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Arco della Pace

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Veduta dell'Arco della Pace d Milano dal Parco Sempione. Architetto Cagnola
Veduta dell'Arco della Pace d Milano dal Parco Sempione. Architetto Cagnola

L'Arco della Pace (Arch del Sempion in dialetto milanese) è un arco trionfale di Milano situato all'inizio di corso Sempione. La prima pietra fu posta nel 1807 quando Milano era capitale del Regno d'Italia napoleonico; i lavori vennero poi sospesi con la caduta di Bonaparte (1814) e ripresi nel 1826 sotto gli austriaci che dedicarono l'arco alla pace tra le nazioni europee raggiunta nel 1815 con il congresso di Vienna; fu infine inaugurato il 10 settembre 1838 con una fastosa cerimonia presieduta dall'appena incoronato imperatore Ferdinando I d'Austria. Ebbe la sua definitiva consacrazione nel 1859 con l'ingresso in Milano di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II dopo la vittoria di Magenta. L'Arco della Pace rappresenta uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Arco della Pace (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Arco della Pace
Piazza Sempione, Milano Municipio 1

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Lombardia, Italia
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Veduta dell'Arco della Pace d Milano dal Parco Sempione. Architetto Cagnola
Veduta dell'Arco della Pace d Milano dal Parco Sempione. Architetto Cagnola
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Luoghi vicini

Porta Sempione
Porta Sempione

Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, e realizzata nell'ampio piazzale retrostante la piazza d'Armi del Castello Sforzesco come ingresso trionfale alla città dalla Francia. Posta a nord-ovest della città, è costituita da due caselli daziari e dal monumentale Arco della Pace, realizzato dal Cagnola. Sorge al centro dell'attuale piazza Sempione, alle spalle dell'omonimo parco, all'imbocco dell'Asse del Sempione. Una Porta Giovia romana era già presente nelle mura romane di Milano, edificate, probabilmente, sotto il principato di Ottaviano Augusto e si trovava in fondo alla attuale Via San Giovanni sul Muro, forse dalla parte verso via Cusani. La Porta si apriva verso l'importante strada verso Castelseprio ed il suo contado. All'esterno delle mura erano ospitati, in linea con la tradizione romana, edifici sepolcrali che hanno lasciato traccia di sé attraverso alcune lapidi reimpiegate nella costruzione di chiese quali San Carpoforo (in Brera) e la vicina basilica di San Simpliciano (lungo corso Garibaldi). Della porta romana non rimane alcuna traccia se non il toponimo S. Giovanni al muro rotto, che sembra suggerire la sopravvivenza, nei secoli, di tracce dell'antica fortificazione. La porta venne sostituita dalla Porta Giovia medievale nell'impianto delle mura medievali di Milano realizzate a partire dal 1155, nonché delle mura rifatte nel 1171, successive alle devastazioni del Barbarossa. Essa venne avanzata verso nord, sino all'altezza dell'attuale Rocchetta all'interno del Castello. Oggi l'edificio non è più rintracciabile a motivo delle intense trasformazioni subite dall'area a seguito della costruzione della Rocca di Porta Giovia, tra il 1358 e il 1368. Sotto Filippo Maria Visconti esso divenne residenza di città del duca e venne, quindi, trasformata in un vero e proprio castello con pianta quadrangolare, con attorno un nuovo fossato e difeso da due doppi ponti levatoi: uno verso la città, l'altro verso il Seprio. L'area retrostante, verso la campagna, venne trasformata in una tenuta boschiva per facili battute di caccia. Da questo momento, la storia della porta si confonde interamente con quella del Castello Sforzesco. Essa rinacque metaforicamente con l'edificazione, all'inizio dell'Ottocento, dell'Arco della Pace del Cagnola. Da Porta Giovia uscì la sera del 22 marzo 1848 l'esercito austriaco del feldmaresciallo Josef Radetzky, sconfitto dai milanesi alle cinque giornate. Arco della Pace Strada statale 33 del Sempione Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Sempione Porta Sempione, su milanofree.it. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2018). Caselli daziari di Porta Sempione, su turismo.milano.it.

