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Valverde (comune)

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Sanctuary Valverde
Sanctuary Valverde

Valverde (Beḍḍuvirdi in siciliano) è un comune italiano di 7 731 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Valverde (comune) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Valverde (comune)
Corso Vittorio Emanuele Terzo,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 37.578975 ° E 15.1248 °
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Indirizzo

Municipio di Valverde

Corso Vittorio Emanuele Terzo
95028
Sicilia, Italia
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Numero di telefono

call+390957218111

Sito web
comunevalverde.gov.it

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Sanctuary Valverde
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Luoghi vicini

Maugeri (frazione)
Maugeri (frazione)

Maugeri è una frazione del comune di Valverde, nella Città metropolitana di Catania, sulle pendici sud-orientali dell'Etna, confinante con i comuni di Aci Bonaccorsi, San Giovanni La Punta, Aci Sant'Antonio e un tratto dell'autostrada A18 Messina-Catania. Maugeri segue le vicende storiche della Terra di Aci, scandita da stagioni d'appartenenza feudale e riscatti con ricompra al demanio. Faceva parte infatti dei borghi che componevano l'insieme dell'"universitas" (città) del "territorio di Jacii in contrada Sanctae Mariae Vallis Viridis". Nell'Ottocento la borgata era inclusa nel comune di Aci Sant'Antonio, il «più frazionato» del mandamento omonimo. All'indomani del trionfo milanese dell'opera lirica Norma (1832), il compositore Vincenzo Bellini venne a trascorrere un periodo nella piccola borgata siciliana, nella villa del procugino avv. Pasquale Bellini, figlio del cugino Vincenzo. In quell'occasione Pasquale volle organizzare un ricevimento in onore del musicista catanese. L'artista, mosso dall'avvenimento, eseguì al pianoforte (clavicembalo) – lo strumento musicale collocato nella sala C del Casa Natale/Museo Belliniano di Catania – le melodie estratte dalla Norma, opera ancora inedita a parenti e amici. L'avvenimento è ricordato da un'epigrafe posta accanto al portone della «Villa Bellini»: La lapide, ubicata al numero civico 6 della via Norma, recita: A seguire la seconda iscrizione afferma: Una terza lapide è stata posta nella medesima dimora. La chiesa di S. Maria delle Grazie (XVIII sec.), corredata da elementi barocchi, ottenne l'elezione canonica a parrocchia ad opera del vescovo Salvatore Bella (1921). Festa patronale: seconda domenica di settembre. Valverde, su cittametropolitana.ct.it. Archivio Storico Virtuale della Provincia di Catania:Valverde, su cittametropolitana.ct.it.

Ficarazzi (Aci Castello)
Ficarazzi (Aci Castello)

