzi riescano a trovare un ambiente che risponda il più possibile ai loro bisogni, abbiano vicino genitori e amici e possano incontrare persone in grado di aiutarli a conoscere, affrontare ed accettare la complessità che li circonda. Animatrici, insegnanti, volontari, clown sono dei preziosi alleati di medici e infermieri, e garantiscono l'attività ludica e scolastica, momenti di intrattenimento e la realizzazione di progetti di umanizzazione. Dipartimento funzionale DEA - emergenza e accettazione Pediatria d'urgenza Osservazione Breve Intensiva Anestesia e Rianimazione Anestesia e Rianimazione Cardio e Trapianti Abuso e Maltrattamento Minori (Bambi) Dipartimento funzionale oncologia Oncoematologia e Centro Trapianti Ematologia Radioterapia Dipartimento pediatria specialistica e neuropsichiatria Dipartimento chirurgia generale e specialistica pediatrica Dipartimento diagnostica e servizi L'ospedale Ostetrico Ginecologico S. Anna si trova in Corso Spezia 60 a Torino. Il presidio Sant'Anna è specializzato sui problemi legati alle fasi riproduttive della donna, alla gravidanza e al parto, e su quelli relativi alle patologie della sfera genitale femminile e della mammella. Le emergenze sanitarie in ostetricia e ginecologia sono effettuate dal Pronto Soccorso del S. Anna, ed è sede del trasporto neonatale avanzato di Torino. Annualmente circa 7500 donne partoriscono in questo ospedale. È sede del Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, del Dipartimento di Scienze Pediatriche e Adolescenza e del corso di Laurea in Ostetricia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino. L'Ospedale si trova in Piazza Polonia 94 ed è raggiungibile con i seguenti mezzi pubblici: Stazione Spezia M1 Linee 17, 17/, 34, 42, 45, 45/, 74 AOU Città della Salute e della Scienza Luoghi d'interesse a Torino

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ospedale infantile Regina Margherita (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Ospedale infantile Regina Margherita
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Museo dell'automobile di Torino
Museo dell'automobile di Torino

