place

San Nicolò (Aci Catena)

Frazioni di Aci CatenaPagine con mappeSenza fonti - centri abitati della SiciliaSenza fonti - gennaio 2015
Italy provincial location map 2016
Italy provincial location map 2016

San Nicolò (San Nicola o Santa Nicola in siciliano) è una frazione del comune di Aci Catena. Il paese nell'ultimo ventennio ha subito un processo di agglomerazione urbana. Nella frazione si trova un ampio parco commerciale. Seguendo in direzione Aci Catena, si trova il paese di Aci San Filippo. Aci Catena è raggiungibile sia attraverso il centro abitato di Aci San Filippo, sia da una delle due circonvallazioni che si trovano a nord e a sud di esso. Da San Nicolò è facile anche raggiungere Aci Trezza, tramite Via Vampolieri. Acireale dalla contrada Reitana e proseguendo sempre dritto da Via San Nicolò (lato nord del paese), al confine con il comune di Valverde si trova un importante luogo religioso e di culto, l'eremo di Sant'Anna. Oltre a confinare col Comune di Valverde in direzione nord, confina anche con il Comune di Aci Castello in direzione ovest. Dista 13 km da Catania, 5 km da Aci Catena, 7 km da Acireale, 80 km da Siracusa e 88 km da Messina (raggiungibile attraverso l'autostrada Catania-Messina, dall'imbocco autostradale di Acireale). Sono presenti due chiese: una nel lato nord, la chiesa di San Nicola, finita di costruire nel 1708; l'altra nel lato sud (proprio dietro il parco comunale), più moderna e grande. A San Nicolò ha avuto sito anche il municipio di Aci Catena. È di importanza rilevante la coltivazione di lenticchie e di limoni.

Estratto dall'articolo di Wikipedia San Nicolò (Aci Catena) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

San Nicolò (Aci Catena)

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: San Nicolò (Aci Catena)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 37.574167 ° E 15.138333 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo


95022
Sicilia, Italia
mapAprire su Google Maps

Italy provincial location map 2016
Italy provincial location map 2016
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Ficarazzi (Aci Castello)
Ficarazzi (Aci Castello)

