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Stazione di Acicastello

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La stazione di Acicastello era una fermata posta sul vecchio tracciato della linea Messina-Siracusa a servizio del comune di Aci Castello. Venne dismessa e abbandonata nel 1989.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Acicastello (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Acicastello
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Scacco di Ognina
Scacco di Ognina

Lo Scacco di Ognina fu una battaglia navale combattuta al largo del Golfo di Catania il 27 maggio 1357 fra gli angioini di Napoli e gli Aragona di Sicilia durante le Guerre del Vespro. Dopo la mancata ratifica della Pace di Catania da parte del Parlamento siciliano il Re di Sicilia Federico IV d'Aragona si trovò in una difficile posizione perché il Regno era indebolito dai continui attacchi esterni degli angioini che erano riusciti a riconquistare parte dell'isola ed all'interno dai signori feudali della Sicilia che si opponevano con veemenza. Nel 1356 il governatore di Messina, Niccolò Cesareo, in seguito a dissidi con Artale I Alagona, richiese rinforzi a Ludovico d'Angiò, che inviò il Maresciallo Niccolò Acciaiuoli. Le truppe, assistite dal mare da ben cinque galee angioine saccheggiarono il territorio di Aci, assediando il castello. Proseguirono quindi in direzione di Catania cingendola d'assedio: ecco che Artale I Alagona uscì con la flotta ed affrontò le galere angioine, affondandone due, requisendone una terza, e mettendo in fuga le truppe nemiche. La battaglia navale, che si svolse al largo della borgata marinara catanese di Ognina ed il Castello di Aci il 27 maggio 1357, fu denominata "lo Scacco di Ognina" e segnò una svolta definitiva a favore dei siciliani nella Guerra dei Vespri siciliani, iniziata nel 1282 e conclusasi solo nel 1372, con una pausa fra il 1302 e il 1313. Steven Runciman (1958), The Sicilian Vespers. ISBN 0-521-43774-1 (trad. it.: I vespri siciliani, 1997, Edizioni Dedalo. ISBN 88-220-0508-2) Leonardo Bruni (1416), History of the Florentine People, Harvard, 2001. ISBN 0-674-00506-6 (EN) Sicilian Vespers, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Santi Correnti, «Il Vespro» Giovanni Battista Niccolini (1882), Vespro Siciliano: storia inedita, per cura di Corrado Gargiolli. Pubblicato da D. G. Brigola. Francesco Benigno e Giuseppe Giarrizzo, Storia della Sicilia, vol. 3, ed. Laterza, Roma-Bari, 1999. ISBN 88-421-0535-X (EN) Dennis Angelo Castillo, The Maltese Cross: a strategic history of Malta, 1ª ed., Praeger Publishers, 2005, pp. 33-34, ISBN 0-313-32329-1, Consultato: 6 aprile 2010. (EN) DeVries, Kelly, Battles of the Medieval World, New York, Barnes & Noble, 2006, ISBN 0-7607-7779-9. (CA) Jordi Bolòs, Diccionari de la Catalunya medieval (ss. VI-XV):Col·lecció El Cangur / Diccionaris, núm. 284, Barcelona, Edicions 62, 2000, ISBN 84-297-4706-0. (CA) Bernat Desclot, Llibre del rei en Pere e dels seus antecessors passats o Crónica de Bernat Desclot (CA) Ramón Muntaner, Crónica de Muntaner Crónica de Ramón Muntaner en el Instituto Lluís Vives Consultato: 6 aprile 2010 (CA) F. Xavier Hernández, Història militar de Catalunya, ISBN 84-232-0638-6. Jerónimo Zurita y Castro: Anales de la Corona de Aragón Niccolò Buscemi, La vita di Giovanni di Procida: privata e pubblica; saggio storico, 1ª ed., Reale Stamperia, 1836, pp. 190, ISBN 978-1-276-06151-3, Consultato: 3 marzo 2014. Regno di Napoli Regno di Sicilia Regno di Francia Regno di Trinacria Corona d'Aragona Ruggero di Lauria

Stazione di Cannizzaro (1867)
Stazione di Cannizzaro (1867)

