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Trezzo Tinella

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Vigneti Trezzo Tinella
Vigneti Trezzo Tinella

Trezzo Tinella (Trés in piemontese) è un comune italiano di 284 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Il comune faceva parte della comunità montana Alta Langa e Langa delle Valli Bormida e Uzzone. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Trezzo Tinella Sito ufficiale, su comune.trezzotinella.cn.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Trezzo Tinella (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Trezzo Tinella
SP51,

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Latitudine Longitudine
N 44.683333 ° E 8.1 °
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SP51
12052
Piemonte, Italia
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Vigneti Trezzo Tinella
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Luoghi vicini

Barbaresco (Italia)
Barbaresco (Italia)

Barbaresco (Barbaresch in piemontese) è un comune italiano di 609 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte, noto per essere luogo di origine e di produzione del vino Barbaresco. Il comune rientra con l'area del paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato tra i patrimoni dell'umanità. La zona è conosciuta storicamente come barbarica sylva, dove le antiche popolazioni celtiche si ritiravano in adorazione del dio Tanaro. Si crede che questa zona sia stato il luogo di nascita dell'imperatore romano Elvio Pertinace, anche se sono decine i paesi che si contendono tale nobile nascita. Il 22 maggio 2014 è stata anche sede della partenza della cronometro Barbaresco - Barolo, dodicesima tappa del Giro d'Italia 2014, dove il colombiano Rigoberto Urán si è aggiudicato la tappa e anche la maglia rosa. Il 22 giugno 2014 il comune è stato inserito nella lista dei beni del Patrimonio dell'Umanità, in quanto fa parte del sito Unesco che comprende alcuni dei comuni più caratteristici di Langhe, Roero e Monferrato. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Barbaresco sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 aprile 1985. Lo stemma raffigura, su sfondo dorato, un torrione d'azzurro, merlato alla guelfa e munito di una torre quadrata dello stesso, con merlatura guelfa; l'edificio è semicircondato da una bassa cinta muraria, azzurra. Lo scudo è accompagnato dal motto De Barbarisco turris et arx. Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro. Dagli anni trenta ai sessanta si è verificato, come altrove in Italia, lo spopolamento delle campagne che ha visto decine di barbareschesi lasciare la propria terra per dirigersi in prevalenza a Torino e nella riviera ligure. Successivamente alla contenuta immigrazione dall'Italia meridionale, negli ultimi anni Barbaresco ospita circa una sessantina di extracomunitari provenienti dall'Europa Orientale che lavorano come manodopera nelle aziende agricole. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Barbaresco sono 86, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Quasi tutti i residenti si dedicano alla viticoltura come soci della cantina sociale o con cantine a gestione familiare o con attività collegate. Il Barbaresco DOCG è commercializzato a livello internazionale tra i vini più pregiati. Le due principali aziende vinicole locali sono Gaja e I Produttori del Barbaresco. Data l'importanza del prodotto l'ottocentesca chiesa sconsacrata di San Donato è stata restaurata e adattata ad enoteca regionale. AA.VV., Il Piemonte paese per paese, Firenze, Ed. Bonechi, 1993. Barbaresco (vino) Langhe Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barbaresco Sito ufficiale, su comune.barbaresco.cn.it. Barbarésco, su sapere.it, De Agostini.

