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Palazzo del Monte di Pietà (Milano)

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7482 Milano Monte di Pietà Foto Giovanni Dall'Orto 25 Mar 2007
7482 Milano Monte di Pietà Foto Giovanni Dall'Orto 25 Mar 2007

Il palazzo del Monte di Pietà è un palazzo quattrocentesco di Milano, riadattato in forme neoclassiche nel XVIII secolo da Giuseppe Piermarini. Storicamente appartenuto al Sestiere di Porta Nuova, si trova in via Monte di Pietà n. 5, era la sede del Monte di Pietà di Milano. Il palazzo originario risale al 1482 quando Ludovico il Moro fondò il Monte di Pietà di Milano nell'allora contrada dei Tre Monasteri. Più tardi, di questi tre monasteri del toponimo, uno venne inglobato nel rimaneggiamento del palazzo a cura dell'architetto di corte Giuseppe Piermarini nel 1782, ovvero il convento di Santa Chiara, di cui rimangono sul retro del palazzo un salone con frammenti di affreschi. La facciata, piuttosto semplice secondo lo stile del primo neoclassicismo milanese, presenta un corpo aggettante al centro, decorato da un portale delimitato da colonne che reggono la balconata del primo piano. Il piano nobile è scandito da lesene di ordine ionico. È stata la sede della "Borsa di commercio" di Milano (odierna Borsa Italiana) tra il 1808 e il 1809. Attilia Lanza, Marilea Somarè, Milano e i suoi palazzi: porta Vercellina, Comasina e Nuova, Vimercate, Libreria Meravigli editrice, 1993. Micaela Pisaroni, Il neoclassicismo, Milano, NodoLibri, 1999. Ville e palazzi di Milano Neoclassicismo a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo del Monte di Pietà

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo del Monte di Pietà (Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo del Monte di Pietà (Milano)
Via Monte di Pietà, Milano Municipio 1

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7482 Milano Monte di Pietà Foto Giovanni Dall'Orto 25 Mar 2007
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Luoghi vicini

Ca' de Sass
Ca' de Sass

La Ca' de Sass (termine in dialetto milanese che significa letteralmente "casa di sassi", in riferimento al bugnato che ne orna le facciate) è un palazzo storico in stile eclettico, con pesanti influenze neorinascimentali, situato nel centro storico di Milano, in via Monte di Pietà al civico 8. Ex sede della CARIPLO, oggi è sede secondaria dell'istituto Intesa Sanpaolo, di cui l'espressione Ca' de Sass è spesso adoperata in ambito giornalistico come sinonimo per metonimia parzialmente impropria. I progetti del palazzo iniziarono nel 1868 a cura dell'architetto Giuseppe Balzaretto: egli volle ispirarsi all'aspetto delle grandi banche presenti a Firenze durante il Rinascimento, riprendendo la struttura di Palazzo Strozzi. Il palazzo sorge al posto del vecchio palazzo del Genio Militare, che venne demolito per l'occasione: durante gli scavi per gettare le fondamenta emersero i resti della vecchia chiesa di Santa Maria d'Aurona con annesso convento, oggi conservati nei musei del Castello Sforzesco. I lavori di costruzione terminarono nel 1872. Il palazzo si presenta con un aspetto decisamente monumentale, l'intero perimetro, chiuso da una maestosa cancellata, è decorato con un bugnato di notevoli dimensioni, che ben si accosta alle bifore imponenti dei piani superiori del palazzo, inserite tra cornicioni sporgenti e le terrazze balaustrate. Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Vercellina, Comasina e Nuova, Libreria Meravigli Editrice, 1993, pg. 196-197. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ca' de Sass

Chiesa di Sant'Agostino (Milano)

La chiesa di Sant'Agostino, chiamata in antichità Santa Maria di Vedano, era una chiesa di Milano. Situata in via Monte di Pietà, fu soppressa nel 1798. Notizie del convento si hanno dal 1428 quando per ordine del duca di Milano vennero introdotte nel convento di monache Umiliate otto monache dell'ordine di Sant'Agostino. Ancora nel 1486 in una lettere sempre del duca di Milano viene nominata la chiesa con l'antico nome di "Santa Maria in Vedano". Della soppressa chiesa e monastero non sono noti il destino fino al 1828, quando la vasta area delle ortaglie dell'ex convento venne venduta al conte Francesco Arese Lucini che vi edificò il suo palazzo. La chiesa, di cui non si conoscono le antiche forme, fu completamente rifatta a partire dal Cinquecento: vi era antistante alla chiesa un porticato con colonne di pietra che serviva da ingresso sia alla chiesa sia al monastero. La facciata era stata eretta su disegno di Francesco Maria Richini ed era ornata con "colonne e statue". La chiesa possedeva una cupola retta da quattro grandi colonne di marmo che formavano tra di loro quattro archi. La chiesa presentava tre cappelle: nella maggiore vi era la tela del Nascimento di Gesù Cristo di Giulio Campi, mentre in una delle due cappelle laterali era presente il martirio di Sant'Agata di Panfilo Nuvolone, secondo Carlo Torre iniziato dal Cerano. Serviliano Latuada, Descrizione di Milano, vol. 5, Milano, 1738. Lorenzo Sonzogno, Vicende di Milano rammentate dai nomi delle sue contrade, Milano, 1835. Paolo Rotta, Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente, Milano, 1891. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano

Palazzo Arese-Bethlen
Palazzo Arese-Bethlen

Palazzo Arese-Bethlen era un palazzo storico di Milano situato in via Monte di Pietà al civico 11. Il palazzo risale al 1828 quando il conte Francesco Arese Lucini commissionò il palazzo a Pelagio Palagi: il palazzo anche per l'epoca situato in pieno centro fu costruito sull'ampio giardino del soppresso monastero di Sant'Agostino Neri; Successivamente alla morte del conte Arese il palazzo fu venduto alla famiglia ungherese dei Bethlen. Proprio per via della posizione molto centrale del palazzo e del suo vasto giardino, questo fu progressivamente lottizzato e venduto come spazi destinati all'edificazione: abbandonato come residenza dai Bethlen il palazzo fu diviso in appartamenti più piccoli, fino a quando, colpito dai bombardamenti alleati su Milano fu demolito nel 1943, nonostante questi avessero coinvolto solo la parte centrale del palazzo e non le vaste ali laterali. Il palazzo presentava al centro del fronte un cortile d'onore che dava sul corpo centrale, che presentava un pian terreno in bugnato sormontato dagli ordini superiori scanditi da lesene che reggevano un frontone triangolare. Le finestre del piano nobile si presentavano architravate con timpani triangolari, mentre quelle al secondo piano erano decorati da semplici cornici. La stessa decorazione era ripresa nella ali del palazzo. Mazzocca, Fernando. Francesco Teodoro Arese Lucini, Un Mecenate Milanese Del Risorgimento. Arte Lombarda, Nuova Serie, no. 83 (4) (1987): 80-96. Comune di Milano, Contributo a una bibliografia dei palazzi privati di Milano dal XIV secolo all'età neoclassica (PDF), su milano.biblioteche.it. URL consultato il 2 marzo 2020. Ville e palazzi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su palazzo Arese-Bethlen

Casa Porro-Lambertenghi
Casa Porro-Lambertenghi

Palazzo Porro-Lambertenghi è un palazzo ottocentesco di Milano, in stile neoclassico. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Comasina, si trova in via Monte di Pietà al civico 15. Il palazzo, realizzato nei primissimi anni dell'Ottocento su progetto del Canonica, si sviluppa su quattro piani fuori terra, dei quali il pian terreno è caratterizzato per il rivestimento a bozze di granito rosa. All'interno è presente un portico con doppio colonnato, nel cui cortile si sarebbe trovato al tempo un monumento, realizzato dal Thorvaldsen. L'edificio è particolarmente noto a Milano per diversi aspetti: nel 1818 il palazzo venne illuminato grazie ad un'apparecchiatura importata dall'Inghilterra dallo stesso Luigi Porro Lambertenghi, a riguardo della quale l'anno precedente l'amico Silvio Pellico aveva tradotto in italiano il trattato pratico sopra il gas illuminante di Friedrich Accum. Tale sperimentazione - nelle intenzioni del Porro-Lambertenghi - avrebbe dovuto trovare applicazione su vasta scala a Milano, in modo da garantire un vero e proprio servizio pubblico; tuttavia il progetto venne stroncato dalle autorità austriache. Sempre qui, nel 1818, venne redatta la prima copia del Conciliatore. Casa Porro-Lambertenghi in quegli anni era diventata infatti il luogo di ritrovo di una cerchia di intellettuali e pensatori del tempo, fra cui il Silvio Pellico (primo precettore del figli di Luigi Porro Lambertenghi) e il Confalonieri (vicino e amico). Oltre a questi altri nomi illustri che ruotavano attorno a questa casa furono il Berchet, il Thorvaldsen e lo stesso Lord Byron. A partire dal 1819 la casa diventa inoltre la sede di una scuola di mutuo insegnamento, detta di Sant'Agostino, volta all'alfabetizzazione delle masse in vista di un possibile risveglio di una coscienza nazionale. Questo forte attivismo politico da parte del Porro-Lambertenghi gli costò la condanna a morte da parte delle autorità austriache, poi evitata con l'esilio: in questa casa, fra le altre cose, il 13 ottobre 1820 era stato arrestato proprio l'amico Silvio Pellico, come ricordato ancora oggi da una lapide. Il palazzo venne danneggiato lievemente nel corso dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, ma subito restaurato al termine del conflitto. Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Hoepli, Milano, 1945 - p. 193 Paolo Mezzanotte, Giacomo Carlo Bascapé, Milano, nell'arte e nella storia, Bestetti, Milano, 1968 (1948) - p. 439 Livia Negri, I palazzi di Milano, Newton & Compton, Milano, 1998 - pp. 247–248 Ville e palazzi di Milano Sestiere di Porta Comasina Luigi Porro Lambertenghi Silvio Pellico Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa Porro-Lambertenghi Comune di Milano - Sestiere di Porta Comasina (palazzi) (PDF), su comune.milano.it. LombardiaBeniCulturali - Casa Porro-Lambertenghi, Milano, su lombardiabeniculturali.it.