Il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino (acronimo: MAUTO), attualmente intitolato a Gianni Agnelli (in precedenza al fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia), ha sede a Torino ed è considerato tra i più importanti e antichi musei dell'automobile del mondo. Il museo dell'auto è visibile anche su internet tramite un tour virtuale sul sito Google Maps con la funzione Street View. Nato come Museo Nazionale dell'Automobile, prende origine da una proposta avanzata durante il congresso indetto dall'Automobile Club di Torino nel 1932, per celebrare i "Veterani dell'Automobile", ovvero coloro che avevano conseguito la patente di guida da almeno 25 anni. Latori della proposta furono due pionieri del motorismo italiano, Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia, entrambi cofondatori dell'Automobile Club e della FIAT. Nel 1933 Giuseppe Acutis, presidente dell'Associazione dei Costruttori di Autoveicoli, invitò Carlo Biscaretti di Ruffia e Giuseppe di Miceli, allora direttore dell'Automobile Club di Torino, ad organizzare una Mostra retrospettiva nell'ambito del Salone di Milano, per sondare l'interesse degli appassionati in vista di eventuali sviluppi. Carlo Biscaretti era stato fin da giovanissimo a fianco del padre Roberto, dedicando alla passione per i motori tutta la sua attività di artista, tecnico e giornalista. Riuscì così ad ottenere in prestito una trentina di vetture che furono presentate al Salone, sollevando grande interesse nel pubblico. Il 19 luglio 1933 la Città di Torino deliberò di fondare il museo, nominando un apposito comitato promotore ed ottenendo l'approvazione del Capo del Governo, Benito Mussolini, che personalmente impose la denominazione "Museo Nazionale dell'Automobile". Pochi giorni dopo, il podestà di Torino, Paolo Thaon di Revel, affidò a Carlo Biscaretti l'incarico di "ordinatore provvisorio", che sarebbe durato vent'anni. Il problema principale era trovare una sede adatta. Le acquisizioni vennero concentrate inizialmente in un magazzino di via Andorno, nella ex Fabbrica Aquila Italiana (la collezione avrebbe poi cambiato indirizzo altre quattro volte prima di approdare a quello definitivo di corso Unità d'Italia) finché nel 1938 si giunse al trasferimento del materiale esistente, costituito ormai da un centinaio di vetture e telai, una biblioteca e un archivio, nei locali ricavati sotto le gradinate dello stadio comunale, aperti ufficialmente al pubblico nel maggio 1939. La sistemazione non era però molto funzionale. Gli ambienti erano inadatti, con sbalzi di temperatura che scoraggiavano l'affluenza dei visitatori e danneggiavano i materiali. Durante la seconda guerra mondiale la collezione rimase pressoché intatta sia durante i bombardamenti sia durante la successiva presenza delle truppe alleate, ma la biblioteca e l'archivio andarono in parte distrutti o dispersi. Dopo il conflitto, si ritornò a parlare di una nuova sistemazione e di una strutturazione definitiva dell'ente. L'Associazione dei Costruttori cominciò ad interessarsi del museo e nel luglio 1955 decise di promuovere la costruzione una nuova sede. Il terreno fu trovato in corso Unità d'Italia, di proprietà del Comune di Torino; i finanziamenti furono assicurati dalle fabbriche di automobili e dalla famiglia Agnelli, alle quali si aggiunsero presto le case di pneumatici, le compagnie petrolifere, le banche cittadine ed altri enti. Mentre cominciavano i lavori per la costruzione, l'Ente venne rifondato e rinominato "Museo dell'Automobile", con rogito notarile del 22 febbraio 1957, poi riconosciuto con decreto del presidente della Repubblica l'8 ottobre dello stesso anno. Carlo Biscaretti di Ruffia fu nominato presidente del consiglio di amministrazione. Alla sua morte, avvenuta nel settembre 1959, il consiglio deliberò all'unanimità che l'istituzione portasse il suo nome, a ricordo del suo impegno per la costruzione del museo. Il museo fu solennemente aperto al pubblico il 3 novembre 1960 poco prima di Expo 1961. Nel corso della sua storia, il museo si è arricchito di nuove sezioni: il centro di documentazione e la biblioteca. Nel 1975 la biblioteca ed il centro si sono notevolmente arricchiti di libri, documenti originali e fotografie, grazie al lascito Canestrini. Negli ultimi anni sono diventati sempre più evidenti i limiti dell'edificio, soprattutto per la mancanza di spazi espositivi, ormai saturi. Nel 2003 viene approvata la ristrutturazione del museo da parte della Città di Torino e il 10 aprile 2007 il museo viene chiuso al pubblico per avviare un grande processo di ristrutturazione che lo riguarderà per 3 anni fino al 19 marzo 2011. Oltre che ad una ristrutturazione dell'edificio e dei suoi spazi interni, sia espositivi che di servizio, in accordo con la Città di Torino viene sensibilmente rivista anche l'organizzazione dell'ente, che viene rifondato. La nuova struttura si presenta quindi completamente rivista sia nella sua organizzazione amministrativa sia negli spazi interni ed esterni; l'area che circonda l'edificio viene rivalutata e all'edificio stesso viene aggiunto un nuovo corpo dal volume superiore a quello preesistente. Gli spazi interni hanno ricevuto un completo rivolgimento dell'allestimento e del percorso espositivo. La collezione viene integrata da ambientazioni e installazioni interattive e viene divisa in tre parti distinte, una per ogni piano. Il quartiere inoltre viene rivalorizzato dal museo stesso con una serie di attività complementari che fanno vivere il Museo dell'Automobile a tutte le ore del giorno e della sera; diventando un elemento trainante del rinnovo urbano del quadrante sud della città. Il 19 marzo 2011, durante le celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia in corso in città, alla presenza del presidente Giorgio Napolitano che dopo aver visitato il museo ha dichiarato: "Arte e industria sono la nostra forza", il museo ha riaperto i battenti al pubblico, presentando il nuovo allestimento. Al momento dell'inaugurazione, oltre al presidente Giuseppe Alberto Zunino la nuova gestione era composta anche dal direttore Rodolfo Gaffino Rossi, e dal Consiglio di Amministrazione composto da un rappresentante di Regione Piemonte, Comune di Torino, Provincia di Torino, Automobile Club d'Italia e da Fiat, il progetto di ristrutturazione architettonico è stato finanziato dal Comune di Torino, mentre quello museografico è stato finanziato da Regione Piemonte, Provincia di Torino, Automobile Club d'Italia, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Il nuovo presidente è l'architetto Benedetto Camerana, mentre il direttore è sempre Rodolfo Gaffino Rossi. Il museo dopo i primi 30 giorni dalla sua riapertura ha ricevuto 40.000 visitatori, 9.200 solo nel primo fine settimana. La sede che sorge sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto, dal 1960 ospita il Museo dell'Automobile di Torino ed è tra i pochi edifici costruiti appositamente per ospitarvi la collezione di un museo e rappresenta anche un esempio particolare di architettura moderna. Il progetto è opera dell'architetto Amedeo Albertini, autore, a Torino, anche del palazzo SAI, dello stabilimento Lavazza, e degli uffici RIV; le strutture in cemento armato furono calcolate dall'ingegnere Ivailo Ludogoroff. Furono due i fattori presi in considerazione per l'avvio del progetto: la posizione panoramica verso il fiume Po e la collina, ed il particolare carattere del materiale da esporre che non si adattava ad un ambiente raccolto e delimitato ma che evocava già di per sé il concetto di grandi spazi. L'edificio, nel suo progetto originale del 1960 è caratterizzato quindi da un'imponente facciata rivestita in pietra, di forma convessa sviluppata in lunghezza, che dà l'illusione di essere sospesa su una vetratura sottostante; in verità la facciata è retta da una grossa trave in ferro dal peso di 60 tonnellate e appoggia su quattro grossi pilastri in acciaio inossidabile e calcestruzzo. Tutto l'edificio era stato edificato sopra una collina artificiale ed era costituito da un volume principale largo quanto la facciata ma che tendeva a ridursi mentre si inoltrava verso l'interno della collina. Da questo edificio due moduli laterali sospesi andavano a collegarsi ad un secondo edificio che aveva circa la stessa volumetria del primo e creavano quindi un giardino d'inverno nel cortile interno del museo. Al secondo blocco quindi si staccava (posteriormente spostato di lato) un terzo volume, dalle caratteristiche molto industriali, lucernari sul tetto e mattone a vista, che slanciava la pianta dell'edificio creando una piccola "coda". Una delle caratteristiche più originali è la soluzione di sostentamento delle maniche di collegamento, tra i fabbricati principali e quelli trasversali, che si presentano con un'originale geometria a "V". L'edificio del museo fotografato da Paolo Monti nel 1961 Nel 2011 la sede del museo viene riaperta dopo una corposa ristrutturazione che ha riguardato quasi tutte le parti dell'edificio originale, mantenendole intatte ma pesantemente rivisitate al loro interno. All'edificio originale viene aggiunto un nuovo edificio, il livello della collina viene abbassato e viene quindi modificata la modalità di accesso all'edificio per chi viene dalla strada. Viene aggiunto dello spazio interrato adibito ad ospitare le vetture della collezione non esposte nel museo vero e proprio e la scuola di restauro. Il cortile interno viene trasformato in una grande sala chiusa da una copertura volta a massimizzare l'illuminazione da parte del sole. Lo stile dell'intervento è riconducibile all'architettura high-tech, sia negli esterni, sia negli interni. Tutti i corpi del nuovo edificio vengono rivestiti, solo da un lato, da un nastro laterale staccato dai corpi stessi. La facciata, sebbene abbia ricevuto degli ammodernamenti, è rimasta invariata, così come la "coda" posteriore. In verità gli edifici preesistenti non hanno subito modifiche architettoniche, anche la caratteristica scala principale interna è rimasta inalterata, anche se nel nuovo progetto l'accettazione si trova al ridosso del grande atrio interno dalla quale partono le scale mobili facendo sì che il percorso della mostra inizi dal secondo piano. L'operazione di ristrutturazione è costata 33 milioni di euro (23 dei quali finanziati dalla Città di Torino che nel novembre 2011 entra tra i soci), 2/3 dei quali sono stati spesi per la ristrutturazione dell'edificio e 1/3 per gli allestimenti interni. La riqualificazione del museo ha portato a quasi il doppio gli spazi utili per le esposizioni: dagli 11.000 metri quadri della struttura precedente agli oltre 19.000 m² di quella attuale. Il bando per la ristrutturazione dell'edificio è stato vinto dall'architetto Cino Zucchi di Milano, la Recchi Engineering di Torino e la Proger di Roma, su un totale di 38 candidati. Il progetto di allestimento museale è stato ideato dallo scenografo franco-svizzero François Confino con la collaborazione dello Studio LL.TT Cravetto-Pagella Architetti Associati, l'architetto Carlo Fucini e il Light designer canadese François Roupinian. L'esposizione del museo è stata rivista in occasione della ristrutturazione e, in veste completamente rinnovata, riapre al pubblico nel 2011. Le automobili sono disposte in più di 30 sale allestite con scenografie e installazioni dove le vetture vengono contestualizzate. Sebbene la collezione permanente del museo comprenda più di 200 vetture, di queste ne vengono esposte circa 160; le altre vengono conservate nel cosiddetto Garage ricavato nel piano interrato del nuovo edificio (insieme alla Scuola di restauro) e visitabile su esplicita richiesta. Oltre alle vetture della collezione permanente il museo ha pure un'esposizione temporanea, dove espone concept car, modellini o concept sulla mobilità. L'esposizione espone automobili prodotte tra il 1769 e il 1996 (esclusi i concept e le vetture in esposizione temporanea). I modelli esposti sono originali e appartenenti a 80 case automobilistiche. Le vetture esposte quindi vengono distribuite sui tre piani dell'edificio partendo dal secondo piano; per ogni piano la mostra è caratterizzata da una tematica: L'automobile e il Novecento: Questa sezione della mostra parla della storia dell'automobile. L'uomo e l'automobile: Al primo piano della struttura viene trattato il rapporto fra uomo e l'automobile. L'automobile e il design: Nell'ultima sezione del percorso espositivo viene trattato il rapporto che c'è fra l'automobile e il disegno industriale. Il centro di documentazione (al quale è dedicata un'area di 800 m² progettata dallo Studio LL.TT) raccoglie al suo interno documenti relativi all'auto. Anche il centro è diviso in sezioni, che riflettono la suddivisione tematica della biblioteca: storia delle fabbriche, biografie, storia delle corse, storia della tecnica, veicoli industriali, carrozzieri italiani e stranieri, saloni dell'automobile, musei dell'automobile. La biblioteca raccoglie circa 7000 testi. È divisa in sette sezioni (storia della locomozione, storia delle marche, delle corse, della tecnica, biografie, circolazione e traffico, economia e varie). All'interno del centro di documentazione è presente anche un'emeroteca. Nel piano interrato, creato insieme al nuovo edificio grazie al restauro del 2011, è presente, in un'area di circa 2000 m², il cosiddetto Garage dove vengono conservate il patrimonio del museo non esposto. Queste auto non fanno parte della collezione permanente del museo per motivi logistici. Le auto di questa sezione vengono inserite a rotazione negli anni. Insieme a questa sala il piano interrato ospita anche la Scuola di restauro dove vengono restaurate le vetture per poi essere esposte. La collezione permanente del museo conta circa 200 vetture, più alcuni telai e circa una ventina di motori. Le vetture sono di circa 80 marche diverse (molte di queste scomparse) in rappresentanza di dieci paesi (Italia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Francia, Polonia, Spagna, Russia e Stati Uniti d'America). Tra le varie auto sono presenti anche vetture da competizione e monoposto di formula uno come la Ferrari F310 di Michael Schumacher del 1996, la monoposto Alfa Romeo 179B o la 155 V6 TI famosa per aver dominato nel DTM sin dal suo primo anno di partecipazione. Alcune delle auto presenti nella collezione del Museo. L'edificio contiene stanze e servizi prettamente legati al museo e per intrattenere attività complementari. Sono infatti presenti servizi correlati come una libreria, un bar e una sala congressi da 150 posti. MAUTO è il logo del nuovo Museo dell'AUtomobile di TOrino: è stato realizzato dallo studio In Testa, una società che fa capo al gruppo societario fondato da Armando Testa. Il museo riceve il premio IN/ARCH-ANCE 2011 come miglior edificio di nuova costruzione. Inoltre, nel 2013, il quotidiano britannico The Times inserisce il MAUTO nella classifica dei 50 migliori musei del mondo. Automobile Automobilismo Storia dell'automobile Musei di Torino (e luoghi d'interesse a Torino in generale) Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo dell'automobile di Torino Sito ufficiale, su museoauto.it.

