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Palazzo Maffettone

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Palazzo Maffettone 1
Palazzo Maffettone 1

Il Palazzo Maffettone è un edificio di valore storico e architettonico di Napoli, situato in via Enrico Pessina nel quartiere San Lorenzo. Il palazzo venne costruito attorno al 1870 in seguito alla demolizione delle Fosse del Grano e alla nascita dell'attuale via Pessina. Prende il nome da Raffaele Maffettone, un facoltoso imprenditore di pellami, che lo commissionò . L'edificio si presenta come un'imponente costruzione in stile neoclassico di cinque piani. La sua maggiore peculiarità architettonica sta nelle due slanciate scale aperte dalle tre arcate per livello che si innalzano sulle pareti laterali del cortile. Per quanto riguarda gli interni, più appartamenti conservano ambienti con affreschi e decorazioni di stampo eclettico. A spiccare è soprattutto la casa degli eredi Maffettone, sita al primo piano nobile, contenente una sontuosa sala da ballo in stile neo-barocco (con il soffitto affrescato da Federico Maldarelli, rivestimento parietale in seta di san Leucio, alte specchiere dorate e pavimento in cotto) e una cappella privata con opere scultoree di Tommaso Solari. Sulla facciata sono collocate due epigrafi che documentano la scomparsa di due illustri condomini: Nicola Rocco e Carlo De Vincentiis.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Maffettone (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Maffettone
Via Carlo Doria, Napoli San Lorenzo

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80100 Napoli, San Lorenzo
Campania, Italia
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Palazzo Maffettone 1
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Luoghi vicini

Palazzo Spinelli di Fuscaldo
Palazzo Spinelli di Fuscaldo

Il Palazzo Spinelli di Fuscaldo è un palazzo di Napoli, ubicato in via Costantinopoli 104 e contiguo a quello dei Castriota. Il monumentale palazzo fu residenza dei Castriota, marchesi di Atripalda e nel XVII secolo appartenne alla famiglia Marciani: per questo venne occupato durante la rivolta di Masaniello perché i Marciani erano i giudici della Vicaria. Nel Settecento passò alla famiglia Spinelli di Fuscaldo, il cui esponente Giuseppe Spinelli divenne arcivescovo di Napoli. In questo periodo il palazzo visse uno splendore artistico e culturale, che precedette però una fase di decadenza che durò per tutto il XIX secolo; nel 1890 il piano nobile venne ceduto al notaio Tavassi, mentre gli altri piani vennero venduti. Nel 1938 l'immobile fu sottoposto a vincolo dalla sovrintendenza come monumento di interesse storico e nel 1942 venne acquistato da Achille Lauro, che lo utilizzò come uffici della polizia militare e della Camera del Lavoro. Negli anni settanta del Novecento venne incorporato dall'Università "Federico II" destinandolo ad ambienti della Facoltà di Medicina. La composizione dell'edificio è costituita da un piano terra che un tempo era destinato alle scuderie e da tre piani superiori; nel cortile a pianta rettangolare è presente una loggia ad arco, dalla quale si accede al giardino. In quello che era il salone da ballo resta la volta affrescata nel 1791 da Pietro Bardellino; mentre in altri due ambienti vi sono affreschi parietali di gusto neopompeiano attribuiti a Giuseppe Cammarano. Nell'edificio nacque Gaetano Azzariti che fu presidente della corte costituzionale.