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Casa Beccaria

Architetture neoclassiche di MilanoPagine con mappePalazzi di Milano
8763 Milano Via Brera Casa natale Cesare Beccaria Foto G. Dall'Orto 14 Apr 2007
8763 Milano Via Brera Casa natale Cesare Beccaria Foto G. Dall'Orto 14 Apr 2007

Casa Beccaria (conosciuta anche come Palazzo Beccaria) è un palazzo settecentesco di Milano, rimaneggiato nel corso del XIX secolo in forme neoclassiche. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Comasina, si trova in via Brera 6. Il palazzo, già esistente nel Settecento, deve il suo aspetto attuale ad un successivo rimaneggiamento in chiave neoclassica, portato a compimento nella prima metà dell'Ottocento dall'architetto Gaetano Faroni. Egli, oltre a ricoprire completamente la facciata di bugnato liscio, la arricchì con alcuni medaglioni raffiguranti varie figure, tra cui quella dello stesso Cesare Beccaria e quella di Gaetana Agnesi. Fu in questa casa infatti che nel 1738 nacque Cesare Beccaria; sempre in questa casa nel 1761 nasceva anche sua figlia Giulia, futura madre di Alessandro Manzoni. Qui Cesare Beccaria avrebbe scritto la maggior parte delle sue opere, e sempre qui avrebbe trovato la morte nel 1794. Paolo Mezzanotte, Giacomo Carlo Bascapé, Milano, nell'arte e nella storia, Bestetti, Milano, 1968 (1948) - p. 418 Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Vercellina, Comasina e Nuova, Libreria Meravigli Editrice, Vimercate, 1993 - pp. 127–128. Ville e palazzi di Milano Sestiere di Porta Comasina Cesare Beccaria Giulia Beccaria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa Beccaria Comune di Milano - Sestiere di Porta Comasina (palazzi) (PDF), su comune.milano.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Casa Beccaria (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Casa Beccaria
Via Brera, Milano Municipio 1

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Via Brera 6
20121 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Sito web
profumomilano.com

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8763 Milano Via Brera Casa natale Cesare Beccaria Foto G. Dall'Orto 14 Apr 2007
8763 Milano Via Brera Casa natale Cesare Beccaria Foto G. Dall'Orto 14 Apr 2007
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Luoghi vicini

Contrada dell'Orso (Milano)
Contrada dell'Orso (Milano)

La Contrada dell'Orso è stata una contrada di Milano appartenente al sestiere di Porta Comasina. Il confine della contrada dell'Orso correva lungo via del Lauro (dove confinava con la contrada del Cordusio) dall'incrocio con via Boito e l'intersezione tra via Brera e piazza del Carmine. Il confine proseguiva poi lungo piazza del Carmine, via Ponte Vetero, piazza Principessa Maria, via Broletto fino all'incrocio con via del Lauro. L'unico edificio di culto degno di nota della contrada era la chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce che sorgeva sui resti, come fa intendere il suo nome, di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte. La contrada prende il nome da via dell'Orso, a sua volta intitolata con questa denominazione, secondo alcuni autori, in onore ai Dell'Orso (anticamente "De Urso"), famiglia patrizia milanese che fu protagonista della storia medievale della città. Il tratto di via dell'Orso compreso tra via Brera e via Ciovasso era popolarmente chiamata "via Olmetto", mentre il tronco compreso tra via Ciovasso e Ponte Vetero era conosciuto come "via all'Orso". Gli autori che vorrebbero l'intitolazione di via dell'Orso legata all'omonima famiglia individuano il motivo di tale tributo nella battaglia di Campomalo, avvenuta nel 1036 durante l'epoca comunale tra l'arcivescovo Ariberto d'Intimiano, sostenuto dai feudatari maggiori (i capitanei), e i vassalli minori (i valvassori) di Milano, di cui facevano parte i Dell'Orso. La battaglia, dagli esiti incerti, si concluse con l'uccisione di un potente alleato di Ariberto, il vescovo di Asti Alrico, che segnò certamente un punto a vantaggio dei valvassori. Questi ultimi, che erano riuniti nella "Motta", lega militare sorta nel 1035, erano sostenuti anche dal popolo. Come tributo a questa vittoria la città di Milano avrebbe dedicato ai Dell'Orso una strada, la "via all'Orso la Motta", toponimo che sarebbe stato corrotto con l'uso comune in "all'Orso l'Olmetto". Secondo invece altri autori, la denominazione di via Dell'Orso non sarebbe legata all'omonima famiglia e alle gesta militari ad essa collegate: in base a questa ipotesi, la strada sarebbe stata denominata via dell'Orso prima dell'avvento di questa famiglia nella storia di Milano. Secondo altre ipotesi ancora, l'origine della denominazione di via Olmetto sarebbe forse la secolare presenza, a metà della via, di uno storico albero di olmo, che diede poi il nome a questa strada. Due toponimi che sono presenti nella contrada avevano origini romane: Ponte Vetero ("vetero" infatti significa "vecchio", con chiara allusione alle sue origini antiche, nella fattispecie romane), e il vicolo Ciovasso, che deriverebbe dal latino volgare clivacium (da cui il termine dialettale milanese civàss, ovvero "declivio") con chiaro richiamo al fatto che la strada, un tempo, scendeva fino alle mura romane di Milano, le cui fondamenta erano collocate in un avvallamento. Altra ipotesi vorrebbe che "Ciovasso" derivi dal nome di una famiglia nobiliare milanese, i Civasso. Alessandro Colombo, I trentasei stendardi di Milano comunale (PDF), Milano, Famiglia Meneghina, 1935, ISBN non esistente. Milano Sestiere di Porta Comasina Contrade di Milano Nobile Contrada del Cordusio Contrada del Rovello Contrada del Campo Contrada dei Fiori I sestieri e le contrade di Milano - Con le mappe delle antiche suddivisioni di Milano, su filcasaimmobili.it. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce
Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce

La chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce (San Giovann Quatter Facc in milanese) era una chiesa di Milano. Situata nell'attuale piazzetta Giordano Dell'Amore, fu demolita nel 1786. Sorgeva sulle vestigia di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte, da cui il nome. La denominazione "quattro facce" nel nome della chiesa deriva dal fatto che quest'ultima sorse sulle vestigia di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte. Giano è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Solitamente è raffigurato con due volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio può guardare il futuro e il passato ma anche perché, essendo il dio della porta, può guardare sia all'interno sia all'esterno. Nel caso del Giano Quadrifronte, le quattro facce sono rivolte verso i quattro punti cardinali. Fu sant'Ambrogio a ordinare la demolizione dei templi pagani e la costruzione di chiese e basiliche cristiane: alcune chiese sorsero sullo stesso luogo dove in precedenza erano eretti templi pagani, mentre in alcuni casi questi ultimi furono convertiti in luoghi di culto cristiani. Non è noto con precisione l'anno di fondazione di tale chiesa, tuttavia la chiesa viene ricordata da Landolfo Iuniore nel XII secolo, mentre Giorgio Giulini sostiene che già la chiesa esistesse dal 975. La chiesa fu completamente rifatta nel XVII secolo per opera di Francesco Maria Richini. La chiesa, che sorgeva in prossimità delle vecchie mura romane, dava un tempo il nome all'attuale via Arrigo Boito e piazzetta Giordano Dell'Amore, all'epoca chiamate rispettivamente contrata e piazza di San Giovanni alle Quattro Facce. Le descrizioni dell'aspetto giunte a noi sono dovute ai rifacimenti del Richini. La chiesa era di forma rettangolare e misurava venti metri di lunghezza e dodici in larghezza: l'interno era suddiviso in tre navate corrispondenti ad altrettanti portali di ingresso. La chiesa possedeva nove finestre e tre cappelle, oltre che tre altari. La facciata risultava al XVIII secolo ancora incompiuta. Serviliano Latuada, Descrizione di Milano, vol. 5, Milano, 1738. Paolo Rotta, Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente, Milano, 1891. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano

Palazzo Cusani (Milano)
Palazzo Cusani (Milano)