La stazione di Cannizzaro era una stazione ferroviaria posta al km 246+679 del tracciato originario, poi dismesso, della linea Messina-Siracusa a servizio del comune di Cannizzaro. Venne del tutto dismessa nel 1989, i binari asportati e l'area di stazione ceduta a scopo di viabilità. La stazione di Cannizzaro venne costruita, intorno al 1866, come parte del progetto di ferrovia tra Messina e Catania approntato dalla Società Vittorio Emanuele e portato avanti in subappalto dalla "Società Vitali, Picard, Charles e C." e, dal 29 novembre 1866, dalla subentrata "Impresa Generale per la costruzione delle strade ferrate calabro-sicule". Il 3 gennaio del 1867 la stazione entrò in esercizio assieme al tronco di 47,7 km che raggiungeva la stazione di Catania Centrale. La stazione rimase pressoché nelle stesse condizioni di impianto delle origini. A metà degli anni sessanta del XX secolo venne elettrificata e un ventennio dopo ampliata nel raccordo merci del "Terminal Cargo". In seguito all'attivazione del nuovo tracciato a doppio binario in variante della ferrovia la stazione, nel 1989, venne dismessa e trasferita nella nuova sede. L'area di stazione venne ceduta al Comune di Acicastello per la realizzazione di una strada, che è anche di accesso al Terminal Cargo, e il fabbricato di stazione ceduto per usi sociali. La stazione era costituita da un piccolo fabbricato viaggiatori a una elevazione con annessi servizi e un piano caricatore con magazzino merci. Si trattava di un semplice raddoppio per incroci o precedenze con un piccolo scalo merci posto lato Messina. Comandava l'apertura e la chiusura del passaggio a livello adiacente. Era di interscambio con la Tranvia Catania-Acireale tra il 1915 e il 1934 il cui tracciato nella zona costeggiava la ferrovia, lato mare. Cannizzaro Stazione di Cannizzaro Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su vecchia stazione di Cannizzaro Variante di tracciato Carruba-Catania Centrale - Ferrovie abbandonate, su ferrovieabbandonate.it.

Ficarazzi (Aci Castello)
Ficarazzi (Aci Castello)

Ficarazzi è una frazione di Aci Castello, nella Città metropolitana di Catania. Estrema propaggine meridionale dell'antica Terra di Aci, fino alla metà del XX secolo era un piccolo centro agricolo, che viveva la propria dimensione e peculiarità, quasi equidistante, e non solo geograficamente, fra la nobile e antica Acireale e la moderna e vivace Catania. Situata in collina a circa 200 metri sul livello del mare, dista circa tre chilometri da Aci Castello e otto da Acireale. Ficarazzi si affaccia sul mar Ionio, e gode in particolare della vista del Castello di Aci; la visuale a sud si spinge sino ad Augusta. Questa sua privilegiata posizione gli è valso l'appellativo di Balcone sul Mare di Aci o di Balcone sullo Ionio. Nella parte alta della principale via Tripoli si innalza Monte Ferro (602 m circa), che si allunga formando la valle dove si trova Valverde. Nel territorio si trovano resti delle vulcaniti dovute alle eruzioni sottomarine avvenute nell'ampio golfo pre-etneo e rappresentate da affioramenti di lave a cuscini (pillows), brecce ialoclastiche (vetro rotto) ed intrusioni magmatiche a debole profondità. Nella zona si trovano parecchie grotte dovuti a crolli interni sismici della montagna, tra cui la più famosa è la grotta delle Fate insieme al suo sentiero in 'via Fosso d'Acqua. Confina a nord con San Nicolò, a nord-ovest con Valverde (contrade Fontana e Casalrosato, dove apparve la Madonna di Valverde nell'XI secolo), a sud-ovest con San Gregorio, a sud-est con Cannizzaro e ad est con Aci Castello. La storia di Ficarazzi è legata a quella di Aci Castello e delle altre Aci. Nel 1606 fu trasformato in feudo, in seguito venduto per pagare un "donativo" al Re. Tra i baroni del feudo Ficarazzi di Aci è da ricordare il Duca di Furnari, alla quale è stata intitolata una scalinata e l'omonima via, che collega le due piazze più importanti della frazione castellese: Piazza Giovanni XXIII e Piazza della Chiesa (chianu 'a Chiesa). Fino al 1828 faceva parte del comune di Aci Catena. Parrocchia "S.M. Immacolata", nella quale viene venerata la Madonna della Provvidenza; appartiene alla diocesi di Acireale. Chiesa della Madonna del Soccorso, oggi scomparsa: nasceva nei pressi della parte bassa della via Tripoli, all'altezza di vico Billi. Casina dei Paternò, esempio di residenza rurale costruita nel 1640. Casa nobiliare Angelo di Guardo, antico nobile e compositore musicale ficarazzoto vissuto durante il XIX e XX secolo. In un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'edificio vulcanico dell'Etna e il golfo di Catania, si trova il sentiero naturalistico denominato Via Fosso d'acqua, detto anche "Sentiero delle Fate". In onore della Madonna della Provvidenza, ogni anno, la prima domenica di agosto si effettua una processione nelle vie cittadine. Sagra dell'arancino, seconda settimana di settembre Ficarazzi è attraversata dalle ormai ex S.P. 41 e 52, che si intersecano in via Tripoli nei pressi degli incroci con le vie Acicastello e San Gregorio. La prima attraversa il paese da nord a sud nell'asse Acireale-Catania. La seconda invece procede in direzione ovest-est collegando i comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello; quest'ultima è utile per raggiungere da Ficarazzi sia l'autostrada A18 che la Strada Statale 114. Ad agosto 2016 è stata inaugurata la bretella sud, parallela alla trafficata via Tripoli e intitolata via Collina di Polifemo, a risaltare la collocazione geografica di Ficarazzi e l'intreccio con la leggenda di Aci e Galatea. Il collegamento con Acireale e Catania è garantito dalla linea interurbana A.S.T. che effettua il servizio nei soli giorni feriali. Le colline di Ficarazzi sono le "montagne verdi" citate dalla cantante Marcella Bella nel suo omonimo singolo del 1972, nonché paese di origine della cantante

