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Stazione di Cannizzaro

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Stazione di Cannizzaro, aprile 2008
Stazione di Cannizzaro, aprile 2008

La stazione di Cannizzaro è una stazione ferroviaria posta al km 246+531 della linea Messina-Siracusa, a poca distanza dal termine del tratto extraurbano della SS 114, nella frazione Cannizzaro del comune di Aci Castello. È contigua al terminal cargo ferroviario di Cannizzaro. La stazione venne costruita in concomitanza con la costruzione del secondo tratto della strada ferrata Messina-Catania da Taormina a Catania; il fabbricato venne posto al km 246+679 della linea, all'estremità sud dell'allora piccola frazione di Cannizzaro, a nord dell'abitato di Ognina, nei pressi della strada statale 114 Orientale Sicula da cui era separata da un passaggio a livello. Venne aperta all'inizio del 1867 ed era l'ultima stazione prima di arrivare a Catania Centrale. A partire dalla fine degli anni settanta, in seguito alle accresciute esigenze del traffico merci, (a poca distanza esisteva un'importante filiale della Fiat che induceva un notevole traffico di autovetture in arrivo via ferrovia) venne costruito un terminal merci, in seguito terminal cargo ferroviario di Cannizzaro gestito dal Gruppo GMC. La stazione originaria fu abbandonata nel 1989 in seguito all'attivazione del nuovo tratto a doppio binario e il terminal collegato con una bretella a semplice binario. La nuova stazione, più ampia e razionale, è stata costruita poco più a nord-ovest della precedente; poco utilizzata dai viaggiatori è stata in seguito temporaneamente, ma a lungo, chiusa al servizio viaggiatori in attesa della sua trasformazione in fermata del progettato servizio ferroviario metropolitano di Catania di RFI. Il 13 dicembre 2015 è stata riaperta al servizio viaggiatori divenendo sede di fermata di alcuni treni regionali. L'edificio della nuova stazione è di stile moderno ed ampio, di disegno piuttosto anonimo ma funzionale; i binari per servizio viaggiatori sono tre (compresi quelli di corsa) forniti di pensiline e sottopassaggi. La stazione è posta sul percorso a doppio binario tra Fiumefreddo e Catania Ognina, nello spazio tra due gallerie. La stazione di Cannizzaro non è presenziata da DM e viene gestita dal DCO Palermo. Cannizzaro è una delle fermate del servizio ferroviario metropolitano di RFI di Catania e termine del cosiddetto tratto urbano dello stesso. Venne costruito alla fine degli anni settanta per venire incontro alle esigenze della filiale Fiat di Ognina che movimentava migliaia di autovetture ma soffriva degli inconvenienti determinati dal fatto che le stesse, inviate per ferrovia al terminal di Bicocca, nell'area della Zona industriale di Catania, erano poi costrette ad attraversare tutta la città di Catania sulle bisarche per giungere alla sede. La chiusura della filiale Fiat di Ognina determinò un temporaneo sottoutilizzo dello stesso. Anni dopo venne dato in gestione al Gruppo GMC tramite la propria Logistica e Servizi Intermodali s.r.l. che operava collegamenti ferroviari denominati Shuttle di trasporto combinato tra i propri due terminali siciliani Cargo di Alcamo e di Cannizzaro e quelli di Tortona, Segrate, Lugo di Romagna e Gioia Tauro. Il servizio è da tempo cessato e il terminal cargo è stato usato per accantonare o demolire vagoni o mezzi d'opera. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, in vigore dal 24 settembre 1995. Stazione di Cannizzaro (1867) Ferrovia Messina-Siracusa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Cannizzaro

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Stazione di Cannizzaro
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Stazione di Cannizzaro, aprile 2008
Stazione di Cannizzaro, aprile 2008
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Luoghi vicini

Stazione di Cannizzaro (1867)
Stazione di Cannizzaro (1867)