Palazzo Cusani è un palazzo seicentesco di Milano, rimaneggiato una prima volta fra il 1712 ed il 1719 ed una seconda fra il 1775 ed il 1779. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Nuova, si trova in via Brera 13-15. La famiglia Cusani aveva acquisito nel corso del XVII secolo una proprietà presso la Chiesa di Sant'Eusebio, oggi scomparsa: lì Agostino Cusani (1592-1640), feudatario e poi marchese di Chignolo Po avrebbe fatto erigere un palazzo nel corso dei primi decenni del XVII secolo. Successivamente il palazzo venne rimaneggiato una prima volta (1694-1719) per volere di Gerolamo Cusani, che commissionò a Giovanni Ruggeri la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento (1775-1779) venne invece affidato al Piermarini da Ferdinando Cusani (1737-1815) e interessò la facciata interna, che venne realizzata in forme neoclassiche. Il palazzo venne venduto nel 1808 da suo figlio Luigi (1769-1836), rovinato dai debiti di gioco, al demanio del Regno d'Italia, che vi insediò il Ministero della Guerra. Insieme a questa proprietà vennero vendute anche quelle adiacenti. Malgrado i molteplici interventi di adattamento protrattisi sia sotto il periodo austriaco che nei primi decenni del Novecento (culminati con la realizzazione di una nuova ala affacciata sulla via del Carmine nel 1935) e i successivi bombardamenti a cui fu sottoposto l'edificio, gli interni conservano ancora oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche presenti in origine, riscontrabili nell'atto di vendita del palazzo (1808). Andarono quasi totalmente perduti invece gli arredi originali e gran parte del giardino, notoriamente luogo di feste e balli particolarmente cari a Ferdinando Cusani. Sede del Comando del III Corpo d'Armata fino al 2004, è attualmente sede del Comando Militare Esercito Lombardia e della rappresentanza della NATO a Milano. Dal punto di vista architettonico bisogna osservare la particolarità delle forme per così dire esuberanti della facciata esterna, un'anomalia se confrontata con gli edifici milanesi del tempo, che tradisce l'influenza romana dell'architetto Giovanni Ruggeri. Non a caso infatti la facciata ricorda il tardo-barocco romano, in cui risaltano le finestre dalle cornici mistilinee e i balconi rigonfi. Sulla facciata sono inoltre presenti due portali gemelli, che si dice voluti da due fratelli della famiglia per il reciproco desiderio di non incontrarsi. Una particolarità del palazzo è che nella facciata posteriore del palazzo sono incastonate tre palle di cannone scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque giornate di Milano. Nel maggio del 2021 ha ospitato la mostra d'arte contemporanea Tramestio, curata e organizzata dai giovani curatori Michael Camisa (1996) e Sophia Radici (1993) che hanno presentato sulla scena milanese tre artisti contemporanei under 30. Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Hoepli, Milano, 1945 - pp. 215–217 Paolo Mezzanotte, Giacomo Carlo Bascapé, Milano, nell'arte e nella storia, Bestetti, Milano, 1968 (1948) - p. 419 Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Vercellina, Comasina e Nuova, Libreria Meravigli Editrice, Vimercate, 1993 - p. 124 Livia Negri, I palazzi di Milano, Newton & Compton, Milano, 1998 - pp. 110–115 Leonida Villani, Gino Bramieri, Una Milano mai vista, Edizioni CELIP, Milano 1985 - p. 120 Giuseppe Stolfi, Aggiunte su Palazzo Cusani a Milano (e su Giovanni Ruggeri), in "Libri e documenti", 25, 1999/1-3, pp. 29–36 Marica Forni, Committenza e cantiere. Note d'archivio per palazzo Cusani a Milano, in "Arte lombarda", 160, 2010/3, pp. 20–34 Ville e palazzi di Milano Sestiere di Porta Nuova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Cusani Comune di Milano - Sestiere di Porta Nuova (palazzi) (PDF), su comune.milano.it. LombardiaBeniCulturali - Palazzo Cusani, Milano, su lombardiabeniculturali.it.

Orto botanico di Brera
Orto botanico di Brera

L'Orto Botanico di Brera, chiamato anche Hortus Botanicus Braidensis, si trova al centro di Milano nel Palazzo di Brera. L'orto botanico, che nei suoi 5000 metri quadrati conserva circa 300 specie diverse, è stato voluto dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria nel 1774, insieme all'osservatorio astronomico. Dopo un periodo di abbandono, è stato recuperato e restaurato grazie all'Università degli Studi di Milano, nel 1998 è stato aperto al pubblico e nel 2013 è stata aperta una nuova cancellata d'ingresso progettata da Ruggero Moncada di Paternò Dal 2005 fa parte del Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera, struttura della Statale e Museo riconosciuto dalla Regione Lombardia. Oltre alle specie botaniche si possono ammirare le architetture del passato, come la serra attribuita al Giuseppe Piermarini, la vasca settecentesca in cui crescono iris e ninfee, ed un arboreto riqualificato nel 2018. Attraversando l'orto botanico si incontrano le aiole, restaurate secondo il loro aspetto originario: l'aiola delle piante officinali le aiole del genere Salvia l'orto degli ortaggi la collezione di bulbi primaverili la collezione di Peonia spp. e Aquilegia spp. Tra gli esemplari di alberi presenti nell'orto botanico ricordiamo: Acer pseudoplatanus, Magnolia grandiflora, Celtis australis, Platanus hybrida, Juglans nigra, Tilia tomentosa, Ailanthus vilmoriniana, Diospyros kaki, Ilex cornuta, Pterocarya fraxinifolia, Firmiana platanifolia, Ginkgo biloba. L'orto botanico di Brera ha collaborato con il Centro internazionale dei bulbi da fiore di Hillegom in uno studio sulla funzione estetica delle piante erbacee nell'abbellimento delle aiuole dedicate ai bulbi. Tra le specie di bulbi sono presenti varie cultivar, tra i generi ricordiamo: Hyacinthus, Narcissus, Tulipa, Leucojum. Tra le specie, sono presenti: Allium ursinum, Leucojum aestivum, Muscari comosum, Muscari armeniacum, Tulipa clusiana, Scilla sibirica, Tulipa linifolia, Tulipa turkestanica. Osservatorio astronomico di Brera Scuola superiore di Agricoltura di Milano Rete degli orti botanici della Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Orto botanico di Brera Sito ufficiale, su ortibotanici.unimi.it. (EN) Sito ufficiale, su ortibotanici.unimi.it. Orto botanico di Brera, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.