AOU Città della Salute e della Scienza
AOU Città della Salute e della Scienza

L'Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, conosciuta anche come Città della Salute e della Scienza, costituita nel 2012, riunisce quattro Regional Hospitals (Molinette, CTO, Ospedale infantile Regina Margherita e Ospedale Sant'Anna) , ed è il polo sanitario più grande d'Italia e d'Europa. Le strutture ospedaliere sono ubicate nella zona sud-est di Torino, situata attualmente nella Circoscrizione 8 (già nella 9 fino al 2016), precedentemente chiamata “zona Ospedali” (zòna Ospedaj), all'interno del quartiere Nizza Millefonti, ricca di presidi sanitari e di ospedali, tra i quali spicca quello delle Molinette (da cui prende nome anche l'omonima zona e stazione metropolitana Carducci-Molinette). In attuazione del Piano sociosanitario della Regione Piemonte, la Città della Salute e della Scienza è il polo sanitario più grande a livello nazionale ed europeo con circa 9.500 dipendenti. Istituita nel 2012 con la legge della Regione Piemonte del 19 giugno 2012, n. 45, è costituita dalla seguenti strutture sanitarie: Ospedale Molinette: il quarto ospedale d'Italia per dimensioni, il primo per indici di complessità dell'attività sanitaria. Ospedale San Lazzaro: dermatologico Ospedale San Giovanni Antica Sede Ospedale San Vito situato nella zona precollinare di Torino Ospedale infantile Regina Margherita Ospedale ostetrico ginecologico Sant'Anna Centro traumatologico ortopedico e di malattie sociali e del lavoro (CTO) Unità Spinale Unipolare (USU) Il Polo Molinette è inoltre sede della Scuola di Medicina dell'Università di Torino. Dal 2017 è stato approvato il progetto per la costruzione di un comprensorio denominato "Parco della Salute" di Torino, situato nell'Area ex-Avio, ai piedi del Grattacielo della Regione Piemonte, e che dovrebbe sostituire l'attuale circuito sanitario, con la relativa graduale dismissione di alcuni ospedali della zona. Il progetto è in corso di discussione e di autorizzazione ministeriale, e dovrebbe prevedere un polo universitario didattico, strutture sanitarie più moderne, giardini interni e residenze per gli operatori medici, un passante per la stazione ferroviaria di Torino Lingotto, una rotonda sotterranea. Carducci-Molinette Centro traumatologico ortopedico (Torino) Ospedale infantile Regina Margherita Ospedale Molinette Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Città della Salute e della Scienza Sito ufficiale, su cittadellasalute.to.it.