La stazione di Cannizzaro era una stazione ferroviaria posta al km 246+679 del tracciato originario, poi dismesso, della linea Messina-Siracusa a servizio del comune di Cannizzaro. Venne del tutto dismessa nel 1989, i binari asportati e l'area di stazione ceduta a scopo di viabilità. La stazione di Cannizzaro venne costruita, intorno al 1866, come parte del progetto di ferrovia tra Messina e Catania approntato dalla Società Vittorio Emanuele e portato avanti in subappalto dalla "Società Vitali, Picard, Charles e C." e, dal 29 novembre 1866, dalla subentrata "Impresa Generale per la costruzione delle strade ferrate calabro-sicule". Il 3 gennaio del 1867 la stazione entrò in esercizio assieme al tronco di 47,7 km che raggiungeva la stazione di Catania Centrale. La stazione rimase pressoché nelle stesse condizioni di impianto delle origini. A metà degli anni sessanta del XX secolo venne elettrificata e un ventennio dopo ampliata nel raccordo merci del "Terminal Cargo". In seguito all'attivazione del nuovo tracciato a doppio binario in variante della ferrovia la stazione, nel 1989, venne dismessa e trasferita nella nuova sede. L'area di stazione venne ceduta al Comune di Acicastello per la realizzazione di una strada, che è anche di accesso al Terminal Cargo, e il fabbricato di stazione ceduto per usi sociali. La stazione era costituita da un piccolo fabbricato viaggiatori a una elevazione con annessi servizi e un piano caricatore con magazzino merci. Si trattava di un semplice raddoppio per incroci o precedenze con un piccolo scalo merci posto lato Messina. Comandava l'apertura e la chiusura del passaggio a livello adiacente. Era di interscambio con la Tranvia Catania-Acireale tra il 1915 e il 1934 il cui tracciato nella zona costeggiava la ferrovia, lato mare. Cannizzaro Stazione di Cannizzaro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su vecchia stazione di Cannizzaro Variante di tracciato Carruba-Catania Centrale - Ferrovie abbandonate, su ferrovieabbandonate.it.

Cannizzaro
Cannizzaro

Cannizzaro è la più grande frazione del comune di Aci Castello, nella città metropolitana di Catania. L'abitato è disposto lungo il lato ovest del percorso attuale della Strada statale 114 Orientale Sicula che porta da Messina a Catania; questa lo attraversava interamente prima della costruzione della variante attuale che permise di evitare l'ostacolo dei due vecchi passaggi a livello. Il territorio su cui oggi sorge il paese, allora conosciuto come Spolignetto, venne acquistato come feudo da una famiglia castellese, di nome appunto Cannizzaro, verso la prima metà del ‘700. Il luogo acquisì quindi il nome degli acquirenti. Fino ai primi anni del '900 il Paese non possedette una vera e propria chiesa; vi era soltanto una cappella, in cui il sacerdote Carmelo Barbagallo celebrava la messa. Grazie al suo interessamento la chiesa venne eretta intorno al 1930 e consacrata il 1º agosto 1931 dal vescovo di Acireale Evasio Colli. Padre Carmelo ne divenne il primo parroco, mantenendo tale incarico fino alla sua morte. Fu proprio lui a indicare nella data del 22 agosto il giorno in cui celebrare la festa della patrona dei cannizzaroti, Maria Santissima Immacolata Concezione; si tratta della principale festa di Cannizzaro. Vi si trova anche uno dei complessi ospedalieri più importanti della regione: l'Azienda Ospedaliera per l'emergenza Cannizzaro, struttura ospedaliera di Riferimento Regionale di III livello, che però amministrativamente fa parte del Comune di Catania. Nel 1867 venne costruita una piccola stazione ferroviaria che consentiva maggiori spostamenti dalla vicina Catania e fino alla fine degli anni ottanta era costeggiato dalla linea ferroviaria Messina-Catania che lo chiudeva tra i due passaggi a livello eliminati in seguito alla costruzione, più a monte, del nuovo tracciato a doppio binario. In seguito ai lavori anche la stazione ferroviaria è stata integralmente ricostruita in altra sede; oggi Cannizzaro è munita di una moderna stazione ferroviaria ed è sede di un terminal ferroviario merci costruito alla fine degli anni settanta. Dal 1915 al 1934 la località era servita dalla tranvia Catania-Acireale. Stazione di Cannizzaro Stazione di Cannizzaro (1867) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cannizzaro Breve Storia di Aci Castello, su comune.acicastello.ct.it.