Ficarazzi è una frazione di Aci Castello, nella Città metropolitana di Catania. Estrema propaggine meridionale dell'antica Terra di Aci, fino alla metà del XX secolo era un piccolo centro agricolo, che viveva la propria dimensione e peculiarità, quasi equidistante, e non solo geograficamente, fra la nobile e antica Acireale e la moderna e vivace Catania. Situata in collina a circa 200 metri sul livello del mare, dista circa tre chilometri da Aci Castello e otto da Acireale. Ficarazzi si affaccia sul mar Ionio, e gode in particolare della vista del Castello di Aci; la visuale a sud si spinge sino ad Augusta. Questa sua privilegiata posizione gli è valso l'appellativo di Balcone sul Mare di Aci o di Balcone sullo Ionio. Nella parte alta della principale via Tripoli si innalza Monte Ferro (602 m circa), che si allunga formando la valle dove si trova Valverde. Nel territorio si trovano resti delle vulcaniti dovute alle eruzioni sottomarine avvenute nell'ampio golfo pre-etneo e rappresentate da affioramenti di lave a cuscini (pillows), brecce ialoclastiche (vetro rotto) ed intrusioni magmatiche a debole profondità. Nella zona si trovano parecchie grotte dovuti a crolli interni sismici della montagna, tra cui la più famosa è la grotta delle Fate insieme al suo sentiero in 'via Fosso d'Acqua. Confina a nord con San Nicolò, a nord-ovest con Valverde (contrade Fontana e Casalrosato, dove apparve la Madonna di Valverde nell'XI secolo), a sud-ovest con San Gregorio, a sud-est con Cannizzaro e ad est con Aci Castello. La storia di Ficarazzi è legata a quella di Aci Castello e delle altre Aci. Nel 1606 fu trasformato in feudo, in seguito venduto per pagare un "donativo" al Re. Tra i baroni del feudo Ficarazzi di Aci è da ricordare il Duca di Furnari, alla quale è stata intitolata una scalinata e l'omonima via, che collega le due piazze più importanti della frazione castellese: Piazza Giovanni XXIII e Piazza della Chiesa (chianu 'a Chiesa). Fino al 1828 faceva parte del comune di Aci Catena. Parrocchia "S.M. Immacolata", nella quale viene venerata la Madonna della Provvidenza; appartiene alla diocesi di Acireale. Chiesa della Madonna del Soccorso, oggi scomparsa: nasceva nei pressi della parte bassa della via Tripoli, all'altezza di vico Billi. Casina dei Paternò, esempio di residenza rurale costruita nel 1640. Casa nobiliare Angelo di Guardo, antico nobile e compositore musicale ficarazzoto vissuto durante il XIX e XX secolo. In un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'edificio vulcanico dell'Etna e il golfo di Catania, si trova il sentiero naturalistico denominato Via Fosso d'acqua, detto anche "Sentiero delle Fate". In onore della Madonna della Provvidenza, ogni anno, la prima domenica di agosto si effettua una processione nelle vie cittadine. Sagra dell'arancino, seconda settimana di settembre Ficarazzi è attraversata dalle ormai ex S.P. 41 e 52, che si intersecano in via Tripoli nei pressi degli incroci con le vie Acicastello e San Gregorio. La prima attraversa il paese da nord a sud nell'asse Acireale-Catania. La seconda invece procede in direzione ovest-est collegando i comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello; quest'ultima è utile per raggiungere da Ficarazzi sia l'autostrada A18 che la Strada Statale 114. Ad agosto 2016 è stata inaugurata la bretella sud, parallela alla trafficata via Tripoli e intitolata via Collina di Polifemo, a risaltare la collocazione geografica di Ficarazzi e l'intreccio con la leggenda di Aci e Galatea. Il collegamento con Acireale e Catania è garantito dalla linea interurbana A.S.T. che effettua il servizio nei soli giorni feriali. Le colline di Ficarazzi sono le "montagne verdi" citate dalla cantante Marcella Bella nel suo omonimo singolo del 1972, nonché paese di origine della cantante

Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti

La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti è un'area naturale protetta estesa circa 70 ettari ricadente all'interno dei comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello. Istituita con decreto dell'assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana (numero 617/98), la riserva è interna ad un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'Etna e il golfo di Catania, e comprende un importante sistema di grotte di scorrimento lavico colonizzate da fauna cavernicola con elementi troglofili legati al guano di colonie di pipistrelli. Il territorio, parte di un vasto sistema ambientale lineare che da San Gregorio di Catania si spinge sino ad Acireale, è caratterizzato dalla presenza di un'area protetta all'interno di un'area metropolitana densamente abitata. Il paesaggio agrario è quello tipico del “vigneto costruito” con la presenza di un sistema diffuso di ‘casudde’ (piccoli edifici rurali in pietra lavica per lo più non intonacata) che un tempo costituivano il centro vitale dei fondi. Di una certa importanza testimoniale è la Guardiola Cantarella, una garitta spagnola del '600 che caratterizza i quadri visuali dell'area. La genesi delle grotte vulcaniche è legata allo svuotamento del tunnel lavico che può avvenire durante o al termine di una eruzione di durata superiore ad un mese. Il Complesso Immacolatelle e Micio Conti è costituito da un sistema di otto cavità laviche avente una lunghezza complessiva di circa 1,5 km, situato all'interno di un campo lavico a morfologia hawaiiana. Alle grotte si accede attraverso ingressi creatisi per il crollo delle volte. All'interno delle cavità sono presenti interessanti fenomeni morfologici: particolari striature sulle pareti lasciate dal passaggio della lava e piccole stalattiti di rifusione sulla volta, osservabili all'interno delle grotte Micio Conti e Cantarella; caratteristici rotoli di lava alla base delle pareti generate dal parziale raffreddamento del tunnel lavico che caratterizzano il complesso di grotte Immacolatelle; "cascate" di apparati radicali appartenenti alla soprastante vegetazione che dalla superficie penetrano all'interno della grotta dei Tedeschi ornandone la volta. Il sistema di grotte presenti nella riserva ospita una fauna cavernicola peculiare, adattata alle particolari condizioni ecologiche dell'ambiente ipogeo: ben sei sono le specie di Chirotteri (pipistrelli) che nelle grotte trovano possibilità di rifugio diurno ed un ambiente idoneo per svernare; numerosi anche gli invertebrati (Ragni, Crostacei Isopodi, Collemboli) ed un pidottero notturno (Noctuide), soltanto recentemente segnalato all'interno della Riserva. L'epigeo offre ambienti idonei per una grande quantità di invertebrati, fra i quali una preziosa ape endemica della Sicilia, che prende il nome dall'area della riserva (Pseudoanthidium gregoriense); fra i Vertebrati annoveriamo diversi Rettili, la Lucertola campestre, il Gongilo (Chalcides ocellatus) ed il variopinto Colubro leopardino (Elaphe situla). I Mammiferi sono rappresentati dal Coniglio (Oryctolagus cuniculus) e dalla Volpe (Vulpes vulpes). Molte sono le specie di uccelli che popolano la riserva principalmente rappresentati da Passeriformi, da alcuni Falconiformi come il Gheppio (Falco tinnunculus), e da Strigiformi come Assiolo (Otus scops) e Barbagianni (Tyto alba). Il territorio conserva lembi di relitti di vegetazione forestale termofila a querce caducifoglie, vera rarità per il comprensorio etneo. Sulle creste rocciose si scorge l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) che, assieme all'alaterno (Rhamnus alaternus), l'ogliastro (Olea europea), il terebinto (Pistacia terebinthus) ed altre piante mediterranee, tende a ricostituire una tipica vegetazione di macchia. All'ombra delle formazioni rocciose laviche è presente la rara Aristolochia altissima assieme alla calistegia e la brionia (Bryonia dioica). Negli spazi aperti e pietrosi, si rinviene una vegetazione steppica a barboncino comune (Hyparrhenia hirta) tra i cui cespugli si trova la Serapias vomeracea, una graziosa orchidea. Nei terreni un tempo adibiti a coltivo svetta la candida infiorescenza dell'asfodelo (Asphodelus microcarpus) e della ferula (Ferula communis), mentre sulle superfici laviche delle colate si rinviene un molteplicità di piccole piante dalle variopinte fioriture primaverili, tra queste la Campanula dichotoma e numerose succulente annuali come il Sedum rubens. Laboratorio naturalistico-ambientale Natura e ScienzaSi tratta di una struttura polivalente nata dalla collaborazione tra il Cutgana (Centro interfacoltà dell'Università di Catania) ed il Comune di San Gregorio di Catania, si trova a pochi passi dalla Riserva naturale integrale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” ed ospita il centro di gestione della riserva, due aule informatiche, un'ampia sala conferenze ed una biblioteca. Il Laboratorio è sede di un itinerario didattico modulare per studenti di ogni ordine e grado che comprende i percorsi tematici “Dal Big Bang alla Biodiversità”, i “Diorami” e “Scientificando”.L'itinerario didattico multimediale “Dal Big Bang alla Biodiversità” è costituito da ventisei pannelli ed undici video. Il percorso si articola in tre parti: l'Universo, la Terra e Vita e biodiversità.All'interno dei “Diorami”, presenti nella sala, sono stati ricostruiti in maniera verosimile pregevoli scorci di alcuni ambienti della Sicilia: un ambiente pedemontano etneo, un tipico ambiente dell'entroterra ennese ed un ambiente antropico.I diorami rispecchiano le peculiarità geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche dei vari habitat rappresentati ed in particolare illustrano le nicchie ecologiche di alcune delle più vistose specie animali fra cui quella del variopinto Gruccione. Gli scenari sono stati ricreati utilizzando campioni vegetali essiccati o ricostruiti in materiale plastico e campioni animali, sia appartenenti ad invertebrati, sia a vertebrati, preparati a secco con varie tecniche di tassidermizzazione.Nell'Esperimentario si può trovare la trottola magnetica, il disco di Newton, le fibre ottiche, l'orologio di Galileo e la lampada a lava. La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti ed il Laboratorio naturalistico ambientale “Natura e Scienza” si trovano in via Terzora 8, 95027 di San Gregorio di Catania. Elenco delle riserve naturali regionali italiane Aree naturali protette della Sicilia Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti su Parks.it, il Portale dei Parchi italiani Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti a cura di Legambiente Catania Complesso Immacolatelle e Micio Conti Archiviato l'11 maggio 2006 in Internet Archive. sul sito del Centro Speleologico Etneo