Scuola di Amministrazione Aziendale
Scuola di Amministrazione Aziendale

La Scuola di Amministrazione Aziendale (SAA) è un istituto di formazione universitaria di Torino, oggi diventata vera e propria business school di carattere italo-statunitense. È infatti legata all'Università degli Studi di Torino, ed è specializzata in corsi di laurea e Master di I livello nel campo del Management. La sede è situata nel quartiere torinese di Nizza Millefonti, nell'area di Italia '61. Nel 1957 venne fondata la prima Scuola di Amministrazione Industriale (SAI) dal professore Federico Maria Pacces, con il contributo delle maggiori imprese industriali torinesi, soprattutto della allora fabbrica FIAT. La nascita della SAI rappresentò una delle prime e più importanti cooperazioni tra il mondo accademico e quello industriale, con lo scopo di educare e formare le future generazioni di manager italiani, con l'ottenimento di un certo prestigio nel settore, soprattutto nel periodo del boom economico italiano degli anni sessanta, e culminante con l'esposizione internazionale del lavoro di Torino nel 1961. Nel Dicembre 1974 poi, la SAI cambia denominazione in Scuola di Amministrazione Aziendale (SAA) e decide di legarsi all'Università degli Studi di Torino. In quegli anni la SAA fu l'unica business school italiana a: Appartenere all'ordine universitario Operare a Torino, città simbolo dell'industria italiana Introdurre corsi accademici basati sulle reali necessità del mondo imprenditoriale Il pomeriggio dell'11 dicembre 1979, in pieno periodo di contestazione socio-politica-sindacale, e nel più ampio contesto storico del terrorismo italiano denominato "anni di piombo", un commando dell'organizzazione armata Prima Linea irruppe nell'istituto e tenne in ostaggio un centinaio di studenti; un secondo gruppo armato scelse cinque professori e cinque studenti del Master e li gambizzò con 2 pallottole ciascuno. Gli assalitori riuscirono a dileguarsi prima dell'arrivo delle forze di polizia. Questo episodio fu ricordato nella terza parte della miniserie televisiva "Gli anni spezzati", trasmessa su Rai 1 nel 2014. Nel Gennaio 2013, la SAA fu rinominata SAA S.c.ar.l, con l'obiettivo di rafforzare il legame con l'ateneo torinese e realizzare nuovi progetti accademici con le maggiori aziende nazionali, come FCA e Intesa Sanpaolo, e internazionali, come PWC. Il campus della SAA, con ingresso da Via Ventimiglia 115, si trova di fianco al Palazzo a Vela, all'interno del giardino Giuseppe Levi. L'edificio principale ospita numerose aule, un'aula magna, un ristorante, una biblioteca e il centro linguistico. La SAA offre un corso di laurea triennale in “Management dell'informazione e della comunicazione aziendale” in cui vengono impartite lezioni che spaziano dal Diritto privato alla Finanza. Dal secondo anno gli studenti devono scegliere una terza lingua da apprendere tra Francese, Spagnolo e Tedesco. Alla fine del corso, l'università permette agli studenti di svolgere diversi stage con aziende nazionali e internazionali. Inoltre, offre borse di studio, in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino, agli studenti più meritevoli per aiutarli a sostenere le tasse universitarie. Inoltre viene erogato il corso Business & Management, facente parte dell'Università di Torino, erogato totalmente in lingua inglese. La SAA offre un Master in business administration (MBA Executive). Questo master è indirizzato ai top manager già al vertice delle loro carriere che intendono dare un impulso alla competitività della loro impresa. Nonostante il costo non elevato rispetto ad altri Master erogati da altre business school italiane, l'MBA erogato dalla SAA si colloca tra i primi posti per qualità e percentuale di impiego dopo il conseguimento di quest'ultimo. La biblioteca della SAA è intitolata alla figura di Marcella Novo, prima donna in Italia a ricoprire la carica di Amministratore Delegato in un importante multinazionale. La biblioteca riveste un ruolo di primo piano nella formazione degli studenti, garantendogli accesso a numerosi libri e pubblicazioni inerenti al corso di laurea, e fornendo loro anche altri materiali come test e dispense di altri anni accademici. Formalmente denominata “Studenti, laureati, diplomati e master della Scuola di Amministrazione Aziendale dell'Università degli Studi di Torino”, questa associazione riunisce rappresentanti di tutti gli organi della scuola, permettendo agli studenti di comunicare tra loro, con il corpo docenti e con l'organo amministrativo. All'inizio di ogni anno accademico vengono eletti dei rappresentanti per ogni anno di corso. Queste persone avranno il compito di rappresentare tutti gli studenti del proprio anno accademico nei rapporti con gli figure accademiche, eventualmente esponendo problemi e proponendo progetti. Un'importante struttura disponibile per gli studenti alla SAA è il Self-Access Language Learning Centre (SAC). È un laboratorio multimediale utilizzato da coloro che vogliono migliorare la loro conoscenza in una delle lingue insegnate alla SAA: Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo. Sono disponibili all'interno del laboratorio diverse postazioni multimediali dove gli interessati possono ascoltare CD o guardare film in lingua straniera; in alternativa è possibile usufruire dei numerosi libri didattici e non. Il SAC aiuta anche gli studenti a preparare diversi certificati internazionali come il BEC. Così come l'Università di Torino, anche la SAA si avvale di una piattaforma di e-learning (Moodle) per permettere ai professori di comunicare facilmente e velocemente con gli studenti del loro corso. Su questa piattaforma viene pubblicato materiale didattico come dispense, appunti della lezione o test online da svolgere in preparazione di un esame. Inoltre grazie alla mail universitaria, basata su Google Workspace, vengono comunicati agli studenti i più importanti fatti amministrativi o eventi della SAA e dell'Università di Torino. Il campus è interamente coperto da Wifi libero e gratuito ed all'interno della struttura è presente un laboratorio di informatica con a disposizione degli studenti numerose postazioni pc. La SAA ospita un discreto numero di studenti stranieri, la maggior parte dei quali provenienti da stati Europei grazie al progetto Erasmus+, così come dagli Stati Uniti grazie al progetto USAC. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Scuola di Amministrazione Aziendale http://www.saamanagment.it/ Pagina del corso http://saaexecutive.it

Deposito locomotive di Torino Smistamento
Deposito locomotive di Torino Smistamento