Ficarazzi è una frazione di Aci Castello, nella Città metropolitana di Catania. Estrema propaggine meridionale dell'antica Terra di Aci, fino alla metà del XX secolo era un piccolo centro agricolo, che viveva la propria dimensione e peculiarità, quasi equidistante, e non solo geograficamente, fra la nobile e antica Acireale e la moderna e vivace Catania. Situata in collina a circa 200 metri sul livello del mare, dista circa tre chilometri da Aci Castello e otto da Acireale. Ficarazzi si affaccia sul mar Ionio, e gode in particolare della vista del Castello di Aci; la visuale a sud si spinge sino ad Augusta. Questa sua privilegiata posizione gli è valso l'appellativo di Balcone sul Mare di Aci o di Balcone sullo Ionio. Nella parte alta della principale via Tripoli si innalza Monte Ferro (602 m circa), che si allunga formando la valle dove si trova Valverde. Nel territorio si trovano resti delle vulcaniti dovute alle eruzioni sottomarine avvenute nell'ampio golfo pre-etneo e rappresentate da affioramenti di lave a cuscini (pillows), brecce ialoclastiche (vetro rotto) ed intrusioni magmatiche a debole profondità. Nella zona si trovano parecchie grotte dovuti a crolli interni sismici della montagna, tra cui la più famosa è la grotta delle Fate insieme al suo sentiero in 'via Fosso d'Acqua. Confina a nord con San Nicolò, a nord-ovest con Valverde (contrade Fontana e Casalrosato, dove apparve la Madonna di Valverde nell'XI secolo), a sud-ovest con San Gregorio, a sud-est con Cannizzaro e ad est con Aci Castello. La storia di Ficarazzi è legata a quella di Aci Castello e delle altre Aci. Nel 1606 fu trasformato in feudo, in seguito venduto per pagare un "donativo" al Re. Tra i baroni del feudo Ficarazzi di Aci è da ricordare il Duca di Furnari, alla quale è stata intitolata una scalinata e l'omonima via, che collega le due piazze più importanti della frazione castellese: Piazza Giovanni XXIII e Piazza della Chiesa (chianu 'a Chiesa). Fino al 1828 faceva parte del comune di Aci Catena. Parrocchia "S.M. Immacolata", nella quale viene venerata la Madonna della Provvidenza; appartiene alla diocesi di Acireale. Chiesa della Madonna del Soccorso, oggi scomparsa: nasceva nei pressi della parte bassa della via Tripoli, all'altezza di vico Billi. Casina dei Paternò, esempio di residenza rurale costruita nel 1640. Casa nobiliare Angelo di Guardo, antico nobile e compositore musicale ficarazzoto vissuto durante il XIX e XX secolo. In un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'edificio vulcanico dell'Etna e il golfo di Catania, si trova il sentiero naturalistico denominato Via Fosso d'acqua, detto anche "Sentiero delle Fate". In onore della Madonna della Provvidenza, ogni anno, la prima domenica di agosto si effettua una processione nelle vie cittadine. Sagra dell'arancino, seconda settimana di settembre Ficarazzi è attraversata dalle ormai ex S.P. 41 e 52, che si intersecano in via Tripoli nei pressi degli incroci con le vie Acicastello e San Gregorio. La prima attraversa il paese da nord a sud nell'asse Acireale-Catania. La seconda invece procede in direzione ovest-est collegando i comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello; quest'ultima è utile per raggiungere da Ficarazzi sia l'autostrada A18 che la Strada Statale 114. Ad agosto 2016 è stata inaugurata la bretella sud, parallela alla trafficata via Tripoli e intitolata via Collina di Polifemo, a risaltare la collocazione geografica di Ficarazzi e l'intreccio con la leggenda di Aci e Galatea. Il collegamento con Acireale e Catania è garantito dalla linea interurbana A.S.T. che effettua il servizio nei soli giorni feriali. Le colline di Ficarazzi sono le "montagne verdi" citate dalla cantante Marcella Bella nel suo omonimo singolo del 1972, nonché paese di origine della cantante

Maugeri (frazione)
Maugeri (frazione)

Maugeri è una frazione del comune di Valverde, nella Città metropolitana di Catania, sulle pendici sud-orientali dell'Etna, confinante con i comuni di Aci Bonaccorsi, San Giovanni La Punta, Aci Sant'Antonio e un tratto dell'autostrada A18 Messina-Catania. Maugeri segue le vicende storiche della Terra di Aci, scandita da stagioni d'appartenenza feudale e riscatti con ricompra al demanio. Faceva parte infatti dei borghi che componevano l'insieme dell'"universitas" (città) del "territorio di Jacii in contrada Sanctae Mariae Vallis Viridis". Nell'Ottocento la borgata era inclusa nel comune di Aci Sant'Antonio, il «più frazionato» del mandamento omonimo. All'indomani del trionfo milanese dell'opera lirica Norma (1832), il compositore Vincenzo Bellini venne a trascorrere un periodo nella piccola borgata siciliana, nella villa del procugino avv. Pasquale Bellini, figlio del cugino Vincenzo. In quell'occasione Pasquale volle organizzare un ricevimento in onore del musicista catanese. L'artista, mosso dall'avvenimento, eseguì al pianoforte (clavicembalo) – lo strumento musicale collocato nella sala C del Casa Natale/Museo Belliniano di Catania – le melodie estratte dalla Norma, opera ancora inedita a parenti e amici. L'avvenimento è ricordato da un'epigrafe posta accanto al portone della «Villa Bellini»: La lapide, ubicata al numero civico 6 della via Norma, recita: A seguire la seconda iscrizione afferma: Una terza lapide è stata posta nella medesima dimora. La chiesa di S. Maria delle Grazie (XVIII sec.), corredata da elementi barocchi, ottenne l'elezione canonica a parrocchia ad opera del vescovo Salvatore Bella (1921). Festa patronale: seconda domenica di settembre. Valverde, su cittametropolitana.ct.it. Archivio Storico Virtuale della Provincia di Catania:Valverde, su cittametropolitana.ct.it.