Stazione di Cannizzaro
Stazione di Cannizzaro

La stazione di Cannizzaro è una stazione ferroviaria posta al km 246+531 della linea Messina-Siracusa, a poca distanza dal termine del tratto extraurbano della SS 114, nella frazione Cannizzaro del comune di Aci Castello. È contigua al terminal cargo ferroviario di Cannizzaro. La stazione venne costruita in concomitanza con la costruzione del secondo tratto della strada ferrata Messina-Catania da Taormina a Catania; il fabbricato venne posto al km 246+679 della linea, all'estremità sud dell'allora piccola frazione di Cannizzaro, a nord dell'abitato di Ognina, nei pressi della strada statale 114 Orientale Sicula da cui era separata da un passaggio a livello. Venne aperta all'inizio del 1867 ed era l'ultima stazione prima di arrivare a Catania Centrale. A partire dalla fine degli anni settanta, in seguito alle accresciute esigenze del traffico merci, (a poca distanza esisteva un'importante filiale della Fiat che induceva un notevole traffico di autovetture in arrivo via ferrovia) venne costruito un terminal merci, in seguito terminal cargo ferroviario di Cannizzaro gestito dal Gruppo GMC. La stazione originaria fu abbandonata nel 1989 in seguito all'attivazione del nuovo tratto a doppio binario e il terminal collegato con una bretella a semplice binario. La nuova stazione, più ampia e razionale, è stata costruita poco più a nord-ovest della precedente; poco utilizzata dai viaggiatori è stata in seguito temporaneamente, ma a lungo, chiusa al servizio viaggiatori in attesa della sua trasformazione in fermata del progettato servizio ferroviario metropolitano di Catania di RFI. Il 13 dicembre 2015 è stata riaperta al servizio viaggiatori divenendo sede di fermata di alcuni treni regionali. L'edificio della nuova stazione è di stile moderno ed ampio, di disegno piuttosto anonimo ma funzionale; i binari per servizio viaggiatori sono tre (compresi quelli di corsa) forniti di pensiline e sottopassaggi. La stazione è posta sul percorso a doppio binario tra Fiumefreddo e Catania Ognina, nello spazio tra due gallerie. La stazione di Cannizzaro non è presenziata da DM e viene gestita dal DCO Palermo. Cannizzaro è una delle fermate del servizio ferroviario metropolitano di RFI di Catania e termine del cosiddetto tratto urbano dello stesso. Venne costruito alla fine degli anni settanta per venire incontro alle esigenze della filiale Fiat di Ognina che movimentava migliaia di autovetture ma soffriva degli inconvenienti determinati dal fatto che le stesse, inviate per ferrovia al terminal di Bicocca, nell'area della Zona industriale di Catania, erano poi costrette ad attraversare tutta la città di Catania sulle bisarche per giungere alla sede. La chiusura della filiale Fiat di Ognina determinò un temporaneo sottoutilizzo dello stesso. Anni dopo venne dato in gestione al Gruppo GMC tramite la propria Logistica e Servizi Intermodali s.r.l. che operava collegamenti ferroviari denominati Shuttle di trasporto combinato tra i propri due terminali siciliani Cargo di Alcamo e di Cannizzaro e quelli di Tortona, Segrate, Lugo di Romagna e Gioia Tauro. Il servizio è da tempo cessato e il terminal cargo è stato usato per accantonare o demolire vagoni o mezzi d'opera. Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, in vigore dal 24 settembre 1995. Stazione di Cannizzaro (1867) Ferrovia Messina-Siracusa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Cannizzaro

