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Triennale Design Museum

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Triennale Design Museum
Triennale Design Museum

Il Triennale Design Museum (TDM) è un museo che si trova a Milano all'interno del Palazzo dell'Arte in Viale Alemagna 6. Venne fondato nel 2007 dalla Triennale di Milano per valorizzare, conservare, illustrare e spiegare il design italiano con oggetti, persone, aziende, informazioni storiche, concetti e idee che hanno reso l'Italia punto di riferimento mondiale nel design industriale. Il museo si rinnova ciclicamente una volta all'anno e nel 2013 è arrivato alla 6ª edizione, ogni anno le esposizioni affrontano nuove tematiche, anche molto diverse fra loro, che hanno permesso di affrontare la progettazione in vista della produzione industriale sotto diversi punti di vista. L'edizione del 2012 è stata interamente dedicata alla grafica italiana. Si tratta del primo museo italiano dedicato al design ed è fra i più rilevanti al mondo. Nel 2022 ha ricevuto 661 234 visitatori, risultando uno dei musei più visitati d'Italia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Triennale Design Museum (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Triennale Design Museum
Viale Emilio Alemagna, Milano Municipio 1

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.47229 ° E 9.17383 °
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Indirizzo

Terrazza Triennale - Osteria con vista

Viale Emilio Alemagna
20123 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Numero di telefono

call+390236644340

Sito web
osteriaconvista.it

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Triennale Design Museum
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Luoghi vicini

Torre al Parco in via Revere
Torre al Parco in via Revere

La Torre al parco è un edificio di ventuno piani, a destinazione residenziale, progettato da Vico Magistretti e Franco Longoni e costruito su un lotto adiacente al parco Sempione, in via Revere a Milano. La torre al parco fu progettata nel 1953, quando la società Liquigas propose al Comune di Milano di realizzare un edificio sviluppato in altezza, da sostituire a quello a corte ipotizzato dal piano regolatore per quell'area, mantenendo però inalterata la cubatura già approvata. In questo modo l'edificio effettivamente realizzato copre un terzo circa del lotto a disposizione (450 m² su 1200 m² totali), che per il resto è occupato da un giardino e da un parcheggio privato pavimentato in porfido, sotto cui si sviluppano i tre piani interrati della torre. La realizzazione, affidata all'impresa Gadola, si concluse nel 1956. L'edificio è caratterizzato da un alto grado di flessibilità distributiva, grazie a un'ossatura in calcestruzzo armato che consentì ai progettisti non solo di variare le piante dei vari alloggi, ma anche un'inedita libertà compositiva per i prospetti. Ciascun appartamento, infatti, è dotato di un soggiorno la cui ampiezza è inversamente proporzionale a quella delle aperture e dei terrazzi e quindi determina le dimensioni delle superfici finestrate, dotate di serramenti in legno di pino e ghisa. L'impianto planimetrico è costituito da due bracci tra loro perpendicolari - coincidenti con la giacitura degli alloggi, che possono essere a sei o nove locali - al cui incrocio si trova la scala poligonale, posta nell'atrio al piano terra. L'atrio è dominato dalla presenza di una parete vetrata continua, affacciata sul giardino, che contrasta con il rivestimento delle pareti interne in pannelli in faggio e con la pavimentazione in serizzo grigio. Al primo piano della torre era prevista la realizzazione di alcuni uffici, mentre la copertura al piano ventunesimo ospita due terrazze private, una delle quali raggiungibile tramite una scala esterna poligonale in aggetto rispetto alla prospetto e coperta da una plastica pensilina a T. Al piano ventiduesimo c'è una piccola terrazza ad uso condominiale e accesso tramite una piccola scala esterna con vista a 360° sulla città. Per le facciate, il progetto di Magistretti e Longoni prevedeva una finitura in graniglia di porfido nelle tonalità del rosso e del bruno scuro, però sostituita da un più comune intonaco grigio che, nelle intenzioni della committenza, avrebbe dovuto addolcire l'immagine dell'inedita torre residenziale. Foto di Paolo Monti Nel 1963 al progetto venne assegnato il Premio di Architettura per la Lombardia, assegnato dall'Istituto Nazionale di Architettura. Una torre per abitazioni al Parco di Milano, in "Casabella-Continuità", 1957, pp. 37–41. Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano, 1959, pp. 19–25. Agnoldomenico Pica, Architettura italiana ultima, Edizioni del Milione, Milano, 1959, pp. 112–113. Vanni Pasca, Vico Magistretti. L'eleganza della ragione, Idea Books, Milano, 1991, pp. 8–9. Fulvio Irace, Vanni Pasca, Vico Magistretti architetto e designer, Electa, Milano, 1999, pp. 43–44. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre al Parco Fondazione Vico Magistretti, su vicomagistretti.it.

Porta Sempione
Porta Sempione

Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, e realizzata nell'ampio piazzale retrostante la piazza d'Armi del Castello Sforzesco come ingresso trionfale alla città dalla Francia. Posta a nord-ovest della città, è costituita da due caselli daziari e dal monumentale Arco della Pace, realizzato dal Cagnola. Sorge al centro dell'attuale piazza Sempione, alle spalle dell'omonimo parco, all'imbocco dell'Asse del Sempione. Una Porta Giovia romana era già presente nelle mura romane di Milano, edificate, probabilmente, sotto il principato di Ottaviano Augusto e si trovava in fondo alla attuale Via San Giovanni sul Muro, forse dalla parte verso via Cusani. La Porta si apriva verso l'importante strada verso Castelseprio ed il suo contado. All'esterno delle mura erano ospitati, in linea con la tradizione romana, edifici sepolcrali che hanno lasciato traccia di sé attraverso alcune lapidi reimpiegate nella costruzione di chiese quali San Carpoforo (in Brera) e la vicina basilica di San Simpliciano (lungo corso Garibaldi). Della porta romana non rimane alcuna traccia se non il toponimo S. Giovanni al muro rotto, che sembra suggerire la sopravvivenza, nei secoli, di tracce dell'antica fortificazione. La porta venne sostituita dalla Porta Giovia medievale nell'impianto delle mura medievali di Milano realizzate a partire dal 1155, nonché delle mura rifatte nel 1171, successive alle devastazioni del Barbarossa. Essa venne avanzata verso nord, sino all'altezza dell'attuale Rocchetta all'interno del Castello. Oggi l'edificio non è più rintracciabile a motivo delle intense trasformazioni subite dall'area a seguito della costruzione della Rocca di Porta Giovia, tra il 1358 e il 1368. Sotto Filippo Maria Visconti esso divenne residenza di città del duca e venne, quindi, trasformata in un vero e proprio castello con pianta quadrangolare, con attorno un nuovo fossato e difeso da due doppi ponti levatoi: uno verso la città, l'altro verso il Seprio. L'area retrostante, verso la campagna, venne trasformata in una tenuta boschiva per facili battute di caccia. Da questo momento, la storia della porta si confonde interamente con quella del Castello Sforzesco. Essa rinacque metaforicamente con l'edificazione, all'inizio dell'Ottocento, dell'Arco della Pace del Cagnola. Da Porta Giovia uscì la sera del 22 marzo 1848 l'esercito austriaco del feldmaresciallo Josef Radetzky, sconfitto dai milanesi alle cinque giornate. Arco della Pace Strada statale 33 del Sempione Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Sempione Porta Sempione, su milanofree.it. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2018). Caselli daziari di Porta Sempione, su turismo.milano.it.