San Giovanni la Punta
San Giovanni la Punta

San Giovanni la Punta (San Giuvanni a Punta in siciliano) è un comune italiano di 23 454 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. San Giovanni la Punta sorge a 350 m s.l.m.. In origine il paese si chiamava San Giovanni de Nemore (dal latino nemus che significa bosco), ma in seguito all'eruzione dell'Etna del 1444, che si fermò a forma di punta davanti ad un'edicola votiva di San Giovanni apostolo ed evangelista, il paese cambiò nome in quello attuale. Fu abitata sin dall'epoca antica, come testimoniano numerosi reperti archeologici della zona, di epoca greco-romana. In epoca medievale ci fu l'aggregazione di nuove abitazioni intorno a una preesistente “massa”, che si sviluppò lungo le direttrici viarie verso i centri vicini. Si formò, così, il nuovo borgo o casale, che rientrò nel territorio affidato, sul finire del XI secolo, da Ruggero I, all'Abbazia benedettina di Sant'Agata, con a capo il bretone Ansgherio. Nel 1239 il casale passò sotto il controllo di Catania che, divenuta città demaniale, cioè alle dirette dipendenze del re Federico II di Svevia, estendeva la sua autorità amministrativa a un territorio più ampio. La situazione restò immutata anche durante le dominazioni angioina, aragonese e spagnola, fin quando, nel 1645, il casale fu venduto al duca Andrea Massa. Tra il 1652 e il 1654 tornò alle dipendenze di Catania, che però fu costretta a restituirla ai Massa, non potendo far fronte agli impegni finanziari assunti con la corona per ottenerlo. In seguito il governo del feudo passò nelle mani dei duchi di Aci Castello. Alla fine del XVII secolo il paese, che allora contava solo 1 200 abitanti, venne raso al suolo dal forte terremoto del 1693 che daneggiò quasi per intero il Val di Noto. Nel 1817 divenne comune autonomo e nel 1831 vi fu aggregata la frazione di Trappeto. Tra le testimonianze storico-architettoniche, che costituiscono il patrimonio artistico, si segnalano: la chiesa madre dedicata a San Giovanni, in stile tardo-barocco, che presenta la tipica facciata a tre ordini e una torre campanaria incorporata, accanto alla quale si erge l'elegante oratorio. Degne di nota per il loro valore artistico sono le numerose palazzine del XIX secolo, con alcune forme precedenti, che si possono ammirare lungo il corso principale. Si trova nell'omonima via, al confine con Tremestieri Etneo. La tradizione vuole che prima che venisse costruito il santuario, esistesse una piccola edicola con un affresco raffigurante la Madonna circondata da tanti angeli. Qui un giorno una fanciulla, mentre recitava le sue preghiere, svenne e sembrò morta. Le sue amiche pregarono a lungo, tanto che la Madonna, che da allora venne venerata come La Ravanusa (ovvero "Rinvenuta"), la riportò in sensi. La chiesa venne costruita sicuramente prima del 1600, data in cui cominciano le fonti che attestano la sua esistenza. È stata elevata a santuario arcidiocesano nel 2002. Chiesa di Sant'Antonio Abate, adiacente al cimitero. È adibita oggi a sepoltura dei sacerdoti puntesi. Chiesa nuova della Madonna del Carmelo, adiacente al monastero delle Carmelitane. Chiesa vecchia della Madonna del Carmelo. Chiesa della Madonna della Neve, costruita intorno alla seconda metà del Settecento. All'interno è custodita una tela del 1712 che ritrae il Bambino Gesù dormiente osservato da Maria, Giuseppe e da San Giovanni Battista. Chiesa della Madonna dell'Idria, conosciuta meglio come "San Sebastiano" (il compatrono della città). Costruita intorno al 1830, custodisce una tela del 1600 raffigurante la Santa Maria dell'Idria e due raffiguranti San Sebastiano, recentemente restaurate. Chiesa di Santa Maria della Grazia, realizzata tra gli anni 1810 e 1825. All'interno custodisce numerosi affreschi ottocenteschi e tre altari in vetro colorato. Chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita intorno al 1600, che si trova nel quartiere Fisichelli. Chiesa della Sacra Famiglia, conosciuta anche come "San Giuseppe", costruita a spese dei devoti negli anni sessanta del XX secolo. È una delle più moderne tra tutte le chiese della città. Chiesa di Santa Lucia, sita nell'omonimo quartiere. Costruita nel 1909 dove anticamente era collocato un piccolo altarino con i ritratti di San Giovanni, Santa Lucia e San Sebastiano. L'istituto delle Orsoline con chiesa annessa. Chiesa di Maria Santissima del Rosario e di San Rocco, sede della parrocchia di Trappeto e del Gruppo Scout AGESCI San Giovanni La Punta 1. Chiesa di Sant'Antonio Abate, una delle chiese più antiche del territorio puntese. Si trova nella frazione Trappeto. Chiesa della Madonna della Catena, nella frazione Trappeto. Chiesa del Santissimo Crocifisso, si trova nella strada che porta da San Giovanni la Punta a Trappeto. Santuario Madonna delle Lacrime, nella frazione Pietra dell'Ova, sede del Gruppo Scout AGESCI Catania 13. Abitanti censiti Negli ultimi 30 anni San Giovanni la Punta ha subito un forte sviluppo demografico, dovuto soprattutto per la grande affluenza di nuovi abitanti provenienti da Catania. Tra i vari edifici scolastici quello di maggior rilievo è sicuramente il "Centro scolastico Polivalente", struttura che raggruppa al suo interno diversi istituti superiori. La Festa di San Giovanni evangelista, il