Il deposito locomotive di Torino Smistamento è un'infrastruttura di ricovero, sosta, manutenzione e rifornimento di locomotive elettriche e Diesel delle Ferrovie dello Stato. Si trova in Via Chisola, a Torino, nei pressi della stazione Carducci-Molinette della metropolitanae del deposito GTT nizza Il deposito locomotive Smistamento ebbe origine poco tempo dopo la costituzione delle Ferrovie dello Stato sostituendo quello ormai insufficiente di Torino Porta Nuova e divenne completamente operativo nel 1911. Prese il nome dal fatto che venne utilizzata l'area periferica della città ove si trovava l'ampio piazzale merci. Fu costruita una rimessa circolare coperta a 51 stalli dotata di una piattaforma girevole. Per disporre di maggiore possibilità operativa venne presto ampliato con un'altra piattaforma girevole e una rimessa circolare da 20 posti per le locomotive a vapore del servizio merci. Per le operazioni di riparazione e manutenzione vennero costruiti anche due capannoni in prossimità dotati di ponte trasbordatore. A partire dal 1917 in conseguenza dell'elettrificazione in trifase la seconda piattaforma e la relativa rimessa circolare divennero adibite al ricovero delle locomotive trifase. Nel 1961, in seguito all'abolizione del sistema e alla trasformazione a corrente continua l'infrastruttura fu convertita al ricovero e alla riparazione delle locomotive a corrente continua. Negli anni trenta in seguito all'avvento delle automotrici Diesel e soprattutto con la consegna degli autotreni ATR 100 divenne necessaria la costruzione di un'infrastruttura dedicata; fu costruito un capannone a 3 binari della lunghezza sufficiente al ricovero di ciascun treno completo. Dopo la radiazione degli ATR 100 la struttura fu utilizzata per le riparazioni e la manutenzione dei mezzi di trazione Diesel. Dopo l'eliminazione della trazione a vapore le infrastrutture relative vennero adibite alle locomotive Diesel. In atto l'impianto è classificato tra le OMR cioè è un impianto che esegue "medie riparazioni", si occupa di manutenzioni dette di primo e di secondo livello, del rialzo della cassa, della sostituzione delle sale motrici ed altre eventuali operazioni necessarie. Trenitalia ha elaborato un progetto, legato a un investimento di oltre 150 milioni di euro, per rendere Torino Smistamento il polo della manutenzione dei treni di tutto il Nord-Ovest. Mario Borio, Angelo Nascimbene e Ivan Pavan (a cura di), Il Deposito Locomotive di Torino Smistamento - Cento anni, Bussoleno, libretto edito a cura del FerAlp Team, 2011. Trenitalia, Porte aperte a Torino Smistamento, cento anni 1911-2011, testi Mario Borio, immagini Angelo Nascimbene, progetto grafico Ivan Pavan. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Deposito locomotive di Torino Smistamento Deposito Locomotive di Torino Smistamento Archiviato il 12 gennaio 2016 in Internet Archive..

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, anche nota semplicemente come Pinacoteca Agnelli, è un museo d'arte con sede a Torino. Inaugurata nel 2002 all'ultimo piano del Lingotto, la pinacoteca raccoglie una selezione di opere provenienti dalla collezione privata di Gianni e Marella Agnelli. La collezione è ospitata nello Scrigno, un corpo di acciaio con una superficie di 450 metri quadrati sollevato a 34 metri dalla pista di collaudo sul tetto dello stabilimento. La struttura è opera dell'architetto Renzo Piano. Lo stile architettonico rappresenta un'astronave di cristalli che riprende simbolicamente lo stile futurista della fabbrica originaria. Oltre alla collezione permanente, il museo ospita periodicamente mostre temporanee d'arte contemporanea. Il museo espone ventitré dipinti e due sculture. Tra gli artisti del Settecento spicca Canaletto, di cui il museo conserva un gruppo di sei vedute di Venezia. A queste si aggiungono due dipinti di Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto, che raffigurano scorci di Dresda rispettivamente con la Frauenkirche e la Hofkirche. Completa la collezione settecentesca il dipinto Alabardiere in un paesaggio di Giovan Battista Tiepolo. Per quanto riguarda l'arte dell'Ottocento la pinacoteca conserva due sculture chiamate Le danzatrici di Antonio Canova nonché La bagnante bionda di Pierre-Auguste Renoir e La Négresse di Édouard Manet. Ad aprire la sezione sul Novecento è Pablo Picasso con L'Hétaire risalente al periodo blu. Ancora di Picasso è il dipinto cubista Uomo appoggiato a un tavolo degli anni 1915-16. Agli stessi anni risale lo splendido nudo femminile di Amedeo Modigliani. Sette pregevoli dipinti di Henri Matisse costituiscono il nucleo più corposo di opere posseduto dalla pinacoteca. Infine il museo vanta due lavori futuristi; rispettivamente Lanciers italiens au galop di Gino Severini e Velocità astratta di Giacomo Balla. AA.VV. , Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto , Bompiani, 2002, ISBN 88-7423-059-1 , (Catalogo della Pinacoteca). Musei di Torino Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli Sito ufficiale, su pinacoteca-agnelli.it.

Parco Europa
Parco Europa

Il parco Europa (parch Euròpa in piemontese), chiamato parco di Cavoretto (parch ëd Cavorèt) fino al 1961, è un parco delle Colline del Po di Torino, a Cavoretto. Localizzato a una quota tra i 315 e 368 m s.l.m., si trova a circa 6 km dalla città, e vanta un buon punto panoramico su di essa. Salendo da Piazzetta Freguglia, si arriva al grazioso parco, spesso identificato con lo stesso quartiere di Cavoretto, e da cui si gode di un belvedere sulla città di Torino. Fu progettato verso la fine degli anni 1950 da Pietro Bertolotti, allora direttore del servizio Giardini e Alberate del Comune, che aveva appena ereditato i terreni dai nobili Morelli di Popolo. I terreni erano già predisposti da una primitiva struttura a spianata con terrazzamento pensile, a causa di passati lavori, mai completati, per erigere l'ipotetica fortezza del marchese Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea (1737), ministro di Vittorio Amedeo II di Savoia e signore di Cavoretto; tuttavia, l'opera fu successivamente interrotta dal veto di Carlo Emanuele III di Savoia, in quanto considerato potenziale obiettivo militare sensibile. I lavori dell'attuale parco iniziarono nel 1954, con la creazione del vasto poggio, su cui furono impiantati 64 pini italici (Pinus pinea), ben acclimatati grazie alla posizione soleggiata, e il roseto sottostante, oggi quasi dismesso. Negli anni successivi, furono attuati gli altri espropri necessari, fino al Cimitero di Cavoretto e al perimetro di Strada delle Terrazze, arrivando alle dimensioni attuali nel 1961, quando fu portato a compimento per il centenario dell'Unità d'Italia. In tale contesto, con uno spirito celebrativo internazionale, fu chiamato "Europa". Fu altresì realizzata anche la funivia-ovovia che si collegava alla sottostante zona detta, appunto, Italia '61, nel quartiere Nizza-Millefonti. L'impianto fu dismesso a metà degli anni 1960, ma è ancora presente la stazione di arrivo, seppure molto danneggiata. Tranne la parte nord, rimasta in condizioni seminaturali, il resto del parco fu eretto su gradoni di pietra, percorsi da viali e vialetti, con varie nicchie di vegetazione dai caratteri prevalentemente mediterranei, che costituiscono in fondo la vera peculiarità del Parco, col caratteristico uliveto. Il parco contiene specie botaniche di grande interesse: oltre ai pini, platani e cipressi, anche una collezione di magnolie, biancospini monumentali, siepi di lauroceraso. Importante anche il giardino degli iris. Il 31 maggio 2018 il Comune di Torino ha intitolato una piazzola all'interno del Parco al compositore Leone Sinigaglia, che risiedeva a Cavoretto. Parchi di Torino (e luoghi d'interesse a Torino in generale) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Europa Parco Europa, su comune.torino.it. Cavoretto, su quartieri.torino.it. Parco Europa, il parco più romantico di Torino , su wikieventi.it.

