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Triennale di Milano

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Parco Sempione (Milan), Wikimania 2016, MP 003
Parco Sempione (Milan), Wikimania 2016, MP 003

Triennale Milano, all'interno del Palazzo dell'Arte, è una delle più importanti istituzioni culturali del capoluogo lombardo. Riconosciuta a livello internazionale, propone mostre d’arte, design, architettura e moda, insieme a spettacoli teatrali, performance, concerti, talk e incontri. Oltre alla programmazione di mostre ed eventi, l’istituzione organizza, ogni tre anni, l’Esposizione Internazionale: uno degli appuntamenti più importanti al mondo dedicati al design e all’architettura. Triennale ospita al suo interno anche il Museo del Design Italiano, che presenta parte della collezione permanente dell’istituzione, e un teatro con un vasto programma di spettacoli, danza, musica e performance.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Triennale di Milano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Triennale di Milano
Viale Emilio Alemagna, Milano Municipio 1

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Viale Emilio Alemagna
20123 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Parco Sempione (Milan), Wikimania 2016, MP 003
Parco Sempione (Milan), Wikimania 2016, MP 003
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Luoghi vicini

Torre al Parco in via Revere
Torre al Parco in via Revere

La Torre al parco è un edificio di ventuno piani, a destinazione residenziale, progettato da Vico Magistretti e Franco Longoni e costruito su un lotto adiacente al parco Sempione, in via Revere a Milano. La torre al parco fu progettata nel 1953, quando la società Liquigas propose al Comune di Milano di realizzare un edificio sviluppato in altezza, da sostituire a quello a corte ipotizzato dal piano regolatore per quell'area, mantenendo però inalterata la cubatura già approvata. In questo modo l'edificio effettivamente realizzato copre un terzo circa del lotto a disposizione (450 m² su 1200 m² totali), che per il resto è occupato da un giardino e da un parcheggio privato pavimentato in porfido, sotto cui si sviluppano i tre piani interrati della torre. La realizzazione, affidata all'impresa Gadola, si concluse nel 1956. L'edificio è caratterizzato da un alto grado di flessibilità distributiva, grazie a un'ossatura in calcestruzzo armato che consentì ai progettisti non solo di variare le piante dei vari alloggi, ma anche un'inedita libertà compositiva per i prospetti. Ciascun appartamento, infatti, è dotato di un soggiorno la cui ampiezza è inversamente proporzionale a quella delle aperture e dei terrazzi e quindi determina le dimensioni delle superfici finestrate, dotate di serramenti in legno di pino e ghisa. L'impianto planimetrico è costituito da due bracci tra loro perpendicolari - coincidenti con la giacitura degli alloggi, che possono essere a sei o nove locali - al cui incrocio si trova la scala poligonale, posta nell'atrio al piano terra. L'atrio è dominato dalla presenza di una parete vetrata continua, affacciata sul giardino, che contrasta con il rivestimento delle pareti interne in pannelli in faggio e con la pavimentazione in serizzo grigio. Al primo piano della torre era prevista la realizzazione di alcuni uffici, mentre la copertura al piano ventunesimo ospita due terrazze private, una delle quali raggiungibile tramite una scala esterna poligonale in aggetto rispetto alla prospetto e coperta da una plastica pensilina a T. Al piano ventiduesimo c'è una piccola terrazza ad uso condominiale e accesso tramite una piccola scala esterna con vista a 360° sulla città. Per le facciate, il progetto di Magistretti e Longoni prevedeva una finitura in graniglia di porfido nelle tonalità del rosso e del bruno scuro, però sostituita da un più comune intonaco grigio che, nelle intenzioni della committenza, avrebbe dovuto addolcire l'immagine dell'inedita torre residenziale. Foto di Paolo Monti Nel 1963 al progetto venne assegnato il Premio di Architettura per la Lombardia, assegnato dall'Istituto Nazionale di Architettura. Una torre per abitazioni al Parco di Milano, in "Casabella-Continuità", 1957, pp. 37–41. Roberto Aloi, Nuove architetture a Milano, Hoepli, Milano, 1959, pp. 19–25. Agnoldomenico Pica, Architettura italiana ultima, Edizioni del Milione, Milano, 1959, pp. 112–113. Vanni Pasca, Vico Magistretti. L'eleganza della ragione, Idea Books, Milano, 1991, pp. 8–9. Fulvio Irace, Vanni Pasca, Vico Magistretti architetto e designer, Electa, Milano, 1999, pp. 43–44. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre al Parco Fondazione Vico Magistretti, su vicomagistretti.it.