Ficarazzi (Aci Castello)
Ficarazzi (Aci Castello)

Ficarazzi è una frazione di Aci Castello, nella Città metropolitana di Catania. Estrema propaggine meridionale dell'antica Terra di Aci, fino alla metà del XX secolo era un piccolo centro agricolo, che viveva la propria dimensione e peculiarità, quasi equidistante, e non solo geograficamente, fra la nobile e antica Acireale e la moderna e vivace Catania. Situata in collina a circa 200 metri sul livello del mare, dista circa tre chilometri da Aci Castello e otto da Acireale. Ficarazzi si affaccia sul mar Ionio, e gode in particolare della vista del Castello di Aci; la visuale a sud si spinge sino ad Augusta. Questa sua privilegiata posizione gli è valso l'appellativo di Balcone sul Mare di Aci o di Balcone sullo Ionio. Nella parte alta della principale via Tripoli si innalza Monte Ferro (602 m circa), che si allunga formando la valle dove si trova Valverde. Nel territorio si trovano resti delle vulcaniti dovute alle eruzioni sottomarine avvenute nell'ampio golfo pre-etneo e rappresentate da affioramenti di lave a cuscini (pillows), brecce ialoclastiche (vetro rotto) ed intrusioni magmatiche a debole profondità. Nella zona si trovano parecchie grotte dovuti a crolli interni sismici della montagna, tra cui la più famosa è la grotta delle Fate insieme al suo sentiero in 'via Fosso d'Acqua. Confina a nord con San Nicolò, a nord-ovest con Valverde (contrade Fontana e Casalrosato, dove apparve la Madonna di Valverde nell'XI secolo), a sud-ovest con San Gregorio, a sud-est con Cannizzaro e ad est con Aci Castello. La storia di Ficarazzi è legata a quella di Aci Castello e delle altre Aci. Nel 1606 fu trasformato in feudo, in seguito venduto per pagare un "donativo" al Re. Tra i baroni del feudo Ficarazzi di Aci è da ricordare il Duca di Furnari, alla quale è stata intitolata una scalinata e l'omonima via, che collega le due piazze più importanti della frazione castellese: Piazza Giovanni XXIII e Piazza della Chiesa (chianu 'a Chiesa). Fino al 1828 faceva parte del comune di Aci Catena. Parrocchia "S.M. Immacolata", nella quale viene venerata la Madonna della Provvidenza; appartiene alla diocesi di Acireale. Chiesa della Madonna del Soccorso, oggi scomparsa: nasceva nei pressi della parte bassa della via Tripoli, all'altezza di vico Billi. Casina dei Paternò, esempio di residenza rurale costruita nel 1640. Casa nobiliare Angelo di Guardo, antico nobile e compositore musicale ficarazzoto vissuto durante il XIX e XX secolo. In un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'edificio vulcanico dell'Etna e il golfo di Catania, si trova il sentiero naturalistico denominato Via Fosso d'acqua, detto anche "Sentiero delle Fate". In onore della Madonna della Provvidenza, ogni anno, la prima domenica di agosto si effettua una processione nelle vie cittadine. Sagra dell'arancino, seconda settimana di settembre Ficarazzi è attraversata dalle ormai ex S.P. 41 e 52, che si intersecano in via Tripoli nei pressi degli incroci con le vie Acicastello e San Gregorio. La prima attraversa il paese da nord a sud nell'asse Acireale-Catania. La seconda invece procede in direzione ovest-est collegando i comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello; quest'ultima è utile per raggiungere da Ficarazzi sia l'autostrada A18 che la Strada Statale 114. Ad agosto 2016 è stata inaugurata la bretella sud, parallela alla trafficata via Tripoli e intitolata via Collina di Polifemo, a risaltare la collocazione geografica di Ficarazzi e l'intreccio con la leggenda di Aci e Galatea. Il collegamento con Acireale e Catania è garantito dalla linea interurbana A.S.T. che effettua il servizio nei soli giorni feriali. Le colline di Ficarazzi sono le "montagne verdi" citate dalla cantante Marcella Bella nel suo omonimo singolo del 1972, nonché paese di origine della cantante

Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti

La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti è un'area naturale protetta estesa circa 70 ettari ricadente all'interno dei comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello. Istituita con decreto dell'assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana (numero 617/98), la riserva è interna ad un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'Etna e il golfo di Catania, e comprende un importante sistema di grotte di scorrimento lavico colonizzate da fauna cavernicola con elementi troglofili legati al guano di colonie di pipistrelli. Il territorio, parte di un vasto sistema ambientale lineare che da San Gregorio di Catania si spinge sino ad Acireale, è caratterizzato dalla presenza di un'area protetta all'interno di un'area metropolitana densamente abitata. Il paesaggio agrario è quello tipico del “vigneto costruito” con la presenza di un sistema diffuso di ‘casudde’ (piccoli edifici rurali in pietra lavica per lo più non intonacata) che un tempo costituivano il centro vitale dei fondi. Di una certa importanza testimoniale è la Guardiola Cantarella, una garitta spagnola del '600 che caratterizza i quadri visuali dell'area. La genesi delle grotte vulcaniche è legata allo svuotamento del tunnel lavico che può avvenire durante o al termine di una eruzione di durata superiore ad un mese. Il Complesso Immacolatelle e Micio Conti è costituito da un sistema di otto cavità laviche avente una lunghezza complessiva di circa 1,5 km, situato all'interno di un campo lavico a morfologia hawaiiana. Alle grotte si accede attraverso ingressi creatisi per il crollo delle volte. All'interno delle cavità sono presenti interessanti fenomeni morfologici: particolari striature sulle pareti lasciate dal passaggio della lava e piccole stalattiti di rifusione sulla volta, osservabili all'interno delle grotte Micio Conti e Cantarella; caratteristici rotoli di lava alla base delle pareti generate dal parziale raffreddamento del tunnel lavico che caratterizzano il complesso di grotte Immacolatelle; "cascate" di apparati radicali appartenenti alla soprastante vegetazione che dalla superficie penetrano all'interno della grotta dei Tedeschi ornandone la volta. Il sistema di grotte presenti nella riserva ospita una fauna cavernicola peculiare, adattata alle particolari condizioni ecologiche dell'ambiente ipogeo: ben sei sono le specie di Chirotteri (pipistrelli) che nelle grotte trovano possibilità di rifugio diurno ed un ambiente idoneo per svernare; numerosi anche gli invertebrati (Ragni, Crostacei Isopodi, Collemboli) ed un pidottero notturno (Noctuide), soltanto recentemente segnalato all'interno della Riserva. L'epigeo offre ambienti idonei per una grande quantità di invertebrati, fra i quali una preziosa ape endemica della Sicilia, che prende il nome dall'area della riserva (Pseudoanthidium gregoriense); fra i Vertebrati annoveriamo diversi Rettili, la Lucertola campestre, il Gongilo (Chalcides ocellatus) ed il variopinto Colubro leopardino (Elaphe situla). I Mammiferi sono rappresentati dal Coniglio (Oryctolagus cuniculus) e dalla Volpe (Vulpes vulpes). Molte sono le specie di uccelli che popolano la riserva principalmente rappresentati da Passeriformi, da alcuni Falconiformi come il Gheppio (Falco tinnunculus), e da Strigiformi come Assiolo (Otus scops) e Barbagianni (Tyto alba). Il