Lingotto (comprensorio)
Lingotto (comprensorio)

Il Lingotto è un comprensorio di edifici situato nel quartiere torinese di Nizza Millefonti, chiuso tra via Nizza (dal numero 230 al 294) a est, da via Ermanno Fenoglietti a nord, da via Giacomo Mattè-Trucco a ovest (strada che costeggia un ramo del Passante ferroviario di Torino) e dal sottopasso del Lingotto a sud. Fu uno dei principali stabilimenti di produzione della fabbrica automobilistica FIAT, poi riconvertito a grande centro polifunzionale. Sui terreni dei ruderi di una ex villa dei conti Robilant (sita in via Passo Buole 4, di stile juvarriano, occupata dai partigiani durante la guerra e trasformata in Casa del Popolo, divenuta sede del circolo culturale Mario Dravelli nel 1945 e abbattuta dalla FIAT nel 1952), Giovanni Agnelli decise la costruzione del nuovo stabilimento FIAT, progettato nel 1915 sull'onda dello sviluppo economico-siderurgico dettato dalla prima guerra mondiale, sebbene lo stabilimento venisse completato alcuni anni dopo. Il progetto generale fu affidato all'ingegner Matté-Trucco, insieme ad altri progettisti come Francesco Cartasegna e Vittorio Bonadè Bottino, mentre l'architettura strutturale fu realizzata dall'ingegner Porcheddu, concessionario per l'Italia del brevetto per l'utilizzo del metodo Hennebique per la realizzazione di strutture in cemento armato, sul modello degli stabilimenti della casa automobilistica statunitense Ford. I lavori di costruzione durarono prevalentemente dal 1916 (quando fu iniziata la costruzione dell'Officina di Smistamento) fino al 1930 — si noti, infatti, lo stile architettonico razionalista —, anche se l'inaugurazione avvenne già il 22 maggio 1923, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, immediatamente seguita dalla visita di Mussolini il 25 ottobre. Nell'opera Vers une architecture (1923) di Le Corbusier, dove sono esposte le sue teorie sulla nuova architettura, nel capitolo conclusivo del saggio, intitolato Architettura o Rivoluzione, sono riportati alcuni esempi di soluzioni innovative, fra questi vi sono alcune immagini dell'edificio dove viene evidenziata la soluzione dell'autodromo sul tetto. All'ingegnere meccanico Ugo Gobbato, esperto nella razionalizzazione delle attività produttive e chiamato dallo stesso Giovanni Agnelli nel 1918, venne affidata la responsabilità (con l'augurio del governo Mussolini) di accorpare le varie piccole officine Fiat sparse per Torino (in particolare la sede di Corso Dante) e organizzare quindi il trasferimento coordinato di macchinari e impianti al Lingotto, del quale assunse altresì la direzione, dimettendosi poi nel 1928, dopo aver raggiunto un pieno regime produttivo. Le officine furono formate da due lunghi corpi longitudinali, destinati alla produzione delle automobili, di oltre cinquecento metri di lunghezza, uniti da cinque traverse multipiano, dedicate a servizi per il personale. Alle estremità dei corpi lunghi furono costruite, tra il 1923 e il 1926, due rampe elicoidali, sempre su progetto di Matté-Trucco. In questo modo le automobili potevano accedere dal piano terra direttamente alla pista di collaudo, costituita da due rettilinei di oltre quattrocento metri di lunghezza, collegati da due curve sopraelevate. Unica nel suo genere, la pista asfaltata di collaudo della autovetture, costruita direttamente sul tetto della fabbrica fu realizzata già nel periodo 1926–1927 con la nota forma ad anello e le due curve paraboliche sulle estremità studiate in modo da poter essere affrontate con velocità fino a 90 km/h, quando al tempo la velocità di punta delle automobili era di 70 km/h. Il parapetto di protezione è alto un metro e mezzo. Nel 1969, la pista fu utilizzata per le riprese della celebre scena d'inseguimento del film Un colpo all'italiana. L'intera struttura della Fiat Lingotto fu concepita ai principi del taylorismo, che aveva come obiettivo principale la funzionalità produttiva, interamente costituita da cemento armato, con cinque piani, mentre la facciata esterna presentava alcuni elementi decorativi del Razionalismo italiano. La palazzina distaccata degli uffici invece, terminata già nel 1926, fu dedicata alla sola direzione, amministrazione, mensa e altri servizi. Nel corso degli anni, lo stabilimento Lingotto produsse decine di modelli di automobili, come la Torpedo, la Balilla, la Topolino, la Fiat 1100 R e la sportiva X 1/9 con la rivoluzionaria posizione centrale del motore. L'attività produttiva fu parzialmente interrotta nel 1939, in pieno inizio della seconda guerra mondiale, essendo la stessa fabbrica un obiettivo delle incursioni militari su Torino. L'anno successivo infatti, una parte della produzione fu già spostata nel più grande stabilimento torinese, non molto lontano, chiamato Fiat Mirafiori. Durante la guerra fu facile bersaglio dei bombardamenti aerei da parte degli anglo-americani, in particolare quelli avvenuti nell'autunno 1942 e, il più devastante, quello del 29 marzo 1944. Al termine della guerra, molte parti delle facciate dell'edificio furono parzialmente danneggiate, ma furono prontamente ricostruite nel periodo 1945–1947. La produzione di automobili però fu totalmente trasferita nel moderno comprensorio Fiat Mirafiori, mentre il Lingotto fu destinato, negli anni del boom economico, alla produzione di lavatrici e frigoriferi, per poi riprendere soltanto una parte della produzione automobilistica a partire dagli anni 60 del XX secolo. L'ultimo modello in produzione al comprensorio del Lingotto, tra il 1979 e il 1982, fu la prima serie della Lancia Delta, esaurito il quale la fabbrica fu totalmente dismessa, aspettando di decidere il suo futuro e quello del suo storico comprensorio. Nel 1982 una società a capitale misto, guidata dalla Fiat, promosse una "consultazione" internazionale (il comune chiedeva un concorso di idee) per la ristrutturazione e il recupero dello stabilimento, appena dismesso; ma tra i 20 progetti presentati non fu individuato un vincitore. Nel 1985, fu incaricato della ristrutturazione l'architetto genovese Renzo Piano. Mentre all'esterno la struttura rimase pressoché inalterata, gli ambienti interni furono profondamente modificati, per venire incontro alle nuove esigenze. Ormai simbolo dell'archeologia industriale, nel periodo 1986–1987, l'edificio centrale della ex fabbrica fu da subito suddiviso, attraverso un lungo processo di ristrutturazione, per soddisfare diverse funzioni: uso commerciale (terziario), uso abitativo (albergo), un uso culturale (mostre, fiere). Già nel 1987, vi fu una prima inaugurazione e apertura al pubblico dell'edificio centrale, già riqualificato e adibito a uso commerciale: negozi, bar, ristoranti concentrati in un'unica area commerciale chiamata 8-Gallery (dalla parola "otto" contenuta nel nome Lingotto). Nel 1991, fu invece riqualificata la palazzina distaccata delle ex presse, sul lato sud del comprensorio: ne divenne ben presto un centro fieristico-espositivo, denominato Lingotto Fiere. La prima manifestazione inaugurativa fu il Salone dell'automobile del 1992. In pochi anni, questo centro esposizioni acquisì sempre più importanza: ha ospitato edizioni del Salone internazionale del libro e del Salone del gusto, mentre in passato è stato organizzato anche il Salone del vino, più altre esposizioni come la fiera d'arte moderna e contemporanea Artissima e molte altre mostre a livello nazionale e internazionale. La struttura di Lingotto Fiere ha una superficie di oltre 70.000 metri quadrati, organizzata in maniera modulare. Lo spazio coperto è suddiviso in cinque padiglioni complanari, collegati tra loro, che comprendono anche sale conferenze e un sistema di parcheggi da oltre cinquemila posti. Il centro fiere ospita circa cinquanta manifestazioni all'anno. Nel 2007 la proprietà del Lingotto Fiere passò all'imprenditore Alfredo Cazzola, del gruppo francese GL Events. Nel 1994, sul tetto della palazzina centrale, fu costruita, sempre su progetto di Renzo Piano, la cosiddetta Bolla, ovvero una sala riunioni semi-sferica e trasparente, attrezzata e panoramica da 25 posti, realizzata in acciaio e vetro-cristallo, con vista sulle Alpi e sulla pista parabolica di collaudo. Sulla stessa struttura portante della Bolla, che sembra quasi sospesa, fu costruito anche un disco di atterraggio da eliporto, per permettere il veloce atterraggio di elicotteri. Nel Lingotto è presente anche un cinema multisala con 11 sale, l'attuale UCI Cinemas Lingotto, che per alcuni anni ha ospitato il Torino Film Festival. Infine nella