patrono della città, che si svolge il 27 dicembre e la terza settimana di luglio, giorno della Festività Liturgica. La Festa ha inizio la mattina, in Piazza Lucia Mangano, quando il fercolo del santo viene portato sull'altare centrale del duomo. La sera, dopo le sante messe, il fercolo, accompagnato dai tradizionali fuochi artificiali, fa la sua uscita in piazza, davanti ai cittadini. Dopo le preghiere e le offerte al Santo, il fercolo viene portato in processione lungo le vie del centro storico della città, dove i balconi si riempiono di luci e bandiere. La processione è accompagnata dalla musica tradizionale suonata dal corpo bandistico. Il Premio Turi Ferro, che si svolge nel mese di agosto, all'interno della rassegna di musica e spettacolo Estate puntese. Il Premio, la cui prima edizione si è svolta nel 2005, è subito diventato famoso in tutta la Sicilia e non solo. Ricevono il Premio attori, attrici, registi e cantanti famosi in Italia e in tutto il mondo, come Michele Placido, Leo Gullotta e Maria Grazia Cucinotta. La festa della Madonna della Ravanusa, che si celebra il 15 agosto nel santuario a lei dedicato, dove viene celebrata una santa messa ad ogni ora del giorno. Caratteristiche le bancarelle con prodotti tipici siciliani, come le crespelle e le acciughe sotto sale. La festa della Madonna delle Grazie, che si celebra il 2 luglio nella chiesa a lei dedicata. Una delle feste più antiche che si celebra con delle Sante Messe nella chiesetta di Piazza Manganelli e con la traslazione del Simulacro della Madonna nella Chiesa Madre prima e poi il giro per le vie cittadine. La festa di Santa Rita da Cascia, che si celebra il 22 maggio all'interno del duomo, dove è presente la reliquia della Santa. Durante la festa e la processione per le vie centrali della città vengono benedette le autovetture e i motocicli sulla Piazza Lucia Mangano, e le rose all'interno del duomo. Particolari le vesti indossate dalle donne devote a Santa Rita, che richiamano il vestito che indossava la Santa di Cascia. San Giovanni la Punta è un importante polo commerciale, punto nevralgico dei paesi etnei per le intense attività, concentrate principalmente sull'asse viario denominato Viale della Regione, che lo attraversa per una lunghezza di 2 km., e lungo la cosiddetta Via Catira, che delimita il polo commerciale. All'interno del polo commerciale sono presenti due grandi centri commerciali, "Le Zagare", inaugurato nel giugno del 2000, e "I Portali", inaugurato nell'ottobre del 2007, oltre a numerose sedi e filiali di aziende nazionali ed internazionali, tra le quali il più grande punto vendita in Sicilia del gruppo Lidl, la sede della Coop Sicilia, che gestisce supermercati e ipermercati a marchio Coop in tutta l'Isola, la sede per l'Italia meridionale della catena danese di negozi di oggettistica Tiger e il design center siciliano della multinazionale dei circuiti integrati Maxim Integrated Products. Il Comune di San Giovanni la Punta è attraversato da numerose strade che lo mettono in comunicazione con tutta la Sicilia. Grazie infatti allo svincolo autostradale Paesi Etnei, il Comune è collegato a: Autostrada A18 Messina-Catania; Svincolo A18 dir per Catania centro; Tangenziale ovest di Catania. La mobilità pubblica conta sul servizio pubblico urbano gestito dall'Azienda Siciliana Trasporti e sul servizio di autobus extraurbani verso Catania e altri comuni limitrofi. L'Aeroporto di Catania-Fontanarossa dista dal centro cittadino circa 20 km e si raggiunge tramite la Tangenziale di Catania (E45/Catania) in circa 20 minuti. Durante il ventennio fascista il podestà del paese fu Sebastiano Di Bella. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Ailano, dal 22 luglio 2012 Venray, dal 2007 Teverola, dal 2016 Il comune di San Giovanni la Punta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.7 (Colline litoranee di Acireale). Per quanto riguarda l'atletica, ogni anno nel territorio di San Giovanni la Punta si svolge la gara podistica Strapuntese, a cui partecipano atleti dilettanti e professionisti. Il 15 maggio 2011 il comune è stato attraversato dalla nona tappa del Giro d'Italia 2011, la Messina-Etna vinta da Alberto Contador. La squadra cittadina è l' "F.C Puntese” , la quale milita in terza categoria, nona divisione del campionato italiano di calcio. Giovanni Verga, Nedda, per la frase ad inizio pagina; Virtual Sicily, la storia di San Giovanni la Punta, per la storia su San Giovanni la Punta; Sicilia in dettaglio, per i dati sulla popolazione puntese; Parrocchia di San Giovanni la Punta, per le descrizione delle chiese del territorio parrocchiale di San Giovanni la Punta; Santuario della Madonna della Ravanusa, per i dati storici sul santuario della Ravanusa; Il Paese tra gli ulivi, di Gregorio Sciuto; Vincenzo Bellini e San Giovanni La Punta, di Antonio Macrì (editore Brancato). Paesi etnei Area metropolitana di Catania Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giovanni la Punta Galleria fotografica, su siciliafotografica.it. URL consultato il 22 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016). Giambattista Scidà, Il caso Catania Archiviato il 5 gennaio 2012 in Internet Archive., supplemento telematico a i Cordai, Reg. Trib. Catania, 6/10/2006, nº 26, febbraio 2011.