Circondario di Alba
Circondario di Alba

Il circondario di Alba era uno dei circondari in cui era suddivisa la provincia di Cuneo. In seguito all'annessione della Lombardia dal Regno Lombardo-Veneto al Regno di Sardegna (1859), fu emanato il decreto Rattazzi, che riorganizzava la struttura amministrativa del Regno, suddiviso in province, a loro volta suddivise in circondari. Il circondario di Alba fu creato come suddivisione della provincia di Cuneo; il territorio corrispondeva a quello della soppressa provincia di Alba del Regno di Sardegna, appartenuta alla divisione di Cuneo. Con l'Unità d'Italia (1861) la suddivisione in province e circondari fu estesa all'intera Italia, lasciando invariate le suddivisioni stabilite dal decreto Rattazzi. Il circondario di Alba venne soppresso nel 1926 e il territorio assegnato al circondario di Cuneo. Nel 1863, la composizione del circondario era la seguente: mandamento I di Alba Alba; Barbaresco; Neive; Neviglie; Roddi; Trezzo Tinella mandamento II di Bossolasco Albaretto della Torre; Arguello; Bossolasco; Cerretto delle Langhe; Cissone; Feisoglio; Gorzegno; Niella Belbo; San Benedetto Belbo; Serravalle delle Langhe; Somano mandamento III di Bra Bra; Pocapaglia; Santa Vittoria d'Alba mandamento IV di Canale Canale; Castagnito; Castellinaldo; Montà; Monteu Roero; Santo Stefano Roero mandamento V di Corneliano d'Alba Baldissero d'Alba; Corneliano d'Alba; Guarene; Montaldo Roero; Monticello d'Alba; Piobesi d'Alba; Sommariva Perno; Vezza d'Alba mandamento VI di Cortemilia Bergolo; Bosia; Castelletto Uzzone; Castino; Cortemilia; Cravanzana; Gorrino; Levice; Perletto; Scaletta Uzzone; Torre Bormida; Torre Uzzone mandamento VII di Diano d'Alba Benevello; Borgomale; Diano d'Alba; Grinzane; Lequio Berria; Montelupo Albese; Rodello; Serralunga d'Alba mandamento VIII di Govone Govone; Magliano d'Alba; Priocca mandamento IX di Monforte d'Alba Castelletto Monforte; Castiglione Falletto; Monchiero; Monforte d'Alba; Perno; Roddino; Sinio mandamento X di La Morra Barolo; La Morra; Novello; Verduno mandamento XI di Santo Stefano Belbo Camo; Castiglione Tinella; Cossano Belbo; Mango; Rocchetta Belbo; Santo Stefano Belbo mandamento XII di Sommariva Bosco Ceresole d'Alba; Sanfrè; Sommariva del Bosco

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Neive)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Neive)

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Neive in provincia di Cuneo, Piemonte. Appartiene alla vicaria delle Valli Belbo e Tinella della diocesi di Alba e risale al XII secolo. Il luogo di culto venne citato per la prima volta nel 1145, ricordato come legato alla canonica della Santa Croce a Mortara e tale resterà sino al 1263. Nel 1325, secondo la modificata giurisdizione ecclesiastica, entrò a far parte della diocesi di Alba e questo generò un contrasto tra Mortara ed Alba su chi sarebbe stato beneficiario delle decime. Nel 1474 la questione si risolse con l'assegnazione della chiesa alla canonica di Santa Maria Nova di Asti, legata ai canonici Lateranensi. La visita pastorale di monsignor Vincenzo Marino avvenuta nel 1576 la descrisse come inadeguata alle necessità della popolazione. Altre visite pastorali si succedono nel 1577 e nel 1644. Nel 1648 Giovanni Battista Farriano arricchisce con i suoi dipinti ad affresco l'altare del Santissimo Rosario. Nella seconda metà del XVII secolo e all'inizio del secolo successivo l'edificio fu oggetto di due importanti interventi di restauro che comportarono anche la sua ricostruzione quasi completa. Attorno al 1729 solo la torre campanaria risultava edificata, su progetto di Francesco Gallo, mentre il resto della struttura era ancora in situazione precaria. La situazione fu sbloccata dall'intervento di Vittorio Amedeo II di Savoia ed entro la metà del secolo la nuova chiesa fu quasi ultimata. A lavori finiti gli altari vennero assegnati a varie comunità e compagnie e furono anche decorati con stucchi policromi. Nel 1816 l'edificio venne nuovamente restaurato e modificato nelle sue forme. L'anno successivo, superata la fase delle soppressioni napoleoniche, la chiesa venne reinserita nella diocesi di Alba. Le decorazioni lignee e in tessuto del baldacchino dell'altare furono realizzate dall'intagliatore Conti e dal tessitore Colombier. Una nuova ristrutturazione fu realizzata nel 1859 e nel 1878 gli interni furono arricchiti di altre decorazioni. Nel 1887 fu costruito l'organo. L'ultimo ciclo di lavori è stato realizzato negli anni cinquanta. Il prospetto principale ha forme neoclassiche, con suddivisione in due ordini senza frontone nella parte superiore. Il portale principale architravato è affiancato, ai lati, dai due ingressi secondari, anch'essi architravati. Nel secondo ordine sono presenti tre nicchie con statue. La torre campanaria si alza in posizione arretrata, sul lato sinistro, affiancata al corpo della chiesa. L'edificio ha grandi dimensioni e la sala è suddivisa in tre navate con separazione realizzata da grandi pilastri decorati e sorreggenti archi a tutto sesto. La zona del presbiterio si raggiunge dalla navata centrale, ed è meno ampia di questa. Gli adeguamenti liturgici degli anni settanta hanno comportato la realizzazione di nuovi arredi lignei. Neive Langhe Diocesi di Alba Parrocchie della diocesi di Alba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa dei Santi Pietro e Paolo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa Parrocchiale Ss. Pietro e Paolo, su comune.neive.cn.it. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).