territorio conserva lembi di relitti di vegetazione forestale termofila a querce caducifoglie, vera rarità per il comprensorio etneo. Sulle creste rocciose si scorge l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) che, assieme all'alaterno (Rhamnus alaternus), l'ogliastro (Olea europea), il terebinto (Pistacia terebinthus) ed altre piante mediterranee, tende a ricostituire una tipica vegetazione di macchia. All'ombra delle formazioni rocciose laviche è presente la rara Aristolochia altissima assieme alla calistegia e la brionia (Bryonia dioica). Negli spazi aperti e pietrosi, si rinviene una vegetazione steppica a barboncino comune (Hyparrhenia hirta) tra i cui cespugli si trova la Serapias vomeracea, una graziosa orchidea. Nei terreni un tempo adibiti a coltivo svetta la candida infiorescenza dell'asfodelo (Asphodelus microcarpus) e della ferula (Ferula communis), mentre sulle superfici laviche delle colate si rinviene un molteplicità di piccole piante dalle variopinte fioriture primaverili, tra queste la Campanula dichotoma e numerose succulente annuali come il Sedum rubens. Laboratorio naturalistico-ambientale Natura e ScienzaSi tratta di una struttura polivalente nata dalla collaborazione tra il Cutgana (Centro interfacoltà dell'Università di Catania) ed il Comune di San Gregorio di Catania, si trova a pochi passi dalla Riserva naturale integrale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” ed ospita il centro di gestione della riserva, due aule informatiche, un'ampia sala conferenze ed una biblioteca. Il Laboratorio è sede di un itinerario didattico modulare per studenti di ogni ordine e grado che comprende i percorsi tematici “Dal Big Bang alla Biodiversità”, i “Diorami” e “Scientificando”.L'itinerario didattico multimediale “Dal Big Bang alla Biodiversità” è costituito da ventisei pannelli ed undici video. Il percorso si articola in tre parti: l'Universo, la Terra e Vita e biodiversità.All'interno dei “Diorami”, presenti nella sala, sono stati ricostruiti in maniera verosimile pregevoli scorci di alcuni ambienti della Sicilia: un ambiente pedemontano etneo, un tipico ambiente dell'entroterra ennese ed un ambiente antropico.I diorami rispecchiano le peculiarità geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche dei vari habitat rappresentati ed in particolare illustrano le nicchie ecologiche di alcune delle più vistose specie animali fra cui quella del variopinto Gruccione. Gli scenari sono stati ricreati utilizzando campioni vegetali essiccati o ricostruiti in materiale plastico e campioni animali, sia appartenenti ad invertebrati, sia a vertebrati, preparati a secco con varie tecniche di tassidermizzazione.Nell'Esperimentario si può trovare la trottola magnetica, il disco di Newton, le fibre ottiche, l'orologio di Galileo e la lampada a lava. La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti ed il Laboratorio naturalistico ambientale “Natura e Scienza” si trovano in via Terzora 8, 95027 di San Gregorio di Catania. Elenco delle riserve naturali regionali italiane Aree naturali protette della Sicilia Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti su Parks.it, il Portale dei Parchi italiani Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti a cura di Legambiente Catania Complesso Immacolatelle e Micio Conti Archiviato l'11 maggio 2006 in Internet Archive. sul sito del Centro Speleologico Etneo