palazzina uffici, restaurata dagli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Isola, furono insediati gli uffici direzionali di alcune aziende, tra cui la stessa FIAT, tornata al Lingotto nel 1997. Nel 1993, sotto la parte sud, fu realizzato un centro congressi, con 12 sale permanenti di varie capienze, tra cui la più grande detta "Sala Cinquecento", collegate tutte tra di loro, per una disponibilità totale di 3500 posti, più altre sale temporanee negli adiacenti padiglioni. Accanto alla Sala Congressi troviamo l'Auditorium Giovanni Agnelli, che fu inaugurato nel 1994 con un concerto dei Berliner Philharmoniker, diretti da Claudio Abbado. Insieme all'Auditorium Rai di Via Rossini, l'Auditorium Gianni Agnelli, è la principale struttura dove si suole rappresentare concerti di musica classica a Torino. Progettato sempre da Renzo Piano nel contesto di ristrutturazione dell'intero complesso del Lingotto, è parzialmente scavato fino a circa 10 metri di profondità, ha un sistema automatico di parti in movimento che può variare la capienza da meno di cinquecento posti a circa duemila. Anche l'acustica è variabile: da un tempo di riverberazione di circa due secondi per la musica sinfonica è possibile ottenere una rifrangenza acustica di un secondo e mezzo, ideale per i congressi. Mentre a partire dal 1997 la sede manageriale del gruppo Fiat tornò nella palazzina storica degli uffici, nel 2002 fu inaugurata la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, un museo d'arte permanente che ospita la collezione privata della celebre famiglia, e che si trova collocata dentro lo Scrigno, una piccola costruzione di Renzo Piano sopra la pista sul tetto, così chiamata in quanto votata a contenere una sorta di tesoro artistico: lo stile architettonico infatti, rappresenta un'astronave di cristalli che riprende simbolicamente lo stile futuristico della fabbrica originaria. La collezione d'arte comprende venticinque opere scelte da Giovanni e Marella Agnelli, più alcune esposizioni temporanee. Sono inoltre presenti, tra gli altri, dei dipinti di Canaletto, Matisse, Balla, Picasso, Bellotto e due opere scultoree del Canova. Nel 2003, all'interno dell'hotel Le Meridien, fu creato un giardino tropicale, e lo stesso hotel è stato collegato al centro congressi tramite un percorso pedonale sopraelevato. Nel 2004, a fianco della palazzina delle fiere, fu allargata un'area per ospitare eventi all'aperto, una piccola pista di go-kart, più un'altra palazzina distaccata, chiamata Oval Lingotto. Nel 2006 furono collocati qui anche alcuni uffici del TOROC, il comitato organizzatore dei XX Giochi olimpici invernali. Nel 2007, al primo piano della palazzina nord, fu istituita la clinica odontoiatrica universitaria distaccata delle Molinette (Dental School). Nello stesso anno, al IV piano della Rampa Nord, fu allestita una sede distaccata del Politecnico di Torino (corsi di Ingegneria dell'Autoveicolo), dove già nel 1998 fu attivato un corso di laurea in ingegneria dell'autoveicolo. Piano disse di aver voluto ricreare nel Lingotto «un genuino pezzo di città». La storica pista per il collaudo delle automobili sul tetto fu ristrutturata e usata per le presentazioni di nuove automobili, ed è periodicamente aperta al pubblico. Nel 2010, a seguito del prolungamento della linea 1 della metropolitana di Torino, con la realizzazione di una fermata in via Nizza denominata stazione Lingotto, del comprensorio sono state oggetto di restauro la parte muraria e le cancellate del muro perimetrale, situato in prossimità del centro direzionale FIAT, con lo scopo di essere inserito nel contesto del progetto di miglioramento urbano dopo le lavorazioni in interrato della stazione Lingotto stessa, localizzata in prossimità dell'area. Il tratto in esame, già negli anni '90 aveva subito un intervento di restauro, ma nonostante ciò esso presentava delle cadute del tono del colore, alcune lesioni e in alcune zone l'intonaco si era staccato dalla sottostante muratura. Per quanto concerne la parte delle cancellate la superficie metallica si presentava in buone condizioni, pertanto il principale intervento di recupero si è concentrato nella parte del basamento lapideo, che presentava fenomeni di patina, di croste nere dovute allo smog e alla presenza ferrosa dei residui delle frenate dei tram. Nel 2011 nasce il Centro direzionale Exor, nella palazzina prospiciente il complesso. Sempre nello stesso anno, nella palazzina nord fu allestito l'albergo NH Torino Lingotto Congress (4 stelle) e l'albergo Doubletree by Hilton Turin Lingotto (4 stelle). Nello stesso anno viene trasferita qui la sede nazionale dell'Autorità di regolazione dei trasporti. Dal 2007 al 2018, i locali del centro commerciale hanno ospitato ogni anno la Festa della Matematica, evento organizzato nel mese di marzo in occasione della gara locale a squadre miste delle Olimpiadi italiane della matematica. L'evento includeva il "Mercatino delle idee", esposizione di progetti, lavori ed esperimenti legati al mondo della matematica e della scienza realizzati dagli studenti delle scuole partecipanti, conferenze tenute nelle sale cinematografiche e la gara ufficiale a squadre, svolta sulla rampa elicoidale nord del comprensorio, oltre a una "gara del pubblico", gara matematica amichevole aperta a tutti nell'area ristorazione. Dal 2019, l'evento si svolge all'Arsenale della Pace, sede del Sermig. Nel 2020 viene deciso di ampliare il primo piano dedicato a centro commerciale, cambiando nome da 8-Gallery a Centro Commerciale Lingotto. Ospita diversi negozi, tra cui Media World, McDonald, un supermercato PAM all'ingresso nord e un supermercato Conad City all'ingresso del padiglione 5, più un cinema UCI con 14 sale. Nel centro sono presenti circa 90 negozi e 14 ristoranti di varia caratterizzazione (Italiano tipico, pizzerie, tipico Viennese, steak-house Western, Giapponese, Take-Away, paninoteche, ecc.). Dalla galleria si può accedere ai piani superiori, dove sono collocati uffici di diverse aziende. Nella parte centrale sono situati giochi per bambini, uno spazio ampio dedicato alle manifestazioni che di norma quando vuoto è usato dai bambini per pattinare, andare sul monopattino o rincorrere un pallone. Completano poi le tipologie, negozi di abbigliamento, profumerie, di giocattoli, tabaccherie, fotografi. Nel 2022 viene realizzato il giardino pensile La Pista 500 su inziativa della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Il progetto è stato realizzato dall'architetto Benedetto Camerana e si sviluppa lungo l'anello del Lingotto. Il nuovo giardino, che si trova a un'altezza di circa 28 metri, è composto da 28 isole verdi che ospitano circa 40.000 piante. A tutt'oggi è il più grande giardino pensile d'Europa. Quello stesso anno la pista 500 ha ricevuto il secondo premio, nella categoria Progettazione o elaborazione di un parco o giardino contemporaneo dal European Garden Heritage Network. Il Lingotto è raggiungibile dalla stazione Lingotto della metropolitana di Torino e dalle linee autobus 17, 18 e 34. In occasione dei XX Giochi olimpici invernali ospitati dalla città di Torino del 2006, è stata costruito un arco olimpico con passerella ciclopedonale che collega il Villaggio Olimpico (ingresso da piazza Galimberti) e il quartiere circostante con via Nizza e il centro commerciale Lingotto, offrendo un collegamento rapido tra due aree attraversate dal passante ferroviario. Arco olimpico di Torino Fiat Mirafiori Storia di Torino Wikizionario contiene il lemma di dizionario «lingotto» Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul lingotto Lingotto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Lingotto Fiere, su lingottofiere.it. Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, su pinacoteca-agnelli.it. Centro Congressi Lingotto, su expo2000.it. URL consultato il 14 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2007). Foto dell'Oval Lingotto, su fotogian.com. URL consultato il 14 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2007). Foto Pinacoteca Agnelli, su it.geocities.com (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2006). Progetto del Lingotto Exhibition Center, su focchi.it. URL consultato il 14 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007). logica dei flussi produttivi della fabbrica Lingotto (animazione 3D), su studiodim.it. URL consultato il 12 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2009). Luoghi della Memoria - Storia Fiat Lingotto. istoreto.it, su istoreto.it.