Chiesa di San Giovanni Battista (Aci Trezza)
Chiesa di San Giovanni Battista (Aci Trezza)

La chiesa di San Giovanni Battista è un luogo di culto cattolico situato ad Aci Trezza. Chiesa principale del paese, è stata ricostruita dopo il Terremoto del Val di Noto dell'11 gennaio 1693. Venne benedetta il 14 ottobre 1696. Tra il 1746 ed il 1768, sotto la direzione dell'arciprete don Silvestro De Amico, arriva la statua del Santo Patrono. Contestualmente la popolazione aumenta e pertanto si decide di ampliare la chiesa che era a navata unica e senza la canonica. Il primo arciprete nativo di Acitrezza, don Francesco Spina che esercitò il suo ministero dal 1768 al 1808, iniziò i lavori di ampliamento e di abbellimento: vennero aggiunti stucchi, decori ed affreschi arricchendo la chiesa anche di paramenti pregevoli ed argenti preziosi. A cavallo dei secoli XIX e XX vi operò l'Arciprete don Salvatore De Maria, che la ristrutturò e soprattutto l'ampliò, costruendovi la casa canonica e la navata minore nel 1889. La fece, inoltre, ritornare parrocchia indipendente dalla chiesa madre di Aci San Filippo, come stabilito alla sua fondazione dal principe Stefano Riggio. Nel 1948 fece da sfondo al film La terra trema di Luchino Visconti, girato interamente ad Aci Trezza. Il 14 ottobre 2016, in occasione del 320º anniversario della benedizione della chiesa, è stato officiato il rito della dedicazione e consacrazione del luogo di culto alla presenza del Vescovo di Acireale Mons. Antonino Raspanti. La facciata è in stile barocco con portale classico, al di sopra del quale si trovano due celle campanarie. Il finestrone centrale è sormontato da una seconda finestra superiore con la statua del Santo Patrono, collocata in occasione del Giubileo universale della Chiesa cattolica del 1900. In cima al centro vi è un piccolo campanile a vela con una campana. Il secondo campanile turrito è laterale. L'interno è a doppia navata, con abside semicircolare nella navata maggiore, splendidamente decorato da stucchi che circondano le quattro cappelle laterali. Al suo interno, oltre alla statua lignea settecentesca di San Giovanni Battista posta all'interno di una cameretta sull'Altare maggiore, vi sono conservati dentro due nicchie nella navata minore i simulacri della Madonna della Buona Nuova e di San Giuseppe; quest'ultimo, con ogni probabilità è l'originale statua conservata nella vecchia chiesa, distrutta dal terremoto del 1693. Accanto all'altare maggiore vi è collocata una tela di Francesco Mancini, realizzata nel 1909, raffigurante la predicazione del Battista sul Giordano. Dopo le balaustre in marmo, forse appartenenti alla distrutta chiesa di San Giuseppe, troviamo un pulpito ligneo e subito dopo il più bel dipinto della Diocesi, realizzato quasi certamente da Giacinto Platania e restaurato dal Mancini nel 1908: rappresenta il Battesimo di Gesù. Accanto alla piccola porta laterale vi è l'altare con la tela della Sacra Famiglia di autore ignoto del XVIII secolo. La volta fu affrescata nel Settecento da Vincenzo Sciuto con cinque medaglioni raffiguranti la vita del Battista. Lungo tutto il perimetro interno vi è affrescata la frase biblica Inter natos mulieribus non surrexit maior Ioannes Baptista. Ecce agnus Dei tollit peccata Mundi. Infine è possibile notare sulla sinistra una statua di Santa Teresa di Gesù Bambino. La navata minore, realizzata nel 1889, conserva due opere moderne, il Gesù Cristo di Giovanni Giuffrè e la decollazione del Battista di Orazio Greco e la settecentesca Madonna del Rosario tra Santa Caterina da Siena e San Gaetano da Thiene di Matteo Desiderato. In fondo alla navata minore, prima dell'ingresso in Sagrestia dove sono collocati i dipinti degli arcipreti ed un lavabo marmoreo opera di Domenico Alati rappresentante lo stemma di Aci Trezza, si trova un altare con il Crocifisso affiancato da Maria Addolorata e Giovanni apostolo ed evangelista: è probabile che Giovanni Verga alluda a quest'opera quando cita ne I Malavoglia l'Altare dell'Addolorata. Sopra l'ingresso principale vi è la cantoria che possiede un'artistica ringhiera barocca in legno; in essa è collocato un organo del 1781 realizzato dai maestri organari Platania. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giovanni Battista Sito ufficiale, su parrocchiaacitrezza.it. Chiesa di San Giovanni Battista, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Scacco di Ognina
Scacco di Ognina