San Gregorio di Catania
San Gregorio di Catania

San Gregorio di Catania (Santu Grigòrju in siciliano) è un comune italiano di 11 493 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. San Gregorio di Catania ha una superficie di 552 ettari. Sorge in una zona collinare, posta a 321 m s.l.m. Il suo territorio confina con i comuni di Aci Castello, Catania, San Giovanni la Punta, Tremestieri Etneo, Valverde. Il nome venne dato al paese in onore dell'omonimo Papa, la cui madre era di origini siciliane, e il primo nucleo abitato fu uno dei cosiddetti 13 "Casali di Catania". Nel XVII secolo appartenne alla nobile famiglia dei Massa, duchi di Paternò. Nel 1812, con l'abolizione del feudalesimo e del baronaggio, ai giurati successe il decurionato, un gruppo di 10 uomini eletti dal popolo e approvati dal re. Nel tempo il paese fu sotto la giurisdizione del comune di Catania prima e di Aci Castello dopo, sino al 1856 quando divenne comune autonomo. Con l'unità d'Italia, nel 1860, anche il decurionato fu abolito e subentrò l'attuale sistema amministrativo, ad eccezione del periodo fascista durante il quale il sindaco era sostituito dal podestà. Di notevole interesse architettonico risultano essere la Chiesa Madre, in stile barocco, la Chiesa di S. Filippo d'Argirò, fatta costruire nel 1505 dal signore Alvaro Paternò e adibita a cappella di famiglia, che presenta una struttura tipica delle chiese votive medioevali, e la Chiesa dell'Immacolata, di epoca normanna e più volte rimaneggiata nel corso degli anni. Chiesa di San Filippo d'Argirò Chiesa dell'Immacolata Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti Abitanti censiti Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell'Economia il 3 marzo 2017, e relativi alle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche nell'anno 2016, San Gregorio di Catania con 23944 € pro-capite, si classifica al 1º posto tra i dieci comuni più ricchi della Sicilia (il valore medio nazionale è pari a 20690 € pro-capite) Per avere un termine di paragone, Palermo è al 6º posto con 19476 €) e Catania (la città metropolitana di cui fa parte San Gregorio) si classifica al 15º posto con 18039 €.. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Il comune di San Gregorio di Catania fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.8 (Piana di Catania). San Gregorio Rugby L'ASD Club Calcio San Gregorio milita nel campionato di Promozione Sicilia. A.S.D. Polisportiva Fiamma San Gregorio A.S.D. P.G.S. Don Vincenzo Scuderi Area metropolitana di Catania Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Gregorio di Catania Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Gregorio di Catania Sito ufficiale, su comune.sangregoriodicatania.ct.it. San Gregòrio di Catània, su sapere.it, De Agostini.