Scacco di Ognina
Scacco di Ognina

Lo Scacco di Ognina fu una battaglia navale combattuta al largo del Golfo di Catania il 27 maggio 1357 fra gli angioini di Napoli e gli Aragona di Sicilia durante le Guerre del Vespro. Dopo la mancata ratifica della Pace di Catania da parte del Parlamento siciliano il Re di Sicilia Federico IV d'Aragona si trovò in una difficile posizione perché il Regno era indebolito dai continui attacchi esterni degli angioini che erano riusciti a riconquistare parte dell'isola ed all'interno dai signori feudali della Sicilia che si opponevano con veemenza. Nel 1356 il governatore di Messina, Niccolò Cesareo, in seguito a dissidi con Artale I Alagona, richiese rinforzi a Ludovico d'Angiò, che inviò il Maresciallo Niccolò Acciaiuoli. Le truppe, assistite dal mare da ben cinque galee angioine saccheggiarono il territorio di Aci, assediando il castello. Proseguirono quindi in direzione di Catania cingendola d'assedio: ecco che Artale I Alagona uscì con la flotta ed affrontò le galere angioine, affondandone due, requisendone una terza, e mettendo in fuga le truppe nemiche. La battaglia navale, che si svolse al largo della borgata marinara catanese di Ognina ed il Castello di Aci il 27 maggio 1357, fu denominata "lo Scacco di Ognina" e segnò una svolta definitiva a favore dei siciliani nella Guerra dei Vespri siciliani, iniziata nel 1282 e conclusasi solo nel 1372, con una pausa fra il 1302 e il 1313. Steven Runciman (1958), The Sicilian Vespers. ISBN 0-521-43774-1 (trad. it.: I vespri siciliani, 1997, Edizioni Dedalo. ISBN 88-220-0508-2) Leonardo Bruni (1416), History of the Florentine People, Harvard, 2001. ISBN 0-674-00506-6 (EN) Sicilian Vespers, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Santi Correnti, «Il Vespro» Giovanni Battista Niccolini (1882), Vespro Siciliano: storia inedita, per cura di Corrado Gargiolli. Pubblicato da D. G. Brigola. Francesco Benigno e Giuseppe Giarrizzo, Storia della Sicilia, vol. 3, ed. Laterza, Roma-Bari, 1999. ISBN 88-421-0535-X (EN) Dennis Angelo Castillo, The Maltese Cross: a strategic history of Malta, 1ª ed., Praeger Publishers, 2005, pp. 33-34, ISBN 0-313-32329-1, Consultato: 6 aprile 2010. (EN) DeVries, Kelly, Battles of the Medieval World, New York, Barnes & Noble, 2006, ISBN 0-7607-7779-9. (CA) Jordi Bolòs, Diccionari de la Catalunya medieval (ss. VI-XV):Col·lecció El Cangur / Diccionaris, núm. 284, Barcelona, Edicions 62, 2000, ISBN 84-297-4706-0. (CA) Bernat Desclot, Llibre del rei en Pere e dels seus antecessors passats o Crónica de Bernat Desclot (CA) Ramón Muntaner, Crónica de Muntaner Crónica de Ramón Muntaner en el Instituto Lluís Vives Consultato: 6 aprile 2010 (CA) F. Xavier Hernández, Història militar de Catalunya, ISBN 84-232-0638-6. Jerónimo Zurita y Castro: Anales de la Corona de Aragón Niccolò Buscemi, La vita di Giovanni di Procida: privata e pubblica; saggio storico, 1ª ed., Reale Stamperia, 1836, pp. 190, ISBN 978-1-276-06151-3, Consultato: 3 marzo 2014. Regno di Napoli Regno di Sicilia Regno di Francia Regno di Trinacria Corona d'Aragona Ruggero di Lauria

Stazione di Catania Ognina (1867)
Stazione di Catania Ognina (1867)

La stazione di Catania Ognina era una fermata posta al km 244+362 della linea ferroviaria Messina-Siracusa costruita a poca distanza dal termine del tratto extraurbano della SS 114. La stazione venne costruita in concomitanza con la costruzione del secondo tratto della strada ferrata Messina-Catania da Taormina a Catania; il fabbricato venne costruito nella zona soprastante l'abitato del sobborgo marinaro di Ognina, a poca distanza dal Porto Ulisse. Venne inaugurata il 3 gennaio 1867 ed era l'ultima fermata prima della stazione di Catania Centrale. Era presenziata da agente di custodia addetto alla manovra dell'adiacente passaggio a livello. In seguito all'attivazione del raddoppio del binario fu automatizzato il passaggio a livello e di conseguenza divenne impresenziata. Nel 2006 iniziarono i lavori di costruzione, più a sud, della nuova fermata metropolitana di Ognina. Venne soppressa il 18 giugno 2017, contemporaneamente all'attivazione del raddoppio fra le stazioni di Cannizzaro e di Catania Centrale, e sostituita dalla nuova fermata di Ognina posta alcune centinaia di metri più a sud. La stazione era posta al termine del percorso a doppio binario in esercizio tra Fiumefreddo di Sicilia e Catania, allo sbocco della galleria di Cannizzaro. Da qui aveva inizio il tratto ancora a semplice binario dell'importante collegamento ferroviario isolano. Il fabbricato viaggiatori è a due livelli ed è posto lato mare rispetto al binario. È impresenziata ed esercita in telecomando punto-punto secondo il sistema CTC dalla contigua stazione di Cannizzaro. L'attivazione del raddoppio del binario anche nell'ultimo tratto fino a Catania centrale e della nuova stazione di Ognina (poco più a sud) ha comportato la disattivazione della fermata. Ferrovie dello Stato, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, in vigore dal 24 settembre 1995. Passante ferroviario di Catania Ferrovia Messina-Siracusa Rete ferroviaria della Sicilia Società Vittorio Emanuele Società per le Strade Ferrate della Sicilia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla vecchia stazione di Catania Ognina