Lo Scacco di Ognina fu una battaglia navale combattuta al largo del Golfo di Catania il 27 maggio 1357 fra gli angioini di Napoli e gli Aragona di Sicilia durante le Guerre del Vespro. Dopo la mancata ratifica della Pace di Catania da parte del Parlamento siciliano il Re di Sicilia Federico IV d'Aragona si trovò in una difficile posizione perché il Regno era indebolito dai continui attacchi esterni degli angioini che erano riusciti a riconquistare parte dell'isola ed all'interno dai signori feudali della Sicilia che si opponevano con veemenza. Nel 1356 il governatore di Messina, Niccolò Cesareo, in seguito a dissidi con Artale I Alagona, richiese rinforzi a Ludovico d'Angiò, che inviò il Maresciallo Niccolò Acciaiuoli. Le truppe, assistite dal mare da ben cinque galee angioine saccheggiarono il territorio di Aci, assediando il castello. Proseguirono quindi in direzione di Catania cingendola d'assedio: ecco che Artale I Alagona uscì con la flotta ed affrontò le galere angioine, affondandone due, requisendone una terza, e mettendo in fuga le truppe nemiche. La battaglia navale, che si svolse al largo della borgata marinara catanese di Ognina ed il Castello di Aci il 27 maggio 1357, fu denominata "lo Scacco di Ognina" e segnò una svolta definitiva a favore dei siciliani nella Guerra dei Vespri siciliani, iniziata nel 1282 e conclusasi solo nel 1372, con una pausa fra il 1302 e il 1313. Steven Runciman (1958), The Sicilian Vespers. ISBN 0-521-43774-1 (trad. it.: I vespri siciliani, 1997, Edizioni Dedalo. ISBN 88-220-0508-2) Leonardo Bruni (1416), History of the Florentine People, Harvard, 2001. ISBN 0-674-00506-6 (EN) Sicilian Vespers, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Santi Correnti, «Il Vespro» Giovanni Battista Niccolini (1882), Vespro Siciliano: storia inedita, per cura di Corrado Gargiolli. Pubblicato da D. G. Brigola. Francesco Benigno e Giuseppe Giarrizzo, Storia della Sicilia, vol. 3, ed. Laterza, Roma-Bari, 1999. ISBN 88-421-0535-X (EN) Dennis Angelo Castillo, The Maltese Cross: a strategic history of Malta, 1ª ed., Praeger Publishers, 2005, pp. 33-34, ISBN 0-313-32329-1, Consultato: 6 aprile 2010. (EN) DeVries, Kelly, Battles of the Medieval World, New York, Barnes & Noble, 2006, ISBN 0-7607-7779-9. (CA) Jordi Bolòs, Diccionari de la Catalunya medieval (ss. VI-XV):Col·lecció El Cangur / Diccionaris, núm. 284, Barcelona, Edicions 62, 2000, ISBN 84-297-4706-0. (CA) Bernat Desclot, Llibre del rei en Pere e dels seus antecessors passats o Crónica de Bernat Desclot (CA) Ramón Muntaner, Crónica de Muntaner Crónica de Ramón Muntaner en el Instituto Lluís Vives Consultato: 6 aprile 2010 (CA) F. Xavier Hernández, Història militar de Catalunya, ISBN 84-232-0638-6. Jerónimo Zurita y Castro: Anales de la Corona de Aragón Niccolò Buscemi, La vita di Giovanni di Procida: privata e pubblica; saggio storico, 1ª ed., Reale Stamperia, 1836, pp. 190, ISBN 978-1-276-06151-3, Consultato: 3 marzo 2014. Regno di Napoli Regno di Sicilia Regno di Francia Regno di Trinacria Corona d'Aragona Ruggero di Lauria

Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti

La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti è un'area naturale protetta estesa circa 70 ettari ricadente all'interno dei comuni di San Gregorio di Catania e Aci Castello. Istituita con decreto dell'assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana (numero 617/98), la riserva è interna ad un'area di notevole bellezza paesaggistica, tra l'Etna e il golfo di Catania, e comprende un importante sistema di grotte di scorrimento lavico colonizzate da fauna cavernicola con elementi troglofili legati al guano di colonie di pipistrelli. Il territorio, parte di un vasto sistema ambientale lineare che da San Gregorio di Catania si spinge sino ad Acireale, è caratterizzato dalla presenza di un'area protetta all'interno di un'area metropolitana densamente abitata. Il paesaggio agrario è quello tipico del “vigneto costruito” con la presenza di un sistema diffuso di ‘casudde’ (piccoli edifici rurali in pietra lavica per lo più non intonacata) che un tempo costituivano il centro vitale dei fondi. Di una certa importanza testimoniale è la Guardiola Cantarella, una garitta spagnola del '600 che caratterizza i quadri visuali dell'area. La genesi delle grotte vulcaniche è legata allo svuotamento del tunnel lavico che può avvenire durante o al termine di una eruzione di durata superiore ad un mese. Il Complesso Immacolatelle e Micio Conti è costituito da un sistema di otto cavità laviche avente una lunghezza complessiva di circa 1,5 km, situato all'interno di un campo lavico a morfologia hawaiiana. Alle grotte si accede attraverso ingressi creatisi per il crollo delle volte. All'interno delle cavità sono presenti interessanti fenomeni morfologici: particolari striature sulle pareti lasciate dal passaggio della lava e piccole stalattiti di rifusione sulla volta, osservabili all'interno delle grotte Micio Conti e Cantarella; caratteristici rotoli di lava alla base delle pareti generate dal parziale raffreddamento del tunnel lavico che caratterizzano il complesso di grotte Immacolatelle; "cascate" di apparati radicali appartenenti alla soprastante vegetazione che dalla superficie penetrano all'interno della grotta dei Tedeschi ornandone la volta. Il sistema di grotte presenti nella riserva ospita una fauna cavernicola peculiare, adattata alle particolari condizioni ecologiche dell'ambiente ipogeo: ben sei sono le specie di Chirotteri (pipistrelli) che nelle grotte trovano possibilità di rifugio diurno ed un ambiente idoneo per svernare; numerosi anche gli invertebrati (Ragni, Crostacei Isopodi, Collemboli) ed un pidottero notturno (Noctuide), soltanto recentemente segnalato all'interno della Riserva. L'epigeo offre ambienti idonei per una grande quantità di invertebrati, fra i quali una preziosa ape endemica della Sicilia, che prende il nome dall'area della riserva (Pseudoanthidium gregoriense); fra i Vertebrati annoveriamo diversi Rettili, la Lucertola campestre, il Gongilo (Chalcides ocellatus) ed il variopinto Colubro leopardino (Elaphe situla). I Mammiferi sono rappresentati dal Coniglio (Oryctolagus cuniculus) e dalla Volpe (Vulpes vulpes). Molte sono le specie di uccelli che popolano la riserva principalmente rappresentati da Passeriformi, da alcuni Falconiformi come il Gheppio (Falco tinnunculus), e da Strigiformi come Assiolo (Otus scops) e Barbagianni (Tyto alba). Il territorio