Chiesa del Corpus Domini (Milano)
Chiesa del Corpus Domini (Milano)

La chiesa del Corpus Domini si trova a Milano, in via Canova n. 4, a brevissima distanza dall'Arco della Pace. È parte del decanato Sempione dell'arcidiocesi di Milano e fu elevata al rango di basilica minore da papa Pio XII per volontà dell'arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, poi papa Paolo VI. La chiesa è divisa in una basilica inferiore, consacrata il 31 dicembre 1900, e in una basilica superiore, eretta successivamente. L'edificio è parte di un vasto complesso religioso voluto da padre Gerardo Beccaro (1846-1912), superiore della provincia lombarda carmelitana: comprendeva, oltre alla basilica, il convento dei carmelitani scalzi, la biblioteca provinciale, la tipografia Santa Lega Eucaristica e l'Ospizio Nazionale pei piccoli Derelitti, inaugurato il 4 novembre 1904. L'idea di innalzare a Milano un tempio monumentale alla Santa Eucaristia (il Corpus Domini) fu proposta durante il secondo Congresso eucaristico di Torino (2-6 settembre 1894) dal Carmelitano Scalzo padre Gerardo Beccaro, già noto in Italia per altre numerose imprese caritatevoli. Il frate era reduce dalle missioni nelle Indie orientali e da qualche anno si dedicava all'espansione dell'ordine dei Carmelitani in Italia fabbricando chiese e conventi a Piacenza e a Cherasco. Per il finanziamento della nuova chiesa il religioso fondò la Santa Lega Eucaristica, che si diffuse in tutta Italia con lo scopo di riunire fedeli che aiutassero a sostenere le spese necessarie alla costruzione dell'opera. La prima sede provvisoria fu consacrata nel settembre 1895 ed era ospitata in un padiglione in legno recuperato dalle Esposizioni riunite che si erano tenute all'interno del Parco Sempione nel 1894. Cronaca contemporanea - 5, in La Civiltà Cattolica, Anno LII, Serie XVIII, vol. I, fasc. 1213, Roma, Tip. A. Befani, 1901, pp. 363-364. Virginio Muzio, La chiesa del Corpus Domini per i padri Carmelitani al Sempione, in L'Edilizia Moderna, Anno IX, fasc, I, Milano, gennaio 1900, p. 1. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa del Corpus Domini

Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi
Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi

La Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi è una biblioteca ecclesiastica gestita dall'Ordine dei carmelitani scalzi, sita in via Canova 4 a Milano. È deputata alla conservazione di tutti i volumi antichi e di pregio (manoscritti, incunaboli, edizioni dei secoli XV-XVIII) provenienti dalle biblioteche dei conventi della Provincia Lombarda dei Carmelitani scalzi. La Biblioteca provinciale nasce con la volontà di raccogliere in un unico luogo tutto il patrimonio librario appartenente alla Provincia religiosa di S. Carlo dei Carmelitani Scalzi. Viene istituita intorno agli anni 70 del XX secolo presso il convento di Piacenza fino a quando, nel 1992, il convento viene chiuso e la Biblioteca provinciale viene spostata a Milano presso il convento del Corpus Domini, dove ha anche sede la Curia Provinciale. La Biblioteca provinciale conserva e custodisce al suo interno: manoscritti, incunaboli, edizioni dei secoli XVI-XVIII e circa 50.000 volumi moderni. Dal 2011, ha preso avvio un progetto di catalogazione, oggi ancora in corso e concordato con la Soprintendenza ai Beni Librari della Regione Lombardia, che ha come scopo la descrizione e la fruizione dell’intero patrimonio della biblioteca. Il progetto finora è progredito grazie ai finanziati della Conferenza Episcopale Italiana, ai bandi di Regione Lombardia per la valorizzazione di biblioteche e archivi e a una erogazione liberale della ditta CEMB di Mandello del Lario e a un contributo di Fondazione Cariplo. La Biblioteca a partire dall’aprile 2017 è operativa sul Polo regionale lombardo del Servizio Bibliotecario Nazionale SBN e porta avanti progetti di digitalizzazione del proprio patrimonio librario. Il fondo antico si articola in 3 sezioni: 200 manoscritti, compresi tra XV-XX secolo, di cui due manoscritti liturgici medievali. I manoscritti sono quasi interamente descritti all'interno del sistema Manus-online 29 incunaboli, sono catalogati all'interno del progetto internazionale del CERL: Material Evidence in Incunabula 4.100 circa edizioni comprese tra XVI-XVIII secolo. Il fondo moderno si articola in 3 sezioni: Studentato Teologico S. Lega Eucaristica Deposito centrale Tutti i volumi del fondo moderno sono in fase di catalogazione e risultano ricercabili nel catalogo del Polo regionale lombardo SBN e nel Catalogo SBN nazionale. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi Sito ufficiale, su ilcarmelo.it. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.