Stazione di Cannizzaro
Stazione di Cannizzaro

La stazione di Cannizzaro è una stazione ferroviaria posta al km 246+531 della linea Messina-Siracusa, a poca distanza dal termine del tratto extraurbano della SS 114, nella frazione Cannizzaro del comune di Aci Castello. È contigua al terminal cargo ferroviario di Cannizzaro. La stazione venne costruita in concomitanza con la costruzione del secondo tratto della strada ferrata Messina-Catania da Taormina a Catania; il fabbricato venne posto al km 246+679 della linea, all'estremità sud dell'allora piccola frazione di Cannizzaro, a nord dell'abitato di Ognina, nei pressi della strada statale 114 Orientale Sicula da cui era separata da un passaggio a livello. Venne aperta all'inizio del 1867 ed era l'ultima stazione prima di arrivare a Catania Centrale. A partire dalla fine degli anni settanta, in seguito alle accresciute esigenze del traffico merci, (a poca distanza esisteva un'importante filiale della Fiat che induceva un notevole traffico di autovetture in arrivo via ferrovia) venne costruito un terminal merci, in seguito terminal cargo ferroviario di Cannizzaro gestito dal Gruppo GMC. La stazione originaria fu abbandonata nel 1989 in seguito all'attivazione del nuovo tratto a doppio binario e il terminal collegato con una bretella a semplice binario. La nuova stazione, più ampia e razionale, è stata costruita poco più a nord-ovest della precedente; poco utilizzata dai viaggiatori è stata in seguito temporaneamente, ma a lungo, chiusa al servizio viaggiatori in attesa della sua trasformazione in fermata del progettato servizio ferroviario metropolitano di Catania di RFI. Il 13 dicembre 2015 è stata riaperta al servizio viaggiatori divenendo sede di fermata di alcuni treni regionali. L'edificio della nuova stazione è di stile moderno ed ampio, di disegno piuttosto anonimo ma funzionale; i binari per servizio viaggiatori sono tre (compresi quelli di corsa) forniti di pensiline e sottopassaggi. La stazione è posta sul percorso a doppio binario tra Fiumefreddo e Catania Ognina, nello spazio tra due gallerie. La stazione di Cannizzaro non è presenziata da DM e viene gestita dal DCO Palermo. Cannizzaro è una delle fermate del servizio ferroviario metropolitano di RFI di Catania e termine del cosiddetto tratto urbano dello stesso. Venne costruito alla fine degli anni settanta per venire incontro alle esigenze della filiale Fiat di Ognina che movimentava migliaia di autovetture ma soffriva degli inconvenienti determinati dal fatto che le stesse, inviate per ferrovia al terminal di Bicocca, nell'area della Zona industriale di Catania, erano poi costrette ad attraversare tutta la città di Catania sulle bisarche per giungere alla sede. La chiusura della filiale Fiat di Ognina determinò un temporaneo sottoutilizzo dello stesso. Anni dopo venne dato in gestione al Gruppo GMC tramite la propria Logistica e Servizi Intermodali s.r.l. che operava collegamenti ferroviari denominati Shuttle di trasporto combinato tra i propri due terminali siciliani Cargo di Alcamo e di Cannizzaro e quelli di Tortona, Segrate, Lugo di Romagna e Gioia Tauro. Il servizio è da tempo cessato e il terminal cargo è stato usato per accantonare o demolire vagoni o mezzi d'opera. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, in vigore dal 24 settembre 1995. Stazione di Cannizzaro (1867) Ferrovia Messina-Siracusa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Cannizzaro

Stazione di Cannizzaro (1867)
Stazione di Cannizzaro (1867)