conserva lembi di relitti di vegetazione forestale termofila a querce caducifoglie, vera rarità per il comprensorio etneo. Sulle creste rocciose si scorge l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) che, assieme all'alaterno (Rhamnus alaternus), l'ogliastro (Olea europea), il terebinto (Pistacia terebinthus) ed altre piante mediterranee, tende a ricostituire una tipica vegetazione di macchia. All'ombra delle formazioni rocciose laviche è presente la rara Aristolochia altissima assieme alla calistegia e la brionia (Bryonia dioica). Negli spazi aperti e pietrosi, si rinviene una vegetazione steppica a barboncino comune (Hyparrhenia hirta) tra i cui cespugli si trova la Serapias vomeracea, una graziosa orchidea. Nei terreni un tempo adibiti a coltivo svetta la candida infiorescenza dell'asfodelo (Asphodelus microcarpus) e della ferula (Ferula communis), mentre sulle superfici laviche delle colate si rinviene un molteplicità di piccole piante dalle variopinte fioriture primaverili, tra queste la Campanula dichotoma e numerose succulente annuali come il Sedum rubens. Laboratorio naturalistico-ambientale Natura e ScienzaSi tratta di una struttura polivalente nata dalla collaborazione tra il Cutgana (Centro interfacoltà dell'Università di Catania) ed il Comune di San Gregorio di Catania, si trova a pochi passi dalla Riserva naturale integrale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” ed ospita il centro di gestione della riserva, due aule informatiche, un'ampia sala conferenze ed una biblioteca. Il Laboratorio è sede di un itinerario didattico modulare per studenti di ogni ordine e grado che comprende i percorsi tematici “Dal Big Bang alla Biodiversità”, i “Diorami” e “Scientificando”.L'itinerario didattico multimediale “Dal Big Bang alla Biodiversità” è costituito da ventisei pannelli ed undici video. Il percorso si articola in tre parti: l'Universo, la Terra e Vita e biodiversità.All'interno dei “Diorami”, presenti nella sala, sono stati ricostruiti in maniera verosimile pregevoli scorci di alcuni ambienti della Sicilia: un ambiente pedemontano etneo, un tipico ambiente dell'entroterra ennese ed un ambiente antropico.I diorami rispecchiano le peculiarità geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche dei vari habitat rappresentati ed in particolare illustrano le nicchie ecologiche di alcune delle più vistose specie animali fra cui quella del variopinto Gruccione. Gli scenari sono stati ricreati utilizzando campioni vegetali essiccati o ricostruiti in materiale plastico e campioni animali, sia appartenenti ad invertebrati, sia a vertebrati, preparati a secco con varie tecniche di tassidermizzazione.Nell'Esperimentario si può trovare la trottola magnetica, il disco di Newton, le fibre ottiche, l'orologio di Galileo e la lampada a lava. La Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti ed il Laboratorio naturalistico ambientale “Natura e Scienza” si trovano in via Terzora 8, 95027 di San Gregorio di Catania. Elenco delle riserve naturali regionali italiane Aree naturali protette della Sicilia Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti su Parks.it, il Portale dei Parchi italiani Scheda su Riserva naturale integrale Complesso Immacolatelle e Micio Conti a cura di Legambiente Catania Complesso Immacolatelle e Micio Conti Archiviato l'11 maggio 2006 in Internet Archive. sul sito del Centro Speleologico Etneo