Cannizzaro
Cannizzaro

Cannizzaro è la più grande frazione del comune di Aci Castello, nella città metropolitana di Catania. L'abitato è disposto lungo il lato ovest del percorso attuale della Strada statale 114 Orientale Sicula che porta da Messina a Catania; questa lo attraversava interamente prima della costruzione della variante attuale che permise di evitare l'ostacolo dei due vecchi passaggi a livello. Il territorio su cui oggi sorge il paese, allora conosciuto come Spolignetto, venne acquistato come feudo da una famiglia castellese, di nome appunto Cannizzaro, verso la prima metà del ‘700. Il luogo acquisì quindi il nome degli acquirenti. Fino ai primi anni del '900 il Paese non possedette una vera e propria chiesa; vi era soltanto una cappella, in cui il sacerdote Carmelo Barbagallo celebrava la messa. Grazie al suo interessamento la chiesa venne eretta intorno al 1930 e consacrata il 1º agosto 1931 dal vescovo di Acireale Evasio Colli. Padre Carmelo ne divenne il primo parroco, mantenendo tale incarico fino alla sua morte. Fu proprio lui a indicare nella data del 22 agosto il giorno in cui celebrare la festa della patrona dei cannizzaroti, Maria Santissima Immacolata Concezione; si tratta della principale festa di Cannizzaro. Vi si trova anche uno dei complessi ospedalieri più importanti della regione: l'Azienda Ospedaliera per l'emergenza Cannizzaro, struttura ospedaliera di Riferimento Regionale di III livello, che però amministrativamente fa parte del Comune di Catania. Nel 1867 venne costruita una piccola stazione ferroviaria che consentiva maggiori spostamenti dalla vicina Catania e fino alla fine degli anni ottanta era costeggiato dalla linea ferroviaria Messina-Catania che lo chiudeva tra i due passaggi a livello eliminati in seguito alla costruzione, più a monte, del nuovo tracciato a doppio binario. In seguito ai lavori anche la stazione ferroviaria è stata integralmente ricostruita in altra sede; oggi Cannizzaro è munita di una moderna stazione ferroviaria ed è sede di un terminal ferroviario merci costruito alla fine degli anni settanta. Dal 1915 al 1934 la località era servita dalla tranvia Catania-Acireale. Stazione di Cannizzaro Stazione di Cannizzaro (1867) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cannizzaro Breve Storia di Aci Castello, su comune.acicastello.ct.it.