Villino Hoepli
Villino Hoepli

Il Villino Hoepli era un villino signorile in stile neorinascimentale di Milano, realizzato su progetto dell'architetto Carlo Formenti fra il 1894 e il 1896 e sostituito nel 1938 dalla Villa Falck, tuttora esistente. Si trovava in via XX Settembre al civico 2, all'angolo con via Tamburini. Col Piano Beruto (1884-1889) si andò a risolvere la controversia legata alla lottizzazione delle aree retrostanti il Castello Sforzesco (la ex piazza d'armi), dando al contempo alla città di Milano un adeguato piano di ampliamento. Sull'area dell'ex piazza d'armi sarebbe stato infatti realizzato il Parco Sempione, mentre le aree comprese fra il Castello e Porta Magenta vennero destinate alla lottizzazione, per la realizzazione di edifici residenziali destinati alla borghesia. Nello specifico, la via XX Settembre venne suddivisa in piccoli appezzamenti, destinati ad ospitare villini signorili. Agli inizi degli anni Novanta vennero finalmente messi in vendita i primi lotti edificabili su via XX Settembre e Ulrico Hoepli ne acquistò uno di 1.248 m² (circa 39 x 32 m), a ridosso del Parco Sempione. Il Villino Hoepli fu uno dei primi ad essere edificato, fra il 1894 ed il 1896, su progetto dell'architetto Carlo Formenti. Realizzato in uno stile neorinascimentale, si estendeva su 330 m², per un totale di ventotto stanze. Tra queste, si ricordano la sala da pranzo, lunga 9 metri e larga 4,5, una sala cinese, una sala rinascimentale e la sala da biliardo. Il villino era inoltre dotato di un ampio giardino all'interno del quale si trovava anche un'apposita pista coperta da due tettoie ellittiche per giocare a Kegelbahn (gioco di birilli). Al di sopra dell'ingresso principale, al primo piano, si sviluppava una terrazza esterna rialzata con sottostante porticato; esisteva inoltre un secondo accesso laterale per i fornitori e la servitù, che conduceva direttamente al piano interrato. Al centro dell'edificio era invece collocata una grande scalinata, in legno, mentre una seconda scala conduceva invece al piano immediatamente superiore. Dalla sala da pranzo si poteva avere accesso alla loggia, caratterizzata dalla presenza di una vetrata decorata dall'artista svizzero Richard Arthur Nüscheler; al di sopra della loggia si estendeva invece la terrazza. La villa, malgrado l'imponenza e la sontuosità, non servì mai ad esibire od ostentare la propria posizione e ricchezza, né fu teatro di feste o ricevimenti. Venne impiegata con funzione di rappresentanza soltanto nel 1906, quando ospitò il presidente federale Ludwig Forrer, venuto a Milano per incontrare il re Vittorio Emanuele III in occasione della cerimonia per l'inaugurazione del Traforo del Sempione. Il villino Hoepli - Milano via XX Settembre, in L'Edilizia moderna, V, Milano, 1896, pp. 33-34. Enrico Decleva (a cura di), Ulrico Hoepli, 1847-1935: editore e libraio, Hoepli, Milano, 2001 - p. 174 Ville e palazzi di Milano Via XX Settembre (Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villino Hoepli

Porta Sempione
Porta Sempione

Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, e realizzata nell'ampio piazzale retrostante la piazza d'Armi del Castello Sforzesco come ingresso trionfale alla città dalla Francia. Posta a nord-ovest della città, è costituita da due caselli daziari e dal monumentale Arco della Pace, realizzato dal Cagnola. Sorge al centro dell'attuale piazza Sempione, alle spalle dell'omonimo parco, all'imbocco dell'Asse del Sempione. Una Porta Giovia romana era già presente nelle mura romane di Milano, edificate, probabilmente, sotto il principato di Ottaviano Augusto e si trovava in fondo alla attuale Via San Giovanni sul Muro, forse dalla parte verso via Cusani. La Porta si apriva verso l'importante strada verso Castelseprio ed il suo contado. All'esterno delle mura erano ospitati, in linea con la tradizione romana, edifici sepolcrali che hanno lasciato traccia di sé attraverso alcune lapidi reimpiegate nella costruzione di chiese quali San Carpoforo (in Brera) e la vicina basilica di San Simpliciano (lungo corso Garibaldi). Della porta romana non rimane alcuna traccia se non il toponimo S. Giovanni al muro rotto, che sembra suggerire la sopravvivenza, nei secoli, di tracce dell'antica fortificazione. La porta venne sostituita dalla Porta Giovia medievale nell'impianto delle mura medievali di Milano realizzate a partire dal 1155, nonché delle mura rifatte nel 1171, successive alle devastazioni del Barbarossa. Essa venne avanzata verso nord, sino all'altezza dell'attuale Rocchetta all'interno del Castello. Oggi l'edificio non è più rintracciabile a motivo delle intense trasformazioni subite dall'area a seguito della costruzione della Rocca di Porta Giovia, tra il 1358 e il 1368. Sotto Filippo Maria Visconti esso divenne residenza di città del duca e venne, quindi, trasformata in un vero e proprio castello con pianta quadrangolare, con attorno un nuovo fossato e difeso da due doppi ponti levatoi: uno verso la città, l'altro verso il Seprio. L'area retrostante, verso la campagna, venne trasformata in una tenuta boschiva per facili battute di caccia. Da questo momento, la storia della porta si confonde interamente con quella del Castello Sforzesco. Essa rinacque metaforicamente con l'edificazione, all'inizio dell'Ottocento, dell'Arco della Pace del Cagnola. Da Porta Giovia uscì la sera del 22 marzo 1848 l'esercito austriaco del feldmaresciallo Josef Radetzky, sconfitto dai milanesi alle cinque giornate. Arco della Pace Strada statale 33 del Sempione Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Sempione Porta Sempione, su milanofree.it. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2018). Caselli daziari di Porta Sempione, su turismo.milano.it.