San Gregorio di Catania
San Gregorio di Catania

San Gregorio di Catania (Santu Grigòrju in siciliano) è un comune italiano di 11 493 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. San Gregorio di Catania ha una superficie di 552 ettari. Sorge in una zona collinare, posta a 321 m s.l.m. Il suo territorio confina con i comuni di Aci Castello, Catania, San Giovanni la Punta, Tremestieri Etneo, Valverde. Il nome venne dato al paese in onore dell'omonimo Papa, la cui madre era di origini siciliane, e il primo nucleo abitato fu uno dei cosiddetti 13 "Casali di Catania". Nel XVII secolo appartenne alla nobile famiglia dei Massa, duchi di Paternò. Nel 1812, con l'abolizione del feudalesimo e del baronaggio, ai giurati successe il decurionato, un gruppo di 10 uomini eletti dal popolo e approvati dal re. Nel tempo il paese fu sotto la giurisdizione del comune di Catania prima e di Aci Castello dopo, sino al 1856 quando divenne comune autonomo. Con l'unità d'Italia, nel 1860, anche il decurionato fu abolito e subentrò l'attuale sistema amministrativo, ad eccezione del periodo fascista durante il quale il sindaco era sostituito dal podestà. Di notevole interesse architettonico risultano essere la Chiesa Madre, in stile barocco, la Chiesa di S. Filippo d'Argirò, fatta costruire nel 1505 dal signore Alvaro Paternò e adibita a cappella di famiglia, che presenta una struttura tipica delle chiese votive medioevali, e la Chiesa dell'Immacolata, di epoca normanna e più volte rimaneggiata nel corso degli anni. Chiesa di San Filippo d'Argirò Chiesa dell'Immacolata Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti Abitanti censiti Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell'Economia il 3 marzo 2017, e relativi alle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche nell'anno 2016, San Gregorio di Catania con 23944 € pro-capite, si classifica al 1º posto tra i dieci comuni più ricchi della Sicilia (il valore medio nazionale è pari a 20690 € pro-capite) Per avere un termine di paragone, Palermo è al 6º posto con 19476 €) e Catania (la città metropolitana di cui fa parte San Gregorio) si classifica al 15º posto con 18039 €.. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Il comune di San Gregorio di Catania fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.8 (Piana di Catania). San Gregorio Rugby L'ASD Club Calcio San Gregorio milita nel campionato di Promozione Sicilia. A.S.D. Polisportiva Fiamma San Gregorio A.S.D. P.G.S. Don Vincenzo Scuderi Area metropolitana di Catania Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Gregorio di Catania Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Gregorio di Catania Sito ufficiale, su comune.sangregoriodicatania.ct.it. San Gregòrio di Catània, su sapere.it, De Agostini.

Porto Ulisse
Porto Ulisse

Il porto Ulisse è il porticciolo di Ognina, quartiere periferico della città di Catania. Il porto Ulisse si trova sulla costa nord della città di Catania ricavato da un'insenatura nella scogliera rocciosa; era un approdo portuale di Catania sin dall'antichità. Nell'area ove sorge il porto attuale sfociava un fiume il Lognina (o l'Ognina) che venne seppellito da una colata lavica dell'Etna in epoca medioevale. Nel 1381 il borgo di Ognina venne interamente sepolto da una colata di lava e dell'approdo rimase solo una piccola insenatura, quella attuale. Nel porto era presente anche una fiorente attività cantieristica i cui mastri d'ascia erano conosciuti ed apprezzati. Da porto da pesca nel dopoguerra si è lentamente attrezzato come porto turistico ed oggi offre servizi ed assistenza specializzati. Il porto si trova circa 3 miglia a nord-est del Porto di Catania ed è protetto da un molo foraneo di oltre 150 m con faro rosso di segnalazione sulla testata, un molo interno più piccolo e vari pontili galleggianti. I fondali vanno da 1,5 a 12 metri di profondità e sono fangosi nella parte più interna e rocciosi verso l'esterno. Il porto è attrezzato con rifornimento di carburante ed acqua, cantieri navali e quattro gru di alaggio. Vi hanno sede diversi club nautici. Porto turistico Porto di Catania Porto di Caito Porto di San Giovanni li Cuti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porto Ulisse Storia dei porti:Ognina (PDF), su fratelli-della-costa.it. URL consultato l'8 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).