Chiesa di San Giovanni Battista (Aci Trezza)
Chiesa di San Giovanni Battista (Aci Trezza)

La chiesa di San Giovanni Battista è un luogo di culto cattolico situato ad Aci Trezza. Chiesa principale del paese, è stata ricostruita dopo il Terremoto del Val di Noto dell'11 gennaio 1693. Venne benedetta il 14 ottobre 1696. Tra il 1746 ed il 1768, sotto la direzione dell'arciprete don Silvestro De Amico, arriva la statua del Santo Patrono. Contestualmente la popolazione aumenta e pertanto si decide di ampliare la chiesa che era a navata unica e senza la canonica. Il primo arciprete nativo di Acitrezza, don Francesco Spina che esercitò il suo ministero dal 1768 al 1808, iniziò i lavori di ampliamento e di abbellimento: vennero aggiunti stucchi, decori ed affreschi arricchendo la chiesa anche di paramenti pregevoli ed argenti preziosi. A cavallo dei secoli XIX e XX vi operò l'Arciprete don Salvatore De Maria, che la ristrutturò e soprattutto l'ampliò, costruendovi la casa canonica e la navata minore nel 1889. La fece, inoltre, ritornare parrocchia indipendente dalla chiesa madre di Aci San Filippo, come stabilito alla sua fondazione dal principe Stefano Riggio. Nel 1948 fece da sfondo al film La terra trema di Luchino Visconti, girato interamente ad Aci Trezza. Il 14 ottobre 2016, in occasione del 320º anniversario della benedizione della chiesa, è stato officiato il rito della dedicazione e consacrazione del luogo di culto alla presenza del Vescovo di Acireale Mons. Antonino Raspanti. La facciata è in stile barocco con portale classico, al di sopra del quale si trovano due celle campanarie. Il finestrone centrale è sormontato da una seconda finestra superiore con la statua del Santo Patrono, collocata in occasione del Giubileo universale della Chiesa cattolica del 1900. In cima al centro vi è un piccolo campanile a vela con una campana. Il secondo campanile turrito è laterale. L'interno è a doppia navata, con abside semicircolare nella navata maggiore, splendidamente decorato da stucchi che circondano le quattro cappelle laterali. Al suo interno, oltre alla statua lignea settecentesca di San Giovanni Battista posta all'interno di una cameretta sull'Altare maggiore, vi sono conservati dentro due nicchie nella navata minore i simulacri della Madonna della Buona Nuova e di San Giuseppe; quest'ultimo, con ogni probabilità è l'originale statua conservata nella vecchia chiesa, distrutta dal terremoto del 1693. Accanto all'altare maggiore vi è collocata una tela di Francesco Mancini, realizzata nel 1909, raffigurante la predicazione del Battista sul Giordano. Dopo le balaustre in marmo, forse appartenenti alla distrutta chiesa di San Giuseppe, troviamo un pulpito ligneo e subito dopo il più bel dipinto della Diocesi, realizzato quasi certamente da Giacinto Platania e restaurato dal Mancini nel 1908: rappresenta il Battesimo di Gesù. Accanto alla piccola porta laterale vi è l'altare con la tela della Sacra Famiglia di autore ignoto del XVIII secolo. La volta fu affrescata nel Settecento da Vincenzo Sciuto con cinque medaglioni raffiguranti la vita del Battista. Lungo tutto il perimetro interno vi è affrescata la frase biblica Inter natos mulieribus non surrexit maior Ioannes Baptista. Ecce agnus Dei tollit peccata Mundi. Infine è possibile notare sulla sinistra una statua di Santa Teresa di Gesù Bambino. La navata minore, realizzata nel 1889, conserva due opere moderne, il Gesù Cristo di Giovanni Giuffrè e la decollazione del Battista di Orazio Greco e la settecentesca Madonna del Rosario tra Santa Caterina da Siena e San Gaetano da Thiene di Matteo Desiderato. In fondo alla navata minore, prima dell'ingresso in Sagrestia dove sono collocati i dipinti degli arcipreti ed un lavabo marmoreo opera di Domenico Alati rappresentante lo stemma di Aci Trezza, si trova un altare con il Crocifisso affiancato da Maria Addolorata e Giovanni apostolo ed evangelista: è probabile che Giovanni Verga alluda a quest'opera quando cita ne I Malavoglia l'Altare dell'Addolorata. Sopra l'ingresso principale vi è la cantoria che possiede un'artistica ringhiera barocca in legno; in essa è collocato un organo del 1781 realizzato dai maestri organari Platania. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giovanni Battista Sito ufficiale, su parrocchiaacitrezza.it. Chiesa di San Giovanni Battista, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.