Condominio 25 verde
Condominio 25 verde

Il Condominio 25 Verde è un edificio residenziale di Torino. Rappresenta il primo esperimento di bioarchitettura ecosostenibile in città su progetto di Luciano Pia. L’edificio è situato a pochi passi dal Parco del Valentino e dal Centro Storico Fiat. Il progetto, la cui ideazione iniziò nel 2007, nasce dall'esigenza di realizzare un nuovo edificio residenziale a completamento di un isolato urbano caratterizzato da una particolare varietà edilizia. L’intervento è concentrato all'interno del perimetro dell'isolato stesso con la necessità di realizzare dei prospetti su fronte via, ma nello stesso tempo di creare uno spazio sinuoso e fluido tra lo spazio esterno e lo spazio interno dell'edificio. Esso potrà cambiare parte del proprio aspetto grazie all'utilizzo della vegetazione impiegata, creando contemporaneamente un blocco ben definito e compatto ma tuttavia mutevole nel tempo. Questo progetto, assieme al Bosco verticale di Milano, è considerato uno dei più importanti esempi di integrazione del verde con l'architettura. L’edificio occupa un’area di 7.500 m² e ospita complessivamente 63 unità abitative tutte diverse tra loro e tutte dotate di 2 terrazzi ciascuna; la loro metratura varia come la loro altezza, compresa tra i 2,5 e gli 8 metri a seconda dei piani. La presenza di 150 alberi ad alto fusto costituisce un microclima che conferisce un apporto di ossigeno quantificabile in 150 litri all'ora, assorbendo contemporaneamente l’anidride carbonica e contribuendo a filtrare le polveri sottili. La struttura portante lascia a vista alcune travi in acciaio grezzo fitomorfe a tutt'altezza, con estese ramificazioni che si intrecciano con la vegetazione stessa, mentre il rivestimento esterno è realizzato prevalentemente in scandole di larice e segue le forme sinuose dei prospetti dell'edificio. Le solette dei terrazzi, di varia ampiezza, sono realizzati in listelli distanziati di legno massello in modo tale da consentire alla luce di filtrare all'interno il più possibile. L'efficienza energetica per un impatto ecosostenibile è raggiunta grazie a numerose soluzioni come l’isolamento «a cappotto», le pareti ventilate, la protezione dall'irraggiamento solare diretto, impianti di riscaldamento e raffrescamento che utilizzano l’acqua di falda con il sistema a pompa di calore, il recupero delle acque piovane reflue con stoccaggio e riutilizzo per l’irrigazione del verde condominiale. La distribuzione della vegetazione è differenziata: fioriere sulle terrazze private con spazi anche per piccoli alberi e arbusti, per il cortile invece è previsto un comprensivo di cinquanta alberi ad alto fusto, mentre per tutto il resto dell'edificio è previsto del verde verticale in facciata, verde pensile nella zona soppalcata dove si affacciano i loft e verde pensile a copertura dei tetti. La scelta delle specie vegetali è stata fatta per assicurare una varietà di portamento, fogliame, fioritura e colore durante tutto l'arco dell’anno. Oscar Eugenio Bellini, Laura Daglio, Il verde tecnologico nell'housing sociale, FrancoAngeli, 2015. Kirsten Dirksten, Forest condominium is ecosystem of 150 trees, 60+ apartments, 16.01.2022. Video, in inglese, disponibile sul canale YouTube di Kirsten Dirksten. Ville e palazzi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Condominio 25 Verde Una casa-bosco nel cuore di Torino, Corriere della sera