La stazione di Cannizzaro era una stazione ferroviaria posta al km 246+679 del tracciato originario, poi dismesso, della linea Messina-Siracusa a servizio del comune di Cannizzaro. Venne del tutto dismessa nel 1989, i binari asportati e l'area di stazione ceduta a scopo di viabilità. La stazione di Cannizzaro venne costruita, intorno al 1866, come parte del progetto di ferrovia tra Messina e Catania approntato dalla Società Vittorio Emanuele e portato avanti in subappalto dalla "Società Vitali, Picard, Charles e C." e, dal 29 novembre 1866, dalla subentrata "Impresa Generale per la costruzione delle strade ferrate calabro-sicule". Il 3 gennaio del 1867 la stazione entrò in esercizio assieme al tronco di 47,7 km che raggiungeva la stazione di Catania Centrale. La stazione rimase pressoché nelle stesse condizioni di impianto delle origini. A metà degli anni sessanta del XX secolo venne elettrificata e un ventennio dopo ampliata nel raccordo merci del "Terminal Cargo". In seguito all'attivazione del nuovo tracciato a doppio binario in variante della ferrovia la stazione, nel 1989, venne dismessa e trasferita nella nuova sede. L'area di stazione venne ceduta al Comune di Acicastello per la realizzazione di una strada, che è anche di accesso al Terminal Cargo, e il fabbricato di stazione ceduto per usi sociali. La stazione era costituita da un piccolo fabbricato viaggiatori a una elevazione con annessi servizi e un piano caricatore con magazzino merci. Si trattava di un semplice raddoppio per incroci o precedenze con un piccolo scalo merci posto lato Messina. Comandava l'apertura e la chiusura del passaggio a livello adiacente. Era di interscambio con la Tranvia Catania-Acireale tra il 1915 e il 1934 il cui tracciato nella zona costeggiava la ferrovia, lato mare. Cannizzaro Stazione di Cannizzaro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su vecchia stazione di Cannizzaro Variante di tracciato Carruba-Catania Centrale - Ferrovie abbandonate, su ferrovieabbandonate.it.

Cannizzaro
Cannizzaro

Cannizzaro è la più grande frazione del comune di Aci Castello, nella città metropolitana di Catania. L'abitato è disposto lungo il lato ovest del percorso attuale della Strada statale 114 Orientale Sicula che porta da Messina a Catania; questa lo attraversava interamente prima della costruzione della variante attuale che permise di evitare l'ostacolo dei due vecchi passaggi a livello. Il territorio su cui oggi sorge il paese, allora conosciuto come Spolignetto, venne acquistato come feudo da una famiglia castellese, di nome appunto Cannizzaro, verso la prima metà del ‘700. Il luogo acquisì quindi il nome degli acquirenti. Fino ai primi anni del '900 il Paese non possedette una vera e propria chiesa; vi era soltanto una cappella, in cui il sacerdote Carmelo Barbagallo celebrava la messa. Grazie al suo interessamento la chiesa venne eretta intorno al 1930 e consacrata il 1º agosto 1931 dal vescovo di Acireale Evasio Colli. Padre Carmelo ne divenne il primo parroco, mantenendo tale incarico fino alla sua morte. Fu proprio lui a indicare nella data del 22 agosto il giorno in cui celebrare la festa della patrona dei cannizzaroti, Maria Santissima Immacolata Concezione; si tratta della principale festa di Cannizzaro. Vi si trova anche uno dei complessi ospedalieri più importanti della regione: l'Azienda Ospedaliera per l'emergenza Cannizzaro, struttura ospedaliera di Riferimento Regionale di III livello, che però amministrativamente fa parte del Comune di Catania. Nel 1867 venne costruita una piccola stazione ferroviaria che consentiva maggiori spostamenti dalla vicina Catania e fino alla fine degli anni ottanta era costeggiato dalla linea ferroviaria Messina-Catania che lo chiudeva tra i due passaggi a livello eliminati in seguito alla costruzione, più a monte, del nuovo tracciato a doppio binario. In seguito ai lavori anche la stazione ferroviaria è stata integralmente ricostruita in altra sede; oggi Cannizzaro è munita di una moderna stazione ferroviaria ed è sede di un terminal ferroviario merci costruito alla fine degli anni settanta. Dal 1915 al 1934 la località era servita dalla tranvia Catania-Acireale. Stazione di Cannizzaro Stazione di Cannizzaro (1867) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cannizzaro Breve Storia di Aci Castello, su comune.acicastello.ct.it.